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Autore: Fe_    29/07/2017    8 recensioni
[Storia sospesa]
I semidei erano stati scoperti.
Troppo potenti per essere davvero sterminati, gli umani avevano iniziato a temerli, confinandoli prima in aree limitate e, una volta capito che segregarli in distretti fomentava ribellioni ed insurrezioni, relegandoli con muri di vetro all'interno della società.
Il marchio del semidio partiva dalle scuole, scuole speciali per giovani di esclusiva discendenza divina, veniva posto nei documenti e continuava nel lavoro, nella vita privata persino: nessun umano sano di mente avrebbe sposato un semidio.
Poi erano iniziate le battaglie: ogni anno, una classe delle scuole esclusivamente semidivine non veniva semplicemente portata in gita, ma sorteggiata per una gara all'ultimo sangue per divertire la popolazione, esorcizzando lo spettro di un terrore che lo stesso governo provoca.
Uno solo è il vincitore della Battle Divine, ma riuscirà a sopportare il peso di dover uccidere i suoi simili, i suoi compagni di classe ed amici?
Fanfiction interattiva: Iscrizioni chiuse
Genere: Avventura, Dark, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Mostri, Nuova generazione di Semidei, Semidei Fanfiction Interattive
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Battle Divine
Prologo


➊ Kay- Amicizia
10.43 am, 12 maggio 2xx7, Pulmino scolastico


no sguardo annoiato, palpebre leggermente calate e ciglia che si sfioravano, nonostante la non particolare lunghezza, solo perché tanto vicine a causa della noia che ostentavano.
Avrebbe voluto poter posare il mento sulla mano, o almeno avere delle cuffiette per sopperire alla mancanza di interazione con i compagni di classe ma, sfortunatamente, gli umani erano infide creature sottosviluppate che consideravano lussi come un un lettore Mp3 superflui per gente come loro. Come se avere Simon a dirigere il coretto dell'autobus fosse paragonabile ad ascoltare i My Chemical Romance interpretare Welcome to the black parade. Senza ombra di dubbio.
Kay era certo che si trovasse lì perché obbligato a partecipare, ma non che fosse l'unico motivo. Forse anche non potendo scegliere, e avendo la possibilità di finire in un'isola a trucidare i e farsi trucidare dai suoi compagni, avrebbe potuto sfruttare l'occasione per legare con loro..? Si trovava in loro compagnia da appena un anno, uno degli ultimi arrivati, e talvolta si sentiva isolato. Soprattutto perché lui aveva ancora l'odore dell'esterno, e per molti di quei lupi sapeva di straniero.
D'improvviso, perso nei suoi pensieri, davanti a lui un'ombra nera fece la sua comparsa. Alzò lo sguardo, mormorando un confuso "Donnie...?" nel riconoscere il ragazzotto davanti a lui, e se ne pentì all'istante: Donnie non era il suo vero nome, ma nessuno in classe, nell'intero istituto, lo chiamava col nome completo.
Gli occhi castani lo squadravano, ricevendo solo in parte il calore del sorriso che gli rivolgeva. Nonostante il moro fosse una delle poche persone a dimostrarsi subito gentile con lui, apparentemente senza altri fini, Kay non riusciva a fidarsi del tutto. Era troppo bello per essere vero.
-Ehi, Mordicchio.- lo salutò allegramente, sollevando una mano.
Non avrebbe dovuto stare in piedi mentre l'autobus percorreva le strette stradine che, dalla loro scuola a New York, li avrebbe portati nelle spiagge del Connecticun.
