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Autore: Nirvana_04    19/08/2017    3 recensioni
SPIN-OFF DE "IL TREDICESIMO RE"
Un racconto rubato al vento, sui Campi Eliòpei.
Bastian ha solo dieci anni quando è costretto a trasferirsi ad Aproeb. La città, sita tra il verde delle colline e il blu del mare, è troppo delicata per chi è cresciuto a Velenia; ma un incontro inaspettato cambierà le sorti del giovane Spettro e quelle delle persone che intrecceranno il proprio cammino al suo.
Genere: Drammatico, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Racconti del Veto'
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Bastian avrebbe tanto voluto strapparla, quella stupida lettera. Erano ordini diretti e precisi: il suo plotone era stato assegnato alle Cuspidi. E Miva ne faceva maledettamente parte. Lo aveva chiesto lui, perché pensava a una posizione in seconda linea, ma adesso… era tutto sbagliato.
Strapazzò la pergamena, la strappò e poi lasciò che i pezzi si spargessero tra le spire di vento. Che le correnti le portassero lontano, verso il luogo dannato a cui appartenevano! Sapeva che aveva osato troppo, lo aveva saputo nel momento in cui si era intestardito a vivere senza le sue credenze, rinnegando il potere del Volor. Aveva sfidato l'Agabar come se fosse stato un suo pari, e adesso ne pagava il fio. E Miva con lui.
Affondò la testa tra le ginocchia e, dopo non ricordava più quanto tempo, pregò. Invocò i Portoni e la loro grigia ombra, s'appellò all'unico Dio che concedeva tanto quanto meritava ciò che si nascondeva nell'animo dell'uomo che lo implorava. Per un attimo esitò: era più debole di quello che aveva decantato nei suoi sogni, adesso lo sapeva. Sarebbe stato abbastanza? Con la presenza del padre al suo fianco, Bastian sfidò lo sguardo della divinità, resse il peso del suo unico Occhio, troppo presto perché affrontasse quello sito sulla sua nuca – quello che consolava i morti. Con la forza della disperazione e dell'ardimento, fece la sua richiesta. Poi tese le orecchie, prima di ricordarsi che, se il Guardiano gli avesse risposto, lui non lo avrebbe sentito: non c'era mare ad Aproeb.
Riaprì gli occhi, e due occhi scuri lo trafissero, impalandolo. A Bastian parve di precipitare in quella disperazione trattenuta.
«Miva!» esclamò allarmato. «Non ti ho sentita arrivare.»
La ragazza rimase rigida, in silenzio, a guardare il suo viso come se lo vedesse per la prima volta. Sicuramente aveva scoperto qual era la loro destinazione; forse incolpava lui per averla condotta davanti all'Agabar. «Una donna non dovrebbe impugnare il ferro» aveva detto la madre di lei quando aveva scoperto l'intenzione della figlia, «poi come fa a cullare i propri figli senza insozzarli?» Bastian era rimasto sconcertato da quel pensiero. Adesso avrebbe tanto voluto non dover reggere quell'onta. Avere bisogno che una donna combatta è una vergogna che il nostro popolo si porterà addosso per molti anni. D'altronde, aveva iniziato a pensare che non avrebbero mai visto la fine di quell'orrore, e che non ci sarebbe stata mai una scelta diversa da quella. Ma non lei, pensò disperato.
«Stai bene?» la sentì sussurrare con un filo di voce.
Se non fosse stato recettivo verso ogni suo gesto o accenno, il vento avrebbe portato via quell'alito senza che lui lo potesse assaporare. Ormai ogni attimo vissuto insieme era prezioso. Maledetto vento!, bestemmiò: tra quelle colline era sempre così.
Annuì per farsi forza. «Certo.» Cosa poteva dirle per aiutarla? I suoi occhi vagarono sulle distese di eliotropi. «Sono belli, non è vero?»
Miva si sedette al suo fianco, con un sorriso che aveva la forza di schernirlo. «Bravo! Lo hai scoperto anche tu?»
«Una volta, una bambina aveva provato a mettermi a parte del segreto, ma non ero pronto per vedere.»
«Pensi che al Volor piacerebbero sulla sua scogliera?»
«No» rispose deciso, poi sorrise nella sua direzione. «Però potresti sfidarlo. Saresti capace di vincere.»
Miva si rattristò un po'. «Non lo so, Bastian. Sono anni che combattiamo contro l'Agabar, e lui continua a tenerci sotto scacco. Forse non possiamo battere gli Dei.»
«Questa non è una lotta contro Dei, ma tra le loro creature. Agabar è un Dio iracondo e orgoglioso. Il Guardiano, invece, premia sempre il più coraggioso.»
«Allora non ho abbastanza coraggio per affrontarlo. Non posso vincere contro un Dio» riformulò la sua constatazione.
Bastian fece scorrere lo sguardo verso la cima della collina e indicò il punto più a monte. «La prima volta che ti vidi eri lassù.»
«Me lo ricordo.»
«No, non puoi» la contraddisse. Sentì il proprio viso andare a fuoco ma continuò, un po' in imbarazzo. «Ero appena giunto da Velenia, mia madre stava sistemando la nostra nuova casa. Ricordo che non smetteva di piangere e parlare. Sono scappato di casa e ho iniziato a correre, sperando di raggiungere la mia città. Invece finì ai piedi di questa collina, e tu stavi risalendo il pendio sfidando la forza del vento. Le raffiche erano talmente forti che ti rispingevano indietro, ma tu non mollasti.» Le strinse una mano. «Non importa se non vedi il nemico, l'importante è che ricordi dov'è il tuo cuore, che ricordi per cosa è giusto combattere.» Aprì la mano e vi posò sopra un germoglio di eliotropio. «Il cielo tornerà azzurro, Miva. Per il momento porta questo con te. E non dimenticare: il primo raggio è verde come la speranza.» Rimasero in silenzio per un po', mentre Miva respirava il profumo della sua terra. Era delicatezza e forza allo stesso tempo. «Sai, ho sempre odiato questo posto. Era debole, pacifico, troppo tranquillo. C'è troppo silenzio. Voi continuate a coltivare i frutteti e a raccogliere fiori da campo» fece una smorfia. «Solo adesso capisco che il vostro è coraggio.» Si voltò a sostenere i suoi occhi, vide di nuovo le fiamme ballare in essi. «Ci vuole coraggio per coltivare la bellezza. Ci vuole coraggio per salvare. E anche questa è guerra. E il Volor la premierà.»
Miva annuì e si sporse per baciarlo, poi tornò a guardarlo come se lo vedesse per la prima volta. Bastian resse confuso il suo sguardo, studiò il modo in cui ella scartabellava i suoi lineamenti e si scoprì a fare lo stesso con lei. Sorrise, un vuoto nel petto che si empiva di nostalgici ricordi e paure e diversi tipi di coraggio. Li avrebbero affrontati insieme, trovando forza l'uno nell'altra. Bastian spalancò gli occhi e s'impresse la sua immagine a fuoco nella mente, così come stava facendo lei per prepararsi all'inferno. L'avrebbe portata nel cuore, insieme alla fiammella di speranza che brillava di nuovo nel suo petto.


 
 
N.d.A

Eccomi con il capitolo più corto: il terzultimo!
Spero che quello precedente vi abbia riempito gli occhi di gioia, perché da qui in poi si cadrà nel tipico vortice che permea la storia de "Il Tredicesimo Re".

Qualunque considerazione sui fatti e sulla trama, dubbi o richieste, preferenze e ogni sorta di pensiero... non vedo l'ora di scoprire ciò che pensate^^
Prossimo aggiornamento: 28 Agosto
   
 
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