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Autore: DaisyChan    02/08/2017    2 recensioni
Quattro ragazze, quattro punti di vista, quattro vite intrecciate in un'unica storia... Lucy, Levy, Juvia e Cana si ritrovano a vivere sotto lo stesso tetto e a frequentare l'ultimo anno di liceo della Fairy Tail High School (FTHS). Tra nuove amicizie, amori infranti, promesse, bugie e verità, affronteranno insieme questo anno movimentato che porterà loro molte sorprese.
Paring presenti: NaLu, GaLe, Gruvia, Baccana. Accenni Gerza, Lories e Miraxus.
Tratto dal prologo:
"Lucy chiusa dentro il bagno a frignare come una bambina. Cana davanti alla porta, pronta a sfoggiare il suo fantastico dizionario di parolacce e bestemmie contro quel pezzo di legno bianco che fa da porta del bagno. Cosa ci vuole di più dalla vita?
- Lucy apri la porta! - gridò sconsolata Levy.
- No! -
Un rumore metallico fece presagire l'arrivo di un'altra inquilina di quella casa. Ed ecco che fece capolino una ragazza dai lunghi capelli blu con in mano una macchina fotografica.
- Juvia è a casa! - esclamò la blu.
- Ciao, Juvia - sorrise falsa Levy.
Perfetto: è arrivata Juvia! Ora sì che siamo nei guai. "
[N.d.A. Salve a tutti! Sono nuova e questa è la prima volta che pubblico qualcosa...passate a dare un'occhiata. Ciao!]
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kana Alberona, Levy McGarden, Lluvia, Natsu, Natsu/Lucy, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo

9

P.o.v. Natsu

Guardo quella ragazza di cui non conosco nemmeno il nome. Il suono della sua risata cristallina mi rimbomba nella testa. È davvero molto carina. Le luci colorate le passano a fasce attraverso i capelli. Sembrano tanti fili d’oro e sono talmente chiari da emanare quasi luce propria. Questa ragazza assomiglia un po’...ad una stella?

Ma cosa vado a pensare?!

Il suo profumo mi inebria la mente. È dolce, sa di buono. Chissà se è il suo profumo naturale? Sebbene siano due persone totalmente diverse, mi ricorda un po’ la mia fidanzata, anzi, la mia ex fidanzata: Lisanna. Non riesco ancora a capire perché mi abbia lasciato. Cosa mai avrò fatto di male per farla arrabbiare in quel modo? Forse sono stato un po’ freddo in questo ultimo periodo, ma mi sono successe un sacco di cose tutte in una volta…

La scomparsa di Igneel mi ha devastato e la comparsa di mio “fratello”, di cui prima non sapevo nemmeno l’esistenza, mi ha definitivamente distrutto. Non so come descrivere il mio stato d’animo. Sono triste, felice, deluso e arrabbiato contemporaneamente. Mi sento tradito da Lisanna. Quando mi aspettavo parole di conforto, lei ha rotto la nostra relazione che durava da quasi un anno.

Come pretende che io possa dimenticare ciò che c’è stato tra noi per 8 mesi con un semplice “Natsu tra noi è finita” ?!

Sono furibondo. Ieri non ho versato nemmeno una lacrima. Io non piango mai. Non ho mai pianto per nessun film drammatico, né per quando ricevevo qualche scappellotto da Igneel, né quando ricevevo qualche punizione piuttosto dura...io non piango. Non lo faccio da molto tempo ormai. Tutte le cose che mi hanno ferito mi hanno congelato le lacrime.

Eppure è da ieri sera, da quando ho finito di parlare con Lisanna, che sento una sensazione che mi opprime. Mi stringe il petto, mi fa annodare la gola e mi fa bruciare gli occhi. Io sono soltanto arrabbiato con Lisanna, vero? Sono arrabbiato, non triste o disperato. Non ho alcuna intenzione di versare una sola lacrima per lei...

Gray non fa che ridere di me. Dice che non c’è motivo di prendersela tanto per una come Lisanna. Ieri sera, con la sua camminata lenta, ma decisa, si è avvicinato e poi seduto sul ciglio del marciapiede vicino a me. Mi ha dato una pacca sulla spalla e siamo rimasti entrambi in silenzio a guardare le macchine che sfrecciavano sulla strada. Non gli avevo ancora raccontato nulla, ma aveva già capito cosa era successo. Forse si era accorto da un po’ che le cose tra me e lei non andavano più per il verso giusto. È proprio vero che mi conosce da molto tempo e mi capisce più di chiunque altro.

