Smettere di pensarci
Lena la salutò e se ne andò, Kara la
osservò mentre prendeva la borsa e usciva, il passo deciso di sempre, ma la
mente persa nei pensieri. Quanto avrebbe voluto fermarla… ma non poteva.
Anche lei andò al lavoro, prima come Supergirl, al DEO e poi, visto che non c’erano emergenze,
come Danvers al CatCo Magazine,
ma non riusciva a concentrarsi e fece solo un pasticcio con l’articolo sulla
correlazione tra cambiamenti climatici e presenza aliena. Quando Snapper la guardò con occhi disgustati e lei riuscì solo a
pensare allo sguardo caldo di Lena capì che doveva fare qualcosa.
Il suo primo pensiero fu parlare con
Alex, ma poi lo scartò, non voleva rovinare a lei e a Maggie i pochi momenti
liberi che avevano con problemi simili… una piccola voce nella sua testa
dovette darle della bugiarda, non voleva parlare ad Alex perché temeva la sua
reazione e temeva di deluderla, dopo tutto Mon-El era
partito da pochi mesi.
Tornò a casa, mangiò e andò a
dormire, ma il sonno non arrivava, così, in piena notte, indossò il costume e
salì in alto nel cielo, poi in un’improvvisa decisione volò verso Metropolis. Sapeva che Clark avrebbe saputo darle un buon
consiglio.
Pochi istanti e fu sulla costa Est
del paese, Metropolis era immersa nella luce del sole
del mattino. Grazie alla differenza di fuso orario non avrebbe rischiato di
svegliare nessuno.
Atterrò sul balcone dell’appartamento
di Lois e Clark e bussò, sperando di non disturbare la coppia.
“Clark da quando…” Lois sgranò gli
occhi sorpresa. “Kara! Che bello vederti!” Il suo volto si oscurò subito.
“Qualcosa non va? Ti serve l’aiuto di Clark?”
“No, va tutto bene, volevo solo…
parlare.”
“Oh, bene! Temevo in qualche disastro
imminente.” La giornalista sorrise, mentre le indicava di entrare. “Clark è in Indonesia,
credo, per un terremoto, ma non ci metterà molto, abbiamo una riunione con
Perry tra una mezzora al lavoro.” Sorrise.
Kara scosse la testa, trovava sempre
stupefacente il modo in cui Lois si era adattata a Clark e a Superman. “Vuoi un
caffè?”
“No, grazie, è notte fonda per me.”
“Giusto, il fuso orario.” Lois se ne
versò una tazza poi le si sedette davanti. “Posso aiutarti io in qualche modo?”
Kara fissò la giovane donna, poi annuì. Di certo Lois Lane era la persona
giusta con cui parlare di un simile argomento, perché aveva vissuto il problema
personalmente.
“C’è una persona…”
“Oh!” Lois si sistemò meglio sulla
sedia, pronta ad ascoltare tutto.
“A questa persona piace Supergirl… ma…”
“A te piace?”
“Io…” Kara arrossì, annuì lentamente
e poi scossa la testa. “Non lo so… ma non voglio…” Non era ancora sicura, non
sapeva se quello che provava per Lena era solo un momentaneo desiderio che non
avrebbe alterato la loro amicizia o qualcosa di più profondo, ma di certo non
voleva perderla.
“Questa persona, cosa pensa di Kara?”
Le venne incontro Lois.
“La considera un’amica.” Di questo
era certa. La notte magnifica di Lena era stata di Supergirl
e non di Kara.
“Ah…” Lois sospirò. “Devi sapere che
io mi sono innamorata di Superman e vedevo Clark solo come un affidabile,
solido e gentile, amico. Quando lui
mi ha detto cosa provava per me l’ho respinto, perché volevo Superman… ero
abbagliata dall’eroe senza macchia, forte, coraggioso e perfetto, tanto
abbagliata da non riuscire a vedere Clark, la sua dolcezza, il suo modo di
esserci sempre per me, di ascoltarmi e di sopportarmi anche quando davo di
matto.”
