Film > La Bella e la Bestia
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Autore: Sempreverde03    02/09/2017    6 recensioni
Tutti gli abitanti del castello, dopo la maledizione, si erano resi conto di quanto spesso si ritrovassero a raccontare quella storia. La storia della bellissima ragazza che li aveva salvati dalla maledizione innamorandosi di una bestia.
Eppure l'avventura non era ancora finita: se si hanno le persone giuste è la vita di tutti i giorni a rivelarsi imprevedibile!
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adam, Belle, Chicco, Nuovo personaggio | Coppie: Adam/Belle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                       Scontri e rivelazioni

La memoria non l'aveva ingannata: la Duchessa era esattamente come se la ricordava.
Appena Belle era entrata nel salotto l'aveva vista in piedi davanti a una poltrona, lo sguardo in direzione della porta. Lei si era inchinata, ma la Duchessa non aveva fatto altrettanto.
La donna indossava un ampio ed elaborato vestito rosso e argento, tanto ampio e largo che Belle si chiese come facesse a camminare.
Algida, rigida, snob, bigotta.
- A cosa dobbiamo il piacere della vostra visita, Vostra Grazia?- domandò Belle con tutta la buona educazione che le apparteneva.
La diretta interessata finse di non sentire e guardò altrove, iniziando a camminare con passo lento nella lussuosa stanza barocca.
- Signorina Isabelle, ho intenzione di essere molto chiara con voi.
La ragazza agrottò le sopracciglia senza capire. Lo sguardo impenetrabile della Duchessa non suggeriva tante interpretazioni. 
- Sono venuta qui, con un giorno d'anticipo rispetto a mio nipote, per porre un veto definitivo al vostro matrimonio.
Belle fece una smorfia di incomprensione.
- Perdonatemi?
- Mi avete sentito benissimo!- proclamò la Duchessa con stizza facendo scattare la ragazza sull'attenti.- Non ho intenzione di girarci intorno: voi annullerete il matrimonio all'istante, se non ancora prima.
- Scusate, ma questo cosa vorrebbe...
- Non fare la finta tonta! Contro le mie aspettative e speranze so che voi non siete stupida. Questo però non cambia la realtà delle cose: voi non potete fare questa vita accanto a mio nipote.
Ora era troppo. 
" Non ho tempo né voglia di arrabbiarmi, ma tu sei sulla buona strada per farmi cambiare idea."
- Non penso proprio che voi abbiate nessun tipo di incoraggiamento da parte di Adam per venire qui e parlarmi in questo modo.
- Come vi permettete di prendervi gioco della mia autorità?!- sbottò la Duchessa ferita nell'orgoglio.
- Sapete bene che non sto facendo questo.- si difese Belle con fermezza.
- Non vi hanno insegnato a frenare la lingua, signorina? L'impertinenza é un difetto inaccettabile nelle giovani donne, e come tale deve essere corretto o stroncato sul nascere!
" Ecco qui, ci mancava la lezione di buone maniere. Che cosa vuole da me questa donna?"
Eléonore prese un respiro profondo nel vano tentativo di calmarsi. Seguì quella che sarebbe dovuta essere un'espressione accomodante, ma che risultò una faccia schifata. Per lei anche solo parlare con una giovane di nascita tanto inferiore diminuiva drasticamente la sua credibilità.
- Sto cercando di venirvi incontro Isabelle, ma voi non state mostrando maturità.
"Cosa?! Qui c'è qualcuno che dovrebbe farsi un bell'esame di coscienza!"
- Madame... Non ho intenzione di arrecarvi offesa, ma allo stesso tempo non posso lasciare che voi diciate questo. Io e vostro nipote abbiamo intenzione di sposarci al più presto. Il mio desiderio é che voi possiate arrivare ad accettarlo.
Ebbe un leggero timore di essere risultata saccente, ma poi si complimentò con sé stessa per la serenità della frase e il linguaggio usato.
Stava per convincersi di aver quasi risolto il contrattempo, quando...
- Questo é oltraggioso!
Tutto il castello fece un salto dopo aver udito quel grido. La compostezza così rigida della Duchessa Eléonore (anche piuttosto ostentata) si era volatilizzata con tre semplici parole.
- Voi siete solo un'ingenua contadina e non avete il diritto di prendere nessun tipo di decisione! É vostra intenzione far sprofondare il nome della famiglia a causa di una vaga inclinazione spacciata per amore?!
