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Autore: Blue Owl    10/06/2017    5 recensioni
AU. Viaggi nel tempo. Piton torna indietro nel tempo, con la consapevolezza di ciò che accadrà nel caso in cui fallisse. Senza più serbare rancore, cerca di modellare Harry per renderlo il più grande mago di tutti i tempi, a partire dal giorno in cui Hagrid condusse Harry a Diagon Alley.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton, Un po' tutti
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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To Shape and Change - Modellare e cambiare
di Blueowl

tradotto da Mezzo_E_Mezzo


Rinuncia: né io né l’autrice possediamo Harry Potter.

Nel Capitolo precedente...
Con la lettera tra le mani, Harry sentì un’ondata di magia spargerglisi sulla pelle scoperta.
:Harry!:
Il sibilo allarmato di Coral fu l’unico avvertimento che ricevette prima che una voce profonda e pulsante gli rimbombasse davanti, rilasciando una potente pulsazione che lo spinse giù dalla panca e lo fece cadere sulla schiena.
«CURA QUESTO.»
Un dolore che non aveva mai sentito prima gli filtrò nella pelle e gli sprofondò nelle ossa delle mani, un nero fuoco visibile che gli scintillò attraverso la pelle.
Urlò, la sua magia scattò contro la lettera e la spinse via, ma era troppo tardi, perché la fattura, maledizione, o qualsiasi cosa fosse, era già entrata in lui.
Coral cadde mollemente sul pavimento al suo fianco.
:Coral!:
Lei non rispose.
Ancora sulla schiena, gridando mentre le lacrime gli salivano agli occhi, si divincolò muovendo le mani, cercando, disperatamente, di spegnere le fiamme oscure che sentiva bruciare come se gli stessero bollendo le ossa.




Capitolo 16: [Assault] Attacco

Severus scattò saltando oltre il tavolo degli insegnanti, senza badare ai piatti che cadevano al suo passaggio. Si richiamò istantaneamente in mano la bacchetta mentre si dirigeva verso Harry, non preoccupandosi di quanto furioso e spaventoso apparisse. Gli studenti urlavano, terrificati da quanto stavano vedendo, mentre Filius e alcuni altri insegnanti si mossero per accompagnare gli studenti fuori dalla sala. Nel frattempo, Harry gridava mentre le mani gli venivano divorate da un'orribile fiamma nera. Ma, stranamente, non stavano bruciando.
«Potter!»
Harry sollevò lo sguardo, ingoiando un singhiozzo mentre il Professore di Pozioni si inginocchiava vicino a lui. Severus notò Coral arrotolata accanto al fianco di Harry.
Sperò che non fosse morta.
«Non muoverti!» Ordinò Severus mentre metteva con fermezza la mano sinistra sulla fronte del ragazzo e iniziava immediatamente a roteare in cerchi rapidi la bacchetta intorno alle mani fiammeggianti di Harry.
Severus non pensò a quando nel futuro non era riuscito ad agire in tempo per salvare un padre da questa stessa maledizione. Invece, si sforzò di concentrarsi su quello che doveva fare in quel preciso istante.
Harry provò a rimanere più fermo che poteva, le lacrime ora gli scendevano dagli occhi mentre un dolore furioso continuava a pulsargli nelle mani, ma non riuscì a smettere di tremare, chiuse gli occhi e si morse il labbro così forte da farlo sanguinare.
Severus fu rapidamente raggiunto dalla Sprite e dalla McGranitt. Sperò che non tentassero di fermarlo. Doveva occuparsi della maledizione subito. Aspettare avrebbe messo a rischio le mani e le braccia di Harry, e anche la sua stessa vita. Questa era una maledizione spietata, che attaccava il midollo osseo della vittima. Se non riusciva ad annullarla in tempo, le ossa di Harry sarebbero diventate fragili come quelle di un vecchio babbano con una grave osteoporosi, e solo se era fortunato.
«Severus?» Chiese preoccupata la McGranitt, fermandosi alle sue spalle.
Piton non interruppe il suo controincantesimo, i suoi occhi si scurirono e iniziò a muovere le labbra, mormorando parole in un linguaggio che nessuno degli altri presenti riconobbe. Severus fu sollevato dal fatto che Minerva non lo interruppe ancora.
La Professoressa Sprite si fece avanti, volendo prendere Coral dal pavimento, ma si fermò prima di toccare le sue squame. Tirò fuori la bacchetta e la agitò al di sopra di Coral, con una smorfia. La fece levitare gentilmente e la mise in una morbida scatola che la McGranitt aveva rapidamente fatto apparire.
Harry aprì appena gli occhi quando la mano della Professoressa Sprite si posò sulla sua spalla.
Col sudore che gli inondava la fronte, Severus concentrò la propria magia, ricoprendo le mani di Harry di magia protettiva quando finalmente fu riuscito a estinguere il fuoco oscuro e a rimuovere la maledizione.
Harry fece un profondo, gutturale sospiro di sollievo.
«Non muovere le mani e non sforzarle in alcun modo, Potter. Sono estremamente fragili,» lo ammonì Severus.
«Coral?» Domandò Harry, con la voce rotta.
Severus guardò Pomona, che teneva la scatola con dentro Coral. Pomona tese lentamente la scatola perché Severus la prendesse.
Harry si tirò lentamente a sedere con l’aiuto della Sprite, guardando gravemente il Professor Piton. Severus agitò la bacchetta al di sopra del serpente, timoroso di ciò che avrebbe trovato. Quando ottenne la scansione di Coral, non poté evitare di contrarre il viso.
«Professore?» Chiese Harry, gli occhi ora pieni di lacrime per un dolore di tipo più profondo. Coral era morta?
«Non sono sicuro, Potter. È viva, ma… non ottengo nessun altro segnale da lei. Qualcosa blocca la mia magia.»
In quel momento, Madama Pomfrey e il Professor Lupin giunsero nella sala. Evidentemente, Remus era subito corso a chiamare Pomfrey che si trovava negli alloggi del Preside.
«Che cosa è successo?» Chiese Pomfrey, tirando fuori la propria bacchetta.
Severus si alzò, mentre Harry rimaneva a terra con la Professoressa Sprite, le mani abbandonate in grembo, senza alcun segno del fuoco che lo aveva appena colpito. Il danno era all’interno.
«Qualcuno ha inviato una lettera maledetta al Signor Potter camuffandola come un messaggio dell’ICM,» rispose Severus, con l’orrore di Pomfrey e Remus. «Sono riuscito ad annullare la maledizione, ma mi spiace di non essere stato in grado di impedire che Potter venisse ferito.»
«Che maledizione era?» Domandò lei.
Severus non rispose subito, sapendo che questa maledizione non era ben conosciuta e che Madama Pomfrey e gli altri probabilmente non ne avevano mai sentito parlare. Ammettere di conoscere l’incantesimo sarebbe risultato sospetto; ad ogni modo, lo era anche la sua capacità di contrastarlo, ma poteva spiegare la cosa con una sua sufficiente conoscenza delle Arti Oscure, che gli aveva permesso di sconfiggerla in quel modo.
Era una maledizione che era diventata conosciuta e temuta più tardi nel futuro. La Mangia Ossa. Voldemort la usava come incantesimo per la tortura, per ottenere informazioni in modo ‘divertente’. L’Ordine non aveva mai scoperto dove Voldemort l’avesse trovata, ma il Lord iniziò a usarla mesi dopo che aveva conquistato il Ministero. Severus sospettava che fosse conservata nella Biblioteca Proibita, che si trovava nelle viscere sotterranee al di sotto del Ministero.
Severus represse un brivido prima di concentrarsi di nuovo su Pomfrey.
«Non lo so,» mentì Severus.
Pomfrey fece una smorfia, prima di far levitare Harry, sollevandolo e toccandogli il braccio con cautela per farlo rimanere steso supino. «Andiamo in Infermeria.»
Harry chiuse gli occhi in risposta.

