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Autore: Echocide    28/06/2017    3 recensioni
Tanto tempo fa, in un paese lontano lontano, un giovane principe viveva in un castello splendente, benché avesse tutto quello che poteva desiderare, il principe era viziato, egoista e cattivo. Accadde però che una notte di inverno una vecchia mendicante arrivò al castello e offrì al principe una rosa in cambio del riparo dal freddo pungente.
Lui, che provava repulsione per quella vecchia dal misero aspetto, rise del dono e la cacciò, ma lei lo avvertì di non lasciarsi ingannare dalle apparenze, perché la vera bellezza si trova nel cuore.
Il principe la respinse di nuovo e in quel momento la bruttezza della mendicante si dissolse ed apparve una bellissima fata.
Il principe si scusò, ma era troppo tardi, perché lei ormai aveva visto che non c'era amore nel suo cuore e per punirlo lo tramutò in una orrenda bestia e gettò un incantesimo sul castello e su tutti i suoi abitanti.
Se avesse imparato ad amare e fosse riuscito a farsi amare a sua volta prima che fosse caduto l'ultimo petalo, l'incantesimo si sarebbe spezzato.
Con il passare degli anni il principe cadde in preda allo sconforto...
Chi avrebbe mai potuto amare una bestia?
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: La bella e la bestia
Personaggi: Marinette Dupain-Cheng, Adrien Agreste, Altri
Genere: romantico, fantasy
Rating: G
Avvertimenti: longfic, AU
Wordcount: 1.550 (Fidipù)
Note: Buon salve salvino! Ecco qua un nuovo aggiornamento de La bella e la bestia (vi ricordo che il prossimo sarà il 19 luglio) e...beh, non è che  ci sia molto da dire, essendo questo un capitolo di congiunzione fra il precedente e il prossimo, quindi non vi annoio più di tanto con le mie chiacchiere e passo subito alle informazioni di servizio.
Come sempre vi ricordo lei, la pagina facebook, dove potrete restare sempre aggiornati, avere piccole anteprime e leggere i miei deliri.
Vi ricordo che domani ci sarà un nuovo capitolo di Laki Maika'i, venerdì invece sarà il turno del secondo aggiornamento di Miraculous Heroes 3 e sabato toccherà a Lemonish.
Detto questo, come sempre, ci tengo tantissimo a ringraziare tutti voi che leggete, commentate e inserite le mie storie nelle vostre liste.
Grazie di tutto cuore!


Una stanza che non conosceva, Marinette aprì le palpebre mentre si girava sulla schiena e osservava il soffitto della camera: l’affresco aveva avuto senza dubbio giorni migliori e, per quanto la strana servitù di quella casa avesse pulito e sistemato tutto per farla stare a suo agio, non poteva non notare come al dipinto servisse una nuova mano di pittura.
Rimase ferma, osservando quella che doveva essere la rappresentazione del paradiso, e lasciò che la mente vagasse: suo padre stava male e aveva sicuramente contratto qualcosa di infettivo, se la servitù non voleva che lei si avvicinasse e ciò significava che l’unica cosa che poteva fare era rimanere lì e fare buon viso a tutto ciò che tale soggiorno avrebbe comportato.
I servitori – o meglio, la mobilia di quel luogo – erano gentili con lei e sembravano ansiosi di compiacerla in ogni modo possibile, eppure c’era qualcosa nei loro occhi e nelle loro voci, mentre si rivolgevano a lei: c’era una qualche aspettativa in loro, mentre le parlavano del castello e del loro padrone, quasi come se lei avesse una qualche soluzione.
Il padrone…
L’altra nota dolente di quel luogo: alla luce del giorno era leggermente meno pauroso di quando l’aveva incontrato la prima notte, nella foresta al buio, ma continuava a intimorirla e non poco.
Non poteva andarsene, questo era certo, ma anche rimanere lì aveva dei contro molto enormi.
«Andiamo, Marinette» bofonchiò la ragazza, colpendosi il volto con le mani e issandosi a sedere: «Hai anni alle spalle con Chloé Bourgeois! Cosa vuoi che sia un mostro come quello?»
«Buongiorno, madamoiselle!» trillò la voce allegra di Plagg, facendola sobbalzare nel letto: la ragazza indietreggiò, colpendo con la testa la testata di ferro e, uggiolando di dolore, si portò le mani alla nuca: «Oh, pardon moi. Non volevo spaventarvi…» mormorò il candelabro, muovendo frenetico i bracci e, muovendosi agilmente, raggiunse la porta della camera e l’aprì, permettendo al carrello di Tikki di entrare: «Pronta per una fantasmagorica giornata?»
«Come no?» borbottò Marinette, tirando su le coperte e guardandosi attorno alla ricerca dei suoi vestiti, notando il lungo abito che era stato deposto sul fondo del letto: «Che cos’è?» domandò, gattonando sul materasso e osservando la stoffa lisa che aveva visto sicuramente giorni migliori.
«Un abito» le spiegò Tikki, con quel suo tono di voce materno: «Decisamente più consono rispetto ai…» la teiera si fermò, osservando la ragazza scuotere il capo e scendere dal letto, incurante del fatto di essere in sottoveste e avvicinandosi alla propria sacca, tirando fuori quella che sembrava essere una veste corta come l’altra che aveva indossato; Tikki gemette mentre la ragazza continuare a vestirsi, incurante degli abiti che aveva messo a sua disposizione: «Beh, immagino che il mondo là fuori sia cambiato» sentenziò alla fine, mentre Marinette si allacciava gli scarponi e sorrideva convinta.
«Immagini bene, ma chére» dichiarò Plagg, ghignando: «Madamoiselle, siete una gioia per gli occhi.»
«Posso vedere mio padre?»
«Ehm…no.»
La ragazza annuì, sospirando e abbassando le spalle, stringendosi poi nelle braccia e fissando la camera: «E che cosa dovrei fare?»


