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Autore: DarkAkiko    23/08/2017    3 recensioni
Le cose sono cambiate da come le avevamo lasciate l'ultima volta: La gare per diventare regine è ricominciata dopo la non-incoronazione; adesso Chocolat ha 17 anni. ed è ritornata sulla terra, dopo un lungo, periodo di assenza: sei anni, apparentemente senza motivo alcuno.
In tutti questi anni le cose sono cambiate, e gli equilibri non sono più gli stessi. 
Nuove amicizie e nuovi amori, vecchie storie e un passato che ritorna.
Che ritorna o che non è mai stato realmente passato?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chocola Meilleure, Pierre Tempête de Neige, Vanilla Mieux, Yurika
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera :)
Eccoci qui con il quinto appuntamento, le cose iniziano a farsi piuttosto interessanti, ma capirete meglio nei prossimi capitoli. 
Effettivamente questa volta, sono già scritti sia il sesto che settimo capitolo, ma non avevo internet per aggiornare. 

Comunque mi piacerebbe ricevere una recensione prima di pubblicare il nuovo capitolo, effettivamente ci sono rimasta un po' male, dato che quello precedente non ha avuto nessuna recensione; comunque non perdo le speranze, e vi lascio alla storia :)
Alla prossima 
DarkAkiko
 

Capitolo Cinque
 
La mattina seguente la sveglia suonò molto presto per Chocolat, a causa dell’improvvisata dell’amica, la quale non era solita né avvisare né bussare.
-Si può sapere che succede a quest’ora del mattino?- sbraitò lei
-La stessa cosa che abbiamo pensato noi, quando alle dieci di sera qualcuno ha bussato alla porta, ma quando abbiamo aperto c’era solo questa- spiegò porgendo all’amica la lettera dal sigillo blu  
-Noi? Tu e Leo?-
-Precisamente, si può sapere di chi sia questa lettera? La posta di Extramondo ormai ti arriva qui- disse indicando la scrivania a lato della porta, notando un cumulo non proprio trascurabile di lettere, cartoline e simili –Dovresti iniziare a leggerle-
-Sono tantissime, ogni volta le guardo e mi sale lo sconforto-
-Dai, dopo ti dò una mano, ora voglio sapere- promise sedendosi sul divano in cucina
-Sono sicura che poi alla fine questa lettera non vi abbia disturbato poi tanto- commentò Chocolat osservando la sua amica colorarsi in viso
-Certo che non ti si può nascondere nulla. Si, abbiamo fatto l’amore ieri sera-
-E menomale che deve lavorare oggi!-
-Colpa sua che non sa resistere. Su avanti leggi- le ordinò spazientita; Chocolat aprì la lettera rompendo il sigillo, era la prima volta che lo vedeva: uno stemma di qualche nobile famiglia, ma non la conosceva, neanche di nome, il che era strano per una candidata al trono, il minimo indispensabile era conoscere almeno tutte le antiche famiglia di Extramondo.
-L’hanno consegnata a te, perché sei richiesta anche te-
-Stai scherzando?- chiese lei sconvolta
-A quanto pare qui c’è un doppio lavoro, sono richieste le tue abilità mediche-
-Chi bisogna curare?-
-Non lo so, ma sospetto qualche malefico-
-E allora perché vogliono te? Ma soprattutto perché anche me, hanno i medici nel loro regno-
-Non ci resta che andare, e vedere-
-Già, ma devo passare a casa- disse alzandosi dal divano –Mentre te cara, ti dovresti quanto meno vestire, stai ancora in pigiama-  
 
