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Autore: La Signora dei No    15/07/2017    4 recensioni
Come si può assemblare nuovamente un cuore ridotto in mille pezzi? Tornerà mai com'era un tempo?. Livio non riesce a darsi pace, da quanto tempo lui e Federico non parlavano veramente, da quanto non riuscivano più a leggere uno negli occhi dell'altro. Come hanno fatto ad aspettare che la situazione esplodesse e li portasse a quelle urla, a quella porta sbattuta con una violenza non voluta. Come hanno fatto a non scorgere quell'insormontabile muro, che ha avuto come unico scopo quello di dividerli. Riusciranno a lottare contro i propri " demoni", uscendone vittoriosi, integri e soprattutto insieme? Non sempre i dissapori possono essere messi a tacere facilmente.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico, Universitario
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§ Angolo autrice §
Scusate per l'immenso ritardo nell'aggiornare, purtroppo questi ultimi capitoli sono un po' complessi da scrivere e spero di non urtare la sensibiità di nessuno. Spero che vi piaccia e al prossimo.




8. Nei tuoi occhi:



Dopo aver salutato Federico, la ragazza in un primo momento aveva deciso di andare a prendere Davide fuori dall’ufficio, poi però ripensandoci bene preferì rimanere a casa. Davide era una persona molto timida e riservata, soprattutto quando si trattava dell’argomento di cui avrebbero dovuto discutere quel giorno. Essendo stanca dal viaggio si fece una breve doccia e indossò una tuta morbida. Improvvisamente, mentre stava guardando la tv, sentì le chiavi girare nella toppa della serratura, sicuramente era il suo fidanzato.

- Non pensavo tornassi oggi Elena-

- Con te funziona solo l’effetto sorpresa ormai – gli disse sorridendo.

- Vedo che il tuo umorismo è sempre presente – rispose sorridendogli di rimando.

Poggiò la valigetta sul tavolo, si tolse la giacca e allentò il nodo della cravatta.

- Immagino perché tu sia qui –

- Davide, tu ed io abbiamo rimandato questa conversazione fin troppo a lungo per i miei gusti.

Ne hai avuto fin troppo di tempo per riflettere, è ora di prendere una decisione - .

L’uomo sospirò, sedendosi sulla prima sedia a portata di mano. Faceva male vedere la persona più importante della sua vita in quel modo. Era un dolore soffocante. A Davide sembrava di essere in acqua e di non riuscire a restare a galla, stava annegando nel suo stesso dolore.

-Elena lo so che vuoi una risposta da me, lo capisco. Io non sono in grado di sconfiggere i miei
demoni, mi tormentano e si prendono gioco di me. Secondo te, come faccio a occuparmi di un figlio con i ricordi che mi tormentano? - .

La ragazza non aveva perso una singola parola del discorso del suo fidanzato. Sapeva perfettamente di cosa stava parlando, lei però era sicura che insieme si potesse superare tutto, come convincere Davide restava un mistero purtroppo. Decisa a non arrendersi, Elena si avvicinò all’altro, inginocchiandosi davanti a lui e carezzandogli una guancia. Davide istintivamente voltò il viso verso la mano, posandovi un leggero bacio nel centro del palmo.

-Lo so tesoro, lo vedo. La notte ti agiti, sudi, parli nel sonno e molto spesso ti svegli nel sonno in
preda al panico. Il giorno invece, spesso t’immobilizzi fissando il vuoto, come se ti perdessi in qualche meandro oscuro. Ogni volta lo leggo nei tuoi occhi quel tormento, la paura di essere come lui. Guardandoti allo specchio ti giudichi una brutta persona, questo, però è quello che vedi tu. Ciò che vedo è un ragazzo altruista e buono, che pensa sempre agli altri prima che a se stesso. Un amico con la battuta pronta ogni volta che qualcuno è giù di morale, l’ho visto con Federico.  Inoltre posso assicurarti che con te non mi sono mai sentita in pericolo anzi, tutto il contrario -.