Se non avesse sentito poco prima un urlo ben più forte quella frase l'avrebbe colta alla sprovvista: quella donna sembrava essersi trasformata!
Belle tenne alto lo sguardo:
- Se é davvero una vaga inclinazione mi chiedo come mai vi stia preoccupando tanto.
- Non é comunque tollerabile! Siete convinta di essere così speciale? Posso rimpiazzarvi quando voglio, siete solo una giovane sciagurata senza dote né sostentamento economico! State pur certa che Adam non è innamorato di voi! 
Le due donne si guardarono con occhi colmi di odio. Quelli grigio topo di Eléonore sempre attenti a captare la mossa successiva in quella guerra di parole.
Belle sapeva che lei parlava senza conferme. Era ovvio che non sapesse: se il loro amore fosse stato così blando la maledizione non si sarebbe mai spezzata. Ma questo non si poteva spiegare a lei.
La Duchessa tuttavia, non aveva ancora finito:
- E pensate che mi ci sia voluto tanto per scegliere chi sarà a sposarlo?
Quelle parole sortirono l'effetto desiderato: la ragazza si irrigidì.
La donna ghignò soddisfatta:
- Ebbene devo informarvi che, durante la sua permanenza a Versailles, il principe ha conosciuto una giovane di buona famiglia di nome Sophie. Ha avuto un'istruzione di alto livello, é avvenente e con un fascino non indifferente.
Belle ebbe un fremito nella voce:
- Che cosa avete fatto?
Eléonore parve esitare. Guardava con nonchalance i mobili del salotto, senza curarsi della sua interlocutrice. In realtà si stava semplicemente crogiolando nel dolore di Belle, nel suo smarrimento e sofferenza.
- É stato facile mettersi d'accordo con la di lei famiglia. Un matrimonio con un principe! Di certo per loro sarà stata una manna dal cielo! Ed é stato ancor più facile con Sophie. Lei e Adam hanno chiacchierato amorevolmente e posso confermare che ci sia dell'interesse da parte di entrambi.
La bomba era stata lanciata.
- Certo, non ha un titolo nobiliare, ma ha così tanti soldi da poterselo comprare.- sorrise beffarda.
Per il successivo minuto per Belle la Duchessa fu solo una macchia sfocata in grado di emettere suoni in una stanza che girava come la sua testa. Ebbe l'impressione di avere un mancamento e non se ne sarebbe stupita.
- Ora capite, ragazzina? Non fingete di essere qualcuno di diverso, io lo so cosa siete!
Tutto ciò che faceva e diceva la donna era caricato di rancore. E il fatto che sorridesse vittoriosa mentre lei precipitava la rendeva perfida e crudele.
Belle strinse i pugni e prese coraggio:
- La vostra convinzione che il denaro e le apparenze siano le uniche cose che contano non può che disgustarmi.
Per la prima volta l'espressione di Eléonore mutò in stupita. Non c'era più nessun segno di orgoglio in lei, ma solo una copiosa quantità di stupore.
- Non ho più intenzione di farmi umiliare in questo modo.
Senza pensarci due volte si avvicinò alla porta della stanza.
- Andatevene... Da casa mia.
Dopo averla aperta non volle più guardare negli occhi la Duchessa. Semplicemente aspettò di vederla uscire senza muoversi.
- Quale comportamento! Una stolta ragazzina ignorante senza un briciolo di pudore!
Belle rimase impassibile. Il fatto che una nobildonna fosse stata gravemente offesa non aveva più alcuna importanza per lei. Non dopo questo.
E nella confusione di voci, ruote di una carrozza che tornava nella capitale ed esclamazioni di sorpresa da parte di Lumière e Tockins, sentì la voce di Missis Bric che la chiamava:
- Belle, stai bene?
Esitò, sentendo di non avere più la forza.
- Non lo so.
- Che cos'é successo?
- Niente di importante.
Poi corse nella sua camera, ignorando i richiami degli altri.

Adam si rese conto di essere vicino a casa quando dalla finestrella munita di tende della sua carrozza vide lo sconfinato bosco che circondava il castello.
Sì, era proprio vicino.
