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Autore: Mr Lavottino    14/08/2017    4 recensioni
STORIA AD OC
"Un'altra giornata lavorativa stava per iniziare per Chris, autista di un pullman, che, invece di essere contento ed eternamente grato a una qualche divinità per il lavoro trovatogli, in maniera piuttosto miracolosa, si lamentava con se stesso, sbattendo le palpebre più volte per via del sonno.
Erano a malapena le sei e lui, come di consueto, doveva eseguire il, noiosissimo, giro degli isolati per caricare gli studenti che sarebbero andati a scuola."
Un autista e alcuni studenti rimangono bloccati su un autobus per "cause sconosciute", riusciranno a salvarsi o soccomberanno per via delle entità?
*STORIA IN REVISIONE*
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altro personaggio, Chris McLean, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Bondage, Contenuti forti, Furry | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Drake venne svegliato dal brusio causato dal gruppo. Si alzò stropicciandosi gli occhi e cercando di capire il perché di tale confusione.
Ciò che vide lo lasciò stupito, anche se non più di tanto: il pullman era tornato come prima. Non aveva pensato direttamente ad una soluzione come quella però, visto che avevano a che fare con un demone, non se la sentiva di escludere nessuna opzione.
Però la voce che più attirò la sua attenzione fu un'altra, precisamente di Sasha.
- Miranda dov'è?- la mora si girò in torno, come tutti del resto, tentando di scorgerla, ma senza alcun risultato. L'unico che non si mosse fu Gabriel. Il turco stava iniziando a provare dei rimorsi.
La sera prima aveva violentato la ragazza con cattiveria, infliggendole un male da cui si sarebbe difficilmente discolpato. Ma non era quello il problema più grande. Se la bionda avesse detto come erano andate le cose per lui sarebbe stata la fine.
Avrebbe perso la fiducia di Lazaro e di tutti gli altri. Sarebbe passato per un mostro. Mentre faceva questi pensieri notò che, pian piano, stava diventando sempre più simile a quel padre che lui odiava tanto. Troppo preso dal suo successo e dalla sua carriera per pensare agli altri.
Sospirò rumorosamente, tentando di trovare una soluzione a quel, grosso, problema. Chiederle scusa non sarebbe bastato. L'unico modo che aveva per non farla più soffrire era quello di sparire dalla sua vita. Non parlare più, ignorarla e dimenticarsi ciò che provava per lei.
Però non era pronto ad accettare una condizione del genere. Amava quella ragazza se pur in modo malato e ossessiva. Voleva sposarla e renderla felice, ma questo difficilmente avrebbe potuto farlo. Per lo meno non più.
Lazaro notò il suo smarrimento e gli si avvicinò, tentando di capire perché il suo amico fosse in quelle condizioni. Gli poggiò una mano sulla spalla, facendolo spagliare di colpo.
- Ehi, tutto bene? Ti vedo un po' preoccupato. Vedrai, la rivedremo.- il rosso gli fece l'occhiolino. Sapeva della sua cotta per Miranda e spesso lo incitava a parlare. Non era però a conoscenza degli ultimi fatti tra i due, dal primo litigio allo stupro.
- La andiamo a cercare?- chiese Drake, massaggiandosi la tempia. Anche lui non era in ottime condizioni. Dopo l'omicidio di Aiden era rimasto piuttosto fiacco, parlando il meno possibile e solo in casi eccezionali. Non assumeva nemmeno più quell'aria da arrogante che tanto lo caratterizzava. Si sentiva vuoto. Non che fosse mai stato un tipo pieno di sentimenti, però si sentiva completamente apatico.
Lo si intuiva anche dal suo tono di voce. Solitamente parlava in modo scocciato, cercando di lamentarsi di qualsiasi cosa, mentre adesso si limitava ad eseguire gli ordini, senza obiettare.
- Dividiamoci in due gruppi, uno andrà a cercare Miranda e l'altro andrà nel pullman.- Lazaro, come al solito, prese le redini, ordinando cosa fare.
- E con Hiro? È ancora ferito.- fece notare Lorde, guardandolo con un'espressione preoccupata. Dopo l'incidente avuto dal nipponico era caduta in paranoia. Il pensiero che il suo migliore amico sarebbe potuto morire aveva iniziato pian piano a rompere la maschera che aveva indossato per tutto il viaggio. Cercava di non far trasparire le sue paure, pensando che il suo amico avrebbe fatto tutto al posto suo. Anche difenderla.
- Siamo vicini, può restare da solo.- disse il rosso, sorvolando la questione come se non fosse importante. Lorde, tra tutti i difetti, aveva quello di non saper far valere la sua opinione, tanto che accettò la decisione del ragazzo, seppur estremamente contrariata.
- Su, dicci i gruppi.- lo incalzò Ronaldo. Lui, forse, era l'unico felice. Con l'omicidio di Manuel aveva esaudito il desiderio di Matthew, ovvero quello di essere dimenticato, e in questo modo l'amarezza che provava era stata leggermente smorzata.
- Nella foresta andranno: Ronaldo, Drake, Chris e Pi...- tentò di proseguire, venendo però fermato da una voce.
- No, fermo. Mi pare una puttanata.- Pitch interruppe il rosso, che aveva appena iniziare a parlare, ricevendo un'occhiataccia da quest'ultimo.
