La storia tiene conto della maggior parte degli avvenimenti del settimo libro,
tranne per alcune cose che potrebbero essere modificate.
Tutti gli studenti hanno ripetuto l'ultimo anno,poichè lo avevano perso a causa della guerra.
I personaggi non appartengono a noi ma sono di proprietà di J.K.Rownling, tranne Jamie che è un personaggio frutto della nostra fantasia. Buona lettura ^^
“Non
metterti nei guai, stai
attenta, non scordarti di non vagare per i corridoi da
sola e...”
Ormai
Hermione annuiva a tutto quello che diceva sua madre. Per lei era
arrivato il
settimo anno ad Hogwarts. La scuola era la sua seconda casa, la
conosceva molto
bene e se l’era cavata per tutti i sei anni precedenti. Cosa
le poteva mai
succedere? Beh.. questa si che era una domanda...In sei anni ne erano
successe
di vicende insolite; Come scordare Fierob.. Ehm Alicrespe? O La
creazione
dell’Ordine della Fenice? Quei ricordi le colmavano
l’adolescenza, quelle avventure
fantastiche che solo loro avevano vissuto. E adesso nel giro di pochi
mesi
tutto era cambiato. Dopo che Harry sconfisse Lord Voldemort
definitivamente ci
furono molti cambiamenti. L’Harry Potter che conosceva
Hermione era scomparso.
Da quando incominciò ad essere chiamato il
“Prescelto” non era più lui. Si
pavoneggiava con tutti, e il numero di ragazze che uscivano ogni notte
dal suo
letto aumentava sempre di più. Provava quasi ribrezzo a
dirlo, ma Harry si
stava comportando esattamente come quel ragazzo che lui tanto odiava :
Draco
Malfoy. Per non parlare di Ron.. Dopo che ebbero rotto la loro
relazione, si
scambiavano giusto un “Buongiorno” ogni tanto
quando i loro sguardi si
incrociavano. Ed Hermione non aveva neanche provato a ristabilire
l’amicizia,
se ormai così si poteva chiamare. Pian piano Ron assumeva ed
imitava i
comportamenti di Harry, giusto per far diminuire la speranza e la
fiducia che
Hermione riponeva in loro. Stentava a crederci che fossero caduti
così talmente
in basso da vantarsi anche con i professori. L’unica vera
amica che le era
rimasta era Ginny. Lei si che era rimasta la stessa. Sempre la Ginny
con quel
carattere scontroso, sempre la Ginny bellissima che tutti desideravano,
sempre l’unica
Ginny. Anche
l’ambiente di Hogwarts
sembrava essere diverso. I Serpeverde non erano più fieri
della loro casata
come una volta e passavano molto meno tempo a insultare gli altri
studenti e a
vantarsi. Neanche Draco Malfoy aveva tenuto il suo stile di vita
abitudinario.
Certo, aveva sempre quel caratterino scontroso e insolente, ma sembrava
meno
fiero e sicuro di se da quando avevano rinchiuso i suoi genitori ad
Azkaban.
Ritrovarsi solo a diciassette anni è un’esperienza
terribile. Si era dovuto
mantenere con le proprie forze e aveva venduto molti beni di famiglia
per
cercare di sopravvivere. La vita che conduceva non era più
quella di una volta
e probabilmente era stato proprio questo a spegnere un pò la
sua presunzione.
Hermione
salutò distrattamente
i genitori e saltò sull’Hogwarts Express che era
lì già da un pezzo. Camminava
per il corridoio in cerca di uno scompartimento libero su cui
riposarsi. Ginny
poi non era nemmeno con lei perché aveva un appuntamento con
Dean. Si erano incontrati
pochissimo quest’estate e non vedevano l’ora di
rincontrarsi nuovamente.
Hermione finalmente trovò l’ultimo scompartimento
del treno completamente
vuoto, entrò, sistemò i suoi bagagli in modo
confusionario e si distese
perdendosi nei pensieri che le giravano in testa. Era convinta che
quest’anno
sarebbe andato malissimo e aveva paura anche di non riuscire a passare
i
M.A.G.O. Cosa totalmente impossibile poi. Hermione non poteva non
passare i
M.A.G.O. essendo la più brava ed intelligente studentessa
di Hogwarts negli ultimi anni. Pensava poi molto alle relazioni che
aveva intrapreso con
gli altri
studenti e se sarebbero cambiate anche quelle. Ormai per lei i
cambiamenti
erano all’ordine del giorno e si stava abituando
all’idea. Mentre si perdeva
tra i suoi pensieri, sentì il treno muoversi e partire e con
l’andatura di
quest’ultimo chiuse gli occhi con l’intento di
riposarsi.
Ma il suo piano sembrava non avere successo. Dal corridoio proveniva il chiacchiericcio di tutti gli studenti che si facevano spazio nel treno per poter occupare una cabina vuota prima di tutti gli altri. Si sentivano spintoni, urla , e le solite parole di circostanza come “Ciao, da quanto tempo!” oppure “Ciao , come stai?”. Improvvisamente cadde il silenzio e si sentirono solo rumori di passi accompagnati da quelle voci per lei inconfondibili.
"Hai visto quello nuovo del primo anno? Certo che marmocchi simili senza nemmeno un briciolo di coraggio non dovrebbero nemmeno ammetterli in questa scuola! Guarda me per esempio … sono riuscito a battere Voldemort grazie al mio sangue freddo e alla mia astuzia!” disse la prima voce atteggiandosi come un divo.
“Si , si!” esclamò la seconda voce come se avesse imparato quella battuta a memoria.
Hermione riconobbe immediatamente a chi appartenevano quelle voci. E del resto come non avrebbe potuto? Era stata loro amica per ben sei anni e alla fine quei due erano stati capaci di rovinare tutto in un sol colpo.
