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Autore: Mary Rosemary    30/06/2017    3 recensioni
Vivere la propria vita allo stesso modo, memorizzare i medesimi ricordi, all'infinito.
Da quanto, esattamente, il mondo si era messo a procedere in tale irrazionale maniera?
Il tempo, dilatandosi e restringendosi, srotolava la sua bobina di filo bianco, per poi mettersi a riavvolgerla tutta con un solo, veloce movimento; e così portava tutto con sé, le anime perdevano il loro significato e l'intero cosmo si resettava.
E ricominciava com'era finito.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tecna, Trix, Winx
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Cinque: Non si tratta di giocare a fare Dio


I.




Ricordati che mi devi dei soldi, sorellina.” fece Stormy, allungando il palmo verso Darcy, che stava finendo di truccarsi. Quella prese un paio di banconote e gliele schiaffò sulla mano, ma la strega delle tempeste non accennò a muoversi.
Stai scherzando, vero? Non te ne do altri, hai le mani bucate tu. Ieri hai rubato un verdone dal portafoglio di Icy, ti ho vista. Come diavolo hai fatto a spenderlo in un solo pomeriggio?” rispose la strega delle illusioni, rivolgendole qualche sguardo di disapprovazione. Non avrebbe messo mano al suo portafoglio per fornire materia prima a quella spendacciona di sua sorella. Ma la minore aveva le sue armi.
Andiamo, lo sai che me lo lascia fare anche se è una tirchia del cazzo – disse, accennando un ghigno che non prometteva nulla di buono – E poi non vuoi che sappia che esci con un coglione quando lei non c'è, giusto?”
Riven non è un coglione.”
Tu esci solo con i coglioni, Darcy.” puntualizzò la strega delle tempeste, incrociando le braccia al petto.
Non sarà contenta di sapere cosa fai alle sue spalle.” la canzonò. La mora sbuffò e posò il mascara solo per rivolgere uno sguardo infuocato alla sorella.
Era di gran lunga la più paziente delle tre, ma Stormy non doveva permettersi di tirare troppo la corda. Perché quando si fosse spezzata, oh non mancava molto, la sua cara sorellina avrebbe passato un brutto quarto d'ora.
Quest'ultima la squadrò da capo a piedi, più per evitare il suo sguardo ipnotico che per altro, notando che la gonna lunga color prugna che portava era uno di quei vestiti 'riservati ad occasioni particolari'.

Ma allora è qualcosa di serio.” si affrettò ad aggiungere, facendo sfumare il suo sogghigno in un'espressione leggermente più controllata. L'altra distolse lo sguardo, alzando le spalle e mettendo il rossetto in borsa.
Più o meno. E tu vedi di tenere la bocca chiusa.” cedette infine Darcy, allungandole la tanto agognata banconota ed uscendo dalla stanza, prima che la sorella prendesse a stuzzicarla di nuovo.
L
a posizione in cui era al momento era troppo precaria per reggere un litigio con la minore; l'ago della bilancia sarebbe potuto pendere a suo sfavore. Non si lasciava ricattare spesso, ma non aveva nessuna voglia di discutere di argomenti simili, non solo con Stormy, ma con chiunque.
C'erano cose più importanti di un giorno di svago che si era concessa, dopo parecchi studi ed approfondimenti. E poi aveva bisogno di uscire da Torrenuvola ogni tanto.
Necessitava di far chiarezza nella sua mente e dissolvere la foschia che si era creata in modo innaturale; essendo la strega delle illusioni, sapeva quando qualcuno tentava di manomettere il suo vigile inconscio. Qualcosa era fluito attraverso la sua mente aperta offuscandola, possedendola, come se lei stessa fosse stata ipnotizzata senza accorgersene.
E la coscienza di tale eventualità gettava la sua esistenza in balia di infinite paranoie. Non poteva lasciare che chiunque prendesse il controllo della sua
psiche, era abbastanza potente da riacquistarne la padronanza, se solo fosse stata in grado di identificare l'incantesimo che era stato usato contro di lei.
D
opotutto quasi nessuno poteva competere con i suoi poteri mentali.
Ma c'era sempre qualche piccolo dettaglio a frenarla, che le impediva di ricordare quale fosse la causa di tale confusione mentale in cui era bloccata.
Si sistemò gli occhiali arancioni, spingendoli verso l'alto con l'anulare della mano destra, mentre l'autobus si apprestava a raggiungere la propria destinazione: la città di Magix. Era partita una buona mezz'ora prima rispetto all'orario dell'appuntamento, ma, siccome era fissata con l'essere puntuale e con i mezzi pubblici letteralmente tutto poteva accadere, aveva preso la decisione di partire con largo anticipo. Le vie erano ancora stranamente tranquille, poche anime vi si aggiravano, strette nei loro cappotti per fronteggiare i primi attacchi del freddo che presto si sarebbe trasformato nel vero e proprio inverno. L'inizio di Across the Universe dei Beatles sembrava colmare il gelido silenzio che opprimeva la grande città, rallentando i suoi movimenti solitamente frenetici.
La strega era l'unica che, nonostante il ritmo lento della canzone che echeggiava nelle sue auricolari, camminava a passo sostenuto.
Ma, ovviamente, era troppo concentrata per accorgersene. Troppo concentrata sul modo per liberare il suo encefalo da un blocco che la rendeva incapace di portare a termine ragionamenti importanti e di riflettere; eppure la causa che aveva scatenato tale fenomeno doveva esserci, sarebbe stato irrazionale il contrario.
S
i sentiva come se le avessero strappato parte del suo passato.
Come quando-

