Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: samv_s    27/08/2017    1 recensioni
Jimin continuò ad osservarlo con sguardo scettico: uno come Yoongi non era solito aiutare le persone, eppure in quel momento gli stava offrendo una mano per conquistare il rosso.
"Accetto." Disse, quindi. Tentar non nuoce, no?
Vmin//Yoonmin. Accenni Namjin
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Una nuova settimana di ottobre era ormai iniziata portando con sé altro freddo ed altra pioggia. Inoltre, come se quel velo grigiastro che ricopriva la città non fosse abbastanza, anche il lavoro a scuola era aumentato: Jimin ed i suoi amici si erano ritrovati molto più spesso a saltare la pausa pranzo pur di ripassare in qualche aula vuota. Ciò aveva fatto sì che i sette ragazzi si vedessero poco – forse gli unici ad essersi visti maggiormente erano stati Taehyung, Jungkook e Jimin poiché spesso avevano studiato assieme per qualche verifica. In quelle occasioni, poi, Jungkook si era sentito così terzo incomodo fra quei due che non la smettevano di scambiarsi occhiatine. – e ciò aveva messo di malumore un po' tutti.
Quando finalmente arrivò il venerdì però, tutte le interrogazioni ed un grande progetto che aveva occupato Namjoon e Seokjin, – i due non erano rimasti molto entusiasti di lavorare assieme, ma il maggiore sapeva che senza l’aiuto del suo amico (se poteva ancora definirlo tale), non avrebbe mai preso un bel voto in quella presentazione di inglese – tutti e sette si erano riuniti al loro solito tavolo per poter finalmente consumare un pranzo assieme dopo tanto.
“Sembra sia passata una vita!” Esclamò Hoseok mentre si portava alla bocca una porzione di riso facendo annuire gli altri, tutti d’accordo con lui. Nessuno aggiunse più nulla, troppo concentrati a consumare i loro pasti, ma il silenzio che calò sul tavolo non era affatto spiacevole.
“Jimin-ah, come procedono le tue prove?” Ruppe il silenzio Taehyung, che alzò il viso e sorrise sornione all’altro ragazzo. Nei giorni dopo il compleanno del corvino, nonostante fosse ancora turbato da ciò che era accaduto tra Jimin e Yoongi, il rosso aveva deciso di lasciar perdere e di attuare il suo piano: doveva e voleva avvicinarsi maggiormente al maggiore, voleva conquistarlo. Ed iniziare a parlare di più con lui, gli era sembrata un’ottima idea. Jimin, dal canto suo, aveva apprezzato moltissimo che Taehyung avesse preso a scrivergli più spesso: in poco tempo, i due si erano avvicinati molto, tanto da spingere il corvino a lamentarsi con il minore delle prove sempre più estenuanti per il saggio di danza che si sarebbe svolto verso la metà di novembre.
“Ieri abbiamo iniziato con l’ultima coreografia: il maestro ci aveva detto fosse difficile, ma non pensavo così tanto. Penso di dovermi esercitare molto su questo pezzo, sarò il primo ballerino durante l’esecuzione.” Ammise Jimin e sbuffò piano: erano da giorni ormai che i piedi gli dolevano, così come le gambe e le braccia. Ma nonostante la fatica, non aveva intenzione di deludere le aspettative di nessuno. In primis le sue: quando il suo insegnante gli aveva comunicato che sarebbe stato al centro della scena durante quel pezzo, Jimin aveva fatto i salti di gioia. Si sentiva così fiero del suo operato, e adesso non avrebbe battuto la fiacca solo per dell’esercizio in più.
“Non strafare, altrimenti ti dovremmo portare nuovamente in infermeria.” La voce di Yoongi fece voltare il volto a Jimin, risvegliandolo dai suoi pensieri e facendogli strabuzzare gli occhi. Il grigio aveva pronunciato quella frase di getto, dando voce a ciò che gli passava per la mente senza neanche rendersene conto. Quando poi si era accorto di averlo detto veramente, abbassò il capo portandosi alle labbra un boccone di verdure grigliate: sperò con tutto sé stesso che nessuno si fosse accorto del colorito roseo che avevano assunto le sue guance. A Jimin, però, quel leggero rossore non passò inosservato e sorrise prima di esclamare un sonoro e contento “non preoccuparti hyung”.

