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Autore: ragazzasullaltalena    01/08/2017    1 recensioni
Beatrice era una ragazza con molti problemi prima di incontrare lui. Thomas. La sua ancora, colui che l'ha salvata. Adesso però devono nascondersi a causa della loro differenza di età e combattere i pregiudizi degli altri. Riusciranno a rimanere uniti nonostante tutto?
Dal testo:
I nostri visi sono davvero contrastanti. Il mio quello di un’innocente bambina dai lineamenti dolci e candidi, ed il suo quello di un uomo con la barba un po’ incolta e gli occhi duri.
Mille le parole sussurrate, quelle dette all’orecchio per paura che qualcuno ci sentisse. Chi sa cosa penserebbe di noi due.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ormai non oso più vivere, so solo rivivere chiusa nella mia stanza.
Sono di nuovo davanti a loro due. Davanti a Thom e Amanda, immobile. Guardo con gli occhi velati di lacrime quel bacio. Un bacio rude? Dolce? Disperato? Finto? Lui non la sta baciando, no è solo schiacciato dalla pressione del corpo di Amanda. O la sta baciando? Gli sta piacendo? Lo odia? Non lo saprò mai.
Lui si stacca da lei disgustato, o forse il mio cervello mi ha imposto di vederlo in questo modo per alleviare un po’ il dolore.
Lei mi guarda sfoderando un sorriso di goduria mentre lui si gira lentamente. Mi guarda. Si avvicina e inizia a parlare, mi spiega diverse cose che non ascolto. Ho un unico pensiero: si sono baciati. Lo guardo negli occhi. Nei suoi bellissimi occhi velati di lacrime e non lo riconosco. È davvero lui l’uomo che amo? L’uomo che mi ha promesso tanto? E poi dice il nome di mio fratello.
“Cosa?” sussurro piano.
“Sono venuto a parlare con lei in modo che nessuno potesse più prendere in giro tuo fratello.”
Perché lo ha tirato in mezzo a qualcosa che non c’entra?
“Non provare ad usare mio fratello come scusa” urlo facendo sussultare Thomas “tutto questo è capitato per colpa tua, perché tu sei solo un verme.” La mia mano si muove senza alcun comando e gli tira uno schiaffo. Amanda cinguetta un “Ahi” e io li supero prima che lui possa raggiungermi. Crollo disperata dietro la porta, scossa dai singhiozzi non ho paura di farmi sentire mentre lui violentemente bussa alla porta.
Sono passati giorni e ogni tanto sento la sua voce al piano di sotto e scendo solo dopo essermi assicurata che lui non può vedermi. Mia madre è preoccupata, per me, per l’imminente maturità e il mio probabile imminente fallimento. Ma non posso essere arrivata fin qui per poi lasciarmi andare. Ho deciso di raccogliere i vetri rotto della mia vita almeno fino a dopo gli esami per poi farli cadere e romperli in ulteriori pezzi.
POV THOMAS
Non la ricordavo così la casa di Amanda, ci siamo solo noi così ho modo di dirle chiaramente ciò che devo.
“Sbaglio o è un po’ che manchi in questa casa?” sorride lei.
“Non sono qui per thè e pasticcini Amanda, devo parlarti.” Dico acidamente.
“Era solo per rompere il ghiaccio.”
“Devo parlarti della mia relazione con Beatrice.”
“Non sono una consulente di coppia.”
“Questo lo so, altrimenti faresti l’opposto del tuo lavoro. Non credere che non sappia che sia tu a mettere zizzania tra noi due istigando tua sorella ad essere la bulla di Michael; e a ricordargli che tutti i suoi problemi derivano da me.”
Lei resta silenziosa e io inizio a domandarmi cosa vedevo in lei.
“Perché lo fai?” domando aspettandomi almeno una spiegazione.
“In memoria dei vecchi tempi.”
“Ti fermo subito, tra noi c’è stato qualcosa per poco e basta. Io non ero innamorato di te, e di certo non ricomincerò una relazione con te.”
Lei continua il suo silenzio così prendo di nuovo l’iniziativa.
“Penso che tu abbia afferrato il concetto, ora è meglio se vado.”
“Ti accompagno alla macchina.”
