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Autore: Vanessa1995    22/08/2017    0 recensioni
Subito dopo essere scappato con Lyanna, Rhaegar scopre che Elia aspetta un bambino, e decide di tornare dalla moglie. Lyanna allora sposa Robert come previsto. Vent'anni , Rhaegar, nel tentativo di riconciliarsi con Robert, decide di organizzare un fidanzamento tra Jon, il primogenito di Lyanna e Robert, e sua figlia la principessa Visenya.
Quello che nessuno puņ immaginare č che due grossi segreti sono stati celati.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elia Martell, Jon Snow, Lyanna Stark, Rhaegar Targaryen, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La stanza della principessa Visenya si trovava accanto a quella del fratello Aegon. Purtroppo, avrebbe potuto dire lei, siccome suo fratello, quasi, ogni notte, si portava una donna in camera e non faceva nulla per cercare di essere il più discreto possibile, anzi, sembrava che lo facesse apposta ad essere rumoroso per farle dispetto. La ventenne cercava di mantenere la calma e non arrabbiarsi, non voleva dargli l’ulteriore soddisfazione di vederla perdere la pazienza. Si schiacciava il cuscino contro le orecchie nel vano tentativo di affievolire il rumore, ma la cosa non funzionava particolarmente, sebbene alla fine riuscisse sempre ad addormentarsi senza tanti problemi.
Quella mattina Visenya si svegliò come al solito di buon’ora e, per prima cosa, fece chiamare la sua serva personale, in modo che questa le preparasse un bel bagno caldo. Non dovette aspettare molto prima che la giovane arrivasse. Aveva lunghi capelli lisci, di colore castano scuro, la pelle di una tonalità molto chiara e due begli occhi verdi. Si chiamava Margaret e, indubbiamente, era una ragazza affascinante. Infatti era proprio lei la cameriera del palazzo che Aegon aveva messo incinta pochi anni prima, e questo era uno dei motivi per cui la giovane Targaryen la aveva tanto a cuore, siccome le voleva bene e detestava l’idea che al fratello importasse ben poco di suo figlio.
La bruna le si accostò, chinando leggermente il capo. La maggior parte delle serve che lavoravano a palazzo indossavano abiti semplici e poveri, e quello che al momento cingeva il suo bel corpo snello non faceva di certo differenza. Era un vestito color grigio chiaro, privo di fronzoli e realizzato con una stoffa di scarsa qualità. Oltre a quello, Margaret ne possedeva solo altri due: una veste azzurra molto semplice e un abito verde, più elegante, che sfoggiava solo quando andava al Grande Settembre di Baelor, per qualche funzione religiosa e per le occasioni importanti.
«Principessa Visenya, volete fare il bagno?» le chiese, adducendo con un dito alla seconda porta nella camera che conduceva ad una stanza più piccola dove si trovava la vasca personale della principessa.
«Sì, per favore, preparami la vasca, Margaret» confermò la bionda sorridendole. Si sedette su una sedia di legno che si trovava accanto alla sua toeletta e osservò il proprio riflesso nello specchio sopra di essa, poggiato contro il muro. Lo specchio era di forma ovale ed era incassato in una cornice di legno decorata con un’elaborata incisione di un drago a tre teste.
La ragazza afferrò una spazzola che si trovava sopra il tavolino e incominciò a pettinarsi i lunghi capelli scuri simili a quelli di sua madre. Appena avesse finito di prepararle il bagno, Margaret l’avrebbe aiutata a sistemarli.
“Magari oggi le chiedo di acconciarmi semplicemente: potrebbe semi-raccoglierli in una treccia” pensò compiaciuta all’idea.
«Vostra altezza, il bagno è pronto» annunciò pochi minuti dopo Margaret, prima di raggiungerla. «Volete per caso che vi aiuti con i capelli?» chiese gentilmente, prendendo in mano la spazzola.
«Dopo, prima vorrei fare il bagno, magari torna più tardi» rispose e si drizzò in piedi.
Si diresse nell’altra stanza dove, incastonata nel pavimento, vi era la grande vasca di marmo di forma quadrata e, una volta raggiunta, si slacciò la camicia da notte di seta bianca e se la lasciò scivolare lungo il corpo per poi infilarsi nell’acqua calda. La temperatura era buona e sufficientemente calda per i suoi gusti. Poggiò la testa contro al bordo e stese le braccia lungo di esso. Aveva come la sensazione di essere rinata da quanto stava bene.