- Come, prego?- Lazaro socchiuse gli occhi, cercando di capire cosa intendesse dire il castano.
- No mi sembra una cosa sensata. Lasciare Hiro da solo, mandare della gente lontano e tenerne altra qui... non è che vuoi sbarazzarti di chi non ti fa comodo?- disse ciò che pensava senza giochetti, esponendo apertamente cosa stesse pensando. Attese una sua risposta, che non tardò ad arrivare.
- Cosa intendi dire?- si avvicinò a lui di un passo, cercando di mantenere il suo solito atteggiamento calmo e tranquillo ma per qualche strano motivo non ci riusciva. Sentiva la fronte iniziare a sudare, mentre un groppo gli si creava in gola.
- Che vuoi sbarazzarti di noi.- Pitch disse quelle parole in modo schietto, senza girarci in torno. Tenne i suoi occhi marroni contro quelli del rosso, ingaggiando una battaglia di sguardi che difficilmente avrebbe perso. Era riuscito a comprendere alla perfezione l'idea del "leader", mettendolo in crisi. Lazaro tentava di trovare delle parole adatte alla situazione, ma non era in grado di farlo. Apriva la bocca per chiuderla subito dopo, completamente a corto di parole.
- Bene, se la pensi così allora falli tu i gruppi.- il castano sorrise non appena quelle parole furono pronunciate. L'aveva messo alle strette. Il formidabile e infallibile Lazaro Dern era stato chiuso all'angolino da un ragazzo più piccolo.
- Nah, non sono in grado di farlo. Cedo la parola a Rex, prego.- indicò il moro, facendo anche un inchino in sua direzione.
- Ehi, non mettermi in mezzo.- si lamentò quello, poggiando le mani avanti. Cercò lo sguardo del rosso, che non ricambiò, rimanendo con lo sguardo fisso verso l'orizzonte.
- Su, stiamo aspettando.- disse Sasha con acidità, quasi annoiata da quel battibecco. Trovava quelle perdite di tempo inutili e completamente superflue.
- D'accordo, d'accordo.- gettò un'occhiata al gruppo, così da poter decidere chi dovesse fare cosa e, dopo qualche istante, parlò - Ritengo poco sensato mandare tante persone nella foresta per cercarne una sola. Ci andranno Drake e Gabriel. Gli altri staranno qui. Innanzitutto controlliamo il pullman.- guardò i due, notando le loro espressioni sconvolte.
Il turco deglutì rumorosamente, chiedendosi sottovoce perché proprio lui fosse stato scelto. Inizialmente voleva rifiutare, ma tutto ciò avrebbe insospettito Lazaro, che lo conosceva piuttosto bene, quindi si limitò a dare segno d'assenso con la testa.
- Prendete le vostre cose e andate, sempre che ci siano ancora.- ordinò, indicandogli poi il percorso da fare. Subito dopo riportò lo sguardo sul gruppo. - Se il pullman non è un miraggio o una stronzata del genere dobbiamo portarci Hiro dentro. Quindi me lo porto in spalla.- disse, sollevando il nipponico con cautela. Era piuttosto pesante, tanto che necessitò dell'aiuto di Pitch per riuscire a trasportarlo fino al bus.
Quando giunsero davanti alla volta ebbero un attimo di esitazione, dovuto dalla paura collettiva. Ronaldo prese un respiro profondo e, sforzandosi notevolmente per via del peso sulle spalle, salì i gradini, costatando che il pullman era quello ed era in ottime condizioni. Ricordava tutto, dal sedile sporco di sangue dove era stata uccisa Valeria al pezzo di sellino spaccato da Drake.
Poco a poco salirono tutti. Hiro venne steso con cautela, così da poter controllare meglio il veicolo. Tutti i loro zaini erano lì, intatti.
Pitch si diresse verso il fondo del bus, per cercare la sua borsa, ma qualcosa di strano attirò la sua attenzione: chioma bionda, occhiali viola, corporatura piuttosto in carne.
Si fece ancora più in avanti e ciò che si trovò davanti lo lasciò senza parole. Kristina era lì, seduta con in mano il suo solito libro. Stava leggendo tranquillamente, come se niente fosse successo. Lentamente voltò lo sguardo verso il castano, sorridendogli.
- Sei tu?- chiese, titubante. La bionda lo guardò un po' stranita e, dopo qualche secondo di esitazione, rispose con il suo solito modo di fare.
- E chi sennò?- chiuse il libro e incrociò i suoi occhi con quelli del castano - È successo qualcosa?- continuò a guardarlo, con espressione curiosa.
- Tu... sei morta...- nel frattempo tutti si erano radunati intorno a lui, cercando di capire con chi stesse parlando.
- Ehi, ma sei impazzito? Parli con i sedili?- si voltò verso Sasha, colei che aveva parlato, ma non rispose nemmeno. Aveva capito cosa stava succedendo. Riportò lo sguardo verso Kristina ma ciò che vede lo fece spagliare. Al posto della faccia della ragazza c'era un piccolo cerchio nero, con occhi bianchi e senza alcun segno facciale. Scattò all'indietro all'istante, cadendo rovinosamente per terra. Rialzò gli occhi velocemente ma la figura era sparita.
- Tutto bene?- Ronaldo lo aiutò a tirarsi su, facendolo sedere su un sedile. Il castano si toccava il cuore, costatando quando stesse effettivamente battendo velocemente.
