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Autore: SabrinaPK    13/09/2017    3 recensioni
Kate Beckett non si sarebbe mai aspettata di ritrovarsi incinta a diciannove anni, senza madre, ma questo era ciò che la vita le aveva riservato e se ne stava occupando al meglio che poteva. Aveva finalmente deciso di dare il suo bambino in adozione finché il padre non era ricomparso a complicare le cose. Richard Castle aveva una sorta di inclinazione nel farlo. [Caskett AU]
Storia di skygirl55.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Sdraiata supina sul letto matrimoniale di Rick, Kate teneva gli occhi chiusi, ma non aveva alcuna intenzione di dormire; la mente era ancora occupata dagli eventi della giornata. Più che altro, era preoccupata per Emily. Quella sera la sua bambina allegra e chiacchierona era stata più strana del solito, pronunciando appena dieci parole e addentando non più di due bocconi della sua cena. Era ovvio, certo. Aveva avuto una giornata spaventosa; persino Kate non aveva avuto appetito. Purtroppo, era preoccupata che la mattina seguente non sarebbe cambiata molto.

L’altra persona per cui si preoccupava era Rick. Anche lui le era sembrato strano, forse a causa della combinazione tra il senso di colpa per l’incidente e lo stress per come sua figlia lo stava trattando. Purtroppo, non c’era molto che potesse fare per lui oltre che confortarlo e promettergli che ciò che era successo non era accaduto per colpa sua e che Emily gli voleva ancora bene.

Aprendo gli occhi, Kate si voltò sul lato sinistro in modo da ritrovarsi al centro del letto e guardare l’uomo accanto a sé. Dormiva sdraiato sulla schiena, con il lenzuolo che gli copriva il petto nudo e le labbra leggermente incurvate. Un’espressione simile le attraversò il viso quando osservò le sue palpebre tremare; beh, almeno era riuscita a renderlo un po’ più felice.

Per usare un eufemismo, i sentimenti di Kate nei confronti di Rick erano molto complicati, e lo erano stati sin dalla sera della cerimonia del diploma in accademia, quando aveva ammesso a se stessa di esserne innamorata. Quei sentimenti erano una delle ragioni per cui aveva deciso di andarsene e provare a vivere per conto suo, ma c’erano molti altri motivi che l’avevano spinta a tornare. Vivere senza Rick era triste, troppo silenzioso, e per niente divertente. Le illuminava la giornata, la faceva sorridere, e la faceva sentire a casa.

Al momento, la sua paura più grande era che lui non potesse ricambiarla. Sì, negli anni c’erano state altre volte in cui si erano “rotolati tra le lenzuola”, il che voleva dire che era decisamente attratto da lei, ma ne era innamorato? Era felice con quella situazione e non si aspettava niente di più? Considerando quello che provava per lui, sarebbe stato devastante, ma l’espressione che aveva visto sul suo viso quando era tornata a casa con le valigie, le aveva assicurato che non era quello il caso; era euforico.

Da quel momento, erano entrati in una situazione di stallo. Ogni tanto la abbracciava o le si sedeva vicino sul divano e le poggiava un braccio intorno alle spalle, ma non l’aveva mai baciata fino a poche ore prima, quando avevano fatto sesso. Non riusciva a smettere di chiedersi se l’avesse fatto perché l’aveva ferito quando se n’era andata, ignorando le sue suppliche di restare. Qualunque motivo fosse, sperava che quella sera potesse dare loro un’opportunità per ricominciare e, magari, avviare un cammino verso la direzione giusta; il cammino per diventare una famiglia ufficiale.

Solo dopo pochi secondi in cui ebbe richiuso gli occhi, Kate sentì un rumore provenire dal salotto. Spalancò gli occhi e si mise ad ascoltare, chiedendosi se fosse solo un rumore di assestamento o un rumore esterno, ma poi lo sentì di nuovo: il suono di piccoli piedi che camminavano sul parquet.

Sollevandosi dal materasso, avvicinò il lenzuolo al petto e sbirciò tra gli scaffali della libreria. Dalla giusta prospettiva, riuscì a vedere attraverso le mensole della camera da letto e quelle dello studio solo un fascio di luce proveniente dal salotto. Mentre lo fissava, una chioma rossa attraversò lo spazio e lei strinse fortemente le labbra. Quindi, Alexis era andata a letto, ma adesso era sveglia; non ne era sorpresa, ma significava che lei e Rick si trovavano in una situazione alquanto imbarazzante.

Provando a sedersi, Kate scosse il petto di Rick con la mano prima che lui grugnisse in risposta. ‘Alexis è sveglia.’ gli sussurrò.

‘Hmm?’

‘Alexis. Ho intravisto dei capelli rossi dalla libreria.’

Lui annuì con ancora gli occhi chiusi. ‘Mmm no. Probabilmente è una delle parrucche che mia madre ha lasciato qui e che ha preso vita.’

‘Rick!’ accennò una mezza risata. Lui non disse niente, ma un sorriso si fece strada sul suo viso. Kate s’inclinò e posò le labbra sulla sua guancia prima di sussurrare ‘Mettiti i pantaloni prima che tua figlia venga qui.’

Seguendo le sue stesse istruzioni, Kate si rivestì legandosi i capelli in uno chignon all’altezza del collo per non far sembrare che avesse appena fatto sesso (non che Alexis sarebbe riuscita a cogliere un dettaglio del genere—o almeno sperava). Una volta resasi presentabile, Kate uscì dalla camera da letto e avanzò verso la bambina seduta sul divano, che sfogliava uno dei suoi libri.

‘Non riesci a dormire, Alexis?’