Nel frattempo che Chocolat si vestisse, Marille chiamò l’auto che le avrebbe portate fino alla sua casa: un mezzo di trasporto molto comodo, e stranamente più sicuro delle scope, che potevano usare solo di notte, in quanto invisibile agli occhi dei terrestri; inoltre mise in ordine tutta la posta della ragazza, in modo tale che durante il viaggio avessero avuto qualcosa da fare. Quelle richieste, come sapeva bene anche Chocolat, non potevano essere ignorate.
-Sei pronta?- le chiese
-Si. Andiamo- pochi secondi dopo salirono in macchina, ed iniziarono a leggere qualche lettera, ma dato che non avevano molto tempo, si concentrarono più che altro sulle cartoline: messaggi da amici lontani con cui continuava a sentirsi, o anche semplici ringraziamenti per i lavori svolti.
-Ma fammi capire l’unica cosa che hai aperto questo mese è il Wizard?-
-Effettivamente si, hai letto quell’articolo sulle foglie di Oleandro?-
-Certamente! Ma ho i miei dubbi al riguardo, è una pianta molto velenosa, non vorrei ci fossero effetti collaterali piuttosto antipatici-
-Effettivamente, ma è strano che il Wizard pubblichi cose false, o senza le corrette basi-
-Per questo sono titubante, ma io mi sono sempre tenuta lontano da quella pianta-
-Signorine siete arrivate- le richiamò all’attenzione l’autista, dopo aver pagato, entrarono in casa e mentre Marille raccoglieva in una borsa tutto quello che le occorreva, Chocolat pensava a prendere le scope, avrebbero fatto prima che a piedi, e poi teletrasportarsi lì, sarebbe stato troppo pericoloso.
 
Per andare verso il regno dei malefici, le ragazze furono costrette a sorvolare anche la foresta di zenzero, un luogo dove Chocolat non era mai più ritornata -come non era mai ritornata presso il castello, o più semplicemente nel Regno- : quello era il luogo dove aveva conosciuto Pierre da piccola, dove avevano passato alcuni dei loro momenti più belli, ed infondo, suo nonno non viveva più lì, si vide costretto a lasciare la casa dove allevò la sua nipotina, poiché ormai faceva parte dei confini del regno dei malefici.
Per quanto fosse andata oltre i ricordi erano sempre presenti, anche se li vedeva per quello che erano: ricordi e basta, senza sentimenti.
-Siamo arrivate-
-Scendiamo- asserì Marille, la quale sapeva bene che una volta tornata a casa si sarebbe dovuta sopportare la sfuriata del suo ragazzo, all’oscuro di tutta questa faccenda. Passarono diversi minuti in silenzio, entrambe osservavano ogni singolo angolo, in attesa che qualcuno comparisse, ma all’orizzonte non vi era nessuno.
-Non ci resta che andare-
-Si, ma dove? Hai idea del fatto che se provassi a chiedere informazioni a qualcuno, come se fosse possibile, mi ritroverei al castello e Pierre di fronte, in meno di trenta secondi. E se ci provi te, ti rispediscono da dove sei venuta-
-Bene, e come facciamo?-
-Ah, non lo so-
-Okay, rischiamo-  affermò strappandole quella lettera di mano –Dov’è il centro qui?- le chiese prendendola per mano, dopo circa una decina di minuti arrivarono in un piccolo centro abitato, e Marille chiese informazioni all’unica persona presente in quel momento, o meglio la obbligò, per poi cancellarle la memoria, non era il caso che andasse in giro a raccontare di aver visto aggirarsi per le strade due abitanti di Extramondo, e neanche a dire due qualsiasi.
 
