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Autore: kira_92    09/09/2017    0 recensioni
Fu a letto che Isak parlò per la prima volta: “Perché non mi hai mai detto che conoscevi Sana tramite suo fratello e i suoi amici?”
“No ne vedevo il bisogno. Non parlo più con loro da almeno un anno.” Ed in parte era vero. Aveva cambiato scuola per cambiare vita, per avere un’altra possibilità con la vita. E come poteva iniziare una nuova vita se continuava a pensare al passato? Anche se sapeva benissimo dentro di sé che non era solo quello il motivo. Lui voleva anche nascondere il suo passato.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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EPILOGO
 
Isak era strano, era pensieroso. Da quando Even era tornato da lavoro si erano scambiato solo poche parole  e il maggiore dei due stava iniziando a preoccuparsi. Sentiva l’aria tesa e non quel tipo di tensione che si sarebbe risolta con una bella scopata, ma quel tipo che aveva bisogno di parole con il pericolo di ferirsi l’un l’altro e Even odiava quel tipo di tensione. La odiava quando stava ancora con Sonja ma ancora di più la odiava adesso che stava con Isak. Loro non avevano problemi nel parlarsi e spesso e sempre erano rinchiusi nel proprio mondo tra prese in giro e discorsi che solo loro riuscivano a capire.
Quando iniziavano a parlare così, spesso i loro amici rimanevano in silenzio, incapaci di seguire il discorso. Ma per loro era facile, una battuta tirava l’altra, una risata tirava quella successiva che magari finiva con qualche bacio sulle labbra, sul naso, sulla fronte, sui capelli e quando erano soli magari in qualcosa di più. Loro erano fatti per stare insieme ed Even lo sapeva, perché non si era mai sentito cosi prima di allora. Ed anche quando arrivavano momenti depressivi e o di mania, Isak sapeva ormai come prenderlo. Sapeva quando era il caso di lasciarlo solo, quando era il momento di calmarlo e farlo ritornare in sé perché la malattia lo aveva trascinato nuovamente troppo oltre.
Ma adesso era come se ci fosse un muro invisibile tra di loro e Even iniziava a sentire la testa affollarsi di pensieri e no, non andava bene. Fu a letto che Isak parlò per la prima volta: “Perché non mi hai mai detto che conoscevi Sana tramite suo fratello e i suoi amici?”
“No ne vedevo il bisogno. Non parlo più con loro da almeno un anno.” Ed in parte era vero. Aveva cambiato scuola per cambiare vita, per avere un’altra possibilità con la vita. E come poteva iniziare una nuova vita se continuava a pensare al passato? Anche se sapeva benissimo dentro di sé che non era solo quello il motivo. Lui voleva anche nascondere il suo passato.
“Solo per quel bacio? Ti piaceva così tanto Mikeal da dover cambiare scuola?” Isak non lo guardava, aveva lo sguardo fisso sulle coperte che li avvolgevano. Entrambi avevano le spalle poggiate al muro ed entrambi non osavano alzare la voce per paura di rompere quell’equilibrio che avevano creato con fatica. Loro parlavano, non si urlavano contro... o al contrario, sussurravano.
Even era sorprendentemente calmo. Sapeva che questo giorno sarebbe arrivato, che doveva confrontarsi con il suo passato. Era inevitabile data l’amicizia sempre più forte che si era creata tra il suo ragazzo e Sana. Even prese un bel respiro profondo preparandosi per quella conversazione. Si girò e prese il viso di Isak tra le mani, aveva bisogno di guardarlo tra gli occhi. Vide l’occhio ancora nero per la rissa di qualche giorno fa, anche se stava schiarendo ed era molto meno gonfio. Gli carezzò la guancia con il palmo destro.
“Non mi è mai piaciuto Mikeal” iniziò a dire con tono basso. Isak aprì la bocca per interromperlo e Even vide quel ‘ma’ formarsi silenziosamente ma non gli diede il tempo di rispondere perché iniziò a parlare subito dopo. “Ero colto da un episodio di mania. Mikeal era il mio migliore amico e non sono riuscito a fermarmi. Non voleva essere un bacio passionale, ma uno casto. Solo che lui non la prese molto bene.” E dopo tutto questo tempo era difficile ammettere una cosa simile, ammettere di essere bipolare, descrivere un momento di mania era tanto difficile quanto avere i momenti depressivi e raccontarli a Isak. Even si vergognava e nonostante il suo ragazzo gli aveva detto milioni e milioni di volte che non doveva vergognarsi, per lui era difficile non farlo. Ogni momento di mania della sua vita rappresentava una vergogna, ogni episodio depressivo era una vergogna e la sua stessa malattia era una vergogna. Lui stesso era una vergogna di quel destino a cui non credeva.
Il ragazzo vide gli occhi di Isak allargarsi, segno che aveva capito. E sapeva che non gliene avrebbe fatto una colpa ma Even dopo tutto questo tempo il senso di colpa lo sentiva ancora. Era qualcosa che si sarebbe sempre portato dietro.