O o O o O

Severus si passò la manica sulla fronte mentre lavorava. Era riuscito a convincere Pomfrey che questo sarebbe stato il miglior corso d’azioni da intraprendere per assicurarsi che Harry riprendesse il pieno uso delle mani. Fargli svanire le ossa delle mani e dargli l’Ossofast era di sicuro la cosa peggiore che potessero fare in questa situazione, come aveva scoperto nel futuro. Ovviamente, non poteva spiegarlo a Pomfrey, che gli aveva domandato spiegazioni quando l’aveva fermata dal lanciare l’incantesimo per rimuovere le ossa, ma il suo sguardo duro aveva funzionato e lei aveva ammesso che il processo sarebbe stato estremamente doloroso per Harry, dopo tutto quello che aveva già passato.
Sebbene lei non l’avrebbe mai saputo, Severus le era eternamente grato per non avergli fatto ulteriori pressioni e per avergli invece creduto quando le aveva detto che il suo piano iniziale di trattamento non sarebbe stato saggio.
Severus sospirò, i suoi pensieri tornarono al futuro che aveva vissuto con Harry…

«È stato rischioso, ma lo abbiamo preso,» disse Malocchio.
«Oh, sia ringraziato Merlino,» Gridò Molly, sollevata prima di diventare di nuovo preoccupata. «Come sta? Quanto è ferito?»
Remus fece un passo in avanti mentre l’occhio buono di Malocchio guardava la donna con una traccia di pietà, mentre l’altro occhio si rivoltò e guardò verso la stanza in cui si trovava attualmente il marito.
«Non sono un guaritore, Molly, ma… è grave,» disse Remus.
«Mio marito vivrà?»
«Lo hanno maledetto con qualcosa di nuovo, Molly. Severus è riuscito a fermarlo poco dopo che lo abbiamo tirato fuori di lì, ma è tutto quello che siamo riusciti a fare al momento,» replicò Malocchio burberamente.
Molly stava per chiedere qualcos’altro ma fu improvvisamente interrotta da delle urla che echeggiarono dalla stanza di Arthur, le persone gridavano l’una all’altra con urgenza. Severus corse in avanti, quasi sbattendo Remus sul pavimento mentre lo sorpassava. Entrò nella stanza, la porta si richiuse con un colpo dietro di lui.
«Che cosa è successo?» Domandò Severus.
«Abbiamo provato a fargli sparire le ossa della mano, così avremmo potuto iniziare il trattamento con l’Ossofast, come si era discusso, ma poi… poi...» Il giovane guaritore era disorientato.
«Togliti di mezzo,» ordinò Severus, facendosi strada a forza verso il capezzale di Arthur.
Quello che vide lo terrorizzò. Le fiamme oscure, che pensava di aver completamente estinto quando Arthur era arrivato, si erano riaccese, ed era chiaro dallo stato collassato della mano e del polso dell’uomo che le ossa lì erano state completamente distrutte. Comunque, non era stato questo a spaventarlo.
La maledizione sembrava essere mutata. Solo in seguito avrebbero scoperto che il suo residuo spesso si risvegliava e mutava quando veniva esposto a magia che toccava le ossa o la cartilagine. A Severus c’erano voluti diversi mesi per creare una pozione che potesse oltrepassare la trappola della maledizione e trattare la sfortunata vittima - poiché anche l’Ossofast avrebbe riattivato la maledizione.
Prima, quando aveva spento le fiamme su Arthur, era riuscito a fermare la progressione della maledizione, ma come tutte le maledizioni, quando annullata o fermata, lasciava un residuo, un’impronta. Spesso ci voleva del tempo perché il residuo magico sparisse del tutto. I residui di incantesimi e maledizioni non erano come la magia bianca, poiché quella derivava dal fatto che la Licantropia veniva completamente distrutta.
«Che cosa dobbiamo fare?» Gridò un altro guaritore, mentre il fuoco oscuro iniziava a risalire il braccio di Arthur a velocità allarmante, consumando le sue ossa durante il tragitto.
Arthur era oltre l’esprimere il dolore. Stava lì disteso con le palpebre serrate e la bocca parzialmente aperta in un grido silenzioso.
Severus guardò il collo e il petto dell’uomo. Se la maledizione lo raggiungeva lì, non ci sarebbero state speranze.
Agitando la bacchetta sulle fiamme come aveva fatto in precedenza per spegnerle, Severus spalancò gli occhi al vedere che i suoi sforzi non portavano assolutamente a niente.
Il tempo era agli sgoccioli. Era una questione di secondi, il petto di Arthur sarebbe stato affetto dalle fiamme, e l’uomo sarebbe soffocato per mancanza di una struttura di sostegno interna.
«Perdonami, Arthur, ma non ho scelta,» disse Severus.
Severus gli amputò il braccio all’altezza della spalla, tagliando molto al di sopra di dove si trovavano le fiamme, poi cauterizzò all’istante la ferita.
Ma fu tutto per niente.
Un secondo dopo che avevano creduto che la crisi fosse passata, il fuoco oscuro si riaccese. Allora nessuno di loro poté fare più nulla.
Arthur Weasley soccombette alla maledizione in quella stessa ora.