 
***

Dopo la pausa pranzo, ognuno dei ragazzi era tornato nelle rispettive classi: Taehyung, Jungkook e Jimin avrebbero affrontato con più entusiasmo il test su letteratura cinese, mentre Hoseok e Yoongi avrebbero sostenuto con più ottimismo l’interrogazione di fisica dell’ora successiva. Gli unici non molto entusiasti della materia della sesta ora, sembravano essere Namjoon e Seokjin, entrambi non tanto amanti di educazione fisica. Nessuno dei due, infatti, era portato per qualsiasi sport: entrambi troppo alti e poco coordinati per poter entrare in campo, troppo svogliati per poter fare qualsiasi esercizio di riscaldamento. Avrebbero passato quell’ora sicuramente sugli spalti della palestra, ad ascoltare canzoni assieme o a giocare a “sasso, carta, forbici” per decidere chi avrebbe pagato la cena del sabato sera.
O almeno questo era ciò che avrebbero fatto fino a qualche settimana prima.
Da quando Namjoon aveva lasciato la macchina di Seokjin la domenica successiva al compleanno di Jimin, i due non avevano osato mettere nuovamente in mezzo l’argomento. In realtà non avevano parlato fino al martedì, quando i loro nomi erano stati sorteggiati per lavorare assieme al progetto di inglese: così, erano stati costretti a scambiarsi almeno qualche discorso inerente la presentazione.
Per la prima volta, avevano trascorso dei pomeriggi di studio in un silenzio imbarazzante e carico di tensione. Durante quegli incontri, Seokjin aveva sentito l’irrefrenabile desiderio di parlare e di scusarsi con Namjoon fino allo sfinimento: sapeva di aver sbagliato, e voleva quantomeno recuperare un briciolo del rapporto che avevano prima. Ma il minore aveva scelto di fargliela pagare nel peggiore dei modi, lo stava ignorando.
E l’espressione prima di qualsiasi sentimento ed il silenzio assordante del più piccolo, avevano fatto sì che ogni qualvolta il biondo provasse a parlare, le parole gli morissero in gola seguite da un fastidioso groppo da mandare giù. Ma ciò che faceva imbestialire maggiormente Seokjin, era la consapevolezza di meritarsi quel trattamento: aveva ferito i sentimenti di Namjoon, li aveva calpestati e poi ci era passato sopra un centinaio di volte con un tram. Ed il tutto era avvenuto con poche e semplici parole, ma tanto potenti da mandare a puttane anni ed anni di amicizia. E questa consapevolezza, lo aveva fatto stare male. Così male da ritrovarsi a piangere nel cuore della notte, dopo un brutto sogno in cui Namjoon lo abbandonava per sempre.
Ed ogni volta che ci pensava, più si rendeva conto che quell’incubo sembrava rispecchiare alla perfezione la realtà.

