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Autore: Daeny394    09/08/2017    1 recensioni
Sarah Grey, ragazzina cresciuta in una famiglia babbana, parla del suo ingresso nel mondo magico e dell'amicizia nata con Ginny Weasley durante il loro primo anno ad Hogwarts. La storia è ambientata al tempo della seconda apertura della Camera dei Segreti. Sarah racconta delle sue visioni e degli avvertimenti dati all' amica riguardo un vecchio diario ritrovato in un bagno al secondo piano. Per la prima volta, la vera storia di come Ginny fu salvata, viene rivelata
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Colin Canon, Ginny Weasley, Luna Lovegood, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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In alcuni villaggi antichi vi era la diceria che un figlio che nascesse come settimo di un altro che era stato a sua volta settimo figlio fosse condannato ad essere servo del maligno, del diavolo. Alcuni credevano che fosse solo una diceria ignorante, altri vi credevano ciecamente. Alcuni ritenevano che il bimbo fosse condannato solo se fosse maschio, mentre sarebbe stato libero se fosse nato femmina
 

La voce del professor Cuthbert Binns era più efficace di un sonnifero. Dopo poco più di quindici minuti la maggior parte degli studenti aveva finito per addormentarsi, e devo dire che anche io facevo molta fatica a cercare di rimanere sveglia per poterci capire qualcosa. Vicino a me Ginny, fissava il soffitto, immersa nei suoi pensieri.  Colin, invece sembrava in qualche modo incuriosito da quella stramba storia, che il fantasma, nonché il nostro noiosissimo professore, narrava con voce bassa e fioca. Era una calda mattinata di metà ottobre. Era quindi passato già un mese e mezzo dal nostro arrivo. I compiti assegnatici aumentavano a dismisura; per il giorno successivo per esempio, dovevamo consegnare un saggio di quaranta centimetri sugli effetti dell’incantesimo di Levitazione, ripassare le regole fondamentali del Quidditch, fare una ricerca di almeno tre pagine sui metodi per curare i morsi di un lupo mannaro, ed esercitarci anche negli incantesimi di trasfigurazione. Passavamo le giornate sui libri, e il tempo libero si limitava esclusivamente al sabato e alla domenica. Ciò nonostante ero felice di aver trovato degli ottimi amici. Eravamo diventati un gruppo molto unito io, Ginny, Luna e Colin. Talvolta si univa a noi anche Hermione, anche se la maggior parte del tempo lo passava con Ron e Harry. Quest’ultimo, almeno inizialmente, non mi era particolarmente simpatico. Devo confessare, adesso, che all’inizio ero un po’ gelosa di lui. Non ne vado fiera, ma mi dava particolarmente fastidio il fatto che ogni volta che lo incontravamo, sia Ginny, che Colin cambiassero completamente carattere. Mentre la mia amica iniziava a comportarsi da perfetta idiota, Colin era solito inziare a ronzargli attorno, cercando di rimediare qualche autografo.  La mia unica salvezza in quei casi era Luna, ma visto che facevamo parte di casate differenti, alla fine molte volte finivo per ritrovarmi sola con due persone completamente inebetite.  La campanella suonò la fine della lezione svegliando così gli studenti che si erano assopiti. Insieme a Colin e Ginny mi avviai verso la sala grande per il pranzo. Dopo essere sfuggiti a Pix, che si divertiva a lanciare contro gli studenti ogni oggetto ritenesse abbastanza grande per poter provocare dei danni, raggiungemmo il tavolo dei Grifondoro, che era ancora quasi vuoto e ci sedemmo.
«Lezione davvero interessante non trovate?!» esclamò Colin, entusiasta
«Se tu per interessante intendi assolutamente noiosa allora sì» replicò Ginny
«Concordo» dissi io
«Comunque, che ne dite se domani facessimo una passeggiata al lago? È sabato, e un po' di riposo lo meritiamo» proposi
«Buona idea» risposero i miei due amici in coro.
Così il giorno successivo, dopo aver terminato le lezioni e aspettato Luna, ci recammo tutti e quattro fuori dalla scuola e ci sedemmo all’ombra di un grosso faggio, in riva al lago. Fu lì che ebbi la mia prima visione, l’inizio di una lunga serie. Le immagini che vidi, non erano ben nitide, ma scorsi degli oggetti: un vecchio diario e una zanna poi una scritta rossa sopra un muro. Sentii una risata, una risata riagghiacciante e mi apparve dinanzi il viso di un ragazzo. Il tutto durò sì e no una frazione di secondo.
Mi ritrovai tra le braccia di Ginny, che mi guardava preoccupatissima. Vicino a me, Luna e Colin tirarono un sospiro di sollievo
«Stai bene?», mi chiese Ginny singhiozzando «Ci hai fatto prendere un colpo! I tuoi occhi…»
«I miei occhi cosa Ginny, che cosa è successo ai miei occhi?»
«Loro, beh, le pupille sembravano sparite, hai cominciato a tremare e io io»
«Sto bene ora, è tutto apposto» la rassicurai
Poi raccontai ai miei amici ciò che avevo visto. Seguì un lungo silenzio. Fu Canon a romperlo
«Quindi, ci stai dicendo che hai avuto una visione?» chiese titubante
«Io, beh non lo so» risposi
«È impossibile. Insomma, i veggenti sono estremamente rari. E di solito provengono da famiglie magiche. Non è mai capitato che una nata Babbana manifestasse qualcosa del genere» disse Ginny
