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Autore: ARandGS    11/07/2017    5 recensioni
Il dolore
Un viaggio
La rinascita 
Bella e i suoi amici si sono appena diplomati e le loro famiglie decidono di regalare a tutti loro una vacanza tra le bellissime isole dell’arcipelago della Maddalena in Sardegna. Ne sono tutti entusiasti tranne lei, che non ha ancora superato la morte di Jacob.
In Sardegna incontrano un gruppo di tre ragazzi inglesi, uno di loro, Edward si mette in testa che la vuole conquistare, vuole capire il perché del suo sguardo spento, ma è difficile rubare il cuore ad una ragazza che non vuole più farsi amare.
Edward è l'unica persona che potrebbe capirla, perché come lei, anche lui ha chiuso le porte all'amore.
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Questa storia è scritta a quattro mani da AlmaRed & Giulia Scricciolo
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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CAPITOLO 3

VINO & CAMICE

Sardegna – luglio 2017

La temperatura in Sardegna sfiora i trentasette gradi, mi sto ancora chiedendo come abbiano fatto a convincermi a venire con loro. Siamo nella hall del piccolo albergo, dove passeremo le prossime tre settimane.

Il viaggio è stato lungo, dall’aeroporto all’isola della Maddalena, ci abbiamo impiegato più di due ore, anche se devo dire che il viaggio in traghetto mi è piaciuto molto.

Con il vento in faccia mi sono sentita, per un piccolo istante, viva, come se tutto fosse tornato come prima, come se lui fosse qui accanto a me. Non sono ancora impazzita, so che lui non ritornerà, so che è impossibile, ma quel momento è stato magico. Sarà stata la presenza del mare, che lui amava, l’essere sola, non lo so.. ma è stato bello sentirsi vivi ancora una volta.

« Bella.. Hey! », non ho mai capito il perché Alice debba sempre urlare, sono qui non a chilometri di distanza.

« Cosa c’è? », rispondo seccata, il viaggio mi ha stancata, non capisco tutta questa sua vitalità.

« Questa è la chiave della tua stanza, sicura che vuoi rimanere da sola? », mi chiede Rose, sono sicura della mia scelta, ho bisogno della mia intimità, se avessi loro due in stanza con me, avrei sempre dovute fingere di stare bene, ma non avrei mai retto per tre settimane. Non volevo rovinare la loro vacanza.

« Si Rose, così tu ed Emmett starete nella stessa stanza, così come Alice e Jasper », dico fingendo un sorriso.

« Ci divertiremo! », Emmett è entusiasta della nostra vacanza, o diciamo meglio non vede l’ora di chiudersi in camera con la sua Rose, lei infatti è arrossita.

« Emmett quella è mia sorella! »

« Si Jasper, anche quella a cui stai toccando il sedere è mia sorella »

Sono entrambi molto gelosi delle proprie sorelle, sono anche molto protettivi, come lo era Jacob con me, non mi ha mai fatto scenate di gelosia, ma non voleva che qualcuno posasse il suo sguardo su di me per più di due minuti. Amava baciarmi in pubblico, amava dire a tutti che mi amava, molti ridevano. Cosa ne potevano sapere due sedicenni dell’amore? Jacob rispondeva sempre, che se loro alla loro età non avevano capito cosa fosse l’amore, non potevano giudicare chi anche a sedici anni l’avesse capito.

« Bella tutto bene? »

« Si, Alice », rispondo sperando che la lacrima che sta per scendere dai miei occhi non scenda, non voglio la loro compassione, prendo la mia chiave e mi avvio verso l’ascensore, i facchini porteranno più tardi la mia valigia. Ne ho portata solo una, Alice e Rose ne hanno due a testa. “Non si sa mai” continuavano a dire mentre le preparavano.

Salgo al secondo piano, la mia stanza è la 202, le due successive sono dei miei amici.

Entro in camera e vengo inondata da un buon profumo, c'è un grande letto a baldacchino al centro della stanza, un grande armadio e diversi vasi di fiori, ma la cosa più bella è la finestra che da su un terrazzino con vista sul mare, penso che passerò qui, la maggior parte delle vacanze. I miei genitori non hanno badato a spese, la mia camera è super luminosa, ha un bellissimo balcone da cui si vede il mare cristallino dell’Isola della Maddalena.