“Ma alla fine sono la stessa
persona.” Tentò Kara, sapeva di aver deciso di chiuderla come Supergirl… ma forse, se Lois le avesse concesso una
possibilità, forse avrebbe potuto volare di nuovo da Lena e dirle…
“Sì, certo, eppure anche no.” Kara
fece una smorfia, per un attimo ci aveva creduto. “Quando togliete il mantello
vi è improvvisamente concesso essere voi stessi, non meno forti o meno
coraggiosi, ma di sicuro più fragili, più… umani.” Sorrise. “Kara, questa
persona, deve vedere oltre l’eroina, oltre il costume e il mantello, deve
vedere te, il tuo cuore e purtroppo, è solo amando Kara che potrà vederti.”
“Ma…”
“Quando ho scoperto che Clark era
Superman ormai la mia infatuazione per l’uomo d’acciaio era passata, ormai
vedevo Clark per quello che era e lo amavo, con le sue debolezze e le sue
paure. Capisci? Se lui mi avesse permesso di avvicinarmi a Superman non avrei
mai potuto comprendere tutta la sua complessità e non avrei mai potuto amarlo
come lo amo ora.”
“Capisco.” Kara era abbattuta, le
parole della giornalista avevano senso, ma non era neppure sicura di quello che
voleva, figurarsi pensare di dire a Lena che avrebbe voluto baciarla quando era
Kara.
“Se sei qui è perché è successo
qualcosa tra voi due, non è vero?” Lois era una giornalista investigativa dopo
tutto e non si lasciava sfuggire una sola espressione del suo volto, ora la
vide arrossire e sorrise. “Ti ha baciato?” Chiese, dolcemente.
“Ehm…” Arrossì e Lois sbatté le
palpebre.
“Oh.” Disse soltanto, comprendendo
che era successo qualcosa di più che un solo bacio. “Ebbene, devi fargli aprire
gli occhi su Kara se vuoi che tra voi due funzioni. Perché è chiaro che lo
vuoi.” Rise nel vedere il rossore aumentare sul volto della giovane. “Un
ragazzo fortunato! Sono felice che qualcuno sia riuscito ad entrare nella
corazza di tristezza che ti sei creata con la partenza di Mon-El.”
Kara aprì la bocca per correggerla, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa
Clark entrò dal balcone.
“Kara!” Disse e quando lei si alzò la
abbracciò con calore. “Che bello vederti qui! Va tutto bene?” Chiese poi,
subito, facendola sorridere.
“Non posso far visita al mio
cuginetto senza che ci sia un disastro imminente?”
“Certo che puoi!” Clark le sorrise
poi si tese verso Lois dandole un bacio sulle labbra. “Buongiorno, tesoro.”
“Buongiorno a te.” Disse la ragazza e
a Kara non sfuggì l’onda di puro amore che avvolgeva la coppia.
“È stato un piacere vedervi, ma credo
che sia ora, per me, di tornare a casa.”
“Di già? Non rimani per colazione?”
Chiese allora Clark, dispiaciuto.
“Per lei è notte fonda.” Ricordò
Lois.
“E poi avete una riunione tra poco.”
Aggiunse Kara.
“Verissimo.” Affermò la reporter
guardando l’orologio.
“Sei sicura che non ti servisse
nulla?” Chiese però Clark, guardandola.
“Lois, mi ha aiutata, grazie.” Disse,
sorridendo alla donna.
“Buona giornata e in bocca al lupo!”
Le augurò Lois, mentre Kara si lanciava nel cielo.
“Sta bene?” Chiese Clark fissando la
figura della cugina ormai invisibile a occhi umani.
“Sì, si è solo innamorata.”
“Oh!” Disse lui, stupito. “Così
presto?”
Lois osservò il compagno per un
istante, poi gli sorrise.
“Oh, tesoro… non credo sia mai stato
amore con Mon-El.” Clark annuì piano.
“E con questa persona è amore?”
Domandò. Lois si strinse nelle spalle.
“Chi lo sa, ma ho avuto l’impressione
che si tratti di una persona speciale per lei…” Lois era pensierosa.
