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Autore: Bluereddino    17/08/2017    3 recensioni
Un cuore marcio non può essere recuperato, è destinato solo a sbriciolarsi e a divenire cenere. E il cuore di Silver era ormai marcio da tempo.
Sonic x Silver
Genere: Angst, Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Knuckles the Echidna, Shadow the Hedgehog, Silver the Hedgehog, Sonic the Hedgehog
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Silver era disteso sulle sporche piastrelle del suo terrazzo. Scrutava lo scuro manto imbrattato di minuscoli puntini luccicanti che lo sovrastava, una fresca brezza che gli andava a gelare il piccolo naso nero. Inusualmente, era ancora sveglio nonostante il suo orologio segnasse le quattro del mattino; non era un orario contemplato nella sua tabella di marcia, teoricamente doveva essere uno dei pochi momenti di riposo che si poteva concedere dall'incontrare gli amici e il riflettere. Era proprio quest'ultimo, la sua occupazione: stava pensando a quanto accaduto poche ore prima.

....


La macchina di Shadow era già in moto quando lui e Sonic avevano varcato l'uscita del locale. Vi si era diretto, pronto a affrontare un silenzioso e imbarazzante viaggio, ma nel sedile accanto al guidatore vi era Knuckles, il quale, con fare serio, stava rimproverando l'altro per chissà quale faccenda personale.

"Knux, vuoi andare tu con Shadow?" aveva chiesto timidamente, tentando di farsi notare e prendere in considerazione nel bel mezzo dell'ennesimo litigio della serata. L'echidna era sbiancato di colpo non appena aveva sentito la sua voce graffiata alle sue spalle. Si era girato lentamente, costruendo nel contempo un forzato sorriso, che appariva quasi disturbante. Non era di certo il suo classico ghigno sicuro di sé e anche il tono di voce era più sommesso:

"M-mi faresti un grande piacere, se andassi in macchina con..." aveva deglutito "Sonic."

"Oh, va bene allora." Aveva risposto l'altro, stranito. Prima di lasciare i due ragazzi da soli, aveva salutato Shadow, che aveva mugolato un debole 'Perdonami'. Era ancora in pensiero per quanto successo prima? Caspita, non immaginava che potesse farsi così irrequieto così per una simile idiozia. Aveva camminato lentamente verso la porzione d'asfalto su cui era parcheggiata l'auto del riccio blu, una ben più modesta macchina rispetto a quella sportiva del riccio rivale. Non era tenuta male, per carità, ma il distacco era più che evidente. Certamente erano entrambe in migliori condizioni della sua personale automobile, ma era da considerarsi normale, valutando che lui non sfiorava un volante da più di due anni.

"Ragazzi, oggi torno a casa con voi." Aveva esclamato raggiante una volta arrivato davanti agli altri, i quali sostavano sullo stesso muretto su cui poche ore prima lui e Shadow avevano incontrato il ragazzo dal pelo rosso.

"Oh, come mai? Shadow è ancora arrabbiato?" aveva chiesto Amy.

"No, vuole semplicemente accompagnare Knuckles, credo.".

Avevano iniziato a conversare tutti insieme, fino a quando l'autista che li avrebbe dovuti portare ognuno a casa sua, non li aveva incitati a salire sul mezzo:

"Non vorrei addormentarmi in autostrada." Aveva riso prendendo posto. L'altra auto era sparita già da parecchi minuti.

Silver era piuttosto tranquillo, nonostante la situazione in cui era rimasto coinvolto e soprattutto quel curioso bacio. Aveva deciso di non far notare il suo stato emozionale interiore, soprattutto perché se Sonic aveva scelto di baciarlo in bagno, lontano da tutti, probabilmente era perché non voleva che gli altri scoprissero che tra loro ci fosse qualcosa, non subito, perlomeno. Avrebbe avuto tutta la notte, il giorno seguente e chissà quanto tempo ancora, per realizzare la veridicità di quel bacio e soprattutto per comprendere cosa il riccio blu provasse nei suoi confronti.

Nessuno, durante tutto il tragitto, aveva notato il raccapricciante sorriso dipinto sul suo musetto.

....

"Bene." aveva sussurrato tra sé e sé, compiacendosi del ricordo di quel sfiorarsi di labbra con l'altro ragazzo. "Silver, sembra proprio che tu abbia fatto colpo! Non ti aspettavi di stregare qualcuno così in fretta, uh?"

"Non lo so... questa storia non mi convince.". Eccola, era tornata. La coscienza.

La sua coscienza aveva una vita propria, così gli piaceva descrivere la sua funzionalità. Aveva una sua voce e dei suoi pensieri, puntualmente adibiti al reparto 'Sfascia sogni' del suo cervello. Questa sua entità interiore non era proprio l'essere più simpatico in circolazione e faceva capolino quando più ne aveva piacere, generalmente quando il padrone della mente aveva qualche pensiero positivo, o comunque un buon tema su cui riflettere. Qualche volta dava dei buoni consigli, altre volte erano causa di solitudine e rimorsi, generalmente un misto dei due:

"Non credi che fumare sia sbagliato, Silver? Immagina quale cosa orribile, il cancro ai polmoni. Io, al posto tuo, preferirei non avere un buco nella trachea. Solo perché i tuoi compagni lo fanno, non significa che siano più forti di te."