Mi chiedo ancora come diavolo hanno fatto a convincermi a venire, mamma sostiene che vivere in un posto che non ho mai visto con Jacob mi aiuti a dimenticarlo, ma nessuno capisce che io di lui non mi voglio dimenticare, io non  voglio tornare quella di prima, io non posso tornare quella di prima. Perché quella Bella non esiste più è morta assieme a Jacob.

Il rumore tranquillo e costante delle onde, l'immensità e la continuità tra il cielo ed il mare mi fanno sentire a casa e un po' più vicina a Jake. 

Forse ripensandoci bene, non è stata una pessima idea questa vacanza. Avrò tempo di stare sola con me, o con ciò che ne resta. I ragazzi saranno presi dal far baldoria e dalla loro voglia di godersi questa vacanza, io potrò stare qui, con la mia musica e senza dover rendere conto a nessuno di ciò che faccio.

Mi stendo nel letto anche da qui riesco a vedere il mare, penso che questa finestra non la chiuderò mai.

Sento bussare alla porta, devo essermi addormentata, infatti guardando fuori vedo che il Sole sta iniziando a tramontare.

Vado ad aprire e mi trovo davanti Alice e Rose, energiche e con un sorriso a trentadue denti

« Ehi Bella ti abbiamo disturbato? », mi chiede la più piccola mentre già stanno entrando in camera.

« Stavo dormendo », non ho voglia di mentire o di mostrare finto entusiasmo, è meglio che si abituino, mi hanno trascinato qui? Non possono costringermi ad essere felice.

« L' avevamo intuito, infatti Emmett ha preferito che ti lasciassimo riposare, però non ti sei persa nulla abbiamo solo disfatto le valigie », come se poi mi importasse molto Rose, vorrei dirle, ma non voglio ferire i loro sentimenti, questo non se lo meritano.

« Comunque fra mezz'oretta scendiamo a cena, quindi preparati »

« Alice sinceramente io non ho molta fame, quindi forse è meglio se.. », ma mi blocca, non mi fa continuare.

« No, Bella non è meglio nulla. Ti prepari ed insieme scendiamo a cena. Dobbiamo brindare, poi magari potremmo fare una passeggiata »

« Poi vediamo Alice, ora mi devo preparare », quasi le butto fuori dalla stanza, ma ho bisogno di prendere più ossigeno possibile, per affrontare la serata, o perlomeno per non essere sgarbata con tutti.

Quando esco dalla porta, sono già tutti pronti e mi stanno aspettando, anche se sono quella che ha impiegato meno di tutti a prepararsi.

Alice e Rose hanno un vestito molto carino mentre io con un paio di shorts ed una canotta me la sono cavata.

Non ho neanche più voglia di pensare a cosa mettermi. Tanto a cosa serve? Ogni cosa mi va bene.

« Ragazze noi abbiamo visto un biliardo qui sotto, volevamo fare una partita prima di cena, magari mentre voi prendete il tavolo», mio cugino sembra stia chiedendo il permesso alla mamma invece che alla fidanzata, eppure mi ha sempre fatto ridere questo suo modo, così bambinone, nonostante sia un armadio praticamente. Con l'amore si torna bambini e lui con Rose lo è diventato

« Va bene vi aspettiamo »

« Perché Bella non fai una partita con noi? Come i vecchi tempi, magari riesci ancora a batterci », mi tornano davanti per un istante le immagini di quando Jacob mi insegnava a giocare e quanto ci divertivamo

« No Jasper non mi va, il biliardo non mi piace più »

« Ma come.. », Emmett sembra voler ribattere, ma Alice lo blocca con uno sguardo. 

Non è colpa loro, ma io facevo tutto con il mio fidanzato, quindi ogni cosa mi può ricordare lui.

« Non vi preoccupate ragazzi, vi aspetto al tavolo anche io, intanto però lancio la scommessa, vincerà Jasper »,  faccio un sorriso sforzato e tento di farli stare più sereni per quanto mi è possibile.

