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Autore: Virgo_no_Cinzia98    29/07/2017    2 recensioni
Post Hades e post Soul of Gold, Atena è riuscita a riportare in vita i Cavalieri d'Oro, ma la pace che regna sovrana al Grande Tempio viene ben presto spezzata: il Cavaliere di Artemide giunge al Santuario portando con sé la notizia di una guerra incombente. L'Oracolo di Apollo ha previsto un nuovo conflitto tra divinità, ma resta ancora un'incognita: chi sarà il nemico che Atena e i suoi Cavalieri saranno chiamati ad affrontare? Un altro dubbio però affligge i nostri paladini, l'ambigua Artemide è veramente dalla loro parte come ha dichiarato o cerca solo di sfruttare la loro alleanza? Sta ai nostri valorosi Saint stabilire di chi fidarsi e di chi dubitare. Quale divinità uscirà vincitrice di questo gioco degli Dei?
Genere: Avventura, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Aquarius Camus, Gemini Kanon, Gemini Saga, Nuovo Personaggio, Scorpion Milo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 19 – Insperate coalizioni divine
 

Milo chinò la testa prima a destra e poi a sinistra riuscendo a far scrocchiare il collo, morire lo lasciava sempre un po’ incordato. Lasciò scivolare lo sguardo sui presenti per farsi un’idea di ciò che era successo nel mentre che lui recitava la parte del cadavere. Oltre a lui, Camus, Apollo e Artemide, nella stanza c’erano anche Atena, Shaka, Daphne e i gemelli. Capì subito che qualcosa non andava.
Primo: Atena si trovava in quella stanza, nel bel mezzo della battaglia. La situazione doveva essere davvero grave.
Secondo: Cosa ci faceva Shaka lì?
Terzo: perché Saga si stava comportando in quel modo? Stringeva tra le braccia il fratello, il volto affondato nella sua spalla e il corpo scosso dai singhiozzi. Perché piangeva? E soprattutto, perché Kanon non si muoveva?
Fece un passo incerto verso di loro – Cos’è successo?-
Il gemello maggiore alzò lo sguardo su di lui –  È stata colpa mia…- mormorò riabbassando gli occhi – È tutta colpa mia…-
- Kanon si è sacrificato per permettere a Saga di riprendere il controllo di se stesso- gli spiegò Camus dando sfoggia, per l’ennesima volta, della sua mancanza di empatia.
Milo non poteva crederci, Kanon non poteva essere morto. Lui era uno dei Cavalieri d’Oro più potenti, uno dei più valorosi e uno tra i più fedeli in assoluto… Certo, aveva commesso degli errori in passato, ma si era anche dimostrato disposto a subire qualsiasi tipo di punizione pur di provare la sua redenzione, Milo lo sapeva. Lo sapeva perché era stato lui a lanciare contro Kanon quattordici colpi della Cuspide Scarlatta per testare la sua fedeltà ad Atena. Milo era stato il primo Saint a riconoscere Kanon come un degno membro della casta dei Cavalieri d’Oro, era stato il primo a mostrargli fiducia, era stato il primo che lo aveva accolto come un alleato.
“Non è giusto, lui non meritava questo…”
Con la coda dell’occhio vide Daphne alzarsi dalla parte opposta della stanza – Vi ho lasciato anche troppo tempo per giocare… adesso vi distruggerò-
- Non credere che sarà così facile- la ammonì Artemide
“Questa non può essere la fine di Kanon, non deve andare così…”
Si voltò improvvisamente verso Apollo – Tu sei il dio della medicina, puoi aiutarlo!-
- A dire il vero…- iniziò il Dio
- Hai riportato in vita me, perché non puoi guarire anche lui?-
- Ho già fatto uno strappo alla regola riportando indietro te, non posso…- tentennò Apollo
Gea richiamò il cosmo e si preparò ad attaccare. Tutti e tre gli Dei si voltarono verso di lei. Atena lanciò un rapido sguardo al Dio del Sole – Puoi davvero aiutare il mio Cavaliere?-
Lui la ignorò e richiamò il proprio arco dorato per prepararsi a combattere, ma Saori insisté – Ti prego, se puoi fare qualcosa…-
Non ebbe tempo di dire altro perché tutti e tre gli Dei furono costretti a scansarsi a ipervelocità dal colpo che Gea scagliò loro contro. Fortunatamente furono abbastanza rapidi.
Artemide allontanò un ciuffo di capelli castani dagli occhi con uno sbuffo – Fratello, muoviti- brontolò rialzandosi in piedi
- Ma mi sono appena mosso!-
- Va’ a curare quel Cavaliere!-
- Ah, in quel senso- disse Apollo tirandosi su – Ma ho appena detto che non posso, Zeus non vuole…-
- Vuoi darti una mossa?-
Il Dio sollevò le braccia in segno di resa e raggiunse Kanon con pochi passi. Nel frattempo Gea si stava preparando per lanciare un nuovo attacco, ma l’arrivo di qualcuno la distrasse.