Quella ragazza…
Adrien scaraventò un tavolino contro il muro, ignorando le risate divertite di Fu: «Si è spogliata come se nulla fosse!» tuonò la bestia, suscitando nuova ilarità nello specchio: «Che cosa ci trovi di così divertente?»
«La ragazza non sapeva di essere spiata, mio signore.»
«C’era Plagg nella stanza» borbottò Adrien, muovendosi faticosamente e andando a recuperare i pezzi del mobile che aveva rotto, iniziando a sistemarlo alla bell’e meglio, per quanto le sue zampe glielo permettessero: «Nessuna creatura con un po’ di cervello si cambierebbe con Plagg in camera.»
«Dubito che quella ragazza lo consideri un pericolo» commentò Fu, gorgogliando divertito: «E’ particolare, non trovate?»
«Plagg? Plagg è la vera essenza della particolarità! Dove lo trovi un altro con la fissa per il camembert come lui?»
«Intendevo la ragazza» precisò Fu, mentre Adrien uggiolava portandosi una zampa alle labbra e leccandola: «Vi siete fatto male, mio signore?»
«Solo una scheggia» borbottò la bestia, leccandosi la ferita: «Particolare? Quella è come Plagg!»
«Con la fissa per il formaggio puzzolente?»
«Buon dio no! Aveva un buon odore!»
«Oh, l’avete annusata, mio signore?»
«Non ho potuto farne a meno» borbottò Adrien, poggiando il muso contro la zampa e fissando contrariato lo specchio: «Questo funziona fin troppo a dovere» continuò, picchiettandosi il naso e scrollando le spalle, stendendosi sul pavimento: «Wayzz e Plagg sono intenzionati a farla rimanere qui e a nulla vale quello che dico. Che devo fare?»
«Provare a conoscere la vostra ospite?» domandò Fu, ridacchiando: «Riabituatevi alle relazioni sociali, mio signore.»
«E per cosa? Non prevedevo di andare a Parigi entro breve.»
«Beh, mai dire mai» dichiarò Fu, mentre sulla sua superficie riflettente apparve nuovamente la figura di Marinette: Plagg la stava portando a giro per il castello, mostrandole la rovina e distruzione in cui regnava e Adrien si sentì in colpa, sapendo che buona parte di tutto quello che lei vedeva era stata per colpa sua, quando ancora fresco della maledizione subita si era accanito contro ogni cosa che trovava a portata di zampa.
Sbuffò, incrociando le zampe dietro la testa e fissando il soffitto da cui spiovevano alcuni pezzi di stoffa, come se fossero tele create da un ragno gigante: «Quella ragazza sembra apprezzare tutto ciò che è metallico e sbuffa…» commentò Fu, spezzando il silenzio della stanza: «Secondo me…»
«Dovrei mostrarle il mio braccio?»
«No, in verità stavo pensando che dovreste farle vedere le fucine del castello» dichiarò Fu, sorridendo: «Vooxi sarà felice di avere un po’ di compagnia…»
Adrien balzò in piedi, annuendo con la testa e sistemandosi gli abiti logori, portandosi poi le zampe al volto e lisciandosi i capelli, indugiando con i cuscinetti sul volto sfigurato: «Come sto?» domandò, ruotando su sé stesso e attendendo il responso dello specchio: «Fu?»
«Come sempre, mio signore.»
Adrien annuì, tirando indietro le labbra e mostrando le zanne al proprio riflesso, assumendo poi la solita espressione seria di sempre: «Perché sto facendo tutto questo?» si domandò, voltandosi verso la porta della camera, senza fare neanche un passo quasi avesse paura di ciò che l’avrebbe accolto, non appena abbassata la maniglia.
«Perché, per quando diciate il contrario, anche voi sperate che quella ragazza spezzi la maledizione» dichiarò Fu con una nota bonaria nella voce: «E’ già nel vostro cuore, mio signore.»
«Bah. Avrò parlato con lei sì e no due volte e, ognuna di essa, stava squittendo come un topolino in gabbia.»
«Mai sentito parlare di colpo di fulmine?»
Adrien borbottò una risposta, uscendo poi velocemente dalla camera accompagnato dalla risata dello specchio, camminando per il corridoio e iniziando a pensare cosa dire alla ragazza quando l’avrebbe incontrata; si fermò nei pressi di un ritratto, osservando lo scempio che le sue unghie avevano creato, anni prima: lo sguardo verde di un bambino ricambiava il suo e lo fissava con fare strafottente, mentre lui si sentiva nuovamente inferiore a tutto ciò che era stato un tempo e, contemporaneamente, sentiva il proprio cuore farsi pesante per le colpe che aveva.


