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Autore: Yunie93    17/06/2009    6 recensioni
[Prima classificata al contest "Io sono Bella" indetto dal The Twilight Saga ~ Our version]
Cosa sarebbe successo se in New Moon Bella fosse andata avanti dopo l'abbandono di Edward, anzi, avesse reagito? La mia personalissima rivista di New Moon, esattamente come l'ho immaginata io quando lo lessi.
Genere: Triste, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Storia iscritta al contest "Io sono Bella" indetto dal The Twilight Saga. Non ho scritto nulla nella sua introduzione perchè il contest inizierà a Luglio, ma ho ricevuto l'autorizzazione dell'organizzatrice a postare qui la mia storia. Come il concorso finirà, posterò il risultato in caso di vittoria e mi assicurerò di metterlo nell'introduzione.

Sono rimasta affascinata da questo pezzo, ma negativamente: come può Bella continuare a supplicare Edward mentre la sta lasciando senza una spiegazione plausibile? Così l’ho riadattato, descrivendo cosa avrei fatto io. E poi, una parola tira l’altra, quindi sono andata avanti XD Alcuni pezzi sono uguali al libro (New Moon): li ho rimessi perchè mi servivano così. Come da regolamento, li metto in corsivo. Anche se rovinano un po l'aspetto esteriore della storia... però ci tengo a fare le cose per bene ;) Spero che vi piaccia, volevo farlo più allegro, ma essendo il libro una depressione assoluta nemmeno l’umorismo riesce ad assumere aspetti leggeri e spensierati XD C'è anche un seguito, visto che questa storia è piaciuta molto ad una mia amica e mi ha chiesto di farne il seguito...se vedrò che ha successo, lo posterò...ditemi voi, ho già pronto un altro capitolo ;)
Buona lettura ^^

I personaggi e tutto il resto appartengono a S. Meyer, questa storia non è stata scritta a scopo di lucro


My New Moon
-Addio Edward-






[...] Edward si appoggiò ad un tronco e mi fissò con un’espressione indecifrabile.
“Bene, parliamo” dissi.
Prese fiato.
“Bella, stiamo per andarcene”
Respirai a fondo.
D’altronde, me lo aspettavo: prima o poi sapevo che sarei diventata una di loro, e di sicuro non potevo restare a casa, almeno non all’inizio. Non volevo mettere a repentaglio i cittadini di Forks, men che meno Charlie. Tuttavia, non capivo quell’improvvisa decisione.
“Perchè proprio adesso? Ancora un anno...”
“Bella, è il momento giusto. Per quanto tempo credi che potremmo restare ancora a Forks? Carlisle dimostra a malapena trent’anni e già ne deve dichiarare trentatrè. Comunque vada, non passerà molto tempo prima che ci tocchi ricominciare da capo”
La sua risposta mi lasciò perplessa.
Pensavo che andandocene, avremmo anche lasciato in pace la sua famiglia, e quindi perchè ci avrebbero dovuto seguire?
Lo fissai, sforzandomi di capire.
Lui sostenne il mio sguardo, impassibile.

Dopo aver capito che avevo compreso tutt’altro delle sue parole, chiesi più fredda di quel che avrei voluto “Perchè vengono anche loro? Hai detto stiamo, non ti riferivi a noi due? Non hai intenzione di trasformarmi?”
“La mia risposta sull’ultimo punto la sai già. E ho detto stiamo, cioè la mia famiglia e me”
Il silenzio scese per un attimo fra di noi, mentre iniziavo a comprendere la mia inspiegabile freddezza nelle parole di prima: un terribile dubbio mi aveva assalito, e si faceva sempre più strada in me.
“Ok, vengo con te”
“Non puoi Bella. Dove stiamo andando...non è il posto adatto a te”
“Il mio posto è dove sei tu”
“Non sono la persona giusta per te, Bella”

“Ecco che tiri di nuovo fuori questa storia” un moto di rabbia mi fece sputare fuori tutto quello che, nonostante amassi alla follia Edward, avevo sempre pensato delle sue assurde idee sul fatto che lui mi avrebbe portato solo disastri “Sempre con questa scusa, come le cose si fanno difficili la tiri fuori. Succede un incidente? È colpa tua che sei un vampiro! Cado nella doccia? È colpa tua che sei un vampiro! La smetti di fare come se cogliessi al volo la prima possibilità per lasciarmi? Se non mi ami dimmelo e facciamo prima” Il silenzio tornò prepotente: quando notai un fremito di dispiacere nei suoi occhi impassibili, continuai cercando di rassicurarlo per far passare ancora una volta questa crisi “Sei la cosa migliore che mi sia capitata, davvero”
“Il mio mondo non è fatto per te”
rispose di nuovo risoluto
“Ancora? Non è fatto per me? Allora potevi non illudermi per tutti questi mesi” non era davvero da me comportarmi così, ma quelle sue idiozie che tirava fuori sempre, rovinando i nostri momenti più belli insieme mi stavano davvero stancando. All’improvviso però ebbi una folgorazione: probabilmente faceva così per ciò che era accaduto a casa Cullen qualche giorno prima.
“Ciò che è successo con Jasper non conta niente, Edward”
“Hai ragione. Era semplicemente un gesto prevedibile”

