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Autore: Bluereddino    17/08/2017    2 recensioni
Un cuore marcio non può essere recuperato, è destinato solo a sbriciolarsi e a divenire cenere. E il cuore di Silver era ormai marcio da tempo.
Sonic x Silver
Genere: Angst, Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Knuckles the Echidna, Shadow the Hedgehog, Silver the Hedgehog, Sonic the Hedgehog
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Sai, Knux, penso che tu sia la persona con cui mi trovo meglio nel gruppo.”. L’echidna aveva spostato lo sguardo da terra verso il suo amico. Lo aveva guardato con un debole sorriso mentre pensava a quella strana affermazione.

“Davvero? Cosa intendi, esattamente?”. Aveva dato un calcio ad un piccolo sasso che i suoi piedi avevano incontrato in mezzo al cammino e lo aveva continuato ad accompagnare avanti, fino a quando non era stato colpito troppo forte per essere recuperato. Era strano che lui e Silver si fossero allontanati dal gruppo da soli, ma Amy gli aveva chiesto cortesemente di poter passare qualche momento in solitudine con il suo eroe blu, e visto che sia Blaze che Shadow avevano deciso di fare i piccioncini -no, non stavano insieme, però davano l'impressione di essere una coppia di anziani sposati-, non aveva avuto altra scelta, se non fare compagnia al porcospino bianco, che di rientrare presto non aveva la più minima intenzione.

Aveva atteso in silenzio la risposta del riccio mentre contemplava quella pietrolina levigata che ancora ballonzolava per la via lastricata in sanpietrini. Si era arrestata dietro un cestino della spazzatura di un colore indefinito, simile al carminio ma quasi completamente sbiadito, e sarebbe anche andato a recuperarla, se il ragazzo che poco prima stava percorrendo i suoi passi non si fosse fermato nel bel mezzo della strada.

“Sei stanco?” aveva chiesto il maggiore notando questo suo gesto. “Ci possiamo sedere in piazza, se non ce la fai più. Tanto non credo che gli altri si sposteranno molto presto dalle loro comode sedie.”. Annuendo lievemente, l’altro si era avvicinato a lui e si erano andati ad accomodare sugli spalti grigi e vuoti della piazza dal cemento rosseggiante.

Il meteorologo aveva previsto temperature altissime, massime da record, ma i due sapevano che ascoltare le previsioni del tempo era come credere all’oroscopo, e questa loro superstizione era stata confermata dai cumulonembi lividi che opacizzavano il sole. 
Sei del pomeriggio di agosto, temperature da fine settembre. Sembrava una cosa pazzesca, ma c’era chi, come Shadow, sosteneva che addirittura avrebbe piovuto e chiunque avesse appiccato il fuoco che aveva consumato la metà della vegetazione nei pressi della collina vicina al paese, sarebbe affogato in una maniera atroce nel fiume, che, secondo i calcoli, con un bel temporale sarebbe andato in piena in pochissimo tempo. Magari lo avrebbe addirittura colpito un fulmine dritto nella testa, perlomeno così si sperava. Allo scuro porcospino piaceva tanto passare del tempo immerso nella natura, e la serie di incendi che avevano colpito la sua amata selva erano stati per lui un colpo al cuore. 
C’era ancora del fumo, un’enorme nuvola bianca e grigiastra ben intravvedibile nella piazzetta e per metà occultata da una grande abitazione dai colori troppo accesi e nauseanti. 

“Stavo dicendo, non so perché, ma io mi rispecchio un pochino in te.” Sul musetto del ragazzo si era dipinto un affettuoso sorriso. “Nemmeno io sono voluto andare all’università.”. 
La settimana precedente, esattamente di martedì, ricordava il ragazzino, proprio al bar e davanti a tutti i suoi amici, Knuckles aveva raccontato una delle sue avventure con quella psicopatica che era sua “madre” (perlomeno lui aveva dedotto che fosse la madre, poiché non la aveva chiamata nemmeno una volta “mamma” o qualcosa di simile, si era semplicemente limitato a riferirsi a lei con il suo nome) in cui lei aveva tentato di rovesciargli addosso dell’olio in ebollizione in cui avrebbe dovuto cuocere delle melanzane per la cena, poiché lui aveva ritirato l’iscrizione all’università compilata da lei poco più di una settimana prima. Fortunatamente l’olio non era finito addosso al ragazzino, se non in parte, e si era invece infranto contro la porta in cui, aveva accennato durante il racconto, era ancora presente una grossa bolla. Aveva palesemente dichiarato che continuare a studiare per lui era l’ennesima perdita di tempo, quindi aveva cercato un lavoro modesto che gli potesse portare perlomeno i soldi per pagare il necessario.

