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Autore: samv_s    18/06/2017    3 recensioni
Jimin continuò ad osservarlo con sguardo scettico: uno come Yoongi non era solito aiutare le persone, eppure in quel momento gli stava offrendo una mano per conquistare il rosso.
"Accetto." Disse, quindi. Tentar non nuoce, no?
Vmin//Yoonmin. Accenni Namjin
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Quando Jimin era tornato a casa era ormai orario di cena. Aveva salutato sua madre ed insieme avevano consumato il cibo messo in tavola, il tutto in religioso silenzio. La signora Park non aveva fatto molte domande: dopo il “sto bene mamma, non preoccuparti” categorico del figlio, la donna aveva preferito non chiedere oltre.
“Vado su.” Aveva poi aggiunto il ragazzo avendo in risposta un cenno del capo della madre. Chiusosi nella sua stanza, Jimin si era buttato sul letto prendendo il cuscino e stringendoselo forte al petto.
Ripensando al pomeriggio appena trascorso, poteva affermare di essere un totale fallimento: era riuscito a farsi dare il numero di quella cameriera, ma il tutto era stata una vera impresa. Sapeva di essersi fatto rosso come un peperone e probabilmente quella ragazza aveva ceduto solo perché lo aveva visto in grandissima difficoltà. Inoltre Yoongi non era stato di aiuto: aveva riso tutto il tempo e come se non fosse stato abbastanza, dopo lo aveva preso anche in giro.
Jimin sapeva di esser stato una frana – avrebbe riso di sé stesso proprio come aveva fatto Yoongi – ma aveva sperato che il maggiore, anche in piccola parte, capisse la situazione. Insomma, era pur sempre una cosa che non aveva mai fatto.
Sbuffando sonoramente, il corvino si alzò per potersi cambiare e terminare i compiti per il giorno successivo. Quando si tolse i pantaloni, un bigliettino cadde dalla tasca posteriore: su di esso, con una calligrafia ordinata, vi era segnato il numero di quella cameriera. Jimin sorrise appena pensando che, in fin dei conti, era tornato al tavolo stringendo quel biglietto fra le dita. Decise così di ripiegarlo con cura e di metterlo all’interno di un contenitore posto sulla scrivania: per certi versi, poteva considerarlo come una vittoria.
 
Una risata generale si levò dal tavolo facendo arrossire visibilmente Jimin, che in quel momento avrebbe preferito ritrovarsi ovunque fuorché seduto lì.
“Sapevo di non dovervelo dire, siete pessimi!” Si lamentò il corvino portandosi le mani a coprire il viso. Alla fine, dopo che Jungkook e Seokjin lo avevano pregato, aveva ceduto raccontando la sua avventura del giorno precedente. Era stato, inoltre, inutile far promettere ai tre presenti di non ridere.
“Scusami hyung, ma è più forte di me!” Esclamò il più piccolo fra i ragazzi, ancora ridendo. Seokjin al suo fianco, dopo essersi in parte ripreso, urtò lievemente la spalla di Jungkook intimandolo di fermarsi: aveva notato il volto di Jimin incupirsi leggermente.
“Jimin, non prendertela. Sai che ti stiamo prendendo in giro.” Disse con tono affettuoso Seokjin sperando vivamente che il corvino si riprendesse.
“Oh no hyung, non me la sono presa per voi. – Ammise Jimin. – Ci sono Hoseok e Taehyung che sembrano comportarsi come due fidanzati.” Concluse il ragazzo stringendo con più forza le bacchette che impugnava nella mano destra. Gli sguardi degli altri tre – anche Namjoon aveva rivolto la sua attenzione al discorso -  si erano posati sulle due figure alle loro spalle: seduti al loro tavolo, Taehyung era appoggiato sulla spalla di Hoseok, e quest’ultimo aveva portato una mano ad accarezzargli lentamente il capo.
