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Autore: Eeureka    13/07/2017    0 recensioni
– [[ ĸyoυтen ; мιnι long ; ιnтroѕpeттιvo ]] [[ coмpleтa √ ]]
– [[ proвaвιle ooc ; ѕeqυel dι "тнe newѕтarт; dove rιcoмιncιare" ]]
Raggiungere l'età adulta non vuol dire trovare stabilità per l'intera vita. Ci saranno ancora dubbi, incertezze e cambiamenti. Continue esperienze dalle quali si può imparare qualcosa per crescere sempre un po' di più.
– daʟ тeѕтo: « Quindi è vero; qualcosa non va? » domandò inquieto.
« Più o meno » borbottò Kyousuke, appoggiando gli avambracci sulle cosce e ritrovandosi a tu per tu con lo sguardo del suo fidanzato. Si sentì in imbarazzo, si era promesso che non gli avrebbe lasciato vedere la sua agitazione, e credeva di essere bravo a tenere a bada i sentimenti; qualcosa doveva essere andato storto, perché in quell'istante si sentiva vulnerabile e trasparente.
« Okay, senti » esordì insicuro. Le parole si divertivano a saltellare sulla sua gola, a salire fino alla punta della lingua e a scappare indietro quando lui stava per liberarle. L'ansia era palpabile: stava condensando l'aria rendendola pesante e irrespirabile. « È una situazione... complicata. »[...]
"
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matsukaze Tenma, Nuovo personaggio, Tsurugi Kyousuke, Tsurugi Yuuichi
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Newstart'
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The Newstart: nuova vita.





23 Dicembre 04:30 PM;
I capelli di Tenma erano incredibilmente morbidi e Kyousuke lo sapeva da un bel pezzo. Ciononostante neanche quella volta, mentre glieli carezzava, riuscì a sottrarsi da questa ormai sciocca e ovvia considerazione, come se in quei due giorni di lontananza se ne fosse dimenticato.
La tranquillità che li avvolgeva era surreale, considerando il trambusto degli ultimi giorni. Eppure eccoli là: seduti l'uno accanto all'altro sul divano di quella che era la loro casa, in un momento di effimera serenità, con Tenma appisolato sulla spalla di Kyousuke e quest'ultimo con un tomo sulla medicina in mano. Tutto come di consuetudine; la loro abituale routine.
La cosa più difficile da credere era che quella quiete era merito di Miyu, la stessa ragazza che Kyousuke non era mai riuscito a sopportare e che ora era in giro da qualche parte per Tokyo con Yuuichi. Era stata lei l'artefice del "piano" per fare trascorrere ai due un po' di tempo assieme e per permettere all'aspirante medico di farsi perdonare dal suo ragazzo per il putiferio che aveva combinato.
«Tenma... » Lo chiamò Kyousuke, pronto a scusarsi senza sapere però come. L'interpellato scostò la testa verso di lui, strusciando la guancia contro la sua spalla per poi sfoggiare un'espressione intontita dal sonno e uno sguardo pizzicato dalla curiosità. « Sì, Kyousuke? »
Il ragazzo arrossì e deglutì; dovevano parlare, ma non aveva proprio idea di come iniziare la conversazione.
« C-Come stai? » esordì quindi, sentendosi un perfetto idiota subito dopo.
Tenma lo osservò a lungo con un'aria perplessa e stordita, come se non avesse sentito bene, poi rispose. « Ehm, bene... Tu? »
« Cioè, nel senso, sei arrabbiato con me? » si affrettò a correggere Kyousuke, maledicendo la sua incapacità nel comunicare. Okay che la sua indole era da solitario e taciturno, ma da questo a sembrare un disadattato sociale che parla con un estraneo c'era un’evidente differenza - che in quel momento lui, però, non stava dimostrando.
« No, perché dovrei? » Tenma aveva un'espressione sempre più accigliata e confusa.
