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Autore: Sarastar88    14/06/2017    6 recensioni
Uno spin-off della mia fan fiction "Against fate". Alla fine del capitolo 15 troviamo Usagi che regala a Seiya un quaderno dove riporta le pagine del suo diario, dal loro primo incontro fino alla famosa sera sul tetto della scuola, dove lui le chiede "Non vuoi che sia io ad aiutarti?".
Quali erano i pensieri della nostra testolina buffa sul bel rockettaro? Era veramente così indifferente al suo fascino come voleva fargli credere?
Per scoprirlo non vi resta che leggere questa breve storia.
Genere: Fantasy, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Seiya, Un po' tutti, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi, Seiya/Usagi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Quinta serie
Capitoli:
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Caro diario,
Sono passati ormai alcuni giorni da quella scoperta. Seiya, Yaten e Taiki non si erano più fatti vedere a scuola, impedendomi così di parlare con il più giovane dei fratelli Kou per spiegargli la mia posizione. Non ho più avuto la forza di aggiornarti perché un senso di vuoto e di tristezza mi attanagliava. Anche questa giornata è stata un incubo, ma ci sono stati dei nuovi sviluppi.
Sono di nuovo qui, con le lacrime agli occhi, per raccontarti cos’è accaduto:
Come ti ho anticipato, nessuno di loro tre si era più presentato all’istituto. Per giorni ho guardato il suo banco vuoto, sentendo come una stretta al cuore.
Sono andata persino da una veggente per chiedere consiglio su come comportarmi, trovandomi davanti nientepopodimeno che la mia amica Rei. È stato grazie al suo consiglio se sono riuscita a farmi coraggio e a presentarmi alla stazione radio dove i Three Lights quella sera partecipavano come ospiti. Il programma si chiamava Superstars e prevedeva la lettura di dediche dei fan.
Ero così tesa da sentirmi mancare la salivazione e dei brividi freddi mi scesero lungo la schiena.
Non riuscivo ad alzare nemmeno la testa per guardarlo. Avevo paura di rivedere quello sguardo che mi aveva spezzato il cuore all’aeroporto. I suoi occhi spenti dalla tristezza e dalla delusione che io stessa gli avevo inflitto. Quegli occhi che mi tormentavano ogni notte nei miei peggiori incubi.
Ero una codarda; ero andata alla stazione radio per parlargli, ma non riuscivo nemmeno a guardare il suo viso.
La sua voce calda mi destò da quei pensieri negativi, e le sue parole furono come una salvezza, come se riuscissi finalmente a tornare in superficie dopo aver rischiato di annegare.
Finse di leggere una lettera chiedendomi di fare pace in nome della nostra amicizia, dedicandomi poi la loro canzone “Tra terra e cielo”. Finalmente alzai il mio viso e lo guardai.
I nostri occhi s’incontrarono e ci rinchiudemmo nella nostra bolla dove spazio e tempo si annullarono. Eravamo solo lui e io, incatenati in quello sguardo. Sentii le sue parole chiare nella mia testa, come se potessimo comunicare telepaticamente.
Disse che non voleva ingannarmi, che gli dispiaceva non potermi raccontare ancora tutta la verità, ma che sperava di poterlo fare presto.
Il mio cuore iniziò quella danza a cui ormai iniziavo ad abituarmi, mentre mi persi nella profondità di quel blu.
Gli risposi che anche io ero dispiaciuta per quello che era successo ed ero triste, perché non eravamo riusciti a chiarirci prima.
Mi sembrò come se i nostri corpi si stessero avvicinando, attratti da una forza magnetica invisibile.
Eravamo occhi negli occhi, quello era veramente l’unico nostro contatto.
La canzone terminò, riportandoci alla realtà del momento.
Il programma continuò per alcune ore e capitò che Seiya e io ci lanciassimo degli sguardi fugaci, seguiti da alcuni sorrisi. Aspettai che il pubblico si diradasse per restare sola con lui.
A ogni passo nella mia direzione lo stomaco si contorceva sempre di più, facendomi sentire le gambe molli. Si mise di fronte a me per ringraziarmi, guardandomi con occhi sognati e con quel sorriso dolce che riservava solo alla sottoscritta. Sentii le guance infiammarsi e il cuore scoppiarmi nel petto.
Furono Yaten e Taiki a interrompere quel nostro momento, attaccandomi con parole dure a cui Seiya rispose, prendendo le mie difese. Sarebbe scoppiato un grosso litigio se non fosse stato per l’attacco imprevisto della nostra nemica.
Mi trasformai e insieme alle Inner riuscimmo a sconfiggere l’automa. Mi accorsi troppo tardi che le Sailor avversarie erano in due e una era intenzionata a colpirmi alle spalle.
Se l’attacco andò a vuoto fu solo grazie a Seiya che mi protesse con il suo corpo, restando ferito alla testa. Il tempo sembrò scorrere al rallentatore mentre lo guardai correre verso di me, buttandosi davanti a quel raggio potentissimo sparato dall’avversaria. Sentii la bile in gola e l’istinto di vomitare.
Chiamavo il nome di Seiya, scuotendolo leggermente, ma lui non dava cenno di riprendersi. L’agitazione prese il sopravvento e iniziai a tremare. Fu Ami a rassicurarmi, toccandogli il polso e facendomi sapere che il battito era regolare.
Le due Sailor Starlights si misero di fronte a me, imponendomi di lasciarlo, che era solo colpa mia se era ferito e che ero solamente una fonte di guai per loro. Percepii il cuore spezzarsi quando Sailor Star Healer mi tolse il corpo di Seiya dalle braccia. Restai con le braccia sospese nel vuoto e con le lacrime che pungevano gli occhi per un tempo indefinito. Quelle parole mi colpirono come una doccia fredda, ferendomi in pieno petto.
Le guardai allontanarsi con Seiya tra le braccia, senza sapere se l’avrei più rivisto.