- Oh, sei tu Gea- commentò la dolce voce di Afrodite – Dovevo immaginarlo, un cosmo così rozzo…-
- Brava Afrodite, tienila a chiacchierare per un po’- borbottò Apollo. Posò una mano sulla spalla di Saga, convincendolo a lasciare il fratello, dopodiché si mise a studiare la ferita
Milo non poté fare a meno di intervenire – Puoi fare qualcosa per aiutarlo?-
- Non è ancora morto, c’è ancora una debole traccia di vita dentro di lui… la ferita però è piuttosto grave, inferta con una lama maledetta, capace di uccidere un Dio…-
- Quindi?- chiese Saga
Apollo lo guardò – C’è solo una cosa che posso fare- Dopo un attimo di esitazione, unì le mani a coppa e vi soffiò dentro. Un bagliore dorato illuminò i suoi palmi per poi diventare una specie di fluido. Il Dio avvicinò le mani alla ferita e vi lasciò scivolare quella specie di luce allo stato liquido.
- Non è possibile- mormorò Camus a occhi sgranati
Milo non capiva cosa potesse essere impossibile. Il Dio della medicina stava usando i suoi poteri curativi, cosa c’era di strano?
- Cosa non è possibile?- chiese Apollo dando voce ai suoi pensieri
- Quello era… icore?-
- Sì, era il mio sangue, fuso col mio cosmo-
Camus inarcò un sopracciglio - Ma l’icore di un Dio è letale per un essere umano-
“Oh, quindi l’icore è il sangue di un Dio… e anche oggi ho imparato una cosa nuova”
- Se viene preso da una ferita di un Dio è così, ma in questo caso è diverso- spiegò Apollo – Mescolare il mio sangue immortale al mio cosmo con poteri curativi rende l’icore stesso una cura capace di guarire ogni ferita… be’, ogni ferita causata da un’arma normale. Quella daga d’oro porta con sé una maledizione che la rende capace di uccidere un essere divino, quindi la mia cura non è sufficiente per una completa guarigione. Kanon è momentaneamente fuori pericolo, ma necessita di cure adeguate. Ho salvato la sua vita, per il momento, ma dovete portarlo al Santuario il prima possibile-
Un colpo di tosse li distrasse – Cosa… cosa ci fate tutti qui?- chiese Kanon cercando di alzarsi
Apollo lo tenne giù – Ehi, Cavaliere. La mia cura può essere usata una sola volta quindi vedi di fare attenzione-
- Attenzione?- sbuffò Kanon – Io devo combattere-  Ignorò il Dio e si alzò con un lamento, fu però costretto ad appoggiarsi a Saga per evitare di cadere
Il Dio del Sole sospirò – La tua ferita non è ancora guarita e se vuoi evitare di perdere i sensi di nuovo non devi sforzarti e devi muoverti il meno possibile. Anzi, non ti muovere affatto, rischi di perdere troppo sangue-
Il gemello minore non fiatò, restò appoggiato al fratello in silenzio, il volto pallido e una mano premuta sulla ferita. Se Kanon non rispondeva per le rime a qualcuno, voleva dire che stava piuttosto male, come testimoniato dalla sua aria cadaverica.
- Grazie- mormorò Saga rivolto al Dio
Lui stava per rispondere ma la voce della sorella lo anticipò - Apollo!- esclamò
- E adesso cosa c’è, sorella?-
- Vuoi venirci ad aiutare o no?-
Apollo sollevò le braccia con aria disperata - Deciditi! Devo curare persone o combattere?-
La risata di Gea interruppe il battibecco tra gli Dei gemelli – Siete proprio ridicoli… e pensare che siete pure miei discendenti. Non volete capirlo? Non riuscirete mai a battermi-
- Tu invece inizi a essere ripetitiva, bisnonna cara- commentò Apollo. Il Dio richiamò il suo cosmo inondando la stanza di luce, dopodiché scagliò una specie di palla-abbagliante-senza-consistenza contro la Madre Terra. Gea fu scagliata contro la parete, abbattendola.