"Vedi com'è malvagio il mondo? Nessuno ti ama incondizionatamente, questo te lo devi mettere bene in testa. Perché avere delle persone che ti stanno attorno solo per ciò che possiedi, quando hai me?"

"Silver, Silver, Silver. Non ti sei stancato di Venice e delle sue idiozie? Desideri lavorare fino alla morte? Nossignore! Allora vai da lui e digli che entro una settimana ti ritirerai dall'università. Perderai un falso amico e otterrai la libertà."

"Hai imparato la lezione, ora? Ogni volta la stessa storia, se non torni a casa con un occhio tumefatto, non sei felice. Ascoltami per una volta, tu ti devi ISOLARE."

Qualche volta, la sua simpaticissima coscienza, era stata in grado di provocargli anche qualche sgradevole allucinazione. Un esempio? Le ombre e le voci dell'immaginario inseguimento sul tetto. Era tutto un addestramento mirato ad allenare la mente del ragazzino, in modo che fosse pronto ad ogni situazione.

"Sto arrivando, Silver..."

La coscienza conosceva il futuro? Ovviamente no, e proprio per questo molti dei suoi ragionamenti portavano l'altro a fare delle cose di cui abitualmente si andava a pentire, come il braccio rotto, che gli continuava a dare fastidio, nonostante ora fosse guarito quasi completamente. Quell'esperienza era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, per Silver.

"Cosa vuoi, adesso?" aveva chiesto sbuffando pesantemente.

"Non mi vorrai davvero dire che prenderai sul serio quel bacio!" lo aveva sgridato come fa una madre con il proprio bambino disubbidiente.

Come da immaginarsi, la voce nelle sue cervella continuava a ripetere che i nuovi amici erano dei falsi traditori, che in realtà nessuno desiderava sul serio la sua compagnia. Cosa aveva fatto, il ragazzo, riguardo queste opinioni? Giustamente le aveva inscatolate nel dimenticatoio. Ogni tanto qualcuna fuoriusciva dal suo angolo angusto, ma prontamente lui la reimmergeva nel buio.

"Potresti smettere di rovinare sempre qualsiasi cosa io faccia? Sono ancora arrabbiato con te per la caduta dal tetto. All'inizio non avevo realizzato che fosse colpa tua, ma ora che me ne sono reso conto..." L'altro si era limitato a ridacchiare compiaciuto "Ammettilo, hai avuto paura, è per questo che non ti sei fatto vivo per tutto il mese." Aveva concluso il riccio incrociando le braccia al petto.

"Oh, Silver, ma io sono sempre con te. Sai bene che siamo una cosa sola, altrimenti chi ti ricorderebbe le tue bustine di zucchero nel caffè? Guarda che i dubbi sulla lealtà di tutti quei tuoi amichetti te li faccio venire io, tu non ci arrivi da solo, a pensare che sia tutta una messa in scena."

"Puoi fare il simpatico quanto ti pare, ma questo con cambierà il fatto che c'è un abisso tra i nostri modi di pensare e reagire alle cose." Aveva risposto scocciato.

"Ed è proprio per questo che siamo uniti: faresti cose troppo stupide, se tu agissi con il tuo solo cervello. Ora staresti ancora tra le braccia della mamma a piagnucolare, perché fare l'avvocato è un lavoro troppo pensate per te.". Il riccio si era ammutolito. Ogni volta, la sua coscienza trovava un modo per farsi ascoltare.

"Dai, dimmi cosa c'era di male in quel bacio." Lo aveva incitato.

"Niente di che, semplicemente che un normale mobiano non chiede scusa con un bacio."

"Appunto." Aveva ribattuto soddisfatto "Sono quasi certo che sia innamorato di me."

"Sii ragionevole." Aveva insistito "Non vi conoscete a fondo, non sai nemmeno se gli piacciono i ragazzi. Magari lo ha fatto per puro divertimento personale."

"Sai cosa?" lo aveva sfidato il ragazzo "Ti voglio provare che sia omosessuale. Ora andrò a svegliare Blaze!"

"Perché non aspetti a domani? Sarà sicuramente stanca, e domani deve andare a lavorare."

"Provarti che hai torto è più importante." Aveva risposto fiero, mentre apriva al porta in PVC che conduceva alle scale.

"Ma cosa ti consiglio a fare? Tanto fai sempre di testa tua..."

"Blaze!" aveva gridato Silver correndo verso la stanza della gatta che, appena aperti gli occhi, gli aveva ringhiato in faccia.

