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Autore: Lovy91    23/06/2017    1 recensioni
Kaito è alla ricerca di Pandora, la pietra preziosa che è costata la vita a suo padre Toichi. Dopo l'ultimo furto cambia tutto: Saguru sospetta di Kaito e l'organizzazione ha deciso di scoprire se il ladro è veramente Toichi Kuroba. In particolare il rapporto con Aoko comincia a cambiare e il ragazzo si rende conto della delusione enorme che proverebbe se scoprisse che lui è Ladro Kid.
Il più grande ladro del mondo si rende conto di essere in mezzo a un triangolo pericoloso da cui dipende la sua libertà, la vita e l'amore...
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akako Koizumi, Aoko Nakamori, Ginzo Nakamori, Kaito Kuroba/Kaito Kid, Saguru Hakuba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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13° Capitolo

 
Paris- 2° Parte

 

 Era notte fonda quando Nakamori toccò il suolo dell'aeroporto Charles de Gaulle, insieme a una decina tra agenti e sottoposti. Un poliziotto era tra la folla, ergeva un cartellone con scritto “polizia giapponese” nella loro madrelingua. Li guidò fino a delle macchine della polizia parcheggiate fuori all'aeroporto e guidarono per circa un'ora fino a raggiungere il museo del Louvre. L'agitazione di Nakamori non gli permetteva di godersi quella splendida città e neanche quando vide la famosa piramide parigina riuscì ad ammirarla.
Lacroix lo attendeva all'entrata principale. Si strinsero la mano e lo guidò all'interno del museo.
<< Parla molto bene la mia lingua >>, disse Nakamori.

<< Il mio compagno di stanza all'università era giapponese, cresciuto a Versailles. Me l'ha insegnata lui >>.

<< Quali misure di sicurezza avete adottato? >>. L'ispettore giapponese andò al sodo.
<< Il museo Louvre è dotato di sensori di movimento e di calore. Alla chiusura delle porte, una volta che il pubblico è andato via, sono attivati anche dei laser per le opere più importanti >>, spiegò sbrigativo.
<< Queste misure di sicurezza non fermeranno Ladro Kid >>, disse Nakamori. << Lei non ha idea che razza di mascalzone esso sia >>.
Lacroix lo fece salire in ascensore e premette il tasto. << La sua fama è giunta fino a noi, ispettore. Ho studiato i suoi precedenti furti e sono certo di poter fermare questo ladro gentiluomo >>.
<< Lei lo sottovaluta! >>.
<< E lei lo sopravvaluta >>, ribatté deciso il capitano. << Ladro Kid è un essere umano che si diverte a prendere in giro tutti. Ma qui siamo a Parigi, ispettore Nakamori, e non intendo lasciargli fare quello che vuole. Lei è qui come supporto e si ricordi che si trova nella mia giurisdizione >>.
Nakamori sapeva perfettamente che aveva ragione. L'idea di Ladro Kid nel Louvre, a esibirsi con i suoi spettacoli mentre rubava un diamante preziosissimo, gli faceva alzare la pressione dal nervoso. Quel Lacroix non aveva idea a cosa stava andando incontro e Nakamori avrebbe fatto di tutto per impedire a quel ladruncolo di vincere ancora.


<< L'ispettore è giunto in patria, signorino >>.
<< Grazie Jii >>, disse Kaito. Aveva le cuffie collegate al cellulare e scriveva nell'angolo di un foglio. Era l'una di notte e stava ultimando i preparativi. << È tutto pronto? >>.
<< Tutto sistemato, signorino. Lei pensi a terminare quello che manca e poi si riposi. Tra meno di quarantotto ore inizia lo spettacolo >>.

<< Avrei voluto vedere la faccia di Nakamori quando sono caduti gli avvisi! >>, rise.
L'ufficio della centrale doveva essere imbiancato. Kaito e Jii si erano travestiti da imbianchini e affrescato le pareti, il soffitto era stato coperto dalle buste bianche incollate con una colla resistente. Poi aveva piazzato un congegno a tempo nell'impianto di condizionamento, programmato per alzare il riscaldamento e far sciogliere la colla nel giorno e ora determinata.
Un'ora dopo era ancora in piedi con la madre e la terza tazza di caffè vuota. Aveva promesso ad Aoko di portarla a vedere la cattedrale di Notre-Dame, un'altra tappa irrinunciabile, la mattina presto.
Sbadigliò e si portò una mano alla bocca. << Credo ci voglia un quarto caffè >>.
Chikage gliene versò un altro po' e lo stesso fece per lei. << Alla tua età non dovresti dipendere dalla caffeina >>.
<< Sei una mamma incredibile! >>, disse il figlio. << Rimproveri tuo figlio perché beve troppo caffè e non perché progetta un furto nel museo più blindato del mondo >>.

Dei passi strascicati misero in allerta i due. Di fretta nascosero le carte in uno scomparto segreto del tavolo, riposero il caffè e lo sostituirono con del tè giapponese e biscotti. Aoko aveva i capelli arruffati, gli occhi semichiusi e il pigiama stropicciato.
<< Cosa ci fate in piedi? >>, biascicò, prendendo un bicchiere d'acqua dalla cucina.

