Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: rocchi68    19/08/2017    5 recensioni
“La giovinezza è sia una bugia, che un male. Quelli che elogiano la giovinezza stanno solo ingannando se stessi e chi gli sta vicino. Credono che quelli che gli stanno attorno approvino sempre gli atti che compiono.
Usando la parola giovinezza, loro alterano e stravolgono il buonsenso e qualsiasi cosa ci sia di logico.
Per loro bugie, segreti, peccati e insuccessi non fanno altro che aggiungere pepe alla loro giovinezza.
Se il fallimento è il simbolo dell’essere giovani come dicono, allora qualcuno che non è riuscito a farsi degli amici dovrebbe essere all’apice della sua giovinezza, giusto?
Ma di certo, nessuno di loro lo ammetterebbe mai perché tutto deve andare come più gli torna comodo.
Per concludere: gli idioti che si godono la loro gioventù dovrebbero suicidarsi”.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Scott, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciò che Scott credeva possibile, non era nemmeno lontanamente reale.
Di certo non si aspettava che il club potesse rinascere, né che la pubblicità facesse miracoli e catturasse sprovveduti a grappoli.
Scott, quando era entrato quel pomeriggio nell’aula, aveva trovato solo un’allegra Dawn intenta a leggere e non c’era nulla che lasciasse presagire una svolta inaspettata per quella giornata.
Anche se la sua previsione finale sul padre di Dawn non era stata totalmente infondata.
Con la rinascita famigliare, anche il carattere della compagna ne aveva beneficiato. Si era riavvicinata alle ragazze della sua classe e della scuola e questo per il rosso avrebbe sancito l’inizio dei suoi guai.
Lui sapeva che per attirare qualcuno in trappola era sufficiente descrivere meravigliosamente un posto che, al contrario, era un Inferno.
E Dawn con le sue belle parole e promesse aveva ridato nuova linfa al club di Volontariato.
Tappezzare l’intera scuola con qualche fascicolo o poster non sarebbe stato altrettanto convincente, quanto spargere la voce.
Il miracolo che aveva attuato, era passato di classe in classe e per la Presidentessa non fu una sorpresa, quando sentì bussare verso le 15.
“Chissà chi è.”
“Non ci resta che invitarla ad entrare.” Borbottò Dawn, appoggiando il libro sul tavolo e pregando lo sconosciuto di farsi avanti.
Scott in quei pochi secondi che gli restavano di pausa si era chiesto chi potesse essere lo sfigato che aveva bisogno di loro.
Nel suo immaginario vedeva il volto magro di un ragazzino di prima preoccupato per il suo aspetto e con dei brufoli più grandi della faccia.
Di certo non si aspettava che il mostro che aveva delineato nella sua mente fosse una ragazza come tante.
Non era un angelo sceso in Terra, come quelle della sezione F, ma era passabile.
I suoi occhi, neri come il petrolio, avevano una lieve nota d’impazienza e sembrava stesse convincendosi che quella era l’unica soluzione per sistemare il suo problema.
“Mi hanno detto che potete aiutarmi con una piccola questione che mi sta a cuore.”
“Certamente.” Sorrise Dawn, invitandola a sedersi vicino a lei, mentre Scott veniva snobbato e sospirava infastidito.
“Non riguarderà l’amore voglio sperare.” Sbottò il rosso, facendo sobbalzare la neo arrivata.
“Non ascoltarlo, Carrie.”
“Come fai a conoscerla?” Chiese Scott, studiando con attenzione la ragazza.
“Lei è Carrie Cheney e si è classificata terza nell’ultimo esame scolastico.”
“Se mi conosci, riusciremo a guadagnare tempo.” Riprese la giovane con un sorriso appena accennato.
“Lei conosce tutti i ragazzi di questa scuola.” Borbottò il rosso.
“Purtroppo non tutti.” Ribatté Dawn.
“Davvero?”
“Non ti conosco ancora a sufficienza per i miei gusti.” Ammise, facendolo annuire debolmente.
“E questo dovrebbe consolarmi?” Domandò il giovane, aspettandosi una reazione piccata da parte di Dawn
“Percepisco del sarcasmo.”
“Pensavo non sapessi cosa fosse il sarcasmo.”
La ragazza non ebbe modo di controbattere che Carrie applaudì per attirare tutta l’attenzione verso di sé.
“Questo club sembra molto divertente.”
“Io sono costretto a stare qui e non lo vedo questo grande divertimento.” Borbottò Scott, ripensando a cosa avesse fatto di male per meritarsi quell’ingiusta punizione che Chris gli aveva affibbiato.
“Anche se non ho ancora capito chi sei.” Continuò Carrie.
“Fottiti, puttana.” Bisbigliò il rosso, facendola infuriare.
Tutt’attorno a lei sembrava esserci un’aura maligna e anche lo sguardo infastidito di Dawn, gli aveva fatto capire d’aver esagerato.
Anche se ad essere sinceri era stata l’ospite a cominciare con una verità orribile che conosceva bene e che avrebbe sempre cercato d’evitare.
Non perché temesse di non sentirsi adatto, ma solo per non perdere tempo con delle riflessioni superflue.
“Cosa? Chi hai chiamato puttana? Sono ancora...”
“Vergine?” Chiese il ragazzo con un ghigno strafottente.
“Non è poi una cosa così importante alla nostra età.” S’intromise Dawn, cercando di venire incontro ad entrambi.
“Cosa stai dicendo? Questo è il mio quarto anno e sarebbe molto imbarazzante.”
“Provi imbarazzo per nulla.” Ribatté nuovamente Dawn, prendendo le difese di Scott.
“Ma io…”
“Imbarazzante? Se non lo fosse saresti una vera puttana.” Intervenne il rosso, rigirando il coltello nella piaga.
“L’hai detto di nuovo. Non posso credere che tu vada in giro ad offendere le persone. Sei solo un verme.”
“Che nesso ha il fatto che ti chiamo puttana con l’essere un verme? E non darmi mai più del verme, puttana.”
“Sei il ragazzo peggiore che abbia mai conosciuto.” Sbottò Carrie, facendo sorridere Scott che si beava di quelle offese.
“Faccio del mio peggio.”
 