Severus continuò a mescolare, dicendo a se stesso che Harry non avrebbe sofferto la stessa sorte. Aveva estinto le fiamme e fatto del suo meglio per rimuovere tutto il residuo magico che poteva da Harry, avendolo già fatto molte volte per altri dopo l’esperienza con Arthur. Forse Madama Pomfrey avrebbe potuto anche usare il trattamento con l’Ossofast, dopo tutti i suoi sforzi di eliminare i residui, ma Severus non aveva voluto rischiare, e ne era certo, se Pomfrey avesse saputo ciò che lui sapeva, nemmeno lei avrebbe voluto.
Prendendo una manciata di sale, e grato di non essere lui quello che aveva dovuto dire al Preside l’accaduto, lo sparse sulla pozione quasi ultimata, sicuro che una volta che Harry l’avesse usata, avrebbe potuto riprendersi in pieno, prima o poi.

O o O o O

Harry si svegliò con le mani immerse fino ai gomiti in una sostanza blu.
Era un po’ reclinato nel letto, con le braccia lungo i fianchi adagiate in due lunghe vaschette imbottite, piene fino all’orlo con una mistura blu maleodorante. Scoprì rapidamente che non poteva muovere per nulla le mani né le braccia, e sentì la magia che filtrava dal liquido fresco nella sua pelle e arrivava in profondità fino alle sue ossa. Era piuttosto rassicurante, ad essere sinceri, anche se strano.
Guardandosi intorno, vide che si trovava nell’Infermeria, ma delle tende lo separavano dal resto della stanza. Suppose che fosse per la privacy. Non sapeva dove fosse Coral, ma prima che riuscisse davvero a pensare a cosa fare, sentì delle voci dall’altra parte delle tende.
«Come sta?»
Harry non ne era sicuro, ma sembrava la Professoressa McGranitt.
«L’ho appena guardato e stava dormendo,» rispose Madama Pomfrey. La McGranitt sospirò appena mentre Pomfrey continuava. «Non riesco a credere che sia potuto accadere. Una cosa come quella non doveva poter passare attraverso gli scudi, no?»
«No, ma sappiamo entrambe che gli scudi non sono a prova di bomba. È difficile mandare avanti una scuola con scudi impenetrabili. Gli studenti portano dentro un sacco di cose, e chiudere fuori tutte quelle inoffensive per prevenirne pochissime in grado di nuocere… non è proprio pratico.»
«Ma di certo gli scudi avrebbero dovuto percepire-»
«Hai ragione. Avrebbero dovuto percepire la maledizione. Gli Indicibili stanno esaminando la busta proprio adesso. Albus glielo ha chiesto come favore personale e gliel’ha mandata per fargliela studiare. Forse la risposta è lì, e con un po’ di fortuna saranno in grado di risalire al mostro che ha fatto questo,» disse la McGranitt velenosamente, prima di calmare la voce. «È stata davvero una fortuna che Severus sapesse cosa fare. Non voglio immaginare che cosa sarebbe successo a Harry se lui non avesse...»
«Sì, ma c’è… Non lo so.» Pomfrey si fermò, incerta.
«Cosa, Poppy?»
«È solo strano. Severus, dico. Sapeva esattamente cosa fare, Minerva. Esattamente. Si è anche intromesso e mi ha impedito di curare Harry una volta che lo abbiamo messo a letto.»
«Che cosa vuoi dire?» Domandò Minerva, confusa.
«Volevo far svanire le ossa danneggiate delle mani di Harry, così gliele avrei fatte ricrescere senza problemi con l’Ossofast. Avresti dovuto vedere il modo in cui Severus mi ha guardata, quando ho protestato perché mi ha fermato. Era inquietante, Minerva. Non mi importa quello che dice, lui sapeva che cos’è questa maledizione e sapeva che cosa sarebbe successo se non l’avessimo curata in una certa maniera.»
«Poppy, sappiamo entrambe che Severus ha avuto un passato molto oscuro. Forse ha ottenuto allora quelle conoscenze?»
«Allora perché Tu-Sai-Chi non l’ha mai usata prima? Di sicuro lo avrebbe fatto se l’avesse conosciuta. Credo che siamo d’accordo entrambe che è un incantesimo davvero terrificante, e molto meticoloso nel modo in cui aggredisce il corpo.»
«Che cosa stai suggerendo, Poppy?»
«Severus sapeva esattamente cosa fare - come se conoscesse l’incantesimo perfettamente. Se davvero non sapeva che cos’era, come è riuscito a rimuoverlo da Harry in modo così rapido e accurato? Quell’uomo sapeva anche come rimuovere da Harry i residui della maledizione, e ne ha asportato quasi ogni minimo frammento. Non fraintendermi, sono grata che sia stato in grado di aiutare Harry, ma è… sospetto.»
