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Autore: Daeny394    22/08/2017    1 recensioni
Sarah Grey, ragazzina cresciuta in una famiglia babbana, parla del suo ingresso nel mondo magico e dell'amicizia nata con Ginny Weasley durante il loro primo anno ad Hogwarts. La storia è ambientata al tempo della seconda apertura della Camera dei Segreti. Sarah racconta delle sue visioni e degli avvertimenti dati all' amica riguardo un vecchio diario ritrovato in un bagno al secondo piano. Per la prima volta, la vera storia di come Ginny fu salvata, viene rivelata
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Colin Canon, Ginny Weasley, Luna Lovegood, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Era passata circa una settimana da quando Colin aveva trovato quel foglietto ma ancora non eravamo riusciti a risolvere l’indovinello. E ci passavamo le nottate! Ma, niente, la soluzione sembrava sempre distante anni luce. Persino Luna, che di solito in un batter d’occhio risolveva i difficili grattacapo che gli somministrava il batacchio della sua sala comune non aveva idea di come interpretare quelle frasi in rima. Le condizioni di Ginny intanto peggioravano sempre di più. Una fredda sera di novembre venne da me, in lacrime.
«Sarah, non so che cosa mi prende. Non mi riconosco più! Certe volte io…»
«tu cosa… Ginny, a me puoi dirlo»
«io, non lo so. Mi viene voglia di ferire le persone. Una voce dentro di me mi spinge a compiere azioni atroci, contro la mia volontà. È come se la mia anima si fosse spaccata esattamente in due, come se avessi una doppia personalità; da una parte l’istinto mi grida di attaccare, di ferire, di uccidere dall’altra la ragione mi trattiene, in un certo senso, dal commettere questi crimini. Dentro di me è una continua lotta tra il bene e il male, tra ciò che è giusto e quel che è sbagliato. È una sensazione orribile, non mi sono mai sentita così impotente prima d’ora e vorrei tanto riuscire a controllare i miei demoni anziché sentirmi controllata da loro, ma non ci riesco. È per questo che spesso non mi presento alle lezioni, perché ho paura di commettere qualcosa di orribile, perciò passo la maggior parte del tempo in dormitorio ormai: perché temo di poter ferire te, o Luna o Colin. Anche il fatto che ora sia venuta qui può rappresentare un rischio per te, ma dovevo assolutamente parlarne con qualcuno o sarei scoppiata. Spesso ho vuoti di memoria, mi ritrovo in luoghi sconosciuti senza capirne il motivo e addirittura una volta o due mi sono svegliata con le mani piene di…sangue. Non so di chi sia, non me lo ricordo, ti prego non chiedermelo… non saprei cosa dirti. Non so più cosa fare, come fermare tutto ciò» mi spiegò.
Rimasi per un attimo a fissarla, in silenzio
«ti prego, dì qualcosa, qualsiasi cosa» singhiozzò lei
«hai fatto bene a confidarti con me, Ginny. Tu sei una delle persone più buone che io conosca, non faresti mai del male a nessuno. A meno che…»
«A meno che cosa?»
«Tu non fossi controllata da qualcuno, o qualcosa. So che non la pensi come me, ma dopo tutto questo tempo io continuo a credere che il tuo diario abbia un ruolo in tutto ciò… e di certo non positivo. Perché non te ne allontani per un po’… se non noti nessuna differenza allora sarà stato solo un mio errore e il diario si rivelerà essere semplicemente un oggetto innocuo. Che ne dici?»
«Posso provare a seguire il tuo consiglio. Cercherò di disfarmi del diario. Ora vado»
«Ginny, aspetta. Non allontanarti da noi. Hai bisogno dei tuoi amici e noi abbiamo tutti bisogno della nostra rossa. Non punirti per qualcosa che non dipende da te, non te lo meriti. Risolveremo questa situazione, tutti insieme»
«Ma…»
«Ginny, dico sul serio»
«Io… non mi merito tutto questo dopo quello che ho fatto»
«Tu sei la mia migliore amica Ginny, e meriti tutto l’aiuto e il bene di questo mondo. Troveremo una soluzione, vedrai. Tutto andrà per il meglio. Te lo prometto» le dissi
«e un giorno, quando tu sarai sposata con Harry e io verrò a trovare i tuoi bambini gli racconterò di come la loro mamma è stata così forte e coraggiosa da superare anche momenti come questo» scherzai poi
Al che Ginny scosse la testa e sorrise. Poi sussurrò un “grazie di tutto” e andò via.
Quella sera in sala Grande il banchetto era più buono del solito. Ginny finalmente era tornata a mangiare con noi, e anche se si vedeva che ancora continuava a star male sembrava in un certo senso migliorata da quando le avevo suggerito di allontanarsi dal diario. Avevamo deciso, di comune accordo, di raccontare anche a lei del bigliettino trovato da Colin e avevamo fatto bene perché fu proprio grazie a Ginny che riuscimmo a risolvere una parte dell’indovinello.