“Non ti ha detto chi è? Jimmy,
forse?” Provò Clark.
“No, non è Jimmy, credo che quello
sia un capitolo chiuso da tempo.”
“Un altro alieno, dopo il daxamite?”
“Non lo so...” Ammise di nuovo Lois.
“Credi che dovrei parlarle? Scoprire
chi è, per proteggerla?” Chiese allora Clark corrugando la fronte. Lois
sorrise, Clark forse non aveva adottato Kara, ma per quanto fosse pronto a
permetterle di correre i suoi rischi come eroina, era molto protettivo se si
parlava di sentimenti.
“No, credo che quando sarà pronta ce
lo dirà lei stessa. Ora cambiati e portami al lavoro, se non siamo al Daily Planet tra cinque minuti Perry ci scorticherà le
orecchie.”
Tornò a casa e si infilò di nuovo nel
letto ripensando a quello che le aveva detto Lois.
Voleva che Lena vedesse Kara con
occhi diversi? Voleva trasformare la loro amicizia in qualcosa di più
importante?
Si girò nel letto e la sua mente,
traditrice, le portò immagini di un letto più grande, in una stanza più
elegante e soprattutto con all’interno una donna dai capelli di seta, gli occhi
meravigliosi e la pelle morbida. Kara nascose la testa sotto al cuscino
cercando di non pensare. Esasperata dal suo stesso corpo che reagiva al solo
ricordo di Lena.
Se era solo desiderio carnale allora
sarebbe passato, si disse. Doveva solo aspettare.
Quando si alzò e andò al lavoro non
si sentiva affatto riposata, probabilmente perché non aveva chiuso occhio tutta
la notte.
“Danvers,
questo è spazzatura, riscrivilo da capo.”
Kara non rispose al suo caporedattore anche perché l’uomo era già andato
via, con frustrazione afferrò il plico che l’uomo le aveva dato, pagine scritte
con ore di lavoro, e lo gettò con insofferenza sulla sua scrivania. Era passata
una settimana intera e non era cambiato proprio nulla, neanche per un istante
il suo desiderio per Lena si era affievolito o la sua mente aveva smesso di
pensarla.
“Siamo di cattivo umore, oggi?” Kara
sobbalzò e quando si voltò si ritrovò a specchiarsi negli occhi chiari e
sorridenti di Lena Luthor.
“Lena!” Affermò, mentre le cadeva la
penna dalle mani e al contempo si sistemava gli occhiali. Un sconvolgente
brivido che attraversava tutto il suo corpo.
“Sì, scusami se vengo sul tuo posto
di lavoro, ma mi chiedevo se avessi tempo per pranzare con me.”
“Pranzare? Con te? Assieme? Io e te?”
“Sì.” Affermò la donna, un ampio
sorriso sulle labbra. “Come facciamo molto spesso...”
“Oh, è vero.” Ridacchiò stupidamente
e cercò di smettere.
“Se sei impegnata…” Disse allora Lena
guardandola, probabilmente perplessa dalla sua attitudine strana.
“No, sì, voglio dire, ci sarò.” Kara
le sorrise e sentì il cuore accelerare quando la donna sorrise a sua volta.
“Ottimo! Allora passo a prenderti
verso le dodici e trenta? Va bene?”
“Benissimo.”
Kara osservò la donna andarsene, il
cuore le batteva veloce nel petto. Era reale? Cosa provava? Tutte quelle
emozioni che la donna le donava provenivano solo da un desiderio passeggero?
Dal ricordo di una notte di passione e dolcezza? Doveva inseguirle o lasciare
che sfumassero?
Perché nella sua vita non era tutto
più semplice?
Kara chiuse gli occhi cercando di
desiderare un mondo più facile, ma la voce del caporedattore Carr la risvegliò
con violenza dai suoi sogni.
“Danvers,
se sei venuta qua per dormire allora puoi tornartene a casa!” Con uno sbuffo
Kara si mise al lavoro cercando di non pensare al tempo che passava e
all’appuntamento con Lena che si avvicinava.