<< Due chiacchiere madre e figlio >>, rispose Chikage, alzando la tazza di tè.
<< Esatto >>, concordò Kaito.
Aoko annuì lentamente, addormentata. << Io torno a dormire, buonanotte >>.
Come sentirono la porta chiudersi, sospirarono.
<< Per un pelo >>, disse Kaito, riprendendo le carte e gli schemi dallo scomparto. Di solito Aoko aveva un sonno pesantissimo però doveva essersi dimenticata il consueto bicchiere d'acqua sul comodino, un'abitudine che aveva fin da piccola. Un imprevisto come quelli che aveva calcolato per il furto. Non sapeva perché ma pensò alle parole di suo padre dell'ultima lezione, sentiva che potevano applicarsi a quel colpo.
Alle due riposero tutto al sicuro dagli occhi della giovane Nakamori e si diedero la buonanotte. Kaito si addormentò non appena toccò il cuscino, con il desiderio di dormire almeno cinque ore.


Cinque precise dopo Aoko venne a svegliarlo. Dovette pizzicarlo sulla guancia per buttarlo giù da letto, tentò di scacciarla ma lei gli tolse il cuscino da sotto la testa, agguerrita. Chikage osservò la scena molto divertita e tifando per Aoko.
Aoko voleva godersi quelle ultime due giornate a Parigi. Sui tabelloni, nelle TV e giornali francesi vedeva le foto di Ladro Kid e, anche se non conosceva il francese, riusciva a comprendere che era la notizia della settimana. Cercava di non farsi rovinare il resto della vacanza ma non risultava facile.
Notre-Dame era magnifica. I due adolescenti la guardarono meravigliati, era ricca di storia e ne avevano fatto anche un famoso musical. La cattedrale era silenziosa, si udivano solo i passi rimbombare sul marmo, non sapevano dove volgere lo sguardo a tanta bellezza. La guida parlava in inglese e riuscirono a seguire la storia del posto, dalla costruzione al giorno d'oggi. Vi rimasero per gran parte della mattinata e poi andarono a pranzo, dove li avrebbe raggiunti l'ispettore per incontrare la figlia, i minuti contati.

<< Aoko >>.
<< Sì, Chikage? >>, rispose mentre leggeva il menù, indecisa.
Tirò fuori un volantino dalla borsetta e lo spinse verso la ragazza. << Domani ci sarà la notte bianca a Parigi >>.
<< Cos'è la notte bianca? Non l'ho mai sentita >>. Aoko lesse il volantino senza capirci niente.
<< I centri commerciali e gran parte delle attività restano aperte tutta la notte! >>.
Gli occhi azzurri di Aoko divennero radiosi alla prospettiva di fare shopping per un'intera nottata. << È fantastico! >>. Si girò verso Kaito. << Non vedo l'ora! >>.
L'amico si mostrò completamente disinteressato. << Non ci penso proprio! Non passerò tutta la notte a portare le vostre buste e scatole in giro per negozi >>.
Aoko gonfiò le guance, irritata. << La verità è che vuoi dormire! >>.
<< Sei diventata una maga anche tu? >>, la prese in giro, ridendo della sua espressione contrariata.

Il piano aveva funzionato. Aoko sarebbe rimasta in giro tutta la notte, non si sarebbe della sparizione di Kaito. Avrebbe dormito fino a tardi la mattina dopo, dando tempo a lui di nascondere il gioiello e riposarsi prima del volo di ritorno. Madre e figlio si guardarono complici.
Avevano appena terminato il pranzo quando arrivò l'ispettore: l'umore e la faccia pallida indicavano pochissime ore di sonno e un diavolo per capello. Ordinò il caffè più forte che avevano.
Rivolse a Kaito uno sguardo indagatore, come a voler vedere cosa fosse successo nei giorni precedenti.
<< Ti stai divertendo? >>.
<< Moltissimo! Domani notte ci sarà la notte bianca e andremo in giro per negozi! >>.
Perfino lo stanco ispettore preferiva Ladro Kid all'idea di passare una notte in compagnia di due donne prese dalla follia dello shopping. << Devo avere paura del rendiconto a fine mese? >>.
<< E tu come stai papà? >>. Aoko spostò l'argomento sul padre. Kaito iniziò a ridacchiare e la ragazza gli diede un calcio sotto il tavolo.
<< Il capitano è troppo sicuro di sé. Le misure di sicurezza sono ottime ma l'atteggiamento è sbagliato >>.
<< Lacroix divenne famoso, qualche anno fa, per aver sgominato una banda di ladri di diamanti. Sono tutti in carcere e grazie a quel caso fu promosso capitano >>, raccontò Chikage.
<< Be', credo che lo scoprirà da solo che con Ladro Kid non si scherza >>, disse Kaito, una sottile provocazione tra le righe.
Aoko rimase fuori dalla discussione, mescolando lo zucchero nel tè.
Nakamori vuotò la sua tazza e si alzò. << Torno al Louvre. Stanno piazzando il sistema di telecamere nei condotti d'areazione e potenziando il sistema dei sensori di calore >>.
Grazie ispettore, pensò Kaito. Molto utile.
<< Temo che non riusciremo a vederci fino alla fine di questa storia, figliola >>.
<< Non importa papà. Fai del tuo meglio! >>, lo spronò Aoko. La sua esperienza non doveva intaccare la spalla che era per lui.
Dopo un pomeriggio passato sulla Senna ritornarono a casa. Kaito guardò preoccupato il cielo plumbeo, nell'aria c'era odore di pioggia e temeva un temporale estivo inatteso e spiacevole. Le vie di fuga a piedi non gli mancavano però preferiva di gran lunga volare con l'aliante.