« Beh... » Kyousuke sospirò e ripensò al litigio di qualche ora prima con Miyu. Quella ragazza con poche parole era riuscita a ferirgli l'orgoglio e a fargli provare una sensazione di vergogna e rincrescimento per le sue azioni passate, fino ad infrangere ogni solida sicurezza di avere indubbiamente ragione contro di lei. Era arrivato a credere che ci fosse stato un pizzico di sbagliato in ogni occasione in cui aveva usato attributi quali "impicciona", "invadente" ed altro del genere per descriverla. Certo, ora non provava di colpo simpatia nei suoi confronti - probabilmente non sarebbero mai stati amici, ma... Un pochino l'aveva rivalutata. Dopotutto Miyu aveva dimostrato di non essere una semplice ficcanaso e arrivista col mero scopo di divertirsi, ma più volte aveva agito per il bene di Tenma; e di questo, seppur gli venisse difficile ammetterlo, Kyousuke non poteva che esserne grato. Di contro, perché mai Miyu aveva fatto ciò senza aspettarsi nulla in cambio? Azioni frutto di una grande bontà o di una enorme solitudine? Infondo nessuno le aveva mai chiesto di insinuarsi nella loro vita, né domandato aiuto. Quindi Kyousuke doveva forse ringraziarla e considerare le sue azioni come un dono? No, non ce la faceva, non del tutto quantomeno. Qualcosa ancora lo bloccava dal fidarsi di lei, mancava un pezzo al puzzle che impediva di vedere un dettaglio preminente. Era indeciso, intrappolato tra i sensi di colpa da un lato e un orgoglio che non voleva farsi ferire dall'altro, non in dicotomia ma sovrapposti.
L'unico motivo per cui poteva considerarla una quasi brava persona per ora era l'essersi presa cura di Tenma e l'aver ricordato a Kyousuke quanto aveva fatto star male il suo ragazzo.
« Per averti buttato fuori di casa e tutto. Mi dispiace, ma mi sono fatto prendere dal panico e ho agito di impulso in modo stupido » rivelò con imbarazzo. Non era mai stato bravo a scusarsi, eppure dopo averlo fatto in quel momento provava una sorta di liberazione.
« Tranquillo, insomma... Lo hai fatto solo perché ci tieni a tuo fratello e hai paura di perderlo, giusto? » Kyousuke in quel momento non seppe se rimase più colpito dalle parole di Tenma o dal sorriso dolce che quest'ultimo gli rivolse.
Da quando in qua Matsukaze era un tipo tanto empatico? Beh, forse non si trattava di empatia, ma di comprensione. Tenma era riuscito a capirlo e ad afferrare al volo il movente delle azioni assurde di Kyousuke perché si trattava di un sentimento che avevano in comune, che condividevano. O che avevano condiviso, quantomeno; sicuramente, del resto, anche Matsukaze si era riempito di paura e panico prima di rivelare la sua omosessualità ai suoi genitori.
Era un'ansia schiacciante che purtroppo non era priva di fondamenta. Le derivazioni che ne conseguivano erano paranoie che però di fantasia avevano ben poco.
Kyousuke non disse nulla, ma annuì. La frase pronunciata dal castano era incredibilmente vera. Era proprio quella la paura che gli aveva corroso l'animo in quei giorni. D'altronde Yuuichi era la persona più importante della sua vita: era stato la sua ancora di salvezza più è più volte, era stato - per quanto paradossale - quello che lo aveva tirato su quando Kyousuke non riusciva più a reggersi in piedi. Due fratelli fin troppo uniti: uno rinchiuso in un ospedale su una sedia rotelle, l'altro a vivere una vita normale a scuola e a giocare a calcio. Eppure era sempre stato il maggiore dei due ad avere abbastanza forza per entrambi per andare avanti, o pronto a sacrificarne la sua parte affinché andasse a Kyousuke.
L'idea di troncare un rapporto speciale come il loro non era accettabile. Per un motivo tra l'altro a cui Kyousuke non avrebbe potuto rimediare - insomma, non poteva mica scusarsi per essersi innamorato di Tenma.