Artemide pestò un piede per terra – Cos’hai fatto?-
- Mi aveva stufato, l’ho soltanto messa ko per un po’-
- Credo che così tu l’abbia solo fatta arrabbiare- replicò Afrodite con voce tremante
Artemide aprì la bocca per ribattere, ma fu battuta sul tempo da Atena – Dobbiamo trovare un modo efficace per contrastarla. Gea è molto potente ma può essere sconfitta-
- Se mi dici come, Saorina bella…- mugugnò Apollo
Saori lo ignorò – Artemide, la prima volta che incontrai Daphne lei parlò a nome tuo e di Odino. Entrambi avete offerto il vostro aiuto per questa guerra, ma dov’è lui?-
La Dea della Caccia sbuffò – Odino non si è mai interessato alla difesa della Terra, il suo unico scopo era proteggere Asgard. Mentre stavo addestrando Daphne negli Inferi mi contattò. Stringemmo un patto, lui mi avrebbe donato l’armatura appartenuta a Brunilde, in cambio avrei dovuto permettere a Daphne di servire come Valchiria al Walhalla-
- Perché?- domandò Atena
Dalla parte opposta della stanza, Gea si rialzò con un grugnito – Posso risponderti io, Atena. Per servire al Walhalla Daphne avrebbe dovuto giurare fedeltà ad Odino e ad Asgard stessa. Il giuramento che la lega ad Artemide mi impedisce di ucciderla con questo corpo, ma posso pur sempre ordinare a qualcun altro di assassinarla. Il giuramento che fu pronunciato davanti a quel Dio barbaro invece mi impedisce di fare qualsiasi cosa contro Asgard, non posso attaccarla di persona né ordinare a un esercito di farlo-
Afrodite aggrottò le sopracciglia – Non capisco, cosa cambia da un giuramento all’altro?-
- Gea è la dea primordiale, un giuramento sulle sacre acque dello Stige è facilmente arginabile per lei… invece il giuramento che lega Daphne ad Odino è antico quanto Gea stessa, proviene da una cultura completamente diversa dalla nostra… avrei dovuto capirlo prima- commentò amara Artemide
- Infatti non sei la Dea della furbizia, torna a fare la boscaiola… ti si addice di più- la canzonò Gea con un sorriso incredibilmente falso e odioso sulle labbra
- Quindi Odino non verrà ad aiutarci- riassunse Atena
Apollo sospirò – Saorina bella, la sua Asgard è al sicuro, perché rischiare la pelle?-
Un improvviso terremoto scosse il suolo, facendo perdere l’equilibrio a tutti i presenti. Kanon perse il suo precario equilibrio e crollò addosso a Saga, Milo invece picchiò una testata contro la parete. Stava per lasciare libero un torrente di imprecazioni, ma il fatto che Camus fosse finito addosso a lui lo distrasse, parecchio – Cam, giuro che appena abbiamo finito qui…-
- Taci- lo zittì il francese
Gea avanzò imperiosa verso i quattro Dei che si stavano rialzando – Questo è soltanto l’inizio-
Artemide si rialzò velocemente, incoccò una freccia argentata e senza tante cerimonie la lanciò contro la Madre Terra. La freccia si fermò a mezz’aria a pochi centimetri di distanza dal petto di Daphne – Patetico… tutti voi siete patetici- aggiunse quando un dardo dorato scagliato da Apollo fece la stessa fine – Sono troppo potente per voi-
Atena convogliò il proprio cosmo con lo scettro di Nike e attaccò Gea, ma nonostante la potenza del colpo la loro nemica arretrò solo di qualche passo – Come facciamo a sconfiggerla?- domandò esasperata
Afrodite sgranò gli occhi – Sei tu la Dea della strategia militare-
- Quindi?-
- Sei tu che dovresti trovare una soluzione, no?- squittì
Milo percepì un altro cosmo divino avvicinarsi, ma appena lo riconobbe non fu certo che fosse una buona notizia. Ares fece il suo ingresso trionfale lanciando un’ascia da guerra contro Gea, ascia che si polverizzò nella mano della Dea – Vi sono mancato?- chiese tronfio, probabilmente convinto di aver messo a segno un colpo da maestro
Atena digrignò i denti quando lo vide – Ares-
- Non gradisci il mio aiuto per caso?-
- Non sei l’alleato che ci si sogna la notte- rispose secca Saori. Milo pensò che il fatto che non si fossero ancora attaccati fosse un buon segno. Aveva imparato che tra Ares e Atena non correva buon sangue e, pensandoci bene, essi rappresentavano due parti opposte della guerra: Ares, la sete di sangue e Atena, la strategia e l’arguzia militare. Questo almeno era ciò che gli aveva insegnato Camus.
Ares lanciò una rapida occhiata ai Cavalieri – Dovrei uccidere quei due senza perdere tempo- disse additando i gemelli – Hanno usato quel loro trucco maledetto per far combattere due dei miei guerrieri più valorosi tra loro, non sono stati leali-
- Disse quello che scagliò un’intera legione della sua armata contro soli cinque Cavalieri- commentò a denti stretti Milo – Peccato che i tuoi soldati fossero così scarsi-
Ares lo fulminò con lo sguardo, ma Gea richiamò l’attenzione dei presenti con un nuovo terremoto – Bando alle ciance- continuò il Dio della guerra – Come la facciamo fuori questa vecchiaccia?- chiese lanciando una rete di filo spinato contro la Madre Terra per rallentarla.
Saori lo trafisse con un’occhiata per niente amichevole - Non ho intenzione di collaborare con te finché non avrai ritirato tutte le tue armate dal mio Santuario-
- Non le hai ancora ritirate?- esclamò Afrodite – Sei proprio un cafone! Arrivi qui, tutto tronfio e fiero di te, e i tuoi soldati stanno ancora combattendo contro i Saint? Meriteresti…- la Dea dell’Amore iniziò a picchiargli il petto con i pugni continuando a blaterare.
Il Dio della Guerra alzò gli occhi al cielo – Va bene, va bene… Ho mandato l’ordine, contenta? Almeno adesso starai un po’ zitta…-
Alla notizia della ritirata delle armate di Ares Atena sembrò rilassarsi. Lo stesso fu per gli altri Cavalieri, i loro compagni avrebbero avuto un migliaio di nemici in meno a cui pensare.
