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Autore: nikita82roma    28/06/2017    1 recensioni
Ambientata prima dell'ultimo episodio della prima stagione. Castle e Beckett sono sulla scena del crimine di un duplice omicidio, una coppia di coniugi con una bambina in affido: Joy entrerà prepotentemente nella vita di castle e ancora di più in quella di Beckett. Il passato si scontrerà con il futuro, scelte, errori e decisioni vecchie e nuove porteranno i nostri dentro un percorso dal quale uscirne non sarà facile, dove giusto e sbagliato non sono così netti e dove verranno prese decisioni sofferte.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Nuovo personaggio, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
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Aveva farfugliato qualcosa al dottor Thompson e poi era corsa via senza rispondere alle sue domande. Aveva sceso a piedi i piani che la separavano dal parcheggio perché se si fosse fermata, anche un solo istante, ad aspettare l’ascensore, sarebbe crollata. Forse sarebbe arrivata anche a piedi al distretto, se avesse seguito gli impulsi del suo corpo, ma fece prevalere quel briciolo di ragione che aveva e si buttò nel traffico newyorkese con la sirena accesa. Era un’emergenza? Sì, lo era.

Si impose di non pensare, di non far correre la mente, di non pensare alle possibilità di non cadere nella trappola di pensare alla casistica. Ogni caso è diverso, si ripeteva, ma le prime ore erano cruciali. Doveva parlare con Castle, doveva parlarci lei, doveva sapere tutto. Tutto.

 

Vide il suo sguardo appena arrivata al distretto. Era seduto nel suo posto, vicino alla sua sedia. Era impaurito, addolorato, preoccupato, arrabbiato. Era tutto e le chiedeva aiuto. Lo vedeva da come la guardava e non l’aveva mai guardata così. Lui le stava chiedendo un appiglio, qualcuno su cui sorreggersi e lei stava già sprofondando, da sola, ma non lo poteva dire a nessuno, doveva essere forte, doveva essere distaccata.

Avrebbe voluto almeno abbracciarlo, provare ad essere rincuorata per un attimo nella sua stretta ma non poteva fare nemmeno quello ed era una lotta che si sommava ad un’altra e non sapeva cosa fare, non riusciva nemmeno a camminare.

- Detective Beckett, è venuta anche lei.

Kate si voltò verso l’uomo che aveva appena parlato e che non credeva di aver mai visto prima.

- Agente David Cox, FBI. - Rimase con la mano sospesa a mezz’aria senza che lei gliela stringesse.

- Cosa ci fa qui, agente Cox?

- Minore scomparso è un caso che ci appartiene. Sarei felice se volesse aggiornarmi sulle vostre indagini sulla precedente famiglia affidataria della bambina… Joy Johnson - Disse leggendo il nome in un foglietto del suo taccuino.

Kate cercò con lo sguardo Montgomery che era alle spalle dell’agente dell’FBI.

- Capitano, le posso parlare? - Disse ignorando la richiesta. Montgomery le fece cenno di seguirla nel suo ufficio dove lei entrò senza curarsi di chiudere la porta.

- È la mia indagine signore! - Tuonò Kate.

- Beckett lo sai come è la procedura. È una competenza loro, tu sei della omicidi.

- E questo rapimento è collegato all’omicidio degli Austin Capitano! Lo sa anche lei! Non può togliermi il caso!

- Non lo posso decidere io Beckett, lo sai… E poi… non abbiamo prove, al momento, che sia collegato con il caso degli Austin. Dobbiamo considerare tutte le ipotesi e Castle è un personaggio famoso… 

- Non può dire sul serio Signore! - Era allibita, arrabbiata, delusa. Da tutti, anche da Montgomery, quello che da sempre era il suo mentore. Uscì da lì cercando Castle: doveva parlare con lui, ma non era più lì e non c’era nemmeno Cox.

- Dov’è Castle? - Chiese ad Esposito e Ryan che gli indicarono la sala interrogatori. Lo guardò dal vetro, con le braccia incrociate sul petto mentre si mordeva nervosamente l’interno della guancia. Si teneva un pacco di ghiaccio dietro la nuca, probabilmente era stato colpito, non ci aveva fatto caso, non lo sapeva. 

Sentì le domande incalzanti di Cox e Castle ripetere sempre dettagliatamente la stessa versione. Erano usciti di casa alle 9:30 per andare in ospedale. Erano stati fermati da una pattuglia della polizia in una strada vicino all’ospedale, aveva abbassato il finestrino per chiedere cosa volessero e poi non ricordava più nulla. Si era svegliato nella sua in un parcheggio sotterraneo non molto lontano dall’ospedale, sul lato passeggero e con un gran mal di testa e Joy non c’era più. A quel punto aveva chiamato subito il distretto per chiedere aiuto, erano venuti a prenderlo e lo avevano portato lì. Lo osservava, guardare oltre lo specchio, come se sapesse che lei fosse lì, le sembrava che le chiedesse ancora aiuto e sarebbe voluta entrare lì e sottrarlo dalle grinfie di Cox.

Aspettò che uscisse da lì e poi gli andò incontro, permettendosi in quel momento un gesto molto più intimo di quanto avesse mai fatto, almeno in pubblico, accarezzandogli una guancia con il dorso della mano, voleva confortarlo, aveva bisogno del suo conforto.

- Metteremo i suoi numeri sotto controllo, signor Castle. - Disse Cox mentre andava via.

- Credo sia opportuno fare la stessa cosa con quelli di Aaron e Elijah Austin - Intervenne Kate

- Sarebbero? - Le chiese Cox

- Padre e fratello i Ethan Austin, una delle vittime, il padre affidatario di Joy. - Spiegò Beckett.