Il castano notò lo sguardo meditabondo del suo ragazzo, e si spostò per riuscire ad abbracciarlo.
«Secondo me Yuuichi... Beh, non so come reagirà, ma se lui ti vuole bene certamente non smetterà di volertene così all'improvviso » mormorò contro il petto del blu.
Per Tenma era facile però, lui che aveva una visione altamente positivista della situazione, e riusciva a trovare del buono in ogni fattaccio; per Kyousuke invece non era tanto semplice, perché lui osservava tutto da un punto di vista che non ammetteva distorsioni della realtà e che la vedeva così com'era, per cui pronto a considerare qualsiasi risvolto, positivo o negativo che fosse.
Quel che aveva detto il castano era solo in parte da considerare: possibile che se si vuole bene qualcuno si può iniziare ad odiarlo così di colpo solo per un cambiamento in egli avvenuto? Magari no. Forse Yuuichi avrebbe continuato a volergli bene comunque. Dopotutto c'era riuscito persino quando Kyousuke gli aveva rubato la facoltà di camminare, probabile che anche in questo caso lo avrebbe fatto. O forse no?
Kyousuke era sicuro però che nel loro rapporto qualcosa sarebbe mutato, e questo era spaventoso. Gli esseri umani del resto sono così: attaccati alla loro routine. Le abitudini, le persone... sono cose che si danno per scontato di avere, ma quando non ci sono iniziamo ad accorgerci che qualcosa manca. Siamo fortemente attaccati all'ordinario, che talvolta le svolte e i cambiamenti, specie se improvvisi, ci vengono difficili da accettare. Abituarsi a una nuova realtà non è mai stato facile. Il cambiamento non è mai singolo, è una reazione a catena.
Yuuichi magari non lo avrebbe odiato, ma... Sarebbe rimasto arrabbiato? Deluso? Confuso? Esterrefatto? Costernato? Lo avrebbe guardato come se non avesse mai conosciuto davvero suo fratello? Come se avesse di fronte un estraneo?
Erano questi i piccoli e grandi cambiamenti che Kyousuke temeva. Onestamente, avrebbe potuto dirlo a chiunque o persino ai suoi genitori senza che gli fregasse nulla della loro reazione, ma di Yuuichi... Di lui gli importava.
Suonò la sveglia che ricordava a Tenma di dover andare agli allenamenti, ma il castano la ignorò e approfondì l'abbraccio con Kyousuke. Quest'ultimo ricambiò la stretta e non disse nulla, ogni suo pensiero rimase a vorticare nella sua testa.




***


« Eccoci! » gridò Miyu voltandosi a sorridere raggiante in direzione di Yuuichi, mentre quest'ultimo, come di consuetudine, ricambiò il sorriso.
La ragazza rallentò il passo e inspirò a fondo il freddo pungente nell'aria « lo so, lo so » si affrettò a chiarire dubbi che non avevano neanche sfiorato il suo interlocutore. « Sì, questo parco è famoso per gli alberi di ciliegio, quindi venirci d'inverno è poco sensato, ma... Io lo trovo fantastico. Venivo sempre qui con mio padre da piccola. » Fece un mezzo giro su se stessa, con il braccio teso nel mostrare il paesaggio che li avvolgeva.
I due, dopo essere stati un per un po' in giro per le strade di Tokyo, avevano optato per andare in qualche posto tranquillo per rilassarsi e chiacchierare con serenità. Miyu a quel punto aveva subito tirato in ballo il parco della sua infanzia, quello che banalmente era stato denominato "Sakura" in nome dei fiori di ciliegio che lo avevano reso famoso nel tempo.
Non c'era l'atmosfera surreale e trascendente che si sarebbe potuta respirare in primavera, ma Yuuichi concordava che nelle parole di Miyu ci fosse stato un principio di verità: anche se in quel momento tutto era ricoperto da un manto niveo e gli alberi erano spogli, ciò non toglieva che il parco fosse un posto meraviglioso e piacevole. Era l'ambiente ideale per prendersi una pausa dal caos abituale o per farsi semplicemente una passeggiata lontano da asfalto, grattacieli e rumore.
