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Autore: Bluereddino    26/08/2017    3 recensioni
Un cuore marcio non può essere recuperato, è destinato solo a sbriciolarsi e a divenire cenere. E il cuore di Silver era ormai marcio da tempo.
Sonic x Silver
Genere: Angst, Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Knuckles the Echidna, Shadow the Hedgehog, Silver the Hedgehog, Sonic the Hedgehog
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Eccoti, finalmente!"

Silver aveva salutato in lontananza mentre a passo lesto si era diretto verso il ragazzo che lo avrebbe accompagnato per tutta la serata. Sonic indossava una maglia bianca con sopra una camicia di flanella di un colore simile ai suoi aculei, appena appena più tenue, attraversata da delle strisce color pervinca e blu di Prussia; i jeans che aveva indosso erano scoloriti e logorati, leggermente lacerati nelle ginocchia, e contribuivano a conferirgli un aspetto ribelle, ma senza ricadere nel volgare con strappi vicino all'inguine, pantaloni che invece indossava spesso Amy, ma solo in presenza del suo 'principe'. Il vestiario di Silver ancora non raggiungeva un livello soddisfacente, in confronto a quello perfettamente calzante dell'amico: una semplice felpa nera e un paio di pantaloni al ginocchio dello stesso colore, vecchi vestiti di Venice rinvenuti nelle scatole riposte dentro un vecchio armadio nella cantina. Erano dei vestiti buoni, e finalmente il suo corpo aveva raggiunto la giusta taglia per poterli indossare, ma rimanevano di quel suo odioso fratello.

Sonic, privo di questa consapevolezza, si era immediatamente complimentato con lui:

"Wo! Stai benissimo con quei vestiti!"

"Davvero?" aveva risposto Silver sorridendo felice. Primo complimento della serata! "Anche tu."

"Su, andiamo a fare i biglietti, da quello che so ogni anno verso le nove la piazza inizia a riempirsi, se aspettiamo ancora molto non troveremo mai uno spazio per sederci." Lo aveva incitato il ragazzo dal pelo blu strattonandolo verso la biglietteria, uno spiraglio inciso tra i pannelli di metallo che occultavano la visione del piazzale.

La piazza nella quale gli artisti si dovevano esibire era preceduta da un altro spazio non troppo esteso in cui si trovavano un chiosco e uno stand dell'organizzazione; l'area vera e propria dello spettacolo era organizzata come un anfiteatro di forma semicircolare incavato nel terreno, in cui il palco era collocato nel lato lineare. Le sedie, poste davanti alla console, erano disposte in due grandi file da approssimativamente settanta posti ciascuna. Un forte brusio proveniva da dietro le lastre, sicuramente buona parte dei posti erano già occupati, e mancava ancora un'ora all'inizio dello spettacolo.

"Ciao ragazzi!" una voce familiare era provenuta dallo sportello. Il muso di Knuckles era comparso, con due biglietti per la prima serata del festival.

"Knux?! Lavori qua?" Sonic era rimasto felicemente sorpreso nel vedere l'amico. Il riccio argenteo, che era già a conoscenza della sua presenza, si era limitato a salutare raggiante.

"Che ti sembra che stia facendo? Ecco a voi due biglietti! Dovete stare solo oggi, vero?"

"Si, solo per lo spettacolo di questa sera." Aveva risposto Silver prendendo i biglietti e porgendoli al compare. "Tu inizia a prendere posto, io pago."

"Bravo Silv, fai il cavaliere." Lo aveva elogiato l'echidna ridacchiando sotto i baffi.

Con i due pezzi di carta verde in mano, il minore si era diretto verso l'entrata, sentendo un urletto dell'amico bianco dietro di lui. Sembrava particolarmente eccitato per la ormai imminente esibizione di Charlie Musslewhite e quella di Fabio Treves, a giudicare dai movimenti frenetici e dalle grida prive di controllo. E lo era anche l'amico rosso, visto che anche lui non sembrava voler contenere l'eccitazione. Non era partecipe di quel fermento, visto che la musica blues gli piaceva, ma non lo rendeva così euforico. Persino quando l'amico gli aveva proposto l'uscita, non era rimasto tanto convinto.

15:13:03
Silver: Ti piace il blues?

-Abbastanza, perchè?

Silver: Blaze deve andare ad un festival, andiamo anche noi? Ci sono artisti importanti.

-Non so, non é un genere che ascolto molto...

Silver: Ah, già, dimenticavo che a te piacciono quelle boy band di depressi che nel giro di 5 anni spariscono. Forse non sei fatto per gli intramontabili. Pazienza, magari qualcuno saggio come Knux avrà voglia di accompagnarmi.

-Non è vero, non ascolto quella robaccia.
Ho capito, ci tieni tanto.
A che ora?

Lo stava facendo principalmente per permettere a Silver di divertirsi un po' e, perché no, anche conoscerlo meglio. Non avevano ancora avuto una conversazione seria a quattr'occhi.

