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Autore: darken_raichu    30/06/2017    0 recensioni
Pokémos è una terra lontana, dove i pokémon vivono divisi in 18 nazioni, tra i cui territori si estendono deserti, pianure, foreste e mari, che rendono assai difficoltosi i collegamenti tra i vari paesi. Fino a 10 anni fa la terra era in pace, ma ora le cose stanno cambiando…
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Strada di Arceus, 02/07/4783, circa le 11
«Questo è quanto?» Chiese lo Stoutland.
Zangoose annuì, mentre un servitore gli porgeva un calice d’acqua. Era piuttosto stanco perché la sera prima aveva fatto le ore piccole, ma non poteva certo non presentarsi dal Duca. Ciò non toglieva che raccontare tutta la storia fosse faticoso. Ci aveva messo un’ora, e per brevità aveva tagliato parecchi pezzi inutili.
«Uhm… Sì, ammetto che la vostra storia potrebbe essere vera. Dimmi Tauros, ritieni che tutto ciò sia possibile?»
Tauros annuì «Occorrerebbe certo un enorme potere, come quello di uno o più Loro, o di un numero enorme di Megaevoluzioni, ma sarebbe possibile, nel nostro mondo, costringere la forma fisica di Arceus alla prigionia. Lui stesso ha fatto in modo che i Loro non potessero manifestarsi tra noi nella loro forma completa. Inoltre, ha creato la Pietrastante, la pietra che annulla qualunque mossa e capacità di un Pokémon, incluso il Teletrasporto o l’intangibilità degli Spettri. Con quella sarebbe effettivamente possibile rinchiuderlo.»
«Il che probabilmente spiega questa.» Disse mostrano loro un documento, su cui spiccava il sigillo della Voce di Arceus, l’Anello. «La Voce rimanda il consiglio convocando tutti i Duchi e i nobili minori alla fine del mese. Tecnicamente è in suo potere, in quanto è lui a stabilirne la data mensile, ma è un caso con ben pochi precedenti. Diversi degli altri Duchi mi hanno scritto domandandomi cosa ne pensassi, ma non ne avevo idea. Ora però mi è chiaro.»
«Deduco quindi che ce l’abbiano fatta.» Disse Zangoose, riferendosi ai suoi compagni.
«Sembrerebbe la deduzione corretta, Investigatore dell’Ignoto. Per la Voce anche solo spostare questa data è un’azione che rischia di avere gravi conseguenze. Ma immagino voi realizziate perché l’ha fatto.»
Zangoose annuì «Per farci guadagnare tempo.»
«Esatto. Dobbiamo convincere i Duchi ad unirsi a noi. E dobbiamo farlo entro la fine del mese.» Disse Tauros.
 
Da qualche parte a Fatia, 02/07/4783, circa le 12
«E così ci siamo.» Disse il Capitano, osservando i fogli «Finalmente è il nostro momento.»
Le due annuirono.
 «Qualcuna di voi ha richieste particolari? So bene che di solito i vostri desideri sono… peculiari.» Proseguì il Pokémon, osservando le due.
«Effettivamente una cosa ci sarebbe.» Commentò la prima delle due.
«E allora parla.» Rispose l’altro, spazientito. Detestava questi giochetti. La Pokémon avrebbe dovuto sapere che su di lui non funzionavano.
«Voglio un permesso speciale.»
«Ma davvero? E per quale motivo?»
«Mi hanno riferito che c’è stato uno sconfinamento. Desidero occuparmene personalmente.»
«Bene, ma in cambio mi aspetto che tu faccia il tuo lavoro come si deve.» Rispose l’altro «Non voglio un altro rapimento importante finisca come l’ultimo.»
«Sono passati anni, suvvia. Dimentica e perdona.»
Il Pokémon si passò una zampa sulla fronte, poi si rivolse all’altra «E tu, niente di particolare?»
«No, questa volta desidero davvero occuparmene. E prometto di non esagerare come l’ultima.»
Il Capitano annuì, soddisfatto «In tal caso, signore, che la caccia abbia inizio.»
 
Fairydan, 02/07/4783, circa le 18
La città di Fairydan apparve davanti al Gruppo come per magia, mentre svoltavano a una curva per aggirare un bosco. E per poco le loro mascelle non si spezzarono mentre fissavano la città a bocca aperta.