« Anzi, se devo dirti la verità » fece Miyu, avvicinandosi a una panchina per poi sedersi, e osservare il cielo come in attesa di qualcosa « preferisco di gran lunga quando è inverno! » affermò.
Yuuichi, rimasto qualche metro indietro, la raggiunse con calma. « Anche a me piace l'inverno » fece, osservando le sue scarpe timbrare il sottile strato di neve mentre camminava. « Quando eravamo piccoli io e Kyousuke lo adoravamo: per noi voleva dire pupazzi di neve, battaglia con le palle di neve, Natale; e di conseguenza regali, divertimento. L'unica cosa negativa era che la neve rendeva difficile giocare a calcio, ma non per questo ce lo impediva » ridacchiò nostalgico, prendendo posto accanto alla ragazza. Yuuichi aveva tralasciato la parte sulla serie di Natali trascorsi in ospedale anziché tra le mura di casa davanti al camino e con la famiglia. Questo perché preferiva rimembrare solo i bei ricordi, e la cosa gli veniva facile: ne aveva collezionati tantissimi con Kyousuke.
Miyu si voltò nella sua direzione e colse una scintilla negli occhi di Yuuichi. « Tu e Kyousuke siete davvero uniti. » osservò con ammirazione, si stiracchiò e portò le braccia verso l'alto « Ah, che invidia! Vorrei averlo avuto io un fratello o una sorella con cui condividere un rapporto del genere! » gonfiò le guance, mettendo su il broncio e un'espressione fintamente offesa. In realtà non si era mai soffermata a pensarci troppo, ogni tanto ci rifletteva a cosa sarebbe cambiato nella sua vita se avesse avuto fratelli o sorelle, ma non era un pensiero essenziale, le capitava di rado. Eppure, gli aneddoti d'infanzia di Yuuichi le facevano credere che non sarebbe stato tanto male non crescere sola.
Yuuichi sorrise divertito per via dell'espressione buffa assunta dall'altra, falsa e un po' forzata. « Devo ammettere che sono felice di avere un fratello, ma sai, invece c'è tanta gente lieta di essere nata come unico genito. C'è chi afferma che sia meglio: più spazio, mamma e papà tutti per sé... Certo, anche nessuno da incolpare quando si rompono le cose, ma questo è un futile dettaglio » rise da solo alla sua battuta, sebbene nella sua infanzia non avesse mai fatto nulla del genere. Se accadeva qualcosa, la colpa se la prendeva sempre lui. « Uh, e anche più giocattoli tutti per sé, dimenticavo. »
« Per farci cosa? Giocare da soli? » proruppe Miyu con un sorriso amaro. « Magari ad essere figli unici ci saranno lati positivi, ma continuo a pensare che la tua condizione sia migliore della mia. Senza contare che, quando mia madre sarà morta non mi rimarrà nessuno » l'ultima parte del discorso le venne spontanea e appena si accorse di quel che aveva pronunciato abbassò lo sguardo, atterrita.
Negli occhi di Yuuichi ristagnava la preoccupazione. « Beh, almeno nessun litigio per l'eredità » cercò di sdrammatizzare, sentendosi dopo pochi secondi molto stupido per quel che aveva detto. « Insomma, non sarai sola... Ti rimarranno gli amici. »
Le partì incontrollata una risatina un po' acida e amareggiata . A primo impatto avrebbe voluto rispondere con ironia "E quali amici?" ma si era frenata, e aveva anche fatto bene. Non voleva sembrare la vittima di turno, o impietosire Yuuichi con preoccupazioni che di rado le giravano per la testa. Anzi, quella conversazione aveva preso una piega interessante proprio perché le stava facendo considerare temi su cui solitamente non si soffermava. Andava prima studiata la situazione e poi deciso come agire, uscirne subito distrutta non era da lei e inoltre sarebbe finita con il rovinare la loro conversazione. Perché mai farlo?