Non appena le altre persone, umani e mobiani, che si trovavano in attesa di poter entrare avevano iniziato ad osservare i suoi due apparentemente scellerati amici, Sonic aveva deciso di lasciare il prima possibile l'area, per cercare davvero una sistemazione comoda e da cui si potessero ammirare le performance al meglio. 
Non avevano selezionato la serata migliore per poter trovare posto a sedere, considerando l'importanza dei due artisti, ma il destino aveva voluto che in una delle prime file vi fossero due posti liberi e nonostante la visuale non fosse delle migliori, sembrava comunque un punto ottimo in cui sistemarsi per godersi la musica da vicino. Il sole era ormai tramontato da parecchio tempo, e l'assenza di luce aveva ingannato il ragazzo: una volta prossimo al sedersi aveva notato una borsetta abbandonata sulla seggiola nera sulla sinistra. Era occupata?

"Mi scusi..." aveva borbottato toccando la spalla di un uomo, quello più prossimo alla pochette. "è libero questo posto?".

Improvvisamente i suoi occhi verdi avevano incrociato un paio di iridi rubine e la conosciuta voce baritonale lo aveva salutato sorpreso:

"Buonasera. Anche tu qua?". Il buio era stato davvero in grado di occultare ai suoi occhi l'identità del riccio nero a strisce rosse?

"Shadow, che ci fai? Credevo ascoltassi solo metal!" lo aveva scrutato l'altro stranito.

"Ascolto tutto quello che le mie orecchie mi permettono di sentire. Per esempio, non mi lasciano ascoltare la vaporwave. Mi viene mal di testa."

"Ah." Era stata l'unica risposta sensata che gli era passata per la mente. "Strano."

"Comunque si, preferisco il metal. Tu invece sei qua perché...? L'anno scorso ti sei rifiutato categoricamente di accompagnarmi."

"Silver è riuscito a convincermi, cosa che tu non sarai mai in grado di fare." Aveva ribattuto facendo la linguaccia. "Comunque non è il momento di litigare. Il posto è libero?"

Sentendo nominare il porcospino bianco, il maggiore si era congelato sul posto per un momento, ma poi era giunto alla conclusione che fosse tutto un piano frutto dell'ingegnosità di Knuckles. Ne avrebbero discusso più tardi.

"Se ti devi sedere solo tu, si, ma quella con la borsetta è la sedia di Blaze. Abbiamo solo un posto libero."

"Oh oh, Casanova ha fatto colpo!" aveva gridato Sonic eccitato. "Sapevo che tra voi due ci fosse qualcosa!"

"Hai scoperto l'acqua calda. Knuckles l'ha capito la settimana scorsa, hai perso." Gli aveva immediatamente smontato l'entusiasmo. "Stiamo insieme da un mese e ancora non te ne eri reso conto?"

"Non so qual è il tuo concetto di amare le persone, non ti ho mai visto con una ragazza al fianco. Sai come vedo io un fidanzamento: baci, abbracci, coccole..."

"Vedrò di farla mia questa notte." Aveva sorriso soddisfatto il riccio nero " A proposito, ti dispiace tenere Silver lontano da casa sua per qualche ora?"

"Tutto per un amico che non scopa da secoli!" aveva risposto portando la mano alla fronte, emulando il saluto militare.

"Scopo molto più di te." aveva ribattuto beffardo l'altro. "Dai, vai e recupera Silver. Starà ancora piagnucolando all'entrata.".

Camminando con le mani nelle tasche dei pantaloni, aveva iniziato la fase di realizzazione del fidanzamento dei suoi due compagni. Finalmente Shadow aveva scelto qualcuno con cui essere felice, una ragazza da amare! Quanto erano belli i tempi in cui anche lui pensava di aver trovato la sua anima gemella, aveva ricordato emettendo un lungo sospiro di sconforto. Sentiva la mancanza di quel calore, ma non aveva ancora trovato persona alcuna all'altezza della sua piccola e cara volpe. Ora che anche il suo rivale aveva trovato qualcuno per sé, provava ancora di più quella voglia recondita di tornare ad amare. Ovviamente non avrebbe scelto il primo che gli capitava per le mani, semplicemente si sarebbe rimesso in gioco, presto. E dire che sarebbe stato selettivo non è abbastanza.

Superata l'entrata, aveva notato che Silver era effettivamente ancora alla biglietteria, ma non stava più parlando con l'echidna, poiché questo era abbastanza impegnato con i clienti.

"Andiamo Silv." Lo aveva chiamato poggiandogli una mano sulla spalla. Il maggiore lo aveva seguito in silenzio, fino a quando non erano arrivati accanto al chiosco:

"Vuoi qualcosa da bere?" aveva chiesto dirigendosi dal banco. E sostando dietro una fila non indifferente.

"Mah, non saprei." Sonic aveva dato una lettura superficiale all'elenco delle bevande con i rispettivi prezzi, poi aveva dato un'occhiata veloce a un gruppetto di donne che si stavano allontanando con dei gran bicchieri di birra bionda alla spina in mano. "Ci dividiamo una birra?"

"Io avevo intenzione di prendere un bel bicchierone di Coca Cola, ma fai come preferisci." Aveva risposto l'altro portando le mani avanti.