Ci incamminiamo lentamente quando d’un tratto si ferma. Mi fermo sperando che voglia dirmi qualcosa ma invece poggia le sue labbra sulle mie. È un bacio forzato, non riesco a mandarla via. Quando finalmente riesco a staccarmi dalla sua bocca e sto per iniziare a lanciarle tutti gli insulti che mi vengono in mente lei sorride. Sorride e capisco. Bea è dietro di me.
Mi giro di scatto e la trovo lì pietrificata sul punto di piangere. Inizio a parlare troppo velocemente cercando di giustificarmi, le dico che la amo, che ero qui solo per suo fratello. Le metto le mani sulle spalle ma lei sembra non accorgersi di nulla.
“Cosa?” sussurra delicatamente. E capisco che probabilmente mi sta chiedendo di Michael.
“Sono venuto a parlare con lei in modo che nessuno potesse più prendere in giro tuo fratello.”
“Non provare ad usare mio fratello come scusa” urla facendomi spostare lontano da lei “tutto questo è capitato per colpa tua, perché tu sei solo un verme.”
Prima che me ne possa accorgere la sua mano si poggia violentemente sulla mia guancia fatto ciò mi supera mentre Amanda sussurra qualcosa. Lei l’aveva vista e in memoria dei ‘vecchi tempi’ lo ha fatto, mi ha baciato in modo che la mia storia finisse proprio lì. Voglio scaraventarle addosso tutta la mia ira ma quando mi giro lei è sparita.
A grandi falcate raggiungo la casa di Beatrice e busso urlando il suo nome. Le lacrime iniziano a scendere sul mio viso, non può essere tutto finito per colpa di quella stronza, ha ottenuto esattamente ciò che voleva.
Mi accascio dietro la porta coprendomi il viso con le mani mentre piango come un bambino scosso dai singhiozzi. E rimango in quella posizione non so per quanto tempo con la consapevolezza che non vorrà mai ascoltarmi.
Iniziano a passare i giorni ed io inizio ad essere in uno stato orribile. Ogni giorno vado a casa loro e la vedo entrare e uscire, ammiro la sua bellezza da lontano, impotente, come facevo quando andavo da Amanda e qualche giorno vado anche a bussare alla loro porta quando sono sicuro che lei c’è. Ma per me Beatrice non c’è mai.
Ormai nulla allevia la sofferenza ne una bottiglia di birra ne il raschiare in gola dello Scotch mischiato al fumo. Riesco solo a ripensare a lei e al suo sorriso, a quanto era felice quando era con me, a quanto sta soffrendo in questo momento.
“Hei” sussurra Francesco sull’uscio della porta della mia camera, non so come sia entrato, ma non voglio parlare così mi giro dall’altra parte del letto.  
“Come stai?” chiede una voce femminile, Marta. Marta! A lei posso chiedere di Beatrice. Di scatto mi metto a sedere e la guardo. Non penso di avere un bell’aspetto: la barba non curata, i capelli scompigliati e gli occhi rossi.
“Lei come sta?”
“Va avanti, ha inghiottito tutto come se non fosse mai successo nulla. Sorride e agli occhi di tutti sembra felice.”
Lei non è felice e lo sappiamo tutti qui dentro. Chissà quanto le costa mantenersi tutto dentro.
“Ti prego Marta parlale tu.”
“Si rifiuta di parlare di te e poi sorride, in un modo che sembra davvero che non sia successo nulla.”
Mi giro nuovamente dall’altra parte del letto mentre Francesco dice qualcosa che non ascolto. Lei sta facendo finta di nulla, non ha affrontato il problema o forse lo ha affrontato e lo ha superato. Io non posso farci niente continuerò a guardarla da lontano facendomi dare informazioni da Marta, sperando che un giorno decida di ascoltarmi.
 
 
 
 
Note d’autore
Ehilà fanciulli!
È passato davvero troppo tempo perché voi possiate perdonarmi. Ho preso davvero una lunga lunga luuuuuuunga pausa da EFP, ma ora sono qui; decisa a finire questa storia più che mai.
Si aprono i capitoli finali, e con questo si è conclusa la fine della storia tra Thomas e Beatrice. O forse no?
Pensavate che sarebbe successo qualcosa del genere?
Concludo ringraziando tutte le persone che mi stanno seguendo e stanno leggendo la mia storia, mi rendete davvero felice.
Un abbraccio
Ragazzasullaltalena
   
 
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