Even gli lasciò il viso e Isak gli strinse la mano. “Loro non lo sapevano, vero?” e non c’era bisogno di dar un nome a quel ‘lo’, entrambi sapevano a cosa si stava riferendo. “No, ma sono venuto a sapere successivamente che Sonja lo ha riferito a loro. Almeno che ero depresso… ma penso che ormai si sappia” rispose.
Ed un po’ era infastidito. Even ricordava di essersi arrabbiato per davvero quella volta, tanto da urlare ma Sonja lo aveva convinto che era sempre meglio dire la verità. Anche lei, come Isak, cercava di fargli credere che non doveva vergognarsi di essere così.
“Hai una malattia. E’ come se avessi una broncopolmonite. Perché dovresti vergognartene?” aveva detto quella volta la sua ex ragazza. Ma lui non riusciva a vederla in quel modo.
Isak annuì e Even si spinse verso di lui baciandogli le labbra. Si persero in quel bacio e Even sentì la passione invaderlo e si spinse sempre di più verso il ragazzo che ormai era quasi sotto di lui, ma Isak aveva altre intenzioni. Lo fermò posandogli la mano sul petto.
“Sento che c’è ancora qualcosa che non mi dici.” Disse Isak e aggiunse di corsa “Non voglio forzarti, ma non riesco a togliermi questa sensazione di dosso”
Even si mise a sedere e Isak si sistemò come prima. “E’ così importante per te?”, il minore annuì. Even sospirò. Non voleva che Isak si sentisse turbato da tutta quella faccenda. Il maggiore voleva solo ritornare a quell’equilibrio che avevano raggiunto e che si era un po’ disfatto da quando Isak aveva scoperto di Mikeal, anche se all’inizio non sapeva tutta la storia.
“Ho parlato con Sana” confessò il biondo accanto a lui. Ed adesso Even capiva meglio perché il ragazzo non riusciva a togliersi questo pallino dalla testa.
“Cosa ti ha detto?” Even non dubitava di Sana ma era curioso di sapere la sua risposta.
“Mi ha detto che sei tu a dover decidere quanto dirmi del tuo passato. E va bene, sono d’accordo, non voglio ass-“ Even sorrise e lo interruppe baciandogli le labbra. Un semplice tocco delicato che comunque servì al suo scopo.
“Sono pansessuale” confessò.
Isak lo guardò e scoppiò a ridere. Even lo guardò perplesso. “Quindi...” iniziò il minore cercando di darsi una calmata con scarsi risultati. “Quindi Magnus aveva ragione.” E riprese a ridere. La sua risata era così contagiosa che Even si unì alla sua. Amava vedere il suo ragazzo ridere.
“Cosa?”
“Quando…” altra risata. “Quando ho fatto coming out con Magnus e Madhi, Magnus diceva che ero pansessuale perché mi facevo le ragazze nei weekend, cosa che in realtà non era vera. E quando ho detto che tu stavi con Sonja, lui ha detto che anche tu lo eri. Quindi Magnus aveva ragione.” Chiarì di nuovo all’ultimo.
“Magnus ci ha sempre visto giusto” confermò lui. Ma il suo sorriso si spense sapendo ciò che doveva dirgli adesso. Aveva rimandato per troppo tempo.
Isak se ne accorse. “Però non è questa la cosa che stavi nascondendo, il tuo segreto.”
Even scosse la testa. “Dopo aver baciato Mikeal e dopo aver imparato il Corano in arabo, mi ha colto un momento depressivo… “ Even non sapeva se continuare, ma doveva, lo doveva anche a sé stesso. Non poteva far finta che il passato non fosse mai esistito e raccontarlo a Isak era un modo di accettarlo e andare avanti, perché in determinati momenti quel vuoto che sentiva si allargava nel momento in cui ricordava di non esserci riuscito. Non era riuscito a togliersela la vita e la vita era stata comunque troppo buona con lui. Gli aveva concesso il suo ragazzo.
“…e, mh, ho cercato di uccidermi.” Non aveva il coraggio di guardare in faccia il minore. Si sentiva svuotato, si era tolto un enorme peso dal petto ma allo stesso tempo sentiva di potersi perdere n quel vuoto. Sentì le mani del minore prendergli il viso e cercare il suo sguardo. Gli occhi di Isak erano umidi ma non scese nessuna lacrima. Fece esattamente quello che aveva fatto quel venerdì in cui era tornato a scuola, nel posto in cui si erano parlati la prima volta. Isak avvicinò il viso al suo e sfiorò le sue labbra.
“E tu mi chiederai, cosa succede dopo che tu salvi me, ed allora io ti risponderò, io salverò te.” Sussurrò il minore e lo baciò. Baciò le sue labbra, baciò le sue guance, la sua fronte, i suoi capelli. E Even si lasciò baciare e amare. Era dannatamente bello lasciarsi andare a quell’amore così puro che c’era tra lui ed Isak ed era bello lasciare tutto il comando al suo ragazzo una volta ogni tanto. Even si sentiva nudo e non era certo la mancanza di vestiti a dargli quella sensazione. Adesso tra di loro non c’erano più segreti. Si amarono quella notte abbattendo finalmente quel muro che si era creato tra di loro.




NA: Ci siamo, questa è la fine di questa ff. Io spero di non aver combinato casini, spero che questa ff vi sia piaciuta ed abbia un po' riempito un po' i vuoti lasciati nella storyline di Even. Ringrazio tutti coloro che si sono soffermati su questa fanfic, semplicemente leggendola, e tutti coloro che l'hanno messa fra i preferiti, le seguite e le ricordate e coloro che hanno recensito. 
E forse, chi lo sa, ci vediamo alla prossima ff evak. 

 
  
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