Marinette accarezzò quello che sembrava essere un pianoforte e indietreggiò, quando lo sentì tossire mentre Plagg le borbottava qualcosa sul musicista di quel luogo, spiegandole che la tosse perenne che aveva avuto da umano lo colpiva anche adesso: «Eravate tutti umani?» domandò la ragazza, fermandosi al centro di quella che doveva essere una sala da ballo e osservando uno specchio: «Salve.»
«Quello è un semplice specchio» dichiarò una voce cavernosa, facendo sobbalzare la ragazza che, voltandosi lentamente, osservò il padrone di casa fermo sulla soglia della porta: «Non tutti sono animati» continuò la bestia, avanzando lentamente nella sala: «Plagg, puoi andare.»
«Come desiderate, signore» dichiarò il candelabro, chinandosi al padrone e sorridendo alla ragazza che, balbettante, allungò una mano nella direzione del soprammobile, il quale incurante di tutto la lasciò sola con quel mostro.
La bestia la fissò, osservandola mentre indietreggiava fino a trovarsi con le spalle al muro: «Il mio nome è Adrien» mugugnò, allungando una zampa e fermandosi a metà del gesto, quando la vide tremare in maniera vistosa: «Il vostro nome?» domandò, abbassando gli artigli e rimanendo in attesa.
«Ah…mh….enm…Menette…cioè…Maritte….»
«Maritte?»
«N-no. M-ma-marin-nette.»
«Marinette» ripeté la bestia, annuendo e tirando indietro le labbra, mostrando le zanne ma accorgendosi che ciò non aveva fatto altro che provocare un singhiozzo da parte della giovane che, se possibile, voleva diventare un tutt’uno con il muro: «Volete venire con me?»
«Eh?»
«Plagg mi ha detto che siete un’appassionata di meccanica e di motori al vapore» borbottò Adrien, portandosi una mano alla testa e massaggiandosela: «Abbiamo delle fucine qui al castello e magari, nell’attesa di andarvene, volete…»
La ragazza annuì, osservandolo mentre si voltava e si dirigeva verso la porta: poteva seguirlo tranquillamente? Oppure l’avrebbe uccisa una volta portata in un posto solitario?
Marinette inspirò profondamente, portandosi una mano al petto e sentendo il battito del cuore furioso: lasciò andare l’aria che aveva trattenuto e fece un passo e scivolando per terra, storcendo le labbra di fronte all’ennesima dimostrazione della sua goffaggine, attirando l’attenzione del suo ospite che la fissò con lo sguardo verde sgranato, prima di ridere sguaiatamente e scuotere il capo: «Pe-perdonatemi» mormorò la mora, alzandosi da terra e spazzolandosi la corta gonna, prima di superarlo con il capo chino.
Ok, se voleva ucciderla gli aveva appena dimostrato quanto sarebbe stato facile.

   
 
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