La misteriosa Lady Moon
La biondina rimase a terra con gli occhi
spalancati, dopo aver visto quella piccola ombra. Capelli corti e
morbidi, un po' in carne e due occhi chiari. Usagi non riusciva a
togliersi dalla testa quella strana sagoma. Il gelato non le era
cascato dalle mani, il che era davvero strano.
Rimase incantata dal bagliore di quei piccoli
occhi, da quello strano medaglione che portava al collo, e quello che
sembrava un vestito alla marinara corto e ben sistemato.
«Usagi, ma cosa ci fai qui?» Rei catturò la sua attenzione, mentre camminava verso di lei.
«Lo sai che oggi non si va a scuola? È festa.»
La bionda sgranò gli occhi.
«Ahhhh, ma dove ho la testa? Ed io che mi ero preparata per biologia.» si lamentò.
«Sei pallida. Hai bisogno di riposarti.»
Si alzò immediatamente da terra e la fulminò con gli occhi, mentre una fiamma si disegnò dietro di lei.
«Non ho bisogno di riposo, sono iperattiva e non voglio fallire gli esami.»
«Sì, ma è festa. Non si andrà a scuola per due giorni.» ripeté Rei seccata.
«Posso sapere cosa ti è preso?»
«N-n-niente... a parte un dolore allo
stomaco e... ora che ci penso, torno a casa a riposarmi.»
ridacchiò la bionda imbarazzata.
«Brava, fai bene.»
Usagi, immediatamente, si allontanò.
***
Di sicuro, neanche Rei sapeva dell'esistenza della piccola Lady Moon. O forse, quel bagliore era soltanto un pericolo. Non capiva più non niente.
Usagi camminò lungo il marciapiede, ripensando a quella piccola figura. Luna le doveva spiegazioni, e subito. Voleva saperne di più.
«Luna!»
La gatta trasalì e si voltò verso di lei.
«Non dovresti essere a scuola?»
«Mi sono dimenticata che oggi e domani è festa.»
Luna sospirò.
«Mi chiedo dove abbia la testa, a volte.»
Subito dopo, Usagi parlò facendo incuriosire - stranamente - la gatta.
«Ho visto una bambina e forse è proprio la piccola Lady.»
«Non dire stupidaggini, lei non può essere qui.»
«Ma ti dico che...»
Luna si voltò dandole le spalle.
«Fai come ti pare, io comunque l'ho vista.»
Se n'è andò di nuovo e questa volta, lasciò la borsa a terra ai piedi del letto in disordine.
Scese le scale ed uscì correndo come una
furia, finché non incrociò Makoto, in compagnia di una
bambina dagli occhi celesti.
«Oh, ciao Usagi.»
La bambina ridacchiò allegramente.
«Ciao... Makoto. È sempre bello rivederti.» si grattò la testa con aria imbarazzata.
«Ti ho già presentato Eden, la figlia della mia vicina?»
Usagi squadrò la bambina dai capelli viola
ametista, e notò una strana coincidenza con l'ombra che aveva
visto prima.
«Eden, lei è Usagi, la mia migliore amica.»
La bambina, educata com'era, allungò la sua
mano con un sorriso. Usagi la strinse dolcemente, e ricambiò il
saluto. Una bimba davvero adorabile, pensò.
«Dove stai andando così di corsa?» domandò Makoto.
«A comprare delle cioccolatiere in edizione limitata.»
«Pensi solo a mangiare.»
Si alzò di scatto e s'innervosì.
«Fatti gli affari tuoi, coda di cavallo! Voglio fare quello che mi pare.»
«Come vuoi.»
Makoto, poi, prese per mano la piccola Eden,
allontanandosi da Usagi. La bambina si era appena girata verso la
ragazza goffa, e le aveva sorriso dolcemente, come se la conoscesse da
anni. Poi, tornò a guardare avanti.
Ma la biondina aveva altro in mente: scoprire quella misteriosa ombra.