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Autore: Stateira    13/06/2009    9 recensioni
Il coro delle Spade giudica i possessori. Una dopo l’altra, la voce di ognuna scandaglia l’anima di chi la impugna.
Grida il mio nome!
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un pò tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Zabimaru (io ululo alle stelle)

 

 

 

 

Faceva caldo, e la sua anima era un gran casino. Me lo ricordo nitidamente, del giorno in cui lo incontrai. Mi ringhiò contro, ma io lo costrinsi subito a darsi una calmata, e così finimmo con lo studiarci per ore, odorarci, sospesi in quel cumulo amazzonico di idiotici ideali e certezze di adolescente che animavano la sua testa calda.

Scimmia

Gli ero di gran lunga superiore, e sarei stata pronta a dimostrarglielo, ma lui si fidò del suo istinto e mi offrì il ventre in segno di pace. Non potevo davvero non prenderlo in simpatia, era solo un cucciolo rognoso che si atteggiava a capobranco di sé stesso e della sua ombra. Il giorno in cui accettò di farsi addomesticare da ordini e catene, fu il giorno in cui anch’io mi trasformai in una bestia ammaestrata, un’acrobata da circo, stupenda da vedere, ma poi, in sostanza… Quel brutto muso che si ritrova si addolciva troppo spesso con le persone, alle quali si affeziona in modo tutto suo, sanguigno e talvolta diffidente, ma sempre, sempre rumoroso.

Cane

Proprio come un cane, i padroni lo hanno reso debole.

Gli amici che ha sono quelli che si porta dietro da anni, quelli che non sono morti, perché non è capace di lasciarsi alle spalle nessuno. Contrae con chiunque una forma di debito d’onore, “la tua mano in cambio della mia spada”, ed è con questo algoritmo in mente che è andato avanti fino ad oggi, certo di lottare per qualcosa di ben chiaro. Ma io so. So com’è arrivato ad artigliare il più grande potere fin dentro alle mie viscere. So a cosa stava pensando. Sul suo cammino si sono parati all’improvviso due limpidi occhi d’aquila, e per quanto forte lui gli abbaiasse contro, per quanto in alto si sforzasse di saltare, l’aquila volava via verso le nuvole, talmente in alto che lui ha finito con lo scambiarla per una stella.

 

Renji.

 

Mi piaci perché mi hai accolto senza fare domande, come io ho accolto te. Dopotutto non mi hai mai dato veramente ascolto, e la tua ossessione ha finito con il diventare anche la mia. Ma mi piace, mi piace così: è un modo come un altro per scacciare la noia. A lei vuoi bene, a quella fanciullina là, tutta bianca. Ed ai tuoi compagni, che assieme a te hanno camminato lungo la strada per giungere fin qui. Mi hai levata spesso in loro difesa. Uno di loro ti ha addirittura spaccato dentro.

Ma quell’uomo è ben altro, e tu lo sai.

La sua luce nitida e triste è quella che rincorri con veemenza, quella a cui uggioli e latri senza sosta, per ricavarne niente, in fin dei conti, solo che ti guardi e ti benedica per un istante.

 

È quello che vuoi, Renji. Più di ogni altra cosa al mondo, e non sarò io a disilluderti.

 

- Ulula, Zabimaru! –

 

Ti sei mai chiesto, Abarai Renji, perché la tua Zampakuto somigli ad un serpente senza spina dorsale?

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLINO!

 

Sono in preda a gocce di cioccolato, perciò, ecco, argh. Farò il possibile perché le note abbiano un senso.

 

 

NOTE: allora. Questo capitolo potrebbe a prima vista contraddire i miei buoni propositi in quanto a shonen-ai. Lo so, lo so. Ma vorrei spiegare perché non credo sia così. Punto primo, nel momento in cui Renji si trova faccia a faccia con Byakuya, lo elegge a sua ossessione personale. Lo dice Kubo sensei, non io. È sbagliato pensare che Rukia passi in secondo piano, naturalmente, solo che il suo confronto con Byakuya si svolge su un piano completamente diverso e, questo sì mi permetto di dirlo, superiore.

Detto questo, Zabimaru mi ha impegnata non poco. Perché da un punto di vista prettamente visuale, potrebbe essere la cosa più solida e ossea del mondo, ed allo stesso tempo una creatura tutta spezzata, che non sta insieme, che va in pezzi, un po’ come Senbonzakura. Una spina dorsale che, perdonatemi l’immagine orrenda, viene sparacchiata in ogni direzione come fosse fatta di tanti frisbee, non è una vera spina dorsale. E non è che Renji dimostri di avere molta spina dorsale.

  
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