Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: _ Arya _    03/07/2017    4 recensioni
Killian Jones, 29 anni, vive a Londra con suo fratello Liam ed è co-proprietario di un pub. Un incidente ha rovinato la sua vita portandogli via la fidanzata, la loro bambina non ancora nata e una mano. È seducente e di bell'aspetto, ma dietro la sua maschera da duro nasconde un'anima profondamente ferita, che cura impegnandosi a limitarsi ad avere soli relazioni occasionali.
Emma Swan, 18 anni, vive coi suoi genitori e suo figlio Henry. Ufficialmente lavora alla boutique di moda della sua amica Regina, ma in realtà segue una cacciatrice di taglie per imparare il mestiere. Ha avuto un'infanzia difficile segnata da malattie e prese in giro: quando la sua vita è migliorata ci ha pensato il suo primo ragazzo a ributtarla nel baratro. Pur soffrendo ancora di depressione, è una ragazza forte e indipendente e non mostra mai le sue debolezze.
Quando Liam convincerà il fratello a provare ad unirsi ad un gruppo di supporto, i destini dei due ragazzi si incroceranno: saranno troppo diversi o riusciranno ad unirsi e rimettere insieme i pezzi delle loro anime?
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Liam Jones, Neal Cassidy, Regina Mills
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I'm coming for you




KILLIAN POV

Inutile dire che per tutta la notte non ero riuscito a chiudere occhio, nonostante io e David ci fossimo andati giù pesantemente con l'alcol. Assimilare la notizia che avevo ricevuto risultava estremamente difficile, nonostante avessi capito che non correva pericolo di vita. Ma un tumore rimaneva comunque qualcosa di traumatico, e un eventuale trattamento non sarebbe stato piacevole. Dio, perché proprio lei? Non riuscivo davvero a capacitarmene, era così maledettamente ingiusto... volevo ardentemente aggrapparmi alla speranza che alla fine sarebbe andato tutto bene. Come aveva detto David, dal primo esame non avevano ricevuto risultati chiari, quindi ne avrebbe avuto un altro domani. Se volevo starle accanto dovevo agire in fretta, ma anche solo riuscire a trovarla sarebbe stata un'impresa. Innanzitutto dovevo sperare che fosse a casa e, in quel caso, riuscire a convincere Regina a dirmi la verità e farmi entrare. Non sapevo bene cosa dirle, ci avevo riflettuto tutta la notte, ma ero giunto alla conclusione che le parole giuste sarebbero uscite quando me la fossi trovata davanti. Volevo sapesse che desideravo starle accanto, qualunque cosa fosse successa. Avrei sofferto con lei? Forse, ma sarebbe stato più semplice affrontarlo insieme... ci saremmo aggrappati l'uno all'altra, ed io sarei stato la sua roccia. E soprattutto, doveva capire che era il caso di smettere di fare la stupida e allontanare le persone per non farle star male... almeno per quanto riguardava me. Quando avevamo parlato di bambini ero stato serio, ma si era trattato solo di un discorso casuale... pensava davvero che l'avrei amata meno se non avesse potuto darmi un figlio? Che sarei rimasto triste per tutta la vita, solo perché non avremmo avuto un bambino?
Non era poi così importante, non ero uno di quelli che vedevano la famiglia tradizionale come realizzazione dei propri obiettivi. E poi, c'era Henry. Era ancora così piccolo e sarebbe stato bellissimo poterlo crescere insieme... mi sarebbe piaciuto davvero tanto che mi vedesse come un padre, prima o poi.
-Killian, già in piedi? Ieri mi sono addormentata prima che tornassi...
-Oh. Buongiorno mamma...- borbottai, voltandomi per vederla entrare in cucina. Non mi ero accorto che fossero già le 8 passate, a quanto pare perdermi nei pensieri aveva fatto volare il tempo.
-Vuoi un caffè?
-Sì, grazie. Com'è andata ieri?
Deglutii. Dovevo dirglielo? Dopotutto era una cosa molto privata, Emma non aveva detto niente neanche a me... ma ora che ci pensavo, probabilmente ero l'unico a non saperlo. I suoi, ovviamente, ne erano a conoscenza, e sicuramente anche Regina. Ero quasi certo che perfino Neal sapesse, dato che quando ero stato da lui si era comportato in maniera piuttosto strana, invece di dirmi che in realtà non stesse frequentando la mia ragazza.
