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Autore: heliodor    22/06/2017    5 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Un giorno con Oren / 1

Un catino di acqua fredda sulla testa lo fece passare dal sonno alla veglia in un secondo. Oren balzò giù dal giaciglio cercando la spada con la mano, ma trovò solo lo stivale di Mythey.
Il vecchio cavaliere era in piedi davanti al letto, il secchio gocciolante ancora in mano.
Oren si passò una mano sul viso e guardò fuori dalla finestra. Nessuna luce filtrava attraverso le imposte.
"Ti avevo ordinato di essere in piedi all'alba" disse Mythey.
"È ancora buio."
"L'alba per noi cavalieri è un'ora prima che sorga il sole" disse suo zio. "Lavati con cura e metti il tuo vestito migliore."
Oren si alzò a fatica. "Ho un vestito migliore di quello che indosso tutti i giorni?"
Mythey indicò un'uniforme verde e grigia adagiata su una sedia.
"Devo mettere questa roba?" chiese in tono polemico.
"Lo dovrai fare per il resto della tua vita ogni volta che la principessa si recherà per una visita ufficiale in città."
Oren si chiuse nel bagno. "Quindi oggi è una cosa importante?"
Sentiva Mythey andare su e giù per la stanza. "Passeremo tutto il giorno in città e torneremo solo al calare del sole."
Oren emise un fischio. "Ci sarà da divertirsi?"
"Non per te" rispose secco Mythey.
 
Oren indossò il vestito da parata. Con sua viva sorpresa gli calzava a pennello. Mythey passò i successivi quindici minuti a istruirlo a dovere. "Non parlare se non sei interrogato. Saluta sempre prima di farlo. Maestà quando ti rivolgi al re o alla regina, vostra altezza quando sei al cospetto dei principi. Vostra grazia quando è uno stregone a parlarti. Capito?"
"D'accordo, ma la principessa Bryce è anche una strega. Come devo chiamarla?"
"Vostra grazia se indossa il mantello del circolo, vostra altezza se veste i simboli del casato di Valonde."
Oren ripeté la frase per impararla a memoria. "Potresti ripetere?"
Mythey lo spinse fuori dalla stanza.
Zio e nipote marciarono verso il cortile camminando fianco a fianco. Fuori il sole del primo mattino baciava i tetti delle case che si vedevano in lontananza. Il cielo era terso e sgombro di nuvole. Una perfetta giornata estiva di Valonde.
Mythey lo guidò fino alle stalle e gli ordinò di sellare i cavalli. Oren ubbidì.
Nel frattempo i valletti avevano preparato tre carrozze scoperte con i rispettivi cavalli. I nocchieri le portarono nel cortile e attesero l'arrivo degli ospiti.
I cavalieri della guardia, in uniforme da parata rossa e blu con i simboli di Valonde in bella mostra, si allinearono su due file.
Mythey guidò Oren fino al cancello.
"Cosa facciamo ora?" chiese il ragazzo.
"Aspettiamo."
"E poi?"
"Aspettiamo ancora."
Un'ora dopo la famiglia reale si presentò sulla scalinata. Indossavano tutti degli abiti molto eleganti.
Il re e la regina erano i più eleganti nei loro vestiti di tessuto prezioso ricamati in argento e oro.
Bryce e Roge indossavano i mantelli del circolo di Valonde sopra dei vestiti meno formali. La principessa Joyce aveva optato per una blusa ricamata su una gonna azzurra e bianca con ricami floreali in oro e argento.
Tutti e cinque presero posto sulla carrozza in testa al corteo.
La seconda e la terza carrozza erano vuote.
Sei cavalieri, quattro uomini e due donne, vestiti con i mantelli con il simbolo dell'ordine di Valonde si affiancarono alla carrozza dei reali.
"Stregoni scelti" spiegò Mythey. "Sono la guardia personale del re e della regina, nonché della famiglia reale."
"E allora noi che ci stiamo a fare?" chiese Oren.
Mythey sospirò. "Quattro occhi in più non fanno male. Inoltre noi dobbiamo occuparci solo della sicurezza della principessa Joyce. Dobbiamo badare a lei in ogni istante."
Oren annuì deciso. "In ogni istante" ripeté ad alta voce.
Il corteo si mise in marcia.
 
Sfilando tra le strade della città, una nutrita folla si era radunata ai due lati per festeggiare il passaggio del corteo regale.
La notizia della visita era stata diffusa fin dal giorno prima e c'era stato tempo per organizzare un degno benvenuto.
C'era persino chi era venuto dai villaggi vicini a giudicare dalla foggia dei vestiti. Molti si affacciavano dalle finestre e dai tetti degli edifici più alti per lanciare i loro saluti o dei fiori all'indirizzo del corteo.
Oren e Mythey si erano posizionati dietro la carrozza del re.
Mythey gli diede un colpo nel fianco.
"Ahi" esclamò Oren sorpreso da quel gesto. "Che ho fatto di male?"
"Smettila di fissarla" disse Mythey. Il suo sguardo vagava da un lato all'altro della strada mentre parlava.
"Chi?"
"La principessa."
"Non la sto fissando" protestò Oren.
Mythey gli rivolse un'occhiataccia.
Lui si strinse nelle spalle. "Hai detto tu di non toglierle gli occhi di dosso."
"Ho detto di badare a lei" disse Mythey. "Dobbiamo anticipare il pericolo, non limitarci a combatterlo. Guarda quel tizio tra la folla."
Indicò un uomo sulla quarantina che fissava una vetrina.
"Sta davanti a quel negozio da cinque minuti e non si è mosso."
"E allora?"
"È un comportamento sospetto. Guarda quella donna." Fece un cenno verso una matrona che reggeva un fagotto tra le braccia. "Cos'ha lì dentro? Un bambino in fasce? Un'arma? Del pane appena sfornato?"
Oren guardò in alto.
Mythey lo fissò dubbioso. "Perché guardi il cielo?"
Oren scrollò le spalle. "Metti che il pericolo venga da lassù. Draghi. O falchi assassini. Cose del genere."
Mythey sospirò rassegnato. "Sei come tuo padre. Non prendi mai niente sul serio."
"Io vedo solo facce felici. Non sta succedendo niente."
"È quando non succede niente che devi preoccuparti."
Oren scosse la testa affranto.

 
  
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