Non c’erano parole per descrivere la capitale di Fatia. Non era semplicemente bella. Non era stupenda. Non era magnifica. Era molto, molto di più.
Le mura della città erano completamente affrescate. Un dipinto enorme dedicato a Fatia e ai Loro, che circondava completamente la città. Un dipinto che pareva vivo.
Dietro di essa, si scorgevano le alte guglie della città. Erano torri di avvistamento concentriche, e su ognuna di esse era rappresentato un Loro intento ad attaccare. Ed erano così terrificanti e così magnifiche allo stesso tempo che i membri del Gruppo non sapevano se restare ad osservarli, immobili, o se mettersi a correre.
Per fortuna, Eelektross diede a tutti una sonora pacca alla schiena, e i Pokémon si ripresero quanto bastava per ricominciare a muoversi ed entrare in città. La porta era finemente lavorata, un’unica lastra di ferro su cui erano incise opere di straordinaria magnificienza. Re e regine davanti a cui i Pokémon si inchinavano, mentre questi emettevano il giusto verdetto.
Entrato in città, osservò le case. Di solito, in una città le case più vicine alle mura erano semplici edifici, case in muratura con talvolta qualche abbellimento. Lì no. Ogni casa era finemente decorata. Su ognuna di esse c’erano affreschi e mosaici, e la maggior parte aveva sculture nei giardini e vetri lavorati alle finestre.
«La quasi totalità degli abitanti di Fairydan sono artisti.» Spiegò Eelektross, mentre teneva il gruppo concentrato sui carri «Perciò devono mettere in mostra le proprie capacità. Fairydan è la città che muta, perché ogni giorno le facciate di questa o quella casa possono cambiare, le statue di un giardino aumentare o cambiare. Addirittura ci sono architetti che ricostruiscono da zero la propria casa una volta ogni due o tre mesi.»
Raichu ammirò la città affascinato. Non aveva mai visto niente di così bello. Mentre i carri giravano intorno alla fontana al centro di una piazza, osservò i dettagli del Lapras dal cui corno usciva l’acqua. Non solo sembrava vivo, ma sembrava più vivo di qualunque Lapras avesse mai visto. Sembrava all’apice della salute.
Raichu non avrebbe saputo spiegarlo. Aveva visto le statue lungo la strada, e anche quelle sembravano reali. Ma c’era qualcosa di diverso tra quelle e queste.
I Pokémon attraversarono le larghe vie della città, quelle costruite per i carri, e raggiunsero la zona centrale. Qui i membri del Gruppo rimasero davvero senza fiato. La larga piazza che si stava riempiendo di Pokémon, e che loro avrebbero presto dovuto aggirare, ospitava un enorme palco decorato da motivi floreali al cui interno si nascondevano, guardando bene, vari Pokémon. Avvicinandosi, Raichu realizzò che erano a grandezza naturale. Un Raichu grande quanto lui si stava arrampicando tra le foglie, un Charizard di pietra ruggiva sulla cima del palo destro, un Venipede scendeva verso il basso.
«Cosa sta succedendo?»
«Si tratta dell’esibizione.» Spiegò Klef «Devono presentare un nuovo Generale alla popolazione. Perciò i cinque Generali si esibiranno per il popolo.»
«Cinque?»
«Certo. Il Generale della Grazia, il Generale della Grinta, il Generale dell’Acume, il Generale della Classe e il loro leader, il Generale della Bellezza.» Rispose Eelektross «Il precedente Generale della Grinta, Ser Azumal il Potente, è morto di vecchiaia tre mesi fa, e il suo successore è stato scelto subito dopo. Come vuole la procedura, dato che dopo tre mesi nessun candidato si è presentato per opporsi alla successione, è stata confermata la scelta fatta allora.»
Raichu annuì. Ad Elettria la scelta del Generale avveniva subito dopo la morte ed il ritiro del predecessore e non prevedeva riti particolari, ma sapeva che era stato solo dai tempi del nonno di Re Electivire. Prima esisteva un complesso rituale.
Procedettero ancora, e superarono il palazzo reale.
L’edificio era così imponente e così bello che Raichu avrebbe fatto in seguito fatica a descriverlo. Era di un bianco purissimo, contrastando con i variopinti edifici della parte esterna della città, ma quel bianco lo rendeva perfetto. Era evidente che era stato creato dagli stessi artisti che avevano creato le grandi opere di Normalia, eppure allo stesso tempo era superiore ad esso. Sei torri bianche, un grande portale bianco, finestre dai vetri intarsiati… Il palazzo era bello oltre ogni immaginazione, anche da fuori. Si chiese come sarebbe stato entrarvi.