Quel vivace battibecco a cui aveva assistito, era stata sufficiente a Dawn per conoscere meglio i problemi che infastidivano Scott.
Con alcune persone tendeva ad essere crudele. Se ne usciva con delle frasi che facevano infuriare le persone  e che lo spingevano a essere ignorato e snobbato dalla comunità.
Se fosse stato un po’ più dolce e scherzoso non avrebbe avuto simili problemi.
Tuttavia non era solo questo.
Lui non l’aveva mai offesa più di tanto e, quindi, doveva pur significare qualcosa.
Forse temeva le conseguenze oppure non aveva nulla da ridire in quanto il suo carattere mite e poco vendicativo si conciliava alla perfezione con il suo.
Dalla sua analisi gli sembrava sempre teso e impegnato a tenere un certo tipo di comportamento che tendeva a sfiancarlo.
Per Dawn era chiaro che Scott non fosse mai naturale e che quel comportamento fosse deleterio oltre che per la sua testa anche per il club che esisteva solamente per aiutare la comunità.
Dawn non voleva pensare che lui potesse essere così egoista da desiderare solamente di fare una cattiva impressione per poi sperare che Carrie, una volta risolto il problema, sparlasse delle loro attività, distruggendo quella poca pubblicità positiva che aveva messo in giro.
I suoi sforzi per risollevare il club sarebbero stati vani e quel mese di riabilitazione su Scott non avrebbero sortito alcun effetto significativo.
“Spiegatemi perché devo aiutarvi a cucinare dei biscotti.” Sospirò il ragazzo, sedendosi su una sedia dell’aula dedicata ai lavori domestici.
“Perché abbiamo bisogno dell’opinione schietta di uno come te.”
“Vuoi forse dirmi, Dawn, che sono importante?” Ridacchiò Scott.
“Se non ti secca Carrie, potresti ripetergli quale problema devi risolvere?” Sviò Dawn, evitando di rispondere.
“Mi piace un ragazzo e voglio fare qualcosa di carino per lui.” Arrossì la giovane, vergognandosi per quella faccenda privata.
“Stai parlando del capitano di basket?” Chiese il rosso, facendole voltare di scatto nella sua direzione.
“Come…come lo sai?” Balbettò Carrie confusa.
“Lo spirito d’osservazione non mi manca.”
“Quindi sarebbe Devin.” Intervenne Dawn, sorridendo nel conoscere l’identità del ragazzo cui Carrie era interessata.
“Potete aiutarmi?” Chiese, arrossendo vistosamente.
“Credevo che voi ragazze foste brave in cucina.”
“Carrie non si fida delle sue capacità e vorrebbe che noi l’aiutassimo.” S’intromise Dawn, ribattendo al pensiero di Scott.
“Perché non l’hai chiesto ai tuoi amici?” Domandò il giovane, grattandosi la testa, cercando di trovare un motivo valido che l’avesse spinta a bussare alla porta di un gruppo di sconosciuti.
Lui non vedeva motivo di nascondere una cosa tanto lampante: se i suoi amici avevano a cuore la sua felicità, l’avrebbero aiutata ben volentieri.
“Non voglio che lo sappiano e poi mi prenderebbero in giro.”
“Immagino tu lo conosca da tanto.” Commentò Scott, assumendo un tono serio.
“Siamo compagni di classe dalle elementari.”
“E non si è mai accorto di cosa provi?”
“Sono sempre stata brava a tenerlo nascosto.”
“La cosa non mi è chiara. Se tu lo ami perché vuoi ancora tenerlo nascosto? Non sarebbe più semplice andare da lui e confessargli i tuoi sentimenti?” Domandò il rosso, cercando da solo una spiegazione valida.
“Mi vergogno troppo.”
“E dei biscotti dovrebbero darti il coraggio di cui hai bisogno?” Ridacchiò il giovane, porgendo loro gli ingredienti che iniziarono subito a lavorare.
Seguirono alcuni minuti riempiti dai consigli che Dawn rivolgeva a Carrie e che lei sembrava assimilare senza fatica.