- Ho... visto Kristina.- disse, tra un respiro e l'altro, facendo fare un'espressione stranita ai presenti.
- Sarà stata colpa del demone.- non appena udirono quelle parole Pitch e Skarah si guardarono e, con un'occhiata complice, decisero di effettuare il piano che avevano elaborato in mattinata.
- Senta, signor autista, potrebbe venire un momento con me?- la mora andò in contro a Chris, afferrandolo per un braccio e trascinandolo fuori senza sentire nemmeno la sua risposta.
- Esco anch'io, ho bisogno di un po' d'aria. - il castano li seguì, avviandosi verso di loro. Non appena scesero tutti e tre, Skarah li condusse verso la foresta, fermandosi a qualche passo dagli alberi. Fu il ragazzo però a parlare, anticipandola.
- Senti, per caso conosci un certo Andrew?- domandò, andando dritto al punto. Il moro spalancò gli occhi, sorpreso da tale domanda.
- Andrew? Il cognome?- ribatté, attendendo una risposta. Pitch estrasse dalla sua borsa il libro blu, mostrandoglielo.
- Non sappiamo il cognome, ma pensiamo tu lo sappia.- tennero lo sguardo rivolto verso l'autista, che stava sfogliando lentamente le piccole pagine del quaderno, controllando ogni minima espressione sul suo volto.
- No, mi spiace, non lo conosco.- ridacchiò nervosamente, rendendo l'oggetto ai due, i quali lo osservarono con aria sospetta.
- E questa?- Skarah gli mostrò la foto, lasciandola a bocca aperta. Chris la prese in mano, controllandola.
- Dove l'avete presa?- domandò con uno sguardo stranito in volto. La coppia esitò un attimo, ma poi gli rispose.
- Era dentro il quaderno.- spiegò Pitch, cercando di decifrare le espressioni dell'autista.
- Quella foto ce l'ho io nel mio portafoglio. Non è possibile.- estrasse dalla tasca un oggetto nero che aprì rapidamente, andando a frugare tra le numerose foto contenenti all'interno. - Manca. Quella è la mia.- disse, ricontrollandola più volte. La rimise al suo posto, senza nemmeno chiedere il permesso, poi posò il portafoglio.
- Beh, questo basta come conferma. Dicci chi è Andrew.- il castano sorrise, cosa che Chris non poté fare a meno di imitare. Sbuffò, pronto a parlare.
- Andrew era un ragazzino che viveva a qualche isolato da casa mia. Ogni giorno lo incontravo sul pullman e, come dire, ci ho fatto amicizia.- spiegò, concludendo piuttosto rapidamente.
- Solo questo?- chiese Skarah, stranita. Era talmente legato a quel ragazzo da tenere una sua foto nel portafoglio, quindi non poteva essere solo un conoscente.
- Così mi fai pensare che tu sia un pedofilo.- disse il castano, togliendo le parole di bocca alla mora.
- Ma che diavolo... non sono un pedofilo! Era solo un ragazzino che conosceva, niente di...- non riuscì a terminare la frase perché un rumore, proveniente da dietro di loro, li colse all'improvviso. Un albero stava cadendo, piuttosto velocemente, verso di loro. Riuscirono a scansarsi per miracolo, rimanendo incolumi.
Intanto gli altri uscirono dal pullman, per via del rumore udito, rimanendo straniti dalla visione che aveva davanti agli occhi: dietro all'albero appena caduto c'era una piccola figura. Questa era di un bambino che poteva al massimo avere sei o sette anni.
Questo aveva i capelli castani a caschetto, gli occhi verdi e un'espressione arrabbiata in volto. Indossava un grembiule blu e stringeva, con forza, una cartellina nella mano destra.
La sinistra era tirata in avanti e racchiusa in un pugno, come se fosse stato proprio lui a buttare giù l'albero. Stette per un po' a guardare Chris il quale ricambiava stando completamente a bocca. Alla fine il primo a parlare fu il castano, che anticipò ogni mossa dell'autista.
- Christopher perché non glielo dici? Perché non gli parli di ciò che mi hai fatto?- la piccola vocina del bambino fu udita fin al bus, per quanto fossero ad una trentina di metri di distanza. Lazaro intimò agli altri di avvicinarsi, così da riuscire a sentire meglio la conversazione.
- Dirci cosa?- domandò Skarah, aspettando che l'autista rispondesse alla richiesta. Sia lei che Pitch stavano guardando Chris con fare sospetto. Quel bambino era Andrew. Avevano visto la foto e ne erano più che sicuri. L'unica cosa che lo differenziava dall'immagine era l'espressione corrucciata e infuriata che aveva in quel momento.
- Avanti, Christopher, parlagli di ciò che hai fatto il ventisette novembre di quattro anni fa. - il marmocchio riprese il discorso, facendosi avanti di qualche passo. Istintivamente l'autista, ancora a terra, si allontanò usando i gomiti, tentando di non farsi raggiungere.
Stava esitando. Non voleva parlare. Quell'evento di cui parlava il castano doveva essere un qualcosa che il moro non voleva si sapesse, o almeno questo fu il pensiero collettivo del gruppo, tra cui c'era anche Hiro, leggermente ripresosi dalla ferita.