Poco dopo, Margaret tornò e l’aiutò ad uscire dalla vasca e ad asciugarsi. Una volta tornate in camera, la ventenne si sedette vicino alla sua toeletta come prima e l’altra si adoperò a pettinarle i capelli, esaudendo il suo desiderio e acconciandoli come li voleva. Non ci impiegò tanto, probabilmente perché si trattava di una pettinatura davvero semplice come voleva la Targaryen. Appena finita, Visenya si ammirò nello specchio.
«Grazie, mi piacciono molto» commentò soddisfatta, toccandosi una ciocca e sorridendo.
«Il merito è specialmente vostro che siete molto bella» affermò l’altra riponendo la spazzola al suo posto.
«I miei occhi sono il mio vanto più grande» confessò ammirando le loro sfumature viola. Gli Dei le avevano donato proprio dei begli occhi e glielo dicevano tutti. Sua sorella Rhaenys le assomigliava particolarmente, ma i suoi occhi erano scuri come quelli della madre e aveva sempre invidiato la sorellina.
«Sono magnifici» confermò la cameriera aprendo il baule che si trovava ai piedi del letto a baldacchino. Si mise alla ricerca di un abito da farle mettere, alla fine ne scelse uno di colore giallo sole e lo posò sul letto per poi voltarsi verso la sua padrona. «Vi va bene questo vestito, principessa?»chiese.
L’altra annuì e si alzò in piedi. Teneva ancora il panno con cui l’aveva aiutata ad asciugarsi avvolto attorno al corpo esile. Le sue mani sfiorarono la seta morbida del vestito: si trattava di uno dei suoi preferiti ed era contenta che Margaret avesse scelto proprio quello da farle indossare quel giorno.
«Perfetto, tra tre giorni dovrebbe arrivare il mio futuro marito» notò.
Diverse volte in quei giorni, dopo che il padre le aveva annunciato che l’avrebbe sposato, si era spesso chiesta come fosse Jon Baratheon. Aveva sentito parlare bene di lui: secondo le voci era davvero molto diverso dal padre, oltre che essere una persona gentile. Sembrava che fosse un uomo d’onore e la cosa non la sorprendeva, siccome gli Stark davano tanta importanza all’onore. Pareva pure che fosse un tipo affascinante e che assomigliasse parecchio a sua madre quanto la Targaryen alla sua.
Consumò la sua colazione insieme ai membri della sua famiglia, sebbene stranamente suo padre, a causa di una riunione improvvisa e importante del Concilio Ristretto, non era con loro. Mangiarono in silenzio, e dopo la colazione sua madre le intimò di seguirla in giardino.
Si sistemarono su una delle tante panchine di marmo grigio che si trovavano ai lati dei sentieri e Visenya posò le mani sulle sue gambe.
«Cosa pensi di questo matrimonio?» il tono di sua madre era dolce.
«Ho sentito parlare bene di Jon e, se è vero quello che dicono, sarà un buon marito» rispose fissando un fiorellino bianco che si trovava tra i fili d’erba oltre il sentiero davanti a loro.
«Sai, quando ero giovane, tuo padre sembrava che sarebbe stato un buon marito. Mia madre mi disse: ‘dicono che sia un vero e proprio principe buono come quello delle canzoni. Vedrai che non ti farà soffrire’. Tutte stupidaggini!» esclamò freddamente la regina e si passò nervosamente una mano tra i capelli. «Lui e le sue maledette tre teste di drago. Io sono sempre stata piuttosto fragile e i miei primi due parti sono stati terribili, quasi sono morta» raccontò alla figlia che l’ascoltava attentamente in silenzio «Dopo la nascita di Aegon, i maester dissero che un altro parto mi avrebbe uccisa.»continuò.
«Così mio padre se ne andò con Lyanna Stark perché sperava che lei gli avrebbe dato la terza testa di drago?» ipotizzò la ragazza. Sua madre alzò e abbassò le spalle in risposta, il suo sguardo si era fatto cupo.
«Può darsi, ma la sua fu una vera è propria sciocchezza: avrebbe potuto avere tutte le donne del regno, ma lui ha dovuto proprio sceglierne una che era promessa sposa ad un altro uomo» si percepiva chiaramente il rancore nel suo tono. «Se non restavo incinta per la terza volta, ovvero di te, chissà cosa sarebbe successo. Per poco siamo andati perfino vicini alla guerra civile» aggiunse.
La figlia le prese una mano tra le sue è e gliela strinse con forza come segno di solidarietà.
«Regina Elia» una voce maschile le fece voltare e, a pochi metri da loro, videro ser Arthur Dayne.
Per quanto ne sapeva Visenya, quell’uomo si trovava con suo padre quando questi ricevette la notizia della gravidanza di sua madre. Aveva i capelli lunghi fino alle spalle di colore nero, lisci. I suoi occhi, invece, erano di un viola tendente al lilla. La sua armatura dorata brillava, appariva sempre lucida, e sembrava portarla con fierezza insieme al mantello bianco. Visenya non sapeva da quanti anni fosse nelle Guardie Reali, ma le avevano detto che fosse un grande cavaliere: molto in gamba con la spada e forte.
«Principessa Visenya» la salutò e stinse con la mano l’elsa della sua spada.
“Come si chiama pure la sua spada?” si chiese mentalmente, non ricordandoselo proprio. Chissà, più tardi le sarebbe venuto in mente.
«Buongiorno, ser Arthur» lo salutò ripensando alla bambola dagli insoliti occhi color viola che le aveva regalato quando aveva solo tre anni. Di tutte le bambole della sua infanzia, quella era l’unica che non aveva buttato quando compì sedici anni. L’era particolarmente affezionata e si era sempre ripromessa di regalarla alla sua prima figlia femmina, se mai ne avrebbe avuta una.
«Vi serve qualcosa, ser Arthur?» chiese sua madre.
«Devo parlarvi» rispose l’uomo, sbrigativo.
Elia si alzò in piedi e, dopo aver lanciato un caloroso sorriso alla figlia e averle dato un bacio sulla fronte, se ne andò insieme al cavaliere. Visenya la osservò allontanarsi, rimanendo immobile sulla panchina.
“Ancora pochi giorni e incontrerò il mio futuro marito”, era nervosa e si chiedeva come fosse il suo futuro marito, sebbene dalle descrizioni fornitele poteva farsi un’idea abbastanza precisa del suo aspetto e carattere.