Appoggiò lentamente la schiena, senza smettere di guardare fuori e i suoi pensieri presero a vagare. Non vedeva l'ora di arrivare per poter riabbracciare tutti. Ora che ci rifletteva era strano che sua zia avesse insistito tanto per
fargli fare una tappa durante la strada. Lui sarebbe voluto  tornare un giorno prima, ma non c'era stato verso di convincerla. Non capiva dove fosse il problema.
Smise di pensarci e si godé il resto del viaggio.
Quando arrivò ricevette un'accoglienza piuttosto strana: la sua intelligenza percepiva una sorta di apprensione da parte dei suoi servitori.
- Belle é di sopra, in camera sua.- precedette la sua domanda Missis Bric, con un filo di voce- Vuole che gliela chiami?- aggiunse intimorita.
- No, non serve.
In silenzio salì le scale verso l'ala Est, ma qualcosa non quadrava. Si girò quasi subito:
- Voi state bene?- chiese incerto
- Noi sì, padrone.- fu la risposta quasi desolata di Lumière.- Non si preoccupi.
Adam annuì e lasciò che tutti sí disperdessero nell'ingresso principale, prima di continuare a salire.
Bussò alla porta della camera di letto e dovette aspettare un po' prima che la proprietaria si decidesse ad aprire.
Appena Belle lo vide sussultò. Lui che le sorrideva così perfetto.
- Ciao.
Belle non rispose. Non riusciva a rispondere. Per qualche motivo le gambe erano attaccate al pavimento e le braccia tremavano. Alla fine rispose con una freddezza mai usata:
- Entra.
Poi chiuse la porta alle sue spalle.
Adam la guardò per un secondo, con una certa preoccupazione. Aveva un viso stravolto e sbattuto.
- Che cos'hai Belle?- domandò capendo perché i ragazzi fossero così strani.
Lei non lasciò che si avvicinasse.
- Tu lo sai chi é venuto qui ieri pomeriggio?
- Non capisco che cosa...
- Tua zia. La Duchessa Eléonore.
Adam spalancò gli occhi come colpito da una scarica elettrica.
Il volto di Belle faceva trasparire collera da ogni poro.
- Evidentemente non sei stato molto bravo a convincerla riguardo al matrimonio.- scosse la testa per scacciare l'incredulità che lei stessa provava.- Mi ha insultata in tutti i modi possibili, passando per le minacce e le umiliazioni!
- Io non avevo...
- Certo, non era colpa tua! Tu eri a fare il cascamorto con "VENITE-UOMINI-HO-UN-PATRIMONIO", di certo non potevi preoccupartene!
Adam incassò il colpo e aggrottò la fronte.
- Che cosa voleva?
- Informarmi che una plebea non ha il diritto di sfiorare un principe neanche con il pensiero! Ora lo so, l'informazione é arrivata chiaramente.
Il tono sarcastico di Belle era quasi sprezzante e in quel momento Adam si innervosì.
- Non capisco perché tu te la stia prendendo con me!
Belle tacque per qualche istante.
- Sai, all'inizio pensavo che non ci fosse motivo per prendermela con te. Poi però ho fatto due più due: hai avuto questo desiderio improvviso di andare a Parigi il più in fretta possibile, quando sapevi che io non ero d'accordo. Ed eri così spaventato dall'idea che qualcuno potesseensare male di te, non accettavi di essere giudicato.
A quelle parole Adam serrò la mascella e strinse i pugni.
- Non stai parlando sul serio.
La frase non lasciava spazio a dubbi, ma dentro di sé il giovane sentiva di stare per esplodere. In quel momento non importava il fatto che fosse di nuovo umano dopo essere stato una bestia per dieci anni. Non importava quanto il suo carattere fosse migliorato, non sarebbe stato zitto davanti ad accise simili:
- Non puoi pensare che io sia tanto vile da fare una cosa del genere per mia convenienza. E sai benissimo che tra me e Sophie non é successo niente, stai solo cercando scuse per essere arrabbiata!
- Certo! É facile dire così! Tu non hai idea delle due settimane che ho passato qui, non puoi renderti conto! Quella donna mi ha fatto cadere il mondo addosso quando già stavo per crollare e in quel momento tu non c'eri!
- Non ha il minimo senso che mi rinfacci questo!
Il tono di voce stava diventando un po' troppo alto. Adam ebbe seriamente paura di veder entrare qualcuno dalla porta per fermare la lite.