<< Stai tranquillo Kaito >>, disse Chikage. << Il meteo dice che farà un temporale estivo solo durante la notte, per domani sera tornerà il sereno >>.
Kaito annuì e si preparò per andare a letto presto. La sua regola era non toccare niente e non pensare al furto la notte antecedente, per riposarsi ed essere lucido. Una mente riposata era la base di ogni mago.
La pioggia batteva su vetri e i tuoni non tardarono a fargli compagnia. Spossato dalle ore spezzate, dall'entusiasmo di Aoko e dai pensieri si addormentò immediatamente. Circa tre ore dopo avvertì un cigolio e dei passi sulle assi del parquet: da quando era Ladro Kid riusciva a cogliere ogni rumore anche nel sonno. Aprì gli occhi piano e vide prima le gambe di Aoko e poi lei, di fronte al letto, con le mani dietro la schiena e la faccia rossa.
<< Aoko... >>, spiò il quadrante dell'orologio. << È mezzanotte >>.
<< Lo so >>. Non staccava gli occhi dal parquet. << Il fatto è che tuona da ore... >>.
<< Quindi? >>. Kaito non riusciva a connettere nemmeno un pensiero logico da quanto era frastornato.
<< Mi chiedevo... >>.
<< Cosa? >>.
<< Ecco... posso dormire con te? >>.
La richiesta lo svegliò del tutto. << Che hai detto?! >>.
<< Ho paura dei tuoni e non riesco a dormire... Quando eravamo piccoli lo facevamo spesso >>.
Hai detto bene! Quando eravamo piccoli! 
La notte prima dello spettacolo e del furto l'ultima cosa di cui aveva bisogno era di Aoko nel suo letto, la ragazza di cui era innamorato sognare al suo fianco. Scostò le coperte, cercando di respirare. << D'accordo... Ma non farti scoprire da mia madre. Potrebbe andare fuori di testa >>.
La ragazza s'infilò nel letto, contenta. Era già più tranquilla, i tuoni li odiava da quando ne aveva ricordo.
<< Che cosa pensa potremo mai fare? >>, iniziò a ridere e appoggiò la testa sul cuscino.

Kaito dovette usare tutto il suo autocontrollo per non rispondere quello che pensava. << Proprio niente, hai ragione >>.
<< Grazie >>, sussurrò. << Quando ho bisogno di te ci sei sempre >>.

Non è vero.
L'amara verità era che non c'era sempre quando aveva bisogno di lui: era stato lui stesso la causa di quegli occhi tristi e dei momenti bui che la isolavano.
<< Anche tu >>, era sincero.
Aoko gli dedico un sorriso bellissimo. << Buonanotte Kaito >>.

<< Buonanotte... >>.
Dopo pochi secondi Aoko dormiva già. Lui non riusciva a smettere di guardarla, era così tenera e dolce. Aveva la stessa aria di tutte le volte che avevano dormito insieme in campeggio, dopo lunghe giornate estive o solo per il gusto di farlo. Con la differenza che prima non c'era la voglia di accarezzarle i capelli, il viso e poterla abbracciare. Quelle emozioni furono il colpo di grazia sulla sua stanchezza e riuscì ad addormentarsi a dispetto della circostanza.
Chikage era sveglia da un'ora e non aveva ancora visto nessun adolescente girare per casa. Aoko era la prima svegliarsi e andò ad aprire la sua porta adagio, per non svegliarla nel caso fosse ancora addormentata. Il letto era disfatto ma Aoko non c'era. Camminò fino alla camera di Kaito e la trovò nel suo letto, entrambi ancora nella dimensione dei sogni.
L'istinto di mamma voleva svegliarli e fare una ramanzina al figlio però non trovò il coraggio. Dormivano talmente bene, vicini e pacifici che preferì lasciarli stare. La sveglia segnava le dieci del mattino quando Aoko aprì gli occhi, sbatté le palpebre più volte e vide Kaito. Si ricordò di essere andata nella sua stanza la notte e nascose il viso tra le mani, vergognandosi da morire. Si alzò dal letto senza far rumore e di chiuse nel bagno, buttandosi sotto la doccia.

Kaito si era svegliato e non l'aveva trovata. In compenso vi trovò sua madre seduta, con un sorriso.
<< Buongiorno dormiglione >>.