"E birra sia." Aveva dichiarato solennemente. Mentre attendeva il servizio, aveva scrutato la platea in cerca di un posto libero, ma a quanto pareva tutte le sedie erano state occupate. Rimanevano solo i famigerati scalini. Oh, quegli scalini, quale ricordo d'infanzia orrendo! La piazza in questione non era mai stata una delle sue preferite, quindi non la aveva mai frequentata seriamente, ma ricordava di aver assistito a un altro concerto, sempre nel solito spazio, e per mancanza di posti, lui, i suoi genitori, suo fratello e sua sorella erano stati costretti ad accomodarsi negli spalti, blocchi in cemento scomodi come poche altre cose al mondo. E per di più, il suo essere frenetico e agitato, gli aveva procurato un dente -fortunatamente da latte- rotto. Nell'allegra famigliola era scoppiato il panico generale e due giorni dopo erano stati costretti a portarlo dal dentista per fargli estrare il dente seghettato e doloroso. Se non ci fossero stati Sonia e Manic, non avrebbe avuto distrazioni dalla sofferenza atroce. Diciamo che non si era goduto per niente il concerto.

"Che due palle..." aveva sospirato, attirando l'attenzione del riccio bianco. "Dobbiamo stare negli spalti."

"Lo avevo detto io, di venire un'ora prima." Aveva ribattuto con aria saccente "Comunque non importa, ci divertiremo lo stesso, fidati.".

Terza sorpresa della serata per Sonic: a servire le bevande c'era Rouge, cameriera del loro bar preferito.

"Ciao tesorini!" li aveva salutati facendo l'occhiolino a Silver. Vi era una buona probabilità che l'amico rosso le avesse spiegato qual era la situazione del riccio bianco, quindi, seguendo i piani, anche lei avrebbe collaborato. "Allora, ditemi pure cosa desiderate."

"Per me una birra bionda, per lui una Coca." Aveva chiesto il porcospino blu, mentre prendeva da una tasca il suo portafogli nero. Senza rispondere, la ragazza aveva iniziato a riempire i due bicchieri, camminando verso gli altri due baristi e impartendo i vari ordini per far diminuire la fila il prima possibile. Pronte le bibite, le aveva appoggiate sul bancone, aggiungendo dentro il bicchiere con la Coca Cola un cannuccia colorata. Prima che Sonic potesse darle i soldi, la banconota di Silver si trovava già nelle mani della giovane, che affianco alle loro ordinazioni, aveva posto anche un pacchetto di patatine classiche.

"Ve le offro io." Aveva sorriso, incitandoli poi a occupare un posto a sedere velocemente poiché ormai ne rimanevano pochissimi.

Fino all'inizio dello spettacolo, Silver era stato impegnato a conversare tramite il cellulare con chissà quale amico, tanto assolto nei suoi pensieri che non aveva assolutamente notato Blaze e Shadow che amoreggiavano parecchi metri più avanti. Il riccio blu era rimasto sorpreso dal cambiamento drastico dei modi di porsi del rivale oscuro, ora apparentemente appassionato, travolgente e maledettamente carismatico. Non gli era mai sembrato così attraente in vita sua e per di più stava sorridendo. Un sorriso elargito da Shadow presuppone una situazione: riconoscenza. Il maggiore aveva la caratteristica di sorridere, non tanto quando usciva con degli amici e si divertiva, bensì quando si sentiva apprezzato, grato, e voleva far provare lo stesso sentimento a colui che lo faceva stare bene con sé stesso e l'ambiente circostante. Era un testimonianza dell'esistenza della situazione interpersonale, bed diverso dal movimento forzato dei muscoli facciali che era costretto a fare quando voleva apparire divertito, senza veramente gradire la situazione.

Ancora quel bisogno impellente di stringere qualcuno fra le sue braccia. Perché doveva essere così complicato innamorarsi? Non poteva semplicemente girarsi verso Silver, venire stregato da quegli occhi dorati e iniziare una nuova relazione? Assolutamente no, lui doveva complicarsi la vita e passare anni e anni in amicizia prima che l'acqua torbida iniziasse a chetarsi per fargli capire davvero cosa provava! 15 anni di amicizia con Tails e così poco tempo passato come fidanzati... era stato giusto lasciarsi per sempre per una semplice lite?

"Silv, vado a fare un giro." Aveva detto alzandosi dallo scomodissimo scalino. L'unica cosa che avevano guadagnato scegliendo quella postazione era l'ottima visuale e nonostante tutto il riccio bianco non era assolutamente infastidito dal dolore che quel piano duro e irregolare provocava al fondoschiena. Beato lui.

"Certo, ti tengo il posto." Aveva dichiarato alzando per qualche secondo il muso della sua conversazione segretissima, per tornare a picchiettare i polpastrelli sullo schermo a cristalli liquidi in dieci secondi netti, senza prendersi cura di ciò che voleva fare l'altro.

Le successive azioni del ragazzo dagli occhi verdi erano stato fin troppo istintive anche per il suo solito modo di fare: si era diretto velocemente verso i due piccioncini, pronto a chiedergli di smetterla.