Accantonando quei pensieri e prendendo posto sugli spalti, Seokjin si accomodò incrociando le gambe e iniziando a districare il nodo a cui si erano ridotte le sue cuffie. Troppo concentrato a far passare prima un filo e poi l’altro, non si accorse della figura da capelli violetti sedersi al suo fianco. Namjoon non aprì bocca e prese ad osservare il maggiore: quell’espressione concentrata che metteva su ogni volta che si impegnava in ciò che faceva, lo faceva sorridere. In quei giorni, quella era la prima volta che vedeva quel perenne velo di tristezza sparire dal viso di Seokjin. Sapeva benissimo di essere la causa del suo malessere, ma non riusciva a comportarsi diversamente: aveva accettato le scuse dell’amico, si poteva notare lontano un miglio quanto fosse stato sincero quel giorno in macchina. Ma Namjoon non riusciva a sentirsi pronto, non dopo che aveva aperto il suo cuore ed era stato ferito in quel modo.
Stentava anche a crederci che a Seokjin potesse piacere Jungkook. Non che il più giovane fosse un brutto ragazzo, ma gli sembrava così…strano. Forse era gelosia a fargli risultare la situazione tanto assurda, o forse il fatto che prima di allora non si fosse accorto di come Seokjin si prendesse cura del castano. Non c’aveva mai fatto caso, eppure il maggiore era sempre lì pronto a dare una mano a Jungkook: dall’aiutarlo a prepararsi per una verifica in classe, al fargli compagnia a casa quando i suoi genitori erano fuori per lavoro.
Namjoon aveva sempre frainteso quei gesti, associandoli a normali comportamenti di Seokjin: il fatto che fosse stato sempre disponibile con tutti, non aveva mai fatto intendere che ci potesse essere altro.
Ma ciò che più di tutto aveva ferito Namjoon, era stato il fatto che Seokjin non gli avesse mai parlato di quella sua cotta. Lo aveva illuso tutto quel tempo, lui ed i suoi splendidi sorrisi.
“Oh!” Esclamò poco dopo il biondo, sgranando leggermente gli occhi quando si accorse di Namjoon al suo fianco. Questi alzò il volto, incontrando lo sguardo confuso ma allo stesso tempo felice del maggiore.
“Scusami, se ti do fastidio mi alzo.” Aggiunse Namjoon, già pronto ad alzarsi e spostarsi sugli spalti superiori. Ma subito dopo, sentì le dita di Seokjin stringergli il polso e spingerlo a sedersi nuovamente.
“Nessun fastidio.” Aggiunse il maggiore. Namjoon si perse ad ammirare le labbra carnose dell’altro distendersi in un sorriso, e per una frazione di secondo anche gli angoli della sua bocca si incurvarono all’insù. Fu un gesto automatico e veloce, che però non passò inosservato allo sguardo attento e speranzoso di Seokjin.
Quando il minore prese posto, calò nuovamente il silenzio fra i due. Ma sembrava essere più leggero, proprio come i loro cuori.
 
***

“Sono tornato!” La voce squillante di Hoseok riecheggiò nel breve corridoio che collega la porta principale al salotto della sua abitazione: nonostante la distanza, si potevano percepire sia il rumore delle pentole sul fuoco, che un fantastico profumino. Il giovane sistemò le scarpe nell’apposito scomparto della scarpiera posto all’entrata, infilò le pantofole e si diresse verso la cucina.
“Bentornato.” Le voci di sua sorella e di sua madre, lo accolsero appena la sua chioma aranciata fece capolino da dietro la porta. I tre si sorrisero, poi Hoseok le informò che sarebbe rimasto in camera fino a quando la cena non fosse stata pronta.
Appena varcata la soglia della sua stanza, l’arancio si buttò a peso morto sul letto. Un sospirò lasciò le sue labbra nell’esatto momento in cui sentì i muscoli rilassarsi a quel contatto così morbido col materasso: per fortuna era venerdì, altrimenti non avrebbe mai potuto concedersi quella leggera pausa dallo studio e dai compiti che doveva ancora portare a termine.
Hoseok chiuse gli occhi sistemandosi al meglio sul soffice cuscino e liberando la mente da qualsiasi pensiero, o quasi. Quando, infatti, l’immagine di Jimin e Yoongi durante l’ora della pausa pranzo gli ritornò in mente, il giovane si mise a pancia in su e prese a rifletterci.
Da quando il suo migliore amico era andato a trovarlo dopo la rottura con Taehyung, Hoseok sapeva che qualcosa era cambiato. Ed il fatto che Yoongi gli avesse dato un bacio a stampo – non stava realmente dormendo in quell’occasione – aveva scatenato il tutto. Si perché da quel gesto – che Hoseok aveva anche trovato piacevole – si sentiva strano, diverso.
Nei giorni successivi, poi, aveva cercato di comprendere perché si sentisse in quel modo e perché il fatto che Jimin e Yoongi fossero così vicini, gli provocasse uno strano fastidio all’altezza dello stomaco. Aveva pensato che la sua fosse semplice gelosia, un atteggiamento tanto egoista quanto infantile solo perché lui e Taehyung non stavano più assieme. E nonostante quella teoria fosse molto valida, c’era qualcosa che non quadrava.
Più ci pensava, più non riusciva a spiegarselo.
Poi però, spalancò gli occhi e si portò una mano davanti alla bocca incredulo della soluzione a cui era giunto. Sentì il cuore prendere a martellare sempre più forte nel petto, e pensò che da un momento all’altro potesse rompergli la cassa toracica e fuoriuscire dal suo corpo. Non poteva realmente essere così, non doveva affatto.
Eppure, era giunto alla conclusione che gli piaceva Min Yoongi.
 