<< Ciao mamma >>, Kaito si stiracchiò.
<< Dormito bene? >>.
<< Mamma non insinuare cose scomode e, soprattutto, imbarazzanti >>, la mise in guardia, sedendosi sul bordo del letto.
<< Eravate così carini! >>.
<< Ti prego >>, rabbrividì al suono mieloso. << Oggi ho altro a cui pensare >>.
La sua prima preoccupazione fu guardare fuori dalla finestra. Il sole splendeva nel cielo, le nuvole era svanite e c'era di nuovo un'alta temperatura: avrebbe potuto utilizzare l'aliante.
<< Sei nervoso? >>.
Kaito sogghignò. << No, assolutamente. A dispetto delle circostanze mantenere sempre... >>.
<< La poker face >>, completò Chikage. << Vi ho preparato la colazione, ho un paio di appuntamenti di lavoro >>.

Kaito andò in cucina e vi versò del succo d'arancia e poi anche un secondo bicchiere per Aoko. La ragazza uscì dal bagno con i capelli fradici e camminò fino alla cucina dove vi trovò Kaito, che beveva il succo. Quando si guardarono, lui si bloccò e quasi gli andò di traverso, lei si sedette rigida sulla sedia.
<< Buongiorno >>, borbottò nel bicchiere.

Kaito si pulì le tracce di succo dal mento con il fazzoletto. << Allora... dove vuoi andare oggi? >>.
<< Uhm... Vorrei tornare sulla Tour Eiffel un'ultima volta. Poi vorrei andare a vedere l'arco di Trionfo >>.
<< Mia madre è andata ad alcuni appuntamenti di lavoro e sarà impegnata fino all'ora di pranzo. Ti scorterò io per Parigi! >>.
<< Devo fidarmi? >>.
Le lanciò il tovagliolo e Aoko lo scansò, ridendo. Conclusa la colazione, presero la metro e arrivarono di nuovo sotto la Tour Eiffel. Aoko non riusciva a capire cosa le piacesse tanto di quella torre, le succedeva la stessa cosa alla torre di Tokyo. Le dava l'impressione di riuscire a vedere tutto più chiaro, da un'altra prospettiva e ultimamente era quello di cui aveva più bisogno. Kaito era presente con il corpo e la mente vagava da tutt'altra parte. Non era nervoso, era sicuro delle sue capacità e non sarebbe stato quel capitano francese a catturarlo: per lui era un passo nella sua carriera di illusionista e di ladro e voleva dare il massimo.


Il Louvre disponeva di una cassaforte situata al piano inferiore. Lacroix aveva ottenuto il permesso di utilizzarla per custodirci Le Régent.
La cassaforte era dotata di serratura meccanica e dalla combinazione di due chiavi. Per essere aperta bisognava girare le chiavi in un ordine preciso e girare la manopola in diversi sensi per farla scattare. C'erano oltre due metri d'acciaio inossidabile e nessun strumento sarebbe stato utile per aprirne un buco. Una volta chiusa si sarebbe aperta, in caso d'emergenza, in un orario preimpostato e Lacroix scelse mezzogiorno: Ladro Kid rubava solo di notte e non avrebbe potuto utilizzare quel sistema per impadronirsi del tesoro prezioso. Ci volevano circa tre minuti per aprirla con il metodo tradizionale, sufficienti per catturare il ladro. Aveva predisposto agenti accanto al portellone e fuori dalla stanza. I sensori di calore avrebbero avvertito la presenza di chiunque all'interno della cassaforte. Non c'erano condotti d'areazione, i cassetti disposti lungo la parete destra erano chiusi a chiave per evitare che li usasse per nasconderci trucchetti.

Lacroix era sicuro di aver ingannato il famoso ladro illusionista e gli pareva di sentire già il sapore della vittoria.


Giunse la sera su Parigi.
Nella piazza del Louvre si era riunita una moltitudine di gente, le forze armate faticavano a contenerla. C'erano cartelli e striscioni in onore del ladro fantasma, alcuni indossavano un cappello bianco e le ragazze non facevano che sperticarsi in complimenti sul ladro al chiaro di luna.
Kaito si trovava a casa e si stava preparando. Chikage e Aoko erano uscite per lo shopping notturno e la madre gli aveva fatto l'occhiolino, la sicurezza del figlio rassicurava anche la sua parte materna.

In contemporanea, Lacroix elargiva ordini ai suoi agenti, compresi quelli di Nakamori. L'ispettore aveva un brutto presentimento: Ladro Kid non si sarebbe scomodato di arrivare fino a Parigi solo per rubare un diamante, avrebbe messo in scena uno spettacolo di magia indimenticabile che avrebbe fatto una figura terribile alla polizia.


Un orologio a pendolo batté le ventitré. Ogni rintocco era scandito nel più assoluto silenzio.
Poi un telo si srotolò coprendo l'ingresso e le finestre della Porta dei Leoni. Il pubblico volse l'attenzione sullo schermo e apparve l'immagine della sala dove c'era la cassaforte.
Lacroix fu tempestivamente informato e ordinò ai suoi sottoposti di correre sul tetto, sicuro che il ladro sarebbe apparso là.

