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Autore: Alison92    09/08/2017    1 recensioni
Fra le tante attrattive della scuola privata Thomas Dreier, i cinque giorni di vacanza offerti ai migliori quindici studenti della scuola sono certamente un richiamo per tutti i giovani allievi.
Lyvia Sommers fa parte di quei quindici eletti scelti per partire verso la splendida isola di Everdove, dalle acque limpide e dal cielo cristallino.
Un'antica leggenda però si nasconde fra quelle coste, insidiandosi nelle vite serene e felici dei giovani.
La storia oscura della famiglia Rosenburg, seminata di odio e terrore, conduce Lyvia e gli altri studenti verso differenti orizzonti, verso una casa maledetta che cela un passato grondante di sangue e vendetta.
Genere: Drammatico, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina seguente il cielo divenne insolitamente scuro. Grosse nubi coprivano il sole pallido, minacciando l’arrivo di una tempesta. Un vento freddo si alzò dalla costa e a malincuore le condizioni cangianti del tempo ci costrinsero a rimanere nel nostro albergo.
-Oggi la giornata è talmente strana.
Disse Auria osservando il cielo che fino al giorno precedente era limpido.  
-I cambiamenti climatici non sono così rari sull’isola.
Ci disse la nostra guida Camille Belle per rassicurarci.
-Tanto a me non piaceva comunque il mare.
Disse Mary sorridendo e dondolando le braccia. Eravamo quasi tutti nella hall dell’albergo per parlare con Camille. Aveva proposto di andare nel centro abitato della città quella sera, se solo il clima lo avesse permesso. Vidi arrivare Amy con la sua chioma bionda e le guance rosee insieme al fratello Trevor.
-Che razza di posto. Perché la nostra scuola si ostina a mandarci in posti tanto sconosciuti e bizzarri? Ti ricordi la vacanza che abbiamo fatto questo Natale, Trevor? Quella si poteva definire isola.
Amy, alla quale la sua ricca famiglia non faceva mancare nulla, aveva di certo visitato le località turistiche migliori del mondo e non poteva comprendere la bellezza che noi altri vedevamo.
-Questo posto a me piace.
Amy con il suo aspetto da bambola di plastica si voltò verso di me, forse stupita che io avessi osato contraddirla.
-Sei Lyvia, vero?
Mi chiesi come poteva aver saputo il mio nome, ma infondo mi dissi che avrebbe potuto sentire qualcuno chiamarmi. Mary ci guardava incuriosita, mentre Trevor e Dominic lasciarono la hall dell’albergo.
-Beh, io penso che questo posto faccia schifo, la tua opinione non conta.
-Perché la tua dovrebbe allora?
Il volto di Amy si fece furioso, nessuno osava mai dirle quelle cose.
-Chi credi di essere, Sommers? Hai idea di chi io sia?
-Potrei farti la stessa domanda: chi credi di essere, Morgans?
Per un attimo le iridi cristalline di Amy divennero solo vetri ricolmi di rabbia e avevano perduto la loro bellezza.
-Tu sei una nullità Lyvia, dovresti tenerlo a mente quando parli con me.
-Adesso basta Amy.
Francis s’intromise nella nostra battaglia di sguardi perfidi e carichi d’irritazione.
-Amy, smettila.
Le sussurrò e Barbie abbandonò la sua battaglia, dalla quale sapeva sarebbe uscita comunque vittoriosa. Stanca di vedere la presunzione sul suo viso me ne andai, senza degnare di uno sguardo Francis.
-Lyvia, Lyvia aspetta!
Sentendo la voce di Francis non riuscii a far a meno di fermarmi e voltarmi verso di lui.
-Mi dispiace per Amy, lei è fatta così. Ti assicuro che lontana da chi non conosce è molto più di ciò che appare.
Mi era difficile immaginare una come Amy diversa da ciò che dimostrava di essere, solo una bambina ricca, viziata ed incantevole.
-Se ti aspetti che le chieda scusa, sappi che non ho niente da farmi perdonare.
-No, non era questo che intendevo dire.
Disse scostando le ciocche bionde dai suoi occhi chiari. Avrei voluto credergli riguardo Amy, perché un ragazzo come Francis non poteva andare d’accordo con una come lei. Infondo però io cosa sapevo veramente di lui? Come tutti i ragazzi popolari non si curava di quelli considerati “inferiori”. E allora perché mi aveva aiutata con Molly ed Amy?