- Senti, quel bimbo è pericoloso. Obbedisci e rispondi alla sua domanda.- Sasha si intromise, tentando di convincere il moro a parlare, vista la possibilità che il bambino, se solo avesse voluto, avrebbe potuto ucciderli tutti.
Ma il moro non si muoveva, era come paralizzato. Andrew, stufo del suo atteggiamento, decise di passare ai fatti. Sollevo la mano sinistra e iniziò a stringerla. Contemporaneamente Skarah cadde a terra, tenendosi la gola. Più il bambino chiudeva la mano più la ragazza si dimenava.
- Muoviti, coglione di ciò che vuole sentirsi dire!- urlò Pitch, notando che il volto della mora si stava facendo sempre più rosso. Le si avvicinò di corsa, tentando di aiutarla senza però alcun risultato. Le toccava il collo, tentando di levarle delle eventuali "mani fantasma" di dosso. In un ultimo disperato tentativo si scagliò contro il castano, venendo però allontanato con violenza.
Venne scagliato a pochi passi da Chris, che continuava a guardare il bambino senza muovere un muscolo. A risvegliarlo dal suo stato di trance fu proprio Pitch, che lo colpì in volto con un pugno. Poi si avvicinò al suo volto urlando.
- Parla, porca puttana!- lo colpì di nuovo, riuscendo a farlo reagire. L'autista mosse la testa velocemente e, dopo aver spinto via il ragazzo da sopra di sé, iniziò a parlare.
- Va bene. Lo dico. Ma lascia lasciala stare.- si fermò per un attimo, giusto per assicurarsi che il bambino avesse ubbidito alla sua richiesta. Skarah cadde a terra con un tonfo sonoro, venendo subito raggiunta da Pitch. Tossì per un po', tornando poi al suo solito colorito bianco senza problemi.
- Parla, Christopher. Di loro cosa mi hai fatto.- il marmocchio socchiuse gli occhi, aspettando con ansia che l'autista iniziasse il discorso.
- Io l'ho ucciso.- deglutì, mentre tutti spalancavano gli occhi per la sorpresa, seppur più o meno tutti avessero intuito che si trattasse di qualcosa di simile.
- Continua. Di loro come.- ordinò il castano, ghignando. Chris si prese qualche secondo per formulare correttamente la, pesantissima, frase da dire.
- L'ho... violentato e ucciso.- un silenzio inquietante piombò all'istante sul luogo, lasciando tutti impietriti. L'unico che riusciva a parlare era il bambino.
- I dettagli Christopher, di loro i dettagli.- il marmocchio sembrava quasi divertito da quella confessione, come se la stesse aspettando da molto tempo.
- Ho conosciuto Andrew cinque anni fa. Prendeva sempre il pullman che guidavo io ed era estremamente socievole. L'ho trovato carino ed adorabile. Parlavamo spesso e di tanto in tanto prendeva il bus solo per stare con me. - si fermò per un istante, riprendendo dopo poco. - Mi ero reso conto da poco di provare eccitazione per i bambini più piccoli e, in poco tempo, ho finito di perdere la testa per quel bambino.- sospirò, cercando di smorzare il peso che stava pian piano gettando fuori. - Un giorno venne a trovarmi alla stazione dei bus. Ero solo, gli altri autisti erano tutti andati via, così io l'ho... fatto salire sul mezzo e ho... abusato di lui.- scoppiò a piangere, rendendo meno comprensibile ciò che stava dicendo. - Sentivo le sue urla e i suoi colpi, ma non riuscivo a fermarmi. Avevo perso il controllo. Quando mi sono reso conto di ciò che avevo fatto era troppo tardi.- i suoi singhiozzi erano l'unica cosa udibile. Nessun altro fiatava per la paura di non comprendere bene le parole che gli stavano uscendo dalla bocca. - Quindi, preso dallo spavento delle ripercussioni che questa cosa poteva avere, l'ho strangolato fino alla morte.- concluse così, lasciando tutti con la bocca aperta.
- E dopo, Christopher? Cosa hai fatto dopo?- Andrew lo incitò ad andare avanti, senza provare pietà nei suoi confronti.
- Ho gettato il cadavere in un lago e, quando le guardie sono venute a chiedermi se lo avessi visto, dissi che non ne sapevo niente. Così ho evitato la galera.- terminò di parlare mantenendo lo sguardo fisso verso la terra, come se si vergognasse di ciò che aveva fatto.
- Ora che ci penso mi ricordo di aver sentito parlare della scomparsa di un bambino alla TV qualche anno fa. - Sasha spezzò il silenzio, riportando alla luce il caso di cui era stato vittima il castano. Dopo quell'avvenimento i suoi genitori le avevano detto di tornare a casa prima per paura che venisse rapita. Da ciò nacque la discussione che la allontanò di casa, portandola a imboccare strade poco raccomandate.
- Ma tu chi sei?- Lazaro fece qualche passo verso il fantasma, facendo la domanda che, quasi, tutti volevano porgli. Infatti gli unici due che erano a conoscenza dell'identità del bambino era Skarah e Pich, oltre che a Chris.
- Andrew, ma voi mi chiamato Andy. - sorrise rumorosamente, lasciando una faccia spaventata a tutti i presenti.
- Tu sei il demone?- chiese Ronaldo, balbettando un pochino.
- Sì. - la risposta data fu schietta, come se non fosse nulla di importante.