Ladro Kid volteggiò con il suo aliante per atterrare morbidamente sul tetto, camminando sul bordo. Allargò le braccia, il mantello svolazzava nella brezza.
<< Signori e signore! >>, esordì in perfetto francese. << Sono qui nella vostra incantevole città per stupirvi! >>.
La calca si spinse ancora di più sotto lo schermo per vederlo meglio.
Lacroix urlò nella ricetrasmittente, non ottenne risposta. Kaito aveva lavorato insieme a Jii per aggiungere una serratura in più chiusa con un lucchetto dall'esterno. Li poteva sentire sbattere contro i portelloni, infuriati.
<< Su questo schermo vi mostrerò la mia straordinaria magia! Lo show inizia! >>. Si avvolse nel mantello e svanì. In verità era scivolato nello spazio tra il muro e lo schermo, entrando in una finestra. In verità era aperta, l'aveva scardinata prima dello spettacolo e messo un lucchetto finto, identico a quello delle altre finestre.
Si era cambiato al volo e mischiato tra gli agenti, per guadagnare il tempo sufficiente per mettere in atto la fase due del piano.


Lacroix e Nakamori erano fuori la porta e quattro agenti erano all'allerta. Da un poliziotto di guardia alla folla avevano saputo che Ladro Kid era sparito e molto probabilmente si era infiltrato tra i presenti. Il capitano francese ordinò di non lasciar passare nessuno e di chiedere le carte d'identità e di confrontarle con la lista degli agenti in servizio.
Kaito era sintonizzato sulla loro linea e sorrise, soddisfatto: era quello che voleva. Fermò uno degli agenti. Al suo fianco c'era Jii, travestito anche lui.

<< Nome, cognome, età, data di nascita e luogo >>.
L'uomo fece il segno di riconoscimento. << Alein Dubois, 31 anni, nato a Parigi il dodici dicembre 1983 >>, recitò.

<< È un impostore! >>, urlò Jii.
<< Qui non c'è nella lista! >>.
<< Come?! >>.
I colleghi gli furono addosso in pochissimo tempo e Kaito ne approfittò per far scivolare in tasca un monocolo, per rafforzare l'idea che fosse Ladro Kid. Sparirono nella confusione generale.
<< Io non sono Ladro Kid! >>, urlava il povero malcapitato.
Il capitano e l'ispettore furono informati dell'accaduto e il primo urlò che erano degli idioti perché era un evidente farsa di Ladro Kid per fargli abbassare la guardia. In effetti era così perché Kaito era arrivato al piano della cassaforte tranquillamente, cambiando nuovamente faccia.
Le due chiavi erano in possesso di Nakamori e Lacroix, nascoste nel taschino interno della giacca, l'unico modo per prenderle era toglierle e frugarle. Kaito conosceva la sequenza perché l'aveva vista fingendosi la donna delle pulizie e non era una cosa complicata. Il fattore tempo era preoccupante ma aveva trovato un metodo semplice e geniale per distrarli e non danneggiare le opere del Louvre.
Sbirciò appena dietro l'angolo in cui era nascosto e vide le due guardie, due corridoi più avanti c'era la cassaforte. Piccole sfere rotolarono fino ai piedi dei due agenti e si addormentarono, lui e Jii li trasportarono in bagno, vestiti con nuovi abiti e applicarono un'altra faccia. Presero il loro posto.
Corsero dai colleghi di guardia nel corridoio successivo, e urlarono che avevano trovato l'ispettore Nakamori e il capitano Lacroix addormentati nei bagni. Mentre i due poliziotti correvano a controllare, si divisero e Kaito arrivò finalmente nella sala della cassaforte. Ci aveva messo quindici minuti in totale, aveva calcolato non più di venticinque minuti.
<< Attenzione! Quelli sono degli impostori! >>.
Il tenente si girò verso Kaito. << Come? >>.
<< L'ispettore Nakamori e il capitano Lacroix sono nel bagno! E sono quelli veri, non hanno le chiavi! >>.
L'uomo chiese conferma e i due sottoposti gli diedero ragione. Tentarono di svegliarli ma era inutile, l'anestetico era troppo forte.
I due uomini si ritrovarono gli agenti contro e fecero dei passi indietro.
<< Imbecilli, che fate?! >>.
<< Catturateli! >>.
Kaito sapeva che sarebbero caduti nella trappola. Trovare due con i visi di Nakamori e Lacroix senza le chiavi avrebbe rafforzato l'idea che Ladro Kid ne era già in possesso.
Non fecero in tempo a dire che erano quelli veri e furono assaliti. Anche Kaito si mischiò tra gli agenti e riuscì a prendere le due chiavi, mettendone due copie false al loro posto. Tirarono le loro facce a lungo prima di rendersi conto che erano i veri capitano e ispettore. Doloranti e con le guance rosse si toccarono le tasche e le chiavi erano ancora al sicuro.
<< Fase tre >>, mormorò Kaito.