Il corvino abbassò nuovamente il volto: non ce la faceva più ad osservare la scena e a combattere con l’invidia e la gelosia che lo stavano logorando. Sentì una mano di Jungkook posarsi sulla sua schiena ed iniziarlo ad accarezzare piano, ma la sua attenzione fu catturata poco dopo dalla vibrazione del suo telefono. Jimin inarcò un sopracciglio quando lesse il mittente del messaggio. Cosa voleva adesso Yoongi?
Ma il testo riportava una frase che lo fece sorridere lievemente.
Sembrano due piccioncini del cazzo, tra poco vomito.
 
Quando sentì la campanella suonare, Jimin tirò un sospiro di sollievo: era conclusa anche quella giornata scolastica, finalmente. Mise frettolosamente lo zaino in spalla e raggiunse Jungkook, fermo sullo stipite della porta.
“Andiamo?” Esclamò Jimin già pregustando un bel piatto di carne alla griglia. Quel giorno avrebbero mangiato fuori, in un ristorantino poco distante da casa dell’amico conosciuto in tutto il quartiere per l’ottima carne e per la fantastica ​tojangguk.
Jungkook annuì ed entrambi presero a dirigersi verso l’uscita dell’edificio scolastico, quando una voce alle loro spalle li fece fermare.
“Jimin!” Il corvino mai avrebbe pensato che il suo nome potesse risuonare così bene se pronunciato dalla sua voce.
“Taehyung.” Rispose in un lieve sussurro sentendo le mani già sudare. Eccolo che entrava in modalità ragazzina alla sua prima cotta.
“Posso parlarti un momento?” Il rosso inclinò leggermente il capo di lato risultando ancora più adorabile del solito. Jimin annuì piano facendo segno a Jungkook di avviarsi verso il cancello. Il diretto interessato gli sorrise beffardo prima di lasciarlo solo in presenza di Taehyung.
“Hai bisogno di qualcosa?” Chiese Jimin già pensando a qualche probabile appunto scolastico.
“Oh no no. – Affermò il rosso. – Sai, sabato prossimo Hoseok aveva intenzione di dare una specie di festa di bentornato. Volevo chiederti se beh, ti andava di venire.” E Jimin avrebbe voluto saltellare sul posto ed urlare che diamine, non c’era nemmeno bisogno di chiedere. Mai si sarebbe aspettato che Taehyung lo invitasse di persona.
“Oh certo, mi farebbe molto piacere.” Si limitò a rispondere cercando di mantenere un tono calmo, anche se un sorrisino di vittoria gli inarcò gli angoli della bocca.
“Fantastico! – Esclamò entusiasta Taehyung. – Questo è l’indirizzo, e fai venire anche i tuoi amici.” Allungò un biglietto con su scritto la via e delle altre informazioni relative al riconoscimento della casa. Jimin lo ringraziò inchinandosi lievemente e scusandosi: nonostante volesse passare lì l’intero pomeriggio, rimandando in loop quel momento, aveva un migliore amico affamato che lo aspettava vicino ai cancelli della scuola.
“Ci vediamo domani.” Sentì urlare da Taehyung. Così, con il cuore che batteva a mille, Jimin si voltò salutandolo nuovamente ed annuendo.
Quando mise a fuoco la figura slanciata di Jungkook gli si avvicinò lentamente affinché riuscisse a riprendersi: sentiva le gambe estremamente molli.
“Tutto bene?” La voce del castano gli arrivò ovattata, ma riuscì a cogliere alla perfezione la nota divertita delle sue parole.
“Oggi offro io!” Riuscì semplicemente a dire Jimin, le guance ancora arrossate ed un sorriso ebete sul viso.
 
Si trovavano a casa del minore, entrambi stesi sul letto a pancia in giù a svolgere i compiti per il giorno successivo. Jimin, dopo l’incontro con Taehyung, sembrava essersi animato di una felicità mai vista prima. Jungkook, durante il tragitto da scuola al ristorante, si era fatto raccontare nei minimi dettagli cosa era successo con il rosso. Inutile dire che Jimin aveva sprecato un quarto d’ora abbondante a ripetergli quanto fosse bello Taehyung. Il castano alla fine aveva sorriso leggermente sconfitto: il suo migliore era un caso totalmente perso, completamente andato. Eppure non poteva che essere felice quando vedeva il viso di Jimin illuminarsi solo nel sentir parlare della sua cotta.