Grazie a questa discussione erano anche risaliti al come facessero Shadow, Sonic e Knuckes a conoscersi: Blu e Rosso avevano vissuto insieme per un brevissimo periodo, ma si erano affezionati l’un l’altro, quindi non avevano troncato i rapporti. Per quanto riguardava Nero, invece, è necessario sapere che l’echidna aveva lavorato, sempre per un corto lasso di tempo, quattro mesi o poco più, come porta pizze per una piccola pizzeria in centro e Shadow era un assiduo frequentatore del bar annesso ad essa. I due si erano ritrovati a discutere parecchie volte, e il riccio scuro aveva chiesto al ragazzo se gli poteva interessare fare un corso di boxe, poiché gli sembrava avere il fisico adatto. Quindi i due avevano iniziato a praticare lo sport insieme e avevano stretto un legame ancora più profondo di quello tra il velocista e l’ex porta pizze.

“Non saprei, Silver, l’università è una cosa che molti evitano.” aveva detto Knuckles mentre scrutava con odio il fumo che continuava ad aumentare dietro l’abitazione. “Credo ci sia qualcos’altro per cui possiamo essere definiti “simili”. Penso che tu sappia anche meglio di me che Blaze non ha ottenuto la sua laurea in medicina e di conseguenza ha lasciato perdere tutto; non è l’unica, anche Shadow ha lasciato gli studi per unirsi all’arma e sono quasi sicuro che Sonic si sia iscritto all’università solo perché gli piace la compagnia, e cosa più importante la mensa. Non deve spendere chissà quanto per il cibo e non deve cucinare. Comodo, no? Probabilmente non ha seguito nemmeno una lezione.”.

“Uhm, si. Hai ragione.” Aveva risposto il riccio grattandosi la nuca in imbarazzo. “Qualcosa per cui siamo affini? Sport direi proprio di no…” si era detto scrutando con un po’ di invidia i bicipiti del ragazzo.

“Non saprei cosa dirti. I voti? Non sono mai stato chissà quale genio, ma considerando che non sono mai stato spronato ad impegnarmi…”

“Oh, no. Io avevo dei voti parecchio buoni nella mia pagella. Non per vantarmi, ma la mia media era sempre sul nove!”. Il compagno lo aveva scrutato strabuzzando gli occhi.

“Sei serio?! Aspetta, ma tu non ci hai detto perché hai lasciato tutto. Si, io non so praticamente niente su di te.”

“Semplicemente perché, come te, non ho avuto i giusti stimoli. I miei famigliari erano… pesanti. Quando ero piccolo, volevano il massimo da me, a tutti i costi, e io mi sentivo pressato da tutte le loro richieste. Alle medie tutti mi odiavano perché mi vantavo sempre di quanto fossi intelligente, cosa che mi aveva inculcato mia madre, quindi non ho mai avuto un vero amico, nemmeno durante i primi anni alle superiori. Prima che io riuscissi a costruire una mia personale coscienza e iniziassi ad agire con le mie sole forze, sono stato picchiato parecchie volte. Nulla di grave, eh! Mi è tutto servito per rendermi conto del fatto che la vita non va sempre come la programmi, o come, nel mio caso, lo facciano gli altri per te. Fatto sta che i miei volevano che io facessi l’avvocato o comunque un buon lavoro per tenere alto il nome della famiglia. Mi ci vedi a fare l’avvocato?”. Knuckles era scoppiato in una fragorosa risata.

“Certo, un ragazzo pigro come te a stare tutto il giorno al lavoro! Perché non hai studiato ingegneria aerospaziale?!”

“Non sono così pigro!” aveva detto sarcasticamente “Comunque ho finito le superiori contro la mia volontà. Avrei mollato il tutto molto prima, se non fosse stato per mia madre e mio fratello. Venice è diventato un imprenditore, un maledetto imprenditore! Lui ha i soldi e tutto ciò che desidera, e credo volesse lo stesso anche per me, però non è assolutamente ciò che volevo io dalla vita. Mi sarebbe bastato qualcuno che mi potesse capire, e parlo di una persona vera, non il mio amico immaginario. Con un fratello del genere si aspettavano che io facessi perlomeno il notaio, ma, sul serio, avrei preferito fare il monaco di clausura. Eppure quello stronzo continuava a dirmi che era un mio dovere, che stavo portando tutti in basso… quando ho abbandonato l’università, mi hanno lasciato le chiavi della casa di mia nonna defunta e mi ci hanno mandato a calci in culo. Ringrazio solo di aver rincontrato Blaze, ma credo proprio che questa parte tu la sappia già.”.