- Perché sei qui?- questa volta a parlare fu Lorde, fin troppo spaventata.
- Per Christopher.- guardò l'autista, sorridendogli.
- E allora prendi lui e lasciaci andare!- urlò Sasha, venendo appoggiata dalla maggior parte del gruppo, che ormai aveva cambiato completamente idea riguardo al moro.
- No, voi servite a rendere il tutto più divertente.- sorrise macabramente poi, dopo qualche secondo, la sua immagine iniziò a sbiadirsi, facendolo scomparire. Al suo posto rimase soltanto la foto di lui e di Chris insieme, sparita nuovamente dal portafoglio di quest'ultimo. Pitch tentò di riprendere l'immagine, ma questa prese fuoco, diventando solo un cumolo di cenere grigia.
Al gruppo ci volle un po' per riprendersi dal contatto ravvicinato con il demone. Quei dieci minuti erano bastati per cambiare completamente le cose.
Innanzitutto Chris era visto come la causa di tutti i mali e la maggior parte del gruppo era adirato con lui. Però questo non era il pensiero fisso di tutti.
Difatti Hiro aveva altro per la testa.
- Ma Miranda?- chiese, riaccendendo le preoccupazioni di Gabriel, che per un po' si era dimenticato del peso che aggravava sulle sue spalle.
- Giusto, Drake e Gabriel, andate.- indicò un punto della foresta a caso, mandandoli in quella direzione. I due obbedirono, incamminandosi verso la raduna senza batter ciglio.
Attraversarono un piccolo sentiero condito di alberi e di cespugli, giungendo nel luogo dove il turco aveva abusato della bionda, ma questo Drake non lo sapeva.
Gabriel aveva deciso cosa fare. Si sarebbe scusato con lei e avrebbe cercato in tutti i modi di farsi perdonare, così da tentare un approccio migliore. Si sentiva uno schifo per aver ceduto ai suoi istinti animaleschi.
Pensò più volte al discorso da farle, sperando che per qualche miracolo questa lo perdonasse. Si sentì stranamente positivo, al punto che gli venne voglia di incontrarla per parlare subito. Non immaginava nemmeno ciò che era successo.
- Io vado a sinistra, tu vai dritto.- Drake gli spiegò da che parte andare, poi si dileguò, lasciandolo da solo.
Proseguì per la strada che gli aveva indicato il moro, sorridendo come un deficiente. Si guardava intorno, cercando la bionda con lo sguardo.
Improvvisamente un oggetto attirò la sua attenzione. Una piccola borsetta bianca era appoggiata a un albero piuttosto alto. Era di Miranda. Si avvicinò, sicuro di trovarla lì, ma ciò che gli troncò il fiato.
Il corpo della bionda era appeso per il collo ad una corda attaccata a un ramo. Osservò quella scena per qualche secondo, per poi cadere in ginocchio senza forze.
Miranda era morta. Suicida. Ed era colpa sua, non ne aveva dubbio. L'azione che aveva compiuto la sera prima l'aveva indotta a togliersi la vita. Si arrampicò sull'albero, cadendo più volte, per andare a recuperare il corpo.
Sciolse la corda e scese portandola con più delicatezza possibile, quella che non era stato in grado di usare quando ancora poteva amarla. Scoppiò in lacrime, facendo cadere le lacrime sul cadavere della bionda. I segni della corda erano ancora visibili attorno al suo collo, rendendo la visione ancora più angelica.
Anche da morta l'area che la circondava era quasi surreale. La sollevò di peso e si incamminò verso il bus, per avvisare tutti della notizia.
- Ehi, turco, l'hai trova...- perfino Drake, che nel frattempo era tornato in sua direzione, rimase stupito dalla bellezze che emanava quel corpo senza vita. Pareva stesse solo dormendo.
Il moro evitò commenti, preferendo seguire Gabriel verso il pullman senza dire una parola. Aveva notato immediatamente gli occhi lucidi del ragazzo, ma preferiva non parlarne. In altre circostanze lo avrebbe canzonato, insultato e quant'altro però non era il caso, non dopo ciò che aveva fatto lui.
In meno di dieci minuti erano tornati nella raduna, dove una decina di persone li stavano aspettando. Non si accorsero subito di ciò che era successo, ma più il turco si avvicinava e più comprendevano che qualcosa era andato storto. Lui piangeva e Drake, subito dietro, aveva un'espressione triste.
Si fermò davanti al gruppo, appoggiando il cadavere per terra. Tra le varie reazioni di sgomento e di stupore, c'era anche chi non credeva ai suoi occhi. Hiro si avvicinò, con lentezza, al corpo, tastandole la vena del collo. Nessun battito. Era deceduta.
L'unica cosa che riuscì a fare fu sedersi a pochi centimetri dalla testa della bionda, osservandola con sguardo scosso.
Non ci credeva. Non riusciva a crederci. La ragazza che, fino a qualche ora prima, gli era sembrata vivace e spensierata era morta.
- Cosa è successo?- chiese Lazaro, avvicinandosi a Gabriel. Questo lo guardò per un po', poi si mise a piangere sulla spalla del rosso, sfogandosi.
- Si è impiccata.- disse seccamente, abbandonandosi poi ai singhiozzi continui. Quelle parole lasciarono tutti senza parole. Lei, quella che, dopo di Matthew, era la più positiva del gruppo, aveva deciso di togliersi la vita.
