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Autore: RELIXCHANNEL    05/09/2017    0 recensioni
Qui RosaHadderson16 da wattpad che vi parla.
ecco qui la mia raccolta di one shots, per chi non la conosce... beh. è una raccolta di one shots!!! ma che spiegazioni, datemi un premio nobel...
possiamo dire che questo libro è il più lungo di tutti quelli che scriverò, credo.
metto rating giallo per 2 motivi:
1 il linguaggio... *mmm k scstmt!1!1 dc sl prlcc!1!1*
2 non si sa mai cosa uscirà dalla mia mentolina... vabbè farò la brava.
le mie one shots sono in maggior parte drammatiche, sappiatelo, e per l'altra iperromantiche, ma non sdolcinate. oppure mi suicido. e con questo è tutto vi lascio al libro. CIAUUU
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Hiccstrid One Shot'
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Il pastello percorse il cartellone bianco più e più volte in gran velocità, coprendo in fretta ogni piccolo spazio. Hiccup guardò soddisfatto il suo lavoro, facendo scorrere lo sguardo sul lungo striscione che stava colorando per il concerto degli One Republic.
Gli occhi verde foresta slittarono dalle scritte colorate allo sfondo coperto di adesivi e glitter, per poi soffermarsi su un corpo che era chino come il suo sul cartellone colorato.
Astrid Hofferson era sua compagna di classe dall'asilo, e dopo ben 16 anni di amicizia, i due diciottenni erano praticamente una coppia inseparabile. La ragazza aveva accettato di aiutare a fare il cartellone a patto che quell'imbranato del disegno quale Hiccup era l'avesse portata al concerto. Come quel ragazzo soleva dire, "un paio di battiti di palpebre e un labbruccio quella ragazza poteva ottenere tutto", e infatti non era stato complicato convincerlo a quel patto.

E la sua cotta per quella ragazza... non aiutava per niente.
Non sto qui a raccontarvi i dettagli perchè li sanno tutti ormai, degli amici che piano piano si innamorano mentre crescono, eccetera eccetera.
Vi dico solo una cosa, che magari può essere diversa da tutte le altre storie che avrete sentito in giro: loro due non erano i classici ragazzi con la vita facile.
La loro vita era stata condizionata dalla morte SEI genitori di entrambi, ed è per questo che entrambi si sono conosciuti... in orfanotrofio.
Erano diventati non solo un sostegno molto importante l'uno per l'altra, ma ne erano anche la famiglia.

Hiccup osservò i lineamenti di quella ragazza, ammirandone ogni aspetto.
Dalla bimba piccola e dal viso tondo che era, sembrava che un miracolo si fosse abbattuto su di lei.
Il viso tondo e paffuto era rimasto tale, ma il mento si era leggermente appuntito, dandole una forma più affusolata.
Gli occhi, ora definiti appena dall'eye-liner, erano sempre dello stesso azzurro ghiaccio, freddi e impassibili ma allo stesso tempo dolci, profondi, capaci di farti sciogliere all'istante.
Il naso piccolo e appena arricciato sovrastava le sue labbra rosse e sottili, che in questo momento erano catturate nei suoi denti per via della sua concentrazione.

Hiccup adorava la smorfia che Astrid aveva sul viso ogni volta si applicasse in qualcosa: aveva uno dei due occhi chiusi, il naso arricciato e il labbro inferiore che spariva tra i denti, e il ragazzo trovava il tutto dannatamalente carino.
Ma tutto di lei, del resto, era perfetto.
Apparte forse il carattere, ma si sa che quella è una cosa a parte.
Il top bianco ora sporco di colori e brillantini lasciava scoperti i fianchi e il ventre piatto, mentre i pantaloncini in jeans mettevano in vista le gambe lattee e affusolate.
Uno spettacolo per i suoi occhi, praticamente, dato che la sua mente da adolescente con gli ormoni a palla gli dava tutto tranne che pensieri innocenti su quella ragazza.
Ad un certo punto, gli occhi color ghiaccio si posarono sui suoi verde foresta, in un'espressione che aveva un misto di delusione e divertimento, il che lo lasciò confuso.

《Ma mi hai sentita?》chiese la ragazza, e le gote di Hiccup andarono a fuoco pensando al fatto che a quanto pare lei gli stava parlando e lui la stava beatamente ignorando, passando il tempo a guardare le sue forme.
《Ti ho chiesto se puoi passarmi il verde》ripetè lei scocciata, ma non riuscì a trattenere una risatina quando il bruno guardò la matita ancora stretta tra le sue dita, mentre la passava alla giovane avanti a lei.
《Ecco a lei milady, la matita da voi richiesta》disse un po' in tono da maggiordomo, cercando di camuffare il leggero imbarazzo.
《Quale onore, il color "occhi di Hiccup"》disse lei, ridendo.

《Oh milady, e ora mi farebbe l'onore di passarmi l'azzurro "occhi di Astrid"?》la scimmiottò lui, beccandosi la matita che quasi gli arrivava in faccia.
《Ecco a lei copione》rispose a tono la ragazza, chinandosi sul cartellone. Quando stava per iniziare a colorare però, alzò di nuovo lo sguardo divertita, per poter continuare quel gioco bizzarro.
《mh.. allora tu mi passeresti i glitter "naso di Hiccup"?》disse ridendo, guardando il viso coperto dai brillantini, in particolare per la punta del naso.
Hiccup la guardò confuso《cosa intendi?》
Astrid lo fece avvicinare e vide come lui gattonava teneramente sul cartellone, fino ad inginocchiarsi avanti a lei. Astrid colpì appena il suo naso, facendo cadere i glitter.
《Bene, sei la versione etero e meno figa di Magnus Bane adesso》lo insultò ironicamente, per poi scoppiare in una risata, sedendosi meglio sul suo posto.

