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Autore: samv_s    01/07/2017    5 recensioni
Jimin continuò ad osservarlo con sguardo scettico: uno come Yoongi non era solito aiutare le persone, eppure in quel momento gli stava offrendo una mano per conquistare il rosso.
"Accetto." Disse, quindi. Tentar non nuoce, no?
Vmin//Yoonmin. Accenni Namjin
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Quando Jimin riaprì gli occhi, la prima cosa che riuscì a percepire fu un forte dolore alla testa. Con piccoli movimenti cercò di spostarsi meglio su quello che sembrava essere un lettino: girò piano la testa – prima a destra e poi a sinistra – per poter comprendere dove si trovasse. Quando riconobbe la stanza della scuola adibita ad infermeria, si rilassò posando meglio la testa sul cuscino morbido. Chiuse per un breve istante gli occhi cercando di ricordare cosa gli fosse successo per finire lì.
Poi, in un lampo, le immagini di Taehyung ed Hoseok si crearono nella sua mente. Jimin sentì una fitta al petto mentre il ricordo delle loro labbra che si sfioravano si faceva sempre più nitido: adesso non avrebbe avuto più nessuna opportunità di conquistare il rosso, non dopo che quei due avevano confermato le sue teorie.
Sospirò affranto e cercò di trattenere le lacrime: quello non era né il luogo, né il momento adatto per sfogarsi.
“Finalmente ti sei svegliato!” Prima che potesse deprimersi maggiormente, la figura sollevata di Seokjin entrò nel suo campo visivo.
“Hyung, che ci fai qui?” Domandò il corvino.
“Quando sei svenuto hai battuto la testa per terra, ci siamo tutti preoccupati. Ti abbiamo portato in infermeria per un controllo, e poco dopo l’infermiera ci ha detto che avevi avuto un calo di zuccheri. Dovevamo solo aspettare che ti svegliassi e ti riprendessi più che altro dalla botta. Questa è per te. – Spiegò il maggiore porgendogli poi una barretta energetica. – Ci hai fatto preoccupare tutti, Namjoon e Jungkook non ne volevano sapere di tornare in classe.” Jimin sorrise grato mentre dava un secondo morso alla merendina. Era felice di sapere di avere amici sinceri su cui fidare, e si sentiva anche in colpa per averli fatti preoccupare inutilmente. Di sicuro in quell’ultimo periodo si era sforzato più del dovuto durante le prove di danza e non aveva assunto le giuste dosi di zucchero.
“Avete chiamato mia madre per avvisarla?” Chiese timoroso Jimin, già immaginando la reazione esagerata della donna. Adesso lo avrebbe controllato giorno e notte cucinandogli il doppio.
“Sfortunatamente, si. Abbiamo fatto di tutto per convincere la signora Choi a non avvisarla, ma non ha voluto sapere niente. Mi spiace Jiminie.” Disse Seokjin visibilmente dispiaciuto. Ormai tutti sapevano come si preoccupasse la madre di Jimin, ma ciononostante non avevano potuto fare nulla contro le parole dell’infermiera.
“Ah, c’è un’altra cosa. – Aggiunse dopo un breve minuto di silenzio il maggiore. Il corvino notò come il suo tono fosse titubante. – Namjoon era contrario, però mi sento in dovere di dirtelo. Quando hai sbattuto la testa per terra, hai richiamato un po' l’attenzione. Diciamo che in breve, molti studenti si sono avvicinati al nostro tavolo: quando hanno compreso la situazione, sembravano tutti molto preoccupati. Tra di loro, si sono avvicinati anche Taehyung, Yoongi ed Hoseok. Taehyung si è anche offerto di portarti lui qui, ma Namjoon ti aveva caricato già in spalla.” A quelle parole, Jimin sentì le guance andare a fuoco: Taehyung si era preoccupato per lui.
Un piccolo sorriso soddisfatto gli inarcò gli angoli delle labbra ed anche il pensiero di aver fatto una figuraccia davanti a tanti studenti passò in secondo piano, Taehyung si era interessato alla sua salute ed era ciò che più gli importava in quel momento.