- Perché?- sussurrò Hiro, tentando di capire di più su cosa accaduto. Casualmente il suo sguardo cadde verso il turco, che iniziò a sudare freddo. Era la sua occasione per fare ammenda. Doveva dire agli altri ciò che aveva fatto. Ma le parole gli si bloccarono in gola. Non riusciva a pronunciare quella semplice, orribile e autodistruttiva frase.
- Non lo so. - mentì, tornando a piangere. Si sentiva uno schifo. Una voglia di vomitare e di dimenticarsi di tutti i mali causati si era insinuata dentro di lui, facendolo stare male. I sensi di colpa.
Quella giornata era stata già piena, seppur fosse ancora alle prime ore. Presero il corpo di Miranda e lo portarono insieme a quelli degli altri, appoggiandolo delicatamente. Dopodiché passarono la giornata sul pullman, troppo scossi per avere qualche iniziativa. Serviva del riposo.
Hiro si sdraiò su due sedili, coprendosi il gli occhi con il braccio destro. Non capiva perché ma ci era rimasto male. Non voleva crederci. Provava simpatia per quella ragazza e la notizia della sua morte l'aveva shockato. Perché si era uccisa? Aveva perso un'amica, Katherine, però nei giorni successivi non le era parsa così depressa, anzi, era positiva, quasi emozionata. Per arrivare a tale gesto doveva essere successo qualcos'altro.
- Stai bene?- Lorde richiamò la sua attenzione, preoccupata. Il nipponico sollevò la testa, incrociando i loro sguardi.
- Sì, tutto a posto.- mentì, tentando di sorvolare l'argomento. Solitamente la bionda non si curava di queste cose. Credeva a tutto ciò che diceva, arrivando difficilmente alla verità e lasciando perdere dopo poco. Ma quella volta no. Intuì subito che qualcosa non andava.
- No, Hiro, non mentirmi. Che cos'hai? È per Miranda?- chiese, osservandolo. L'asiatico ebbe un attimo di esitazione, cosa che le fece intuire di aver azzeccato. - So che è dura, ma cerca di andare avanti. Per il bene del gruppo.- tentò di consolarlo, ma senza effetto.
- Non me ne frega niente di voi.- sputò fuori con rabbia. Non voleva morali. Necessitava solo di stare da solo a riflettere, senza che qualcuno lo infastidisse.
- Allora fallo per me. - lo guardò con gli occhi quasi lucidi. Si stava preoccupando per lui come non aveva mai fatto, ma ad Hiro poco importava.
- Ho bisogno di stare un po' da solo.- si alzò, noncurante del leggero dolore sulla pancia, e si diresse verso la porta, scendendo di fretta gli scalini. Ignorò la voce della ragazza che lo richiamava a sé, continuando a camminare. Si appoggiò ad una ruota del bus, la stessa in cui era stato messo il cadavere di Matthew e si mise le mani in tasca, tentando di bruciare ogni pensiero nella sua testa.
Però una strana sensazione colse le sue dita. Bazzicò un po', tentando di afferrare il piccolo oggetto che aveva attirato la sua attenzione.
Estrasse un pezzo di carta piegato perfettamente. Lo guardò per qualche istante, decidendo poi di aprirlo. lo fece con la massima cura, come se sentisse che era fondamentale non romperlo.
E, dopo poco, iniziò la lettura.
"Ciao Hiro, sono io, Miranda. Scrivo a te perché probabilmente, anche se abbiamo avuto pochi contatti, quella a cui, attualmente, mi sento legata di più. Non so perché ho deciso di fare quella stronzata, ma ormai il danno è fatto, no?
Chissà se i miei genitori mi piangeranno... forse mio padre sì, ma su mia mamma ho qualche dubbio. Beh, nel caso, portagli questa lettera. Almeno sapranno cosa mi è successo, te ne sarei veramente grata.
Bene, arriviamo dritti al punto. Innanzitutto chiedi scusa da parte mia a Skarah, le ho rubato un foglio senza permesso. Da quando sono salita su questo bus mi sono successe un sacco di cose tristi. La morte di Katherine mi ha distrutto. Completamente.
Però ho trovato la forza di andare avanti, perché sentivo che non sarebbe stato giusto nei suoi confronti fermarmi a frignare. Ci ho provato così duramente, ma alla fine non ha avuto importanza. Alla fine ho perso.
Mi sono arresa e, tra poco, andrò a terminare la mia vita in quel bosco così pauroso. Sarò io a togliermela.
Ma perché tutto ciò?
Mi sto dilungando troppo, cavoli! Adesso riprendo il discorso.
Avevo quasi superato la morte di Katherine, ero persino riuscita a rendermi utile in qualche modo.
Ebbene, stasera ho ricevuto il colpo di grazia. Non ci girerò intorno, cercherò di essere il più chiara possibile.
Mi hanno stuprata. Sono stata privata della mia purezza. Questo non posso sopportarlo. Ha avuto un impatto psicologico fin troppo alto. Vuoi sapere chi è stato? Beh, probabilmente ci sarai già arrivato, infondo sei un tipo sveglio, però te lo scriverò, così che tu non abbia dubbi.
Mi fa male, ma davvero tanto, anche solo pensare questo nome. Gabriel. È stato lui.
