“Shikadai-kun,
puoi sederti se vuoi.”
Hinata gli
aveva sorriso gentilmente, cercando di mettere il ragazzo a suo agio, cosa che
invece non stavano facendo Naruto e Boruto. Non perché non gli piacesse
Shikadai, ma perché Shikadai aveva appena chiesto a Naruto la mano di sua
figlia. Gli aveva detto che era venuto lì per chiedere a Naruto di sposare sua
figlia, che l’amava e l’avrebbe resa felice.
Naruto, di
contro, era rimasto paralizzato, non sapendo che cosa fare, ma soprattutto cosa
dire. Era stato trascinato da Hinata sul divano, facendolo sedere, mentre
Boruto era rimasto appoggiato alla parete tutto il tempo, non distogliendo lo
sguardo dal suo amico.
“Quindi
vuoi sposare la mia bambina.
“Sì.”
Naruto si
voltò verso la figlia. La vide prendere una fragola e mangiarla.
“Ho solo
una domanda fa farvi. Aspettate un bambino?”
Himawari si
strozzò con la fragola, mentre Shikadai con la saliva. Entrambi paonazzi, dopo
aver tossico per qualche minuto, guardarono Naruto come se avesse appena detto
qualche bestemmia.
“Ma cosa
vai dicendo, papà?!”
“Come che
cosa sto dicendo? Avete venti e ventidue anni! È normale che pensi queste cose!”
Himawari borbottò
qualcosa di incomprensibile, mentre Hinata sorrideva gentilmente.
“Naruto-kun…”
L’Hokage
sospirò per poi alzarsi in piedi e fare cenno a Shikadai di fare altrettanto. Quest’ultimo
non si era mai sentito così a disagio in tutta la sua vita, nemmeno quando lo
aveva detto ai suoi genitori. E dire che di sua madre aveva una paura folle, ma
dell’Hokage, padre della sposa, ne aveva allo stesso modo.
“Benvenuto
in famiglia, Shikadai.”
Naruto gli
sorrise, lo stesso identico sorriso che aveva anche la sua Himawari. Fu automatico
per lui sorridere di conseguenza, anche quando si ritrovò per un attimo
abbracciato all’Hokage. Naruto aveva un modo tutto suo di esternare le sue
emozioni.
“Boruto?”
Himawari si
avvicinò al fratello, porgendogli una fragola.
“Guai a te
se la fai piangere, sono stato chiaro?”
“Cristallino.”
Ma la mano
che gli porse e il sorriso che gli fece fecero capire a Shikadai di essere
appena stato accettato.
“Benvenuto
in famiglia, amico mio.”