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Autore: paie    12/06/2009    5 recensioni
[Ne stavo attraversando uno ora, quando un rombo mi fece paralizzare in mezzo alla strada. Una macchina era sbucata dalla traversa, correva e quando mi vide fu troppo tardi. Lo stridore delle ruote sull’asfalto significarono un inutile tentativo di frenata. Mi prese in pieno, saltai sul davanti sbattendo la testa sul vetro per poi ricadere sull’asfalto e rotolargli sopra. Un terribile mal di testa mi prese, non riuscivo a capire cosa fosse successo, non riuscivo a vedere. Sentivo scivolare sul mio viso lacrime di sangue. probabilmente. Urli, una folla di gente si era radunata lì, intorno a me. Poi d’improvviso, una donna con la faccia a forma di cuore, pallida come un cadavere, avvolta tutta con panni scuri porsi di fronte ai miei occhi: Esme, mia suocera. Vidi le persone chiedere come stavo e altri chiamare l’autoambulanza. << Bella, mi senti piccola? >> chiedeva lei, preoccupata. Provavo a rispondere ma nessun suono usciva dalla mia bocca o semplicemente non muovevo le labbra. Dolore, confusione, paura. Tremavo. << Bella! Bella, rispondimi! >> Non vidi più niente, anche il dolore finì. Intorno a me scorgevo solo oscurità che mi inghiottì facendomi perdere la coscienza.] Eccomi tornata con una nuova storia, spero che vi piaccia. ^^ Paie
Genere: Romantico, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Esme Cullen, Isabella Swan
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Edward   POV

Ero appoggiato sul mio divano, intento a leggere Cime Tempestose. Non che fosse il mio libro preferito, ma volevo accontentare la mia ragazza, Bella, che ci andava pazza. Il mio telefono iniziò a squillare e, senza badare a chi fosse, risposi.
<< Pronto? >>
<< Edward >>, disse Esme, mia madre. Il suo tono di voce era basso e balbettante. Stava piangendo. Mi misi seduto, stranito dal comportamento di mia madre. Non era da lei chiamarmi mentre era a lavoro. E poi, conoscendola, se parlava in quella maniera, voleva dire che era successo qualcosa, qualcosa di brutto. << Non so come sia successo, la macchina…Bella…sangue…>>. Non riusciva a formulare una frase ma dentro di me, qualcosa scattò. Che cosa volevano dire quelle poche parole? Era successo qualcosa a Bella? Alla mia Bella? Speravo di no con tutto me stesso.
<< Mamma, per favore dimmi dove sei. >>
<< Al lavoro. >>
Chiusi il cellulare e di corsa raggiunsi il garage. Salì sulla Volvo, accesi il motore e partì. Correvo più di quanto dovevo su quella strada ma, in quel momento non m’importava nulla. Volevo solo sapere la verità, sapere cos’era successo a Bella sempre se le era successo qualcosa proprio a lei.
Ci misi meno di cinque minuti per raggiungere mia madre e quello che visti, fu terribile. Una macchina rovesciata, sangue dappertutto e una folla riunita in cerchio. Scesi dalla macchina, le mie gambe tremavano ma sapevo che era solo una cosa psicologica. Vidi arrivare due ambulanze, mentre io mi avvicinai a Esme.
<< Mamma, cos’è successo? >>
Per risposta ebbi solo un singhiozzo. Poi la folla si aprì e vidi ciò che temevo di più: Bella, insanguinata, stesa sull’asfalto senza sensi. Mi sentì morire, per la seconda volta. Perlustrai col mio potere la mente di mia madre e rividi l’incidente. Tremai terrorizzato. Fregandomene di tutto e di tutti, mi avvicinai alla mia ragazza e la presi sulle mie braccia. Respirava, era ancora viva. Provai a chiamarla, urlando perfino ma lei non mi rispose. Due infermieri mi dissero di appoggiarla sul lettino per portarla in ospedale ed io, incapace di reagire, feci come dissero. Salì sulla Volvo con mia madre e mentre lei parlava con Carlisle che si trovava a caccia, io seguivo il veicolo con le serene accese.
<< Edward forse è meglio avvertire Charlie >>, propose Esme. Io non risposi.
Raggiunto l’ospedale, vidi mio padre che ci raggiunse velocemente. Esme gli spiegò meglio la situazione ma a me non importava nulla. M’interessava solo Bella, e come un morto vivente, entrai nell’edificio seguendo quegli uomini che portavano la mia ragazza da una stanza all’altra. Mio padre si mise all’opera subito. Charlie ci raggiunse a sirene spiegate e si scaravento dentro l’edificio come un uragano. Iniziò a tartassare di domande mia madre che, poverina, cercava di tranquillizzarlo e a spiegargli la situazione in un modo meno crudele e doloroso. Io ero completamente assente. Percepivo tutto ma tutto mi era estraneo. Non so quante ore passarono ma a un certo punto, mio padre uscì dalla sala operatoria. Charlie gli si gettò quasi di sopra, coprendolo di domande. Mia madre gli si avvicinò subito sempre più preoccupata. Io, invece, alzai semplicemente il capo. Non avevo bisogno di parlare. Gli lessi tutto. I miei fratelli, che nel frattempo ci avevano raggiunto, mi si avvicinarono e Jasper cercò di utilizzare il suo potere per tirarmi fuori da quel baratro in cui stavo precipitando sempre più velocemente. Ma lo spinsi via, volevo soffrire, meritavo di soffrire. Era colpa mia, dovevo accompagnarla e invece l’ho lasciata al suo fato! “Sono un mostro, sono un mostro, sono un mostro…”, mi ripetevo nella mente.
<< Edward, per favore, non reagire così… >>, piagnucolò Alice, triste.
<< Vedrai che supererà anche questa difficoltà, Bella è forte! >>, provò a dire Emmet, speranzoso. Io, per risposta, gli ringhiai contro.
Nostro padre ci raggiunse, posò una mano sulla mia spalla e disse: << Figliuolo, c’è ancora una possibilità, può ancora svegliarsi. Non perdere la speranza. >>
<< Carlisle, Bella è in coma! E lo hai detto anche tu che rischia di non svegliarsi mai più! Che speranza c’è, allora?! >>, gridai, sopraffatto dal dolore.
<< Bella è sempre stata una ragazza forte, so che le possibilità di un possibile risveglio sono molto poche ma ci sono persone che sono riuscite a uscire da esso. Vedrai che standole accanto, riuscirà a svegliarsi. Finché c’è anche solo una possibilità, tu devi crederci. Devi farlo per lei e per te. Ce la farete, insieme. >>
Non seppi cosa rispondere e abbassai di nuovo il capo.
<< Abbi fiducia, figlio mio. >>

Da quel giorno iniziò il mio tormento.


Ciao! Eccomi tornata con l’aggiornamento. Che ne dite? Ho espresso bene il dolore che prova Edward? Fatemi sapere.


Confusina_ 94: sono contenta che ti piace come inizio, spero di non averti delusa. L’incidente è un momento brutto ma cruciale, in questa storia. Non voglio anticipare nulla. ^^ baci.
Lorelaine86: come hai richiesto, ho aggiornato. A causa di impegni non riesco ad aggiornare velocemente. Spero che il cap ti piaccia, fammi sapere se vuoi. Baci.
Ringrazio le persone che hanno messo la storia tra i preferiti e tra i seguiti e naturalmente, i lettori. Ho bisogno del vostro incoraggiamento.

P.s.: mi farebbe piacere ricevere sia commenti che critiche, non mi reputo una grandissima scrittrice e perciò, i vostri consigli mi possono essere utili.


  
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