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Autore: Scarcy90    23/06/2017    0 recensioni
Law e Myri, si ritrovano costretti a condividere un appartamento. Lui era alla ricerca di tranquillità, lei della pace mentale per prepararsi a realizzare un sogno. Questo imprevisto sarà il precursore di una splendida amicizia che aiuterà entrambi a smussare gli angoli dei loro caratteri. La competizione, il cambiamento, la voglia di affrontare le sfide, forse tramuterà l'amicizia in qualcosa di più...
Il tema principale è la "Friendzone". Un'esperienza che Law ha già vissuto, ed ora avrà il timore che la prigionia si ripeta, frenandolo. Spetterà a Myri far scoprire a Law l'arte del saper esprimere i propri sentimenti.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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 I giorni passarono. Tra gli impegni di Law con la ricerca e i turni di Myri, non avevano avuto la possibilità d’incontrarsi.
 Solo a colazione, si ritagliarono dei minuti da trascorrere insieme.
 Myri era maestra nell’utilizzarli al meglio, chiacchierando senza sosta e chiedendo consigli ad un Law che non era certo di saperli dispensare.
 Il ragazzo ormai conosceva diversi dettagli di quella coinquilina non richiesta. Sapeva che aveva portato l’apparecchio, che da bambina era una vera fifona nonostante da adulta fosse così determinata, che i suoi genitori le mancavano ma che ottenere lo Slammer la faceva desistere dal prendere il primo aereo per trasferirsi a Londra.
Lo aveva letteralmente riempito di dettagli riguardo la sua vita solo nel tempo di poche colazioni insieme. Non sembrava aver voglia di tacere, aveva sempre qualcosa da dire, e Law non voleva smettere di ascoltarla.
 Trascorrere quei minuti con lei rendeva il resto della giornata più piacevole.   
 Quel sabato mattina, tuttavia, Law fece una scoperta che non avrebbe mai creduto possibile.
 Lui e Myri erano seduti nella cucina di Law, come ogni mattina lui le aveva preparato la colazione, temendo che i suoi tentativi di cucinare avrebbero mandato a fuoco il palazzo.
 Law era intento a leggere alcune parti della sua ricerca mentre Myri andava a briglia sciolte nel racconto della serata precedente allo Slammer, quando lei fece un gesto strano. Strappò via i fogli dalle mani di Law lasciandolo senza parole.
 -Ma cosa…?-
 -Tu non mi stai ascoltando- disse lei offesa.
 -Certo che non ti sto ascoltando!- esclamò lui con occhi innocenti. –Mi hai costretto a venire allo Slammer stasera e domani devo farti da accompagnatore per l’evento al Teatro Storico.-
 Myri sbatté le palpebre sorpresa.
 -Ho deciso di vivere da solo per lavorare in santa pace nei giorni in cui non sono in laboratorio. Devo ritagliarmi del tempo per la ricerca in questi due giorni. Ti ascolterò meglio da lunedì mattina. Ora restituiscimeli?-
 Law fissò Myri dritta negli occhi e lei ricambiò lo sguardo con una strana luce che lui non riuscì a decifrare.
 La ragazza diede uno sguardo veloce ai fogli che aveva in mano.
 -E’ una ricerca ambiziosa.-
 Law aggrottò la fronte.
 -Conosci questa roba?- chiese attonito.
 -Forse la mia quasi laurea in biologia molecolare potrebbe essere il motivo per cui riesco a comprendere quello che hai scritto.-
 -Tu… Che cosa?- la sorpresa era evidente su tutto il corpo di Law, dagli occhi alla bocca spalancata, la sua reazione alla notizia era evidente.
 -Law- cominciò lei con un sorriso. –Conosci la Myri di oggi ma in passato ero diversa. Ero una, passami il termine, secchiona come te. Lo sono stata per tutta la vita, fino a quando non ho deciso di mandare tutto a quel paese e di essere me stessa.-
 -Continuo a non capire.-
 La ragazza alzò un sopracciglio perplessa.
 -Ecco, per questi dettagli il tempo di ascoltarmi lo trovi. Sei un nerd bastardo, Law, sappilo.-
 Sorrise e porse i fogli a Law.
 -Sono figlia e nipote di musicisti. Non ti sei mai chiesto come mai il mio obiettivo nella vita non sia la musica?-
 -Io… Sì, forse. Sinceramente non t’immagino in un’orchestra… Quindi…-
 -Esatto, il punto è questo. L’orchestra o il teatro non sono il mio mondo. Da piccola credevo che eccellere in qualcosa che non fosse la musica avrebbe convinto i miei della mia scelta. Studiavo, avevo i voti più alti dell’intero istituto. All’università ero la migliore e il mondo scientifico mi piaceva, mi piaceva sul serio. Poi…-
 -Cosa?- Law era curioso di saperne ancora. Quel lato di Myri non l’aveva neanche mai intravisto, e adesso lei stava aprendo una vera e propria finestra sulla sua personalità. 
