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Autore: kioccolat    24/07/2017    4 recensioni
Correva per il corridoio dell’ospedale da ormai 10 minuti abbondanti. Aveva il fiatone e sentiva ogni rumore attorno a se ovattato, sentiva il cuore scoppiare, la gola secca, la vista come annebbiata e non riusciva ad elaborare pensieri di senso compiuto per la troppa pressione e preoccupazione che aveva addosso.
Di tanto in tanto, per colpa della veloce corsa, sbatteva su qualcuno, e la persona puntualmente si lamentava. Ma senza fermarsi, Albafica, continuava a correre agitato, spaventato, impaurito.
Era stato chiamato all’improvviso e subito gli si era gelato il sangue a quella notizia, la paura l’aveva assalito e l’ansia si era insidiata in lui.
Naturale.
Raggiunse finalmente il medico, che stava appuntando qualcosa su un blocco, e cercò di parlargli prendendolo, anzi afferrandolo per le braccia. Voleva sapere, chiedere informazioni riguardo l’accaduto. Ma le parole gli morirono in gola… Non sapeva cosa dire, era spaesato, confuso, disorientato. Sperava in una risposta positiva. Ma se fosse sta una negativa? Come avrebbe affrontato la cosa. Lasciò l’altro toccandosi la gola con una mano e iniziò a respirare forte.
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo Personaggio, Pisces Aphrodite, Scorpion Kardia, Un po' tutti, Virgo Asmita
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Vecchi Amici


L’arietta fresca gli solleticava il volto e, con le mani infilate nelle tasche della felpa grigia, Aphrodite, mentre aspettava, guardava distrattamente le vetrine dei negozi.
S’inumidì le labbra screpolate le quali, per colpa del freddo, avevano un leggero spacco a destra. Avrebbe potuto coprirlo facilmente con del burro cacao, ma si era rifiutato di mettere una cosa del genere, anche se a consigliarglielo era stato suo fratello. Truccarsi era soltanto una scocciatura, come del resto  dedicarsi all’aspetto fisico. Infatti non capiva come le clienti di Albafica spendessero somme esagerate per orribili tagli di capelli. Va  bene che suo fratello era uno dei migliori parrucchieri, e che ognuno coi propri soldi faceva ciò che voleva… Ma quando  è troppo è troppo!
Una vetrina in particolare attirò la sua attenzione si avvicinò ad essa. Iniziò ad osservare attentamente il manichino e l’abbigliamento da lui indossato.
Una camicia fuxia, spiccavano soprattutto i bottoni ai polsi che erano di un bellissimo nero splendente, coordinati avevano messo dei pantaloni anch’essi neri, e per finire, una cintura bianca molto spessa.
Aphrodite si avvicinò assottigliando leggermente gli occhi, cercando di vedere meglio tramite il riflesso.
“Sono in…pelle?”
Il clacson di una macchina lo riscosse dalla sua breve occhiata alla vetrina. Girandosi, vide Shura in macchina, e non poté che fare un’espressione contrariata appena notò la sua macchina nuova. Una magnifica Ford Focus blu metallizzata.
Per quanto era nuova sembrava brillare ancora di più e, quei dannati fanali, sembravano ad Aphrodite due occhi che lo sfottevano. Insomma, Shura si comprava la macchina nuova e lui era talmente disgraziato che nemmeno la bicicletta poteva farsi!?
Albafica era stato proprio crudele a tagliargli i fondi!
“Sali o no?”
Storcendo la bocca, ed in silenzio, Aphrodite salì in macchina richiudendo anche con forza lo sportello. La sua intenzione era dare un colpo secco in modo da far arrabbiare l’amico, ma…qualcosa andò storto.
“AHIA!”
“….Che stai combinando?”
“Mi sono preso la gamba fra la macchina e lo sportello!”
“Sei cretino?”
”Tsk…il solito ricco da far schifo.”
Shura sospirò e, dopo aver aspettato che l’altro si mettesse finalmente comodo, partì. Aphrodite si stava ancora massaggiando la gamba mentre, fra se e se, mandava maledizioni ai soldi che non aveva, ai soldi che aveva Shura e…alla macchina.
All’improvviso la macchina si fermò ed il passeggero, dato che gli aveva avuto la bella idea di non mettere la cinta, sbalzò in avanti rischiando una testata sul vetro.
Fortunatamente riuscì a ripararsi mettendo le mani davanti, evitando così una visita all’ospedale per il setto nasale rotto.
“Finalmente dopo tanto tempo torna eh. Quanti anni saranno cinque? Sei?”
“Macchina del ca- che io ricordi sono quattro anni, Shura.”
Aphrodite si mise la cinta e, nel frattempo, soffiò per scansarsi una ciocca di capelli che gli era finita in faccia, Shura lo guardò scuotendo la testa.
Lo conosceva fin da bambino ed il loro rapporto di amicizia era molto solido. C’era rispetto e c’era soprattutto fiducia, una cosa che dispiaceva ad entrambi era aver perso i contatti finite le scuole superiori.
“Aphrodite. Sinceramente non ho mai approvato il tuo stile di vita…”
Shura guardò impassibile l’amico. Spettinato, trascurato e vestito con abiti…banali e smorti.
“…ma prima aveva un senso. Adesso, invece, fattelo dire…sembri un perdente.”
Il ‘perdente’ rimase infastidito dall’affermazione dell’amico e, non capendo cosa volesse dire, provò a chiedere spiegazioni tuttavia, il semaforo al quale si erano fermati, diventò nuovamente verde e Shura partì a gran velocità. Aphrodite, rischiò di strozzarsi con la cintura giacché sbalzò in avanti per una seconda volta.
 
