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Autore: Elisir86    27/08/2017    2 recensioni
Infine si accorse che quell'immagine che lo stava fissando con occhi sgranati non era la sua.
Certo il viso era simile al suo -forse con qualche chilo in più- ma i capelli erano di un castano scuro e gli occhi erano di un tenue verde...
...un colore che non vedeva da secoli.
Si portò una mano al petto e il riflesso eseguì lo stesso movimento e forse -ma solo perché ancora non aveva metabolizzato tutte le stranezze- quello fu il momento più spaventoso della sua vita.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: 2p!Hetalia, Austria/Roderich Edelstein, Danimarca, Sud Italia/Lovino Vargas, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XII

Antonio


 

 

“Io ti detesto...” mormorò appena vide Gilbert bello sorridente davanti alla porta della sua stanza, di tutta risposta il tedesco si mise a ridere facendogli nascere una sorta di fitta continua alle tempie. “Mio Dio! Sei proprio uno straccio vecchio mio!” e gli aveva dato una manata -di quelle che ti fanno male quando stai bene figurati quando sei in uno stato pietoso- sulla spalla facendolo barcollare di brutto.

Antonio sapeva di stare da schifo, quando due minuti prima si era trovato nel bagno si era visto allo specchio: aveva il viso pallido, occhiaie da far paura e labbra screpolate. E quello era solo l'aspetto fisico, se metteva in conto il mal di testa, la nausea e la bocca impastata poteva benissimo darsi per un malato grave.

Guardò Gilbert, baldanzoso nei suoi abiti scuri -come potesse vestire di nero anche con quel caldo non lo capiva...- sembrava che l'acool su di lui avesse un effetto rigenerante: più beveva più stava meglio.

“...Ti detesto davvero...” mormorò infilandosi la prima maglietta che sbucava dalla valigia, era di un verde brillante che di sicuro avrebbe stonato durante la riunione dov'erano tutti vestiti -chi più chi meno- elegantemente, ma con le tempie che pulsavano, la stanza che ruotava ancora intorno a lui e lo stomaco attorcigliato a lui non poteva fregare di meno.

Antonio non amava particolarmente bere, non che fosse astemio anzi il vino italiano lo apprezzava così come la sangria, ma non eccedeva mai fino a ridursi a quello stato.

Beh, mai era una parolona, si lasciava andare quelle due volte all'anno in cui avevano un meeting piuttosto lungo e quello lo era: cinque giorni di puro stress!

Infine Gilbert aveva sfidato Danimarca a una gara di bevute includendo anche lui e Francis, ma quel nordico altissimo -perché tutto si poteva dire di Mattihias ma non che fosse basso- beveva i vari cocktail, birre e chissà cos'altro come si beve un bicchiere d'acqua.

Risultato?

Bastava vedere come era conciato quella mattina!

 

 

Quando finalmente riuscì ad uscire dalla stanza, Antonio non sapeva se era il caso di prendere l'ascensore o le scale per impedire alla sua nausea di diventare qualcosa di più tangibile.

“Ti odio davvero tanto...” piagnucolò guardando le porte dell'ascensore con il suo ex-amico al suo fianco “Potresti anche saltare la prima parte della riunione. Prendi un'aspirina, vai a riposare e ti riprendi per l'inizio del pomeriggio!”

Non era male come idea e forse l'avrebbe anche seguita se non si fosse ritrovato travolto da Danimarca in persona.

Ma non il solito ragazzone sorridente bensì da una valanga tutta muscoli e sguardo gelido come ghiaccio.

 

Porca paletta!

 

Si ritrovò a dondolare pericolosamente all'indietro con qualcosa di schifosamente acido che rischiava di salirgli in bocca.

Gilbert fermò il suo movimento posizionando le mani sulle sue spalle, lo vide lanciare uno sguardo infuocato al biondo e urlargli un “Guarda dove vai, idiota!”.

Matthias si fermò di colpo per girarsi verso di loro – guardava più a Prussia che a lui- con uno sguardo omicida, aveva le pupille talmente ristrette che si faticavano a scorgere nonostante i suoi occhi fossero chiari.

Antonio deglutì, improvvisamente tutto intorno a lui aveva smesso di girare, come se quell'incidente gli avesse tolto i postumi della sbronza.

 

Ok, mai dare dell'idiota a uno che effettivamente era stato un tiranno, soprattutto se era di pessimo umore.

 

Cattivo umore o no, Danimarca continuò la sua marcia imperturbabile “Gil...” mormorò alzando un dito “Esattamente cos'è successo?” il tedesco alzò le spalle “Mah, forse tutto l'alcool che ha ingurgitato ieri lo ha fatto impazzire!”

Spagna sospirò entrando mestamente nell'ascensore “Ora andiamo a fare colazione, ho una voglia di salsicce!” e improvvisamente la nausea fece ancora la sua comparsa più forte di prima.

“Ti odio!”

 

 

 

Una volta usciti da quella trappola mortale che dal secondo piano li aveva portati al piano terra, Antonio si buttò a capofitto sulle poltrone della hall. Non era possibile che lui potesse partecipare al meeting in quelle condizioni e doveva solo ringraziare Prussia.

Lui e le sue pessime idee!

Finalmente! Vi sto aspettando da diversi minuti!” la voce melodiosa di Francia gli fece pulsare la tempia sinistra, lo guardò avvicinarsi con il suo completo elegante, i capelli raccolti in una piccola coda e il viso rilassato.