 -Poi, qualche mese prima della laurea, mi sono ritrovata ad andare allo Slammer praticamente tutti i giorni. Mi dicevo che lo facevo perché mi piaceva studiare lì, circondata da ubriaconi e da Felix che mi offriva da bere tutto ciò che desideravo, ma presto mi resi conto che la verità era ben diversa.-
 Myri si lasciò sfuggire un altro sorriso e i suoi occhi si accesero di una luce intensa e avvolgente, a dimostrazione di quanto quel bar fosse radicato nel cuore.
 -Andavo allo Slammer tutti i giorni perché io volevo stare lì. Il laboratorio lo adoravo, l’idea di fare ricerca e di passare la vita a studiare m’intrigava, ma la voglia di possedere lo Slammer mi rendeva euforica, mi rendeva felice. Feci una scelta. Delusi molte persone, ma ad anni di distanza so di aver preso la decisione giusta per me stessa.-
 Cadde un silenzio teso, uno di quei silenzi che Law odiava.
 Myri prese la tazza di caffè e ne bevve un sorso.
 Law aveva cominciato a conoscerla in quei giorni. Non parlava più, e Myri era il tipo a cui le parole non mancavano. L’argomento le aveva tolto la voglia di parlare perciò, Law, si rese conto che per aiutarla avrebbe dovuto sdrammatizzare.
 Ci rifletté per qualche secondo, poi la soluzione apparve.
 -Perciò…- cominciò con un sorriso divertito. –Che hai fatto? Il giorno prima della laurea sei scappata via su una moto alla ricerca della felicità?-
 Myri lo guardò per una frazione di secondo e scoppiò a ridere serena.
 -Non mi sopravvalutare, Law. All’epoca ero un tipo ligio alle regole. Ho preso Rachel e ci siamo chiuse in casa sua a mangiare gelato e a bere per tre giorni di fila. Volevo sotterrarmi dalla vergogna e soprattutto volevo evitare i miei genitori.-
 -Probabilmente lo avrei fatto anch’io- disse lui ridendo.
 -Lo so. Una volta ero molto simile a te, per questo sono sicura di poter essere tua amica.-
 La mano di Myri si posò su quella Law e lei lo guardò con comprensione.
 Quegli occhi verdi, quello sguardo dolce, il cuore di Law fece un balzò e comprese di dover sparire prima che la spada dell’amicizia lo trafiggesse per l’ennesima volta.
 Si alzò in piedi di scatto.
 -Vado a ritirare il vestito in tintoria.-
 Myri lo guardò confusa.
 -E’ stato sepolto nell’armadio per troppo tempo, aveva bisogno di una rinfrescata.-
 -Immagino di sì…- commentò la ragazza osservando Law mentre s’infilava dei pantaloni sopra quelli corti che già indossava. Quella dava tutta l’impressione di una fuga in piena regola.
 -Ci vediamo dopo?- chiese lui afferrando di fretta le chiavi di casa.
 -Cercherò delle scarpe che si adattino con il vestito della mamma che ho scelto. Sarò con la mia amica Alex quindi non credo che mi rivedrai tanto presto. E’ una fanatica dello shopping.-
 -Perfetto. Allora, di sicuro ci vedremo allo Slammer.-
 La salutò senza guardarla negli occhi e sparì ad una velocità sorprendente.
 Myri sbatté le palpebre diverse volte, fissando il punto in cui Law era scomparso.
 Strinse la mano a pugno. 
 Era diventato strano non appena lo aveva toccato. Non aveva talento nella scelta degli uomini ma di solito si rendeva conto di avere un ascendente su di loro. Law, in qualche modo, provava dell’interesse per lei.
 Posò la testa sulla superficie fredda del tavolo e chiuse gli occhi.
 -Lo sapevo… Non avrei dovuto baciarlo.-
 Prese un respiro profondo.
 Quel bacio era stampato nella sua mente, come Law sotto la doccia e il calore della mano di lui che ancora non era sparito dalla sua.
 Law non era l’unico a provare dell’interesse.
 Doveva trovare il modo per cancellare quel bacio e i suoi effetti.
 Forse, bastava solo che il tempo compisse il suo dovere, cancellando ogni sensazione e ricordo.
 Myri si ritrovò a sperare con tutte le sue forze che il tempo fosse davvero bravo nel suo lavoro, ma per adesso aveva solo la speranza che quell’interesse di Law venisse veicolato con successo verso Rachel.