 ***
 
Sua madre era piombata all’interno dell’infermeria circa un quarto d’ora dopo che Jimin e Seokjin avevano finito di parlare.
Si era fiondata ad abbracciare il figlio e a chiedergli come stesse, ed il corvino aveva impiegato cinque minuti buoni a rassicurarla. Ma non contenta delle parole del ragazzo, la donna aveva chiesto conferma sia a Seokjin che alla signor Choi rimasti tutto il tempo ad osservare la scena con un sorriso sul volto. Dopo che la signora Park era stata calmata, Jimin aveva ringraziato inchinandosi numerose volte prima di lasciare la stanza e dirigersi verso l’uscita con la madre.
“Vado a riposarmi.” Erano poi state le parole del corvino appena giunti a casa, la testa gli faceva meno male però si sentiva davvero molto stanco. Sua madre annuì chiedendogli prima se avesse bisogno di qualcosa. Rispondendole che non voleva nulla in quel momento, Jimin si richiuse la porta della sua camera alle spalle. Si liberò della divisa scolastica, mise in carica il telefono e poi si buttò a peso morto sul letto.
Prima di riposare e fare una bella dormita, decise di controllare i messaggi sul suo telefono: di sicuro Jungkook lo aveva tartassato di “come ti senti?”. Ed infatti, quando sbloccò la schermata iniziale, si ritrovò l’icona dei messaggi segnata da un numero relativamente alto.
Sorrise quando aprì la chat di Jungkook. L’amico non solo gli aveva chiesto fin troppe volte come si sentisse, ma lo aveva anche minacciato di venirlo a prendere se non gli avesse risposto: tipico del suo migliore amico. Gli inviò un breve messaggio di risposta dicendogli di venire quel pomeriggio stesso a casa sua, e la risposta entusiasta da parte del castano non tardò ad arrivare.
Successivamente, Jimin passò col rispondere a Namjoon rassicurandolo e ringraziandolo per tutto l’aiuto che aveva ricevuto.
Poi, il corvino si accorse di avere ancora una chat a cui doveva rispondere: era un numero sconosciuto. Chi poteva essere?
Quando aprì la chat, il telefono quasi non gli cadde dalle mani: Kim Taehyung gli aveva mandato un messaggio chiedendogli come stesse. Più leggeva quel messaggio, più Jimin scuoteva la testa incredulo. Mai si sarebbe aspettato che il rosso sarebbe arrivato a chiedere il suo numero e a chiedergli se si sentiva meglio. Impiegò un quarto d’ora abbondante nel trovare le parole giuste per rispondergli: ogni volta che digitava qualcosa, lo cancellava perché non contento di ciò che aveva scritto. Si sentiva tanto come una ragazzina alla prima cotta, le guance rosse per l’imbarazzo e le mani tremolanti.
Anche mentre si stava addormentando, un sorriso più che entusiasta non abbandonò le sue labbra.

 
***

Erano passati due giorni da quanto accaduto in mensa e Yoongi si limitava ancora a brevi discorsi, sia con Hoseok che con Taehyung. Mai si sarebbe aspettato che i suoi più cari amici dessero manifestazione in pubblico della loro probabile relazione. Ed anche su questo fatto, non avevano osato farne parola con il grigio. Insomma, avevano un bellissimo rapporto di amicizia e allora perché non gli avevano detto di essersi messi assieme? Non che Yoongi ne fosse entusiasta, ma non era nemmeno carino non dirgli nulla.
Nonostante avesse più volte provato a chiederlo a Taehyung, ogni qualvolta che si presentava davanti al rosso per avviare il discorso, non riusciva a pronunciare quella frase – all’apparenza – così semplice. Questo non faceva che mandarlo in bestia. Inoltre, come se la situazione non fosse già di per sé fastidiosa, Jimin non gli dava una risposta definitiva nonostante egli avesse provato a farlo ingelosire maggiormente: aveva provato, anche se leggermente contrariato, a far notare come Hoseok e Taehyung si comportassero da fidanzatini, ovviamente cercando di attirare l’attenzione del corvino.
Ma Jimin non sembrava più di tanto colpito. Aveva quindi bisogno di avere un contatto diretto con il minore: mancavano pochi giorni alla festa e aveva bisogno di quel Jimin incazzato che pochi giorni prima lo aveva sorpreso e anche zittito.
Quello stesso pomeriggio, quindi, decise di inviargli un messaggio autoinvitandosi a casa del minore. La risposta di Jimin non tardò ad arrivare e Yoongi sorrise soddisfatto quando l’altro acconsentì senza troppe storie.
Una ventina di minuti dopo, entrambi si trovavano nella stanza del corvino: il maggiore seduto sulla sedia girevole, Jimin seduto a gambe incrociate sul letto della sua stanza.
“Che vuoi?” Chiese Jimin riportando l’attenzione sul viso inespressivo di Yoongi.
“Aspetto una tua risposta, idiota. Non puoi certo negare che il bacio tra Hoseok e Taehyung non ti abbia sconvolto e abbiamo pochissimo tempo prima della festa. Cosa hai intenzione di fare?” Prima che però l’altro potesse dare una risposta, il telefono posto al suo fianco lo avvertì di un nuovo messaggio. Jimin sorrise sornione prima di sbloccare il display e concentrarsi sul testo. Yoongi sbuffò per la centesima volta: da quando aveva messo piede in quella stanza, Jimin non aveva fatto altro che chattare con qualcuno. Il suo era tempo prezioso e non aveva certo voglia di sprecarlo con qualcuno che non lo degnava nemmeno di uno sguardo.
“Mi stai ascoltando almeno!?” Sbuffò irritato facendo sussultare il corvino.
“Uhm…dicevi?”
“Dicevo che la festa è vicina e tu invece che andare avanti con il piano, pensi ad altro. Hoseok e Taehyung si sono baciati davanti a mezza scuola, comprendi!?” Il suo tono si era alzato di qualche ottava catturando completamente l’attenzione di Jimin. In quel momento, trovava Yoongi più irritante del solito. Tenendo però alla sua incolumità, preferì accantonare per un momento la conversazione con Taehyung: era dal giorno in cui era svenuto che i due parlavano per messaggi. All’inizio non sapeva come rispondergli – stentava ancora a credere che l’altro si fosse preoccupato per la sua salute – ma in poco tempo si era abituato alla dolcezza e alle battute che l’altro faceva. Adesso aveva la possibilità di vederlo a scuola e di affrontarlo con meno ansia.
“Si, hai ragione. – Iniziò il corvino poco dopo. – Ma sappi che sono ancora arrabbiato con te, quindi faremo a modo mio da adesso.” Yoongi alzò un sopracciglio con fare scettico: Jimin che voleva prendere il controllo? Bene, glielo avrebbe fatto credere. Per adesso era importante che collaborasse e che stesse buono.
Quindi se ne uscì sbuffando un “va bene.”.
***

