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Autore: Restart    09/08/2017    1 recensioni
Zayn ha appena trentasei anni quando perde tutto: la fidanzata, il successo, i soldi. 
E la sua cosa più preziosa: la voce. 
Sarà compito di Emily rimetterlo in sesto e farlo sentire nuovamente amato. 
Perché loro si sono amati, si amano e continueranno a farlo per sempre.
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Coldplay – Fix You
Zayn aprì distrattamente il cellulare quella sera. Si era illuminato parecchie volte, ma lui non ci aveva fatto troppo caso, perché era impegnato.
Dieci chiamate senza risposta. Tutte di Anne.
Sbuffò spazientito: la migliore amica di Emily non gli era mai andata a genio. Ed era sicuro che il sentimento era reciproco. Provò a richiamarla, ma non rispose. Con un’alzata indifferente di spalle abbandonò l’apparecchio nuovamente sul piumone.
«Sei sempre al telefono» lo rimproverò Sam, seduta alla scrivania davanti a lui. Aveva i capelli sciolti in deboli onde e gli occhi marcati dall’ombretto nero. Gli piaceva quando liberava il suo spirito rock. Il mini dress di seta nera che si era infilata quella sera le calzava perfettamente. Aveva indossato i tacchi, ma se ne era liberata qualche minuto prima e li aveva abbandonati davanti alla porta d’ingresso della stanza d’albergo. Sam allungò la gamba verso di lui e fece strusciare il piede sul polpaccio nudo di lui mentre gli sorrideva maliziosamente. Lui rispose alla tentazione avvicinandosi a lei e iniziando a baciarla lentamente sul collo e sul mento.
Il suo telefono squillò di nuovo quando era sul punto di baciarla sulle labbra. Sam alzò gli occhi al cielo e sbuffando gli fece cenno di non rispondere. Ma Zayn non si lasciò convincere.
C’era qualcosa che non andava. Dieci chiamate non erano nella norma.
«Dimmi Anne» rispose svogliatamente e in tutta risposta ottenne un forte urlo.
«Sentito deficiente? È Emily, è in travaglio. Sei centimetri. Tu fai quel che ti pare» il chirurgo chiuse la chiamata prima che Zayn potesse replicare. Sentì come se tutto il sangue fosse defluito dalle vene. Guardò Sam con gli occhi sbarrati e provò solamente rimorso. La sua fidanzata stava avendo sua figlia e lui era sul punto di tradirla con un’altra.
«Devo tornare a Londra» mormorò mentre raccoglieva i jeans a terra. Andò via più veloce che poteva, non sentendo nemmeno ciò che gli urlava la ragazza.
Stava arrivando la sua bambina.
*
Emily non chiese di Zayn quando fu il momento di partorire. No, chiese a Mark e Anne di rimanere lì con lei. Suo padre Michael stava arrivando New York. Con lui c’erano anche James e Julia. La sua famiglia sarebbe stata lì presto. Jesse aspettò fuori con i suoi figli. Era stranamente contento, eccitato per la figlia della sua ex.
Lì vicino c’era anche Ian. Jesse non capiva realmente il perché della sua presenza, soprattutto non capiva come mai fosse così teso. Stringeva quel mazzo di fiori colorati con estrema forza tanto da rendergli le nocche già abbronzate pallide come un lenzuolo.
«Tra quanto potrò vedere la mia sorellina papà?» chiese ad un certo punto Chyler, guardando con i suoi grandi occhi verdi il padre che le sorrise.
«Credo a breve» la strinse in un abbraccio e sperò che quello che aveva appena detto fosse vero. La prima volta, quando nacque Chyler ci volle tanto tempo e la fine fu un cesareo d’urgenza perché la piccola si era attorcigliata al cordone. Jesse si ricordò di essere quasi morto per l’ansia in quella sala operatoria, con Emily stesa sul tavolo, pallida, il ventre aperto e incosciente. Si ricordò della paura che aveva provato quando l’idea di rimanere vedovo e probabilmente senza neanche sua figlia gli aveva sfiorato la mente.
A Zayn, a quanto pare, sembra non importargli niente, pensò. Era stato via per le ultime due settimane, a giro per il mondo e aveva tenuto il cellulare staccato, come se non stesse per diventare per la prima volta padre.
«È nata Emma» la voce di Mark spezzò l’aria carica di tensione. Jesse e Ian si alzarono insieme, sorridenti e impazienti di conoscerla. Il primo abbracciò l’amico chirurgo in un moto d’affetto che non riconosceva come suo.
«Emily vuole parlare con Ian» disse l’irlandese stretto nelle braccia forti dell’altro. Ian non esitò ad entrare nella sala. Vi trovò Emily distrutta, ma sorridente.