La villa in cui lasciarono i carri era un edificio magnifico, ma non riusciva a non sfigurare vicino al palazzo. Qui spinsero i carri nella rimessa, quello dei clienti più vicino all’uscita. Granbull fu l’unico a scendere, per salutarli, ringraziarli ed ovviamente consegnare il resto della somma pattuita ai membri della Gilda.
Klef sorrise contandoli, li porse a Wigglytuff perché effettuasse un secondo conteggio e quando il Pokémon annuì ringraziò il cliente.
«Le auguro una miglior fortuna nel suo prossimo viaggio.» Disse il Pokémon facendo ondaggiare le chiavi per via di una risata.
«Siamo stati sfortunati, ma il vostro compito è stato svolto alla perfezione. Vi ringrazio per l’aiuto.»
Klef annuì, poi lui e i suoi si fecero indietro mentre Granbull si rivolgeva ad Eelektross e al Gruppo.
«Beh, grazie per l’aiuto vecchio mio, sei stato provvidenziale.» Disse al Pokémon Elettro.
«Sono certo che sarebbero riusciti a difendervi lo stesso. O che ci avresti pensato direttamente tu.» Rispose quello, allungando la mano che il Pokémon gli strinse.
Granbull scosse energicamente e annuì «Ma sono felice di non averlo dovuto fare. Qualunque cosa tu stia facendo qui Eelektross, ti auguro la migliore delle fortune.»
Eelektross sbuffò «Di solito quando qualcuno dice una cosa del genere le cose vanno male, sai?» Rispose, poi si girò e salutò ancora alzando la mano.
Raichu e il resto del Gruppo lo seguirono. Poco dopo si separarono anche da Klef, e continuarono a seguire il Pokémon lungo le vie della città.
Questi li guidò fino a una locanda con una magnifica insegna in legno che riproduceva la testa di un Pikachu. L’insegna diceva “Al bellissimo Pikachu”.
Eelektross fece loro cenno di entrare e il gruppo lo seguì nel locale. Superarono i tavolini eleganti in legno intagliato o ferro battuto e raggiunsero il bancone. Un’Aromatisse li fissò, poi impallidì.
«Eelektross, signore…»
«Aromatisse, sono qui per vedere Kyum. Dovrebbero già averlo informato.»
«Sì signore, la sta aspettando. C’è anche Wilem. Ma…»
«Niente ma. Fammi entrare subito.»
Aromatisse annuì e li portò a una porta laterale. La Pokémon aprì ed Eelektross entrò, seguito dal resto del gruppo.
La porta dava su un breve corridoio che, quindi, portava alla casa accanto all’osteria. Qui si trovava una sala piuttosto grande e poco illuminata con una scrivania, decine di scaffali e numerose sedie. Su una di esse era seduto un Mawile legato.
«Quindi Eelektross, è vero?» Chiese una voce da un angolo. Raichu fece per alzare lo sguardo ma Eelektross lo fermò, guardando da un’altra parte.
«Kyum, stai cercando di uccidere il tuo capo?» Chiese Eelektross.
Ci fu una risatina, poi un fruscio. Un attimo dopo, un pokémon simile a un Pikachu comparve accanto ad Eelektross. Dopo un secondo, Raichu realizzò che in realtà stava solo indossando un travestimento formato da un panno di stoffa e un pezzo di legno lavorato. Era un lavoro malfatto, ma gli venne il dubbio che fosse fatto così di proposito. I suoi veri occhi erano sul petto, e stavano fissando i vari membri del Gruppo. Poi si fermarono su Raichu.
«Tu sei… l’evoluzione di un Pikachu vero?»
Raichu annuì. Il pokémon Spettro lo fissò per un lungo momento, poi scosse la ‘testa’.
«No, puoi andare bene.» Decise alla fine «Se fossi un Pikachu, la storia sarebbe stata diversa.» Aggiunse.
«Kyum, abbiamo altro di cui parlare.» Rispose Eelektross «Prima di tutto, lascia andare Wilem. Sono io che gli ho ordinato di tornare indietro.»