Wow, dopo innumerevoli prolungamenti, finalmente sono riuscita a finire! Ti auguro il meglio Hiro. Spero tu viva felice con Lorde, perché secondo me tiene più a te che a Lazaro.
Post scriptum: Probabilmente mi sarei innamorata di te.
Addio, Hiro, salutami gli altri.
Miranda."
Il nipponico non riusciva a credere a ciò che aveva appena letto. Le sue mani tremavano, rendendogli impossibile tenere con fermezza il foglio. In mezzo a quei quadretti c'erano scritte, con calligrafia pressoché perfetta, le parole più strazianti che avesse mai visto.
Sentiva la gola secca. Un improvviso mal di testa lo aveva completamente avvolto. Le tempie battevano con forza, quasi cercando di sfondare la carne. Passò le dita tra i capelli, cercando di reagire in qualche modo. Non voleva fare nulla di avventato.
La prima cosa a cui aveva pensato era stata il reagire violentemente. Picchiare il turco a sangue. Ma si era contenuto, iniziando a pensare a qualcos'altro. Ci mise poco a decidere, perché infondo già sapeva cosa andava fatto.
 
Skarah, ripresasi dall'aggressione subita da parte del demone, era scesa dal pullman per prendere un po' d'aria e stare da sola. Si era portata dietro il suo quaderno dei disegni, a cui aveva notato mancare un foglio, e il suo lapis, stranamente spuntato. Stava appoggiata alla corteccia di un albero e disegnava. Iniziò a fare il busto, passando rapidamente alla testa e alle gambe. Stette concentrata sull'opera per una decina di minuti, per poi rendersi conto di cosa assomigliasse: Pitch.
Il ragazzo che aveva ritratto sul foglio aveva le sembianze del castano. Capelli lisci, denti affilati e quant'altro. Si sentiva piuttosto strana e a disagio quando lo pensava. Pochi giorni prima era sicura di odiarlo ma in quel momento non sapeva cosa provare. Il suo atteggiamento verso di lei era completamente cambiato in nemmeno ventiquattro ore. Sospirò, abbassando il quaderno, accorgendosi della presenza di un secondo individuo vicino a lei.
- Che stai facendo?- la voce di Pitch attirò la sua attenzione, cogliendola alla sprovvista.
- Uhm? Niente di che.- tagliò corto, chiudendo repentinamente il quaderno. Se il castano avesse visto quel disegno sarebbe sicuramente morta d'imbarazzo.
Lo vide sedersi accanto a sé dove l'albero, puntando poi gli occhi verso il cielo, stranamente chiaro e sereno. Nessuno dei due accennò parola, almeno finché Pitch decise di fare un passo avanti. Aveva cambiato idea riguardo alla mora.
Adesso non provava più quell'odio incondizionato nei suoi confronti, anzi, questa era riuscita ad attirare il suo interesse.
- Stai bene?- domandò, osservandola con la coda dell'occhio. Skarah rimase un po' sorpresa, rispondendo però dopo poco.
- Sì, sì, sto bene.- tentennò leggermente, rivolgendogli un sorriso. Il castano, visibilmente imbarazzo, spostò la testa rapidamente, evitando il contatto visivo.
- Meno male. Meglio così. - disse, irrigidendo i muscoli per la pressione e per l'evidente disagio che provava in quel momento.
I due continuarono a discutere tranquillamente, come se le diatribe che avevano avuto in passato non fossero mai avvenute.
Però da lontano, più precisamente dal pullman, c'era qualcuno che li stava osservando. Qualcuno che quella scena non l'avrebbe mai voluta vedere.
Sasha colpì con violenza il finestrino, rischiando di romperlo, attirando l'attenzione dei presenti nel mezzo.
- Tutto bene?- chiese Ronaldo, inconsapevole di ciò che passasse per la testa alla mora.
- Sì, tutto bene. Non può andare meglio!- urlò, calciando il sedile con foga, tentando poi di calmarsi, senza però alcun effetto.
Quella piccola scenata della ragazza venne interrotta dal ritorno di Hiro nel bus. Si diresse verso Gabriel, il quale si era chiuso in sé stesso ormai da un po', attirando la sua attenzione toccandogli una spalla. Gli occhi del turco erano lucidi. Aveva pianto.
- Vieni con me. - disse, senza lasciargli altre possibilità. Quello si alzò e lo seguì pensieroso, chiedendosi il perché volesse parlare proprio con lui. Lo portò nello stesso punto in cui aveva letto la pagina che gli aveva lasciato Miranda. In lontananza vide Pitch e Skarah, ma non badò troppo a loro.
- Che c'è?- chiese Gabriel, asciugandosi con un braccio le lacrime che continuavano a scendergli. Hiro lo guardò con riluttanza, cercando di scegliere bene le parole da dire.
- L'hai stuprata, vero?- domandò, facendogli spalancare gli occhi. Non aveva previsto l'eventualità che qualcuno fosse a conoscenza del crimini che aveva commesso.
- Ma che diavolo dici?- tentò di sembrare offeso cercando di convincerlo, con quella misera interpretazione, che non sapeva di cosa stesse parlando.
- Non dire cazzate. Tu hai ucciso Miranda!- alzò leggermente la voce. La risposta del turco l'aveva fatto irritare. Non solo aveva negato tutto ma si era perfino permesso di piangere. Questa cosa gli dava i nervi.