"Caspita, è un vero peccato che oggi non si vedano bene le stelle..." aveva sentito dire al rivale, la voce che si faceva sempre più inebriante mano a meno che si avvicinava.

"Ma che dici?" la gatta parlava con un tono più gaio e sognante, che aveva quasi turbato il minore "Si vedono a meraviglia."

"Davvero? Sai, con la luce che emani tu, è difficile considerarle splendenti.". Ma che diamine gli era preso? Da dove era fuoriuscite queste smancerie nauseabonde?

I due avevano iniziato a baciarsi con una tale foga, che lo stomaco di Sonic si era immediatamente rivoltato, dandogli una sensazione di sconforto e ancora nostalgia.

"Ragazzi..." aveva sussurrato avvicinandosi e interrompendo il loro lambire passionale. "Se Silver vi vede è un casino..."

"Oh, taci." Lo aveva interrotto Blaze, troppo immersa nell'energia del momento addirittura per ricordarsi di salutarlo. "Non ha dieci anni." E aveva ripreso a lasciare dei piccoli baci sulle labbra dell'amante.

Dopo poco, Shadow aveva deciso di terminare il loro civettare, con l'obbiettivo di riprendere una volta dissolto l'amico:

"Non sei qui per questo, vero?" aveva chiesto il ventisettenne accomodandosi e facendo sedere Blaze sulle sue cosce.

"Volevo sapere a che ora sareste andati via." Aveva chiesto fingendo nella maniera più credibile. 

"Io sono venuta qua principalmente per la Treves Blue Band, forse andremo a casa verso le undici e mezzo." Aveva dichiarato la ragazza prima che l'amante potesse aprire bocca.

"Bene..." aveva risposto Sonic, sollevato dal fatto di non doverli vedere stuzzicarsi per tutta la notte. "Shadz, quando hai finito mandami un messaggio." Aveva aggiunto infine, facendo l'occhiolino al porcospino nero "E smettete di slinguazzarvi così, che se vi dovesse sgamare Silver potrebbe impressionarsi. Non voglio dover stare a tenergli la mano tutta la notte perché da solo non riesce a dormire."

"Simpatico." Aveva gridato la gatta mentre il ragazzino sfrecciava verso la sua porzione di scalino. Per sua fortuna, il compagno della serata era ancora intento a scrivere i suoi sms di importanza vitale, e non si era reso conto di niente. Sonic non aveva assolutamente concepito l'idea che l'amico si potesse impressionare per due ragazzi che corteggiandosi finivano per baciarsi, soprattutto perché aveva notato che in quanto a limonare era abbastanza pratico, ma per due motivi fondamentali preferiva che gli altri due spettatori dello spettacolo smettessero il prima possibile: non voleva che il riccio bianco si preoccupasse tutta la serata della loro novella relazione e, cosa più importante, non sopportava di vedere il porcospino più cinico della terra fare la corte alla ragazza, mentre lui ancora piangeva sul latte versato della precedente storia d'amore. Doveva ammetterlo, era particolarmente geloso della felicità altrui, nonostante fosse la prima volta che Shadow pareva seriamente sereno.

"Silv, hai finito con quel cellulare?" aveva chiesto annoiato.

"S-si..." aveva risposto Silver imbarazzato, una volta compreso che il suo atteggiamento aveva infastidito l'altro. Era arrivato il momento di dare attenzioni all'amico. "Staranno sicuramente per cominciare, sai?"

"Meglio, sto iniziando ad annoiarmi..." aveva sbuffato aprendo il sacchetto di patatine e infilando una mano al suo interno, per scoprire che, come al solito, la metà del contenuto del pacchetto era imbottito di aria allo stato più puro immaginabile. Aveva brontolato ancora una volta, allungando la busta gialla verso l'altro che lo scrutava perplesso. Prendendo una patatina dalla confezione, il riccio argenteo aveva chiesto preoccupato quale fosse il problema.

"Niente, solo che..." aveva deciso di abbandonare i suoi pensieri e permettere alle sue preoccupazioni di vagare verso quello che probabilmente sarebbe stato il suo psicologo della serata, come lo era stata la sua sorella maggiore Sonia per buona parte della sua vita. "Senti, ti è mai capitato di sentirti solo?"

"Tantissime volte." Aveva dichiarato l'interlocutore muovendo lentamente la testa dall'alto al basso. Sonic aveva preso la sua bevanda fra le mani, pronto a sentire cosa aveva da dirgli. "Sono sempre stato solo, così tanto che alla fine ci ho fatto l'abitudine. Ma sai, anche il mio cervello ogni tanto fa uno strappo alla regola e decide di ricordarmi cosa avrei potuto evitare per evitare la sorte che alla fine mi è toccata. È a quel punto che mi sento davvero abbandonato a me stesso."

"Orribile." Aveva risposto l'amico, comprimendo il viso in un'espressione disgustata. "Sei anche simpatico, non capisco questo tuo isolamento."

"La mia mente è particolarmente misantropa." Aveva sospirato alzando gli occhi al cielo.