Aoko aveva tre buste piene di vestiti. Non era solita fare molto shopping in patria ma non le sarebbe ricapitato molto spesso di indossare abiti francesi, la carta di credito era infuocata a forza di strisciarla. La ragazza notava molte persone sotto le TV o sedute ai tavolini dei bistrò
ٍò per osservare le gesta del ladro fantasma. Quando lo vide in piedi sul tetto, un magone allo stomaco fu peggio di un pugno. Le sensazioni piacevoli di quel bacio sotto la luna riaffiorarono pur senza volerlo e divenne triste. Poi un'altra emozione, ben diversa, si unì alle altre: la rabbia. La stessa identica rabbia che provava quando Ladro Kid umiliava il padre ma stavolta era lei a sentirsi così.
Glielo chiederò!
Chikage era in camerino a provarsi un abitino corto e rosso fuoco.
<< Allora >>, esordì. << Cosa ne pensi Ao...? >>.
La ragazza non era lì e la donna guardò a destra e a sinistra dei camerini, sbirciando in un paio di essi. La suoneria indicò l'arrivo di un messaggino e prese lo smartphone.

<< Merda! >>, esclamò. Non era solita dire parolacce ma non c'era occasione migliore per iniziare.
Digitò in fretta il numero di Jii e la voce registrata gli disse di riprovare più tardi, riprovò altre volte ma non c'era verso. Si cambiò, arraffò in fretta la sua roba e si diresse alla macchina, velocissima.
Quell'imprevisto non l'avevano proprio considerato.


Nakamori si stava riprendendo dall'assalto e sentiva uno strano sfrigolare. Cercò la fonte del rumore e non poté crederci.
<< Al fuoco! >>.
Piccoli fuochi erano sul pavimento e apparivano uno dietro l'altro. Il sistema antincendio era stato spento tramite un congegno wireless, l'avrebbe riattivato in tempo. La cassaforte non si trovava nel piano delle opere preziose e non avrebbe danneggiato nessuno.

Camminarono sul pavimento e altri fuochi scoppiavano. Lacroix sembrava il diavolo, era paonazzo dalla rabbia. I quattro agenti nella sala adiacente la cassaforte furono costretti a fuggire per il fumo, in verità era solo un’illusione creata da quattro piccoli bocchettoni posti sulle pareti.
<< La gemma! >>, urlò Nakamori. << Controllate la gemma! >>.

<< Capitano Lacroix! >>, esclamò un agente. << I sensori di calore sono impazziti! >>.
<< Cosa?! >>.

<< Gli incendi hanno mandato in cortocircuito il sistema! >>.
Kaito aveva una maschera antigas per operare nella nebbia creata. Girò le chiavi e iniziò a girare la manopola secondo la sequenza imparata. Dopo tre minuti sentì lo scatto e la cassaforte si aprì.
All'esterno il pubblico assisteva con il fiato in gola: le immagini delle telecamere avevano mostrato la carta lancio mimetizzata, era il nome del trucco utilizzato, prendere fuoco e creare una magia di fiamme danzanti.

Kaito arrivò nella sala, ruppe il vetro del diamante e lo agguantò. Ma Lacroix tirò fuori la pistola, impazzito totalmente dall'umiliazione. Kaito riuscì ad evitare il colpo per un soffio, il capitano sfidò le lacrime causate dal fumo ed entrò nella cassaforte: Le Régent era sparita.
<< Bastardo! >>.

<< Capitano Lacroix, un linguaggio più garbato >>.
Quella voce lo fece voltare. Ladro Kid era fuori, il diamante scintillava nella nebbia. Impugnò la pistola e si apprestò a sparare un altro colpo.
<< Si goda il soggiorno! >>.
Kid chiuse la porta della cassaforte. Lacroix corse ma era troppo tardi: le chiavi le aveva lui e questo significava che avrebbe dovuto trascorrere dodici ore imprigionato nella sua stessa trappola.
Il ladro si cambiò nuovamente. Riattivò il sistema antincendio e si spensero in breve tempo.
Kaito aveva tracciato la via di fuga attraverso i condotti di areazione che sbucavano sul tetto, poi avrebbe finito il suo spettacolo.


Chikage era arrivata nella piazza del museo, parcheggiando la macchina alla meglio. La folla era più numerosa e la donna cercò Aoko. A giudicare dall'assenza di poliziotti erano stati tutti richiamati dentro.

Kaito è ancora là.
Guardò l'orologio. Avevano calcolato venti minuti e ne erano passati già cinque di troppo. Il tempo era fondamentale in un furto, se si sfora significa che qualcosa è andato storto o non come previsto. Era preoccupata per la reazione del figlio alla vista di Aoko, che potesse deconcentrarlo e fargli commettere errori fatali.