-Ciao, Don. Che ti porta da questo lato del pulmino?- chiese, accennando con lo sguardo alla sua posizione. Normalmente il festoso figlio di Dioniso sedeva nelle ultime file, assieme ad amici ed ammiratori, ben lontano dal posto tra le prime file che occupava il ragazzo.
Si spostò una ciocca di ricci neri dagli occhi scuri, per guardare meglio il suo interlocutore che ancora sorrideva, in pericoloso bilico.
Era attraente, in qualche modo, affascinante: ecco perché di tanto successo. Kay avrebbe voluto essere più simile a lui, magari meno festaiolo.
-Oh, non mi piace vedere le persone tristi. Laggiù nessuno ha il muso lungo, si divertono. Potresti unirti a noi.- disse Donovan. Quando era uno come lui a parlare sembrava davvero facile, come chiunque potesse diventare in un attimo il più popolare come in quei film che guardava con suo fratello Arthur... prima.
Scosse la testa, per impedirsi che i pensieri andassero alla sua famiglia e a tutto ciò che era dolorosamente legato loro.
Forse il moro aveva pensato che il gesto del figlio di Ecate fosse un declino per la propria proposta, perché aveva aperto la bocca per continuare, quando una graziosa ragazzetta gli posò una mano sul braccio che usava per reggersi.
-Eddai, Don, perdi tempo qui. Lo sai che la principessa qui non esce con noi, vieni con me. Lu è andato a bisticciare con Moony perché il coro lo infastidisce, e se non mi aiuti a separarli mi sa che li metteranno in punizione e stanotte dovrò dormire sola. Non sarebbe molto triste?-
Ecco qualcuno che Kay decisamente non avrebbe voluto vedere. La figlia di Afrodite appena arrivata era decisamente uno spettacolo per gli occhi, come tutti i suoi fratelli e sorelle, ma questa in particolare aveva ereditato il tratto di Adrophonos della madre: come molti fiori davvero belli era velenosa.
Posò gli occhi verdi sul ragazzo, ed uno più sciocco avrebbe ricambiato il suo bel sorriso triste.
-Non hai davvero paura li caccino, altrimenti avresti già deciso con chi dormire in alternativa. Comunque sia penso che tu abbia ragione, Mordred non accetta mai i nostri inviti. Potrei ritenermi offeso, se non sapessi che hai solo bisogno di ambientarti. Non deve essere facile, ma almeno tuo fratello è venuto con te, no? Anche la mia cara madre mi ha seguito in questo inferno... sta a casa con Katja e Tiger, i miei gatti. Ti piacciono i gatti?- chiese Don, in un ultimo tentativo di fare amicizia.
Il ragazzo, tuttavia, piuttosto colpito e forse turbato dal fatto che il figlio di Dioniso avesse certe informazioni su di lui- informazioni che non aveva condiviso con nessuno, tra l'altro.
-Non... non molto, no.- si limitò a rispondere, e vide l'insoddisfazione brillare violetta negli occhi del ragazzo.
-Beh, allora direi di andare. Che ne dici se facciamo una piccola gara, in caso stasera quella testa calda ti lasci sola? Magari ti diverti più con me che con lui e finalmente lo molli, Diabolik.- disse poi allegramente a Lucrèce, riportandola indietro verso le ultime file.
Osservandoli andare Kay sospirò: ma che diavolo di problemi aveva? Avrebbe solo voluto accettare il loro invito e fare amicizia. Eppure non ci era riuscito, neanche questa volta. “Forse con il mio compagno di stanza...” si disse, quando l'autobus frenò bruscamente.
Non capiva, guardando rapidamente fuori dal finestrino scorgeva una strada di montagna- montagna? Che ci facevano lì?
Poi l'aria si riempì di un fumo dolciastro e le sue palpebre divennero pesantissime. L'ultimo pensiero prima di addormentarsi fu che, effettivamente, non avevano ancora dato loro le sistemazioni per le camere.

➋ Alysse- Sentore
00.39 pm, 12 maggio 2xx7, ???