«L’hai vista?» gli chiese con un filo di voce, ma lui scosse la testa.
«Sono andati Jesse con i bimbi e Mark» rispose Ian porgendole il mazzo di fiori.
«Liam sta facendo il test per sicurezza. Ma la bambina ha la pelle dello stesso colore di Zayn» Ian sentì come se quel macigno di venti chili che si portava sulle spalle fosse svanito in un attimo. Abbracciò Emily finalmente sollevato.
«Devo darti una bella notizia» annunciò lui, quando si furono liberati di quell’abbraccio. «Ryan si sposa con Molly»
«Wow, è una grande notizia. Sono così contenta per te e per loro» lo era veramente, soprattutto nel vedere la felicità uscire da ogni poro della sua pelle.
«Sì, beh, sono sempre piuttosto giovani, però sono adulti e intelligenti, sanno cosa fanno» disse con calma, lasciando però trasparire una nota di disappunto che a Emily non passò inosservata. Aveva paura che il figlio facesse gli stessi passi sbagliati che aveva fatto lui.
«Comunque, ti volevo invitare alla cerimonia. È il mese prossimo» le propose dopo una scrollata di spalle, come se volesse far scivolare via tutti i pensieri negativi che aveva a proposito della questione. Emily fu leggermente spiazzata dalla richiesta. Sicuramente era l’ultima cosa che si aspettava.
«Beh, vedo come si evolve questa cosa e poi ti dico» Ian sorrise contento e le lasciò due baci sulle guance ancora arrossate.
«Non voglio rubarti ancora altro tempo, vado a vedere la bambina. Oh, quasi dimenticavo, ecco questo è per lei» estrasse dalla borsa a tracolla che aveva con sé un pacchetto rosa. «Un pensierino. Ora vado a vederla» se ne andò prima che la donna potesse aprire il pacchetto. Conteneva un body rosa con delle farfalle disegnate sopra. C’era anche un foglio scritto a mano.
Cara Emily,
Non sappiamo ancora se questa bambina sarà anche mia, ma voglio farti sapere che se lo dovesse essere, io le sarò vicino, sempre.
Anche se non fosse mia, vorrei starvi vicino, come uno zio acquisito, perché io mi sono affezionato a te, anche se non ti conosco da molto tempo.
Spero che tu possa accettare la mia proposta.
Stammi bene, Ian
Quando nella stanza entrò Caroline, la trovò piangente. «Che è successo tesoro?» le domandò, avvicinandosi per prenderle stretta la mano. Emily si asciugò le lacrime e le mostrò il biglietto di Ian.
«Quest’uomo che ho conosciuto per poco è disposto a starmi vicino, ad aiutarmi con la bambina. Mark è disposto a starmi accanto, perfino Jesse. Ma l’unica persona che io veramente voglio al mio fianco, non c’è. Se ne è andato via due settimane fa, lasciandomi sola» le disse, con voce ferma. Non voleva più consumarsi e consumare lacrime per un individuo come lui. «Sembra che non sia nemmeno sua».
Caroline non rispose subito e non perché non sapesse come destreggiarsi in una situazione come quella, ma semplicemente perché non aveva parole. Era allibita dal comportamento di quello che credeva realmente l’uomo giusto per sua figlia.
«Gli dovrò dire addio» concluse la più giovane tra le due, affondando il viso nel petto della madre. «Per sempre»
È in quello scenario che Zayn fece irruzione. Era tutto trafelato, i vestiti indossati male, gli occhi stanchi e la mano tremante. Stringeva uno sgualcito mazzo di fiori e gli occhi che parevano ostentare felicità. Caroline si staccò dalla figlia e guardò in cagnesco l’uomo appena entrato.
Zayn la scansò e si diresse verso la fidanzata. «Ciao Amore» si piegò per baciarla, ma Emily lo evitò.
«Troppo tardi» furono le uniche due parole che uscirono dalla bocca della donna. Distolse lo sguardo dagli occhi profondi di lui che sentì il cuore creparsi.
Caroline capì che in quella stanza era diventata di troppo. Se ne andò lentamente, facendo ticchettare i tacchi a spillo sulle mattonelle verdi.
«Mi dispiace» sussurrò lui alla fine, dopo che Caroline ebbe fatto sbattere rumorosamente la porta. «Sono stato un cretino»
«Non lo avevo capito, grazie per l’informazione» ribatté acida lei, evitando ancora il suo viso. Zayn si sedette accanto a lei sul materasso, prendendole la mano nelle sue.