« Oh, beh, sai, non è la stessa cosa. Anche se non ne ho mai avuto uno, scommetto che un fratello con un amico non si può paragonare. » anche se era altrettanto vero che delle volte i fratelli in età adulta non si separavano per avere un sostegno economico che per reale affetto. Ma questo, naturalmente, non era il caso degli Tsurugi.
Il ragazzo sospirò e prese a guardare il cielo; la luce, seppur debole e filtrata dalle nubi, gli dava un po' di fastidio. « Questo è anche vero. O almeno, il mio rapporto con Kyousuke è molto buono. Beh, però... Che ne sai se resti sola? Magari trovi qualcuno e metti su famiglia. » tentò allora di consolarla così, dato che non si trattava un'opportunità remota considerando che Miyu era giovane e carina. Si accorse però che non erano state le parole più adeguate da usare, quando le guance della ragazza che gli stava accanto si imporporarono, e presto fecero lo stesso le sue, mentre il silenzio li raggiunse per abbracciarli.
Yuuichi aveva detto qualcosa di parecchio imbarazzante, fu una fortuna che in quello stesso istante stesse passando per di là un bambino molto rumoroso con la mano guantata che stringeva quella del padre. Fu una scusa per entrambi mettersi ad osservare genitore e figlio di passaggio finché questi non sbiadirono in fondo a un sentiero, in modo da ignorare il silenzio.
Miyu rise nervosa per smorzare la tensione. « Già, speriamo! Almeno avrò qualcuno! »
Anche Yuuichi ridacchiò, ma senza saperne il motivo.
Miyu cercò di elaborare in fretta un'idea per continuare la conversazione e sciogliere l'imbarazzo, e la lampadina subito le spuntò in testa: come aveva potuto dimenticarlo? Era lì proprio per quello del resto, per Tenma e Kyousuke. Ebbene sì, il suo obbiettivo non era solo permettere loro di trascorrere del tempo assieme, ma era anche quello di dare a Yuuichi qualche indizio non troppo esplicito sulla relazione dei due, in modo da "prepararlo all'impatto". Secondo i suoi calcoli, difatti, considerando che il giorno dopo era la vigilia Kyousuke avrebbe confidato ogni verità al fratello altrimenti Tenma sarebbe rimasto da solo proprio per quella festa dedicata alle coppie*. Di conseguenza sarebbero vissuti tutti o felici e contenti o infelici e scontenti (e la ragazza, sebbene non sopportasse più di tanto Kyousuke voleva evitare in tutti i modi quell'evenienza per il bene di Tenma).
« Ehm... Yuuichi, so che forse è un po' da impicciona, ma... Il famoso litigio di cui parlavano Tenma e Kyousuke, quale sarebbe? Purtroppo mi hanno lasciato davvero tanta curiosità addosso, ma se non vuoi dirmelo ti capisco » sfoggiò la sua espressione più dispiaciuta e tenera: si strinse nelle spalle, abbassò gli occhi verdi sul terreno e inizio a dondolare la gambe con un certo nervosismo, come fanno i bambini che non riescono a stare fermi neanche per un secondo. Non mancò naturalmente di congratularsi con sé stessa per quanto le fosse venuta bene quella battuta e per quanto sembrasse sul serio ignara di ogni cosa, nonostante lei sapesse tutto di quel litigio. Ma insomma, in qualche modo doveva pur focalizzare la conversazione sull'argomento "KyouTen" - sì, esattamente, era il nome che aveva deciso di dare al suo piano, e simboleggiava il fatto che i protagonisti fossero Kyousuke e Tenma. Forse era un po' strano dare un nome di identificazione a una coppia, ma... Lei era strana, poteva permetterselo.
« Oh, a saperlo te lo direi volentieri... » rispose Yuuichi e il suo viso si rabbuiò. Naturale che non lo sapesse, pensò Miyu, o a quest'ora avrebbe compreso da un bel pezzo che Kyousuke e Tenma erano fidanzati, o quantomeno avrebbe avuto qualche dubbio.