Adesso dal corridoio provenivano le loro insopportabili risate. Questo poteva significare solo una cosa: avevano preso di mira qualche altro primino. Solo perché ora erano del settimo anno e non c’era nessuno più grande di loro non significava che avessero il permesso di fare tutto quello che passava loro per la testa.
Hermione si era stancata di quella situazione. Aprì la porta del suo scompartimento e con un‘espressione che non faceva presagire nulla di buono, guardò i suoi due (ex) amici in faccia. Harry e Ron dal canto loro si erano fermati appena l’avevano vista uscire dal suo scompartimento e ora erano lì ,davanti a lei, che la squadravano da capo a piedi.
“Se la cosa non vi disturba” disse in tono ironico “potreste fare meno chiasso nei corridoi ?”
“Guarda chi c’è … finalmente miss perfettina ha deciso di rivolgerci la parola. Non ti senti lusingato Ron?” chiese Harry volgendo la faccia ,fintamente sorpresa, verso Ron che stava al suo fianco.
“Wow, a cosa dobbiamo l’onore miss Granger ? Pensavo che non volessi parlarci neanche per farci avere una punizione” rispose il rosso riferendosi a qualcosa che sicuramente Hermione aveva detto loro in precedenza.
“ Si questo è vero … ma si da il caso che i miei compiti da prefetto me lo impediscano. Anche per te Ronald dovrebbe essere lo stesso. Invece di stare qui a scherzare come un idiota dovresti far mantenere l’ordine sul treno. Mi sembra che questi siano i doveri di un prefetto, ma a quanto pare questo nome su di te fa davvero una brutta figura!”
Le guance di Ron cominciarono a tingersi dello stesso colore dei suoi capelli. Spostò di lato Harry e gli passò avanti per ritrovarsi faccia a faccia con la Grifondoro.
“Che cosa hai detto?” cominciò alzando di un tono la voce.
“Ritira immediatamente quello che hai detto” continuò a dire avvicinandosi sempre più pericolosamente ad Hermione.
La riccia ,spaventata, indietreggiò lentamente di un passo nello scompartimento.
Improvvisamente una mano andò a poggiarsi alla porta scorrevole contrapponendo il braccio tra Hermione e Ron e sbarrando la strada al rosso.
“Donnola, quando hai finito questa pagliacciata ti sarei grato se ti togliessi di mezzo”
I due Grifondoro volsero lo sguardo verso la fonte di quella voce e si ritrovarono davanti Draco Malfoy.
“Come osi , tu…” cominciò a dire Ron ma venne interrotto da Harry che aveva capito che la discussione stava prendendo una brutta piega.
“Ron, andiamocene”disse spingendolo via con tutta la forza che aveva e riservando un ultimo sguardo carico d’odio sia ad Hermione sia a Draco.
I due rimasero soli nel corridoio e la Grifondoro si girò a guardare ancora una volta il biondo mentre ritraeva la mano che era ancora poggiata alla porta del suo scompartimento.
“Non pensare che l’abbia fatto per te, è che quei due hanno cominciato a starmi ancora di più sui coglioni, per di più facevano un chiasso assurdo e ho già troppi pensieri in testa per occuparmi di quei due imbecilli e delle vostre discussioni.” E dopo questa sua giustificazione si voltò indietro attraversando lo stretto corridoio del treno e lasciando Hermione esterrefatta sulla porta.
*Io non lo riesco a capire questo ragazzo.. Anzi io non riesco a capire più nessuno..* pensò fra sé e sé. E sdraiandosi sul sedile si fece cullare dalle braccia di Morfeo.
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Meno
male che Draco sapeva fingere benissimo.
La giustificazione che aveva dato alla Granger non era
affatto vera.
Aveva
visto Harry e Ron dirigersi verso la fine del treno, dove era sistemata
Hermione. Aveva saputo dell’amicizia finita tra i tre e
sapeva che in qualche
modo sarebbero finiti col litigare ed aveva ragione. Ma
perché Draco l’aveva
fatto? La sua era semplice compassione? Neanche lui riusciva a
spiegarsi bene il
perché e si auto convinceva che era solo a causa del suo
gran mal di testa e
non voleva sentire baccano.. Ma questa, come ben
sapeva anche lui, era solo una delle cazzate che
diceva spesso.
Draco lasciò la Granger con un‘espressione allibita mentre si dirigeva nel suo scompartimento. Lì lo aspettavano i soliti amici di sempre, se così si potevano chiamare,ma perfino lui pensava che erano solo dei leccaculo. Appena mise piede nello scompartimento Tiger, Goyle e Pansy si zittirono. Evidentemente stavano parlando di qualcosa che a Draco avrebbe dato molto fastidio. Il biondino fece finta di nulla, spinse via Pansy dal sedile e si accomodò portando i piedi sulla tappezzeria. Nella cabina non volava una mosca. Ma d'altronde non avevano niente di cui parlare. Draco rivolse lo sguardo fuori il finestrino osservando le lunghe distese di erba e il cielo limpido. Quello di cui aveva bisogno ora era di salire sulla sua scopa e volteggiare libero nel cielo. Il volo era sempre stata una sua grande passione fin da bambino,il primo anno sapeva già volare prima che Madama Bump gli insegnasse come, e ogni anno non faceva che affinare la sua tecnica di volo. Mentre fantasticava con la mente scorse dal finestrino l’immenso castello di Hogwarts e ciò voleva dire che erano quasi arrivati. Quindi si alzò ,sempre con la solita eleganza, e s’incamminò verso i bagni per indossare la sua divisa. Un altro anno lo aspettava ad Hogwarts, anno che sentiva essere uno dei peggiori che aveva mai vissuto.