All’improvviso il telefono del maggiore prese a suonare, rompendo così quel silenzio calato nella stanza. Sul display era segnato il nome di Yoongi.
“Cosa vorrà adesso?” Si domandò a bassa voce Jimin posando poi la penna sul quaderno. Fece scorrere il dito sullo schermo accettando la telefonata.
“Dimmi.” Disse Jimin aspettando che Yoongi rispondesse dall’altro lato del telefono.
“Tra dieci minuti al bar, a dopo.” E la linea cadde. Jimin alzò un sopracciglio sbuffando sonoramente: quel ragazzo doveva cambiare decisamente comportamento se avesse voluto conquistare Hoseok.
“Jungkookie. – Lo richiamò il corvino. – Devo andare, era Yoongi al telefono.” Il castano annuì piano sorridendogli incoraggiante. Jimin raccattò le sue cose ed abbandonò l’abitazione dell’amico dirigendosi verso il bar della scuola. Nel frattempo inviò un messaggio a sua madre avvertendola che sarebbe rincasato per ora di cena.
Appena varcò la soglia della caffetteria, Jimin portò lo sguardo sul tavolo che era ormai diventato il loro posto fisso per quegli incontri. Si accorse che Yoongi era già seduto lì a consumare il suo solito caffè freddo, e Jimin si chiese se avesse volato per essere già lì.
“Ciao.” Lo salutò il minore prima di prendere posto ed iniziare a sfogliare il menù. Yoongi ricambiò con un cenno del capo per poi ritornare a bere dalla cannuccia.
“Perché mi hai fatto venire qui? Ero convinto dovessimo vederci domani.” Chiese Jimin leggermente confuso.
“Avevo del tempo libero.” Spiegò semplicemente l’altro. Il corvino gli rivolse un’occhiataccia. E se avesse avuto degli impegni? Questo Yoongi non se lo chiedeva mai a quanto sembrava.
“So che Taehyung ti ha invitato al party. – Aggiunse Yoongi poco dopo. – Quindi per questo motivo oggi andremo a fare un po' di shopping.” Jimin strabuzzò gli occhi incredulo, il maggiore non sembrava affatto uno che ci tenesse particolarmente a risultare impeccabile. Ma senza aggiungere altro, lo seguì fuori dalla caffetteria portando con sé il frullato che aveva precedentemente ordinato.
Raggiunsero la fermata degli autobus più vicina e circa un venti minuti dopo, si trovavano nel cuore di Seoul a girare per i negozi.
“Il nostro obbiettivo è quello di far fuoriuscire un nuovo lato di te, quello più provocante. Okay?” Il corvino annuì piano immaginando a cosa potesse andare in contro.
Nonostante gli costasse ammetterlo, Yoongi si era rivelato una persona davvero pratica: gli aveva dato dritte su come sistemarsi i capelli, stava scegliendo i vestiti che avrebbe indossato e sembrava essere davvero molto esperto. Jimin non aveva chissà quanta esperienza, eppure ai suoi occhi il maggiore sembrava davvero un buon esempio da eseguire.
Fu riportato alla realtà dalle mani di Yoongi posate sulle sue spalle che lo stavano incitando ad entrare nel camerino.
“Cerca di darti una mossa!” La voce del grigio risuonava leggermente distante ma comunque fastidiosa. Jimin prese a spogliarsi e ad indossare gli indumenti che erano stati precedentemente scelti. Dopo aver concluso, rimase egli stesso a bocca aperta: l’outfit era semplice, ma nella sua essenzialità metteva in risalto il suo fisico allenato. I pantaloni neri fasciavano alla perfezione le sue gambe muscolose, mentre la camicia bianca gli avvolgeva magnificamente l’addome asciutto e le spalle. Mai prima d’allora aveva amato così tanto qualcosa che aveva indossato. Sorrise contento prima di uscire fuori e farsi vedere da Yoongi. Il quale si limitò a sorridere e a dire: “anche Park Jimin ha del potenziale da sfruttare.”