-Bene. Male. Voglio dire... bene, con David, ma... Emma. Potrebbe essere malata.
-Come?
-Cancro all'utero- borbottai cupo, odiavo pronunciare quelle parole; -Non è certo. Ma... è il motivo per cui mi ha lasciato. Perché temeva di far soffrire me. Capisci?! E io, come un cretino ho creduto alle sue scuse... se solo le avessi parlato subito, forse non sarebbe andata così! Forse mi avrebbe detto la verità e... maledizione!- gridai, stringendo i pugni per non rischiare di colpire il tavolo o il muro. Rompermi una mano non sarebbe stato d'aiuto a nessuno.
Mia madre non disse nulla e mi abbracciò, stringendomi tanto forte da farmi sentire quasi un bambino. Tuttavia decisi di mantenere un minimo di contegno ed evitare di scoppiare in lacrime. Invece di piangere, mi sarei rimboccato le maniche e avrei fatto tutto il necessario per risolvere la questione e tornare al suo fianco, per supportarla in questo momento difficile.
-Ti dispiace se dopo colazione provo ad andare da Regina? Magari è lì...
-Certo che non mi dispiace. Quel che mi dispiace è aver pensato male di quella povera ragazza... credevo semplicemente fosse troppo giovane e immatura e... e invece voleva proteggerti. Nel modo sbagliato, certo, ma sono l'ultima persona al mondo a poter giudicare...- fece amaramente.
Se a lei dispiaceva, io mi vergognavo. Come avevo potuto credere ad una bugia tanto stupida? Certo, avrebbe avuto senso se si fosse trattato di qualsiasi altra ragazza della sua età... ma io conoscevo Emma, e sembravo averlo dimenticato. Se solo avessi lasciato libero il mio istinto, avrei capito subito che qualcosa non andava... dopotutto anche lei mi aveva confessato di volere un futuro con me. Se fossi stato più sveglio, avrei realizzato subito che non si poteva dimenticare qualcosa del genere a cuor leggero.
-Già. Ora che ci penso mi sento così stupido...
-Guarda il lato positivo, non è troppo tardi. Finisci il caffè e vai, sono certa che ce la farai Killian. Quando ti metti in testa qualcosa non ti arrendi mai, soprattutto quando ci sono di mezzo le persone che ami.


-Senti, mi dispiace... ma Emma non c'è.
Sbuffai infastidito. Chissà come mai mi aspettavo quella risposta? E Regina era una ragazza troppo intelligente, come poteva pensare che sarei stato così stupido da crederle ancora una volta?
-Risparmiatela e fammi entrare.
-Cosa vuoi fare? Rimanere qui fino a che non torna? Non ho idea di quando sarà a casa, è a lavoro.
-Davvero, Regina? Pensi davvero che non abbia capito che mi sta evitando?
-No- sospirò, incrociando le braccia al petto -Ma tu, pensi davvero che continuerebbe a non farsi sentire se ti volesse vedere? Per favore, vai a casa.
Nel suo sguardo lessi una nota d'incertezza, e decisi di puntare su quella nonostante fosse subdolo. Era chiaro come il sole che anche lei stesse male per la sua amica, e probabilmente riteneva sbagliato il suo modo di reagire... nonostante avesse fatto lo stesso, tempo prima. Anche se per un motivo diverso. Però era fedele alla sua amica pur non essendo d'accordo con lei, e dovevo dargliene atto.
-So tutto.- dissi con voce ferma, guardandola dritto negli occhi.
-Cosa?
-Ieri sera suo padre è venuto a parlarmi. So tutto, Regina, so perché mi ha lasciato.
Quella si morse un labbro indugiando un attimo, poi si fece da parte per lasciarmi finalmente passare. Un po' mi stupii per la facilità con cui sembrava l'avessi convinta.
-Non ti ho mentito, comunque. Emma è davvero a lavoro, adesso. Vuoi una tazza di tè?