Due ore dopo le arrivò un messaggio
della donna, Kara prese la borsa e lasciò la CatCo,
all’esterno la aspettava una berlina nera.
L’autista scese subito nel vederla e
la fece entrare. Lena era al telefono, ma si voltò per farle un sorriso.
“Certo, capisco, ma le fluttuazioni
del mercato cambieranno non appena l’acquisto sarà ultimato.” La guardò e le
fece una smorfia, facendo ridere Kara. “Sì, ma possiamo perdere qualche punto,
molto bene.” Riattaccò e sospirò. “Perdonami, era il mio consiglio
d’amministrazione.”
“Problemi?” Chiese lei, ma Lena
scosse la testa.
“Nulla di cui preoccuparsi, sono solo
dei fifoni incapaci di comprendere che a volte bisogna sacrificare un pedone
per vincere la partita.” Fece una smorfia. “Oddio, parlo come mia madre.”
“La tua era solo una metafora, io lo
so.” Lena sorrise dolcemente e Kara percepì un profondo senso di protezione.
Non aveva mai provato niente di così subitaneo e intenso. Avrebbe voluto
prendere la giovane tra le braccia e tenerla al sicuro dalla malvagità.
Sbatté le palpebre sorpresa, quando
si rese conto che si era avvicinata troppo a Lena.
“Ehm… mi piace il colore delle tue
labbra.” Affermò nel vedere Lena che la osservava perplessa.
“Oh, grazie.” Rispose, per poi
mettere le mani nella borsa ed estrarne il rossetto. “Non credo sia il tuo
genere, ma se lo vuoi…”
“Sei gentile, ma… ehm… sta benissimo
a te.” Arrossì e distolse il volto perché parlare delle labbra di Lena non la
aiutava, di certo, a controllarsi.
Lena guardò Kara perplessa, era strana. Molto strana. Non riusciva a
guardarla negli occhi e arrossiva molto spesso, se non sempre. Era così da
quando le aveva raccontato di lei e Supergirl… di
certo non aveva problemi con le relazioni tra donne, sua sorella si era sposata
con la detective Sawyer solo due settimane prima e
Kara non aveva parlato d’altro per settimane prima dell’evento, l’unico
soggetto che sembrava farle brillare gli occhi dopo la partenza di Mon-El.
Ma allora, cosa c’era che non andava?
“Stai bene?” Le chiese, Lena, era la
terza o quarta volta del pranzo che Kara arrossiva.
“Ci sta provando con te!” Esalò con
un sibilo rabbioso, lanciando un’occhiata di fuoco verso la cameriera. Kara
pensò, per un’instate, che avrebbe davvero potuto essere di fuoco il suo
sguardo e allora quella cameriera carina e piena di sguardi per Lena sarebbe
stata ridotta in cenere.
Lena rise alla sua frase, mentre
posava la forchettina dopo aver mangiato un delicato dolce alla frutta.
“Kara, succede spesso.” A quelle
parole, Kara spalancò la bocca e poi la richiuse.
“Spesso?” Chiese, mentre sentiva un
certo malessere diffondersi nel suo corpo.
“Non è strano, sanno chi sono, sanno
quanto pesa il mio portafoglio, non è qualcosa a cui non sono…”
“E poi sei una donna bellissima.” Si
lasciò sfuggire lei, rendendosi conto dell’evidenza di quella verità. Come
aveva fatto a pensare che Lena non avesse una marea di pretendenti? Magari
rideva per le occhiate ammiccanti di una cameriera, ma avrebbe potuto prendere
in considerazione qualcun altro, magari qualcuno proveniente dal suo stesso
mondo.
“Ti ringrazio, Kara.” Lena sorrideva,
divertita. “È
curioso, sai, non te ne sei mai resa conto, prima.” Kara alzò lo sguardo su di
lei e si strinse nelle spalle.
“Ho sempre pensato che tu fossi molto
bella.” Ammise e Lena arrossì un poco scuotendo la testa.
“Intendevo dei vari… corteggiatori.”
“Oh.” Disse solo lei, arrossendo.