Darcy.”
Sentì appena il proprio nome, se paragonato allo strattone che la borsa, trattenuta da mani sconosciute, – o forse conosciute – aveva dato alla sua spalla sinistra. Le sembrava un ottimo motivo per fermarsi e rivolgere uno sguardo non del tutto amichevole all'individuo che la intralciava.
Tecna la guardava con un'espressione seria, sostenendo il contatto visivo quasi alla perfezione, prima di lasciar andare la borsa con un veloce movimento della mano. Ed ottenne l'effetto sperato, dato che la strega non le diede le spalle per riprendere a percorrere la sua strada.

Cosa volete da me.” sibilò, facendo riferimento anche a Flora che era rimasta in posizione arretrata rispetto alla sua compagna. Non sembravano volerla attaccare, le pareva un ennesimo imprevisto inutile. Mantenne i suoi occhi ipnotici su di loro, come a leggere nelle loro menti, e poi incrociò le braccia, lanciando un veloce guardo all'elegante orologio che portava al polso.
Sperava solo che non avessero intenzione di farla tardare, o la conseguenza a tale sgarro sarebbe stata poco piacevole. Tecna sembrò esitare un attimo, pensando bene alle domanda che avrebbe dovuto porre alla strega per cominciare ad escludere potenziali sospettati dalle sue ipotesi.
I suoi occhi azzurri tremarono appena, il potere contenuto nello sguardo della strega dai capelli castani cominciava a farsi presente, aumentando il peso dell'atmosfera che circondava il piccolo gruppo.

Consegnaci l'anello di Stella.” disse la fata della tecnologia, infine.
Al primo impatto Darcy sembrò confusa: volse il viso in basso per qualche secondo, la bocca appena socchiusa in un'espressione pensierosa e concentrata, come se stesse impiegando le sue energie a ricordare tale oggetto; poi si lasciò scappare una risata asciutta, scuotendo la testa in segno di derisione.

Non vi conviene intromettervi su ciò che ci interessa, fatine. Quel potere sarà nostro comunque, anche se vi affannate così tanto a difendere la vostra nuova amica.” rispose sprezzante, e si avviò, facendo per rimettersi le auricolari.
“… Darcy, sei la strega delle illusioni.” disse Flora, quasi in un sussurro, interrompendo nuovamente la sua marcia.
Okay?” fece la mora senza girarsi, le cuffie ancora fra le sue dita affusolate.
Se qualcuno elimina i tuoi ricordi dovresti accorgertene.”




II.