-No, grazie. Tutto ciò che voglio è un modo per parlare con Emma... sono veramente esausto. Ti prego, lo so che vuoi essere una buona amica, ma...
Sembrava non sapesse cosa dire, e quasi mi dispiacque averla messa in difficoltà. Ma che altro potevo fare? Setacciare Londra alla ricerca della mia ragazza era fuori questione, ovviamente, dato che non avevo la benché minima idea di dove diavolo potesse essersi cacciata. Avevo già provato i soliti posti nei giorni precedenti, ma sembrava non stesse neanche andando in palestra, nonostante si fosse iscritta. Senza l'aiuto della sua migliore amica non ce l'avrei mai fatta probabilmente. Anche piazzarmi lì sarebbe stato inutile, se mi avesse visto sarebbe corsa via immediatamente.
-Non so dov'è adesso, ma posso farti sapere dove andrà stasera.- disse infine, guardandomi negli occhi seria -Mi odierà, ma credo che... stia oltrepassando il limite.
Aggrottai semplicemente le sopracciglia: cosa voleva dire?
-Stasera si vede con un tipo conosciuto su Tinder.
-Che cosa?!
-Non urlare! O mi farai pentire di avertelo detto!
-Scusa- borbottai cercando di ricompormi, ma non fu facile. Quando pensavo che frequentasse Neal ero rimasto un po' sorpreso, perché non era da lei... ma in fondo era suo amico da secoli. Il fatto che avesse intenzione di uscire con uno sconosciuto, però, era tutta un'altra faccenda! Poteva essere pericoloso, dannazione, possibile che non ci avesse pensato?
-Non guardarmi così! Non la lascerei andare senza assicurarmi che non si metta nei pasticci...
-Quindi?
-Quindi... facciamo così. Ora non posso aiutarti, perché non so nulla di come si sono organizzati. Prima che esca, però, posso farmi dire dove andrà... Lo sa che sono “paranoica”, o almeno è quel che dice, quindi non sospetterà nulla. Ti farei venire quando torna, ma finiremmo tutti per litigare, e non mi sembra davvero il caso...
-No, hai ragione... va bene.
-Bene. E vedi di farla ragionare. Difficilmente mi perdonerà per essere in combutta con te... quindi fa' che ne valga la pena, ti prego. Tutti rivogliamo la nostra Emma.
-Farò anche l'impossibile, Regina. Giuro.

 

***


EMMA POV

Sorseggiai tranquilla il mio mojito, ormai vuoto a metà. Ero arrivata allo Zoo Bar in anticipo di oltre mezz'ora per riuscire a calmare i nervi con qualcosa di più o meno forte, ne avevo bisogno. Era la prima volta che uscivo con qualcuno, consapevole che ciò a cui avremmo parato sarebbe stato del sesso disinteressato. E non avevo la minima intenzione di sembrare una povera ragazzina spaventata, perché desideravo concludere nella speranza che quell'esperienza mi avrebbe fatta sentire meglio, in qualche modo.
Tom aveva proposto il Ruby Blue, ma avevo dovuto convincerlo a cambiare dato che non avevo alcuna voglia di farmi giudicare e controllare da Neal, se fosse stato di turno. Tuttavia Regina era contenta che avessi scelto qualcosa di abbastanza vicino, così avrei potuto chiamarlo se avessi avuto bisogno di aiuto. Non avevo obiettato soltanto perché una parte di me era sollevata, e in più apprezzavo che la mia amica si preoccupasse per me. Tuttavia ero convinta che dopo un bel mojito, e magari un altro paio di drink in compagnia del ragazzo, tutto sarebbe andato per il meglio. Non c'era nulla di male in ciò che stavo facendo. Attorno a me c'erano tante altre ragazze vestite in miniabiti aderenti, che scrutavano l'ambiente alla ricerca di una preda. Era una cosa normale. Sarebbe stata normale anche per me. Io, mi sarei sentita normale.