“Cosa ti piace di Hoseok?” La domanda innocente di Jimin lo risvegliò dai suoi pensieri. Sedevano entrambi sul letto del minore, uno di fronte all’altro mentre stringevano una ciotola colma di gelato ciascuno.
“Non so cosa mi piace in particolare, so solo che col tempo mi sono accorto di non vederlo più solo come amico.” Cercò di mantenere il suo tono di voce neutro, di frenare il suo battito cardiaco improvvisamente accelerato. Non era mai stato un tipo che esternava le sue emozioni in presenza di altri.
“E a te, cosa piace di Taehyung?” Chiese poi, cercando di sviare il discorso.
“Beh, direi tutto. – Ammise Jimin sorridendo. – Adoro il fatto che sia sempre così disponibile, gentile, premuroso verso tutti. Si occupa prima degli altri e poi di sé stesso, e questa è una cosa che apprezzo in particolare: trovo che ci voglia coraggio a porre l’incolumità di qualsiasi persona prima della propria. Poi trovo bellissimo il suo sorriso, quella sua pelle ambrata ed il modo in cui si sposta i capelli all’indietro. Ammetto che il rosso gli dona tantissimo e lo rende così attraente!” Una risata imbarazzata lasciò le sue labbra quando si accorse di essersi spinto un po' troppo oltre con la sua confessione.
Yoongi osservò la sua espressione imbarazzata storcendo lievemente la bocca per la quantità di dolcezza che avvolgeva le parole del corvino.
La sua timidezza ed innocenza alle volte lo facevano innervosire: come poteva una persona, a quell’età, avere atteggiamenti così puri ed infantili? Lui proprio non lo riusciva a capire. Come riusciva una persona ed esternare i propri sentimenti in quel modo? Lui, quando era solo e pensava ad Hoseok, non riusciva a formulare frasi di senso compiuto. Si sentiva strano, e non solo perché trovava leggermente imbarazzante esternare le sue stesse emozioni, ma perché a quella cotta ci dava tantissimo peso: forse era perché quella era la sua prima volta, ma la riteneva una cosa troppo importante. Qualcosa da maneggiare con cura. E non riusciva quindi a credere a fondo alle parole di Jimin. Se sembrava tenerci così tanto a Taehyung, proprio come lui teneva ad Hoseok, come faceva ad esternare i suoi sentimenti così facilmente?

***

Il tanto atteso giorno era ormai arrivato.
Quel sabato mattina aveva scatenato in Jimin una serie di emozioni contrastanti: da un lato c’era l’euforia per l’evento della serata, dall’altro invece c’era quel velo di tristezza tipico di quando si rientra a scuola dopo una breve pausa. Anche i suoi giorni di totale riposo erano giunti al termine e lo aspettava un fantastico test di matematica.
Quelle ore scolastiche erano risultate più noiose del solito, mentre la verifica di classe si era rivelata una gran sciocchezza. Il corvino, assieme al suo migliore amico, si erano meravigliati per la facilità con cui avevano svolto i quesiti. Adesso aspettava solo il responso del loro professore.
A scuola conclusa, i due avevano pranzato fuori assieme ai lor due hyung che avevano tanto insistito per passare del tempo assieme. Si erano divertiti e avevano chiacchierato a lungo, e per Jimin era stato un fantastico sabato pomeriggio.
Poi il momento dei saluti ed il rientro a casa sua con il castano, gli avevano fatto crescere quell’euforia che da quella mattina lo stava seguendo sopita in tutti i suoi gesti.
Aveva cercato di distrarsi: era riuscito a convincere Jungkook di iniziare i compiti per il lunedì successivo pur di non girovagare per la stanza, avevano poi perso tempo giocando alla playstation. Ma quel nodo allo stomaco e quel formicolio erano stati sempre presenti.
Quando l’orologio aveva scossato le sette e il minore dei due aveva detto “iniziamo a prepararci”, Jimin non aveva nemmeno provato a nascondere quel sorriso a trentadue denti che gli aveva sollevato gli angoli della bocca.