 La riteneva ancora perfetta per lui.
 Questo si disse mentre affondava con tenacia il cucchiaio nella tazza di latte stracolma di cereali.
 
***
 
 Per il resto della giornata Law non incrociò più Myri.
 Gli aveva mandato un messaggio poco prima di cena in cui lo avvisava che la mattinata di shopping aveva richiesto anche l’intero pomeriggio e che sarebbe andata direttamente allo Slammer. Più volte aveva ripetuto il nome di Rachel nei messaggi.
 La testardaggine di quella ragazza cominciava a rasentare il ridicolo.
 Incontrò Rachel davanti allo Slammer due ore dopo.
 -Preparati- gli disse Rachel dopo averlo salutato con il suo solito sorriso maturo e quell’aria perennemente annoiata.
 -Per cosa?-
 -Myri il sabato, spesso, è di turno con Connor. Non vorrei che il tuo cuoricino sanguinasse vedendoli insieme.-
 Gli fece un occhiolino furbo ma al contempo consapevole delle proprie parole.
 -Ti garantisco che il mio cuoricino è al sicuro.-
 -Bene, mi segno anche questa.-
 -Non capisco…-
 -Sto tenendo il conto di tutte le balle che ti stai raccontando riguardo i tuoi sentimenti per Myri. Quando verrai da me a piangere in ginocchio perché ti aiuti con lei, dovrò rinfacciartele una ad una.-
 Law alzò gli occhi al cielo esasperato e posò la mano sulla pesante maniglia dello Slammer.
 -Stai diventando fastidiosa.-
 -La verità è sempre scomoda.-
 L’uomo non le rispose, era stanco di doversi difendere da qualcosa che non esisteva. Lui e Myri erano, e sarebbero rimasti, solo amici.
 Solo amici…
 Tuttavia, quando aprì la porta del locale, la scena che si ritrovò davanti ebbe su di lui lo stesso effetto di un destro assestato dritto nello stomaco.
 I suoi occhi avevano attraversato la folla di persone che lo separavano dal bancone e si erano incatenati alla lingua di Connor. Stava leccando lentamente il collo di Myri che si teneva i lunghi capelli neri di lato e aveva la schiena poggiata al petto di colui che nella mente di Law veniva descritto con epiteti piuttosto coloriti.
 -Te l’ho detto che voglio specializzarmi in cardiotoracica? Lo sento il tuo cuoricino che sanguina, sai…-
 La voce di Rachel risultò come un lampo che attraversò la testa di Law, già disturbata dalla musica latino americana che aveva invaso quel locale di solito così tranquillo.
 Dopo aver passato la lingua sul collo di Myri, Connor bevve d’un sorso il contenuto ambrato e poi divorò letteralmente una fettina di limone.
 -The show must go on, tesoro.-
 -Cosa?- domandò Law senza perdere di vista i due barman che preparavano cocktail a ritmo di danza latino americana. Myri si muoveva sinuosa e Connor appariva come il suo perfetto compagno.
 -Nonostante quello che è successo con Connor, a Myri piace definirsi una professionista, perciò in serate a tema come questa accetta di portare avanti lo spettacolo. Lo fa per lo Slammer.-
 Le mani di Connor sui fianchi di Myri distrassero Law per un attimo. Provava la tremenda tentazione di staccargliele dal corpo.
 Era da tempo che non sentiva una rabbia del genere divampargli dentro. Forse, non l’aveva mai sperimentata davvero.
 -In effetti, hanno un feeling speciale quando lavorano. E’ stato a conclusione di una serata come questa che sono finiti a letto insieme la prima volta. Tra loro scorre chimica allo stato puro, fossi in te non li lascerei da soli.-
 Rachel si rese conto di aver colto nel segno quando vide le mani di Law stringersi a pugno quasi a conficcarsi le unghie nella carne.
 L’idea di instillare in lui il mostro della gelosia si rivelava quella corretta per raggiungere lo scopo. Law doveva comprendere sino a che punto si spingeva l’attrazione che provava per Myri.
 -Andiamo al bancone.-
 La donna afferrò Law sotto braccio e lo trascinò fino a due sgabelli liberi.
 Quando si accomodarono, gli occhi di Myri trovarono subito quelli di Law e si aprì in un sorriso felice.
 -Law!- esclamò spingendo via Connor che rimase piuttosto stupito.
 -Finalmente siete arrivati- disse con un sospiro di sollievo. –Non riesco a levarmi di dosso i tentacoli di quella piovra. Voi eravate la mia scusa per allontanarmi da lui. Avreste potuto arrivare prima.-
 Law non parlò. Si limitò a squadrare Myri con il cuore fermo per la rabbia ma la sua bellezza non gli consentiva di respirare normalmente. Il trucco pesante costituiva sempre un fastidio per lui ma i tratti dolci di Myri erano evidenti anche sotto tutta quella robaccia chimica.