Gea si liberò della rete da guerra di Ares ma fu ben presto sommersa da una serie di automi di metallo
- Scusate- s’intromise la voce burbera di Efesto – Sembrava che aveste bisogno di aiuto-
- Uh, guarda chi c’è- brontolò a mezza voce Afrodite
- Ti ho sentita-
- Marito mio, che piacere! Perché non attacchi per primo? La prima linea è tutta tua- cinguettò innocentemente la Dea dell’Amore
Milo non poté fare a meno di chiedersi perché il divorzio non fosse ammesso sull’Olimpo, avrebbe probabilmente risparmiato una lunga serie di guerre e litigi. “Sempre che gli Dei conoscano la differenza tra queste due parole…”
- Allora- riprese il filo Atena – Dobbiamo sconfiggere Gea, ma lei è troppo potente. Dobbiamo trovare un modo per renderla vulnerabile ai nostri attacchi-
- Mia Signora…- intervenne Camus. Tutti gli Dei si voltarono verso di lui, distogliendo lo sguardo dalla loro nemica che cercava di disfarsi dei numerosi automi di Efesto che la attaccavano – Poco dopo il suo risveglio Gea ha detto che per poter agire in questo mondo necessita di un corpo-
- Cosa intendi dire Aquarius?-
- Gea sarà vulnerabile solo quando la sua anima sarà separata dal corpo di Daphne-
- Dice così perché vuole liberare la sua amica- commentò Ares
- Dice così- s’intromise Artemide – perché nel momento in cui Gea sarà priva di un corpo fisico la sua capacità di attaccarci e di difendersi sarà ridotta. Se vogliamo provare a imprigionarla di nuovo dobbiamo riuscire a separarla dal corpo di cui si è impossessata-
- Quindi il nostro obiettivo è scacciare Gea dal corpo di Daphne- riassunse Apollo – Ammesso che ciò indebolisca Gea, cosa di cui dubito… Come facciamo? Non esistono esorcismi per liberare umani dalla possessione divina che io sappia…-
Afrodite stava per rispondere, ma fu costretta a scansare un automa scagliato a velocità luce contro di lei. Gli occhi dei presenti furono nuovamente concentrati su Gea – Potete confabulare quanto volete, ma non troverete mai un modo per sconfiggermi- concentrò nuovamente il cosmo e attaccò i sei Dei schierati davanti a lei. Questi tentarono di proteggersi dal colpo facendosi scudo con i loro cosmi, ma riuscirono soltanto a deviare il flusso di energia di pochi centimetri, Efesto e Apollo, i più esterni dello schieramento divino, furono investiti in pieno. Si schiantarono contro la parete lasciandovi qualche crepa. Atena e Artemide risposero attaccando Gea simultaneamente. La Madre Terra finì a terra, concedendo agli Dei il tempo di consultarsi.
- Ci potrebbe essere un modo per liberare Daphne- intervenne Afrodite
- Quale?- chiese Saga mettendo fine al suo mutismo
- Gea è la dea primordiale, più antico di lei c’è solo il Caos stesso, il vuoto. Gea è la prima entità materiale della creazione, è più antica di tutto, capite?-
Dei e Cavalieri si guardarono confusi – No-
- Cos’è che lega di più gli umani alla loro vita terrena? Gli affetti, la famiglia, l’amore… Gea non conosce il significato di queste cose, Gea è più antica dei sentimenti stessi-
- Oh, ti prego Afrodite- commentò Ares affondando la faccia in una mano
- Invece ha ragione- intervenne Artemide
Apollo si voltò a guardarla – Sorella, sei sicura di stare bene?-
- Gli umani vivono in un turbinio di emozioni… continuamente. Gea non è abituata a questa cosa, l’ha detto lei stessa che un essere umano è difficile da controllare perché è troppo emotivo. Lei è estranea a qualsiasi tipo di emozione, amore, amicizia, pietà, lealtà… Tutte queste cose sono incompatibili con la sua anima. Un contenitore deve essere compatibile con il contenuto o l’equilibrio si spezza- spiegò Artemide
- È quello che volevo dire io- commentò Afrodite
- Detto un po’ meglio- borbottò Efesto
- Quindi dobbiamo fare leva sui sentimenti di Daphne per riuscire a liberarla da Gea- riassunse Atena – Una volta che Gea non avrà più un corpo a disposizione potremo sconfiggerla-
La Madre Terra avanzò verso di loro, una luce assassina negli occhi – Non potete sconfiggermi, vi farò a pezzi… uno ad uno…-
Senza attendere oltre Gea lanciò un colpo intriso del suo cosmo antico contro i sei Dei. Fu vano il tentativo di difesa degli Olimpi. La Madre Terra stava per colpire di nuovo, ma Milo fu distratto da un movimento alla sua destra
- Cam, che fai?-
Senza alcun preavviso, Camus si piazzò davanti a Gea – Prima di finire loro, uccidi me- disse con glaciale calma
- Non mi interessi, tu sei solo un Cavaliere, non costituisci una minaccia per il mio nuovo mondo-
L’Acquario non rispose, cosa per niente insolita, e continuò a fissare negli occhi Gea-Daphne
- Perché fai così? Vuoi proprio morire?- domandò confusa la Dea
- Camus!- esclamò Atena – Cosa vuoi fare?-