« Scommetti contro tuo cugino, il tuo adorato cugino? Ti farò ricredere Bellina! », mi da un bacio sulla fronte e corre via con Jasper.

Io e le mie amiche scendiamo nella sala, non molto affollata, il cameriere ci accompagna al nostro tavolo che questa volta mio malgrado, non è vicino alla finestra, siamo in un angolo ed abbiamo vicino un altro tavolo, di tre ragazzi che avranno più o meno la nostra età.

Attirano subito la mia attenzione e non solo, per il baccano che fanno. Devono essere inglesi, dal loro accento.

« Non si può dire che quest'aria non porti allegria », dice sottovoce Alice, riferendosi naturalmente a loro e facendo spostare la mia attenzione.

« Io dire più che altro maleducazione », puntualizzo piccatamente.

« Lasciamoli perdere, pensiamo a cosa potremmo fare in queste settimane », esclama Rose entusiasta, per un secondo i nostri vicini fanno silenzio, tanto che mi volto a guardarli, stanno meditando qualcosa, specie uno dei tre, sembra il più scapestrato, ha i capelli color castano ramato, spettinati, e due occhi verdi da chi si crede mister perfezione.

Mi volto di nuovo verso le ragazze che stanno parlando dei posti da visitare, ma veniamo interrotte dal ragazzo che mi aveva incuriosita prima.

« Scusate, ma per sbaglio vi abbiamo sentito parlare, siete straniere vero? », ma dai? Che genio!

« Si, siamo americane »,ammette Alice con tono educato.

« Wow che fortuna, noi siamo inglesi, meno male qualcuno con cui parlare. Io mi chiamo Edward », si avvicina a Rose, ed ora mi è chiaro il perché. Ci sta provando, non è né il primo ne l'ultimo. Rose è una bellissima ragazza.

« Rosalie », lei gli stringe la mano senza neanche guardarlo, è evidente che non è interessata, poi sa anche che Emmett è geloso e se vedesse come questo "Edward" la sta guardando inizierebbe di sicuro a discutere.

Stringe la mano anche Alice, che ricambia in imbarazzo, mentre quando sta per presentarsi anche con me, io non rispondo e guardo da un'altra parte, i suoi amici ridacchiano e questo mi fa capire ancora di più le sue intenzioni. 

È evidente che vuole provarci, ma solo per sfizio. Odio chi, come questo tipo che ho davanti, usa le donne come oggetti. Li ho sempre odiati, si credono degli dei, e con me non andranno mai d'accordo. 

« Be mi sembra ovvio che tu sei californiana, una bella ragazza come te potrebbe essere solo di lì », sorride come se stesse presentando la marca di un dentifricio. Che idiota.

Si siede nella sedia libera vicino a Rose che continua a guardare verso la porta.

Jasper ed Emmett saranno qui a momenti, non mi dispiacerebbe se mio cugino lo prendesse a sberle, così solo per mio sfizio personale.

« Senti, credo che sia il momento che tu torni al tuo tavolo e ci lasci tranquille, mi sembra evidente che nessuno è interessato qui », inizio a parlare prima di ripensarci, non voglio che qualcuno rovini la serata più di quanto possa fare già io.

« Scusa non mi sembra di ricordare il tuo nome », mi fa notare, come se gli avessi rotto le uova nel paniere, come effettivamente ho fatto.

« Non ti ricordi perché non te l'ho detto e non ci tengo a farlo, i tipi come te non meritano neanche di sapere il mio nome », il mio umore da spento sta passando a rabbioso, quasi adrenalinico, cosa che non mi capitava da secoli.

« Sinceramente, non vorrei offendere il tuo altissimo ego, ma non mi sembra di aver rivolto a te le mie parole, quindi se non ti dispiace vorrei continuare a chiacchierare amichevolmente con la tua amica che denota molto più simpatia di te », per un attimo mi ha spento, ma l'istante dopo ritorno in me.

« Ascolta forse non ti è chiaro una cosa, di te e del tuo pensiero su di me, sul mio ego e sulle mie amiche non me ne può importare, ma ti invito nuovamente ad andartene per il semplice fatto che fra poco entrerà da quella porta il fidanzato della ragazza con cui ci stai spudoratamente provando ed inoltre questo ragazzo è il doppio di te, quindi tieni conto che ti sto facendo un favore. Alzati e vattene », il suo sguardo sembra stia per iniziare una caccia, ma a questo punto chi è la preda?