-Lyv, ti stavo cercando.
Lucy arrivò e scostai il mio sguardo da Francis.
-Il tempo stasera migliorerà e la professoressa ci ha acconsentito di andare in centro stasera.
Disse spostando lo sguardo da me a Francis, come per capire cosa ci stavamo dicendo prima che lei arrivasse.
-Perfetto, allora dobbiamo prepararci.
Salutai con un cenno Francis e seguii Lucy verso la nostra stanza, pregando che il mio cuore smettesse di chiedermi di tornare sui miei passi per poter parlare ancora con lui. Mya era in camera nostra, intenta a sistemare i suoi lunghi capelli castani.
-Grazie per averci chiesto se potevi entrare, Mya.
-Avanti, il vostro specchio è migliore del mio.
-Immagino.
Dissi scoppiando a ridere.
-Io non vengo da nessuna parte.
Lucy sbuffò vedendo che come al solito Mary decideva di andare contro gli obblighi che la cugina le dava.
-Mary, preparati e non aggiungere nient’altro.
-Mi annoierò!
Esclamò osservando Lucy che sceglieva il suo abito migliore.
-Se ti annoierai ci saremo io e Lyvia pronte per rallegrarti.
Annuii e passai a Mary una salopette scura, una delle poche cose che Lucy aveva potuto infilare nella sua valigia semi-vuota. Più il tempo passava e più Mary odiava quella vacanza. Quando ci decidemmo a scendere la hall ospitava solo noi, gli altri pochi turisti si erano dileguati. Lily ci vide e venne verso di noi, lasciando il braccio di Michael.
-Dove siete state tutto il pomeriggio?
Lily indossava un vestitino blu notte che faceva risaltare il suo fisico perfetto, facendo ingelosire me che non avevo avuto la stessa fortuna di essere tanto attraente.
-I capricci di Mary continuano.
Mary guardò Lucy interdetta e incrociando le braccia al petto.
-Non ascoltarla Lily, è lei che fa l’antipatica.
Disse la piccola Mary facendo sorridere tutte noi.
-Allora ragazzi, pronti per andare?
Ci disse Camille, che quella sera era vestita in un giallo canarino che le donava. La seguimmo per le caratteristiche stradine in pietra dell’isola di Everdove. L’aria profumava di lavanda e gli abitanti del luogo apparivano talmente interessati a noi che addirittura un’anziana signora rivolse la parola ad Auria. Quando arrivammo nella piazza principale della città Camille si rivolse di nuovo a noi.
-Siete liberi di andare dove volete, ritornate qui fra un’ora e mezza.
In breve tempo quasi tutti si dileguarono.
-Allora, il gelato che mi avevate promesso?
Domandò Mary appena avvistò fra i negozi una gelateria.
-Chissà dove si è cacciata Mya.
Osservò Auria mentre addentava la cialda del suo cono.
-Vado a cercarla.
Le dissi addentrandomi nelle strade poco affollate del luogo. Avvistai Amy nel suo vestito rosa e luccicante da perfetta Barbie mentre parlava con Francis. Incontrai il suo sguardo, ma tentando di apparire indifferente scostai la mia attenzione da lui, alla ricerca della mia amica. Trovai Mya intenta ad osservare le semplici collane che una bancarella esponeva.
-Ti stavamo cercando.
Le dissi appoggiando la mano sulla sua spalla.
-Non trovi che queste croci siano bellissime?
Mi disse indicando degli orecchini che di sicuro non rientravano nei miei gusti. Il tempo che ci era stato concesso scadde più rapidamente di quanto avrei pensato e ci ritrovammo tutti nuovamente nella piazza. Camille era lì intenta a chiacchierare con un uomo del luogo. La professoressa ci osservò attentamente, contando che ci fossimo tutti.
-Perfetto, tutti e sedici.
Sussurrò quando si assicurò che non mancava nessuno. Eravamo vicino alla costa, l’intera città era stata costruita vicino al mare. Poi il rumore di un tuono, lontano e tetro, giunse e tutti ci voltammo per capire da dove quel rumore proveniva. La terra tremò sotto di noi, lasciandoci senza fiato e confusi. Un squarcio si creò nel terreno dove ci trovavamo e la terra si spezzò sotto i nostri occhi sconcertati. Un altro rumore, poi la terra si mosse, conducendoci lontano dall’isola.        
  
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