a testa gli appariva pesante come un mattone.
Sentiva il proprio corpo posato contro un materiale poco morbido, ma l'essere sdraiata le faceva capire di non trovarsi più nel pulmino.
Gli ultimi ricordi erano offuscati, non ricordava di essersi addormentata ma non credeva fosse una cosa troppo improbabile: durante il viaggio di fine anno tendeva sempre ad isolarsi, temendo quasi che il suo potere si attivasse prima ancora di avere i compagni feriti. Tuttavia ora come ora si sentiva normale, solo un po' intontita, perciò con calma aprì un occhio chiaro e vide la luce artificiale di lampade da soffitto che avrebbe potuto trovare anche a scuola.
Attorno a sé sentiva i lievi rumori di persone che si risvegliavano, mugolii soffocati e anche qualche parola non troppo cortese, e voltando il viso vide i suoi compagni di classe. Come lei, erano tutti draiati in lettini o a terra, o ancora posati in sedie di plastica; si trovavano in quella che le sembrava l'infermeria di una scuola, ma le finestre erano chiuse e solo loro erano presenti.
Alzandosi a sedere ebbe un lieve capogiro, e il suo stomaco protestò sonoramente, ma si rese conto che anche gli altri non dovevano sentirsi meglio. Piegato a terra c'era un ragazzo dai capelli completamente bianchi, si teneva una mano premuta sulle labbra e con l'altra si toccava la gola. O meglio, il collare di metallo che gli circondava la gola.
Con una nota di terrore fece lo stesso, trovando attorno al proprio collo lo stesso arnese.
Tutti lo avevano.
Scattò in piedi, sentendo il proprio padre avvicinarsi rapido.
-Elderwood? Minori! Stai bene?- conosceva il figlio di Asclepio e sapeva che probabilmente stava avendo un attacco di panico, era sempre stato un ragazzo fragile, coi tratti femminei che lo rendevano la preda preferita dei bulli.
Era certa che Thanatos stesse arrivando per lui, e poi per tutti gli altri, ma quando alzò il viso gli occhioni neri erano spalancati e lucidi.
-Moriremo tutti...- aveva aperto la bocca, ma le parole erano femminili e delicate. Non era stato lui a pronunciarle.
Emily era subito dietro di lui, tremava come una foglia ora che tutte le sue certezze erano venute meno per quel mondo senza logica. Alysse ricordava il terrore nei suoi occhi grigi, quando era stata portata a scuola la prima volta, e solo quando l'aveva fatta sua la nuova vita le aveva concesso un po' di calma.
Ora, probabilmente, si sentiva allo stesso modo.
La bionda uscì dalla stanza come la tempesta che le vorticava negli occhi, lasciando i compagni di classe turbati, per lo meno la maggior parte.
Smith si alzò e la seguì, probabilmente preoccupato per l'amica-rivale, mentre gli altri ancora si guardavano intorno.
-È... è solo un brutto sogno, vero?- chiese Minori, guardandosi attorno con aria spaurita. Era ancora a terra, a quattro zampe, e le lacrime minacciavano di traboccare dalle palpebre. La semidea non se la sentiva di distruggere ancor di più le sue fragili speranze, però gli si avvicinò e li posò una mano sulla spalla.
-Non proprio... ma ce la caveremo in qualche modo, no? Dai, andiamo fuori e vediamo com'è la scuola...- mormorò.
Ogni anno una classe delle scuole semidivine veniva presa e lasciata in un'arena isolata, con al centro una scuola inquietantemente abbandonata, perché questi si uccidessero. Lo spettacolo veniva proposto in tutto il mondo, come un reality show, forse per sentirsi superiori ad esseri semidivini.
Di certo avrebbero trovato un modo... un modo diverso dal trucidarsi a vicenda.
Lo aiutò ad alzarsi, per poi avviarsi verso la porta. Avrebbero dovuto per lo meno prendere familiarità con la scuola, per trovare le sacche che davano ad ognuno dei partecipanti.
Una volta fuori, però, sentì Jason parlare con voce stranamente calma. La sua voce proveniva da una stanza lì vicina, un'aula probabilmente, dalla porta aperta.
-Stai calma, Millie, stai calma. Andrà tutto bene.- disse, ma quando Alysse sporse il viso per guardar dentro ringraziò mentalmente Tyche per aver premuto la mano sullo stomaco di Minori, in modo che non potesse vedere la scena.
Dalla finestra aperta entrava la calda luce di mezzogiorno, che in contrasto con la luce artificiale di poco prima rendeva quasi difficile vedere, ma la ragazza riuscì ugualmente a delineare i contorni della stanza: l'aula era poco spaziosa, su un banco si trovava una sacca aperta, e lì accanto Emily aveva un pugnale. Tremando, lo puntava con entrambe le mani verso il ragazzo e la figlia di Thanatos sentiva l'ombra del padre allungarsi, tanto presente da sembrare materiale.
Appesa alla lavagna per i capelli argentei c'era una testa. Solo una testa, recisa all'altezza del collo, l'aula aveva l'odore rugginoso del sangue ma le pareva secco. Il viso, pur contratto dal dolore, apparteneva alla professoressa Johnson, ne era certa.
-Emily!- esclamò Alysse, scattando dentro la stanza, ma nello stesso tempo anche l'altra semidea fece la sua mossa. Rapida, volse la lama del pugnale verso sé stessa e si pugnalò allo stomaco. Si piegò e Jason la prese al volo, scostandole i biondi capelli dal viso.
-No... respira, Millie, adesso andiamo in infermeria e...- mormorò con voce lieve. Alysse non aveva mai pensato al figlio di Efesto come un ragazzo gentile, le pareva solo un'anarchica testa calda sempre fumante, ma dal modo in cui le dita di lui sfioravano la pelle chiara della ragazza dovette ricredersi.
-No... non sono abbastanza forte. Voglio finire... così...- mormorò la semidea, mentre il calore le spariva dal viso e gli occhi di facevano vitrei.
-Questo...-
-È solo l'inizio, miei semidei!- esclamò una voce adulta dall'altoparlante.