***

L’indirizzo datogli da Taehyung li aveva fatti arrivare ad una villetta di medie dimensioni posta in un quartiere molto tranquillo. La casa era circondata ad un giardino ben curato, ed un sentiero in ciottoli portava alla porta di ingresso tenuta aperta. Dal cancello principale, Jimin e sui amici scorsero una figura accogliere ogni nuovo invitato. Quando furono più vicini, riconobbero la chioma rossa di Taehyung.
“Siete arrivati!” Esclamò il ragazzo sorridendo agli altri quattro. Questi ricambiarono con leggeri inchini, si persero brevemente in chiacchiere prima di entrare. Per tutto il tempo, il corvino non aveva staccato gli occhi di dosso a Taehyung: era a dir poco stupendo quella sera. Aveva indossato un paio di pantaloni scuri ed una camicia azzurrina infilata all’interno che metteva in risalto le sue spalle larghe. Aveva lasciati sbottonati i primi due bottoni facendo così notare la collana che aveva al collo. Il colpo finale per Jimin era stato il leggero trucco che aveva applicato quella sera, in particolare l’ombretto rosato e la linea di matita nera che intensificava il suo sguardo. Se fosse stato possibile, il corvino sarebbe morto sul posto.
“Bene, noi entriamo!” La voce di Namjoon lo richiamò alla realtà distogliendo la sua mente dalla voglia irrefrenabile di baciare le labbra di Taehyung, che sembravano più rosse e carnose del solito. Jimin annuì a malincuore pronto a seguire gli altri, ma prima che potesse superare la soglia di entrata, il rosso lo trattenne per un braccio.
“Ti va di farmi compagnia?” Gli chiese con estrema innocenza e Jimin non riuscì a dire di no a quel viso così dolce e letale allo stesso tempo.
"Hyung!” Richiamò Seokjin rimasto indietro il quale, compresa la situazione, annuì sorridendogli complice.
Successivamente il silenzio calò tra i due. Jimin aveva abbassato lo sguardo trovando di colpo interessanti i ciottoli di cui era composto il piccolo sentiero. Non sapeva cosa dire: in realtà voleva far uscire fiumi di parole, ma tutti iniziavano con “Taehyung” e finivano con “mi piaci”.
“Stai benissimo stasera.” Fu il rosso a rompere quella bolla di silenzio creatasi, spiazzando completamente il maggiore.
“A-anche tu stai molto bene.” Balbettò incapace di aggiungere altro. Alzò di poco lo sguardo, nonostante il lieve rossore, ed incrociò quello dell’altro. Illuminato dalla luce suffusa delle luci esterne, Taehyung sembrava ancora più bello di prima.
Rimasero così, in silenzio, ad osservarsi. Entrambi che sorridevano, le loro spalle che si sfioravano leggermente e il leggero venticello a scompigliare i loro capelli. Erano attorniati da un’atmosfera magica, surreale, meravigliosa. Jimin deglutì appena quando notò gli occhi del rosso spostarsi più in basso, in direzione delle sue labbra. Sentì un leggero spostamento d’aria e notò il corpo di Taehyung più vicino al suo, le nocche delle mani che si sfioravano delicatamente.
Era un momento perfetto, era il loro momento aveva pensato emozionato Jimin.
O almeno lo aveva creduto fino a quando Hoseok non era sbucato alle loro spalle urlando entusiasta
.













 
​Stento a crederci, ma dopo averlo riscritto otto volte, è finalmente concluso!
​All'inizio, io e questo capitolo sembravamo odiarci a morte, ma
​arrivata alla stesura ultima, posso dire che ne è uscito fuori un bel lavoro.
​Spero sia piaciuto anche a voi.
​Avrei tante cosa da dire su questo capitolo, ma lascio il compito a chi avrà voglia di lasciare una piccola recensione.
​Vorrei inoltre ringraziare a chi ha inserito la storia fra le preferite/seguite/ricordate, ha chi 
​ha recensito lo scorso capitolo - chiedo scusa se non ho risposto - e a chi ha fatto salire le visualizzazioni
​del primo capitolo a duecento e passa.
​Vi ringrazio di cuore, mi rendete fiera e felice del mio operato.
Un bacio e alla prossima!
​Sam.
   
 
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