Per il momento dividiamo la stessa stanza. Da quando se ne è andato Igneel e la polizia ha sequestrato la casa per non si sa quale motivo, mi sono temporaneamente trasferito nel dormitorio maschile della scuola. In realtà non è proprio un dormitorio è soltanto un vecchio hotel il cui proprietario ha messo a disposizione per tutti gli studenti maschi che vivono a Magnolia.

Gray è il mio migliore amico, insieme a Gajeel. Siamo cresciuti tutti e tre insieme. Abbiamo frequentato le stesse scuole: elementari, medie e liceo. Siamo come fratelli. Odio ammetterlo, ma tengo moltissimo a loro due, anche se per colpa loro mi ritrovo con questi capelli rosa. E per questo li odio. Assolutamente sì. Li odio. Sono stati loro a consigliarmi quel parrucchiere, ed ecco cosa significa fidarsi dei tuoi amici.

- Vai da Cancer, Natsu. È il miglior parrucchiere per uomo di tutta Magnolia – mi avevano detto con quei sorrisini sornioni dipinti sui loro visi.

Sono stato uno stupido. Dovevo fidarmi del mio istinto e uscire immediatamente da quel locale subito dopo aver visto quell’ “uomo”, se si può chiamare così. Cancer...mi riviene in mente il suo viso. Quella carnagione paonazza, a causa della sua pelle troppo delicata che assume un insolito colore aranciato non appena si espone ai raggi del sole, doveva mettermi in allerta. Non ho ascoltato il mio sesto senso nemmeno quando ho notato i suoi capelli neri acconciati in tante treccine nere minuscole, e neanche quando, da dietro le lenti verdi (che colore bizzarro!) degli occhiali, mi guardava in modo strano.

Quel fare convinto di Gray e il sorriso di Gajeel mi hanno ingannato. Ero ancora in tempo per scappare anche quando un odore di bruciato si era sparso nell’aria nel salone. Ma niente, il mio orgoglio maschile mi impediva di alzarmi dalla sedia. Non volevo sembra il tipico cacasotto che se la fa addosso poiché non si era mai, prima di allora, sottoposto ad un trattamento del genere. Mi sono sempre limitato alla semplice richiesta “Taglia soltanto le punte”. Non ho mai tentato di cambiare il mio taglio, né tantomeno di tingerli. Sono un maschio, io! Non ho bisogno di queste cose.

Maledizione a me che ho accettato la sfida!

Sono circa due settimane che giro per la scuola nascondendo la mia zazzera rosa sotto il cappellino blu da baseball regalatomi da Igneel o con il cappello della felpa. Sono orrendo conciato così, lo so. Ma almeno non sono sottoposto alle continue prese in giro dei ragazzi a causa di questo colore rosa.

Inizialmente ero davvero disperato. Non ho parlato per due giorni interi né con Gray, né con Gajeel. Loro mi hanno chiesto perdono, ma mi ci è voluto un po’ per digerire la situazione. Insomma, avere per sempre i capelli rosa non è per niente piacevole. Per niente! Non posso contare nemmeno sulla ricrescita dei capelli. Rimarranno veramente rosa per tutta la mia vita.

Mi arrabbio ancora di più se penso che ho anche dovuto pagare Cancer...quel parrucchiere da quattro soldi! Se lo rivedo gli alzo le mani addosso! Faccio muay thai e sarà uno scherzo picchiare quello spilungone magro quasi più di uno stecchino. Ormai riesco a stendere sia Gajeel che Gray...anche se, in realtà, vengo steso pure io e le risse finiscono quasi sempre in parità.

A proposito di zuffe, l’altro giorno stavo rischiando l’espulsione! Meno male che il preside Makarov è stato comprensivo. Quel nonnetto! Gli dovrebbero costruire una statua! Basso, magrolino, con i baffi bianchi, nasconde una forza e un cuore immenso. Tutto il contrario di suo nipote Luxus! Lui è un anno più grande di me ed è già uscito dalla scuola. Lo conosco perché è il fidanzato di Mirajane, nonché sorella di Lisanna.

Luxus Dreyar, quanto lo odio!