***

“Allora, cosa si fa adesso?” La domanda di Jimin giunse inaspettata, cogliendo il maggiore di sorpresa e risvegliandolo dal suo stato di semi trance. Yoongi scosse lievemente il capo, distogliendo lo sguardo dal punto in cui si era focalizzato circa una manciata di minuti prima. Cercò di frenare il lieve rossore, e pregò che Jimin non se ne fosse accorto: come diamine gli era venuto in mente di iniziare a fissargli le labbra? Se Jimin lo avesse notato, sarebbe stata una seconda figuraccia e ciò gli fece notare che stava decisamente perdendo i colpi. Ricompostosi leggermente, si schiarì la voce e cercò di assumere l’atteggiamento più atono del suo immenso e vasto repertorio.
“Vorrei prima capire cos’è che sta turbando tanto Hoseok in quest’ultimo periodo. Ho notato che più di una volta sembrava come perso, pensieroso. Se è ciò che penso che sia, siamo a metà dell’opera.” Rispose e poi si portò alla bocca una cucchiaiata di gelato: passando i pomeriggi a casa Park, lo spuntino era sempre una ciotolina ricolma di gelato. Non che questo a Yoongi dispiacesse.
“E tu pensi che ad Hoseok piaci? Non è troppo presto? Insomma, lo vedevo così preso da Taehyung.” Rispose Jimin allungando le gambe e poggiando il capo sul cuscino, stendendosi così sul suo letto. Invitò il maggiore a fare lo stesso e questi, dopo poco, lo seguì posando il capo sull’altro cuscino.
“Non ne sono sicuro, è una supposizione. Spero che sia così però, almeno andremo rapidamente avanti con il piano.” Ammise Yoongi ed il discorso finì lì. I due ritornarono a consumare i loro spuntini.
I pomeriggi a casa del corvino sembravano essere diventati una routine a cui Yoongi si era rapidamente abituato, trovandoli anche molto piacevoli. Alla fine la presenza di Jimin non lo turbava affatto anzi, il fatto che il corvino rispettasse i suoi spazi e non gli facesse più domande del dovuto lo metteva maggiormente a suo agio. In più, da quando il minore gli aveva fatto quella sfuriata il giorno successivo al suo compleanno, il grigio aveva compreso che trattarlo con insufficienza non era il modo giusto e sano per poter portare avanti la loro messa in scena. Aveva iniziato così a mettere da parte quella sua costante freddezza e stava cercando di essere più socievole. Yoongi stava cercando di comportarsi proprio come faceva con Hoseok e Taehyung.
E quando poi Jimin chiese se potevano vedere un film, Yoongi acconsentì senza fare troppi problemi.








 
​Buongiorno e buona domenica a tutti!
​La vita sembra odiarmi e quindi ha avuto la brillante idea di rifilarmi un fortissimo raffreddore ad Agosto.
​Nonostante il letto nascosto sotto una moltitudine di fazzoletti, ho avuto molto più tempo per il capitolo e sono felice - quindi - di pubblicarlo in orario.
​Avrei molte cose da dire, ma vorrei che foste voi a sclerare al posto mio con una bella recensione (se avete critiche costruttive, inoltre, saranno ben accettate. Possono solo che migliorarmi).
​Come sempre, grazie mille a chi recensisce e a chi inserisce la storia fra le preferite/seguite/ricordate. Un grazie anche ai lettori silenziosi!
​Un bacio e alla prossima,
​Sam.
   
 
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