“Si, si, mi ha parlato del fatto che tu la ospiti, che siete amici d’infanzia, eccetera. Wow, a questo punto non rimpiango la mia condizione.” aveva dichiarato allisciando le fastidiose pieghe della maglia nera che indossava. “Alla mia famiglia adottiva non importava un tubo di cosa avrei fatto, cio che contava veramente era che sloggiassi da casa loro il prima possibile. Poi la gente si chiede perché sono un ex-teppista!”.
Il riccio bianco non pensava che avesse avuto anche lui una brutta infanzia, sembrava tutt’altro che segnato da orribili esperienze. Contrariamente a quanto Silver era riuscito a ottenere durante i suoi ventitré anni di vita, il maggiore non aveva avuto alcun problema a fare amicizia con ragazzi e ragazze, mentre lui aveva avuto solo Blaze fino ad un mese prima. 
Aveva scoperto che, oltre a lui, esistevano anche altre persone con dei problemi interiori, e si era sentito molto meno solo: Knuckles aveva avuto i suoi problemi in famiglia ed era riuscito a sconfiggere l’oppressione, mentre Shadow aveva messo da parte la sua timidezza e il suo autoimposto asocialismo ed era riuscito a farsi apprezzare per il suo cuore tenero nascosto in quel duro guscio che piano piano si stava aprendo. Sicuramente anche gli altri avevano qualche bella storia da raccontare, ma sarebbe stata questione di qualche tempo, prima di conoscere il passato di ogni ragazzo del gruppo, compresa Blaze, che, nonostante fosse la sua coinquilina, non si esprimeva molto con lui. Non poteva lamentarsi tanto, sapeva già tante cose riguardanti i suoi nuovi amici e avevano trascorso insieme poco più di due settimane.

Unirsi a quei ragazzi era stato per lui un grandissimo mutamento: andava a passeggiare, si teneva più in ordine, faceva un po’ di attività fisica –si, camminava, è una grande cosa anche quella!-, riusciva a intrattenere delle vere conversazioni con degli esseri in carne ed ossa e non con il vento. Certamente, aveva continuato a discutere per conto suo, ma pareva quasi che tutta la necessità di trattenersi ore e ore a riflettere sul terrazzo fosse svanita, magari anche a causa del braccio rotto, che anche in quel momento era troppo dolente per poter tentare anche un lieve movimento.

“Quei bastardi hanno fatto un bel macello anche questa volta.” Aveva affermato Knuckles scrutando con disprezzo i vapori densi prodotti dal fuoco lontano e distraendo l'amico dei suoi pensieri.

“Che odio, però.” Aveva sussurrato Silver alzando lo sguardo al cielo. “Davvero non capisco.”

“Cosa?”

“Perché ci sia così tanta feccia che cammina, in questo mondo. Guardati attorno, pensa al tuo passato. Perché diamine devono esistere persone che rovinano la vita altrui in questa maniera? Io ho portato una maschera per tutta la vita, mi hanno cucito addosso dei pezzi che non mi appartengono!”.

“Il mondo è così, Silver. A volte mi chiedo se per caso sono nato solo per soffrire. Poi penso a tutte le cose belle che ho e il lerciume mi sembra molto meno puzzolente.”.

“Mi piacerebbe davvero sapere come fai a ignorare tutto il male che ti hanno fatto le persone! Io soffro tantissimo dentro di me, non riesco a pensare a molto altro, se non ai miei genitori e a mio fratello.”

“Tu hai fatto male, anzi malissimo, a rinchiuderti in casa per così tanto tempo e a trattenere le tue emozioni. Ora devi imparare a ragionare pensando che tutto ciò che hai vissuto ti servirà come lezione per conoscere quali sono gli errori da non fare sulle altre persone." Aveva emesso un lungo sospiro "Ognuno di noi dentro ha del buio, tutti abbiamo una personalità nascosta. Ho sbattuto il muso talmente tante volte che ormai non mi fa più male, ma nel mio interiore so che non riuscirei mai a tornare a vivere con i miei genitori adottivi, impazzirei. Basta farsene una ragione, se l’errore non è tuo non ti puoi continuare a dare la colpa.". Vi era stata una breve pausa di silenzio, poi il porcospino aveva cambiato tema:

“Shadow deve essere furioso.”

“Questa mattina è andato ad aiutare a spegnere un altro incendio vicino a delle case. Non aprire bocca sulla faccenda, ma sono quasi sicuro di averlo visto in lacrime.” Aveva ribattuto sospirando.

“Poverino, so quanto tiene alla natura.”

“É semplicemente uno dei motivi per cui non ha ancora fatto esplodere il pianeta.” Aveva aggiunto Knuckles con finta aria di sufficienza, mettendosi su due piedi e aiutando il compagno a fare altrettanto. Per qualche momento il minore si era immaginato Shadow ribollire di rabbia, comandare ad un satellite di  distruggere l’intera umanità e farsi una grossa risata con quel suo vocione inquietante. Non si era ancora abituato al suo timbro sexy e critico.

“Comunque ricordati sempre che, se hai bisogno di un amico a cui chiedere consigli o confidarti, io ci sono.” Aveva aggiunto dando un buffetto affettuoso al nasino nero del riccio, che si era messo a ridere contento. Gli faceva piacere avere qualcuno a cui confidare i suoi segreti, qualcuno che non fosse la sua coscienza parlante. Aveva ringraziato, ancora sorridendo.

“Dai, Knux, torniamo al bar, o quell’imbecille di Sonic sospetterà che stiamo facendo qualcosa di sconcio.”

Ti stai davvero fidando di lui?

 
   
 
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