"Parli dei tuoi pensieri come se foste due cose differenti." Aveva notato il riccio dagli occhi color smeraldo.

"Non riesco a spiegarmi, per quanto riguarda il mio interiore... comunque, come mai questa domanda?"

"Ecco..." aveva dichiarato dopo aver preso un sorso della fresca bevanda. "Ultimamente non mi sento appagato. Provo sempre un senso di tristezza che non riesco nemmeno a descrivere. Mi mancano tantissimo i miei genitori, i miei fratelli e soprattutto... Tails."

"Hai dei fratelli?" aveva domandato Silver, ignorando del tutto l'accenno alla volpe.

"Si, una ragazza più grande di me, Sonia, e Manic, che invece è più piccolo. Mi mancano da morire, da quando mi sono dovuto trasferire in questa città per poter studiare non posso più incontrarli se non durante le festività, e ciò non fa altro che aumentare il mio senso di malinconia."

"Ma Sonic, tu hai noi." Lo aveva rassicurato cingendogli le spalle con il braccio destro. "Non so gli altri, ma se ti senti triste o solo, su me puoi sempre contare. Che ne dici, magari potre-" non aveva fatto in tempo a completare la frase, che delle accecanti luci gialle avevano illuminato il palco e un boato proveniente dalla folla, prima di allora piuttosto quieta, aveva riscaldato l'ambiente. Dal piano rialzato su cui erano stati preparati gli strumenti musicali, era comparso un uomo sulla sessantina, che con fare allegro aveva augurato un benvenuto a tutti gli spettatori e aveva introdotto la prima band della serata: la Treves Blues Band, fondata dal celeberrimo armonicista Fabio Treves. Silver aveva fatto qualche ricerca su di lui prima di andare allo spettacolo e soprattutto aveva ascoltato alcuni loro pezzi, molto orecchiabili e profondi. Avrebbero passato una bellissima serata con della musica di tale livello, quella band era una garanzia!

Iniziato il primo brano, Sonic si era immediatamente ricreduto: quella musica era davvero divina. Il blues non era così male come lo ricordava...

"Ti piace?" aveva chiesto il maggiore sorridendo.

"Sono allucinanti." Aveva risposto quasi senza fiato. Il ragazzo ascoltava ogni canzone come se fosse la prima volta che sentiva una chitarra elettrica, elogiando di tanto in tanto le doti di ogni componente del gruppo e battendo il piede a tempo o oscillando da destra a sinistra.

"La prossima canzone..." aveva annunciato il leader della band indicando il chitarrista "è stata scritta dal nostro Alessandro Gariazzo. Una delle poche cose belle che ha fatto nella vita." I due ragazzi si erano lasciati scappare un'impacciata risata "Comunque, questa canzone si chiama Heaven in Hell..."

"Quanto amo questa canzone." Aveva sospirato Silver sognante, le luci colorate dei faretti che gli si riflettevano nei grandi occhi, conferendogli uno sguardo che quasi rifletteva l'atmosfera calda e emozionante.

"La conosci?" aveva chiesto l'amico incuriosito.

"È diventata una delle mie canzoni preferite in assoluto da quando la conosco."

"Ottima musica, non c'è che dubbio."

"Oh, ma non è per quello. Certo, la musica è grandiosa." aveva sussurrato. "Ma le parole...". Avevano per un momento portato gli orecchi alla melodia, fino a quando il riccio blu non si era reso conto di ciò che diceva:

"È una canzone d'amore..."

"Già. Però a me piace darle una sfumatura un po' diversa." Aveva confessato incrociando le braccia e stringendole al petto. "La dedico a tutte le persone che mi hanno voluto e mi vogliono bene, quelle che mi hanno aiutato a superare questo inferno che è la mia vita. Il mio paradiso all'inferno. Blaze, mio fratello quando era ancora in sé, Knux, tu..."

"Sai, se la metti così, ci tengo a dire che anche se la mia vita è un paradiso, perché effettivamente non mi posso lamentare di nulla, senza persone come voi ragazzi sarebbe molto meno bello. E per oggi devo ringraziare soprattutto te, perché mi hai permesso di vedere questo magnifico spettacolo." Si era lasciato sfuggire un sorrisetto allegro.

'E mi stai evitando delle seghe mentali assurde per Shadow e Blaze, o pensieri negativi per quanto riguarda Tails.' Aveva aggiunto con il pensiero.

Gli sguardi dei due ragazzi si erano incrociati per qualche secondo e Sonic si era improvvisamente perso nelle pupille dilatate del ragazzo al suo fianco, in cui per un momento gli era parso di scorgere la vera essenza di quelle dolci note.
Lo stesso era accaduto a Silver, incapacitato di distogliere lo sguardo dai brillanti smeraldi del magnifico ragazzo da cui era stato ormai completamente rapito. Nonostante fosse riuscito a distogliere la vista dagli occhi sfavillanti, l'unico punto in cui era riuscito a focalizzare erano state le carnose labbra altrui. Repentinamente era tornato agli occhi, per poi nuovamente ripercorrere il tragitto verso la bocca, quegli orli di pelle asciutta che era stata improvvisamente morsa con delicatezza dal proprietario. Ancora indietro ai bulbi oculari, nuovamente alla pelle leggermente arrossata.