Il fatto che il ragazzo mi avesse chiesto di vederci in un luogo pubblico mi rassicurava, non poteva avere brutte intenzioni... anche se tutto ciò che sapevo di lui era l'età. Mi aveva detto di avere 21 anni e di frequentare la facoltà di giurisprudenza all'università. Gli piaceva giocare a calcio, con i videogiochi, amava i Queen e Agatha Christie. Una persona con queste passioni non poteva essere poi tanto male. Il diritto e il calcio mi interessavano poco, ma i videogiochi, i Queen e i gialli rientravano sicuramente tra le cose che apprezzavo di più. Ci saremmo divertiti un po', avremmo chiacchierato e forse ci sarebbe scappato un bacio, prima che ci dirigessimo verso il suo appartamento per concludere la serata. O almeno il piano era questo. Ero stata chiara circa le mie intenzioni, forse era l'unica cosa su cui ero stata sincera... quindi speravo davvero lo fosse stato anche lui, e che non si sarebbe presentato un romanticone con la voglia di portarmi a passeggiare.
Dato che le 9 si avvicinavano iniziai a guardarmi intorno, nella speranza di riuscire a riconoscerlo. Mi aveva soltanto detto che avrebbe indossato una t-shirt dei Queen nera, ma con tutta la confusione risultava un po' complicato riuscire ad indugiare per più di mezzo secondo sulle magliette della gente. Ad ogni modo era probabile che lui avrebbe riconosciuto me, dato che gli avevo descritto dettagliatamente come mi sarei vestita.
-Emma.
Proprio dopo aver mandato giù l'ultimo sorso di mojito mi sentii toccare la spalla. Il sorriso mi si spense immediatamente quando, invece di Tom, mi ritrovai davanti il volto di Ryan. Non riuscii né a muovermi né a parlare per la sorpresa, così non fui in grado di dirgli di andarsene prima che si accomodasse sulla sedia di fronte a me.
-Ho un appuntamento.- borbottai soltanto, guardandolo mentre mi squadrava tranquillo.
-Con Tom. Sono io Tom.
-Che... cosa?
-Non arrabbiarti, neanche tu sei stata tanto sincera! 20 anni, studentessa di letteratura eccetera...
Fui contenta di constatare che il groppo che avevo in gola si era già sciolto, probabilmente merito dell'alcohol che stava già cominciando a dare i suoi frutti.
-Sono affari miei. Come facevi a sapere chi ero?
-Non è stato così difficile... tra i suggerimenti su Facebook mi è apparso il tuo profilo falso e da lì...
-Dovevo immaginarlo. Sei uno stalker. Di cosa mi sorprendo?
-Avanti, Em... anche se non mi chiamo Tom, tutto il resto è vero.
-Vai all'università?
Annuì con un largo sorriso, al che rimasi piuttosto sorpresa. Me lo ricordavo come un patito di sport, e quando entrambi eravamo più giovani mi aveva detto che non avrebbe frequentato l'università, bensì un centro sportivo dove si sarebbe allenato per entrare in una squadra importante.
-Sì, lo so... diciamo che... dopo che sono uscito, i miei hanno voluto che facessi qualcosa di... buono, con la mia vita. Costruttivo.
Né risposi né annuii, invece scoppiai a ridere. Mi veniva difficile credere che sarebbe riuscito a superare anche solo un esame all'università, figurarsi prendere una laurea in giurisprudenza.
-Vediamo se stai studiando. Quanti anni di galera daresti a un neo diciottenne ubriaco che stupra la sua ragazza minore di 16 anni?- lo provocai, e lui inclinò la testa un un sorriso amaro.
-Mi dispiace, Emma. So che probabilmente non mi perdonerai mai, solo... senti, qui non posso farti niente. No? Ci sono tante persone. Mi concederesti almeno un'oretta per... parlare?
Lo guardai negli occhi intensamente, per cercare di decidere lucidamente cosa fosse giusto. Non avevo molta voglia di parlare con lui, dato che avevo ormai deciso che per me la questione fosse chiusa. Ma era davvero così? Una parte di me era ancora la ragazzina spaventata e traumatizzata che aveva perso la sua innocenza e la sua infanzia a causa di quella violenza. Altrimenti, perché quando l'avevo visto un brivido aveva percorso tutto il mio corpo?
-Ok.
-Davvero?
-Sì. Ma rimarremo qui, scordati che io venga a casa tua per fare sesso... quelle erano le mie intenzioni con Tom.