«Stai dicendo che è responsabile dell’arrivo della lettera a Harry?» Chiese la McGranitt, scioccata al solo pensiero.
«Buon Merlino, no! Ma, quello che intendo è… e se fosse stato lui il creatore della maledizione? Sappiamo entrambe che Severus è molto dotato nella creazione di incantesimi. Questo non sarebbe il suo primo incantesimo finito nelle mani sbagliate...»
Ci fu una lunga pausa.
«Severus è diverso. Non è lo stesso che era l’anno scorso,» disse Poppy dolcemente, rompendo il silenzio.
«So che cosa vuoi dire. Non avrei mai immaginato che avrebbe preso il figlio di James sotto la sua ala, specialmente da come ne aveva parlato l’estate scorsa.»
«Non so che cosa pensare.»
«Ho parlato con Albus del suo cambiamento di personalità. Mi ha assicurato che Severus è Severus, e che deve essere implicitamente ritenuto degno di fiducia. Vorrei sapere che cosa lo rende così sicuro,» confidò la McGranitt.
«Anch’io, ma mi fido del Preside. Deve avere le sue ragioni,» commentò Pomfrey.
«Sì, ce le ha sempre. Bene, se hai bisogno di me, puoi trovarmi nel mio ufficio. Ho alcune faccende dell’ultimo minuto di cui occuparmi per preparare le lezioni della prossima settimana; comunque, con quello che è successo, potrei anche aspettare e rimandarle al weekend.»
«Beh, se lo farai, potresti passare a dare un’occhiata al Preside? Quando l’ho lasciato, gli era salita un po’ di febbre.»
«Non gli sono venute di nuovo le vertigini, vero?»
«Non credo, ma fa lo stesso, vorrei sapere che si sente veramente bene da una fonte che non sia lui stesso. Non sappiamo ancora che cosa sta succedendo con questa magia bianca. Forse è come dice Severus, ma forse no. Non fa mai male essere prudenti. Gli ultimi eventi ce lo hanno dimostrato.»
«Concordo.»
Con questo, Harry sentì che la McGranitt usciva e che Pomfrey rientrava nel suo ufficio.
Che cosa aveva appena origliato esattamente?
Non ne era sicuro, e decise di pensarci più tardi. In quel momento voleva sapere dove fosse Coral.
«Dobby?» Sussurrò Harry, sperando che Pomfrey non sentisse lui o l’arrivo di Dobby.
-Pop-
«Padrone?» Chiese Dobby, la voce tremante e gli occhioni enormi per la preoccupazione.
«Per favore fai piano, Dobby. Non voglio che nessun altro sappia ancora che sono sveglio.»
Dobby annuì. «Come sta il padrone? Dobby ha sentito quello che è successo, ma Dobby non poteva fare niente per aiutare. Dobby è dispiaciuto di non aver fermato la lettera. Dobby avrebbe dovuto controllare. Dobby è dispiaciuto di aver deluso il padrone!» Pianse sommessamente.
«Shht, Dobby, non lo sapevi. Non mi hai deluso. Per favore, non piangere.»
Harry stava cominciando a chiedersi se chiamare Dobby fosse stata una buona idea.
Dobby tirò su col naso, ricomponendosi. «Che cosa può fare Dobby per aiutare il padrone?»
«Sai dov’è Coral?» Harry trattenne il fiato, aspettando la risposta di Dobby.
:Harry?: Li interruppe un’intontita Coral.
:Coral! Dove sei?:
:Accanto al letto, sul comodino:
Harry voltò la testa più che poteva. Chi poteva sapere che avere le braccia bloccate impedisse così tanto i movimenti?
Di certo, c’era una scatola sul comodino, ma non riusciva a guardarci dentro.
:Stai bene?: Chiese, la voce densa di emozione.
:Sono solo stanca. Ho sentito il professore di pozioni che parlava col preside mentre dormivi. Evidentemente sei tu che mi hai salvato. La tua magia ha reagito all’ultimo momento pulsando, e siccome ero stata riempita con essa, ha bloccato qualunque altra cosa. Anche se, facendolo, mi ha messo ko: Spiegò Coral.
Harry fece una piccola risata di sollievo, prima di guardare Dobby. «Puoi prendere Coral per me?»
«Certamente, padrone,» disse Dobby felice, indicando Coral e facendola levitare in alto prima di posarla sul petto di Harry.
«Grazie, Dobby,» fece Harry, provando a trattenersi dal diventare troppo emotivo. Era un sollievo così grande sapere che stava bene sul serio. Aveva avuto paura che fosse morta.
:Sono felice che tu stia bene, Coral: Le disse.
:E io per te,: rispose lei, prima di arrotolarsi al centro del suo petto, sopra il suo sterno.
Harry sorrise e chiuse gli occhi, riaddormentandosi mentre Dobby lo vegliava.