Davide tenendo sempre il volto girato verso la mano di Elena sospirò. Quelle parole sulle sue cicatrici facevano ancora più male.

- E se nonostante tutto non sarò un buon padre? –

- Se nemmeno ci provi, non saprai mai come rispondere a questa domanda, alla quale puoi rispondere solo tu - .

- Per quanto riguarda quello che è successo con Fede la notte scorsa è stata solo un’avventura -

- Lo so e sono a conoscenza anche di quella volta in cui siete stati insieme anni fa, è come se per te Federico fosse diventato una specie di porto sicuro negli anni. Non so bene come spiegarti questa sensazione. Mi ha detto di quando ti presentavi sotto casa ricoperto di lividi durante le superiori, forse in quel periodo hai cominciato a vederlo come una roccia cui aggrapparti, perché non mi hai mai detto nulla? -.

In quel momento Davide avrebbe voluto strozzare l’amico.

- Mia madre non ha mai voluto denunciare quell’uomo, non lo so perché, m’implorò di non dire
mai nulla ed io nonostante litigassimo per questo le volevo bene. Ho sempre cercato di difenderla. Durante il periodo del liceo mi sentivo un debole, solamente anni dopo ho capito che il debole era lui – Davide s’interruppe.

- I tuoi che fine hanno fatto? Perché non mi hai mai fatto conoscere tua madre? -.

- Mio padre è morto poco dopo il mio ventiduesimo compleanno, l’alcool se l’è portato via. Con mia madre non corre buon sangue da un po’ di anni ormai. Dopo aver finito il quarto anno, decisi di andarmene di casa, non volevo più abitare con quel tizio, lei non voleva denunciarlo ed io non riuscivo a convincerla, dopo qualche anno che ci siamo rivisti mi accusò di averla lasciata sola. Da allora non ci siamo più visti - .

- Non credi sia ora di chiarire la questione che hai in sospeso con lei? –

- Non credo mi perdonerebbe lo stesso. Senti Elena io ormai ho fatto il callo a questo problema, le cose stanno così e vanno bene, te lo assicuro -.

Per tutto quel tempo, Elena era rimasta inginocchiata di fronte al fidanzato con le mani intrecciate tra loro.

- Sono sicura che parlarle ti farebbe stare meglio, però è una decisione che devi prendere tu soltanto –

- Grazie -.

- Per quanto riguarda il bambino? Lo crescerai insieme con me? Io ho deciso di tenerlo -.

Il biondo stringendo di più le mani della fidanzata, chiuse gli occhi e prese un profondo respiro.

-Ti prometto che ti sarò accanto, tu però promettimi che impareremo a fare i genitori insieme, che se mai perdessi il controllo mi fermerai in qualunque modo –

- Io… -.

Davide che fino a quel momento aveva parlato con gli occhi chiusi li riaprì di scatto.

-Promettimelo! Me lo devi giurare –

- D’accordo, te lo prometto -.

- Scusami per il tono e grazie -.

I due si abbracciarono e rimasero così per alcuni minuti.

- Se non sbaglio sei al terzo mese vero? –

- No, in realtà sono al quarto mese di gravidanza –

- Davvero? Come passa il tempo. Sai di che sesso è? - .

- Sì, lo vuoi sapere? –

- Ovviamente, hai già pensato a un nome? –

- E’ una femminuccia, avevo pensato a Ingrid, che ne dici? -.

- Mi piace moltissimo -.

Entrambi sorrisero.

- Mi sei mancata da morire –

- Anche tu – i due fidanzati si scambiarono un breve bacio a stampo.

Per la prima volta Davide sentiva il cuore un po’ più leggero. Negli occhi di Elena aveva visto un coraggio e un amore immensi, in grado di poter sopportare anche i colpi peggiori. Durante quella discussione, Davide era stato incantato da quello sguardo tanto da volerci credere fino in fondo. Nonostante le sue paure, era deciso a essere un padre migliore di quello che aveva avuto lui e chissà un giorno magari avrebbe chiarito con sua madre.
   
 
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