Era il caso di osare? Quel contatto visivo stava durando più a lungo di quanto non gli fosse mai capitato.

Troppo facile.

Risvegliatosi dal suo stato di trance, Sonic aveva sbattuto velocemente le palpebre. A cosa stava pensando? Ricordava solo il vuoto assoluto e quelle iridi dorate che gli leggevano dentro. Il rivoltarsi dello stomaco era tornato, ma ben differente da quello provato alla vista di Shadow e Blaze. Era piacevole e fastidioso allo stesso tempo; emanava un bollore indescrivibile, come se qualcosa all'interno del suo ventre si stesse muovendo freneticamente, producendo infinita energia. Non era la prima volta, no...
Ma certo! Come poteva averlo dimenticato?

Tails. Gli era successo parecchie volte in sua presenza. Tutto questo poteva significare una sola cosa, ma...

Troppo veloce.

Non poteva essersi infatuato di Silver così rapidamente, non era possibile! Doveva riflettere, riflettere, riflettere ancora... non poteva essere vero. Eppure, scrutando ancora il volto dell'altro, contemplando la sua lingua che lentamente inumidiva gli angoli della bocca, era incapacitato di rifiutare le sue sensazioni.

Oh, come avrebbe voluto sfiorare le labbra altrui con le proprie, dolcemente e timidamente, con leggiadria, come le ali di una farfalla, un bacio armonioso e sensoriale.

Eppure lasciarsi sfuggire il controllo non era fattibile. Aveva necessità di indagare a fondo sia sul ragazzo, che sul suo groviglio d'impulsi e affetti. Aveva desiderato un partner? Doveva lavorarci, se lo era ripromesso dal giorno ormai lontano in cui lui e la sua adorata volpe si erano scambiati quelle amare parole d'addio. Se Silver fosse stato il prescelto dal suo cuore, cosa che sinceramente non credeva potesse essere vera, non si sarebbe lasciato sfuggire l'occasione, ma avrebbe affrontato la situazione un passo alla volta.

"S-Silver..." aveva bisbigliato timidamente "forse dovremo incontrarci più spesso. Non immagini quanto mi stia piacendo questa serata."

"Senza dubbio." Aveva ribattuto l'altro, voltando il viso in direzione del palcoscenico, un po' deluso, ma allo stesso tempo soddisfatto dei progressi ottenuti.

La prima parte del concerto si era conclusa alle ore 23.40, anche troppo presto per i gusti di entrambi i ragazzi, che durante tutta la durata della performance della band si erano goduti in tranquillità le sonorità sbalorditive e ogni tanto si erano scambiati qualche commento, questa volta evitando categoricamente il contatto visivo per sottrarsi al ripetersi della situazione precedente. Durante il breve intervallo tra una band e l'altra, Silver si era diretto al bagno, rischiando di incontrare la gatta e il porcospino scuro sul cammino. I due piccioncini si stavano finalmente allontanando –stranamente il ragazzo blu non aveva pensato a loro nemmeno per un secondo durante l'esibizione appena terminata- e così Sonic aveva deciso di tentare di trascinare il porcospino bianco il più vicino possibile alle transenne che separavano il palco dalla folla, in quel momento impegnata a fare rifornimento di cibo e bevande. Dall'inizio della serata aveva subito notato due o tre giovani che ballavano davanti agli sbarramenti, quindi era probabilmente consentito anche sostarvi davanti, magari con la scusa di fare qualche fotografia. Avrebbe anche guadagnato una posizione più comoda, sicuramente: il suo sedere non ne poteva più di quel piano duro e freddo, il pavimento lastricato sarebbe stato indubbiamente più confortevole.

Per evitare perdite di tempo, si era diretto anch'egli verso i bagni, posizionati in prossimità del palco, e aveva atteso Silver fuori dalla porta della toilette maschile; a differenza di quella femminile, non vi era alcuna coda e il riccio bianco era senz'altro al suo interno.

Stranamente, dopo qualche secondo d'attesa, dalla stanza in cui era chiuso il maggiore, si era alzato un grido isterico:

"Lasciami stare! Maledizione, smettila di rovinare sempre tutto quello che faccio!"

Non capendo cosa stava succedendo, Sonic aveva immediatamente bussato alla porta. Se non avesse risposto era pronto anche a sfondarla.

Silenzio.

"Silver, che stai facendo?" stava iniziando a temere il peggio, così aveva abbassato la maniglia, pronto ad entrare, qualunque fosse stato lo spettacolo che si sarebbe trovato dinnanzi. Chiusa a chiave.

Silenzio, e un debole mugolare sommesso.

Sonic aveva sollevato un piede e lo aveva battuto con forza alla destra della maniglia. La serratura non era un gran che; era ceduta subito e la porta si era spalancata con violenza, urtando la parete piastrellata del bagno. Per poco le cerniere non si erano staccate.