In tutti questi anni non sono mai riuscito a prenderlo a pugni come si deve. Frequentiamo la stessa palestra e dalla prima volte che sono entrato lì non abbiamo fatto altro che sfidarci e prenderci a botte. In tutte le sfide che abbiamo fatto ho sempre perso. Mai una parità e mai una vittoria. Quello atterrato sono sempre stato io. Questa cosa mi fa salire i nervi. Odio essere il secondo. Io sono il primo in tutto. Il punto è che io frequento muay thai da circa tre/quattro anni, mentre lui praticamente da tutta la vita. È veramente fortissimo. Ultimamente, però, on ho potuto frequentare molto la palestra...i soldi mi servono se voglio campare. Non li posso, di certo, spendere per andare a lezione! Già il part-time in cui lavoro non mi paga un granché. Se spendessi tutti i miei risparmi, a quest’ora vivrei in mezzo alla strada. Condivido la stanza con Gray, ma dobbiamo entrambi lavorare se vogliamo arrivare a fine mese con ancora un tetto sulla testa. L’affitto di certo non si paga da solo!

Gray è sostanzialmente orfano come me, solo che c’è una differenza sostanziale tra la mia situazione e la sua. I miei genitori sono morti a causa di un incidente e non li ho mai conosciuti. Mentre per quanto riguarda Gray...beh sua madre è stata assassinata. Il killer, un certo Deliora, non è ancora stato catturato. Suo padre, invece, Silver Fullbuster, è a capo del dipartimento di polizia nella sezione omicidi. Da quando è successo il fatto, ha praticamente perso la ragione. Da allora non si occupa più del figlio e dedica anima e corpo per scovare l’assassino. Dunque, Gray vive da solo e deve mantenersi da solo. Questa situazione è così da almeno tre anni. Inutile dire che ha sofferto moltissimo, anche più di me.

Io mi ricordo sua madre, Mika Fullbuster. Era una bellissima donna ed è sempre stata gentile con me. La consideravo quasi una seconda mamma, dato che passavo molto tempo nella vecchia casa di Gray. Mi manca tanto, ma, ovviamente, mai quanto al mio migliore amico. È stata lei a regalarmi la sensazione di cosa significa avere una mamma. Le devo molto… 

- Ehi! – mi riscuote una voce femminile. La ragazza che ho di fronte sta reclamando la mia attenzione.

- Sì, scusa. Dicevi? –

Corruga leggermente la fronte, mettendo su un’espressione preoccupata. - Sei uno strano tipo. Tutt’un tratto ti sei rattristato. Stai bene? –

Ammicco verso di lei con fare malizioso. - Stai in pena per me? –

Ha degli occhi stupendi. Sono castani, ma a seconda della luce, il loro colore cambia d’intensità diventando anche chiarissimi, quasi verdi. A prima vista possono sembrano banali, ma dallo sguardo si vede che nasconde qualcosa di più profondo.

Si imbroncia. - Ah! Io cercavo di essere gentile e tu mi ringrazi con quel sorrisetto strafottente –

Ridacchio. - Mi scusi, principessina, non volevo farle mettere il broncio –

Nei suoi occhi si accende un lampo di rabbia, ma non ribatte.

Credo che il nomignolo che le ho appena affibbiato non le piaccia. Pazienza. Per sta sera sarà “Principessina”. Non conosco nemmeno il suo nome, la devo pur chiamare in qualche modo. Mi dovrà sopportare per un po’.

La guardo mentre appoggia la schiena al muro, assumendo una posizione innaturale.

Porta una mano sulla tempia, massaggiandola per alleviare il dolore. - Argh! Ho un mal di testa tremendo! –  

Fingo di allontanarmi e faccio una smorfia disgustata. - Ciclo? –

- Ti ho già detto che non ho il ciclo, stupido! –

È troppo carina quando si arrabbia. Fa un’espressione tutta strana e quegli occhi luccicano come cristalli. Sì, è decisamente una bella ragazza.

- Dai! Scherzo! –

- Idiota! –

- Perché te la prendi tanto? –

- Perché sei stupido –

Le sorrido, sottolineando ciò che è accaduto precedentemente. - Uno stupido che ti ha salvato sull’autobus, principessina –

- Non chiamarmi principessina e comunque ti ho già ringraziato per quello! – mi risponde di rimando, spostando qualche ciocca di capelli che ha davanti al viso e poi aggiunge – comunque il colore dei capelli si vede lo stesso anche se indossi un capellino. Il ros... –

- Lo so, lo so, ma almeno sono meno evidenti – la blocco. Non voglio che tutti sentano la tinta orribile dei miei capelli.

La osservo prendere il cellulare dalla borsetta e accenderne il display. Successivamente sbuffa spazientita.

- Che succede? – le chiedo.