 -Scusa. E’ stata colpa mia. Un’emergenza che non potevo perdermi.-
 -Qualcosa di interessante al pronto soccorso? Eri di turno lì, vero?- chiese lei curiosa mentre preparava il Mojito per l’amica. Law sapeva che per lui aveva riservato altro.
 -Sorella, una dissecazione aortica senza speranza! L’ho riparata quasi tutta da sola, sono un fenomeno!-
 -Grande!-
 Si diedero il cinque come se Rachel avesse realizzato il tiro da tre punti più straordinario della storia.
 Law osservava Myri preparare il Mojito.
 Era concentrata, non perdeva di vista ciò che stava facendo, ma chiacchierava con Rachel e non le sfuggì neanche una parola di come l’amica avesse salvato quell’aorta maciullata.
 Aveva messo in un bicchiere del lime a pezzi, dello zucchero di canna e con un attrezzo strano li aveva pestati insieme. Poi aveva aggiunto delle foglie di menta dopo averle schiacciate delicatamente tra le mani. Fu il passo successivo che lasciò Law senza parole. Prese la bottiglia con su scritto rum bianco e la vide versare un’enorme quantità di liquido trasparente, seguita poi da una spruzzatina di soda. Quel cocktail avrebbe avuto degli effetti tremendi sul fegato di Rachel. Poteva sentire le cellule epatiche urlare per la loro morte imminente.
 Law era sbigottito. Myri voleva farlo arrivare a bere quantità del genere di alcol?
  La donna afferrò un bizzarro cucchiaino con manico lungo e mescolò la sua opera, porgendola poi a Rachel.
 -Ecco a te, cara.-
 -Oh, grazie al cielo! Dopo questa giornata non chiedo di meglio!-
 -Sul serio?-
 Le donne si voltarono a guardare Law sorprese.
 -Immagino che tu abbia qualcosa da ridire…- sbuffò Rachel.
 -In quel bicchiere c’è veleno allo stato puro. Sei un chirurgo! Non pensi ai danni per il tuo corpo?-
 Un sorriso divertito apparve sul volto di Myri.
 -Ti prego, fai bere anche lui!- esclamò Rachel all’amica.
 -Io non bevo un bel niente! Dammi solo un succo di frutta di qualunque tipo.-
 A quel punto Myri scoppiò a ridere.
 -Ti preparerò un cocktail con una irrilevante quantità d’alcol. Controlla se vuoi, non ti avvelenerò, tranquillo.-
 Gli occhi di Myri si fissarono con dolcezza in quelli di Law.
 -Ti fidi di me, vero?-
 Lui non rispose, si limitò ad annuire senza riuscire a distogliere l’attenzione da quel verde magnetico.
 -Bene, torno subito. Servo quei due clienti laggiù e sarò da te.-
 Non appena Myri si fu allontanata, Law avvertì gli occhi di Rachel su di lui.
 -Cosa?-
 -Sei cotto, Law. Per me è troppo evidente, e magari lo è anche per Myri.-
 -Davvero?!- esclamò lui voltandosi a guardarla.
 Le labbra di Rachel si aprirono in un ghigno furbo. Non era certa che Myri si fosse accorta dell’attrazione che Law provava ma di certo quella piccola frase lo aveva appena fatto confessare.
 L’uomo ci impiegò un secondo a rendersi conto di essere caduto in trappola.
 -Quella ragazza non capisce nulla di sentimenti e relazioni, non l’ha notato. Ma adesso io ho la conferma che mi serviva e te lo ripeto. Usa la mia sconfinata conoscenza riguardo Myriam Jackson. Posso davvero aiutarti.-
 -Ti ho già detto di farla finita con questa storia. Anche se Myri mi attrae, anche se tu l’hai capito, anche se…-
 -Vuoi andare avanti per ipotesi ancora per molto?- chiese fingendo uno sbadiglio.
 -E’ Myri che non vuole approfondire la cosa. Ha dimenticato il bacio!- buttò fuori quella frase con un astio che non credeva di saper provare. Non si era neanche reso conto di aver rivelato quel segreto proprio alla migliore amica della diretta interessata.
 L’idea che quel bacio fosse finito nel dimenticatoio bruciava a tal punto che ormai non gli interessava più con chi si stesse sfogando.
 Rachel alzò un sopracciglio sorpresa. Rimase in silenzio sperando che fosse Law a continuare a parlare. La spiegazione non si fece attendere.