"Silver!" aveva urlato preoccupato. Il ragazzo era accoccolato sul pavimento lurido, inerte se non per qualche lieve spasimo del diaframma. Sul volto, solcato dalle lacrime, era disegnata un'espressione di orrore ipnotico, gli occhi completamente annebbiati.
Preso dal terrore, il riccio blu si era immediatamente fiondato davanti a lui, mettendolo a sedere e scuotendogli le spalle, gridando il suo nome. Una piccola folla si era riunita davanti all'entrata della stanza, e tutti fissavano perplessi il ventunenne che tentava di scrollare l'amico in stato di trance.

"Cazzo, Silver, svegliati!" Che fosse un attacco epilettico? Non ne aveva mai visto uno e cosa più importante non aveva la più pallida idea di come reagire.

"Io... non... non voglio..." aveva sussurrato con voce gutturale. "Io... Sonic... basta..."

"D-devo chiamare aiuto..." aveva mugolato il minore, incapace di affrontare la situazione, ansioso e spaventato.

"Troppo veloce. Falso. Inganno." La voce di Silver pareva più fonda del solito.

Solo il gesto più spontaneo fu la chiave del risveglio: con tutta la forza creata dal panico, la mano di Sonic aveva colpito la guancia dell'altro e uno schiocco sordo che aveva riempito la stanza. Gli occhi dorati del ragazzo si erano immediatamente snebbiati, e si era accasciato a terra.

"Non voglio..." aveva ripetuto con voce spezzata. Finalmente notando Sonic, aveva serrato le palpebre e aveva sospirato. "Stanno riiniziando?"

"Ma che cazzo hai?" il ragazzo dal pelo blu quasi tremava. Uno spavento del genere non lo aveva mai preso. Quel suo continuo dire 'non voglio'... aveva voltato la testa in direzione dell'unica finestra presente nella piccola cabina, ma essendo davvero troppo piccola, l'unica spiegazione plausibile –non voleva nemmeno immaginare una scena del genere, ma di storie così se ne sentono davvero tante- non era considerabile la spiegazione. No, nessuno lo aveva molestato o peggio.

"Scusami." Aveva ridacchiato il porcospino argenteo "Mi succede, qualche volta. Tranquillo, non è nulla di cui preoccuparsi."

Inebetito dall'affermazione, il riccio dagli occhi verdi non era riuscito a far altro se non aiutarlo ad alzarsi e borbottare un debole:

"Andiamo a sederci."

Scioccato dallo spettacolo a cui aveva dovuto assistere, non aveva minimamente preso in considerazione l'idea di sedersi per terra, davanti alla prossima band. Immaginava il panico totale della folla, nel caso la situazione si fosse ripresentata tale e quale. La scomodità dei gradoni era passata in secondo piano. Solo dopo parecchi minuti di silenzio era riuscito a fare quelle due o tre domande che gli rimbombavano nella testa:

"Cosa diavolo è successo in bagno? Perché parlavi da solo?"

"Non ridere. E non ti allarmare, ti prego."

"Sono serissimo." Aveva poggiato il mento sulla mano.

"Io... mi insulto da solo. Mi tratto male, ma, te lo giuro, non lo faccio apposta... poi a volte, mi piaccio, eccome se mi piaccio, mi sento forte, penso di poter fare tutto. Ma dopo non molto sento la maledetta voce nella mia testa che mi urla che sono inutile, e che tutti i miei sforzi per integrarmi non mi porteranno a nulla." aveva emesso un lungo sospiro. "Penso di essere malato."

"Cazzo." Aveva risposto l'amico sconcertato. "Non lo avrei mai notato, se non fosse successa questa cosa in bagno..."

"Non sono sicuro di come funzioni, so solo che a volte mi fa paura. Perché non riesco a dirlo e nessuno mi crederebbe. Lo confino, lui è solo nella mia mente, ma se lo faccio arrabbiare, prende il possesso di me." Notando l'espressione basita del ragazzo, l'unica certezza che gli si era formulata nella mente era che Sonic non lo avrebbe mai voluto per quello che era davvero. Forse, parlargli della sua coscienza non era stata una buona idea. "Però, ti supplico..." aveva risposto con voce troncata dal pianto imminente "Non mi lasciare solo."

"Tu..." aveva bisbigliato il porcospino blu "Tu rifletti troppo, Silver. Organizzi tutta la tua vita e ti convinci che se sbagli qualcosa, allora sei solo da buttare.". Doveva trovare una spiegazione plausibile alla cosa, il suo amico non poteva essere schizofrenico o altro, se ne sarebbe accorto molto prima, se così fosse stato. Non era violento, non aveva mai mostrato quei tipici segni di pazzia prima di allora. Pensava troppo, ecco tutto.

"Davvero secondo te è quello il problema?" abbassando la testa, aveva dichiarato "Effettivamente prima di conoscere voi, stavo molto peggio, e passavo giornate intere a riflettere..."

Provando un'immensa pietà per quel piccolo riccio in preda ai dubbi esistenziali, Sonic aveva aggiunto:

"Aiutiamoci a vicenda. Io ti aiuterò a non pensare e ti mi farai compagnia. Va bene?"