Caro diario,
I giorni passavano e i Three Lights continuavano a non presentarsi a scuola. Non pensavo che Seiya mi sarebbe mancato così tanto, sai? Avevo nostalgia della sua allegria, dei suoi grandi occhi blu, del suo sorriso sghembo e persino delle sue frecciatine. Solo nella mia mente riuscivo a rivederlo.
Rivivevo nella mia testa quel dannatissimo momento in cui mi aveva fatto scudo con il suo corpo, rimanendo ferito per colpa mia. Quell’immagine non voleva abbandonarmi, tormentandomi sia nei sogni che nella quotidianità.
Ho perso il conto delle ore che ho passato a piangere nel silenzio della mia stanza.
Al termine delle lezioni Minako mi diede un numero telefonico dove avrei trovato i Three Lights. Non so come lo abbia ottenuto, ma le ero immensamente grata per quel suo gesto. Minako era sempre così gentile e protettiva nei miei confronti; la sorella che non avevo mai avuto.
Alla prima cabina telefonica mi fermai e composi quel numero. Ogni squillo sembrava una lenta agonia che mi tormentava. Al terzo, finalmente una voce rispose, peccato che non fosse Seiya. Chiesi comunque delle notizie di lui a Taiki, accertandomi che stesse bene. Poco dopo, la voce aspra di Yaten mi rimbombò nelle orecchie e le sue parole mi fecero cadere in uno stato di shock: «Seiya ha detto che non vuole più avere niente a che fare con te!»
Restai immobile in quella cabina, ad ascoltare il beep della chiamata terminata per degli incensanti minuti. Una volta destata, decisi di andare al tempio di Rei per raccontare alle ragazze l’esito di quella telefonata. Ebbi la conferma della veridicità delle parole di Yaten da Michiru.
Haruka rincarò la dose, dicendo che loro tre non erano persone affidabili.
Nel sentire quel discorso avvertii la rabbia nascermi nelle viscere dello stomaco. Non riuscii a controllarmi, così corsi davanti a lei, Haruka e Setsuna e sbottai, parlando forse per la prima volta con disprezzo e aggressività. Scagliai contro di loro tutta la mia collera per essersi intromesse nella mia vita e nel mio rapporto con Seiya.
Rimasero in silenzio a guardarmi, ascoltando con sorpresa quelle parole velenose uscire dalla mia bocca.
Trattenevo da troppo tempo quei sentimenti di sconforto dentro di me.
Ero sconvolta dalla scoperta delle Sailor Starlight, dispiaciuta dal comportamento di Yaten e Taiki che reputavo amici, sofferente per la lontananza da Seiya.
Una volta sfogata mi scusai con loro per poi scappare a casa, con il volto rigato da quelle lacrime salate che nell’ultimo periodo non mi lasciavano mai sola.
Non sopporto di non vedere più Seiya!