Milo aveva capito le intenzioni di Camus, come sempre. Avevano detto di fare leva sui sentimenti di Daphne, quindi perché non obbligarla ad uccidere suo fratello? Era la stessa tecnica che aveva usato Kanon poco prima per aiutare Saga… Milo iniziava a sentirsi un po’ escluso a causa di quella moda per l’amore fraterno. Comunque, chiunque conoscesse Daphne sapeva che aveva e avrebbe fatto di tutto per Camus, per il suo fratello più piccolo. Questo Camus lo sapeva, per questo era pronto a mettere a repentaglio la propria vita. Milo però non poteva permetterlo. Tentò di raggiungere il custode dell’Undicesima Casa, ma si accorse di non potersi muovere. Abbassò lo sguardo e notò una serie di anelli di ghiaccio tenerlo bloccato – Maledizione, Cam!-
- Cerco di salvare mia sorella- rispose il francese alla precedente domanda di Atena
- Non puoi- protestò Saori. Fece per alzarsi, ma una mano di Artemide la bloccò – Conosco Daphne, so quanto tiene a suo fratello-
- Sei disposta a sacrificare una vita per sconfiggere Gea?-
- Sono disposta a sacrificare una vita per proteggere il creato dal dominio incontrastato di Gea? Sì - rispose secca Artemide, poi aggiunse – Comunque non è detto che debba sacrificarsi-
Gea scoppiò a ridere – Questo è il vostro piano? Credete che mettendomi davanti il fratello del mio tramite riuscirete a sconfiggermi?-
- Non saremo noi a sconfiggerti- precisò Afrodite – Sarà Daphne-
- Impossibile- commentò la Madre Terra – Lei è sotto il mio completo controllo e adesso ve lo dimostrerò-
La Dea plasmò il suo cosmo creando una specie di palla nella propria mano e si preparò a lanciarla. Quando Gea scagliò il colpo contro Camus, il cosmo concentrato nel palmo della dea primordiale si dissolse, come se si fosse esaurita la batteria.
- Cos…?- esclamò incredula Gea. Tentò nuovamente, ma l’effetto fu il solito – Adesso mi sono veramente stufata, una stupida ragazzina non può permettersi di ostacolarmi-
All’improvviso una specie di vortice avvolse il corpo della Dea da capo a piedi, i suoi occhi furono attraversati da un bagliore scuro. Una falce nera come la morte comparve in mano sua – Sono stata io a costruire la falce che Crono usò per evirare Urano. Non esiste arma più antica, con questa metterò fine alla tua effimera vita, umano-
Milo riuscì finalmente a liberarsi dagli anelli di ghiaccio di Camus e corse verso di lui, o almeno lo avrebbe fatto se Apollo non lo avesse tenuto fermo. Gea alzò la lama, poi tentò di abbassare il braccio per colpire, invano. Qualcosa, o meglio, qualcuno, glielo impediva. A Milo sembrò di sentire la debole presenza del cosmo di Daphne
- No…- mormorò Gea-Daphne – Non lo farai-
 - Non ci credo, funziona!- esclamò Ares
La risata agghiacciante di Gea schiacciò il tentato risveglio del Cavaliere di Artemide. Forte di un cosmo che cresceva di secondo in secondo, la Dea abbassò la falce, ma prima che potesse colpire Camus la lama fu inghiottita da una voragine oscura
- No, Daphne. Non ti permetterò di macchiarti del mio stesso crimine- disse la voce cupa di Saga dei Gemelli
- TU!- ringhiò Gea – Ridammi subito la mia falce!-
- E tu libera Daphne-
- MAI!- urlò rabbiosa la Dea – Muori Gemini- minacciò accentrando il cosmo intorno a sé
Artemide affiancò i due Cavalieri ottenendo l’attenzione di Gea – Daphne, so che puoi sentirmi... –
- Sorella! Cosa vuoi fare?- domandò spiazzato Apollo
La Dea della Caccia lo ignorò – Daphne, so che questa situazione è in gran parte colpa mia. Se fossi riuscita a opporre resistenza a Gea sin dall’inizio tu non ti troveresti in queste condizioni. Ora che conosci il vero motivo per cui ti ho salvata dagli Inferi e ti ho addestrata potresti detestarmi e avresti pienamente ragione a farlo. Ti ho mentito per tutto questo tempo sia per costrizione sia perché non ho avuto la forza e, soprattutto, il coraggio di combattere Gea. Faccio appello alla tua lealtà di Cavaliere, al tuo onore. Questo è il momento in cui devi far vedere quanto vali davvero, abbiamo bisogno del tuo aiuto per sconfiggere Gea, ora più che mai. Le sorti dell’intero pianeta dipendono da te. Uccidimi pure, se lo ritieni necessario, ma ti prego di ascoltarmi, segui questo mio ultimo ordine, combatti Gea, non lasciarti controllare come ho fatto io.-
Prima che l’immenso cosmo della Madre Terra si abbattesse su Artemide e sui due Cavalieri accadde qualcosa. Un altro cosmo iniziò a raccogliersi opponendosi a quello di Gea – Basta, hai giocato fin troppo con me- sibilò Daphne
La risposta di Gea risuonò forte e chiara nelle menti di tutti i presenti “No… tu porti il nome di una mia sacerdotessa, non puoi ribellarti a me!”