« C-Come, non lo sai? » Miyu stralunò gli occhi, mostrandosi piuttosto confusa. In seguito abbassò lo sguardo, demoralizzata. « Beh, se non me lo vuoi raccontare è comprensibile... » giocò la sua carta migliore: fece la vittima. C'era da dire che Yuuichi non era ingenuo quanto Tenma, quindi probabilmente non ci sarebbe cascato. Difatti il ragazzo la osservò per qualche secondo con un sopracciglio inarcato. Lui non era il tipo da dubitare sui sentimenti delle persone, ed era sempre stato disposto ad accettare chiunque per com'era, con i suoi modi di fare e reagire alle situazioni. Nonostante ciò la reazione di Miyu gli parve bizzarra: come mai era tanto interessata a quel fatto? Yuuichi concluse qualche secondo di seguito che la faccia afflitta di Miyu non era dovuta alla delusione che lui non sapesse nulla, ma al dubbio che gli stesse nascondendo di proposito la verità. E questo lo fece sentire in colpa e lo obbligò a giustificarsi.
« No Miyu, sul serio non lo so. In quel periodo entrambi sono venuti a sfogarsi con me, ma mi hanno raccontato due versioni diverse, e mai approfondendo troppo l'argomento » ridacchiò con aria triste, perché quel pensiero lo feriva un po'. Era sempre stato lieto di aiutare la gente, ma in quel periodo ogni volta che ascoltava le differenti parole che i due gli rivolgevano per descrivere il misfatto lui si sentiva un po' male e si chiedeva chi gli stesse mentendo. Forse era un po' stupida come cosa, difatti con poca fatica ci era passato sopra, ma non per questo la sua curiosità, però, era scemata.
« Sapessi quanta curiosità mi è salita addosso, ma non volevo fare troppe domande. Se a loro non andava di parlarne non mi sembrava giusto dover insistere. »
Il passo successivo era chiaro nella testa di Miyu, dato che Yuuichi aveva abboccato al suo piano e lei si era fatta uno schemino mentale di domande da porre e risposte da dare, e possibili reazioni del ragazzo. Ma non seppe perché in uno sbalzò di follia le venne in mente di lasciar perdere il suo progetto e improvvisare un'idea che le era appena sbucata in testa.
Miyu non farlo. Non è una buona idea, lo sai. Non farlo, Kyousuke ti ucciderà. Non farlo, non dirlo, non dirlo. Ferma, ferma.
« Beh, sai... Yuuichi, a dire il vero, io lo so. » Cosa ho appena fatto?
« Aspetta, sai cosa? » Yuuichi alzò un sopracciglio, confuso. L'espressione della ragazza era mutata di colpo.
« So qual è il motivo per cui hanno litigato » rivelò, e man mano Yuuichi sbarrò sempre di più gli occhi.
Una parte di Miyu doveva essere senza dubbio impazzita per aver detto una cosa del genere. Lei avrebbe dovuto solo porre a Yuuichi domande come "c'è qualcosa che potrebbe distruggere il rapporto tuo e di tuo fratello?" e altro del genere, mentre la storia del litigio fungeva solo da introduzione e mezzo per focalizzarsi su Tenma e Kyousuke. Ma la faccenda non era da approfondire, specialmente dopo che lei aveva affermato di non saperne nulla che figura ci faceva a spiattellare tutto?
Eppure, per un fugace attimo aveva creduto che fosse la cosa più giusta da fare. Agendo così non avrebbe solo dato degli indizi impliciti a Yuuichi, ma avrebbe messo dinnanzi ai suoi occhi tutte le prove e aspettato che lui riuscisse a fare due più due. Ma era a lei che spettava questo compito? No, certo che no. Era Kyousuke a dover dire la verità a suo fratello, non lei. Lei si stava solo insinuando in una questione che non la riguardava affatto. Ma oramai che aveva affermato di sapere di quel litigio che faceva? Si tirava indietro? No, doveva proseguire per quel sentiero di risvolti inaspettati. Dopotutto, non avrebbe mica rivelato a Yuuichi della relazione, gli avrebbe solo chiarito cos'era successo circa tre anni prima. E in un certo senso questo sarebbe servito a preparare psicologicamente il maggiore degli Tsurugi alla notiziona che doveva dargli Kyousuke. Insomma, che male c'era?