« Cos'è piccola acidella, vuoi che dedichi qualche attenzione a te? », il respiro mi si mozza, lui si è avvicinato a me pericolosamente con il busto ed io faccio solo una semplice cosa.. gli svuoto il mio bicchiere di vino addosso. 

« Ti è chiaro ora, o vuoi che ti rispiego di lasciarci in pace? », è sbalordito e torna al suo tavolo dove, i suoi amici lo prendono in giro, nonostante ciò, riesco a sentirlo.

poco dopo arrivano Jasper ed Emmett, il primo ha un sorriso grande come una casa stampato in faccia, l’altro è arrabbiato, se sapesse che quel deficiente ci ha provato con la sua Rose potrebbe trasformarsi in Hulk e non mi stupirei.

« Bella porti sfiga! Ho perso! »

« Lui non ha perso.. non sa proprio giocare! »

« Lo vedremo! », i due si siedono accanto alle loro ragazze, si scambiano un bacio, io non ho il coraggio di guardare, mi fa male, un male atroce proprio in mezzo al petto. Non è invidia la mia, è il non voler essere li in quel momento.

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La cena è stata fantastica, il cibo italiano è il migliore al mondo, su questo non si discute. Siamo tutti sazi, nonostante la mia presenza o meglio dire assenza, visto che non ho detto nulla per tutta la cena, è stata una serata tranquilla. Il gruppo di ragazzi dietro di noi si è fatto sentire, e devo ammette che ogni tanto mi è scappato un piccolo sorriso, il loro marcato accento inglese è troppo buffo.

« Andiamo a fare una passeggiata? », propone Emmett, ha mangiato il doppio di tutto, mi meraviglierei se riuscisse ad alzarsi da quella sedia, senza l’aiuto di qualcuno.

« Bellissima idea amore, ho proprio bisogno di smaltire tutto questo cibo », gli da corda la sua ragazza.

« Oh per quello non ti preoccupare, smaltiremo alla grande! », ho ufficialmente un cugino scemo, e adesso so per certo che lo ha anche capito mezza sala, visto che tutti si sono voltati verso il nostro tavolo. Mantenere un tono di voce basso non è una sua prerogativa.

« Sei disgustoso! », lo riprendo, fermando un conato di vomito, non voglio pensare a mio cugino e alla mia migliore amica in quei momenti.

« Faccio finta di non aver sentito », Jasper è quello più tranquillo del gruppo, è l’adulto, quello responsabile, ancora oggi mi chiedo come possa stare con una come Alice, che è esattamente il suo contrario.

« Dai andiamo.. altrimenti si fa tardi », Rose si alza prendendo per mano Emmett, io non voglio andare e fare la quinta incomoda, come mi sento da quando siamo partiti da Los Angeles il giorno prima. Ho solo voglio delle mie cuffiette e di starmene da sola nella mia stanza.

« Andate pure voi.. io torno in camera », dico alzandomi, noto il ragazzo di prima che mi fissa, mi da davvero sui nervi. Spero che se ne trovi una con cui divertirsi e che ci lasci in pace.

« Bella.. », cerca di convincermi Alice con lo sguardo da cucciola che funziona solo con il suo ragazzo.

« Alice sono stanca », dico nascondendo uno sbadiglio, nonostante abbia riposato questo pomeriggio, sento ancora la stanchezza del viaggio.

« Lasciamo andare Bella a letto.. noi torniamo tra massimo un’ora », Jasper, forse, è l’unico che mi capisce, sa benissimo che non mi sento a mio agio a stare con loro, in verità non mi sento a mio agio con nessuno, nemmeno con me stessa. Ma quando sto sola, almeno, non devo rendere conto a nessuno delle mie azioni.

« A dopo », le coppiette  felici mano nella mano escono dalla sala, io ho solo bisogno di rilassarmi, mi alzo e vado verso il bancone.

« Signorina cosa desidera? », mi chiede il cameriere in perfetto inglese.