Milo sperò che il fatto che la Dea avesse parlato per via telepatica significasse una cosa: il suo controllo sul corpo di Daphne stava diminuendo. “Forza Daphne”
- Sì, invece-
Il cosmo di Daphne esplose in tutte le sue forme: un uragano investì la sala mentre le fiamme iniziavano a lambire le pareti, l’acqua iniziò a scrosciare dal soffitto cadendo sulla terra attraversata da violenti scosse. Per un attimo Milo riuscì a percepire i sentimenti e le sensazioni di tutti i presenti della sala, assaporando per una volta ciò che costituiva la normalità per Daphne. Tuttavia non fu solo il cosmo del Cavaliere di Artemide ad opporsi a quello di Gea, un altro cosmo si unì a quello della ragazza… un cosmo che Milo riconobbe. Era un cosmo possente, sembrava portare con sé il peso di migliaia di anni e il freddo delle lande ghiacciate del Nord. Un cosmo antico che poteva appartenere a un Dio soltanto.
- Non posso permettere che tu minacci l’umanità intera, Gea. C’è un equilibrio nel mondo che non deve essere spezzato - riecheggiò nella sala la voce di Lyfia, sacerdotessa di Odino.
- Odino!- esclamò meravigliata Atena
Una specie di urlo assordante perforò le orecchie dei presenti, costringendoli a portarsi le mani alla testa. Il cosmo di Gea abbandonò il corpo di Daphne dopo un’ultima, violenta scossa del suolo che fece aprire una voragine nella stanza. Camus, Daphne e Saga ci sarebbero finiti dentro se il Grande Sacerdote non avesse usato la Dimensione Oscura per portarli al sicuro.
- A quanto pare ti sbagliavi sul conto di Odino, sorella- commentò Apollo
Artemide, allontanatasi dalla voragine con un abile balzo divino, lanciò una rapida occhiata a Lyfia – Sono di natura diffidente-
- Pessimista forse è più appropriato- replicò il Dio del Sole
Lyfia si avvicinò ad Atena, indossava quel solito disgustoso fiocco sui capelli turchesi, ma Milo ipotizzò che bruciarlo potesse essere considerato un gesto sgarbato – Lady Saori, Odino sentiva il dovere di sdebitarsi con voi-
- Per quale motivo?- chiese Atena
- I vostri Cavalieri, i Gold Saint, hanno combattuto per difendere Asgard dalla minaccia di Loki-
- Sconfiggendolo non hanno protetto solo il regno di Odino, ma il mondo intero. Loki era una minaccia per tutti noi - precisò Saori – I miei Gold Saint hanno fatto solamente il loro dovere-
“Rimettendoci la vita, tanto per cambiare” fu tentato di aggiungere Milo, ma si trattenne
I due God Warrior sopravvissuti dopo lo scontro contro Loki, Frodi di Gullinbursti e Sigmund di Grani, affiancarono Lyfia – Dovremmo tornare ad Asgard- disse Frodi – Non è sicuro qui-
- Infatti- convenne Lyfia – La minaccia di Gea non è ancora stata estirpata, il compito di Odino non è ancora giunto a termine-
Come la ragazza aveva detto, Gea non era ancora stata sconfitta. Certo, adesso era priva di un corpo fisico, ma questo non significava vittoria. Milo continuava a percepire la presenza della Madre Terra nell’aria, come un alone di morte invisibile che permeava la stanza.