-Lo so- si affrettò a dire -Non ho creduto il contrario neanche per un secondo. Ma a parte questo... Emma, io sono Tom. Mi chiamo Ryan ma quando abbiamo chiacchierato... ero io, non stavo fingendo. Te lo giuro. E abbiamo chiacchierato bene, no? Ti sei trovata bene, o non mi avresti chiesto di uscire...
A malincuore, quello non riuscii a negarlo. Avevo chattato anche con un altro paio di ragazzi, ma avevo abbandonato la conversazione quasi subito. Certo, ero in cerca di avventure, ma non avevo apprezzato quello che mi aveva mandato la sua foto nudo, chiedendone una anche a me. Tom, o meglio Ryan, era stato carino e rispettoso... simpatico.
Poi ricordai il motivo per cui mi ero messa con Ryan, anni prima. Certo, era l'affascinante capitano della squadra di football... ma prima che rovinasse tutto, ci eravamo divertiti insieme. Non aveva mai spiccato per intelligenza, ma gli piaceva la musica e sapeva come farmi divertire. Non era mai piaciuto ai miei, ma non era mai stato una brutta persona... forse anche per questo mi ero fidata ed ero rimasta a dormire con lui. Mai avrei potuto immaginare che avrebbe potuto fare una cosa del genere.
-Offrimi da bere. Un cuba libre.- dissi infine, rilassandomi nella sedia. In fondo perché no? Sarebbe stata solo quella sera e poi avrei messo in chiaro che non avrei voluto rivederlo mai più... ma chiacchierare cercando di non vederlo solo come un mostro, non mi avrebbe uccisa.
Il ragazzo si affrettò quindi ad ordinare due cuba libre e un po' di patatine fritte, poi tornò a rivolgersi a me con un gran sorriso.
-Grazie. È davvero più di ciò che merito...
-Già. Ma ormai sono qui, non ho voglia di andare a casa e quindi... dove studi?
-Al King's College. I miei vogliono che faccia le cose per bene. E lasciami rispondere alla tua domanda di prima... mi sarei dato 10 anni, credo. Io ero maggiorenne, tu avevi ancora 15 anni... Il mio avvocato è stato bravo a trovare le attenuanti. Mi dispiace.
Annuii, e per la prima volta da quando tutto era successo, mi sembrò sincero. Gli si leggeva in volto il disgusto per sé stesso, tanto che iniziai a chiedermi se non fossi stata troppo dura. Non riguardo il passato, su quello non c'era niente da dire, era stata solo colpa sua e rimanevo convinta del fatto che non sarei riuscita a perdonarlo. Ma adesso sembrava conscio dei suoi errori, e forse tutto ciò che desiderava era un nuovo inizio... perché non concedergli il beneficio del dubbio?
-Ci siamo scambiati i ruoli, a quanto vedo. Io niente college, niente università...- ammisi.
-Non... non l'avrei mai detto. Eri molto brava a scuola... è colpa mia...
-Lo è- dissi, guardandolo dritto negli occhi -Ma ho trovato altre cose. Voglio entrare in polizia.
Probabilmente non ci sarei mai riuscita, dato il mio stato di salute, ma non stavo mentendo. Volevo davvero entrare in polizia, che ciò potesse o no accadere davvero.
-Guarda te... io sui libri, tu all'azione!- esclamò, mentre il cameriere ci portava le nostre ordinazioni. Dopo averlo ringraziato afferrammo entrambi i nostri bicchieri, mandando giù un bel po' del liquido marroncino, arricchito da ghiaccio e fettine di lime.
Quando mi resi conto che la bevanda mi tirò ulteriormente su di morale, mi concessi un secondo abbondante sorso, prima di tuffarmi sulle patatine con salsa barbecue.
-Mangi ancora tanto come una volta?
-Oh sì. E continuo a non ingrassare. La novità è che adesso reggo meglio l'alcol.
-Wow. Certo che sei cambiata davvero tanto.- sussurrò, sorridendo leggermente -Tranne che per la bellezza. Continui ad essere la più bella ragazza che conosca...