 -Qualche sera fa, Myri ed io abbiamo passato un po’ di tempo insieme nel mio appartamento. Mi ha fatto bere della birra poco alcolica ma lei ci andata giù pesante.-
 -Sospetto di sapere come andrà a finire il racconto.-
 Law annuì.
 -Era ubriaca. Ha insistito per dormire con me e ad un certo punto mi ha baciato. La mattina dopo non ricordava nulla. Mi ha detto che le succede spesso.-
 -In effetti è uno dei pregi di Myri. Da ubriaca le puoi dire qualunque cosa, il giorno dopo sarà tutto cancellato.-
 -Be’, questa eliminazione mi ha infastidito. Perché non posso dimenticarlo anch’io?-
 Law si portò una mano sul viso con fare stremato.
 -Perché lei ti piace sul serio.-
 Rachel gli posò una mano sulla spalla nel tentativo di confortarlo.
 Myri era dall’altra parte del lungo bancone. Aveva servito dei clienti e si accingeva a preparare un Vodka Lemon quasi analcolico per Law.
 Alzò lo sguardo e per poco la bottiglia non le sfuggì dalle mani.
 La mano di Rachel era sulla spalla di Law. Lo stava toccando con gentilezza e lui la guardava con occhi seri, come se non riuscissero a fare a meno di essere in contatto.
 Era quello che Myri voleva, era lo scopo della serata. Non capiva, allora, come mai lo stomaco le facesse così male. Non capiva perché aveva l’insano impulso di levare immediatamente la mano della sua amica dalle invitanti spalle del suo coinquilino. Le aveva viste per prima lei quelle spalle!
 Scosse la testa per tornare in sé. Era giusto così, era stata lei a volerlo.
 Proprio in quel momento Connor decise che fosse il momento più opportuno per far aumentare la sua rabbia.
 L’afferrò per i fianchi, credendo che lei lo avrebbe assecondato ma non avvenne.
 Myri le tolse subito e si voltò fulminandolo con lo sguardo.
 -Adesso basta!- disse a denti stretti ma con un tono inequivocabile. –Per stasera lo spettacolo e finito!-
 -Ma, piccola…-
 -Chiamami ancora così, toccami un’altra volta, e potrai nutrirti solo grazie a una cannuccia, Reed!-
 Senza aggiungere altro, prese il bicchiere di Law e si diresse verso i suoi amici.
 Il telefono di Rachel cominciò a squillare.
 -Accidenti!- esclamò la ragazza contrariata. –Odio essere reperibile!-
 -Qualcosa non va?- chiese Myri porgendo il bicchiere ad un Law piuttosto riluttante.
 -E’ il pronto soccorso! Sarà quella dannata dissecazione! Devo scappare! Mi dispiace ragazzi.-
 Non ebbero neanche il tempo di salutarla che Rachel era già scomparsa dietro la porta dello Slammer.
 Law si voltò a fissare il bicchiere davanti a lui.
 -Che intruglio mi hai portato?-
 Myri alzò gli occhi al cielo.
 -In pratica è una limonata con un goccio di vodka, neanche sentirai la differenza con quella che bevi di solito.-
 Law non protestò oltre, prese il bicchiere e ne bevve un sorso. Non aveva sapori strani, sembrava una semplice limonata.
 -Contento?-
 -Sì, non è per niente alcolica- rispose soddisfatto.
 -Mi dispiace che Rachel se ne sia andata. Mi sembrava che steste facendo amicizia.-
 Myri avrebbe tanto voluto che quella domanda fosse completamente disinteressata, ma sapeva benissimo che non si trattava della verità.
 -E’ simpatica… Se presa in piccole dosi. Non credo di poter avere un rapporto frequente con lei, è mezza matta, il suo scopo nella vita è avere ragione.-
 -Potrebbe piacerti con il tempo.-
 Gli occhi di Law si posarono su quelli di Myri.
 -Credi ancora che sia la ragazza perfetta per me?-
 La donna esitò giusto per un istante, poi la sua risposta arrivò dirompente.
 -Ma certo! Insieme stareste benissimo! Perché dovrei pensarla in modo diverso?-
 Lo conosceva il motivo. Era quel bacio il motivo.
 -Niente, lascia perdere.-
 Era arrivato il momento di cambiare discorso.
 -Visto che Rachel è andata via, puoi tornare a casa. So che questa serata potrebbe non essere di tuo gradimento. Il bar, la musica latino americana, tutta questa gente che ti chiacchiera intorno. Il tuo spirito nerd soffre, lo sento. Si lamenta e si contorce dentro di te.-
 -No, resto.-
 La risposta secca di Law lasciò Myri per un attimo interdetta.