Tre giorni dopo

Il viaggio per raggiungere Approdo del Re era stato tranquillo e Jon, che aveva passato la maggior parte del tragitto cavalcando, si affiancò alla carrozza dove avevano viaggiato sua madre e sua sorella Cassana. Suo fratello Steffon, invece, aveva scelto di cavalcare al fianco del padre e Jon proprio non capiva cosa mai ci trovasse in lui da ammirarlo così tanto.
Appena giunti al castello trovarono ad accoglierli davanti al portone d’ingresso il re in persona. Spesso il bruno si era chiesto come fosse l’uomo con cui anni prima sua madre era scappata, sebbene suo padre preferisse illudersi che il drago l’avesse rapita. Rhaegar era indubbiamente molto affascinante con con i suoi straordinari occhi viola, tipici dei Targaryen, e con i suoi lunghi capelli bianco-argentati su cui vi era posata la corona.
«Benvenuti ad Approdo del Re» sul volto del sovrano apparve un caloroso sorriso mentre Jon scendeva dal suo destriero, in contemporanea al padre e al fratello, e sua madre e sua sorella uscivano dalla carrozza.
Tutti i membri della famiglia si inchinarono in segno di rispetto al cospetto del Targaryen, sebbene il ventenne non poté fare a meno di notare un’espressione di scherno sul volto del lord di Capo Tempesta.
«Mia moglie la regina Elia» con un gesto del braccio Rhaegar indicò la donna al suo fianco, che fece un passo avanti con un grande sorriso dipinto sul viso.
“Dev’essere difficile per lei questa situazione” ragionò, immaginando che il sorriso sul volto della regina fosse finto. Ammirò la sua bellezza: i capelli scuri con qualche capello bianco, lunghi e ricci, la pelle olivastra e gli occhi neri. Indossava un magnifico abito di seta color arancione con ricamati sopra al petto e alla pancia dei soli, simboli della casa Martell. “Non mi pare più o meno bella di mia madre” constatò perplesso.
«Benvenuti ad Approdo del Re» ripeté le stesse parole del marito, ma con tono più dolce, e si inchinarono nuovamente ai suoi piedi. Una volta rialzato il capo, Lord Robert si avvicinò alla donna e, prendendo la sua mano destra, la sfiorò con le labbra.
Accanto a lei c’era un ragazzo dai capelli bianco-argentati lunghi fino alle spalle che il bruno intuì subito si dovesse trattare del principe Aegon. Un giorno sarebbe diventato il loro nuovo re e avrebbe governato su di loro, tutti si auguravano che sarebbe stato buono come il padre.
«Vi presento il mio primogenito: il principe Aegon» affermò la regina con tono fiero, lanciando un sorriso dolce in direzione del ragazzo che salutò loro con aria disinteressata.
Il giovane Baratheon non ci badò, poiché la sua completa attenzione era stata catturata dalla bellissima ragazza che si trovava in piedi il biondo e un bambino di circa otto anni. Immaginò che dovesse essere la principessa Visenya. Indossava un abito di seta di Dorne di colore arancione, ma, a differenza di quello della madre, sulla pancia vi era ricamato il drago di casa Targaryen con le sue tre teste e aveva un’ampia scollatura che mostrava i suoi seni. Il cervo non poté fare a meno di fissarla come pietrificato, studiando i lineamenti delicati del suo viso: le labbra, il naso e i suoi stupendi occhi viola.
«Benvenuti. Voi dovete essere il mio futuro marito» constatò la fanciulla rivolgendogli un sorriso che lui ricambiò subito, ignaro che la loro storia sarebbe stata più complicata del previsto.

   
 
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