- Gea è ancora tra noi- disse Ares con voce profonda – State in guardia, potrebbe attaccarci da un momento all’altro e… no scusate non ci riesco, come fate a rimanere sempre così seri?- scoppiò a ridere – Come può attaccarci? Non ha più un corpo!-
Una specie di nube oscura si addensò dalla parte opposta della stanza finché non prese la forma di una donna. La falce che Saga aveva spedito nell’Another Dimension comparve nella sua mano – Notevole, ma non basterà a fermarmi-
Milo provò a sostenere lo sguardo di quell’essere, ma quelli non erano occhi, sembrava di guardare dentro le viscere della terra, come osservare il pianeta ai raggi x. Senza sfiorare il terreno, raggiunse Ares e lo colpì con la falce. Il Dio della Guerra cadde a terra privo di sensi. Gea si voltò verso gli altri Dei – A chi tocca adesso?-
Apollo scagliò una freccia dorata contro di lei, ma l’arma attraversò Gea come se fosse fatta di fumo, cosa che in effetti era vera. La Madre Terra tentò di colpirlo con la falce, ma il Dio riuscì a scansarsi – Menomale così doveva essere vulnerabile… - borbottò - Qualche idea?-
- Gea non ha consistenza fisica, non è con le armi tradizionali che la sconfiggeremo- rispose Artemide
- L’unica soluzione potrebbe essere rinchiuderla- disse Atena – Imprigionarla come abbiamo fatto con Zeus-
La Dea della Caccia scansò un affondo di Gea – Lei è molto più potente di nostro padre, rinchiuderla potrebbe avere effetti devastanti!-
- Lo so- convenne Saori – Ma è già stato fatto ai tempi del mito e poi… non abbiamo altre alternative- Si voltò verso i Cavalieri – Andate, non c’è più niente che possiate fare qui, mettetevi in salvo-
- Ma…- tentò di protestare Saga
- No Saga. Riunendo i nostri cosmi divini cercheremo di imprigionare Gea per sempre, tuttavia il nostro scontro potrebbe avere ripercussioni su tutto il mondo. Il vostro compito è contenere questi effetti distruttivi evitando che la battaglia dei nostri cosmi annienti il pianeta- spiegò Atena
- Cosa succederà a voi invece?- domandò pacato Shaka. Era rimasto in silenzio così a lungo che Milo si era praticamente dimenticato della sua presenza. Qualcosa nel tono del Cavaliere della Sesta Casa lo incuriosì, c’era una nota di apprensione nella sua voce. “Il potere di Afrodite ha davvero avuto effetto su di lui?”
- Noi sopravvivremo – rispose Apollo - Dopotutto, siamo immortali-
- Perché il nostro nemico non lo è…- mugugnò Ares rialzandosi dopo il colpo subito
- L’importante è che voi creiate uno scudo protettivo con i vostri cosmi- continuò Artemide ignorando il Dio della Guerra – Non vi deve premere ciò che succederà a noi, noi faremo solo il nostro dovere- disse guardando furtivamente Shaka
Milo non si fece sfuggire quel piccolo e intrigante dettaglio “Qualcosa mi dice che il nostro Budda non è preoccupato solo per Atena… Non sottovaluterò mai più la Dea dell’Amore”
Gea mulinò nuovamente la falce, questa volta contro Efesto, ma il Dio parò il colpo con un martello estratto in fretta e furia dalla cintura degli attrezzi – Forza, ragazzi- disse rivolto ai Cavalieri – Fate come vi ha ordinato la vostra Dea- continuò poi a tenere occupata Gea inventando il primo duello a base di cacciaviti, martelli, chiavi inglesi, chiodi e compagnia bella.
Saga non era convinto – Atena, in qualità di Grande Sacerdote non posso lasciarvi qui, tantomeno posso permettere che vi sacrifichiate-
Saori sorrise – Gemini, sacrificarmi per difendere l’umanità è il mio preciso compito. Il Santuario è affidato a te-
- No… Atena…-
La Dea della Guerra impugnò lo scettro di Nike – Va’ adesso. Chissà, forse ci vedremo in occasione della prossima guerra santa-
Saga abbassò la testa – Come ordinate, mia Signora-
Milo non poteva permetterlo. Saori certe volte si era comportata più come una bambina viziata che come la reincarnazione di Atena, ma rimaneva sempre la loro Dea. Lui aveva fatto un giuramento di fedeltà e non intendeva venire meno alla parola data, questione di onore di Cavaliere. Stava per ribattere, ma Camus gli poggiò una mano sulla spalla. Milo si voltò verso di lui e nel suo sguardo lesse ciò che temeva di trovarvi. – Cam… - Non potevano lasciare che Atena si sacrificasse, in quanto suoi Cavalieri il loro compito era quello di proteggerla, o morire con lei.
Saga si avvicinò a Daphne, ancora un po’ rintontita dalla possessione divina – Ce la fai?-
Lei si alzò da terra – Sì, sto bene – disse, poi si rivolse ad Artemide – Mia Signora…-
- Va’ Daphne… hai già fatto fin troppo-
- Artemide- continuò la ragazza – Io continuo ad esservi grata per tutto quello che avete fatto per me, la mia stima nei vostri confronti non è stata assolutamente compromessa -
La Dea accennò un sorriso – È stato un onore averti come Cavaliere-
Daphne chinò la testa – Anche per me è stato un onore, mia Signora-
- Se tutto andrà secondo i piani ci rivedremo al Grande Tempio, altrimenti…-
 Un lamento distrasse i presenti. Efesto stava continuando a tenere occupata Gea, ma sembrava aver finito gli assi nella manica… o meglio, nella cintura – Capisco che gli addii siano una cosa molto commovente, ma potreste venire a darmi una mano?-
Ares si buttò nella mischia con aria immensamente contenta. Probabilmente credeva di trovarsi al parco di divertimento divino Olympusland.