 Poi gli occhi caldi di quell’uomo strano accarezzarono i suoi con una velata sfumatura di dolcezza.
 -Siamo amici, giusto? Resto qui per te.-
 Lo stomaco di Myri si strinse in una morsa dolorosa.
 -Ho sul telefono tutti i file della mia ricerca. Me ne starò qui a leggere, e quando finirai il turno torneremo a casa insieme.-
 -Law, sono adulta a vaccinata. Posso girare l’angolo da sola come faccio da anni.-
 -Ne sono consapevole. Ma ormai mi sono abituato ad averti intorno, tornare a casa senza di te non mi attrae molto.-
 La confusione nella mente di Myri divenne ingestibile.
 Era il suo amico a parlare, eppure il modo in cui aveva pronunciato quelle frasi era tremendamente seducente. Neanche se ne rendeva conto di quanto potenziale nascondesse. Se solo avesse preso coscienza del suo fascino, nessuna donna avrebbe potuto resistergli.
 Ma lei doveva farlo.
 Niente più errori. Quel bacio era stato sufficiente.
 
 ***
 
 Quando l’ultimo cliente dello Slammer lasciò il locale, Law alzò finalmente gli occhi dalla sua ricerca.
 Myri era in sala. Stava spazzando dopo aver messo le sedie sui tavoli. Connor l’aveva abbandonata. A detta di Myri, trovava sempre il modo di svignarsela dalle pulizie post serata.
 -Hai bisogno di una mano?-
 -Non ti preoccupare. Lo faccio alla fine di ogni turno. Tu piuttosto, hai una faccia distrutta. Non sei abituato a fare le quattro del mattino.-
 Law trattenne a stento uno sbadiglio.
 -Ho studiato l’importanza di un riposo regolare, non è mia abitudine trasgredire. Ma devo dire che non è stato male vederti all’opera in una serata come questa.-
 -Non hai mollato il telefono neanche per un attimo, non mi hai nemmeno guardata- rispose lei ridendo.
 -In realtà, ogni tanto buttavo un occhio- disse lui con un mezzo sorriso. –Posso farti una domanda?-
 Il silenzio del locale, senza la musica e il chiacchiericcio incessante, aveva dato il coraggio a Law per chiedere ciò che lo aveva tormentato dal momento in cui aveva messo piede allo Slammer quella sera.
 -Spara.-
 -Cos’era quel teatrino con Connor? La lingua, il bicchierino…-
 -Ah, ti riferisci alla versione hot del tequila, sale e limone- Myri scoppiò a ridere pensando che Law non conoscesse proprio nulla della bella vita. –E’ uno shot.-
 -Non è un po’ troppo intimo come spettacolo?-
 -E’ divertente. Vuoi provare?-
 Law si alzò di scatto imbarazzato mentre Myri aveva un’espressione serena sul viso. Le sembrò la scusa perfetta per osservare gli effetti di uno shot alla tequila sulla sua cavia astemia.
 -No. Cosa? No, io… Ero solo curioso.-
 Sentiva le guance andargli a fuoco solo all’idea di assaporare ancora una volta la pelle di Myri.
 Lei osservò l’amico. La sua tenerezza era dolce, quasi magnetica.
 -Ogni tanto lo faccio anche con Rachel. E’ forte leccare il sale dal corpo di qualcun altro.-
 Gli si avvicinò e lo prese per mano.
 -Forza, vieni con me.-
 Condusse Law dall’altra parte del bancone, e il ragazzo rimase ammirato nell’osservare il locale da quella postazione. Si sentiva come se gli avessero conferito un potere speciale.
 Myri scostò i capelli e inumidì un dito con la saliva per poi passarlo sul collo.
 Quel gesto fece trasalire Law. Era stata sensuale, troppo sensuale. Il rossore poteva gestirlo ma altre reazioni cominciavano ad essere complicate da affrontare in presenza di quella donna.
 -Serve a non far cadere il sale.-
 Law annuì senza aver ascoltato davvero. Il collo di Myri era scoperto, invitante, e assolutamente alla sua portata.
 Lei prese un pizzico di sale e si cosparse la parte inumidita. Riempì un bicchierino con della tequila e porse a Law una fetta di limone.
 -Lecchi il sale, bevi lo shot e metti il limone il bocca. Tutto chiaro?-
 -Io… Sì, è tutto chiaro…- l’esitazione di Law risultò adorabile agli occhi di Myri.
 -Rilassati, Law- disse porgendogli il bicchierino.
 Myri era davanti a lui, il collo scoperto, la mano a tenere i capelli lontani da quel piccolo lembo di pelle ricoperto di sale.
