Correva a perdifiato come se non avesse mai fatto altro in vita sua, il fianco le doleva terribilmente e gli occhi erano offuscati dalle lacrime che avevano iniziato a scendere, la lunga gonna che sentiva scivolare tra i suoi piedi la faceva inciampare mentre il respiro iniziava a rallentarla.Non riusciva neanche a vedere dove stava andando, sapeva solo che doveva correre.
Dietro di sé la sua presenza costante la perseguitava ma, nonostante tutto, questo le dava nuova forza, facendole provare solo disgusto, disgusto per quello che lui le avrebbe fatto, disgusto per sé e per quello che forse sarebbe diventata se avesse deciso di risparmiarla.
Sapeva di persone scomparse, conosceva il motivo dei coprifuochi, in quel mondo terribile dove viveva niente era sicuro nemmeno di giorno.
Così lei con gli occhi lucidi dalle lacrime correva senza sapere dove andare, doveva solo allontanarsi da lì.

D’un tratto un muro nero le sbarrò la strada e comprese di aver sbagliato via, pestò i piedi con rabbia e disperazione, se solo non si fosse attardata, se solo avesse potuto raggiungere casa sua. Riuscì a frenare un attimo prima di sbattere contro l'ostacolo, gemendo, cercando freneticamente una via d'uscita, finché non si bloccò.
Lentamente, con il cuore che sembrava uscirle dal petto, si voltò come il suo istinto le gridava di fare e qualcosa di bianco attirò la sua attenzione, gelandola.
Fece solo un piccolo passo indietro e vide il bianco allargarsi…il vampiro da cui stava scappando era di fronte a lei…e rideva.

"Illusa…” fu solo un sussurro, un mormorio di una voce elegante, attraente e lei lo sentì.
Bella ingoiò la saliva, trovando la gola secca. Si accorse di star tremando e delle lacrime che scendevano sulle sue guance con un attimo di ritardo, come con un attimo di ritardo si accorse di star indietreggiando verso il muro, spinta dal corpo del ragazzo:
“...Pensavi davvero di essere più veloce di me?”
Chiuse gli occhi pregando di non incrociare più quelli neri del giovane, lo scintillio crudele di chi sta per commettere un omicidio era ancora peggio dell’idea della morte. Pensò ai suoi cari, alla sua famiglia, al suo promesso…a Jacob, e nuove lacrime scesero dai suoi occhi, traditrici.
Sollevò con rabbia le palpebre, ritrovandosi di fronte lui, quel demone così bello e seducente, e non poté far altro che sentirsene attratta. Era così affascinante, ammaliante, attraente, quella fronte alta, i capelli morbidi, ramati, gli occhi così profondi e quella bocca, rossa…
Scosse la testa per riprendersi, confusa, rabbrividendo alla vista del ghigno che si allargava divertito e lo guardò quasi furiosa, determinata, sfidandolo a farle qualcosa, qualsiasi cosa, mentre una nuova energia si risvegliava in lei. Non avrebbe ceduto senza combattere, non poteva!
Alzò il mento e lo fissò dritta negli occhi finché un lampo sorpreso e soddisfatto in quelli di lui non le fece capire di essere andata a fondo col suo scopo, cercò nuovamente di deglutire e, quando lo vide avvicinarsi per portare il naso verso il suo collo, represse un brivido di disgusto mentre lo sentiva assaporare il suo odore:
“Hai un profumo che mi fa impazzire…" le disse roco "non ne avevo mai sentiti di così buoni”
“Smettila!” sussurrò, ma aveva davvero parlato? Era sua quella voce che aveva spezzato l’aria?
Un attimo, forse ancora meno e si trovò il suo sguardo davanti, cattivo, folle, ma anche incerto, ancora più sorpreso di quanto potesse esserlo stato prima, era vero, aveva parlato e aveva detto quello che più sentiva senza nemmeno accorgersene.
E aveva fatto bene, ne era certa.
Lo vide sorridere nell’ombra, ancora incredulo ma padrone della situazione, lo vide guardarla in modo diverso e dire:
“Sennò?” la sua voce, quasi divertita, la stordiva, aveva sentito parlare del fascino di queste creature ma sapeva di non poter caderne preda.
Non si rendeva però conto di come, dietro quello sguardo, albergasse anche un altro sentmento, non si rendeva conto, non capiva che quello che stava facendo non era nulla che somigliasse alla normalità, lei non era caduta ammaliata da lui, non era la preda che si dibatteva, perdeva i sensi e quasi si donava per cibarlo, no, lei era diversa, incurantemente insolita, interessante.
“…smettila..” sussurrò senza fiato.
“Sei coraggiosa…” ghignò più deciso, attaccandola alla parete col suo corpo, “Bene…”
Si sentì nuovamente perdere nei suoi occhi, incantata, intossicata dalla sua presenza, poi chiudendo gli occhi prese fiato:
“Muoviti!”
Lo sentì fermarsi:
“Come?”
“Ho detto muoviti!” ripeté “Uccidimi velocemente!”
Alzando le palpebre lo osservò più tranquilla, mentre lui la fissava con uno sguardo che la colpì, così serio, concentrato.
Perché non si decideva, cosa aveva fatto per fermarlo?
Vedeva una dura lotta nei suoi occhi e si fermò a guardarlo meglio, indecisa come lui lo era stato un attimo prima.
Il vampiro spalancò leggermente gli occhi e, inclinando la testa, si avvicinò ancora al suo collo con un’espressione perplessa in viso.
Istintivamente Bella alzò una mano posandola sulla sua guancia fredda, quasi ad aiutarlo a darle una veloce morte o forse semplicemente a concedersi come un volontario pasto, ma, invece di sentire i denti del ragazzo morderla, lo sentì irrigidirsi e, dopo un secondo di indecisione, sfiorare col viso il palmo caldo della ragazza.