O o O o O

«Voleva vedermi, Preside?» Chiese Severus, entrando nell’ufficio.
Erano trascorse meno di ventiquattr’ore da quando Harry aveva subito la maledizione, e in due giorni gli studenti sarebbero rientrati dalle vacanze. Harry era ancora in infermeria, le braccia ancora immerse nel liquido blu.
Silente annuì, indicandogli la sedia davanti alla propria scrivania. Severus notò che non gli era stata offerta una caramella al limone. Questo non prometteva bene.
«Ho appena finito di parlare con gli Indicibili,» Disse Albus, l’azzurro dei suoi occhi era come un oceano turbolento.
«Oh?»
«La busta della lettera era fatta di pergamena di Man.»
«Pergamena di Man? Non ne so molto, ma pensavo che non ne esistesse più,» chiese Severus con una smorfia.
«Lo pensavo anch’io. La pergamena di Man è stata dichiarata illegale oltre tre secoli fa, ma siccome continuava ad essere prodotta illegalmente e usata per scopi oscuri, come abbiamo di recente sperimentato noi stessi, divenne necessario distruggerne la fonte all’inizio del 1800.
«I bovini dell’isola di Man furono completamente sterminati dalla stirpe magica a causa delle proprietà della loro pelle, che veniva usata per produrre la pergamena di Man. Questa pelle era impermeabile alla magia, poiché incorporava una sorta di campo ‘anti-magia’. Nemmeno io conosco tutti i particolari, ma ricordo che da piccolo sentivo le persone parlare dei pericoli che implicava. Può passare attraverso qualunque scudo, poiché esso non riconoscerebbe nemmeno la sua presenza.»
Severus spalancò gli occhi.
«Vedo che comprendi. Qualsiasi cosa venga posta all’interno della busta sigillata non può essere rintracciata dagli scudi o da qualsiasi dispositivo magico. La pergamena può essere utilizzata come un passaggio attraverso qualsiasi difesa magica.»
Severus non sapeva che cosa dire. Questo era un bel guaio, in particolare perché la pergamena di Man non era stata usata nel futuro, almeno non che lui sapesse. Però, c’erano state alcune morti inspiegabili proprio verso l’inizio della guerra. Forse Voldemort aveva usato la pergamena per liberarsi rapidamente di alcuni personaggi che credeva sarebbero poi diventati un problema per lui, come Amos Diggory e alcuni altri membri del Wizengamot. Le loro morti non erano mai state chiarite. Ma allora, Severus non aveva avuto alcuna ragione per presumere che il Signore Oscuro avesse realmente ottenuto e usato della pergamena di Man nel futuro. Però adesso gli diede da pensare.
Severus si riscosse dai propri pensieri, ma dovevano essere stati visibili sul suo volto nel momento in cui incontrò gli occhi pensierosi del Preside. Decise rapidamente di parlare prima che Silente potesse domandargli a che cosa stesse pensando.
«Non ho sentito di niente del genere che sia circolata a Notturn Alley o nelle altre articolazioni meno conosciute del mercato nero. Perciò è probabile che questa pergamena fosse nelle mani di qualcuno che ha i mezzi per conservarla in segreto, a meno che il responsabile non l’abbia ottenuta fuori dall’Europa.»
Silente annuì. «Sono arrivato alla stessa conclusione, ma sfortunatamente ciò non ci porta più vicini al responsabile.»
«Gli Indicibili sono stati in grado di determinare qualcos’altro?»
«La pergamena di Man usata per realizzare la busta era antica di almeno 190 anni. Non possono determinarne l’antichità con esattezza a causa delle proprietà magiche del materiale, ovviamente, ma sono riusciti a capire questo. E per il sigillo dell’ICM su di essa, era contraffatto. A quale scopo comunque, non ne ho idea. È molto improbabile che si aspettassero che credessimo alla sua autenticità e incolpassimo l’ICM.»
«Quindi è per deriderci,» suggerì Severus.
«Possibile,» concordò Silente, prima di cambiare l’oggetto della conversazione. «Cornelius è molto impaziente di arrivare in fondo a questa storia, e ha preso una… curiosa posizione al riguardo. Ha seguito il mio consiglio e ha affidato l’intera investigazione a Madama Bones, che ha acconsentito a lavorare con gli Indicibili. Ci sono dei dubbi sul fatto che possano riuscire a rintracciare l’origine della busta o della lettera fino al mittente, o i mittenti, ma se esiste qualcos’altro da scoprire, sono sicuro che lo troveranno.»
Severus annuì, sapendo dal futuro che Madama Bones sapeva come fare le cose. Anche in circostanze disperate.
«Parlando d’altro, Madama Bones mi ha detto che ha contattato alcuni guaritori del San Mungo che hanno acconsentito a sovrintendere alla trasfusione di sangue con Remus e me, il prossimo fine settimana. Sia io che lei siamo d’accordo nel proseguire con la cura per la licantropia, nonostante i fatti recenti.»
«Concordo, Preside. Madama Pomfrey le ha dato il via libera per farlo?»
«Con riluttanza, ma sì. Sembra che io mi sia ripreso del tutto dal processo di assorbimento della magia bianca nel mio nucleo e nel mio organismo. Non sento alcuna differenza rispetto a prima che l’avessi, ma se mi concentro, riesco a percepirla. È una sensazione piuttosto peculiare.»
Severus sbatté le palpebre, domandandosi che cosa ciò potesse significare. Dopotutto, Albus era più in sintonia con la propria magia della maggior parte delle persone. Aveva senso che fosse consapevole della magia bianca, se si concentrava.