Dopo aver camminato per oltre mezz’ora, tra strade deserte e grigie, arrivarono davanti ad un enorme palazzo bianco, completamente fuori posto, rispetto al resto dell’ambientazione, che riportava sulla porta, quello stesso sigillo presente sulla lettera indirizzata a Chocolat; ma quando stavano per bussare, notarono la porta aperta, e le luci spente ovunque, le due ragazze si guardarono, chiedendosi in che posto fossero mai finite.
-Voi dovreste essere Chocolat Meilleur e Marille Subaya – una voce che proveniva dall’oscurità, solo quando le luci vennero accese con uno schiocco di dita, riuscirono ad indentificare la donna: alta, magra, dal portamento elegante e serioso, con un lungo vestito viola che le cadeva perfettamente.
-E lei è?- chiese Chocolat con tono freddo e distaccato –Ma soprattutto perché siamo qui-
-Difficile tornare con la memoria a quei giorni vero?- Chocolat non si meravigliò più di tanto, di come quella donna potesse conoscere la sua storia, poiché era nota ovunque –In ogni caso io sono Aruka-  si presentò, evitando volutamente il suo cognome.
-Perché ci ha chiamate?- chiese questa volta Marille, ma Aruka non rispose, semplicemente salì le scale che portavano al piano di sopra, invitando le due ragazze a seguirla.
Finite le scale si diressero verso  un’enorme camera da letto, e sempre in silenzio raggiunsero una giovane donna, dalla pelle diafana e con occhi stanchi, seduta con le spalle appoggiate alla testiera del letto.
-Vi ho chiamate per lei, Samantha, mia sorella. Nessuno riesce a capire che cos’abbia. Voi siete la nostra ultima possibilità, e le uniche di cui ci possa fidare, vista la tua esperienza Chocolat-
-Desumo che Pierre non sappia niente-
-Dubito voglia avere ancora a che fare con te-
-Lo stesso vale per me, grazie.-
-Eppure è qui- rispose questa volta Samantha –Come lo spiega questo?-
-Non nego il mio aiuto a nessuno. Il fatto che voi siate dei malefici non cambia nulla-
-Vi dispiace? Avrei una visita da fare- le interruppe Marille –Chò per il momento non mi servi, tieni- le disse lanciandole il pacchetto con tutta la sua posta: non smetteva mai di ricordarle che aveva un lavoro da svolgere, ma ancora non riusciva a capire per quale motivo Aruka avesse chiamato anche lei, se era solo la sorella il problema.
 
 
La situazione era ben diversa invece a casa di Houx, Saule e Vanilla.
Houx la sera prima rincasò piuttosto tardi, ma mentre Vanilla era persa tra le braccia di Morfeo, Saule era sveglio e vigile.
-Si può sapere che hai fatto ieri sera?- gli chiese nervoso, fortunatamente Vanilla era già a scuola, quindi non avrebbe sentito nulla di quella conversazione
-Ho incontrato Chocolat- rispose schietto il fratello
-Lo sapevo! E’ da quando è tornata che sei strano- asserì
-Oh ti prego, come se te fossi indifferente al fatto che la ragazza che hai amato per anni sia ritornata sulla Terra-  a quel punto Saule non sapeva più che rispondere, suo fratello aveva ragione
-Che vi siete detti?-
-Abbiamo parlato, litigato, ci siamo rinfacciati cose, ma alla fine ci siamo chiariti. Non mi ha spiegato tutto ma una buona parte-
-E non pensi a Vanilla?!- sbraitò lui
-E tu non pensi al fatto che la mia migliore amica sia sparita per anni, senza dirmi nulla, ferita come non mai. Perché no Saule tu non sai quello che ha passato con Pierre sei anni fa, e non lo sa neanche Vanilla. Ci sono cose che so solo io. E se permetti le mie scelte le prendo da solo. Quindi se decido o meno di parlare con Chocolat non sono affari tuoi-
-Fino a prova contraria è lei ad aver abbandonato tutti quanti noi, da un giorno all’latro senza dirci niente-
-E fino a prova contraria nessuno di voi si è posto il problema di capire, lo ammetto fino a un mese fa neanche io, perché mi sentivo ferito, ma appena ne ho avuto la possibilità l’ho fatto. Cosa che dovresti fare anche tu-
-E Vanilla? Te ne sei dimenticato? Loro erano inseparabili, praticamente delle sorelle, eppure ha lasciato anche lei-
-Possibile che te non riesca a notare quanto Vanilla sia gelosa di Chocolat?-
-Houx-
-E poi, spiegami come fate a parlare anche quel minimo con Pierre!? Dopo tutto quello che ha fatto. Non ti pare strano che Vanilla parli con lui senza un doppio fine?-
 