Alzando lo sguardo, il maggiore aveva annuito, pienamente riconoscente.

"Grazie, Sonic."

Erano stati così impegnati a tentare di decifrare i problemi di Silver che non avevano assolutamente notato il gruppo di Charlie Musslewhite ormai pronto a suonare. Il simpatico vecchietto era stato accompagnato sul palco dal presentatore e stava facendo la sua introduzione e quella degli altri membri della band.
Questa volta la musica aveva una sfumatura più energica, tanto che buona parte degli spettatori si era andata a riunire davanti al palco per ballare. Grida di ogni genere avevano riempito l'aria non appena il maestro aveva preso in mano la sua armonica; Silver si dondolava sulla sedia, godendosi anche questa volta le canzoni.

Improvvisamente aveva notato la mano di Sonic tesa nella sua direzione. Mentre lo fissava stranito, l'altro aveva teso il braccio in modo che gli risultasse ancora più vicino.

"Andiamo." Aveva sorriso il riccio blu.

"Oh..." Silver aveva distolto lo sguardo, scoraggiato "Io non ballo."

"Maddai, se è perché non riesci non importa, nemmeno io so ballare. Su, alzati!" lo aveva incitato allungandosi ancora nella sua direzione. Nonostante l'insicurezza

Divertiti.

aveva incastrato le sue dita fra quelle più lunghe dell'altro

Sarà una dei pochi momenti divertenti che ti potrai concedere con lui.

e un calore irrompente aveva riscaldato i loro corpi.

Incespicando in direzione dell'aggrovigliamento di persone che si muovevano entusiasticamente, il riccio blu aveva notato le guance leggermente arrossate dell'amico. La voglia di baciarlo era tornata; doveva trattenersi, lo doveva a tutte le ore passate a piangere nella sua stanza buia, ripensando al ragazzino dalle due code.

E se Silver fosse stato diverso? Se Amy non fosse venuta a sapere della loro relazione, forse... aveva anche promesso che non avrebbe commesso ancora gli stessi errori...

E quel bacio nel bagno del ristorante, quel 'Possiamo rifarlo un'altra volta?'...

No, no! Troppo veloce!

"Sonic, ti dispiace tenermi le mani?" aveva chiesto il porcospino argenteo, paonazzo. Aveva bisogno di una guida, o quel ballo sarebbe stata l'ennesima figura pessima della serata.

Il porcospino blu si era risvegliato dai suoi pensieri che non lo avrebbero portato a nulla, se non a ulteriori errori. Aveva messo su un sorriso energico e aveva fatto fare una piroetta all'amico.

'Non pensare, divertiti' si era detto 'Fatti guidare dalla musica.'

Preso il tempo con la zampa, aveva iniziato a muoversi oscillando sulle note di quel blues che aveva scoperto molto vicino ai suoi gusti.
L'altro l'aveva seguito completamente impacciato, il suo musetto una volta dorato, ora di tutte le sfumature rosse e viola dall'imbarazzo. Dopo un paio di secondi passati a muoversi come un pendolo seguendo il ritmo dell'armonica, aveva sentito il braccio del riccio blu scivolargli dietro la schiena e fargli una leggera pressione in modo che si avvicinasse.
Sonic si era lasciato andare completamente e nonostante non fosse un grande ballerino, aveva guidato quel bizzarro scempio di imbarazzo fatto a riccio che era il suo compagno. Doveva ammettere che il tutto gli risultava strano, ma era uno strano piacevole. 
Si muovevano energicamente, riempiti da quella gioia che solo River Hip Mama sapeva dare.

"Muovi i fianchi Silv" lo aveva incitato, ponendo le mani sulle sue strette anche. Per Silver non era stato molto semplice affidarsi all'amico e alle sue movenze energiche, non avendo mai avuto l'occasione di ballare con qualcuno prima di allora, ma sentendo quella frase non aveva potuto far altro se non assecondare il circolare movimento del bacino dell'altro, tentando di copiarlo. 
Finalmente stavano iniziando a sincronizzare le 'mosse di danza', e verso la fine della canzone avevano addirittura aumentato il ritmo, agitando freneticamente mani e piedi. Giunti all'inizio della seconda canzone, erano ormai completamente immersi della divertente atmosfera e così avevano continuato a condursi l'un l'altro nella stramba e spassosa danza, composta da giri e sinuosi ondeggiamenti del corpo, piccoli saltelli e tanti altri movimenti improvvisati e forse inventati sul momento.

"Era da secoli che non mi divertivo così!" aveva gridato Sonic oscillando nella direzione del compagno, portando le mani sui suoi fianchi e alzandolo, per prenderlo in braccio. Poi lo aveva stretto con forza a sé per qualche secondo e l'ormai noto calore li aveva avvolti ancora una volta. Separati, aveva notato il solito sorrisetto impacciato sul volto sfumato di rosso del ragazzino bianco e gli aveva accarezzato la guancia, poggiando la sua fronte contro quella altrui e sussurrando un debole 'grazie'.

L'amore è bello quando si ama in due. E se...

 
   
 
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