Fu sicuramente colpa o merito del mojito e del cuba libre – a seconda dei punti di vista – ma invece che darmi fastidio, quel complimento sul mio aspetto mi lusingò un po'. Ero però ancora abbastanza lucida da rendermi conto che non fosse il caso di rispondergli o ringraziarlo, perché non c'era modo di cancellare il passato. Non vedevo come potesse farsi perdonare per ciò che mi aveva fatto, neanche tra un milione di anni.
-E tu, a parte studiare che fai?- gli domandai per cambiare discorso, il che mi sembrò la miglior cosa da fare. Avremmo chiacchierato del più e del meno, avremmo riso cercando di non pensare al passato e, infine, ci saremmo salutati senza rancore una volta per tutte. Forse avevo sbagliato a non fare in questo modo fin dall'inizio, se avessi accettato mi sarei messa tutto alle spalle parecchio tempo prima.
Così la serata proseguì tranquilla e si aggiunsero molti altri drink ai primi due. Ad un certo punto iniziai a ridere ad ogni cosa che diceva, anche alle battute più stupide. La mia mente era così annebbiata che avrei riso anche se mi avesse detto che gli era morto il cane, ma mi sentivo così bene! O no? Sì, doveva essere così... insomma, passare una serata senza pensieri era così rilassante! Quella strana sensazione di annebbiamento doveva essere pace interiore, non c'era altra spiegazione.


E fu quella stessa sensazione a convincere Emma ad avanzare quella proposta, che dopo cinque cocktail diversi le sembrò assolutamente giusta, perfino normale.
-Andiamo in qualche altro posto? Più appartato?- domandò al ragazzo, per poi ridere alla sua espressione sconvolta, con tanto di occhi sgranati.
-Sul serio?
-Io non scherzo mai! No, ok non è vero! Ma sul serio!
-A casa ci sono i miei.
-E io abito con una mia amica! Non fare lo squattrinato a paga una camera d'albergo! Me lo devi per avermi violentata! È il minimo!
-Ah Emma, pensavo non mi avresti mai chiesto una cosa del genere! Per te anche un hotel cinque stelle... avrai il meglio. Sarà diverso, questa volta...- sussurrò, poggiando una mano sulla sua coscia, quasi all'altezza dell'inguine. Anch'egli era piuttosto ubriaco, e nonostante una parte di lui gli dicesse di fermarsi, l'altra lo spingeva ad andare avanti. Stava pensando che, in fondo, se avesse regalato ad Emma una notte di pura passione da favola, sarebbe stato quello il ricordo che avrebbe conservato di lui. Non la violenza.
Ed era lo stesso motivo per cui lei aveva deciso di volerci fare sesso. L'alcool l'aveva convinta che l'unico modo per superare definitivamente il trauma, era sparargli contro. Fare del vero sesso col ragazzo che le aveva fatto del male, sesso totalmente consenziente. E in quel momento era davvero convinta di quella scelta, tanto che ignorò completamente il sussulto che il suo corpo ebbe al suo tocco. Decise di prenderlo per un sussulto di piacere.
Così come ignorò le lacrime che piano le rigarono il viso quando si alzò in piedi, mano nella mano con Ryan, dirigendosi con lui verso l'uscita. Sentiva di nuovo quell'odore, lo stesso di quando le aveva fatto del male... odore di vodka e redbull. Forte e intenso. Quello che da quasi tre anni le faceva venire la nausea, e non aveva più usato berne neanche un sorso.
Un singhiozzo, e il ragazzo si voltò verso di lei, tentennando.
-Emma. Stai bene? Io non... non voglio farti... male.
-Lo so. Sto bene, ora mi passa.- gli assicurò, tirando su col naso -Voglio farlo, voglio andare a letto con te. Non voglio più vivere nel passato... e so che solo così riuscirò a smettere.


KILLIAN POV

Dimenticai tutti i discorsi che mi ero preparato. Tutto l'autocontrollo che avevo immagazzinato, sapendo che avrei trovato Emma con un altro ragazzo, evaporò nel momento in cui la vidi uscire in lacrime, mano nella mano con Ryan. E non ci vidi più.
Avanzai veloce e, prima che uno dei due se ne rendesse conto, afferrai il verme per il colletto, strattonandolo con forza. Quello gridò ed Emma fece lo stesso.
Poi improvvisamente la sua espressione cambiò, e quel pianto che fino a quel momento sembrava stesse trattenendo, esplose.