 
Era già passata un’ora da quando Marille e Chocolat erano in casa di quella donna misteriosa e altezzosa.
-Come sta andando qui?- chiese Marille all’amica, intenta a leggere almeno la ventesima lettera
-Tutto bene, ho circa una decina di lavori da fare, qualcuno di questi lo posso risolvere tornado-
-Oh bene, menomale. Per gli altri ci vuole più tempo?-
-Si, per uno o due si-
-Quando torno ti preparo qualcosa allora- Chocolat le sorrise come ringraziamento, non aveva bisogno di dirle che le avevano chiesto di purificare un cuore nero, lo sapeva bene, come sapeva anche che a volte riprendersi non era esattamente facile, tutto dipendeva dai sentimenti di una persona. A confronto purificare il cuore a Vanilla fu una vera passeggiata.
Del resto una ragazza così giovane non poteva provare tanto odio, o comunque non poteva essere tanto radicato come in una persona adulta.
-Te cos’hai scoperto?-
-Credo che si tratti di Adias Morfis non l’avevo mai incontrata fin ora, anzi è descritta solo su un libro, è molto rara, non ho idea di come l’abbia contratta, ma si può risolvere-
-Davvero? Chiese Aruka speranzosa
-Certo- annuì la ragazza –Ma purtroppo devo trovare quel libro. E’ una malattia antichissima, praticamente estinta. Da quanto tempo si è ammalata?-
-Sono sei mesi che i medici fanno avanti e indietro- disse con voce flebile Samantha
-Troppo tempo. Bisogna muoversi. Ancora un po’ e il suo cuore cesserà di battere- disse fredda come il ghiaccio, mentre le due sorelle erano non poco preoccupate –Chocolat ho idea che dovrai andare te-
-Ma non conosco il libro!-
-Lo so, te lo indicherò io, ma teletrasportandoti lì risparmieremo tempo-
-Se mi ritroverò al castello di Pierre per colpa vostra, giuro che ve la farò pagare cara. Qual è il titolo di questo libro?-
 
Effettivamente Marille aveva ragione, Chocolat avrebbe fatto in fretta, sperava abbastanza in fretta, perché se il libro non si trovava nel luogo ricordato, sarebbe stata un’ardua ricerca.
Solitamente era ordinata con queste cose, ma un libro tanto antico e prezioso poteva essere anche stato consegnato in qualche università o museo, o perfino a palazzo.
Sperava di non aver commesso quell’errore, che non fosse nella biblioteca privata della Regina Candy.
 Appena atterrata nel giardino di casa Chocolat corse nello studio dell’amica, cercando nella libreria quel libro antico, il che non era esattamente una passeggiata, dato che la libreria occupava tutta una parete.
Adesso capiva bene la necessità di guadagnare tempo, cercare lì dentro era come cercare un ago in un pagliaio.
Passò oltre un’ora e ancora nulla, non riusciva a trovare quel libro, ma non perse le speranze, in fondo mancava solo l’ultima parte della libreria
 