- Nulla...solo che manca ancora un bel po’ prima che questa orribile festa termini –

- Orribile? –

- Sì...io non volevo venire, ma le mie amiche mi hanno costretto –

Io mi faccio più vicino a lei e poggio anch’io la schiena al muro. Non mi sfugge il leggero rossore che tinge le guance della principessina.

Metto le mani sotto la testa. - Se ti può consolare, anche i miei amici mi hanno costretto a partecipare a questa specie di discoteca improvvisata. Siamo nella stessa situazione –

Lei si allontana di qualche millimetro da me.

- Che fai?! Vuoi mettere distanza da me? –. Ridacchio nel vedere l’espressione di vergogna che le attraversa il volto.

La ragazza si siede composta sulla trave e punta lo sguardo sul pavimento della palestra.

Colta in flagrante!

- No! Che cosa vai a pensare! Ero solo scomoda e cercavo di mettermi meglio – esclama troppo velocemente.

Sta mentendo spudoratamente. Dunque, le dà fastidio la mia vicinanza, eh? Ahahah, principessina, non dovresti mostrare così chiaramente le tue debolezze. Qualcuno potrebbe approfittarne.

Decido di torturarla un po’, quindi mi avvicino tantissimo a lei, fino a quando le nostre due cosce non sono incollate l’una all’altra. La vedo trasalire.

È paonazza. - Che cosa fai, stupido?! –. Poggia le sue mani sul mio braccio e cerca di spingermi via, ma io sono più forte e gliele afferro entrambe. Lei si divincola, ma è tutto inutile. Sto ridendo come non mai. Quello sguardo da incavolata nera, quegli occhi cioccolato ridotti a due fessure, quella bocca rosa semiaperta e quei capelli biondi che svolazzano quasi avessero vita propria...non posso fare a meno di pensare che è assolutamente bellissima.

Non riesco a reprimere il mio desiderio di infastidirla. Che diavolo mi sta facendo questa ragazza?!

Ad un certo punto però, le forze della ragazza vengono meno, insieme al suo sorriso semi-divertito. Non mi rivolge più lo sguardo, sta osservando qualcosa altrove: un punto indefinito in mezzo a quella massa di gente.

- Principessina? – provo a chiamarla, ma non mi sente. È come se si sia appena isolata dal mondo e da tutti i suoi rumori. Deve essere successo qualcosa.

Forse sta male...

Inizio a preoccuparmi. Le lascio i polsi e mi sporgo un po’ di lato per cercare di guardarla meglio in viso. Dopo un paio di manovre, riesco finalmente ad osservarle il volto. Ha gli occhi spalancati, la bocca contratta in una smorfia di dolore, la punta del naso leggermente arrossata e i capelli biondi le ricadono morbidi sulle spalle, incorniciandole la faccia...la vedo deglutire amaramente e trattenere le lacrime.

Allarmato le prendo una delle sue mani e la stringo tra le mie. - Ehi! –

Nemmeno in questo modo riesco ad ottenere la sua attenzione. La sua mano è congelata e mi trasmette un brivido non appena la sfioro. Mi alzo in piedi e mi posiziono davanti a lei, abbassandomi sulle ginocchia.

- Cosa sta succedendo? – le sussurro, tenendo ancora la sua mano.

Finalmente il suo sguardo incontra i miei occhi. Sembra essersi appena risvegliata di trance. Le lacrime le sgorgano dagli occhi, copiose. Piange senza emettere alcun rumore. Sto andando in crisi. Che dovrei fare? Sono nella confusione più totale. Cerco di pensare il più velocemente possibile. Mi rivengono in mente tutti i film che ho visto e provo a ricordare che cosa si dovrebbe fare per consolare qualcuno, ma ho come un vuoto di memoria.

Fanculo!

Eppure qualcosa la devo fare, non posso rimanere fermo davanti a lei, senza muovere alcun muscolo, mentre le lacrime le rigano le guance. Decido di seguire il mio istinto e l’abbraccio. La stringo forte tra le mie braccia.

Cosa cazzo sto facendo?!

Per fortuna non riesce a vedere la mia espressione da pesce lesso in questo momento. Non è una cosa usuale per me abbracciare qualcuno. Temo, però, che le stia dando solo fastidio. A giudicare di come si è comportata prima non sopporta essere troppo a contatto con un'altra persona.

Forse dovrei lasciarla andare.

Sono quasi sul punto di sciogliere l’abbraccio, ma improvvisamente sento le sue braccia ricambiare la stretta. Comincia a singhiozzare, affondando il suo viso contro il mio petto. Il suo profumo buonissimo mi invade. Rimaniamo così per un po’ nel mio completo imbarazzo.