“Ehm…” Cercò qualcosa da dire, ma gli occhi di Lena si erano persi in pensieri
lontani e lei lasciò cadere l’argomento, eppure, per qualche strana ragione,
ora, l’idea che ci fossero dei mosconi che giravano attorno a lei, la infastidì
terribilmente.
Lena insistette per pagare il conto e
quando uscirono Kara le propose una passeggiata nel parco vicino al ristorante.
“Non so se è una buona idea…” Mormorò
Lena fissando un punto lontano, nel parco. Kara seguì il suo sguardo perplessa
e notò subito cosa aveva turbato Lena: la statua gigante di Supergirl.
“Non vuoi pensare a lei?” Le chiese,
con tono basso. Era confusa, avrebbe voluto cancellare quella tristezza dal
volto di Lena, ma non era sicura di poterlo fare, di averne il diritto.
“Non so se ho il diritto di parlarne
con te… non voglio…” La giovane Luthor scosse la
testa.
Come poteva parlarle dei suoi problemi di cuore quando Kara aveva dovuto
rinunciare all’uomo che amava?
“Puoi parlarmi di ogni cosa.” Kara le
prese la mano e la condusse verso un panchina libera. “Qualsiasi soggetto,
qualsiasi preoccupazione.” Quello poteva darglielo, almeno quello.
Lena esitò ancora un istante, le mani
strette nelle sue, asciutte e calde, morbide, desiderabili… Kara cercò di
concentrarsi, ma un brivido l’attraversò e dovette allontanare le mani da
quelle di Lena.
La giovane Luthor
sospirò.
“Non posso smettere di pensare a lei…
è passato poco tempo, mi dico che smetterò di pensarci, ma…” Non l’aveva mai
vista così indecisa, così combattuta. “Lei è stata una sorpresa, capisci? Non
avevo mai provato una simile intesa, una complicità così profonda, era come se
mi conoscesse, quando mi guardava, i suoi occhi mi vedevano…” Kara ascoltò rapita, osservando il viso di Lena
illuminarsi e gli occhi brillare, mentre sulle guance si diffondeva un delicato
rossore.
Si era innamorata! Vederlo così
chiaramente le fece battere veloce il cuore.
“Non riesco a smettere di pensare ai
suoi baci, alle sue mani su di me.” Scosse la testa abbassando lo sguardo.
“Perdonami, sembro una sciocca, non è vero?” Alzò lo sguardo e la fissò, alla
ricerca di conforto, di comprensione, di…
Kara la fissava con occhi intensi, concentrati, come se stesse prendendo
una decisione molto importante.
Senza che potesse fare nulla, il suo
corpo agì. Si spinse in avanti e portò le proprie labbra ad incontrare quelle
di Lena.
La donna sussultò sorpresa,
ritraendosi, prima ancora che lei avesse il tempo di baciarla per davvero.
Kara arrossì violentemente,
rendendosi conto di quello che aveva appena fatto.
Ora doveva decidere: avrebbe
ascoltato Lois o le avrebbe, semplicemente, detto chi era Supergirl?
Note: Kara è volata a Metropolis per farsi aiutare e schiarirsi le idee, ma sembra che non sia servito a molto. La speranza di dimenticarsi di quello che è successo con Lena, di archiviare la loro notte assieme come un momento di desiderio di poche ore, è sfumata e Kara ha compiuto un gesto che, ora, non può essere ritrattato.
E dunque eccoci di nuovo ad una scelta e, di nuovo, ne sarà Kara la protagonista:
A - Kara non si rivela
B - Kara si rivela
Votate A se volete che Kara segua il consiglio di Lois e non dica a Lena di essere lei l’oggetto dei suoi pensieri e dei suoi desideri: Supergirl.
Votate B se, invece, volete che Kara rompa gli indugi e dica a Lena chi è: Supergirl.
Eccovi il link!
Fatemi sapere cosa avete scelto e perché avete scelto così, 5 commenti e domani avrete il pezzetto maggiormente votato.
Nel primo capitolo mi sono dimenticata di ringraziare DarkJessy94 che mi ha aiutato a creare il sondaggio, grave mancanza. Grazie Jess!