Non era solita restare fuori con il brutto tempo, ma aveva un impellente bisogno di silenzio. E nella sua camera, evidentemente, era chiedere troppo. Inoltre era sabato e, come ogni fine settimana, non poteva permettersi di non bere qualcosa di forte.
Un paio di bottiglie di Jack Daniel's dondolavano in modo armonioso fra le sue dita, toccandosi di tanto in tanto e producendo un lieve rumore sordo, l'altra mano era impegnata a reggere la vodka in verticale, di modo che, fino all'ultima goccia, il liquido trasparente scivolasse nella gola della ragazza. La testa si era fatta leggera da qualche minuto, data la massiccia quantità di alcol che aveva consumato prima di giungere a destinazione con il rimanente; le labbra rosee abbandonarono il collo della bottiglia con un movimento sgraziato, incurvandosi appena all'insù in un'espressione di puro ed inconsapevole rilassamento. Sulla sua liscia pelle chiara scivolavano silenziose piccole gocce di pioggia, salate come lacrime e brucianti come acido.
Ma era troppo brilla per farci caso, nel suo cervello tutto era tornato al proprio posto; lo sforzo svolto a rimettere insieme i pezzi di tutto, compresi quelli della sua vita, le era costato parecchia magia, infine però aveva incassato la ricompensa che l'aspettava. Ed ora poteva fare uno strappo alla regola e permettersi una sana sbronza.
Da mezz'ora pioveva sulle sue ciglia, sul terreno sotto ai suoi piedi; pioveva sul mondo fasullo che la circondava. Pioggia irreale su immagini fittizie ed artificiali.
Le venne da pensare che la pioggia non risparmiava nulla, nemmeno un Dio.
Sc
orreva su di lei come se fosse anch'essa parte del suo stesso caos, come se non ne fosse completamente immune, nascondendola a chi avesse la capacità di osservare con la mente bene aperta. Poteva essere un fatto curioso, quasi da stupirsene: invece rise di sé stessa, di come la propria fantasia viaggiasse alla stessa velocità dell'alcol nelle sue vene in tale attimo di scarsa lucidità.
Non aveva senso ragionare su cose inutili come quella; ma una breve distrazione era esattamente ciò che cercava, ancora una volta dovette ringraziare la sua abitudine di alzare un po' troppo il gomito ogni tanto.
Del resto poteva concederselo: il mondo che lei stessa si era adoperata a generare dai ricordi, riproducendo esattamente ogni attimo vissuto nel passato, era di nuovo in piedi e più forte di prima. Avrebbe tenuto la guardia alta per assicurarsi che nessuno potesse attaccarne la struttura di nuovo, fino a farlo vacillare pericolosamente.
Le memorie non sarebbero sfuggite al suo controllo ancora una volta, era dovuta ricorrere al celarle in profondità dentro di sé per renderle irraggiungibili a chiunque. Nessuno escluso.
E
chi credeva che un essere finito non potesse caricarsi delle responsabilità di Dio e cavarsela comunque in modo egregio, era un povero illuso. Bastava solo osservare la perfezione nella vendetta che aveva dato alla luce, per capire che lei non fosse una comune creatura magica, ma vi era estremamente superiore.
Tutto quel potere nelle sue mani e nella sua testa, eppure non aveva lasciato che nessun minimo dettaglio minacciasse la sua immortale ed infinita figura, non aveva permesso a nessuna congiura di crearsi sotto il proprio dominio. Aveva afferrato la situazione con calma e compostezza e riportato l'ordine alla follia.

E, non meno importante, nessuno sospettava di nulla, ora che ogni mente di Magix era sotto il suo irremovibile controllo.
Stappò una delle due bottiglie di Jack Daniel's e ne prese un lungo sorso: il liquore bruciava almeno quanto la pioggia, in un muto sussulto lo lasciò scendere lungo l'esofago. Si leccò piano le labbra, assaporando l'unico sapore capace di donarle emozioni che da sobria rifiutava di liberare.
Il silenzio tanto desiderato pareva ora più rumoroso della pioggia, batteva contro le mura che racchiudevano l'illusione del suo mondo con tonfi sordi e talmente patetici – se paragonati alla grandezza e all'immobilità del tempo, ingabbiato e congelato senza alcuno scrupolo in ventun anni del suo flusso – che le venne da deriderlo.
Ma non lo fece.
Di esseri pateticamente inferiori a lei, del resto, ne era piena la Dimensione Magica; ad un Dio non importavano particolari così infimi ed inutili. Le fate, in primis, non ancora consapevoli di quante volte sarebbero tornate ad essere nullità, a sbattere le loro ali invano per un universo che non sarebbe mai stato veramente salvo.
Avrebbe riso all'infinito se avesse dovuto osservarli tutti, invece che semplicemente piegarli al suo potere.
S
i passò una mano fra i capelli, ormai grondanti di acqua piovana, spostandoseli dal viso per alzare lo sguardo verso il cielo. Nonostante la sua immortalità, quanto poteva essere vulnerabile alla morte, piantata a terra com'era?
Come motore immobile* del Loop era ancora lontana dall'essere intoccabile a chi pareva divergere dai suoi intenti, sempre che qualcuno ci fosse riuscito. Contare sulla sua salute e sull'immensa magia della quale disponeva, per un millesimo di secondo, le parve un'errore imperdonabile; poi scosse la testa divertita, chiudendo la bottiglia che ancora dondolava nella sua mano destra.
Basta alcol per il momento.