Arrivarono finalmente in un grande bar e, dopo essere entrati, presero posto.
Il locale era enorme e sui muri vi erano dei bellissimi quadri stile ottocento. Le grandi vetrate permettevano la visuale sulla strada. In fondo alla sala, a destra, una scala a chiocciola conduceva ad un piano superiore.
Aphrodite si stava ancora guardando intorno incuriosito da quel bel bar che visitava per la prima volta, e stava anche per fare qualche commento positivo…ma il suo amico era già lontano al tavolo con il numero 10 stampato sopra. Sbuffando lo raggiunse.
Calò così il silenzio fra i due. Shura iniziò a guardare il telefono, probabilmente l’agenda, ed Aphrodite a tamburellare le mani sul tavolo. Spazientito ed irritato, l’altro batté con forza il cellulare sul tavolo e si rivolse al ragazzo davanti a lui.
“Va bene, dimmi che hai.”
“Prego?”
“Perché non ti stai lamentando? Del mio silenzio, del suo ritardo, di…tutto!”
“…Shura vuoi un bicchiere d’acqua? Non sembri stare molto bene.”
Proprio in quel momento la porta del locale si aprì. Da essa entrò, di corsa, un individuo dall’espressione sconvolta e col fiatone. Come se avesse corso per chilometri. Ed effettivamente… era così. Si guardò intorno cercando di riprendere fiato e quando vide Aphrodite e Shura sfoderò un bel sorriso, corse da loro e si sedette accanto a Shura. Quanto aveva bramato una sedia in quell’ultima ora. L’aveva sognata, desiderata, sperata, aspirata, cercata…e finalmente ora… era seduto. Che bella sensazione!
“Scusate, non sono più abituato a farmela a piedi. In Italia ho la macchina e da quando sono tornato… non sono motorizzato.”
“Tsk, maledetto… pure tu ce l’hai.”
“Scusa Phrò?”
“Bentornato Angelo. Da tanto non ci si vede.”
Angelo sorrise ed anche Shura passò a dare attenzioni all’arrivato. Era dai tempi della scuola che non si vedevano,insomma, se le meritava no?
“Cosa ci racconti di bello? Come vanno le cose la?”
“Beh dipende che intendi Shura. In generale c’è crisi, manca il lavoro e sono tutti incazzati coi politici. Eppure, fortunatamente, l’attività di Elena rende bene…ora lavoro nel suo negozio. Devo dire che non distinguo molto le varie specie di fiori eh, una volta ho rischiato di vendere ad una vecchietta dei tulipani per dei crisantemi, ma tutto sommato…. Si tira avanti.”
“Oh, ma allora fra voi due è una cosa seria. A che punto siete?”
Angelo fece una risata abbastanza sfrontata, poi appoggiò i gomiti sul tavolo e guardò gli amici con superiorità. Aspettava quella domanda.
“In estate andremo a convivere.”
Aphrodite applaudì impassibile e Shura sorrise, felice per l’amico. Finalmente aveva trovato qualcuno in grado di sopportar- che lo amasse. E questa era una cosa meravigliosa!
Un ragazzo si avvicinò al tavolo, occhi blu mare, capelli marroni e scompigliati ed un sorriso raggiante. Dimostrava circa diciott’anni anni e, anche con troppa confidenza, prese gli ordini dei tre per poi andarsene veloce com’era arrivato.