"Ma sei stupido?! Perché stai urlando?" poi lo aveva fulminato con lo sguardo, notando l'orario scritto nella sua sveglia sul comodino: le quattro e un quarto. "Perché cazzo mi hai svegliata?!"

"Ecco..." forse avrebbe dovuto considerare meglio quali azioni svolgere e in quale tempo, ma ormai era troppo tardi per tornare indietro. "Non riesco a dormire."

"Non me ne può importare di meno se TU non riesci a dormire! Tra due ore inizia il mio turno al discount e non mi lasci riposare nemmeno le sei ore che mi spettano?! Vai al diavolo!". Si era girata, arrotolandosi nel suo lenzuolo.

"B-Blaze, ti prometto che non lo farò più, però ascoltami..." aveva riprovato toccandole la spalla. Ancora una volta lei lo aveva guardato, perdendosi nei suoi occhi. Si conoscevano da quasi vent'anni, e ancora non aveva imparato a dire di no a quel faccino adorabile che continuava a riproporsi ogni volta che osservava il coinquilino. Patetica.

"Dimmi." E poco prima che lui potesse aprire bocca aveva aggiunto "Qualsiasi cosa sia, sappi che come punizione per avermi svegliata, dovrai fare i conti delle ricevute, intesi?"

"Si, mamma." Aveva risposto emulando la voce di uno di quei bambini viziati che a volte appaiono nelle pubblicità. Dopo essersi messa a sedere sul materasso, la ragazza aveva fatto cenno anche a lui di accomodarsi, così avevano potuto iniziare la loro discussione:

"Si tratta di Tails." Aveva iniziato prendendo un bel respiro.

"Tails?" aveva chiesto con sgomento "Conosci Tails?"

"No, ed è proprio questo il punto. Non ho la più pallida idea di chi sia, l'ho sentito nominare prima da Shadow. Sonic non è sembrato felicissimo di sentire quel nome."

"Ti sbagli, Sonic e Tails sono grandissimi amici. È un nostro vecchio compagno di avventure, ma in questo periodo sta studiando tantissimo, sicuramente molto più di Amy o Sonic stesso. Prende la scuola molto, molto seriamente."

"Un nerd, insomma." Aveva concluso.

"Si, un nerd. Sarò sincera con te, ho conosciuto ben poche persone con un QI del genere. Se la cava un po' in tutti i campi, è un mostro dell'ingegneria meccanica e mi ha detto che ha intenzione di entrare nell'aviazione, appena avrà finito l'università. Volare con i Tornado è uno dei suoi sogni nel cassetto."

"Capisco. Però ancora non riesco a comprendere perché, se sono amici, Sonic sia rimasto urtato nel sentirlo nominare."

"Non è Tails, il problema. È ciò che c'è stato tra di loro. Forse non dovrei dirtelo io, ma chiederlo al diretto interessato è un'idea ancora peggiore." aveva preso a osservare le piastrelle color pesca sotto i suoi piedi, mentre tentava di trovare le parole giuste. Con tutta sincerità, non erano affari di Silver, quindi l'idea migliore sarebbe stata riassumere il tutto molto vagamente, in maniera tale che entrambi potessero prolungare il loro sonno il prima possibile e evitando che l'altro si immischiasse in affari non propri. Non avrebbe risposto a nessuna domanda scomoda, quello era poco, ma sicuro. 
"In parole spicce, i due stavano insieme, solo che qualcuno ha rovinato la magia dei loro momenti e hanno iniziato a litigare per nulla. Se non fosse stato per me, forse non avremo mai più rivisto nessuno dei due.".

"Wo! Quindi Sonic stava con un ragazzo?!"

"Già. Dai, ho bisogno di dormire ancora un po', vai a coricarti." Lo aveva incitato la gatta tornano in posizione supina. "Buonanotte."

"Buonanotte!" la aveva salutata allegramente lui, dirigendosi frettolosamente nella postazione predefinita per rispondere alle accuse della sua coscienza.

"Uno a zero per me!" aveva esultato.

"Già, già." Aveva risposto con noncuranza la voce interiore. "L'importante è crederci. Controlla il cellulare, ti è arrivato un messaggio." Aveva interrotto la sua piccola danza di esultanza. Chi poteva aver mandato un sms a quell'ora tarda?

"Ciao Silver, vediamoci domani alle 18.00. Passo io a prenderti. Firmato, Shadow." Aveva letto con fare canzonatorio mentre il porcospino continuava a fissare quei caratteri neri, sempre più confuso. Che fosse ancora scocciato per il giorno prima? E pensare che il riccio bianco credeva che fosse Amy la ragazza più ossessiva del gruppo. Il fatto che fosse sveglio anche Shadow non doveva essere sottovalutato assolutamente, poteva essere successo qualcos'altro, oltre al litigio, e ne era la possibile conferma il fatto che avesse scelto di accompagnare a casa l'echidna, e non lui.

"Uno pari."

 
   
 
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