« Prosecco », dico cercando di avere una buona pronuncia, zio Thomas mi ha consigliato di bere questo vino, secondo lui ti rilassa.

« Quindi ti chiama Bella? », la voce del ragazzo di prima mi arriva alla mia destra, nemmeno mi volto, non ha ancora capito che parlare con lui non mi interessa?

« Parli con me? », non  mi sono ancora girata, e non credo lo farò.

« Non vedo altre ragazze.. quindi la risposta è si », il ragazzo si siede sullo sgabello accanto al mio, è talmente vicino che riesco a sentire il suo profumo. Forse l’inglese ha esagerato con la dose, è soffocante.

« Quale parte del mio lanciarti il vino addosso prima, non ti è chiara? », dico bevendo il primo sorso del buonissimo vino italiano, è troppo buono, non voglio rovesciargli anche questo.

« Sei proprio acida.. ed ho capito il motivo », risponde come se mi conoscesse da una vita, mi volto verso di lui, la sua camicia ha ancora il segno del vino bianco di prima, questa cosa mi rende fiera di me.

« Ah si? », chiedo alzando un sopracciglio proprio capire cosa ha capito lui di me in due minuti che ha parlato con me.

« Sei l’unica single del gruppo.. », ecco appunto non ha capito nulla, pensa davvero che sia una ragazza che cade ai suoi piedi perché, ammettiamolo, è un bellissimo ragazzo?

« Tu non sai niente.. niente », dico bevendo il resto del vino, prima di lasciare il bicchiere sul bancone ed uscire in terrazza, ho bisogno di prendere aria, quel ragazzo è capace di far alzare il mio malumore a livelli estremi, è una persona irritante. Prima ci prova con Rose e poi con me, sorrido, è il classico ragazzo senza cuore che ragiona con la parte a sud del suo corpo. Non mi devo mica stupire di uno così.

Cerco di rilassarmi bevendo un po' di questo ottimo vino, e cerco di estraniarmi dai miei stessi pensieri altrimenti rischio di rimanerci schiacciata, penso a tutto fuorchè a me e a quello che ho dentro compresi i ricordi di tutto e tutti, così per una buona mezz'ora riesco a tirare quasi un respiro di sollievo, peccato che non si può sempre pensare come se non fossimo noi stessi, bisogna tornare nel proprio corpo e nella propria mente.

Dopo qualche minuto vado alla reception e chiedo la chiave della stanza, salgo al piano, nel silenzio che mi accompagna, si sta così bene dopo questa cena e dopo tutto il baccano che hanno fatto quei ragazzi, specie quell'Edward ma questo momento di tranquillità viene interrotto dalla voce più che forte di Alice

« Bella, ancora sveglia? », mi chiede mentre sto aprendo la porta della mia camera.

« Si Alice, ma non urlare, stanno dormento alcune persone ed io sto per andare a letto », mi tira per un braccio, che le prende, è impazzita?

« Certo, ma devo assolutamente mostrarti un vestito che ho comprato in un negozietto aperto qui vicino », non faccio in tempo a replicare che sono già nella sua stanza, come diavolo ha fatto?

« Va bene, ma gli altri dove li hai lasciati? », mi chiedo solo ora il motivo dell'assenza di tutti

« Oh sono giù in reception, stanno chiedendo al ragazzo se conoscono un centro che noleggia motorini, vorrebbero farci un giro », lei sta ruotando come una bimba, felice per il nuovo acquisto.

« Ti sta benissimo, ora posso andare? », le chiedo mentre la sonnolenza si sta impadronendo di me, è stata una giornata lunga a causa del viaggio.

« Certo, solo Bella, sappi che.. che noi  ti vogliamo bene e vorremmo che durante questa vacanza tu riesca a.. respirare nuovamente, mi capisci? », annuisco soltanto non posso promettere cose impossibili, le do un bacio sulla guancia e le auguro buonanotte, vado verso la mia stanza, e solo ora mi accorgo che nella fretta di Alice ho lasciato la porta aperta, devo stare più attenta.

La chiudo ed una volta entrata ci appoggio la fonte, sono sola, posso fare quello che voglio, nessuno mi giudicherà per le mie azioni.