«Ho vegliato su Harry la scorsa notte, mentre dormiva. A che trattamento lo hai sottoposto? Ho chiesto a Madama Pomfrey, ma mi ha detto che la scelta è stata tua, non sua,» chiese Silente dopo un momento.
Severus mantenne neutrale la propria espressione, convincendosi che non aveva nulla da nascondere in merito.
«Madama Pomfrey le ha descritto l’entità delle ferite del Signor Potter?»
«Non nel dettaglio. Ad essere sinceri, mi è sembrato che non volesse ripeterle a voce alta, nemmeno a se stessa,» ammise Silente.
Severus non fu sorpreso da quell’affermazione.
«Le ossa delle mani di Potter hanno subito un danno esteso, perdendo oltre il novanta per cento del midollo osseo, quasi tutta la cartilagine, e il venticinque per cento dell’osso compatto. Sfortunatamente la maledizione si è diramata nei polsi e leggermente in radio e ulna, ma non ha avuto l’opportunità di causare la stessa quantità di danni che ha inflitto alle sue mani.»
«Non c’è dubbio che dobbiamo ringraziare te per questo,» disse dolcemente il suo mentore, e i suoi occhi scintillavano di una tenerezza da cui Severus non riusciva a distogliere lo sguardo, non importava quanto lo desiderasse.
Severus deglutì. «Ho solamente reagito.» Non voleva spiegare tutto, e sperò che la breve replica sarebbe stata sufficiente. Sembrò di sì, per ora.
«E la pozione? Non mi risulta familiare. L’hai creata?»
«Sì, Preside. Una volta determinato lo stato delle ferite del Signor Potter, sono riuscito a creare una pozione con lo specifico obiettivo di trattarle - per ricostruire le sue ossa dall’interno, usando l’osso rimanente come fondamenta, invece che iniziare da zero come fa l’Ossofast. Sono convinto che questo trattamento, sebbene richieda più tempo dell’Ossofast, alla fine sia migliore.»
«Immagino che preparare una tale pozione sia un lavoro piuttosto complicato, figuriamoci crearla,» valutò Silente. «E riuscirci nelle poche ore in cui tu lo hai fatto, è un bel traguardo, se posso dirlo.»
«Il tempismo era fondamentale. Più a lungo Potter fosse rimasto privo di cura, più alta sarebbe stata la probabilità che le ferite peggiorassero. Così com’è, gli ci vorrà del tempo per ristabilirsi, e fino a quando le sue ossa non si saranno completamente ricostruite, saranno vulnerabili. Ho creato la pozione spinto dalla necessità, niente di più.»
«Niente di più?» La voce di Silente, vecchia ma forte, era gentile, sebbene c’era un tono accusatorio in essa, come se non gli credesse. «Severus, nonostante quello che può dire qualcuno, non sono uno sciocco. Tu tieni al ragazzo, e sebbene la cosa possa essere iniziata come un senso del dovere o un debito che sentivi di avere verso Lily, ora non lo è più. Non hai bisogno di nascondermi la verità.»
Severus interruppe il contatto visivo, poiché le parole del suo mentore lo avevano colpito più in profondità di quanto Albus potesse mai immaginare.
La verità. Severus chiuse gli occhi per un lungo istante, concentrandosi.
Prima d’ora, si era assicurato di comportarsi in modo tale da far sembrare che stava solo vegliando su Harry e guidandolo per onorare la memoria di Lily e accertarsi che suo figlio sarebbe cresciuto e diventato tutto ciò che poteva diventare, ma oramai pareva che queste scuse, non importava quanto fossero fondamentalmente vere, fossero state spazzate via.
Silente era giunto al cuore della situazione.
«È così difficile da ammettere, Severus?»
Severus non rispose, provando a pensare a come doveva muoversi per distogliere la conversazione da questo ambito, prima di dire qualcosa di cui si sarebbe pentito.
«Severus, devo ammetterlo, mi hai preoccupato negli ultimi mesi. Talvolta, sei del tutto te stesso, o almeno il te stesso che vuoi che gli altri credano che tu sia. E poi, altre volte, tu… non lo sei.»
Severus sollevò lentamente lo sguardo, desiderando aver previsto questa situazione per essere meglio preparato.
«Non so che cosa dirle, Preside,» disse con sincerità.
Silente sospirò, come se fosse addolorato dall’apparente difficoltà emotiva del suo insegnante di pozioni.
Severus non riusciva a credere che stesse accadendo. Certo, avrebbe dovuto sapere che qualcosa del genere sarebbe potuto accadere prima o poi. Nel futuro, Albus pensava che fosse necessario essere, beh, un po’ sdolcinato, alle volte. Non c’erano davvero altre parole per descriverlo. Il suo mentore, uno dei più potenti maghi del secolo, se non del millennio, era un sentimentale, e talvolta voleva condividere le smancerie, specialmente quando le circostanze diventavano critiche.
Severus chiuse gli occhi e non poté evitare di rilasciare un respiro esasperato.
Che cosa doveva fare?
«Preside, anche se apprezzo il suo interessamento per me, non c’è nulla di cui parlare,» iniziò, solo per capire che era probabilmente l’ultima cosa da dire se voleva porre fine alla discussione in cui si trovava al momento.
«Molto bene, Severus. Se non desideri discuterne, lascerò cadere la questione,» disse lui, apparentemente decidendo di avere pietà di lui. Severus gliene fu grato, ma sapeva che non doveva ancora ritenersi fortunato. «Comunque, volevo solo che sapessi che è una buona cosa permetterti di tenere di nuovo a qualcuno. Oserei dire che Harry avrà bisogno di qualcuno - come dicono i babbani?- oh, sì, ‘dalla sua parte’, come sei tu, evidentemente.»
Bene, non era stato doloroso come si era aspettato.