- Ehi! Mi stai facendo preoccupare. Mi dici cosa sta accadendo? Ti senti male? – le mormoro vicino all’orecchio. Lentamente sciolgo l’abbraccio per tornare a guardare i suoi occhi arrossati e la sua espressione sofferente. Una volta lasciata la presa, la ragazza prende la sua borsa e comincia a cercare qualcosa che poi si rivela essere un fazzolettino. Comincia ad asciugarsi le lacrime e tentare di calmarsi. Dopo un paio di secondi ha smesso di singhiozzare.

Le chiedo di nuovo cosa succede.

- Nulla – mi dice con voce rotta e priva di energia.

Quanto odio le ragazze che rispondono con un “nulla” quando è evidente che sta succedendo qualcosa! Mi irritano.

- Pensi davvero che io possa credere ad una simile scemenza? –

Lei si limita a guardarmi. Io alzo un sopracciglio, interrogativo.

Mi fissa sconfortata. - Guarda davanti a te. La coppia con la ragazza dal vestito rosso e i capelli rosa –

Esiste altra gente con i capelli rosa?! Wow!

Seguo le sue istruzioni e dopo aver aguzzato lo sguardo, riesco a scorgere una coppietta che si bacia, mentre ballano il lento che il dj ha messo.

Ma io il ragazzo lo conosco!

- Loki?! – domando allibito. – Da quanto stanno insieme quei due? Io non ne sapevo nulla! –

La biondina mi guarda sorpresa. - Come fai a conoscere Loki? –

- Eravamo compagni di classe alle medie. Non pensavo che si mettesse con quella ragazza. L’ho sempre visto accompagnato da un’altra: biondina, di media altezza e con gli occh...- mi blocco, mentre rivolgo il mio sguardo alla principessina.

Aspetta! Non mi dire che...?

- Eri tu? – non riesco a non domandare.

- Hm... –

Realizzo tutto.

- Mi dispiace...-

La principessina mi guarda. Prova sorridermi, come per dire “Ehi! Non preoccuparti, sto benone”, ma non le riesce molto bene. Sento il bisogno di dirle qualcosa.

- Tranquilla, su! Non ti abbattere! Scommetto che quella ragazza non vale manco la punta del tuo naso. Tu hai mille altre qualità che lei non ha e poi tu sei molto più bel...- comincio a parlare a raffica.

Mi interrompe e scuote la testa, facendomi capire che non vuole sentire ciò che avevo da dirle. - Me ne farò una ragione. Loki ha scelto lei. Aries avrà di certo qualcosa in più di me… –

Improvvisamente una rabbia mi investe. Non capisco il perché di questa improvvisa collera, ma non mi importa più di tanto. So solo che ho voglia di prendere a botte il ragazzo che sta facendo soffrire questa biondina, anche al costo di perdere un amico.

Deciso stringo i pugni. - Non è così! Ora vado a parlare con Loki –. Mi volto verso la coppietta che, ignara della situazione, continua a farsi coccole.

- No! –

Lei si alza in piedi e mi blocca da dietro. Potrei scrollarmela di dosso in un batter di ciglia, ma non lo faccio. Sento tremare il suo corpo attaccato al mio.

Voglio uccidere quel coglione!

- Non andarci a parlare, per favore – mi sussurra sconsolata.

Mi giro per guardare il volto di quella ragazza che intanto mi lascia libero.

- Non è il caso che i mi metta in mezzo alla loro relazione. Io non mi sono nemmeno mai dichiarata a Loki. Non ho alcuna pretesa su di lui. Qui, quella che sbaglia, sono io. Dovrei essere solo felice per loro, ma non ci riesco...-

Torna a rivolgere lo sguardo verso la punta dei suoi piedi. Il mio desiderio omicida è scemato del tutto.

- Sei troppo comprensiva, principessina, ma se non vuoi che ci vada a parlare, non lo farò. Le scelte sono le tue -

Accenna un sorriso. - Grazie –

Un brontolio di stomaco mi fa puntare gli occhi su di lei che arrossisce.

- Scusa – mormora, imporporandosi sempre di più.

- Hai fame? –

Annuisce. Così le afferro la mano e comincio a trascinarla in mezzo alla folla.

- Ehi! Che stai facendo? –

- Hai detto che hai fame, no? Beh, ti porto a mangiare qualcosa, principessina –

- E dove mi stai portando, di grazia? – mi chiede ironica, assumendo un tono da snob.