ℒ''angolo di ℱe
Ecco il primo capitolo!
Come potete vedere non ho inserito tutti gli Oc per due semplici motivi: uno si tratta di 22 personaggi, mostrarli in un solo capitolo avrebbe creato confusione o un capitolo troppo lungo, preferisco spezzettare, e due perché non ho ancora riempito tutti i posti: nonostante mi siano arrivate quasi tutte le schede, solo alcune erano adatte o soddisfacenti. Per il momento ho una decina di Oc, tra maschi e femmine sono quasi in pari perciò quanto detto in precedenza non cambia: le regole e la scheda per partecipare la trovate nel capitolo precedente, aggiungo solo una nota in cioè che non accetto figli dei Tre Pezzi Grossi, ovvero Zeus, Poseidone ed Ade.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Segnalatemi tutti gli errori, di grammatica e di coerenza col personaggio inviatomi in caso siate i loro creatori.
Vi chiedo di non sparire, posso capire non recensire ogni capitolo ma almeno ogni due o tre fatevi sentire (le recensioni aiutano anche l'autore a non scoraggiarsi nel progetto!)
Infine, ecco i primi protagonisti scelti!
Metto solo una piccola postilla: le età potrebbero non essere quelle datemi da voi, le ho modificate in base al compleanno datemi: la storia inizia il 12 maggio, perciò chi compie gli anni prima di questa data ha 17 anni, già compiuti, chi dopo deve ancora farli perciò ne ha 16. Per i bocciati vale lo stesso discorso +1.


testo

Kay Mordred Jenkins, 16 anni
Figlio di Ecate

❝ Un bambino che perde la speranza diventa pericolosissimo.
Ci sono molte situazioni difficili nell'infanzia,
ma un bambino non deve mai perdere la speranza. ❞



testo

Donovan “Don” Dillinger, 16 anni
Figlio di Dioniso

❝ La vita è breve; quindi, baby, balliamo insieme sull'orlo della follia,
fino a quando non diventeremo un mucchio di ossa \
ed anche allora continuiamo con la nostra macabra danza. ❞



testo

Lucrèce “Diabolik” Dubois, 16 anni
Figlia di Afrodite

❝ Credo nelle sensazioni a pelle, nel colpo di fulmine, nell’istinto.
Credo in tutto quello che il mio corpo sceglie prima della mia testa. ❞



testo

Alysse Blank, 17 anni
Figlia di Thanatos

❝ Chi non può essere guarito, nella morte trova conforto. ❞



testo

Minori Elderwood, 16 anni
Figlio di Asclepio

❝ Noi beviamo, mangiamo o respiriamo il 90 per cento delle nostre malattie. ❞



testo

Emily Jolene “Millie” Taylor, 15 anni
Figlia di Atena

❝ Ridevano di Edison, ridevano di Fulton,
e rideranno di ogni pazzo senza speranza. ❞



testo

Allen Jason “AJ” Smith, 17 anni
Figlio di Efesto

❝ Il fuoco nel cuore manda fumo nella testa. ❞

  
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