Hiccup amava anche quello di lei.
Il suo nascondersi e provare a fare la fredda e superiore erano inutili, perchè usciva sempre quel lato dolce e gentile di lei, quello che la fa scoppiare dal ridere per ogni minima cosa e che contagia il sorriso a tutti i presenti, Hiccup compreso in quel momento che ora sfoggiava la classica espressione sornione da ebete innamorato.
Quando Astrid si calmò, lo guardò ancora con i suoi occhi sorridenti, senza accorgersi della vicinandlza che si era creata tra i due.
《Astrid, posso chiederti un ultimo colore?》chiese in tono serio e quasi sussurrando, talmente che Astrid credette fosse un gioco.
Alzò gli occhi al cielo ed evitò il suo sguardo.《e cosa ti serve?》chiese.
Il rosso delle tue labbra

Astrid sussultò appena, e le ciglia folte percorsero la palpebra in basso ad una velocità indecifrabile, per poi aprirsi e mostrare due occhi azzurri che guardavano quel ragazzo perplessi.
Se prima vi ho descritto gli occhi di Astrid dal punto di Hiccup, ora è meglio fare un bel viaggetto nella mente di lei. La sua cotta per Hiccup è stata presente leggermente più tardi rispetto a lui, ed era anche meno forte, eppure era capace di farsi stregare da quel ragazzo come i serpenti con i signori indiani che suonano il flauto.

Apparte il viso allungato e pieno di lentiggini che lo rendevano adorabile, e la folta chioma di capelli color cioccolato, la cosa più preziosa di quel ragazzo erano i suoi occhi.
I suoi occhi verde smeraldo, scuri ma al contempo brillanti, che sembravano avere sfumature oro al sole e i lineamenti neri nei suoi momenti di collera.
Il fisico non era nè bene nè male, ma Astrid aveva avuto l'onore di vederlo alla festa in spiaggia di fine anno in quell'anno di liceo, e dire che non le era piaciuto sarebbe come dire che la Terra non e tonda.
Un fisico asciutto, i pettorali abbastanza gonfi e un leggero accenno di addominali, le spalle larghe e braccia muscolose al punto giusto.
Ora si spiegava perchè abbracciarlo fosse così comodo.

Ma tornando al presente, Astrid ora era rimasta incantata come al solito da quelle perle color foresta, che ora avevano varie sfumature quasi indescrivibili.
Vedeva delle pagliuzze oro che sembravano far capire la loro amicizia, il loro volersi bene.
Eppure sembravano più scuri del solito, li rendevano più profondi, più misteriosi.
E Astrid non ebbe il tempo di riflettere, che un ultimo particolare a lei sfuggito ira si faceva vedere ben chiaro.

Le sue labbra.
Le sue labbra rosee e carnose che vedeva sempre curvate nel suo solito sorriso beffardo, ora le vedeva socchiuse avanti alle sue, ad una minima distanza.
Senza che se ne fosse accorta, assorta dai suoi pensieri, Hiccup si era avvicinato e teneva la testa piegata, e Astrid (sebbene sapesse cosa volesse dire) era incerta delle sue azioni.
Una mano di lui si poggiò sul suo fianco nel momento in cui le sue labbra accarezzarono quelle di lei in un bacio veloce, fugace, ma al contempo prezioso come un diamante per entrambi, dato che lo aspettavano da tempo.

Entrambi aprirono gli occhi, e mentre potevano sentire i loro respiri fondersi, e i nasi già intrecciati l'uno con l'altro, bastò un'occhiata per capire quale fosse la cosa giusta.
Entrambi schiusero le labbra allo stesso momento, e le loro lingue si scontrarono con una tale forza che sembrava si appartenessero da tempo, ma nessuno dei due le aveva mai lasciat incontrare.
Astrid, che era seduta sui talloni, si ritrovò tra le gambe inginocchiate alte di lui, che intanto si era chinato per baciarla meglio.

Le mani di Astrid viaggiarono sulla linea della mascella scolpita, acarezzando la guancia e la nuca, per poi intrecciarsi nei capelli bruni, e piano piano si ritrovò seduta sulle ginocchia di Hiccup mentre lui la sovrastava e l'abbracciava per baciarla meglio.
Le accarezzò la schiena e i fianchi, mentre Astrid stringeva la nuca con una mano e sembrava spingerlo verso il suo volto.
Hiccup fece avvicinare i loro bacini, finchè i loro corpi non si ritrovarono completamente combaciati.
Astrid incrociò le gambe dietro la sua schiena, e quando capì che il fiato ormai scarseggiava, si staccò appena e lo guardò negli occhi, come a cercare una spiegazione a quell'azione inaspettata.

In tutta risposta, Hiccup sorrise come al solito, il che fece arrossire la ragazza seduta su di lui.
《Non dirmi che non lo volevi》fu tutto ciò che il ragazzo disse, per poi lasciargli un ultimo bacio sulla fronte. La fece scendere e riprese i colori, continuando a disegnare come se nulla fosse.
E questa volta fu il turno di Astrid a passare il pomeriggio a lanciargli occhiate fugaci per leggere spiegazioni nei suoi occhi, o magari passava lunghi secondi a fissarlo e ad ammurarlo come lui aveva fatto con lei per tutto il giorno.
O magari, per tutti quegli anni.

   
 
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