O o O o O

Remus entrò in Infermeria, non sapendo che cosa aspettarsi. Aveva parlato con Madama Pomfrey e con la Professoressa Sprite, ovviamente, ma c’era differenza tra il sentirselo dire e vederlo con i propri occhi.
«Grazie, Dobby,» aveva sentito Harry dire dall’altra parte della tenda.
«Dobby è felice di aiutare il grande e gentile padrone!» Rispose Dobby mentre Remus aprì appena la tenda e si affacciò.
«Spero che questo sia un buon momento,» fece Remus, trovando il figlio del suo vecchio amico che sedeva nel letto con le braccia immerse nel liquido blu creato da Severus Piton.
Dobby era accanto al letto di Harry, e stava facendo levitare un libro di fronte al ragazzo, mentre Coral riposava arrotolata in cima al suo testone.
«Oh, certo, Professore,» disse subito Harry. Remus fu quasi certo che il ragazzo fosse annoiato.
Remus sorrise e si sedette sulla sedia vuota accanto al letto di Harry. «Ti tieni occupato, vedo,» commentò, indicando il libro ancora a mezz’aria.
Harry si strinse nelle spalle, sebbene era limitato nei movimenti dagli incantesimi che gli tenevano ferme le braccia. «Non è che possa fare qualcos’altro,» ammise, abbassandosi lo sguardo sulle braccia.
«Per quanto tempo dovrai restare qui?» Chiese Remus.
«Madama Pomfrey vuole che resti per altri due giorni, ma il Professor Piton dice che potrei riuscire ad essere dimesso prima dell’arrivo degli altri studenti; però, le mie braccia dovranno restare ancora immerse in questa… pozione. Ma dovrebbero restarci anche se rimanessi tanto a lungo quanto vorrebbe Pomfrey. Non sono sicuro di cosa il Professor Piton abbia in mente per mantenerle ricoperte da questa roba mentre seguo le lezioni, ma farò qualunque cosa mi dirà. Non voglio restare a letto più di quanto ci sia costretto.»
«Hai bisogno della pozione così a lungo?» Domandò Remus, incapace di trattenere la sorpresa nella propria voce.
«Sì, signore. Il Professor Piton ha detto che quello che la maledizione ha rimosso in pochi secondi, avrà bisogno di giorni, se non settimane, per ricrescere.»
«E l’Ossofast? Impiega solo ventiquattr’ore a ricostruire le ossa di un arto intero.»
«Penso che sia in conflitto con il residuo rimasto dalla maledizione. Dobby ha detto che il Professor Piton è stato abbastanza chiaro nell’ordinare che non mi fosse dato l’Ossofast.»
«Capisco. Beh, il Professor Piton è esperto in questo tipo di cose.»
Harry annuì, sebbene avesse uno sguardo perplesso.
«Sembri confuso, Harry. C’è qualcosa che mi vuoi chiedere?»
Harry cominciò a scuotere la testa in modo negativo, ma poi esitò. «Beh, è - non sono proprio affari miei.»
«Non c’è alcun male nel chiedere, Harry. Se è qualcosa di troppo personale, ti dirò che è così e lasceremo stare.»
«Okay. Beh, ho più o meno origliato la Professoressa McGranitt e Madama Pomfrey che parlavano, ieri. Hanno detto delle cose strane… perlopiù sul Professor Piton.»
«Ah. Penso di capire la tua esitazione ora. Che cosa hanno detto di lui?»
«Di quanto è diverso, di quanto sia strano che sia stato in grado di sopraffare la maledizione come ha fatto, e cose del genere. Mi ero appena svegliato, ma ricordo bene che una di loro ha detto che lui ha avuto un passato oscuro. Non lo so, era strano, e mi ha incuriosito. Che genere di passato oscuro ha avuto?»
«Harry, non sono sicuro che dovrei davvero dirti qualcosa, ma capisco che hai riflettutto molto su questo fatto, quindi ti dirò solo ciò che è storia pubblica. Nell’ultima guerra, il Professor Piton è stato una spia della Luce. Ha passato informazioni a Silente, e con esse lui è stato in grado di aiutare gli altri. C’è di più sulla questione, ovviamente, ma la cosa importante è che, sebbene il Professor Piton abbia un passato piuttosto oscuro, si è redento facendo qualcosa che molte poche altre persone possono fare.»
Harry spalancò gli occhi. «Quindi, molte delle cose oscure che conosce vengono dalla sua esperienza nel fingere di essere cattivo?»
Remus sospirò, non volendo mentire, ma trovando difficile dire ad Harry tutta la verità. «Nessuno è perfetto, Harry. Tutti commettono errori, fanno cose di cui si pentono, e il Professor Piton non è escluso. Non dimenticarlo mai. Ma sappi anche che le persone possono crescere partendo dai propri sbagli e diventare qualcuno cui bisogna portare rispetto. Puoi promettermi che lo ricorderai?»
Harry annuì.
Remus gli aveva certamente dato una grossa questione su cui riflettere.