Aoko era riuscita a mischiarsi nella calca. Aveva sentito di un incendio e si preoccupò per il padre. Il caos le fu utile per riuscire ad entrare, tracce bagnate sul pavimento suggerirono che i poliziotti correvano in cerca di Ladro Kid per tutto l'edificio.
<< Ispettore Nakamori >>, disse un suo agente giapponese. << C'è un problema >>.
<< Cosa c'è adesso? >>. Nakamori ne aveva fin sopra i capelli: fradicio, bruciacchiato, graffi sul viso e acciaccato. E. come se non bastasse, Lacroix urlava come un ossesso per essere liberato dalla cassaforte fino a rompergli i timpani.

<< Ehm... >>, il tono lo spaventò. << Il fatto, ecco... sua figlia >>.
<< Mia figlia? >>.
<< Si trova all'interno dell'edificio >>.
<< Che cosa?! >>.


<< Ed ora si va casa >>, mormorò soddisfatto mentre toglieva la grata e l'appoggiava contro il muro. Jii era riuscito a scappare e lui era salvo. Ci aveva messo minuti in più, non aveva programmato di chiudere il capitano nella cassaforte ma non sopportava chi aveva lo sparo facile.
<< Ladro Kid! >>.
Quella voce lo bloccò, nella speranza che avesse udito male. Aoko era a meno di due metri di distanza da lui, con un'espressione indecifrabile. Riusciva a vederci rabbia, confusione e determinazione, simile a quella famosa sera.

<< Perché? >>.
Aoko mosse dei passi verso il ladro, incurante del pericolo.
Come cavolo ha fatto ad entrare?!
Lui l'aveva progettato per settimane e Aoko era entrata come se niente fosse. Il capitano Lacroix era peggio di Nakamori!
<< Signorina... >>. Aveva zero tempo da dedicarle.
<< Perché mi hai baciata quella sera? >>.

Era proprio la domanda che non voleva sentire. La risposta giusta sarebbe stata l'amore, un sentimento che era nato dieci anni prima ed era maturato negli anni, per diventare poi consapevolezza. Ma questa era la risposta che avrebbe potuto dare Kaito Kuroba, non Ladro Kid.
<< Un giorno >>, girò il viso a tre quarti per guardarla. << Avrà la sua risposta, signorina. Ma non stasera >>.
<< Che significa? >>, gli occhi di Aoko erano umidi. << Hai idea di quanto io abbia sofferto? Ti diverti a umiliarci? >>.
<< Non l'ho mai voluta umiliare, non era mia intenzione >>. Ladro Kid tolse una pallina di fumo dalla tasca, non voleva lasciarla in quello stato ma non aveva scelta. << Mi creda, un giorno risponderò a tutte le sue domande >>.
Aoko fece per avvicinarsi ma il fumo l'avvolse: al suo posto c'era una rosa rossa. La raccolse e la strinse, profumava di qualcosa di familiare.
<< Aoko! >>
La ragazza si girò e nascose la rosa dietro la schiena. << Papà mi dispiace >>.

<< Si può sapere cosa ti prende ultimamente?! >>, la rimproverò. << Eri affidata a Chikage! >>.
<< Non sono una bambina e non è colpa sua! >>, si difese. << Scusa, ma io non potevo lasciarti solo >>. Incrociò le dita per la bugia.
Il padre si addolcì e ordinò ai poliziotti di scortarla fuori. Nakamori si ripromise di fare un discorsetto alla sua sconsiderata figlia una volta tornati in Giappone.


Ladro Kid sbucò sul tetto. Una palla di luce l'avvolse e apparve al pubblico francese, mostrando fiero Le Régent. Strilli da far diventar sordi rimbombarono per la piazzetta del Louvre, il pubblico parigino non aveva mai assistito a una performance come quella in diretta.
<< Kid! Ladro Kid! >>.
Chikage sospirò sollevata, suo figlio era sano e salvo. Con le sembianze di Ladro Kid gli ricordava da morire l'amore della sua vita e fu fiera di quel figlio divenuto ormai grande.

<< Sono lieto di aver visto scintillare lo stupore nei vostri occhi! Ci rivedremo presto, au revoir! >>. Lo schermò si staccò dai ganci, cadde giù e vi buttò un manichino per distogliere l'attenzione della sua fuga con l'aliante.
Chikage vide Aoko uscire dal museo accompagna da due agenti francesi e corse ad abbracciarla, ancora più sollevata.
<< Scusami >>.
<< L'importante è che stai bene >>.
<< Vorrei andare a casa >>.
Chikage l'accontentò e prese la via più lunga per dare a Kaito il tempo di tornare. Il ragazzo rientrò in casa, il diamante in tasca. Aveva poggiato la mano sulla maniglia quando udì la porta d'ingresso aprirsi. Chiuse la sua alla svelta, buttò il tesoro nel cassetto del comodino e si gettò nel letto, coprendosi in modo da non far vedere cosa indossava.
<< Dorme >>, disse la madre ad Aoko. << Un vero dormiglione >>.