- Si è impiccata! Io non ho fatto niente!- urlò, vuotando completamente i suoi polmoni. Sentì la gola secca, mentre la fronte sudava sempre di più.
- Vuoi prendermi per il culo? Ammetti le tue colpe!- estrasse il foglio dalla tasca, indicandolo con una mano.
- Che cazzo è quello?- l'altro rimase stranito. Era incosciente dell'esistenza di quel foglio. Non riusciva a leggere le parole, ma un dubbio gli venne. L'aveva sicuramente scritto Miranda.
- Qui c'è scritto ciò che hai fatto. Non negare più o quando è vero Dio ti ammazzo.- lo minacciò l'asiatico, avvicinandosi a lui di un altro passo.
- Io non ho fatto un bel niente!- continuò a mentire imperterrito, seppur il suo tono di voce si faceva sempre più dubbioso.
- È la sua scrittura. L'ha scritto lei. E sono certo che non mente!- ormai i due si stavano praticamente urlando contro, motivo per cui pian piano tutti quanti erano scesi dal bus. Una piccola folla si era radunata a qualche metro da loro, rendendo la conversazione più difficile.
- Ha mentito! Infondo era paranoica! Sempre a pensare di essere al centro dell'attenzione e stronzate varie!- Gabriel ormai urlava come un ossesso. Stava iniziando a dire cose che non pensava per la paura. paura di venir giudicato come Chris.
- Paranoica? Ti ho visto... ho visto come cercavi in tutti i modi di attirare la sua attenzione! Saresti arrivato anche a stuprarla se fosse stato necessario!- quelle parole ferirono profondamente il turco, consapevole che però erano tutte vere.
- Non dire cazzate.- strinse i pugni, reprimendo l'istinto di picchiarlo che già da un po' si era fatto spazio in lui. Era consapevole di non avere chance contro il nipponico e questa era l'unica cosa che lo faceva esitare.
- Ammettilo. O posso anche leggergli la lettera, per me non è un problema.- aumentò la presa sulla carta, stropicciandola. Lo aveva messo alle strette. Adesso toccava a lui decidere come venir incastrato definitivamente.
- E va bene! L'ho fatto. Ho stuprato Miranda.- quelle parole furono seguite da un pianto disperato che Hiro si mise ad osservare senza alcuna pietà.
- Ti rendi conto di cosa hai fatto?!- lo colpì al volto, sotto lo sguardo paralizzato degli altri, troppo scossi anche solo per muoversi.
- Io l'amavo...- tentò di parlare, venendo però sopraffatto dall'asiatico.
- No... quello non è amore!- cercò di sferrare un secondo pugno, ma venne brutalmente respinto. Non si rese conto di cosa era successo fino a che non alzò lo sguardo.
Il fantasma di Andy era davanti al turco. Lo stava osservando dritto negli occhi, senza dire una parola. Rimasero immobili per qualche attimo, poi il bambino passò ai fatti.
Alzò la mano e spinse Gabriel contro un albero. Girò l'altra lentamente, facendo spostare un ramo che, lentamente, andò a stringersi intorno al collo del malcapitato.
- Fermo, Andrew, non fare cazzate!- Lazaro si avvicinò di corsa, tentando di salvare il suo amico, ma venne spintonato via da una ventata, finendo poco più lontano di Hiro.
- Fin ora vi ho lasciati fare. Vi ho permesso di uccidervi a vicenda. Ma questo non lo tollero. Per le bestie come te c'è solo l'inferno.- i suoi occhi iniziarono a brillare di rosso, mentre il ramo si stringeva sempre di più. Il collo del ragazzo divenne sempre più rosso. Muoveva i piedi freneticamente, cercando di trovare un punto di appoggio o anche solo di liberarsi dalla presa, ma senza alcun effetto. Le sue mani erano appoggiate con forza sulla corteccia, tentando di fermare il soffocamento.
Dopo poco smise, poiché svenuto. Non ci volle molto, circa una ventina di secondi. Il ramo si dissolse, tornando quello di prima e il corpo, ormai senza vita, del turco cadde a terra con un tonfo. Questo venne subito raggiunto da Lazaro, il quale scoppiò a piangere copiosamente.
Il fantasma sparì poco dopo, sorridendo macabramente a Chris che, come tutti gli altri, stava osservando la scena con gli occhi completamente spalancati dal terrore.
 
 
ANGOLO AUTORE:
Hey! Ma salve a tutti! E così siamo arrivati al capitolo 9, che su Efp è segnato come il dieci, ma vabbé.
Festeggiamo questo piccolo grande traguardo.
Alloooora, questo chappy è stato quello più pesantuccio da scrivere. Violenza su minori, soffocamento e  cose varie.
Per di più abbiamo definitivamente dovuto dire addio a Miranda, personaggio che gradivo particolarmente. Beh, la storia si è svelato, Chris è un pedofilo e se sono lì è solamente colpa sua.
Uff, maledetto autista, fa sempre danno!
E che dire di Pitch e Skarah? I due piccioncini se la spassano, eh? Beh, spero per loro che non finisca male eheheheh.
Bando alla ciance, ci vediamo lunedì prossimo. Ah, piccola info di vitale importanza: è possibile che da lunedì prossimo le pubblicazioni si alterneranno tra lunedì/giovedì, ma non sono sicuro. Staremo a vedere.
See you____
   
 
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