O o O o O

Albus chiuse gli occhi quando Severus lasciò il suo ufficio.
Desiderava poter vedere che cosa stava succedendo nella testa del suo ex studente, ma non poteva; però, anche se avesse potuto, aveva questioni più importanti su cui concentrarsi. Come il modo di proteggere Harry da qualcosa che poteva attraversare gli scudi e da qualcuno con una conoscenza spaventosa della magia oscura.
D’improvviso, il suo camino lampeggiò di verde, avvisandolo di una chiamata tramite Metropolvere.
«Preside?»
«Ah, Anna,» disse lui, alzandosi e trovando il volto dell’Indicibile tra le fiamme.
«L’ho trovata. Posso venire lì?» Domandò lei.
«Naturalmente.»
Un momento dopo, la donna, che era molto più bassa di lui, stava in piedi nel suo ufficio.
«Mi ci è voluto un po’ per trovarla, ma, come le avevo detto, ero certa che si trovasse nella Biblioteca Proibita,» disse lei, prima ancora che Silente potesse anche offrirle una sedia.
«Grazie per aver trovato il tempo di tornare da me così in fretta,» affermò lui, tirando via la sedia da sotto la sua scrivania per darla a lei, prima di sedersi sulla propria.
«Si figuri. Bene, ho scoperto che è stata riposta nella Biblioteca 800 anni fa. Viene chiamata ‘Exosso’ - conosciuta anche come ‘la Mangia Ossa’. È una maledizione davvero orribile. Anche se, originariamente, era invece piuttosto utile. I cuochi la usavano per rimuovere le ossa dalla carne senza doverla tagliare. Di sicuro era usata più per dare spettacolo a beneficio degli spettatori che osservavano le fiamme nere danzare sulla carne che per scopi pratici. Comunque, un signore oscuro prese l’incantesimo e lo trasformò in ciò che è ora. Con quello che ho scoperto di recente, sono stupita per ciò che mi avete riferito.
Il fatto è che il Signor Potter non dovrebbe già essere in via di recupero. Vede, la maledizione ha una trappola esplosiva di qualche tipo, e quando viene esposta a certi tipi di magia che coinvolgono le ossa, si risveglia, usando come carburante quell’incantesimo o la magia fornita, e così continua ad attaccare la vittima. Avete detto che Severus Piton ha inventato un modo per iniziare a curare Potter nonostante i residui della maledizione fossero ancora presenti?»
«Sì, anche se Madama Pomfrey mi ha riferito che Severus era stato in grado di rimuovere la maggior parte dei residui prima che il Signor Potter lasciasse la Sala Grande.»
Anna spalancò gli occhi. «Impressionante.»
«Già. Severus è piuttosto dotato.»
«I miei colleghi vogliono capire come è stato capace di creare la pozione che sta usando per ricostruire le ossa di Potter,» affermò lei dopo un momento.
«Hmmm, beh, non vorrei turbare ulteriormente Severus con altre domande; comunque, sono sicuro di potervi procurare un campione della pozione, questo sarebbe accettabile in cambio?» Suggerì Silente.
«Capisco, e avere un campione sarebbe accettabile. Grazie, Preside.»
Albus annuì, particolarmente grato che gli Indicibili spesso si preoccupassero più di capire il “cosa” piuttosto che il “come” o il “perché”. Comunque, suppose, nel loro metodo di lavoro, era spesso meglio non chiedersi determinate cose.
«Beh, è ora che io ritorni,» fece Anna.
«Certo. Grazie del suo aiuto, mia cara.»
«Quando vuole.»

O o O o O

«Ho posto degli incantesimi respingenti sulle fasce, ma dovrai comunque fare attenzione,» avvisò Severus, aiutando Harry a mettere le mani e le braccia bendate nelle due fasce che gli andavano fin sulle spalle, intorno al collo, e che si incrociavano dietro la sua schiena in modo che le braccia potessero rimanergli appoggiate in modo comodo e sicuro contro la pancia.
«Capisco, Signore,» disse Harry, guardandosi le mani bendate. Sapeva che se si fosse guardato in uno specchio in quel momento, sarebbe apparso come se stesse cullando un neonato. Beh, qualunque cosa pur di non essere più un paziente chiuso in Infermeria.
Madama Pomfrey aveva impiegato mezz’ora per avvolgergli con prudenza un dito alla volta, prima di ricoprire i palmi, i polsi e gli avambracci con le bende imbevute di pozione. Dopo, era stato tutto spalmato con uno strano impasto che impediva alla pozione di asciugarsi e che rinforzava le garze al punto da impedire qualsiasi movimento alle dita e ai polsi - un’ingessatura.
Lei gli aveva detto che il Professor Piton voleva che lui continuasse ad assorbire la pozione tramite la pelle, durante tutto il giorno. Solo durante il mattino ci sarebbe stata una pausa in cui avrebbero rimosso il vecchio bendaggio e avrebbero posto il nuovo.
Harry era grato che la pozione eliminasse qualsiasi prurito, o altrimenti sarebbe diventato pazzo. Anche così, gli mancava davvero poter muovere le mani.
«Onestamente, non so quanto tempo ci vorrà, Potter,» disse Piton una volta che ebbe finito. «Ma confido che il tuo elfo domestico sarà con te per assisterti.»
«Dobby aiuterà il padrone!» Esclamò Dobby con sicurezza, con un’aria piuttosto elegante per essere un elfo domestico, data dall’uniforme. «Dobby porterà le sue cose per la scuola e preparerà la sua piuma autoscrivente per gli appunti e-»
«Apprezzo la tua devozione al tuo padrone, Dobby,» lo interruppe affabilmente il Professor Piton, prima di tornare a guardare Harry. «Dobby sarà le tue mani per il tempo necessario. Gli altri professori ovviamente conoscono la situazione e adegueranno le cose di conseguenza. Riguardo a come mangerai senza usare le mani, il Preside mi ha detto che ha già sistemato tutto. Hai qualche domanda?»
«No, Signore,» rispose lui, mentre Coral si arrotolava intorno alla parte superiore della fascia, sopra le braccia. Sembrava contenta e comoda lì.
Severus ora era davvero felice di aver preso l’iniziativa e di averla presa per Harry a Diagon Alley. Il serpente era chiaramente un’alleata inestimabile e un conforto per Harry.
«Un’altra cosa. C’erano degli articoli sull’attacco che hai subito nell’edizione di ieri della Gazzetta del Profeta. Non voglio che tu sia colto alla sprovvista.»
«Grazie, Professore.»
«Gli studenti arriveranno nella Sala Grande entro un’ora. Puoi cominciare a dirigerti lì, se vuoi.»
Harry annuì, alzandosi dal letto con cautela e permettendo alle braccia di assestarsi nelle fasce speciali. Quando fu sicuro che fossero salde, annuì verso Dobby, e insieme si diressero verso la Sala Grande.


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Grazie a chi legge e a chi recensisce!
A presto con il prossimo capitolo, Lite.




   
 
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