- Alle macchinette – le dico.

Queste idee geniali possono venire solo a me. A volte mi stupisco della mia intelligenza!

- Le macchinette! Wow! Meglio di un ristorante di lusso! – esclama sarcastica, trattenendo una risatina.

Rido. - Puoi dirlo forte! –

Mentre continuo a tenerla per mano e continuando a farmi largo tra la folla, scorgo la zazzera leonina di Loki. Immediatamente modifico leggermente il mio tragitto.

La biondina se ne accorge, ma non capisce immediatamente qual è la mia meta. - Che stai facendo?! Le macchinette sono dall’altra parte –

La ignoro. Continuo a camminare verso Loki e la ragazza dai capelli rosa. Una volta arrivati vicinissimo, la biondina improvvisamente si quieta e sussurra un - No -, cercando di divincolarsi. La mia stretta però è molto salda e continuo a stringerle forte la mano. Accelero il passo verso il mio amico e…SBAM! Io e la biondina gli arriviamo addosso. A causa della spinta Loki si è sbilanciato ed adesso è col sedere per terra. Io e la principessina ci dileguiamo immediatamente in mezzo alla folla.

Mi volto a guardarla dietro di me. Sta ridendo. - Sei un’idiota! –

La imito immediatamente. - Shh! Hai visto l’espressione assurda che aveva Loki? –

Ora mi rimprovererà, ma non importa. Ne è valsa la pena.

- In effetti… Ben gli sta! Ma, comunque, puoi lasciarmi il polso. So benissimo camminare da sola! –

Non ho nessuna intenzione di lasciarle la mano. Nessuna. - Nah...ti potresti e, soprattutto, devo tenerti d’occhio. Non vorrei rischiare che tu possa contagiare le persone presenti in questa stanza con la tua acidità. Questo è perché hai il ciclo! –

Ma cosa mi prende?!

- Ti ho già detto che non ho il ciclo! –

- Sì, certo, come no! – le sorrido. È troppo simpatica questa ragazza.

Intanto passiamo davanti al palco e ad un certo punto la biondina si blocca.

- Che succede?! –

- Juvia...- la guardo mormorare il nome di una ragazza.

Juvia?! E chi è?

Poi punto lo sguardo sul palco e noto una ragazza dai capelli blu che ha un microfono in mano. Due ragazzi che cercano di strapparglielo, ma la blu è molto più abile e riesce a non farselo sottrarre. Sembra stia cercando di dire qualcosa. Finalmente, porta il microfono vicino alle labbra che dischiude urlando un – GRAY-SAMAAAA! – che attraversa tutta la stanza, perforando i timpani di ogni singola persona nella palestra.

Chi è questa pazza?!

 

***NOTE DELL’AUTRICE***

Salveeeeeee!

Dopo tremila peripezie (tra cui il computer rotto), sono finalmente riuscita a pubblicare questo P.o.v. che, come vi avevo anticipato, è di Natsu. Preciso che in realtà è una sorta di capitolo bonus e che mi serviva per collegare le altre parti della storia. Natsu non dovrebbe (almeno per il momento) più narrare dal suo punto di vista.

In questo capitolo viene un po’ presentata la storia di Natsu e in parte quella di Gray. Ci saranno delle evoluzioni per quanto riguarda questi due personaggi e il loro “passato”. Ah! Mika Fullbuster è veramente la madre di Gray, sebbene non sia mai comparsa sul manga. Non ho voluto utilizzare il personaggio di Ur per questo ruolo, perché ho altri progetti per lei [anche se sono un po’ indecisa se farla entrare in scena oppure no…boh].

Natsu è già attratto da Lucy, ma non fraintendete! Non è già innamorato di lei [non ancora, almeno] è soltanto attratto. Ancora è presto e i due personaggi devono conoscersi meglio. Natsu era realmente molto imbarazzato mentre abbracciava la biondina.

Il fatto che Juvia sia spuntata all’ultimo non fa presagire niente di buono [ne combinerà un’altra delle sue! Ehehehe]. Il prossimo P.o.v. sarà di Levy e ci saranno dei piccoli avanzamenti per quanto riguarda la Gale ^^.

Bene! Un grosso “Grazie” va a Light90, Alichan8, Kyria mavro, Marythepotatogirl e Sissi1978 per i loro commenti e, ovviamente, ringrazio anche tutte le persone che seguono questa fanfiction!

Kisses

DaisyChan

   
 
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