 Il cuore di Law batteva come un forsennato, era inevitabile. Non aveva idea di cosa fare, di come cominciare.
 -Law, entro oggi sarebbe l’ideale…- esordì la donna divertita.
 -Io… Non so come…-
 -Devi solo leccare il sale.-
 -Okay.-
 Un briciolo di determinazione prese possesso del ragazzo.
 Posò le mani sugli avambracci di Myri, assaporando la freschezza della sua pelle. La guardò negli occhi cercando una qualche specie di consenso.
 Myri sorrise e lui si chinò sul collo.
 Era diversi centimetri più bassa di lui perciò si ritrovò quasi piegato del tutto.
 Avvicinò le labbra a quel mucchietto di sale, che se ne stava beatamente indisturbato sull’invitante collo di colei che sarebbe dovuta essere solo un’amica.
 Aprì la bocca. 
 Myri percepì un soffio leggero sulla pelle umida, chiaro segno di esitazione da parte di Law. Ma non fu quel dettaglio a preoccuparla. Ciò che l’aveva sorpresa era stato il potente brivido che le aveva percorso la schiena quando quel soffio l’aveva sfiorata.
 Il cuore prese ad andare veloce, mentre il respiro aumentava e lo stomaco doleva.
 Myri non capiva cosa stesse accadendo.
 Law prese il coraggio a due mani e, con un movimento lento, posò la lingua sulla pelle e la fece scorrere lungo la traccia di sale. Piano, timoroso di commettere un errore.
 Il respiro di Myri si mozzò e il cuore fece un balzo quando si rese conto che le labbra di Law si erano chiuse sulla sua pelle.
 Forse avrebbe dovuto spiegarsi meglio.
 Avrebbe dovuto dire a Law che il sale si leccava velocemente, e non con sensualità e delicatezza come stava facendo lui.
 Non poté evitarlo. Chiuse gli occhi e si lasciò andare alla meravigliosa sensazione della lingua di Law sulla sua pelle.
 -Myriam…?-
 I due sobbalzarono.
 Myri spalancò gli occhi.
 Era Felix. Stava per aprire la porta.
 Si staccò subito da Law. Lui non la guardò neanche, buttò giù il bicchierino di tequila e si ficcò in bocca la fetta di limone.
 -Dimmi Felix- disse Myri voltandosi e fissando la porta dalla quale era apparso Felix.
 -Scusami, piccola. Mi sono addormentato nel mio ufficio. Avrei dovuto darti una mano a sistemare il locale, mi avevi chiesto di andare via prima per il gala di domani sera.-
 -Non preoccuparti, Felix. Ho appena finito.-
 -Bene, bene…- fu la risposta distratta dell’uomo barbuto mentre si sistemava i pantaloni. I suoi occhi, con calma, incontrarono quelli di Law.
 -Tu sei il ragazzo incastrato dalla signora Ward, vero? La specie di coinquilino da bagno.-
 Law guardò per un attimo il proprietario dello Slammer. Era un tipo particolare, non c’erano dubbi al riguardo. Era il mentore di Myri, non avrebbe dovuto stupirsi che fosse al corrente della sua esistenza.
 -Sì, signore.-
 -Per carità, nessuno mi chiama più signore dai tempi di Matusalemme. Sono Felix.-
 I due si strinsero la mano, e Law si soffermò a guardare i decisi occhi saggi di quello strambo personaggio.
 -Andate a casa, ragazzi. Ci penso io a chiudere.-
 -Grazie, Felix.-
 Myri raccattò la sua roba dalla stanza dello staff e raggiunse Law in strada.
 -Quel Felix è…-
 -Mitico?- chiese Myri con un sorriso.
 -Io avrei utilizzato un’espressione simile a “fuori dagli schemi”, ma presumo che tu ritenga più adatta la parola mitico- con voce serie e posata.
 -Perché ti sei messo a parlare come un professore?-
 -Non parlo come un professore!-
 -Law, sembrava di ascoltare un’enciclopedia- rispose lei tranquilla.
 Lui lo conosceva il motivo. Era nervoso, e quando si sentiva in quel modo cominciava a parlare in modo accademico, una sorta di difesa per mantenere le distanze. Perché, dal punto di vista di Law, dopo il numero con il sale, era decisamente necessario ridefinire le distanze.
 Eppure, il sapore di Myri non ne voleva sapere di scomparire. Si era saldando alla sua lingua e nella sua bocca quel sapore era l’elemento dominante.
 Dolce, fruttato, irresistibile.
 -E’ il mio modo di parlare.-
 Myri lo guardò per un attimo e subito scoppiò a ridere.
 -A volte stento a comprenderti, Law. Ma sei uno spasso.-
 Si incamminarono. In silenzio.