« Già, è tutto molto strano» commentò Luna, cupa. «L’importante è che però tu adesso stia bene. Non pensiamoci più ora. Magari il troppo stress, ha avuto uno strano effetto su di te» scherzò poi
« A chi va una partita a scacchi magici? » propose Colin, cercando di allentare la tensione
«A me» rispose Ginny.
Così passammo la serata a giocare a scacchi, a Sparachiodo, a ridere e scherzare. E quando, dopo cena in sala comune assistemmo ai nuovi scherzi architettati dai fratelli Weasley e mangiammo dei dolci che i due erano riusciti a prendere (Dio sa come) dalle cucine, la strana “ visione” scomparse completamente dai nostri pensieri. Anche io smisi di pensarci, fino a quando la settimana successiva, non successe qualcosa che iniziò a farmi diventare davvero paranoica riguardo ciò che avevo visto.
Era il 22 ottobre 1992, e nella sala comune di Grifondoro Ginny, come sempre, stava scrivendo la sua solita pagina di diario. Aveva infatti l’abitudine, la mia amica, di passare le serate ad annotare pensieri e stati d’animo.
«Che cosa scrivi? Fa vedere» le chiesi incuriosita, avvicinandomi
«Niente» sbottò lei, chiudendo velocemente il diario.
«Dai, sono curiosa» dissi cercando di prenderle il quaderno da mano
Fu una frazione di secondo. Ma fu sufficiente
« Ginny, dovresti sbarazzarti di quel diario» le dissi
«Che cosa? Sei forse diventata matta? E perché poi, perché non voglio che tu legga quanto ho scritto? Molto maturo da parte tua»
«Non è per quello» sbottai, irritata
«È che Io, beh, ho una strana sensazione. Credo sia lo stesso diario della visione.» le spiegai
«E cosa te lo farebbe pensare? Ci sono miliardi di diari così al mondo!» esclamò lei isterica
«Io, non lo so. È che per un attimo, te l’ho detto toccando quel diario, ho percepito qualcosa» dissi
«Ho percepito! Ho percepito! Ma ti senti almeno quando parli! Ti ha dato fastidio il fatto che volessi tenere delle informazioni private, e adesso cerchi di inventare storie assurde perché speri, che buttando il diario tu possa in qualche modo metterci le mani sopra. Sei solo un’impicciona!» mi gridò contro
A quel punto persi anche io la pazienza
«Un’ impicciona! Io sarei un’impicciona e bugiarda tra l’altro! Scusa tanto se mi preoccupo per te! Ma fai pure quello che vuoi! Tieniti stretto quel diario, brutta ingrata che non sei altro. Come se non sapessi poi che cosa ci scrivi lì dentro! Oh oggi ho visto Harry, Harry mi ha salutata. Harry qua, Harry là. Sei RIDICOLA. Non ti accorgi che stai perdendo tempo dietro qualcuno che non ti noterà mai. E non posso biasimarlo, perché io, nella sua situazione farei la stessa cosa». Poi andai via furiosa.
Non ci parlammo per una settimana. Colin cercava, inutilmente di farci fare pace, ma eravamo entrambe così cocciute che nessuna di noi aveva alcuna intenzione di scusarsi con l’altra. La mia amica però mi mancava parecchio, più di quanto volessi ammettere. Certo, c’erano sempre Luna e Colin a farmi compagnia ma non era per niente la stessa cosa. La sera, quando andavamo a letto passavamo ore a parlare, raccontarci segreti, e scherzare. Adesso invece in dormitorio c’era solo un silenzio imbarazzante. Tre giorni dopo il litigio, Colin mi chiese di parlare in separata sede
«Io, sono preoccupato, per Ginny» mi disse
«Ultimamente non è più lei. Sembra distante, si innervosisce per niente. E poi, non so se hai notato scompare per un sacco di tempo, e quando le chiedi dove sia stata, risponde che non si ricorda. Io credo stia passando un brutto momento» mi spiegò
«E a me cosa importa? Non ti accorgi che lo fa solo per attirare l’attenzione! Non la sopporto più!»
«Ma si può sapere che vi prende, a voi due! Volete davvero rovinare la vostra amicizia per una piccola litigata, è assurdo. E poi, per che cosa esattamente vi siete arrabbiate così tanto? Ancora non l’ho capito»
Gli spiegai l’accaduto
«In effetti, non è che tu sia stata molto discreta» commentò
«Adesso anche tu stai dalla sua parte?» chiesi irritata
«Non prendertela anche con me adesso Sarah, ho solo detto che effettivamente, ti sei comportata abbastanza da impicciona»
«Allora, non mi credi neanche tu? Ti dico che quel diario per me è pericoloso»
«Non ho detto che non ti credo! È che questa faccenda è talmente strana. Io, penso che tu abbia avuto davvero una visione, anche se non mi riesco a capacitare di come questo sia possibile, essendo nata babbana. Non lo so. Ma se anche si trattasse dello stesso oggetto, come può un diario rivelarsi pericoloso? È tutto molto strano, terribilmente strano. Che centri qualcosa con il bizzarro comportamento di Ginny? Credo che dovremmo indagare. Ma, per il suo bene sarebbe meglio non dirle nulla»
«E chi ci vuole parlare con lei! Comunque hai ragione. Dovremmo consultare qualche libro in biblioteca. Anche se non credo troveremo qualcosa, a meno che»
«non cercassimo nel reparto proibito» concluse Colin
«Ma cercare cosa? Interpretazione di visioni, magie oscure, maledizioni. Non saprei neanche cosa cercare»
«e poi anche se lo sapessimo, come diavolo facciamo ad entrare nell’area proibita senza un permesso di un professore?» chiesi più a me stessa che a lui
«ci penseremo su. Pensi sia il caso di informare Luna?» domandò
« Io credo sia meglio che per ora tutto questo rimanga tra noi, almeno per ora» risposi.

   
 
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