“Sei come tutti gli altri alla fine. Mi avevano avvertito di non credere alle promesse degli uomini, ma te me ne hai dato la prova lampante.A Phoenix hai promesso di rimanere”
“Fino a quando fosse stata la cosa migliore per te”

“Ho capito. Ecco un altra delle tue fisime mentali: la mia anima. Cosa mi importa se la perdo? Prendila pure, è già tua”
Per un istante il suo sguardo vagò in basso sul terreno, sulle sue labbra una smorfia accennata. Quando finalmente mi guardò di nuovo, era diverso, duro, come se l’oro liquido dei suoi occhi si fosse congelato.
“Bella, non voglio che tu venga con me”

Restammo in silenzio mentre ripetevo tra me le sue parole.
“Tu non mi vuoi?”
chiesi stupita, mentre la brutta sensazione che mi aveva spinto automaticamente alla freddezza come difesa naturale prendeva forma nel vampiro di fronte a me.
“No”
Lo guardai ancora per un secondo, in cerca di qualcosa che mi facesse scovare la menzogna in quegli occhi duri: fu lui a spezzare l’aria pesante che gravava su di noi
“Ovviamente, a modo mio ti amerò sempre...”
“Ah certo, come no. E l’uomo nero è nel mio armadio. Ma ti rendi conto che mi stai dicendo che mi ami mentre mi lasci?” risposi riducendo gli occhi a due fessure: dopo tutto quello che aveva fatto, non poteva lasciarmi così. Ma lo stava facendo, e l’avrebbe pagata cara questa separazione.
“Tu non sei la persona giusta per me, Bella”
Colpo basso. Sapeva benissimo che avevo sempre avuto il disagio di non essere bella e attraente come lui.
“Dal non ti voglio tra i piedi siamo passati al ti amerò per sempre, e ora siamo arrivati al non sei abbastanza per me. La prossima frase sarà? Ti prego non lasciarmi mai? Sarebbe il colmo, lo stai facendo tu”
Rimase leggermente sorpreso e addolorato da quelle parole, e anche se rimise sul suo volto subito la maschera fredda e sicura che aveva usato per parlarmi, i suoi occhi non potevano mentirmi: risi internamente, esultando. Lui mi provocava un dolore immenso, almeno in qualche modo doveva scontare.
“Vorrei chiederti un favore, però, se non è troppo”
“Ecco, ora arriviamo ai favori. Ma certo guarda, se vuoi ti faccio quello più grande, vado a fare una visitina a Victoria. Sai, ho l’impressione che sia dimagrita un po dall’ultima volta, avrà un certo appetito poverina, vorrei davvero fare qualcosa”
“Bella!” gridò lui esterrefatto, gettando al vento la sua espressione da duro “Non fare cose idiote o insensate! Non voglio assolutamente che te rischi la tua vita per me!”
“Potevi pensarci prima. Ma chi ti credi di essere Edward Cullen? Prima arrivo in questa scuola, e mi ignori facendomi passare una settimana d’inferno a lambiccarmi su cosa ti avevo potuto fare di male, poi diventi mio amico come se niente fosse, e successivamente, dopo avermi svelato il tuo segreto, mio ragazzo. E ora, dopo tutto quello che abbiamo passato, dopo tutte le promesse, i momenti insieme, i ti amo alla follia, mi molli così perchè ti gira? Hai mai pensato anche solo per un attimo che esistono altre persone che pensano, amano e soffrono come te? Oh no, il grande e bel vampiro Edward è l’unico con facoltà intellettive, lui sa tutto e ogni sua decisione è legge. Non mi hai mai chiesto una sola volta la mia opinione. Non ti sei mai curato nemmeno lontanamente dei miei sentimenti. Perchè quando questi pensieri ti turbavano non sei venuto da me a parlarmene? Dovrei avere il diritto di sapere visto che io sono la causa e il centro di quei pensieri, dannazione! Invece no, ti sei fatto guidare da essi e dal tuo odio verso la tua condizione, convito di essere cattivo, malvagio, non meritevole di essere amato.”
“Smettila!” gridò lui, a metà tra l’infuriato e l’addolorato: ma ormai ero implacabile. In altre situazioni mi sarei trattenuta, usando termini meno forti e facendo finire il litigio con un abbraccio e delle scuse, ma ormai non avevo più niente da perdere, ero consapevole del fatto che nonostante le mie parole, Edward sarebbe partito: e allora, perchè tacere? Se non altro, si sarebbe ricordato per sempre di me.