« Come lo sai? Aspet-- non mi avevo detto giusto poco fa di non saperlo? »
« Io... » ebbe un attimo di esitazione perché non era per niente sicura di quel che stava per fare. « L'ho detto apposta, perché volevo capire se tu lo sapevi. E comunque, io lo so perché me l'ha raccontato Tenma... Se vuoi te lo dico, anzi, ritengo che dovresti proprio saperlo. » non riuscì a trovare scuse migliori e si sentì una stupida incoerente e tanti altri epiteti negativi, e le passo per la testa l'immagine di Kyousuke che la chiamava pettegola. Le si strinse il cuore.
Cercò di calmarsi pensando che stava agendo proprio per il bene dei suoi amici, ma una vocina nell'orecchio, aspra e crudele come quella di Kyousuke prima, le ricordò che invece stava facendo la cosa sbagliata e si stava immettendo con forza in fatti che non la riguardavano.
Yuuichi restò perplesso. Iniziava a non capirci più niente di quella situazione: aveva capito che Miyu era un tipetto particolare, ma non si aspettava fino a questo punto. Inoltre, a prima vista l'aveva giudicata una brava ragazza, ora invece non riusciva a comprendere le sue azioni incongruenti. Il caos gli inondava la testa e per scacciarlo si mise una mano sul viso, massaggiandosi le tempie. « Oddio, non ci sto capendo più niente » rivelò. E poi pensò alle parole della ragazza "se vuoi te lo dico" e si morse il labbro. Era indeciso: una parte di lui gli urlava che quella situazione era strana e che non sarebbe dovuto venire a sapere da terzi il motivo per cui Kyousuke e Tenma avevano tanto lottato per non fargli sapere. Al tempo stesso, sentiva quell'ingorda curiosità di anni prima tornare a bussare al presente.
No, non poteva. Non poteva ascoltare quel che aveva da dirgli Miyu, eppure...
« Allora... Allora te l'ho racconto. » fece Miyu con gli occhi spenti. Yuuichi non riuscì ad aprire la bocca per impedire alla ragazza di iniziare a parlare. Restò fermo, vinse la curiosità.
« Tempo fa, quando erano alle medie, Tenma... Tenma si era innamorato e si è dichiarato a una persona, ma... »
« Aspetta, aspetta... Frena! Da capo, hai parlato troppo in fretta non ci ho capito nulla. » Yuuichi si sentiva immensamente in colpa ad ascoltare una cosa che avrebbe preferito gli venisse raccontata dai diretti interessati, al tempo stesso necessitava di saperlo, era estremamente curioso... E a dire il vero anche un po', anche se in minor parte, invidioso del fatto che lei lo sapesse e lui no.
« Io... Oddio. » Non posso dirlo davvero, pensò Miyu, l'ansia che le gravava sullo stomaco. Eppure lo disse, in pochi secondi snocciolò tutto quel che sapeva sul litigio di Tenma e Kyousuke senza alcuna reticenza. Appena ebbe finito, rimase senza fiato e incredula.
Cosa ho fatto? Oddio. Oddio.
Davanti alla faccia sorpresa di Yuuichi, Miyu sentì i senti i colpa rovesciarsi addosso come se qualcuno le avesse rivolto un secchio pieno di acqua gelida sulla testa. Il silenzio tornò ad avvolgerli.
Miyu non poteva credere alle sue azioni. Dopo che finalmente aveva chiarito con Kyousuke, e si era vendicata con lui per ogni cattiveria che le era stata detta, dimostrando di non essere l'impicciona che lui credeva che fosse... Che faceva? Smentiva tutto, annullava la Miyu buona e si aggrappava alla maschera che gli altri avevano cucito per lei.