Aggiornamento dell’ultimo minuto… Seiya mi ha appena telefonato! È stato di poche parole, ma mi ha invitata ad andare al luna-park ad assistere al loro concerto. Luna mi ha incoraggiata ad andare, liberandomi da quel dilemma che mi stava logorando.
Ora corro da lui; ti farò sapere come andrà il nostro incontro. Per il momento posso dirti che una piccola parte di me è di nuovo felice.

Caro diario,
Ormai è mattina e dovrei cercare di dormire, ma proprio non ci riesco. Forse se ti raccontassi com’è andata la serata mi liberei di un peso, ma non so se questo possa aiutarmi a prendere sonno. Partiamo dall’inizio:
I biglietti per il concerto erano esauriti, così decisi di salire sulla ruota panoramica. Mi tornarono alla mente i ricordi di quel pomeriggio passato con Seiya sempre in questo luna-park. Un sorriso mi nacque involontario.
Le luci si accesero sul parco, la base musicale partì e io mi godetti la vista dall’alto, guardando lo schermo montato dietro di loro che ingrandiva i loro volti.
Ammirai il suo viso, sentendo una scossa lungo la schiena nel momento che i nostri occhi si incontrarono.
Quando iniziarono a cantare il tempo sembrò fermarsi, proprio come quella sera alla stazione radio. Quella melodia giungeva sempre più ovattata alle mie orecchie, come se mi stessi allontanando da quel posto. Chiusi gli occhi per un secondo e una volta riaperti mi trovai immersa nello spazio, con la sola voce di Seiya a farmi compagnia.
Mi stava parlando telepaticamente, mostrandomi come Galaxia distrusse il loro pianeta e di come la loro principessa riuscì a sfuggirle, tele trasportandosi sulla terra, impedendole di conquistare il suo seme di stella puro.
Lui, Taiki e Yaten giunsero sul nostro pianeta per cercarla. Rimasi colpita dalla luce della loro principessa, sentendo un torpore nel cuore.
Chiusi gli occhi per farmi cullare da quel calore, ma una volta riaperti tornai al luna park. Su quella ruota panoramica vidi Seiya svenire sul palco.
Non potevo muovermi, non potevo correre da lui come avrei tanto voluto fare, ero inerme di fronte a quel terribile spettacolo. Ero bloccata la sopra, in attesa che il giro finisse per dei minuti che sembrarono interminabili.
Una volta scesa mi misi a correre, cercando di essere il più veloce possibile quando lo vidi venirmi incontro. A stento riusciva a stare in piedi e i suoi occhi erano una fessura. Istintivamente lo abbracciai dopo che cadde a terra. Non ebbi il tempo di aiutarlo a rialzarsi perché davanti a noi si presentò un nuovo automa che mi costrinse a trasformarmi per impedire che gli facesse del male. I suoi palloncini-bombe mi colpirono diverse volte mentre proteggevo il corpo di Seiya, già debole di suo. Fortunatamente le Outer intervennero ad aiutarmi, dandomi la possibilità di usare il mio scettro per liberare il proprietario del luna park da quella sua trasformazione.
Prima di andarsene, sorretto dai suoi fratelli, Seiya mi ringraziò per essere andata al concerto come mi aveva chiesto e per averlo protetto dagli attacchi del automa.
Provai ad andargli incontro, ma la forte stretta sul polso da parte di Haruka me lo impedì.
Restai a guardarlo mentre si allontanava, con le labbra tremanti e con le palpebre che lottavano contro le lacrime. 

 
   
 
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