« E tu che ci fai qui? », mi volto, spaventata e per poco non urlo, Il ragazzo di prima, Edward, nella MIA stanza e senza camicia. Ma come si permette?

« Io che ci faccio qui?? Esci subito!! », sento gli occhi fuori dalla testa a causa dalla rabbia, inizio a spingerlo, ma è come lottare contro i mulini a vento.

« Ehi, ehi calma perché devo andarmene di qui? », lui continua a fare l'ingenuo e capisco subito a che gioco sta giocando.

« Senti, esci ora o chiamo la sicurezza, non so che idea tu ti sia fatto ma io non voglio assolutamente andare a letto con te, non ci ho neanche pensato quindi esci », si vede che credeva che lo stavo provocando  prima ma io non sono così, anzi.

« Ma chi pensava una cosa così? Non mi è neanche passato per la testa », risponde lui scuotendo la testa.

« Ed allora perché sei senza camicia? », chiedo con ancora più rabbia, perché è mezzo nudo in camera mia e mi prende in giro.

« La volevo far lavare, se non sbaglio mi hai lasciato un bel ricordino », mi ricorda indicando la macchia, sorrido compiaciuta del mio gesto.

« In camera mia?? », chiedo sbalordita, va bene tutto ma questo non posso accettarlo.

« Questa non è la tua stanza acidella! », continua lui, ma io so riconoscere benissimo la mia stanza, ai piedi del letto c’è ancora la valigia che devo disfare.

« Ma certo che si. A che gioco stai giocando? È  la 202 del secondo piano, mi prendi per scema? », i suoi occhi si illuminano, e mi sembra quasi di vedere il suo cervello finalmente inizia a lavorare.

« La 202? », domanda mettendosi una mano nei capelli, ha una faccia buffa in questo momento.

« Esatto la 202 », dico sventolando la chiave davanti a lui.

« Oh...oh ecco, io credevo fosse la mia stanza, sai ho visto la porta aperta ed io sono sbadato quindi credevo di averla lasciata aperta, io ho la 200 è la camera accanto alla tua..  mi devo essere sbagliato »

« Non me ne frega nulla, ora vai fuori », gli apro la porta, « E che non ricapiti più! », ma lui invece, di uscire dall'entrata, va verso il balcone.

« Che stai facendo? », chiedo stupita, cosa vuole fare nel mio balcone?

« La mia stanza è accanto alla tua e come vedi tra i balconi c’è meno di un metro di distanza, scavalco », con un salto arriva al suo balcone, si vede che è atletico. Io sono ancora sconvolta dal suo gesto, poteva cadere e farsi male quell’imbecille, e probabilmente era quello che si meritava.

« Be buonanotte Bella, e spero a buon rendere », non rispondo e rientro in stanza con un moto di stizza per quando è inopportuno.

Ma ovviamente non poteva finire così, l’inglese aveva lasciato sulla poltrona della mia stanza la sua camicia, non la voglio li. La prendo e ritorno in balcone.

« Edward! », urlo un pochino per farmi sentire.

« Già ti manco acidella? », è ancora senza maglietta, presa da un moto di rabbia gli lancio la camicia colpendolo in pieno viso, lo vedo sussultare, ho un’ottima mira.

« Mi hai colpito in un occhio stronza! », urla con fare da bambino, cosa potrà averli mai fatto una camicia?

« Oh andiamo non fare il melodrammatico! Buonanotte! », lo prendo in giro rientrando in camera mia e chiudendomi alle spalle la porta finestra.

Mi stendo nel letto e cerco di addormentarmi, pensando a questa serata così disastrosa, talmente tanto che per la prima volta non mi addormento con il dolce pensiero di Jacob.

 

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Buonasera signorine o buon giorno.

Eccoci arrivate, tutte insieme, al primo e vero capitolo della nostra avventura estiva.

Cosa ne pensate? Fatecelo sapere.

Noi vi ringraziamo per l’affetto con cui avete accolto la nostra storia.

A martedì prossimo.

Ar&Gs

Ps. Recommencer e Perdonare? verranno aggiornate al più presto.

   
 
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