Dopo aver acquistato la camicia ed il pantalone, si concessero un leggero spuntino ad una rosticceria lì vicino. Consumarono le loro ordinazioni in religioso silenzio, o almeno fino a quando – fra un boccone e l’altro – Yoongi non decise di parlare.
“Non so se hai una calamita apposita, ma il tipo alla cassa ti sta letteralmente divorando con gli occhi. Direi che potresti provarci.” Jimin per poco non si affogò col boccone che aveva ingerito, le guance assunsero subito una tonalità più accesa.
“Ti prego, non di nuovo.” Esclamò esasperato, pregando Yoongi affinché ritirasse la sua malsana idea. Ma il maggiore scosse energicamente il capo, invogliandolo anzi ad alzarsi. Dopo incitamenti vari – e anche la minaccia di non aiutarlo più – da parte del grigio, Jimin prese un respiro profondo e si diresse verso il bancone.
“C-ciao.” Il ragazzo dalla pelle leggermente più scura gli sorrise raggiante chiedendogli se volesse ordinare altro. Dopo un leggero tentennare, Jimin chiese una bottiglietta d’acqua ed una porzione di patatine.
“Come ti chiami?” Chiese ad un tratto il commesso.
“Jimin.” Rispose frettolosamente il corvino. Si sentiva leggermente in imbarazzo, ma non in modo così eccessivo come con la cameriera della caffetteria. Possibile che si fosse visibilmente sciolto.
“E tu?” Le parole gli scivolarono fuori prima che potesse rendersene conto e si stupì di sé stesso. Il giovane sorrise prima di dirgli che si chiamava Lee Yongsun.
Passò una buona mezz’ora prima che Yoongi si avvicinasse per poterlo informare che era ora di tornare a casa, un ghigno divertito sul volto. Jimin balbettò delle scuse: non solo si era fatto tardi, ma aveva anche lasciato Yoongi tutto quel tempo da solo.
“Prima di andare, dammi la mano.” Il corvino si voltò in direzione di Yongsun guardandolo con fare interrogativo. L’altro però, si allungò per prendergli la mano e lo avvicinò maggiormente a sé. Jimin non ebbe il tempo di comprendere cosa stesse accadendo che si ritrovò le labbra del ragazzo premute sulle sue in un bacio casto. Sentì il viso andare a fuoco e percepì Yoongi ridacchiare alle sue spalle.
“È da quando hai messo piede qui dento che avevo voglia di farlo. A presto Jimin.” Lo lasciò poi andare, ma il corvino sembrava essersi immobilizzato sul posto. Fu Yoongi a spingerlo fuori dalla rosticceria e a farlo sedere su di una panchina affinché si riprendesse.
“Sei già a metà dell’opera.” Sentenziò Yoongi, quel ghigno divertito sempre ad incurvargli gli angoli della bocca.
Jimin non si curò nemmeno di risponderlo a tono, era ancora troppo frastornato da quel gesto così improvviso. Mai nessuno prima di allora lo aveva baciato o gli aveva detto di trovarlo attraente.











 
​Ero convinta di non riuscire ad aggiornare in tempo, invece ho completato il capitolo in perfetto orario.
​Sono io stessa meravigliata da questo evento lol.
​Vorrei spendere giusto due paroline su questo capitolo che ho adorato scrivere: nella scena in cui Yoongi
​scrive il messaggio a Jimin, il suo intento era quello di farlo sentire meglio.
​Anche se non l'ho esplicitamente scritto, la scena nella mia mente era quella. E ciò 
​mi ha fatto sorridere tantissimo.
​Dopo questa piccola precisazione, spero che il capitolo vi sia piaciuto
​e se vi va, lasciate una piccola recensione.
Un bacio e alla prossima.
​Sam.
   
 
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