Aoko annuì e si rintanò nella sua stanza. Si sedette sul letto, abbracciandosi le ginocchia, un paio di lacrime le bagnarono la pelle e le asciugò con il lenzuolo. La rosa era al suo fianco, quasi come sentisse la sua presenza vicinissima.
Kaito era ben sveglio, l'adrenalina del furto era ancora in circolo. Era sicuro che Aoko fosse sveglia, forse stava piangendo. Aveva calcolato tutto tranne la sua presenza. Da quando era tanto risoluta? Sembravano due persone in una: la dolce e sensibile Aoko e la coraggiosa Aoko.
Rigirava il diamante tra le dita e lo volse alla luce della luna: brillò incolore e basta.

<< Nemmeno tu sei Pandora >>, sussurrò.
Nel comodino c'era una cassaforte e vi ripose il tesoro: sua madre l'avrebbe restituita al capitano Lacroix via posta, giusto per farlo arrabbiare un altro po'. Sghignazzò pensando all'arrogante capitano chiuso in quello spazio angusto.

Buttò il vestito di Ladro Kid in fondo all'armadio e si mise sotto le coperte in pigiama. Erano le due di notte e l'aereo sarebbe decollato dodici ore dopo.
Prima di addormentarsi, quando ormai era tra la veglia e il sonno, pensò una cosa che lo fece sorridere.
È stata la vacanza più stancante, soddisfacente e bella della mia vita.


Lacroix fu liberato a mezzogiorno. Sudato, affamato, spossato e indignato per la mortificazione subita. In fondo Nakamori pensò che la lezione gli era servita: nessuno doveva sottovalutare Ladro Kid.
Aoko e Kaito erano in aeroporto insieme a Chikage. Il signor Nakamori avrebbe preso l'aereo successivo e sarebbe giunto in Giappone qualche ora dopo la figlia, per stilare un rapporto da lasciare alla polizia internazionale e a quella francese.

Le televisioni sparse per Charles de Gaulle non facevano altro che parlare del furto di Ladro Kid. I turisti occupavano i divani, le sedie e i tavolini dei bar per ascoltare.
In uno di quei bar c'erano anche loro. La versione ufficiale era che Kaito avesse dormito profondamente dalle ventidue alle nove del mattino e Aoko non capiva perché sembrasse uno zombie. Beveva un succo e mordicchiava la cannuccia, stanco.

<< Il furto del secolo >>, tradusse Chikage. << Povero Lacroix >>.
Bastava non sfoderare la pistola. << Come ha detto la giornalista, ci penserà due volte a sottovalutare qualcuno! >>.
La ragazza si rivolse all'amico, perplessa. << Hai detto che conoscevi solo qualche parola di francese >>.
Era stata una bugia: Kaito parlava perfettamente francese ma faceva finta di non conoscerlo per non destare sospetti. << Ieri notte ho visto qualche diretta con i sottotitoli in inglese sul cellulare >>. Chikage affogò una risata nel suo caffè lungo. Chiamarono il loro volo.
<< È ora di andare >>, disse Kaito.

<< Mi mancherai moltissimo! >>. Chikage abbracciò a lungo il figlio. << Sono fiera di te >>, gli sussurrò nell'orecchio. Kaito annuì, felice.
Anche Aoko ricevette un abbraccio dalla donna, quella ragazza era un po' come una figlia. << Abbia cura del mio bambino >>.
<< Piantala mamma! >>. Lo sport preferito di sua madre era metterlo in imbarazzo.
Aoko rise. << Senza di me sarebbe perso >>.
<< Non hai idea di quanto >>. Le fece un occhiolino che Aoko non capì e forse era meglio così.
Sull'aereo Kaito si accasciò contro il sedile. Non vedeva l'ora di essere in Giappone e riposarsi un po', l'estate iniziava anche per lui.
Aoko frugò nella borsetta e ne estrasse un pacchettino avvolto da una carta a righe rose e azzurre. << Per te >>.
Kaito lo scartò, curioso. Un bracciale in cuoio con placca in metallo, del genere che indossava lui. Nell'angolo c'era una piccola Tour Eiffel incisa.
<< È un bel regalo di compleanno! >>.
<< Infatti non lo è. Questo è il tuo souvenir in ricordo di questa vacanza >>. Kaito pensò che il sorriso che gli mostrava era più bello di qualsiasi altra cosa.
<< Grazie >>. Appoggiò la mano su quella della ragazza e strinse le dita attorno alle sue. Furono pochi secondi ma sufficienti per dover reprimere intenti poco adatti.

L'aereo decollò e lasciò Charles De Gaulle. Aoko appoggiò la fronte contro il freddo vetro del finestrino, guardando per l'ultima volta quella città magica.
Grazie, Parigi.


Angolo autrice!


Salve! Con questo capitolo lasciamo Parigi e anche per Kid arriva un po' di pausa estiva :)
Grazie a chi l'ha letta!
Manganime_book_love: Grazie mille per la tua recensione e per i complimenti!
Shinici e ran amore: Ti ringrazio come al solito per le tue bellissime recensioni! La bouillabaisse è una sorta di zuppa di crostacei, frutti di mare e pezzi di pesce molto saporita! Sono stata in Francia da bambina per questo conosco Parigi e i piatti tipici :)
Alla prossima!


   
 
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