Il Mimikyu annuì. Un lungo braccio d’ombra emerse da sotto il travestimento e con Ombrartigli tagliò le corde. Wilem si rialzò, si inchinò a Eelektross ed uscì.
«Chi era il cliente questa volta?» Chiese Eelektross indicando Wilem.
«I Gialli. Volevano che le Fate Blu fallissero la missione.»
«Non erano riusciti a mettere sotto controllo la situazione? Un rapimento è roba grossa.»
«Con la situazione attuale di Fatia, le Gilde si stanno ritrovando con le mani libere. Il che è un guadagno per noi.»
«Non se la mia ipotesi è corretta. Comunque, non ho intenzione di dirti nulla, hai accettato un lavoro e l’hai portato avanti. Informa il cliente del fallimento e rimborsalo.»
Kyum annuì «Altro?»
«Sì, ma per questo vorrei che voi altri ve ne andaste.» Disse Eelektross. Il resto del Gruppo annuì, sapendo che Eelektross aveva i suoi affari privati da discutere. Luxray fece per restare, ma Eelektross fece anche a lui cenno di uscire.
Quando tutti se ne furono andati, Eelektross fissò Kyum «Abbiamo parecchio di cui discutere. Ma prima di tutto, c’è una cosa che devo sapere. Lei è dove mi hai detto, vero?»
«Non serviva mentire.»
Eelektross sospirò «Bene. Bene. Adesso, parliamo di lavoro. Com’è la situazione qui a Fatia? Gruppi emergenti, domini di vecchie organizzazioni… Voglio una spiegazione dettagliata. Dovrebbe esserti arrivata una lettera con la mia spiegazione, avevo chiesto ai miei di mandarla.»
«Sì, è arrivata, e ho cominciato già. Abbiamo al momento il controllo di tutta Fairydan. Il resto di Fatia sarà un lavoro più complicato. Inoltre, temo che sia tardi Eelektross. »
«Lo temevo. Fai quel che puoi.»
«Molto bene.» Disse Kyum, e iniziò a fare rapporto ad Eelektross.
 
Fatia, 02/07/4783, circa le 20
«Forza, siamo quasi arrivati.» Disse il Ditto.
«Quasi arrivati vuol dire che abbiamo recuperato solo tre delle nove ore di vantaggio delle nostre prede.» Rispose una voce dal gruppo che li seguiva. Persian si girò per capire chi avesse parlato, ma non riuscì a individuarlo. Borbottò qualcosa e proseguì. Non erano stati lui e Ditto a volersi fermare per riposare, era stata la maggioranza dei loro compagni. In quel modo parte del vantaggio accumulato era andato perso.
«Oh, non preoccupatevi, quello sarà l’ultimo dei vostri problemi.» Disse una voce proveniente da una macchia di alberi lì vicino. Persian, Ditto e gli altri si girarono verso di essa, mettendosi in guardia.
Ne uscì una Florges. Quella fece un inchino. La sua acconciatura bianca ed il corpo viola la rendevano particolare, ma il suo sguardo era tutt’altro che amichevole.
 «E chi saresti tu per deciderlo?»
«Mi chiamo Florges. Mi è giunta notizia di uno sconfinamento da parte di un altro gruppo, e sono venuta a darvi una lezione per questo.»
Persian cominciava a sudare freddo, ma decise di non darlo a vedere «Abbiamo un permesso del nostro capo per uscire da Normalia ed entrare a Fatia. Comprendo sia poco ortodosso, ma catturare l’obbiettivo ha la precedenza su queste cose.»
Florges scosse la testa «Non posso ignorare questo affronto. E non possono farlo neanche gli altri, non crediate che ne siano contenti. Semplicemente sono arrivata per prima.»
«E cosa pensi di poter fare da sola?» Chiese Persian, indicando il loro grosso seguito «Hai commesso un grave errore a metterti contro di noi da sola.»
In risposta, Florges scosse la testa «Oseresti davvero attaccarmi? Sono comunque sullo stesso piano del vostro leader.» Sorrise «Anche se in realtà sono persino superiore.»
«Nei tuoi sogni.» Replicò Ditto.
«Già, il nostro leader…»
Florges interruppe le proteste con un gesto della mano «Molto bene. Vediamo a che livello sono i suoi uomini.» Disse.
Persian si mise in posizione, mentre Ditto si trasformava in un Pyroar imitando uno dei suoi compagni.