Era convinto di potersi controllare perfettamente. Di avere i nervi saldi e il pieno dominio della sua mente.
- Mio Dio, sei proprio come tutti gli altri!
Belle pronunciò quelle parole con disperazione e ogni sillaba risultò come una coltellata.
- Basta, dannazione!
La ragazza rimase immobile a quell'esclamazione, colta dallo spavento. Non avrebbe potuto rimanere zitta e lasciare che tutto le scivolasse addosso come sempre! Si sentiva come se qualcuno le stesse scavando l'anima pezzo dopo pezzo.
Adam dal canto suo aveva sentito così tanto da lei che non riusciva a rattristarsi. La sua risolutezza stava scemando pian, piano e il risultato era una gran confusione nella sua testa.
- É stata MIA ZIA a volermi a Parigi. É stata MIA ZIA a venire qui per attaccarti ed é stata sempre LEI a presentarmi Sophie!
- Perché non mi hai detto che non era d'accordo con la nostra unione per lettera?
- Le avevo parlato gli ultimi giorni e mi sembrava che fosse tutto a posto.
Belle scosse il capo e gli diede le spalle. Aveva tanta voglia di piangere, ma non avrebbe ceduto.
- La verità é che io ho fatto una cosa per tutti e due, ma a te questo non andava bene.- disse il principe tagliente. Poi sembrò calmarsi- Non dirmi che il problema non esiste. Lo sappiamo tutti e due.
- Sta zitto!!!- gridò girandosi di scatto.
Era scoppiata definitivamente. Dovette nuovamente trattenere le lacrime, mentre il respiro diventava instabile.
Adam si fermò per un secondo vedendola. La stava facendo davvero soffrire ed era uno stato d'animo così evidente e palpabile da rendere ogni parola una fiamma che trasformava tutto in cenere. Se solo lei si fosse fermata un secondo, l'avesse guardato negli occhi e non l'avesse più accusato... Lui avrebbe fatto qualunque cosa per non farla soffrire più.
Tuttavia, sebbene una parte di lei fosse disponibile a comportarsi così, la Duchessa aveva fatto scattare qualcosa che lei non riusciva a controllare. 
- Non ho bisogno che tu mi protegga in questo modo.- prese un profondo respiro.- Vattene via.
Tutto parve congelarsi e immobilizzarsi di conseguenza.
- Vattene.- ripeté Belle con la voce spezzata.
E lui lo fece. Non vedeva una soluzione diversa.
Lasciò la camera tanto velocemente da sembrare sull'orlo di una crisi isterica, per poi dirigersi verso la sua senza voltarsi indietro.
Belle richiuse la porta e ci si appoggiò.
Realizzò ciò che era successo e i pensieri volarono su suo padre. Poi su ogni occhiata e ogni commento di ghiaccio ricevuto dai suoi concittadini in quei sette anni. E sulla donna senza scrupoli che era la Duchessa.
Si sentì così impotente che si dovette sedere a terra, sempre con la schiena appoggiata alla porta.
Alla fine pensò all'uomo di cui era innamorata e che in quel momento avrebbe potuto persino odiarla.
E lì, tumultuosamente, senza quasi rendersene conto, scoppiò a piangere.



ANGOLO AUTRICE:
Vi serve un minuto per riprendervi? No? Perfetto.
Se qualcuno se lo stesse chiedendo: sì, ho davvero inserito le due litigate più importanti della storia nello stesso capitolo e no, non é uno scherzo.
So che può sembrare esagerato, ma non volevo allungare il brodo inutilmente. Questi due scontri sono uno la conseguenza dell'altro, quindi perché separarli? Aspetto i vostri pareri in merito.
Ad ogni modo vorrei precisare che i miei personaggi sono anche un po' rielaborati (vedi Maurice in capitolo 4). Ve lo dico perché qualcuno potrebbe trovare il comportamento di Belle non troppo IC. (Speriamo che si scriva davvero così, poi dovete dirmi che vuol dire.)
Posso dire che a me non sembra niente che il personaggio (soprattutto quello del 2017) non farebbe/direbbe, però ditemi che ne pensate voi, sono curiosa.
Chiudo, ho parlato anche troppo. Come promesso ora che sono tornata dalle vacanze pubblicherò i prossimi due capitoli con maggior regolarità.
Alla prossima <333
   
 
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