L'istinto di dire la verità a Yuuichi tra l'altro era sbucato fuori dal nulla e lei non era stata in grado di controllarlo. Era come una seconda vendetta nei confronti di Kyousuke, ma era del tutto sbagliata, era stato il suo errore madornale. Tutto quello per cui si era battuta lo aveva lasciato evaporare in pochi secondi con delle semplici parole. Magari quello che aveva raccontato a Yuuichi era servito davvero come una preparazione psicologica, ma... Era forse necessario? Spiattellare in giro i fatti privati di altra gente? E cercare di aiutarli per una causa che a lei non sarebbe dovuta interessare minimamente?
L'aveva fatto per aiutarli... No, sbagliato; aveva agito per sentirsi utile, con la speranza che un giorno l'avrebbero ringraziata, per sentirsi parte di qualcosa.
« Cosa?! Quindi... È questo quello che è successo? Tenma era innamorato di Kyousuke? » Chiese Yuuichi, distruggendo quella quiete. Anche se quiete non era la parola adatta, c'era silenzio ma non tranquillità.
Miyu, con gli occhi sbarrati fissi a terra non ebbe la forza per annuire. Sentì ben presto, invece, le lacrime che la pizzicavano. Non batté le palpebre per non farle uscire, finché la vista non le si appannò e dovette farlo per forza. « Ti prego, per favore, non dire a Kyousuke che te l'ho detto. Ti prego non dirglielo. » fece con la voce smorzata, la gola che strideva.
Yuuichi, che era stato troppo occupato a riflettere su quello che gli era stato rivelato, si accorse solo in quel momento dello stato in cui versava Miyu, e si ricordò dei sensi di colpa che aveva accantonato in un angolo. Aveva avuto pensieri contrastanti su di lei: prima le era sembrata una brava ragazza, poi l'aveva descritta strana, poi aveva in parte concordato con l'aggettivo con cui gliel'aveva descritta Kyousuke la prima volta, ma ora vedeva solo una ragazza molto confusa e triste. Era vero che lei gli aveva raccontato qualcosa che non aveva il diritto di divulgare, com'era vero però che lui aveva ascoltato senza farsi troppi problemi, lasciando vincere la curiosità su ogni ragione. Erano entrambi colpevoli, allo stesso modo: e quello doveva diventare il loro segreto.
Mise la mano su quella della ragazza.
« Non glielo dirò. » promise. Ma non servì ad acquietare l'animo di nessuno dei due.
« Ma... Perché hai detto che ritieni che dovevo saperlo? Come mai era necessario che io venissi a conoscenza di questo fatto al di là della mia curiosità? Insomma, è successo solo anni fa... » disse, non capendo. Che avesse attinenza con il presente? Possibile? Eppure Kyousuke e Tenma sembravano essere tornati quelli di un tempo. Che Tenma provasse ancora qualcosa per suo fratello? Oppure...?
« Non posso dirti altro. » Miyu lo disse come gli avrebbe chiesto di smetterla di torturarla. Yuuichi a quella vista deglutì.
« Va bene » fece, « però Miyu, c'è solo un'unica domanda molto importante che ti devo fare, dopodiché non ti chiederò altro e ti prometto che Kyousuke non verrà a saperlo. »
« ... Che domanda? »

***






{{ blaterazioni. }
 *in Giappone il Natale è una festa concepita in modo diverso. Solitamente si usa festeggiarla con il proprio fidanzato o la propria fidanzata anziché con la famiglia.

Eccomi genteh uwu
Che dire, ormai siamo quasi alla fine, mancano solo tre/quattro capitoli ~
Spero che finora la storia vi stia piacendo, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate fino a questo punto. Nient'altro da aggiungere.
Grazie di cuore a chi segue ancora la storia♥
Saluti,
Eeureka
  
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