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Autore: __Lily    25/07/2017    4 recensioni
"Nonostante tutto Jon rimase nell’ombra mentre Sansa Stark fece un passo verso l’oscurità. [...] Jon aveva osservato la sorella: la veste smossa dal vento, il metalupo degli Stark ricamato nel suo vestito e i suoi occhi blu come quelli della madre si erano fatti freddi - quasi glaciali - come il vento del Nord. 
I suoi capelli rossi come le fiamme del fuoco illuminavano l’oscurità nella quale si stava addentrando.

«Fai ciò che devi Sansa» aveva sussurrato guardando la sorella scomparire dentro quel canile."
Genere: Azione, Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister, Daenerys Targaryen, Jon Snow, Sansa Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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CINQUANTAQUATTRO

 

 

 

 

Sansa teneva ancora per mano Jon, mentre Bran era in piedi accanto a loro, le vennero le lacrime agli occhi nel vedere suo fratello camminare come un tempo, come quando era bambino e correva ovunque, come quando scalava le mura della loro fortezza dalle mura calde.
Erano nel Parco degli Dei, non era poi così diverso, solo era più caldo ed era notte.
Niente neve, ormai nel loro tempo la neve copriva ogni cosa, ma lì, lì era estate, e lei era una figlia dell’estate come i suoi fratelli, come suo marito, suo figlio, il suo piccolo Robb invece sarebbe stato un figlio dell’inverno.
Non c’erano luci a segnare il cammino, a parte quelle delle stelle e della luna, una luna piena che illuminava una donna vestita di azzurro con i capelli intrecciati e un uomo dal mantello rosso che svolazzava scosso dalla brezza estiva del Nord, i capelli più chiari della luna.
Sansa si voltò verso Jon, gli strinse la mano ancora più forte, sapeva quanto quei ricordi fossero importanti e strazianti al tempo stesso, era l’unico modo per vedere e conoscere i suoi genitori, e ora la stava rendendo partecipe.
«Grazie» disse a suo marito dandogli un bacio sulla guancia.
«No, grazie a te Sansa. Non so cosa farei senza di te» rispose senza smettere di osservare Lyanna Stark e Rhaegar Targaryen mentre sigillavano il loro amore al cospetto degli antichi dei del Nord, difronte all’albero diga, lo stesso albero a cui lei e Jon rivolgevano le preghiere fin da bambini, come Eddard Stark.
«Era bellissima e il principe Rhaegar è… è identico a Daenerys.»
«Si, sono identici» ammise tristemente.
«Jon, sono certa che siate simili in altro modo» tentò di consolarlo lei.
«Lo sguardo.»
«Cosa?»
«Jaime Lannister… mi ha parlato di lui, mi ha detto che abbiamo lo stesso sguardo.»
«Credevo che lo avresti ucciso.»
«Volevo farlo ma tu non saresti stata d’accordo e non potevo decidere da solo, sei mia moglie e la regina del Nord e poi… tieni a Brienne e Brienne tiene a Jaime Lannister» disse guardandola in quei bellissimi occhi blu.
«Si, credo che ne sia innamorata.»
«Per il suo bene, mi auguro che non commetta errori o non avrò pietà.»
«Brienne lo sa e lo sa anche ser Jaime.»
In quel momento Lyanna Stark si gettò tra le braccia del suo principe e lo baciò con trasporto, con amore, i suoi occhi si riempirono di lacrime.
«Vorrei che potessero vedermi almeno una volta» disse Jon con la voce colma di dolore.
«Non possono vedere nessuno di noi, mostrarti questi ricordi è tutto ciò che posso fare, mi dispiace Jon.»
«No Bran, non è colpa tua.»
«Non è colpa di nessuno» disse Sansa guardando entrambi, «ora sai che si amavano, che lei scelse di sua volontà di seguirlo fino a Dorne e che entrambi hanno lottato per te.»
«Per tutta la vita mi sono chiesto chi fosse mia madre, perché mi aveva abbandonato? Era viva? Era una nobile o una contadina? E ora che so la verità… sono qui a pochi passi da me ma non lo sanno.»
«Vorrei poter cambiare il passato, ma se lo facessi cambierei il nostro presente. Vorresti davvero perdere ciò che abbiamo ora dopo aver lottato tanto?»
«Non voglio perdere ciò che ho ora» rispose Jon guardando la pancia di Sansa, stringendo la sua mano calda.
Rhaegar e Lyanna passarono loro accanto e i due si fermarono anche se per pochi istanti, il volto di Jon e quello del principe Targaryen furono uno difronte all’altro.
«Jaime Lannister ha ragione» sussurrò Sansa a suo marito, osservò la zia e in lei rivide sua sorella Arya, poi i due sposini scomparvero e insieme a loro il parco degli dei senza la neve e la brezza estiva, si risvegliarono nel loro tempo, circondati dal bianco, sopra a una coperta stesa a terra per ripararli dal freddo e dal bagnato della neve.
Jon aveva gli occhi lucidi.
Vorrei che tu non provassi tutto questo dolore, vorrei aiutarti a sostenere questo peso Jon.
Jon aiutò Sansa ad alzarsi e poi mise Bran sulla sua sedia con le ruote, un’invenzione di Tyrion Lannister, come la sella per cavalcare.
Bran chiuse gli occhi, portare altri nelle sue visioni richiedeva molta forza, e lui era stanco, sapeva che mancava poco alla partenza e sapeva che non avrebbe mai più fatto ritorno a Grande Inverno e per questo evitava Meera ed era scostante con i suoi fratelli.
Sansa lo guardava sempre con occhi tristi, Arya tentava di leggergli il pensiero senza riuscita, Jon faceva domande silenziose alle quali Bran non poteva rispondere.
«Vorrei restare un po’ da solo» disse ai suoi fratelli, lo sguardo perso nelle sue visioni, quella della Barriera che crollava, gli Estranei, i draghi.
«Sei sicuro Bran?» chiese Jon posandogli una mano sulla spalla.
«Si, andate pure.»
Suo fratello si avviò ma Sansa rimase lì, dietro a lui, gli posò la mano sulla spalla.
«Non so cosa tu abbia visto, ma se vorrai parlarne sono qui e non solo io. Anche Meera vorrebbe aiutarti.»
«Nessuno può aiutarmi Sansa, è meglio per lei se inizia ad allontani da me. Non potrò mai offrirle nulla.»
«Questo non è vero» ribatté lei.
Bran scosse le spalle e Sansa lasciò cadere la sua mano, osservò il suo fratellino seduto su quella sedia, lo stesso Bran che andava in giro correndo e scalando le mura più alte del loro castello.
Bran, cosa hai visto di tanto terribile?
Guardò le sue spalle piccole cariche di tutto quel potere che ancora non era pronto a gestire, di visioni di un futuro che forse non si sarebbe mai avverato, o così sperava in cuor suo.
L’inverno è arrivato - pensò tristemente, ricordando le parole del padre - so che ce lo avevi promesso, ma avrei preferito che non arrivasse mai.
Poi raggiunse Jon che era rimasto ad aspettarla, gli tese la mano e lei la afferrò e insieme rientrarono dentro il loro castello.