“No Edward. Sei un insensibile masochista! Ti da così fastidio l’idea che una persona possa amarti tanto da voler rischiare la tua vita per te?”
“Non dovrai più farlo. Prometto che è l’ultima volta che mi vedi: sarà come se non fossi mai esistito” era visibilmente turbato, e io potevo solo alleviare il dolore immenso che sentivo nelle viscere con il piacere di sapere che lo stavo mettendo in difficoltà, che nonostante tutto provavo ancora a riportarlo da me.
”Non preoccuparti, sei un essere umano, la vostra memoria è instabile: il tempo guarisce tutte le vostre ferite”
“Non parlare come se fossi un umano, non sai cosa succede. Quelle sono solo frasi da cioccolatino che mettono da qualche parte per dare un minimo di sollievo e speranza agli stolti. Se non sai cosa vuol dire essere umani, non parlare”
Ok, questa era cattiva, molto. Ma lo avevo già detto che non mi avrebbe lasciata qui senza conseguenze no?
Si irrigidì un po, facendo un passo indietro “Tutto qui, non ti daremo più fastidio”
Sbuffando risposi “Fastidio. Come se me ne aveste mai dato. Almeno mi concedi l’onore di salutare la famiglia?”
“Se ne sono andati tutti, io sono rimasto solo per poterti salutare”
“Potevi risparmiarti il disturbo, visto i motivi per cui mi stai lasciando. Sono contenta di vedere che anche Alice se ne è fregata altamente dei sentimenti di una povera e piccola umana”
“Non parlare così. Lei voleva salutarti, davvero. Ma le ho detto di non farlo: un taglio netto sarebbe stato meno doloroso”
“Altro regalino di addio? Ma come sei gentile oggi Edward”
Ignorando ormai le mie fredde battute, fece un altro passo indietro: “Addio, Bella”
“Addio, Edward” risposi impassibile, e mi voltai prima che potesse andarsene.
Entrai in casa ancora infuriata, gettando lo zaino che avevo appena ripreso dalla macchina nel corridoio: mi buttai sul divano e rimasi a fissare con astio la televisione spenta di fronte a me.
La rabbia era troppa per potermi lasciar andare al dolore: mi sentivo tradita, umiliata, usata.
Una povera umana nel gioco perverso di un gruppo di mostri.
Mi alzai di scatto e andai in camera mia: subito notai che qualcosa non andava. La stanza era immobile, tutto era dove lo avevo lasciato prima di andare a scuola: solo le tende si muovevano leggermente, ma mi sentivo come se fosse entrato un ladro in casa.
Sospettosa, aprii lo stereo, trovandolo con mia somma sorpresa vuoto: allarmata, andai all’album di fotografie che giaceva inerte sul pavimento della mia stanza, e lo trovai mutilato.
Tutte le foto in cui prima appariva Edward, erano sparite o erano state tagliate.
Alla fine, le mie sensazioni non mi avevano tradita ancora una volta: un ladro era davvero entrato, e con le fotografie e il cd che lui stesso mi aveva regalato, aveva portato via con se anche il mio cuore.
In quel momento mi venne in mente una frase che mi aveva detto poco prima: “Sarà come se non fossi mai esistito” Scansai con furia le tende, aprii la finestra e gridai al cielo nero: “Ma bravo Edward, alla fine almeno una promessa sei riuscito a mantenerla!” era alquanto infantile, ma sapevo che lui mi avrebbe sentita.
“Bella!” a quel richiamo mi girai, notando Charlie che scandalizzato stava per chiudere la portiera della sua auto: come ricordandosi qualcosa poi, assunse improvvisamente un espressione grave e si avvicinò alla mia finestra guardando in su verso di me, che lo osservavo ancora in attesa che parlasse.
“Hai sentito dei Cullen?” ovviamente era una domanda retorica, dalla mia reazione di poco prima lo aveva capito benissimo.
Ma risposi lo stesso con un lapidario “Si”
“Ecco...non sono bravo in queste cose ma...insomma...sapevo che ci tenevi al giovane Cullen...e se ne vuoi parlare....”
“Papà, mi ha lasciata” dissi all’improvviso abbassando la voce, mentre il dolore iniziava a farsi sentire “per me, Edward Cullen non esiste più”
   
 
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