“Certo che assumono gente giovane eh…voi invece che raccontate? Cos’avete combinato d’interessante in questi anni, Phro?”
“Ah…io beh….ecco…hum… sai adesso facccio. In realtà ho finito la scuola e poi…Ehm Shura perché non inizi tu?”
Con molta nonchalance, Aphrodite passò il discorso a Shura.
Non poteva di certo dichiarare di non aver fatto nulla per quattro anni. Significava dar ragione ad Alba, ed ammettere una sorta di sconfitta personale. Ricevette uno sguardo fin troppo raggelante da Shura, ma poi quest’ultimo iniziò.
“ Io frequento l’università di giurisprudenza. Vorrei, anzi voglio, diventare avvocato… per ora sto proseguendo bene e devo dire che sono fiero dei miei risultati.”
Sia Aphrodite che Angelo guardarono Shura con ammirazione! Che ragazzo! E che coraggio! L’università. Loro nemmeno l’avevano presa in considerazione. Il primo aveva archiviato i libri in soffitta, mentre il secondo li aveva direttamente bruciati.
“Ho anche la fortuna di avere un appartamento, che condivido con un altro ragazzo gentilissimo, vicino alla scuola. L’affitto è basso e pagarlo in due è comodissimo.”
“Cavolo! Ti auguro di laurearti col massimo amico!”
“Grazie Angelo. Tuttavia…”
Gli altri due si avvicinarono a Shura. Sembrava leggermente abbattuto. Cosa poteva mai esserci che non andava? Un brutto voto? Un prof. Che faceva preferenze? I genitori contro l’università scelta?
“Tuttavia c’è un fatto che angoscia il mio cuore ormai da tre mesi…”
“Cioè?”
Risposero in coro Aphrodite e Angelo, adesso preoccupati, ma più incuriositi.
“Il suo nome è Emma.”
Sospirò Shura, prendendo il telefono. Gli altri due rimasero sbalorditi. Emma? Una ragazza! Il loro amico era innamorato!
“E’ lei.”
Fece vedere la foto di una ragazza dai lunghi capelli biondi, gli occhi marroni e le labbra sottili. Aveva un’espressione serena e dei libri in mano. Aphrodite inarcò un sopracciglio ed Angelo se la rise.
“E così ti piacciono le bionde eh? Buona scelta!”
“Cosa? Bionde? No.”
Shura guardò lo schermo e ingrandì la fotografia. Sullo sfondo della foto, dietro la ragazza bionda, un’altra dai capelli blu legati in una treccia era al telefono. I due davanti all’innamorato, si guardarono perplessi, loro vedevano soltanto pixel e riuscivano malapena a distinguere la tonalità dei capelli.
“Sembra…molto matura.”
Azzardò indeciso Aphrodite, facendo splendere sul volto dell’amico un radioso sorriso.
“Lo è. Sono anche riuscito ad avere il suo numero sapete? Secondo me sta andando bene.”
“Maddai? Tu? Che scrivi di tua iniziativa a una ragazza? E che hai detto a ‘sta poverina?”
“Eh caro Angelo. Fortunatamente il ragazzo che abita con me è un Don Giovanni, ha esperienza con le donne ed ha sui trent’anni, quindi sono andato sul sicuro affidandomi a lui…inoltre gli sono simpatico!”
“Quindi ti fa da fratello maggiore. Dai dicci qualche messaggio che hai scritto alla bellissima Emma.”
Shura chiuse la galleria immagini e, con aria orgogliosa, andò immediatamente sui messaggi. Aprì il più recente e lo lesse felice ai due amici.