-Lascialo stare, Killian!
-Ma Emma... lui è...
-E' colpa mia, lascialo! Io... oh, dio!- esclamò portandosi le mani davanti alla bocca, come se stesse realizzando solo in quel momento, -Io non so... non ho la minima idea di cosa stessi pensando... sono una cretina! Voglio te! Voglio solo te, perdonami!- esclamò, e dovetti spingere l'altro via con forza per liberare le mani e prenderla in vita, dato che la maniera in cui barcollava mi fece pensare che sarebbe caduta da un momento all'altro. Come immaginai, non appena fummo abbastanza vicini le mie narici si riempirono di un forte odore di rum, e mi chiesi quanto avesse bevuto per essersi ridotta così. Di solito era brava a reggere l'alcol, anche se non quanto me.
-Ecco, è colpa sua. Lei mi ha detto di portarla da qualche parte e...
-TU ZITTO!- gridai, e poco mi importò della folla di curiosi che aveva iniziato ad avvicinarsi. Accecato dalla rabbia e dall'odio gli sferrai un pugno così forte che lo spedii per terra, bocca e naso coperti di sangue. Il sangue mi ribolliva nelle vene così rumorosamente che le urla vicine mi giunsero come un eco lontano. Come osava provare a giustificarsi?! Come osava dire che era Emma, a volerlo? Che fosse colpa sua?! Poteva anche essere ubriaco fradicio, ma neanche un barile di rum mi avrebbe spinto ad approfittarmi di una ragazza inconscia. E in questo caso si trattava della mia Emma: avrei ucciso pur di tenerla al sicuro. Non era sola.
Iniziai a riprendere coscienza quando la bionda si gettò tra le mie braccia stringendomi con lacrime incessanti, e mi strinse tanto forte da farmi quasi male.
-Ci sono qui io, amore mio...- le sussurrai all'orecchio, senza neanche pensare a cosa stessi dicendo.
Non mi separai da lei nonostante fossi ormai abbastanza lucido da sentire una donna gridare istericamente “Oh dio, quel ragazzo non si muove! L'ha ammazzato? Qualcuno controlli! Chiamo la polizia!”






 

Angolo dell'autrice;
Con qualche giorno di ritardo ma ci sono! 
Killian ovviamente non è riuscito a dormire, dopo la rivelazione di David... ma ciò non lo ferma dall'alzarsi dal letto, per prepararsi a cercare di risolvere la questione una volta per tutte. Sua madre fa il tifo per lui, lo conosce bene e sa che non si arrende facilmente... infatti stavolta ha insistito, anche se alla fine Emma non era davvero in casa! Regina però è sollevata che lui sappia... non voleva tradire la sua amica, ma ora che lui sa è tutto più facile e ovviamente gli può dare una mano perché riesca ad avvicinarla.
Emma nel frattempo va avanti con le sue cavolate e... ciò l'ha portata a trovarsi davanti Ryan. Ovviamente non se lo aspettava ed in un primo momento è rimasta sconvolta. L'alcol che già aveva in corpo, però, l'ha aiutata a sciogliersi e ha deciso di chiacchierare con lui. Il ragazzo sembra stia cambiando davvero ed è dispiaciuto per ciò che le ha fatto... anche se ovviamente sa anche lei che non riuscirà mai a perdonarlo. Alla fine, però, le cose sono degenerate... entrambi hanno bevuto parecchio e lei ha avanzato una proposta che da sobria non si sarebbe mai sognata di fare. Fortunatamente Killian è arrivato giusto in tempo per fermarli. Ryan ha dimostrato di essere ancora un cretino... non sappiamo come sarebbe andata se fossero arrivati in hotel, però non avrebbe dovuto accettare. Emma anche se ubriaca ha realizzato la cavolata che stava per fare e si è gettata tra le braccia di Killian, che non vorrebbe più lasciarla andare. Peccato che forse ha dato sfogo alla rabbia un po' troppo e... adesso potrebbero essere guai. Oppure no. Lo si vedrà nel prossimo capitolo.
Un abbraccio e alla prossima! Grazie come sempre a tutti :)
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: _ Arya _