«Non lo farò mai più»
«Non ti credo»
«Fai bene» ammise amaramente lui. L’aveva cercata e aspettata per così tanto tempo, per poi tradirla, tradire la sua fiducia. Si sentiva infimo come un verme. «Ma vorrei dimostrarti che posso cambiare»
«Zayn, tu non cambierai mai. Tu ti annoi di una donna e poi la lasci finire nel dimenticatoio. Hai fatto così con Ellen e hai fatto così con me» prese una pausa per evitare che grosse lacrime scendessero sul viso. «Come si chiama il tuo nuovo giocattolo? È Sam, vero? Avete una grande sintonia insieme. E poi lei è giovane, è bella, e non sembra una balena come me»
«Non è vero» disse debolmente, non riuscendo più a sostenere lo sguardo di fuoco di lei.
«Cosa non è vero? Che mi tradisci o che sembro una balena?» lo attaccò ferocemente e l’altro non rispose per qualche secondo. Quando fece per aprire bocca, lei lo bloccò.
«Risparmiami le tue scuse, per favore. Prima sono stata io l’altra, ora tocca ad una più giovane e con cui te la spassi alla grande. Spero solo che tu smetta di trattare le donne come fazzoletti di carta. Spero che tu cresca, Zayn. Hai quasi quarant’anni, è l’ora di smettere di giocare» lui si staccò e andò alla finestra. Si sentiva distrutto in mille frammenti, non credeva che sarebbe mai tornato quello di prima.
«Io sono stata una stupida ad aspettarti per così tanto tempo. Sono stata una stupida a piangere sul tuo corpo quasi senza vita quando eri con un piede nella tomba. Lo so che non sono cose belle da dire, ma sono le uniche che vengono da una me ferita. Sì esatto, scopertona delle scopertone, non sei l’unico ferito. E poi, sono persino stata stupida ad essere scappata con te quella calda mattina d’agosto. Ma se non lo avessi fatto, forse non avrei avuto la nostra bambina. Quindi alla fine una cosa giusta con te l’ho fatta. A proposito, lei è perfetta. Ha solo un piccolo difetto: ogni volta che la guardo, vedo te. Vedo tutto il dolore che mi hai causato» tirando su col naso cacciò dentro le lacrime già pronte ad uscire. Non ne avrebbe più versate per lui.
«Come sta lei?» chiese lui, capendo che ormai non c’era più niente da fare per la loro relazione.
«Benissimo. Se vuoi vederla è nella nursery» rispose freddamente, fissandolo negli occhi: ormai non gli facevano più effetto. Erano come pozzi neri, completamente vuoti. Come il suo cuore.
«E come hai deciso di chiamarla?»
«Emma Grace» Zayn sussultò e lei sorrise amaramente nel vederlo reagire così. «Si caro, esatto. Perché forse in fondo io ti volevo ancora un po’ di bene quando l’ho vista per la prima volta. Lo vuoi sapere che ho pensato? È bella come lui. E poi lui, si è presentato qui ore dopo, con un profumo addosso che non è mai stato suo. E tutto quel bene per te annidato in un angolo del mio cuore è svanito».
L’uomo non riuscì più a sostenere le occhiate che lei gli inviava. Cercò delle parole che avrebbe potuto dirle in quel momento, ma sapeva che sarebbero state solamente futili. Lei non lo voleva più al suo fianco. Si avviò mogio alla porta, ma appena mise la mano sulla maniglia la voce di Emily spezzò nuovamente il silenzio.
«Ho deciso che non vivremo separati. Io provato che vuol dire avere genitori separati e ho anche provato che vuol dire poter vedere tua figlia poche volte al mese. Voglio troppo bene a Emma per non vederla crescere vicina al padre, sebbene suo padre sia tu. Questo vuol dire che dovrai essere presente fino a che ne avrà bisogno. Questo significa che dovrai essere a casa quando si sveglia la notte, quando avrà bisogno di essere cambiata, quando avrà fame. Io ricomincerò a lavorare presto e non voglio rinunciare alla mia carriera perché te hai manie di protagonismo e vuoi pensare solamente alla tua. La figlia è di entrambi e ce ne occuperemo entrambi.» Zayn si voltò a guardarla un’ultima volta e le sorrise; un sorriso che mostrava gratitudine, ma allo stesso tempo un’immensa tristezza. Uscì senza proferire parola e Emily allora si sentì finalmente sollevata.
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Alla fine è arrivato anche il momento del confronto tra Emily e Zayn e quest'ultimo pare non esserne uscito molto bene...
Vedremo come procederanno le loro vite da qui in avanti...
Un bacione e alla prossima!!
Restart
   
 
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