*Teoria aristotelica della figura di Dio, che lo figura come motore che spinge il divenire delle cose; tuttavia, un motore deve essere a sua volta azionato da qualcosa che ne trasmette il movimento. Ma Dio, com'è capace di fornire energia al mondo per la propria natura di motore, è capace di fornire energia anche a sé stesso, senza che sia altro a muoverlo. Ciò implica la definizione di “Motore Immobile”.




III.




Ma dove cazzo sei?! Avevi detto che, al più tardi, rientravi sta mattina, stronza! E mi chiami solo adesso a dirmi dove sei finita?!
Avevi pure il telefono spento, genio. Ti è venuto in mente solo adesso, per caso, che potevi fottutamente accenderlo ed avvisarmi?
Grande, cazzo, così non potevo neanche rintracciarti in caso nostra sorella tornasse.
E infatti l'ha fatto, non è che ogni sabato sera torna alle sei di mattina, eh. Ora spero tu sia contenta di sapere che sei nella merda, perché ovviamente ti avrà beccato che te la fai con l'amichetto delle fatine e ci esci di nascosto solo per non prenderti il cazziatone. E non l'avrebbe fatto se tu fossi rientrata in tempo, cogliona.
Ah, e non credere che passi sopra al fatto che ieri fosse sabato, perché sai com'è la troia, lei può farsi di quello che vuole
e restare fuori tutta la notte, e noi se sgarriamo di un minuto e non le chiediamo il permesso siamo morte. Ci deve tenere al guinzaglio, cazzo.
Ieri è tornata stra marcia e mi ha detto subito di muovere il culo ed andare a cercarti, manco fossi il suo cazzo di cane.
Però figa, si è accorta subito che non c'eri, quindi trova qualche scusa credibile o torna con qualche cazzo di erba che giustifichi la tua assenza.
Tipo boh, la pianta della ricerca che dobbiamo fare per la settimana prossima, almeno fra la sbornia e tutto non ti romperà i coglioni. Non mi ricordo neanche il nome di quella roba, ma trovala, così non devo nemmeno sbattermi per andare a cercarla.
E poi voglio un cazzo di aumento, per averti parato il culo.
Se non fossi uscita io l'avrebbe fatto lei e ti avrebbe ammazzata, quindi sgancia un po' di verdoni, non voglio casini per le tue minchiate.
E smettila di respirare nel microfono, che sembri un maniaco.


Darcy? Sei lì?
Di' qualcosa, cazzo.

Hmpf. Guarda che sono Riven. Volevo vedere quanto saresti andata avanti con il tuo inutile monologo.”
Senti, vaffanculo. Potevi anche fermarmi, stronzo. Cosa mi hai chiamata a fare?”
Volevo sapere se Darcy fosse lì, ma qualcosa mi dice che non è tornata. Ieri non si è presentata a Magix, e non so che fine abbia fatto.”




Avvertenze e condizioni per l'uso: in teoria questo capitolo non doveva uscire così presto (ho paura che faccia stra cagare, anche perché il paragrafo tre è corto apposta, ma magari graficamente fa schifo e paranoie, paranoie, paranoie.) ma, dato che mi sono andati bene gli scritti ho deciso che qualche minutino (mentre internet era morto e non potevo comunque studiare Spencer) al capitolo cinque, che avevo cominciato tipo prima delle tre prove. Allora, spero che questo chiarisca il capitolo quattro, anche se ho preferito non essere troppo esplicita sulle scoperte, tutto è lasciato abbastanza a metà, ma qualche informazione si può già dedurre, e stiamo già arrivando verso la fine. Più o meno.
Lo disse anche Oda mentre scriveva One Piece, probabilmente. Ma non preoccupatevi, non vi stresserò troppo con questa roba. Spero solo vi faccia piacere che non sia uscito fra sessant'anni.
E spero che non ci sia troppa attesa per il sesto, dato che per quello ci sarà l'incognita università probabilmente. Yay.
Ringrazio
_LestrangeMills_ ( che sarà probabilmente contenta della ship, approvo in pieno) per aver recensito lo scorso capitolo e, come di consueto, tutti i lettori silenziosi che stanno seguendo sta robaccia.


Mary

   
 
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