-Perché ci mette tanto?-
-Perché il mio studio è pieno di libri. Posso farle una domanda?- chiese educatamente Marille
-Certo-
-Perché ha chiamato Chocolat, quando le servivo praticamente solo io-
-Volevo rivedere mia nipote dopo tanto tempo. Si è fatta davvero grande-
-Sua, sua nipote?- chiese sconcertata
-Si, io e Cinnamon siamo cugine-
-E perché è così rude con lei?-
-Semplice, me l’hai chiesto Cinnamon, sapeva bene che se fossi stata gentile con lei, avrebbe capito o intuito qualcosa. Ma in realtà il motivo principale non è questo. Ho una lettera per lei, da parte di sua madre-
-Mia madre?- chiese sconcertata Chocolat: era appena ritornata da casa con il libro, che alla fine non si trovava nella libreria, bensì nel baule sotto al letto in quella che stava diventando la camera sua e di Leo, non aveva capito assolutamente nulla della conversazione ovviamente, ma era riuscita a percepire soltanto quelle due parole nell’atto di aprire la porta della stanza
-Il libro?- chiese Marille, sia per deviare la conversazione, che per reale interesse
-Eccolo, stava nel tuo baule, mi hai fatto perdere due ore, dannata-
-Scusa Chò- le disse dandole un bacio sulla guancia in segno di riconoscenza
-Smorfiosa. Ma non cambiamo argomento, tanto più che ci vorrà del tempo. Cosa c’entra mia madre con lei, Aruka?- la donna ormai aveva capito che non poteva più nascondere la questione, Chocolat non si sarebbe arresa in alcun modo, quindi di limitò ad uscire dalla camera, seguita dalla rossa, in attesa di spiegazioni, avviandosi verso la sua stanza da letto,  quando vi entrò si diresse verso un mobile piuttosto antico, e aprì il cassetto che conteneva il biglietto lasciatole dalla cugina.
 
-Cos’è questo?- chiese quando Aruka le porse quel pezzo di carta bianca –Profuma di cannella- un profumo per lei inconfondibile: quello di sua madre.
-Me l’ha spedito tua madre- disse semplicemente –Non so cosa contenga-
-Come fa mia madre a conoscerti?-
-Quante cose non sai Chocolat, ma non posso essere io a dirtele-
-Che intendi?-
-Non hai letto ancora il diario di tua madre vero?-
-No, ancora non riesco ad aprirlo-
-Come immaginavo- pensò ad alta voce –Io sono tua zia Chocolat, Aruka Meilleur-
-Stai scherzando?-  chiese lei sconcertata, non riusciva a crederci
-No, non sto scherzando, io e tua madre siamo cugine-
-Per questo hai chiesto di me, e non solo di Marille. Mi sembrava strano!-
-E’ stata Cinnamon a consigliarmi di chiamare Marille, per quanto riguarda Samantha-
-E allora, perché ti sei mostrata scortese fin da subito-
-Sempre per lei, era convinta che avresti intuito qualcosa. Chocolat, tu sei fin troppo conosciuta sia su Extramondo che qui, chiunque sa di te e Pierre-
-Lo so fin troppo bene. Ma non ho intenzione di parlare di lui. Già se non mi ritroverò Sylvette tra i piedi quando tornerò a casa, sarà una vittoria- disse lei prima che sua zia potesse finire la frase
 
 
Effettivamente i dubbi e le preoccupazioni di Chocolat non erano del tutto infondate.
Quando Sylvette tornò a casa il suo arrivo fu del tutto inaspettato. Sarebbe dovuto stare fuori ancora per qualche giorno: il fatto che avesse anticipato il suo rientro era un brutto presagio. Dovevano esserci problemi in vista.
-Cosa succede Sylvette? Il fatto che te sia tornato prima, mi fa presuppore che ci siano dei problemi-
-Il problema di per sé e di facile soluzione: qualcuno si è introdotto nel suo regno, ma c’è una complicazione-
-Sarebbe?-
-La persona che ha compiuto quest’azione è Chocolat Meilleur, Signore-
-Un nome che avrei sperato di non affiancare mai più al mio regno-
-Come vuole comportarsi?-  in realtà Pierre era abbastanza combattuto sul da farsi, non voleva vederla, ma purtroppo qui si parlava del suo operato come Principe dei Malefici, e la questione andava affrontata, con tutta la diplomazia, freddezza e fermezza da egli posseduta.
-Convocala. E Sylvette-
-Si?-
-In qualità di Principe dei Malefici, ovviamente- ci tenne a ribadire quella posizione.
-Ovviamente- rispose l’altro sorridendo.
-Un’altra cosa, vacci di persona. Le buone maniere con lei non servono-
  
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