Tuttavia dopo 15 minuti di cottura era emerso il risultato che Scott si aspettava.
Se lei non aveva mai cucinato in vita sua, anche una teglia di biscotti poteva risultarle impossibile.
“Come puoi fare tanti sbagli in una volta sola?” Si chiese Dawn, guardando i biscotti disposti sul piatto, mentre Scott si avvicinava preoccupato al tavolo.
Il suo compito era quello di assaggiarli, anche se non era troppo elettrizzato dall’idea.
Vedendo quello schifo  color pece già pensava  alla lavanda gastrica che lo attendeva e alla settimana di convalescenza che gli avrebbero dato i medici.
“La consistenza è quella del carbone e potrebbero essere anche velenosi.”
“Forse hai ragione.” Sbuffò Carrie.
“Dobbiamo pensare ad una soluzione che sia perfetta per tutti.” Intervenne Dawn, disponendo una nuova ciotola davanti a sé e pensando ad una nuova ricetta.
“Potresti non farle più mettere piede in cucina.” Propose Scott, non aspettandosi che la loro ospite fosse tanto onesta dall’ammettere d’essere disperata e di non possedere il talento necessario per conquistare il suo Devin.
Come se quest’elemento potesse fare qualche differenza.
Dopotutto nemmeno Scott sentiva d’avere quello che lei definiva classe o talento. Lui era uno di quelli che non avrebbe mai combinato niente di buono in vita sua e che si divertiva a demoralizzare coloro che stavano per conquistare qualcosa.
“L’unico modo per risolvere i problemi è l’impegno. Tutti hanno un talento speciale e si può sempre imparare qualcosa che ci risulta difficile.”
“Lo so, ma io non ne sono in grado.”
“Tutti hanno un talento che possono coltivare, anche questo verme che tu detesti tanto.” Sorrise Dawn, additando il compagno che non se ne ebbe a male per essere stato tirato in mezzo.
Ciò che incuriosiva Scott era il fuoco che aveva scorto negli occhi di Carrie, la quale sembrava non voler accettare un nuovo fallimento.
Nonostante quella volontà così ferrea fosse apprezzabile, imparare qualcosa in tempi brevi era quasi impossibile.
Infatti dopo una buona mezzora i risultati delle due prove erano sopra il tavolo.
I biscotti di Dawn avevano un aspetto invitante, mentre quelli di Carrie erano meno attraenti e dal gusto molto più deciso.
Entrambe erano abbattute per quello che non erano riuscite a realizzare, mentre il rosso fissava i piatti con una strana idea per la testa.
Un’idea assurda che non poteva che farlo sorridere.
“Perché cercate di fare dei biscotti deliziosi?”
“Cosa vorresti dire?” Chiese Carrie, fissando il ragazzo.
“Voi credete che gli uomini siano difficili da accontentare?” Domandò Scott.
“Forse.” Rispose Dawn.
“Gli uomini sono creature semplici, si turbano non appena una ragazza parla e con dei biscotti fatti a mano li rendi felici. Anche se hanno un gusto strano, quando Devin saprà che hai fatto del tuo meglio e che li hai fatti solo per lui, ne sarà contento.”
“Non credevo funzionasse così.” Borbottò Dawn, addentando uno dei biscotti cucinati dall’amica.
“Tu ne saresti contento, Scott?” Tentò Carrie.
“Credo di sì.”
“Allora Carrie…cosa farai ora?” Intervenne Dawn, fissando la ragazza che sembrava soddisfatta nonostante tutto.
“Proverò a rifarli a casa e poi mi farò avanti con Devin.”
Dopo aver riordinato la cucina e essere tornati nel club per l’ultima mezzora, i 3 si separarono.
Anche se non era stato un problema irrisolvibile, Scott sapeva che quello non avrebbe contato più di tanto nella valutazione di Chris.
Poteva affermare con assoluta certezza che i consigli dispensati erano stati inutili per il conteggio finale.
 