-Cara Emma, hai un sorriso bianco come il riso che mi fa sentire in paradiso.  -
 
Aphrodite ed Angelo restarono di sasso a sentire il messaggio che il loro amico aveva mandato alla ragazza. Si guardarono con la coda dell’occhio e poi guardarono Shura. Dirglielo? Non dirglielo? Meglio di no… speravano ci sarebbe arrivato da solo.
“Solo una domanda. Sicuro che il tuo coinquilino ti trovi simpatico?”
“Certo Phro. Quando invio quei messaggi sorride, sempre!”
“….Ride o sorride?”
“C’è differenza?”
“Alquanta.”
Una tazzina di caffè fu posata con grazia e perfezione davanti ad Angelo, una gigantesca coppa di gelato davanti ad Aphrodite, ed una coca cola non fece in tempo ad arrivare davanti a Shura, poiché il bicchiere nella quale era stata versata precedentemente urtò il portatovaglioli rovesciandosi sul tavolo.
Sul volto del diciottenne iniziò a regnare il panico. La sua carriera di cameriere era rovinata!
Si sentiva già licenziato, a cercare un nuovo lavoro…e tutto per colpa di una maledetta coca cola. Come lo avrebbe detto a suo zio?
Guardò i clienti, quello del Caffè? Sospirava…quello della Cola? Arricciava le labbra scuotendo la testa, quello del Gelato?....mangiava indifferente. Mangiava? Si sentì leggermente sollevato nel vedere che al terzo ragazzo non importava poi molto del suo disastro.
“Mi dispiace…provvederò a portarvene un’altra!”
“Stai più attento la prossima volta.”
Con occhi pieni di gratitudine il ragazzo se la filò, mentre l’italiano iniziava ad asciugare il danno fatto sopra il tavolo.
Aphrodite mise in bocca l’ennesimo boccone di gelato alla menta, accorgendosi poi degli sguardi dei suoi amici ricambiò interrogativo
“Perché…sei stato così gentile?”
“Angelo ha ragione, tu non sei mai…gentile.”
Aphrodite appoggiò il cucchiaino alla coppa del suo fantastico gelato alla menta. Non capiva cosa volessero dire quei due ma ignorò volutamente. Guardò il giovane cameriere agitarsi in lontananza e correre verso di loro con un’altra Coca Cola.
“Lui ha un lavoro. Io no.”
Al momento di pagare i tre , democraticamente, scelsero di spedire Shura.
Sfortuna volle che alla cassa, in quel preciso momento, vi fosse proprio il ragazzo della coca cola.
“Così ci rincontriamo, giovane amico…”
“Dunque un gelato maxi, una cola ed un caffè…cinque euro.”
“Bene ecco a te.”
Shura sorrise in modo poco amichevole, porgendo al ragazzo la mano con una scintillante carta blu e verde. L’espressione già tesa del cameriere si trasformò, di nuovo, in panico.
“Co…cos’è?”
“Una carta di credito.”
“Ma…cinque eu-“
“Carta. Di. Credito. Sai usarla no?”
Terrore, spavento, paura! Il povero cameriere guardò la macchina verde per le carte di credito. La prese in mano e…come funzionava? Cosa doveva fare? Chiamare il capo? Dire al cliente la verità?
“Shura se non li ha spicci pago io!...Anzi paga Angelo!”
“Hey!”
Aphrodite ed Angelo si misero ad urlare dal fondo del bar. A quelle parole al cameriere sembrò di sentire dei cori angelici… Tuttavia Shura rifiutò e rimettendo la carta al proprio posto, pagò in contanti.
“E così tu sei Regulus eh?”
“Come fa a saperlo?!”
“Sullo scontrino… C’è scritto chi l’ha emesso.”
“Ah…già…”
Shura buttò lo scontrino guardando i suoi amici in lontananza. Angelo aveva preso a parlare e parlare, come sempre. Aphrodite lo guardava con sguardo un po’ assente e le mani infilate nelle tasche della felpa… che soffrisse di depressione il poveretto? Doveva essere successo qualcosa.
“Senti Regulus. Un buon posto per cenare?”
“Oh, beh proprio qui! Facciamo aperitivi, apericene, cene, cene al lume di candela. Vuole prenotare? Porta una bella ragazza? Mi sembra un tipo che ci sa fare lei! Chi è la fortunata eh? Eh?”
“Si modestamente in amore me la cavo bene. Al momento ci sto ancora lavorando. Prenoto una cena per due, col mio amico laggiù. Alle otto. E niente Coca cola.”
 “Perfet- eh?! Proprio quello dai capelli lunghi?”
Shura si allontanò raggiungendo Angelo ed Aphrodite che ormai erano usciti. Si, si erano offerti di pagare, ma in realtà speravano in una risposta negativa…
Parlarono per qualche altro secondo fuori dal bar discutendo del più e del meno rammentando anche i vecchi tempi, dopodiché l’italiano salutò i due e se ne andò. Stavolta con un autobus.
“L’ho trovato in forma. Pensavo fosse ingrassato e invece no…dicono che in Italia cucinano benissimo ma è rimasto molto magro, non credi?”
“Aphrodite che ne dici stasera se ceniamo fuori? Io e te. Così per raccontarci qualcosa. Vorrei parlarti meglio anche di Emma e di come l’ho conosciuta.”
Aphrodite si girò di scatto verso Shura. Una cena intera a sentire lamentele su una donna e su una questione d’amore non ricambiata? Ah non ci pensava nemmeno! Voleva bene a Shura ma non se ne parlava!
“Mi dispiace sono imp-“
“Puoi ordinare ciò che vuoi, pago io.”
“Non mancherò.”

 
 

ANGOLO KIOCCOLAT:  Salve a tutte/i! Spero sarete arrivati a leggere fin qui!
Come avrete potuto notare, lo stile di Aphrodite è un pochino…Diverso da come ce lo ricordiamo, Angelo ha fatto il bravo italiano e si è fatto gli affari suoi, Shura invece sembra leggermente più  contrariato  dal cambiamento dell’amico.
Se vi è piaciuto, spero di si, aspetto qualche vostro giudizio e…al prossimo capitolo!
   
 
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