«Nemici ovunque» disse Cersei al suo maestro, Qyburn, «anche Jaime ora è mio nemico. Come ha potuto tradirmi così?!» urlò gettando la coppa dove poco prima si trovava il vino.
«Maestà…»
«Lui doveva restare al mio fianco, è il sangue del mio sangue e dovrebbe aiutarmi a uccidere chi ha ucciso i nostri figli!»
Faceva avanti e indietro nel suo lungo vestito nero, non avrebbe mai indossato un abito colorato dopo la perdita di Tommen.
«Credo che ser Jaime…»
«Non difenderlo Qyburn! Jaime è un traditore, si è unito a quella puttana di Sansa Stark! Lei, lei e Tyrion hanno ucciso Joffrey e lui cosa fa? Va a Nord, da lei. E quella bastarda dorniana con le sue figlie, giuro che la Montagna le ucciderà come ha ucciso Oberyn Martell! Pagheranno per ciò che hanno fatto alla mia bambina. Myrcella era buona, dolce e gentile. Una vera principessa Qyburn, era pura e perfetta.»
«Non ho dubbi altezza.»
Euron Greyjoy entrò nella stanza spalancando la porta senza nemmeno bussare o chiedere il permesso.
Cersei lo fulminò con lo sguardo ma lo lasciò passare, infondo ora lui era il suo unico alleato in quella guerra.
«Lasciaci» ordino al maestro che si ritirò immediatamente.
«Maestà.»
«Cosa vuole da me, il re delle Isole di Ferro?» chiese Cersei sedendosi sul letto.
Euron le si avvicinò sorridendole, un sorriso spietato e freddo che lei conosceva bene, era uguale al suo.
«Il re delle Isole di Ferro vuole esattamente ciò che desidera la regina dei Sette Regni» rispose osservando quella donna minuta che era riuscita a far tremare quasi tutti i regni di Westeros.
«Ne dubito.»
«I tuoi nemici sono i miei nemici.»
«Si e tra loro ci sono i tuoi nipoti, o sbaglio?»
«No, non sbagli. Voglio dimostrarti la mia buona fede.»
Cersei rise, non si fidava di Euron ma che scelta aveva? Erano pochi i lord suoi alleati mentre i lord nemici erano a Est, a Ovest e soprattutto a Nord.
«Cosa vuoi in cambio? Conosco gli uomini come te, Euron Greyjoy.»
«Ora sono io a dubitarne.»
«Te lo sconsiglio. Cosa vuoi da me?»
«Semplice. Desidero sposarti, Cersei Lannister. Ucciderò ogni tuo nemico, o familiare che vorrai. Per esempio il tuo piccolo fratellino, Tyrion oppure l’altro, ser Jaime…»
«Prova a fare del male a Jaime e giuro…»
«Farò solo ciò che la regina comanderà.»
«Voglio che Sansa Stark, Ellaria Sand e le sue figlie bastarde e quel piccolo essere deforme di mio fratello muoiano. Puoi fare in modo che accada?» disse fissando il vuoto, oltre la terrazza, oltre la strada dove un tempo sorgeva il tempio di Baelor.
Euron prese la mano di quella donna che tanto terrorizzava il popolo e la baciò, dolcemente.
«E sia, ti porterò le loro teste come dono di nozze.»
il re delle Isole di Ferro uscì dalla stanza della regina Lannister, chiuse la porta e poi sorrise tra se e se consapevole che presto i Sette Regni sarebbero stati suoi e con essi tutta Westeros.
Se c’era qualcuno che lei temeva quello era il Valonqar, il suo fratello minore, Tyrion,
Le parole della profezia di Maggy la rana risuonarono nella sua mente, i figli che lei aveva predetto che avrebbe avuto erano morti, e d’oro erano stati i loro sudari.
E quando sarai annegata nelle tue stesse lacrime, il valonqar chiuderà le mani attorno alla tua gola bianca e stringerà finché non sopraggiungerà la morte.”
«Ti sei preso la vita di nostra madre, di nostro padre e quella di Joffrey insieme a quella sgualdrina del Nord, non ti permetterò di prendere anche la mia vita!»

  
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