Ma perché solo lui stava da schifo? Anche Francis non era un gran bevitore -reggeva l'alcool più di lui, certo, ma non quanto Prussia- eppure eccolo lì, perfetto, bellissimo e profumatissimo...

...la nausea aumentò appena sentì quel odiosissimo aroma che circondava il biondo.

 

Ma cos'è questa cosa? La gara di chi mi farà vomitare???

 

“Vi detesto entrambi...” sibilò mentre quei due se la ridevano del suo stato pietoso “Mio piccolo, dolce pasticcino, dovresti smetterla di farti trascinare da Gilbert in certe faccende...”

Antonio era sicuro che se fosse stato nel pieno delle sue forze probabilmente avrebbe strappato quel sorrisetto insolente dal sue secondo ex-amico!

“Andiamo?” Gilbert aveva dato una spallata amichevole a Francis facendolo storcere il naso “Ho fame!” decretò mettendo le mani in tasca.

Spagna aveva una voglia matta di colpirlo con una serie di calci stile Romano, lo aveva capito che l'albino voleva mettere qualcosa sotto i denti ma non c'era bisogno di dirlo in continuazione in modo da far ritorcere il suo stomaco!

 

Alzarsi da lì fu dura, un'impresa che non tutti in quello stato potevano portare a termine!

Dopo lunghi minuti di mugolii, insulti poco velati in spagnolo e piedi trascinati a terra, Antonio riuscì a raggiungere la sala da pranzo dove altre -grazie a Dio!- sedie erano pronte ad accogliere le sue straziate membra.

Quello però che si ritrovò davanti fu una scena che mai -nemmeno nei suoi incubi peggiori- avrebbe immaginato: Germania in piena crisi respiratoria tanto che stava respirando dentro a un sacchettino di carta, Inghilterra e Ungheria che non sapevano che pesci pigliare, Feliciano che disperato non la smetteva di piangere e Romano che mangiava tranquillo uova strapazzate.

Non era una bella scena, soprattutto per le lacrime del Nord Italia che in quello stato non faceva altro che fargli nascere una voglia matta di coccolarlo.

“Spagna!” Feliciano si era precipitato da lui abbracciandolo come se fosse la sua ultima speranza “Romano...” singhiozzò strofinando il volto sulla maglietta -che a quel punto avrebbe dovuto cambiare prima del meeting- “...oh, mio fratello...” e il pianto si fece più forte, tanto che non solo le tempie ma anche il resto del cranio iniziò a pulsare.

Vide Gilbert avvicinarsi al tavolo e guardare con un sopracciglio alzato Germania “Ludwig?” e anche quell'omone tutto muscoli e cervello -la rarità nel mondo- si ritrovò a guardare pieno di sollievo suo fratello.

 

Ma cosa ha combinato Romanito???

 

Antonio spostò lo sguardo sull'italiano che stava fissando proprio lui e Feliciano trapassando con uno sguardo omicida la schiena del più piccolo.

Ed era strano, una cosa che non capitava da più di cent'anni e che lui sperava di non vedere mai più!

Intanto Nord Italia aveva usato un lembo della sua maglietta per soffiarsi il naso -ed era sicuro che se fosse stato qualcun altro gliela avrebbe fatta ingoiare, ma come poteva arrabbiarsi con quel dolce e tenero ragazzo?- “Ita, mi spieghi con calma che cosa è capitato?”

“Te lo spiego io!” Inghilterra si era alzato e con quelle enormi sopracciglia corrugate -tanto da creare una linea unica- indicò con ben poca educazione Romano che da canto suo continuare a fissare le sue braccia che circondavano Feliciano, “Il tuo pomodorino...”

Sud Italia spostò lo sguardo sull'inglese senza dire una parola, non un insulto e nemmeno un gesto ai limiti della decenza, nulla. “...Non è normale!”

Antonio sbatté le palpebre cercando di fermare il dolore alle tempie e la nausea che tutti quei odori mischiati stavano aumentando.

“Beh...” iniziò con il solito sorriso, era più che sicuro che tutti conoscessero l'indole manesca di Romano perciò non trovava giusto etichettarlo come strano dopo tutti quei secoli. Francis gli si avvicinò “...Sta mangiando delle uova...” mormorò al suo orecchio “...uova strapazzate...” puntualizzò e facendo aumentare i singhiozzi di Feliciano “...di mattina!” finì con un tono tragico che avrebbe fatto invidia al più grande degli attori.

Ok, era strano.

Molto strano.

E quando vide con i suoi occhi il suo Romanito sorseggiare anche del caffè tedesco -non quello nella moca messa davanti al posto di Ita- capì che doveva fare due cose:

Uno controllare lo stato di salute della sua ex-colonia, due correre in bagno.

La seconda opzione lo costrinse lasciare Feliciano tra le braccia di Francia -che scandalizzato cercava di non farsi rovinare la camicia- con la velocità che manco i supereroi potevano stargli dietro!

 

 

 

 

 

Note:

Allora, so che non succede niente, ma Antonio a finalmente fatto la sua comparsa!

Perdonatemi per come l'ho trattato, ma tutto sommato sta messo meglio di Ludwig, no?

 

Comunque grazie per i commenti e spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento :)

 

Ah, ho pubblicato un secondo capitolo questa settimana per farmi perdonare dell'enorme ritardo.

 

A presto Elisir

  
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