 Ognuno di loro guardava un punto diverso. Myri le stelle, Law la strada.
 Mancavano pochi metri al loro palazzo.
 Law si fermò a pensare che da lì a pochi secondi avrebbe dovuto separarsi da Myri.
 Lui sarebbe andato nel monolocale mentre lei avrebbe passato la notte nella sua stanza al piano di sotto.
 Non c’erano ragioni per restare ancora insieme. Nulla che potesse giustificare la richiesta che sfuggì alle labbra del ragazzo.
 -Dormi con me stanotte?-
 Quella tequila aveva fatto il suo dovere, probabilmente era stata lei a parlare e non il Law che non avrebbe mai trovato il coraggio per porre una domanda di quel tipo.
 Myri si bloccò sul posto.
 -Come?- chiese voltandosi a guardarlo. –Perché?-
 Law continuava a guardare la strada, alla ricerca della risposta più adatta. Rachel gli avrebbe consigliato di confessare la vera ragione, ma lui era certo che Myri non lo avrebbe accettato. Era il caso di affidarsi ad una mezza verità, sorella dell’omissione.
 Guardò la ragazza negli occhi, in quei caldi occhi verdi.
 -Non ci siamo incontrati spesso in questi giorni. Vorrei solo…- le parole si persero nella sua mente.
 Provò di nuovo.
 -Ho voglia di parlare ancora con te. Mi piace parlare con te- disse con un sorriso timido.
 Myri sbatté le palpebre un paio di volte, cercando di decifrare ciò che Law aveva appena detto.
 Si aprì in un sorriso luminoso e diede una forte pacca sulla spalla al ragazzo.
 -Oh, mio Dio! Lo sapevo che eravamo fatti per essere amici! Certo, che dormo con te.-
 Law non si aspettava quella reazione dopo l’incidente con il sale allo Slammer. Era evidente che lei non aveva provato nulla di simile a ciò che aveva investito lui.
 Si sentiva deluso, anche se non avrebbe dovuto. In fin dei conti, non era successo niente di nuovo.
 Myri aveva messo le cose in chiaro da subito. Voleva la sua amicizia, niente di più.
 -Posso mettermi a sinistra questa volta? Dormo meglio da quel lato.-
 Myri lo disse con voce spensierata.
 -Certo, come preferisci.-
 -Sei il migliore!-
 La sua voce era leggera e divertita ma dentro di lei era esplosa una tempesta.
 Si era resa conto che se Law non le avesse chiesto di dormire insieme, lo avrebbe fatto lei stessa un istante dopo. Non aveva voglia di separarsi da lui, e mentre si stava controllando per evitare di chiederlo, era stato lui a lanciare il sasso.
 Avrebbe dovuto rifiutare, eppure non lo aveva fatto.
 Voleva passare ancora del tempo con lui.
 Desiderava stare insieme all’alieno della soffitta. La sua presenza la destabilizzava ma al tempo stesso la rilassava.
 Dormire insieme era uno sbaglio, eppure le appariva anche come la cosa più giusta al mondo.
 
 
 
 
|| L’Autrice||
 Ora che la serata Mojito si è conclusa, le cose cominciano a complicarsi sempre di più. E lo dico perché questi personaggi complicano persino la mia di vita. Li adoro, ma fanno tutto da soli, sorprendendo persino me che sono l’autrice. Ahahahah La scena del sale mi è arrivata in testa grazie a Myri e alla sua spensieratezza, e anche grazie all’idea che Law sia una specie di studente che apprende una lezione dalla sua professoressa di mondanità.
 Non aspettatevi una notte di fuoco tra i due, nonostante la passeranno insieme. Nel prossimo capitolo partirò direttamente dal risveglio, che ci piace sempre tanto, con la pazzia di Myri e l’imbarazzo di Law.
 Spero che questo capitolo vi abbia divertito, per me è stato un spasso scriverlo.
 Anticipazioni: il prossimo capitolo riguarderà, come potrete immaginare, l’evento al Teatro Storico. Durante il gala si avranno diverse rivelazioni riguardo la famiglia di Law, aspettatevi di tutto. In più potrebbe esserci un piccolo ritorno di nonna Olivia. Non so ancora se il gala prenderà un solo capitolo oppure due, dipende da quanto deciderò di rivelare.
 Ringrazio tutti per le letture, i voti e i commenti.
 Chiedo ancora scusa per eventuali errori. Ho riletto alcuni dei capitoli precedenti e ne ho trovato qualcuno. Credo che anche in questo ce ne siano, prima o poi dovrò decidermi a revisionarli come si deve.
 Scarcy Novanta (Francesca V. Capone) 
   
 
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