- Va bene, poi farò mettere sotto controllo anche il loro telefono.

- Non poi, agente Cox. Subito. - Lo bloccò Kate prima che andasse via.

- Detective, lei non credo possa darmi ordini, se ne rende conto?

Beckett ingoiò il rospo e si allontanò, chiamando Esposito, Ryan ed anche il capitano Montgomery. Gli raccontò quando accaduto negli Hamptons e quello che Joy aveva detto, riferendo le frasi di Ehtan prima di morire.

- Quindi cosa dovrebbe avere Joy che loro cercando? - Chiese Esposito.

- Non lo so. Ma Joy non aveva nulla quando l’abbiamo trovata ed anche quando siamo andati a prendere le sue cose a casa, non abbiamo trovato nulla di strano.

Castle li raggiunse e sentì le loro ultime parole, confermando di non aver trovato nulla di sospetto tra le cose della bambina e tutti gli credettero, perché aveva un ottimo spirito di osservazione e se ci fosse stato qualcosa di anomalo se ne sarebbe di sicuro accorto.

- Kate, tu sei stata aggredita dagli Austin. Due finti poliziotti, probabilmente gli stessi che hanno fermato me. - Notò Rick - Ma probabilmente nemmeno in quel caso hanno trovato quello che volevano, quindi deve essere qualcosa o molto ben nascosta o che non è più a casa degli Austin.

- Chiamo l’agente Wilkinson così potrai fare un identikit, magari confrontandolo con quello che ho fatto io dell’uomo che ho visto, possiamo saperne di più.

- Dobbiamo saperne di più di Ethan Austin. - Disse Montgomery dando indicazioni ai detective su cosa potevano fare, poi richiamò Kate - Non puoi indagare sulla scomparsa di Joy, ma puoi farlo sull’omicidio degli Austin. E se è vero che le cose sono collegate troveremo qualcosa.

- Sì signore… - Rispose Kate i cui nervi cominciavano a cedere, ma non poteva permetterselo. Si sedette per qualche minuto alla scrivania. Doveva cercare di ragionare, di essere lucida. Di capire. Doveva trovare il bandolo di quella matassa. Doveva trovare sua figlia.

- Ehy…- La mano di Castle si era poggiata sulla sua spalla facendola sobbalzare - Scusa, non volevo spaventarti.

- No, Castle è solo che… Dobbiamo trovarla… - Disse sconsolata.

- Sì, dobbiamo trovarla… Kate… io in questi giorni stavo pensando una cosa. Se le parole che ha detto Joy sono quelle esatte pronunciate da Ethan, siamo sicuri che quello che cercano lo abbia lei?

- Cosa vuoi dire? - Chiese non riuscendo a seguire il suo ragionamento.

- Te ne avrei voluto parlare, ma non c’è stato modo prima… Ecco… Ehtan ha detto che lo aveva sua figlia, non ha detto che lo aveva Joy.

- E a chi doveva riferirsi?

- Non lo so, ma Joy mi aveva detto che non l’avevano mai presentata a nessuno come loro figlia, ma sempre e solo come Joy. Perché proprio in quel momento lui ha detto così?

- Non lo so… - La sua intuizione poteva essere valida, ma era nulla… l’unico nulla che avevano però. - Pensi che Ethan Austin possa avere una figlia che non sia Joy?

- Potrebbe. Avrebbe senso. 

Rimasero entrambi in silenzio, poi Castle sembrò destarsi, era improvvisamente ansioso.

- Beckett io… dobbiamo chiamare il dottor Thompson… il medico di Joy. Oggi doveva fare la trasfusione, eravamo usciti per quello… Oddio… Joy non ha nemmeno le sue medicine, quelle per la terapia ferrochelante…

Kate avrebbe voluto dirgli di stare calmo, la realtà era che non riusciva a stare calma nemmeno lei.

Rick parlò in modo piuttosto concitato con il dottore che aveva voluto sapere esattamente le condizioni di Joy: come sempre prima di una trasfusione, quando i suoi livelli di emoglobina erano più bassi, era già da qualche giorno più stanca e si affaticava di più, ma nel complesso stava bene.

- Cosa ti ha detto? - Gli chiese Kate nervosamente appena finì di parlare con il dottore.

- Abbiamo qualche giorno di tempo, Joy non avrà grossi problemi, oltre a sentirsi sempre più debole e stanca ed anche per la terapia può sopportare qualche giorno senza… 

- Qualche giorno… Dio mio Castle… Io voglio ritrovare Joy subito, non tra qualche giorno! - Beckett sentiva che il suo crollo era sempre più vicino e si allontanò da tutti per andare in bagno. Glielo voleva dire, oggi avrebbe detto tutto, avrebbe buttato giù quel castello di menzogne nel quale aveva vissuto nelle ultime settimane, ed invece le sembrava di essere in un nuovo incubo.

 

- Che sta succedendo qui? Castle, come mai da solo? - Era arrivata Lanie, all’oscuro di tutto. Ci mise un attimo a cancellare il sorriso dal volto, vedendo quello dei tre uomini davanti a lei.

Le avevano detto di Joy ed era corsa a raggiungere Beckett in bagno. L’aveva trovata con le mani strette sulla ceramica del lavandino e lo sguardo basso. Sentì il suo respiro spezzato che non nascondeva i singhiozzi.

- Tesoro… 

Kate alzò lo sguardo e vide la sua amica che non potè fare a meno di vedere gli occhi arrossati e quel trucco ormai sfatto che le segnava il viso.

- Non so cosa fare Lanie… Non so proprio cosa fare…

   
 
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