«Buon inizio.» Commentò Florges, sorridendo, e si lanciò all’attacco.
 
Fairydan, 02/07/4783, circa le 20
«Mi dispiace signore, ma quest’oggi non ci sono udienze disponibili.» Spiegò la guardia, uno Spritzee.
«Cosa vuol dire non ci sono udienze disponibili? Ho una lettera firmata da…» Iniziò Eelektross, ma la guardia alzò l’ala per interromperlo.
«Comprendo perfettamente signore, mi creda, ma non solo lei è fuori orario, ma la regina non è neanche a palazzo. Si trova alla cerimonia per la nomina del nuovo Generale, che avrà luogo tra un’ora.» Spiegò il Pokémon «Pertanto, la invito a presentarsi nuovamente domani.»
Eelektross sbuffò «Bene, ma spero che domani la regina sia presente a palazzo.» Rispose Eelektross, girandosi. Il Gruppo, che lo aveva seguito fin lì, lo fissò sorpreso. Non era da Eelektross comportarsi così. Di solito sapeva mantenere la calma anche in situazioni di pericolo, eppure in quel momento sembrava seriamente preoccupato.
«Scusate. Andiamo a questa cerimonia. Voglio provare a vedere se riesco a ottenere un incontro anticipato con la regina.»
«Eelektross, perché sembri così preoccupato? Abbiamo avuto questi incontri diverse volte ormai. E i risultati sono sempre stati ottimi, anche se qualche volta per il rotto della cuffia. Qualunque cosa ci aspetti la possiamo affrontare.» Disse Raichu. Gli altri annuirono, ma Eelektross scosse la testa.
«Non montatevi la testa.» Disse Eelektross «Siamo stati semplicemente fortunati fin qua. Troppo fortunati. A Laghia l’Organizzazione non ci vedeva come un pericolo e ha preferito usare mercenari piuttosto che venirci contro di persona. Ad Alvearia Laghia ha fatto in modo che ci aprissero tutte le porte. Ad Aeria i Capitani si sono fatti avanti uno alla volta, e solo uno di loro ci ha affrontato prima che parlassimo con il Re. Alla Coalizione e a Vulcania non solo i Re sono stati disponibili a incontrarci, ma quando ci è toccato affrontare i Capitani vi siete salvati per un pelo o perché c’ero io, e non senza ferite gravi. E questo senza parlare di quanto successo ad Espia. A Normalia per qualche motivo non ci hanno toccati, immagino che in un paese così vasto avessero troppo da fare. Per quanto tempo pensate si possa andare avanti così? Finora l’Organizzazione ci ha preso sotto gamba, e adesso deve rimediare. Evidentemente l’Alleanza per loro è il nemico principale ormai. Perciò quanto tempo ci vorrà prima che decidano di schiacciarci del tutto? Per questo voglio ottenere questo incontro il prima possibile. La nostra unica possibilità è continuare a muoverci.» Rispose il Pokémon «Ora muovetevi. Abbiamo un’Esibizione a cui assistere e una regina con cui parlare.»
In realtà, Eelektross sapeva che nel profondo aveva anche un altro motivo, personale. Ma non aveva certo intenzione di parlarne con loro. ___________________________________________________________________________________________________________________ Di solito, aspetto il 2 luglio per scrivere queste cose, ma data la lunghissima pausa (dovuta agli esami) che c'è stata tra questo capitolo e il precedente, anticiperò un po' le cose. Pertanto, voglio ringraziare tutti i lettori. Il 2 luglio 2017 infatti è un giorno speciale, perché segna il quarto anniversario di Pokémos (ovviamente si parla della pubblicazione originale). Questo quarto anno non è stato facile, perché è andato a mischiarsi con una difficile quinta superiore, impegni personali in continuo aumento e cose del genere. Abbiamo avuto pochissimi capitoli e per questo mi scuso con i lettori. MA voglio anche ringraziarli per essere stati con me un altro anno. Seguire questa storia sta diventando difficile, me ne rendo conto. Sono 191 capitoli, e nonostante tutto l'impegno la realtà deve venire prima. Spero comunque che continuerete a seguirmi fino alla fine di questa avventura. Grazie per questi anni insieme, tutti i commentatori sono stati un pubblico imprescindibile, siano essi su PM, su EFP o su Pokémon Central. Grazie, e a presto (si spera) per il prossimo capitolo.
  
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