- Andate – disse Atena – e proteggete la Terra e i suoi abitanti come avete sempre fatto, miei valorosi Cavalieri-
Saga si inchinò davanti alla sua Dea, poi raggiunse il fratello e lo aiutò ad alzarsi, portandosi un suo braccio sulle spalle – Muoviamoci- disse rivolto agli altri Gold Saint
Milo avrebbe avuto ancora qualcosa da ridire. Qualche volta si era lamentato del comportamento della sua Dea, ma vederla buttarsi in un attacco suicida non lo faceva assolutamente sentire meglio – Saga…-
- È un ordine – ribadì il Grande Sacerdote con voce ferma
Milo non fiatò, non era mai una buona idea mettere in discussione gli ordini di Saga e, comunque, l’ordine era partito da Atena. Lui e Camus si inchinarono un’ultima volta al cospetto della loro Dea, poi si voltarono per andarsene. Anche Shaka rese omaggio a Saori, ma quando si voltò verso di loro Milo lesse qualcosa nel suo sguardo. Nel suo sguardo? Virgo stava tenendo gli occhi aperti? Inaudito. La cosa ancora più strana fu sentire il nome dell’Illuminato pronunciato da Artemide – Shaka…-
Il Cavaliere della Sesta Casa posò gli occhi sulla Dea che lo aveva chiamato. Sembrò indeciso sul da farsi, poi le si avvicinò – Sopravvivi-
Davvero poco buddista come addio.
Artemide rispose con un bacio, cosa che a Shaka non parve dispiacere.
Questo era ancora meno buddista. Anzi, non lo era per niente.
“Ma qui sono tutti impazziti? Saori è disposta a sacrificarsi…. Shaka bacia una Dea… non è che quest’aria ha qualcosa di velenoso?”
Calò il silenzio. Gli unici rumori che si sentivano erano quelli dello scontro tra Gea e i due Dei.
- Io non commento- mugugnò con un filo di voce Kanon. Afrodite, che aveva osservato la scena  con le mani giunte e un sorriso ebete in faccia, gli scoccò un’occhiataccia.
L’intervento dell’ex Dragone del Mare parve rianimare i presenti. Gli Dei gemelli incoccarono le frecce e Atena strinse in mano lo scettro di Nike – Andate- intimò Atena
- Anche voi- disse Lyfia rivolta a Frodi e Sigmund
- Cos…- iniziò Frodi
- Non discutere- lo zittì – Quando Hilda si sarà completamente ristabilita riprenderà il suo ruolo di Sacerdotessa, confido in voi per la protezione di Asgard-
I due God Warrior, con evidente riluttanza, obbedirono e seguirono i Cavalieri d’Oro. Mentre si allontanavano, i guerrieri sentirono chiaramente la voce di Atena levarsi imperiosa – Gea, il tuo dominio è finito ancor prima di cominciare! Che la battaglia tra i nostri cosmi divini abbia inizio-
Milo si sentiva un fuggiasco, allontanarsi dalla battaglia non rientrava nella sua natura. Guardò verso Saga, il suo sguardo era più determinato che mai. Possibile che avesse accettato di lasciare Atena a morire? Lui non ci credeva. Una volta giunti fuori dalle mura del tempio, la sua teoria fu confermata.
- Daphne- chiamò il Grande Sacerdote – Porta Kanon al Grande Tempio, ha bisogno di cure immediate. Ora che è buio puoi teletrasportarti-
Lei lo guardò in tralice – Cosa vuoi fare?-
- Atena ci ha detto di proteggere l’umanità, è quello che intendo fare-
- Vuoi aiutarla, non è così?-
- Con i nostri cosmi la sosterremo durante la battaglia, non possiamo permettere che si sacrifichi senza fare niente- rispose lui lanciando uno sguardo a Milo, Camus e Shaka.
I tre Cavalieri gli si avvicinarono – Abbiamo fatto un giuramento- disse Milo – La proteggeremo al massimo delle nostre possibilità-
- Le armature divine ci permetteranno di liberare una quantità di cosmo sufficiente a salvarla- intervenne Camus
- O almeno speriamo che lo sia- precisò Saga
Daphne sospirò – Vorrei aiutare voi e Artemide, ma le mie forze sono state praticamente prosciugate-
Il Grande Sacerdote scosse la testa  – Tu hai già fatto molto. Sottrarsi al controllo di Gea non è stata un’impresa facile. Ti chiedo solo un favore, accompagna mio fratello al Santuario. Non so quanto ancora possa resistere-
Daphne annuì e aiutò Saga a spostare il peso di Kanon sulle proprie spalle. Il gemello minore emise un brontolio – Cosa sono… un pacco regalo?-
- Zitto e non morire- gli ordinò il fratello
- Lo stesso vale per te- lo rimbeccò Daphne – Anzi, per tutti voi- disse rivolta ai vari Cavalieri. Diede uno sguardo al cielo poi svanì come un’ombra nell’oscurità della notte che andava calando.
 
 

Nota dell’autrice: sono tornata! Perdonate la lunga assenza, ma quest’anno mi è toccata la maturità e ho dovuto studiare come una matta -.-''
Gli Dei sembrano aver capito che devono allearsi per battere Gea, ci riusciranno? I Cavalieri d’Oro saranno in grado di salvare la loro Dea?
Tutto questo lo scoprirete nella prossima puntata!
A presto =^-^=
   
 
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