La situazione di quella sera in divano gli diceva che aveva ancora 3 persone d’aiutare prima di essere lasciato in pace e prima che Dawn diventasse troppo curiosa.
L’argomento toccato nei giorni successivi era inutile da chiedere.
Per un po’ Carrie sarebbe stato il nome che avrebbe riempito quella stanza.
“Era la cosa giusta da fare?” Chiese la giovane un pomeriggio.
“Sono pronto a credere che l’avresti risolta diversamente, anche se con il tuo metodo Carrie non avrebbe imparato a cucinare nemmeno tra 20 anni e in questo periodo Devin poteva trovare una nuova ragazza, sposarsi e mettere su famiglia.”
“Sembra che questa richiesta ti abbia aiutato a crescere.”
“Forse.”
“Se t’impegnassi sarebbe tutto più facile.” Borbottò sconsolata, stringendosi nelle spalle.
“L’impegno non ti tradisce mai.” Sbuffò annoiato.
“Già.”
“Anche se a volte, l’impegno può tradire i sogni. L’impegno non farà avverare necessariamente i tuoi sogni ed è molto probabile che non ti dia il risultato sperato. L’unica cosa che ti consola è il fatto che sai d’aver dato il meglio di te.” Spiegò con aria distratta.
“Questa è solo una sensazione di soddisfazione superficiale.”
“Però non puoi negare che nelle mie parole ci sia una piccola verità.”
“Piccola e molto triste.” Sospirò la giovane, venendo salvata dalla porta che si apriva senza preavviso.
Da dietro di essa comparve Carrie in compagnia di Devin.
Se quei due si tenevano per mano forse il club aveva funzionato.
Infatti la ragazza consegnò a Dawn e a Scott 2 pacchettini contenenti dei biscotti fatti in casa.
Giusto il tempo di osservare quel dono tanto inatteso, di avvertire alcune parole di ringraziamento che i 2 si erano già defilati.
Per un breve istante si fissarono negli occhi e si sorrisero.
Quella prima avventura era finita bene e avevano ottenuto anche un premio.
Fu quando aprirono il pacchetto che vi trovarono dei biscotti alquanto sinistri.
“È un’espressione di gratitudine: speriamo siano buoni.”
“Lascio a te l’onore.” Rise la giovane, assaggiando ciò che l’amica aveva preparato.
Anche se l’aspetto tradiva le attese, alla fine non erano poi così immangiabili e con una buona tazza di tè quel primo problema del club di Volontariato era stato finalmente risolto.






Angolo autore:

Buonasera cari lettori.
Mi scuso per il ritardo con cui ho aggiornato, ma ieri mi è stato impossibile pubblicare qualcosa.

Ryuk: Speriamo che sia all'altezza e che vi faccia dimenticare il nostro piccolo sbaglio.

Anche se pubblico oggi, ciò non significa che martedì dovrebbe uscire il prossimo capitolo.

Ryuk: Con un nuovo sciagurato nel club dopo la comparsa di Carrie.

Sorpresi dalla sua visita o ve l'aspettavate?
Spero sia stato un colpo a sorpresa.

Ryuk: E ovviamente speriamo di ricevere u buon risultato da questo capitolo.

Ringraziandovi per il sostegno, per le recensioni, i complimenti e i consigli vi saluto e vi auguro un buon week-end.
Alla prossima!
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: rocchi68