“In un luogo non utilizzato
Un passaggio può esser trovato
Gemiti e pianti tu sentirai
Se quel luogo visiterai”

La mia amica lesse una decina di volte queste ultime frasi prima di esclamare
«Ho capito, caspita non posso credere di averci messo tutto questo tempo… eppure la soluzione di questi ultimi versi è così ovvia!»
«Ginny, abbassa la voce, possono sentirci» la sgridò Colin
«Allora, qual è la soluzione?» le chiesi, piena di curiosità
«Due parole, Mirtilla Malcontenta»
«Cavolo, hai ragione. Perché non ci ho pensato subito!» esclamai
«Mirtilla chi?» fece Colin, con espressione confusa
«Spiega tu» dissi a Ginny
«è un fantasma che abita nel bagno delle ragazze, al secondo piano. Piange continuamente e ha la pessima abitudine di allagarlo costantemente, per questo motivo è sempre fuori uso.»
«Allora non dobbiamo fare altro…»
«Che fare un salto al secondo piano e chiedere qualche informazione a Mirtilla» continuai io, piena di entusiasmo
«Potremmo essere a un passo dalla soluzione» esclamò Colin
«Questa sera stessa, alle dieci. Ci state?» domandò la mia amica
«Puoi giurarci» rispondemmo noi, in coro.
Così alle dieci ci avviammo, insieme anche a Luna, al bagno delle ragazze al secondo piano per parlare con Mirtilla. La trovammo seduta su un Water, addormentata
«Ehmm, buonsasera Mirtilla» la svegliò Ginny
«E voi chi siete? Siete venuti qui per prendermi in giro, non è così?» piagnucolò lei
«Affatto» disse Luna, con gentilezza
«Volevamo solo farti qualche domanda, se non è un problema per te»
«Questo cambia le cose, non è così?» fece il fantasma con una risatina stridula
«Ditemi pure. Come posso aiutarvi?»
«Vorremmo sapere se in questo bagno c’è un passaggio segreto» disse Ginny, senza tante cerimonie
«Oh, questa non me l’aspettavo proprio» disse Mirtilla, confusa
«Comunque, no, almeno non che io sappia. Ma, visto che siete qui, che ne dite se vi racconto una bella storia? Per esempio la storia di come sono morta? Non parlo con qualcuno da tanto di quel tempo!»
«Davvero, non è necessa…»  feci io
Ma il fantasma era già partito in quarta
«Allora, è successo in questo bagno, circa una cinquantina di anni fa. Un ragazzino mi aveva presa in giro per via degli occhiali per questo ero corsa qui, per piangere senza che nessuno mi notasse. Quando all’improvviso sentii un rumore. Credevo fosse lui, e così mi voltai per dirgli di andar via, ma appena mi girai vidi due grandi occhi gialli fissarmi intensamente. Un attimo dopo, ero morta.»
«Se morire non vorrai, chiudi gli occhi e ti salverai» recitò Luna.
«Ma che dici?» le chiesi
«è una parte dell’indovinello» replicò lei
«Questo lo so. Ma adesso cosa centra?» le chiesi
Mirtilla ci guardava senza capire
«Non ti sembra una coincidenza troppo evidente per poter essere ignorata?! Mirtilla che muore guardando due occhi gialli e poi questa strofa… Se morire non vorrai chiudi gli occhi e ti salverai… e se la creatura di cui parla l’indovinello fosse la stessa che ha ucciso Mirtilla?!»
«Ma è impossibile!» Replicai io. Insomma lei è morta cinquant’anni fa, la camera dei segreti è stata aperta da quando? Un mese?
«La camera dei segreti dite?» si intromise il fantasma
«Oh ricordo benissimo la sua apertura. Trecento giorni prima della mia morte, quel freddo giorno di ottobre di cinquant’anni fa»
 

RINGRAZIAMENTI:
Anche questa volta vorrei ringraziare Gin, per aver continuato a leggere e recensire la mia storia, e per la sua pubblicità. Sei fantastica!
   
 
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