La bambina posò lo sguardo su Kate. ‘No.’

Un momento dopo, Rick fece il suo ingresso nella stanza e si sedette sul divano vicino alla figlia mentre Kate prese posto sul tavolino. ‘Vuoi parlarne?’ chiese Rick.

Alexis lasciò cadere il libro sul cuscino del divano. Intrecciò le mani tra le gambe e guardò suo padre esitante. ‘Credo…Forse oggi è stato un po’ spaventoso e ho fatto un brutto sogno. E sono preoccupata per Emily; era così silenziosa a cena che non ha mangiato le patatine—lei adora le patatine!’

Rick le rivolse un piccolo sorriso e le posò gentilmente una mano sulla spalla. ‘Sei davvero una bravissima sorella, Alexis, ma non devi preoccuparti per Emily; quello è il nostro lavoro.’

Lei annuì. ‘Okay.’

‘Vuoi che ti riaccompagni a letto?’ si offrì Kate.

‘In realtà, ho un’idea.’ s’intromise Rick. ‘Che ne dite di dormire nel letto grande? Tutti insieme. In questo modo saremo lì nel caso doveste svegliarvi e faceste un brutto sogno.’

‘Okay.’ disse Alexis prima di scendere dal divano e dirigersi verso la camera da letto.

Rick prese il libro che aveva lasciato sul cuscino, lo posò sul tavolino e si voltò verso Kate. ‘Per te va bene?’

‘Oh, uhm, certo; sembra la cosa migliore, ma, uhm.’ abbassò la voce e si avvicinò a lui. ‘Non dovremmo prima cambiare le lenzuola?’

Rick ci pensò per un momento e poi fece spallucce. ‘Forse?’

Considerando cosa avevano fatto nemmeno due ore prima, Kate concluse ‘Io cambio le lenzuola.’

Lui annuì. ‘Io prendo Emily.’

Mentre Rick si dirigeva verso le scale, Kate tornò in camera da letto trovando Alexis seduta sopra il piumone in attesa che arrivasse il resto della famiglia. Chiese alla bambina di spostarsi, tirando via le lenzuola e cambiandole come se fossero qualcosa che li avrebbe aiutati a tenerli al caldo e comodi. Per fortuna, Alexis abboccò e la aiutò persino a cambiare le federe dei cuscini.

‘Sono davvero felice che tu sia una poliziotta, Kate.’ sussurrò la bambina mentre lei sistemava le lenzuola pulite. Si fermò un attimo e sollevò lo sguardo, con espressione curiosa. ‘Così puoi catturare i cattivi e loro non potranno fare del male ai bambini come Emily.’

Kate raggiunse Alexis e la avvolse in un abbraccio. ’Ne sono felice anch’io.’ Quella era la ragione per cui era diventata una poliziotta. Certo, anche catturare gli assassini in modo che le altre famiglie non soffrissero come lei e suo padre era un valido motivo, ma tenere i bambini come Emily e Alexis al sicuro era di certo un nobile obiettivo; un obiettivo che era felice di compiere.

Quando Kate finì con le lenzuola, Rick tornò in camera da letto con una Emily addormentata rannicchiata contro il suo petto. La posò sul lato del letto di Kate, così gli altri poterono sdraiarsi. Kate si rannicchiò contro la figlia, baciandola sulla testa e aspirando il confortante aroma del suo shampoo. Sollevò lo sguardo per vedere Rick accarezzare gentilmente il braccio di Alexis, che cercava di riaddormentarsi. I loro occhi s’incontrarono e si scambiarono un sorriso.


Sbattendo il pugno contro la scrivania, Rick Castle rimase fermo a fissare il pavimento facendo dei respiri profondi dal naso. Le mani erano sudate, il cuore batteva all’impazzata, e riusciva a malapena a vedere. Capitava spesso, purtroppo, dopo una conversazione con la sua ex moglie Meredith. Quella volta, però, era andata molto peggio.

Quella mattina, quando il padre di Kate aveva chiamato e chiesto se poteva passare, Rick gli aveva suggerito di portare le bambine a prendere un gelato non solo perché sarebbe stato l’ultimo giorno caldo prima che la temperatura tornasse sotto i dieci gradi, ma anche perché voleva provare a chiamare la sua ex e raccontarle dell’incidente del giorno prima senza alcun rischio di essere sentito da delle piccole orecchie. Emily sembrava stare meglio. Aveva pianto due volte durante la notte, ma non si era mai svegliata del tutto. Nonostante fosse stata più silenziosa del solito, aveva mangiato la maggior parte della colazione, il che aveva reso Rick meno preoccupato e gli aveva fatto pensare che il gelato sarebbe stata una buona idea.

Una volta usciti Rick aveva intenzione di chiamare Meredith, ma era stato interrotto dalla chiamata di un’assistente sociale, che avrebbe voluto controllare Emily e Alexis. Rick le aveva spiegato che mentre la figlia più grande stava reagendo meglio di quanto si aspettasse, Emily aveva qualche difficoltà. Dopo averle raccontato della mancanza di appetito e di dialogo, l’assistente sociale gli aveva suggerito di venire e di parlare con un terapista, che, aveva assicurato a Rick, era del tutto normale dopo un incidente del genere. Non vedendo altra via d’uscita, Rick aveva accettato e aveva preso appuntamento per il giorno dopo.

Nonostante fosse preoccupato del fatto che Emily avrebbe parlato con un terapista (anche se in sua presenza), la sua ansia evaporò durante la conversazione con Meredith e venne immediatamente rimpiazzata dalla rabbia. Quella rabbia rimase per circa venticinque minuti dopo che ebbe riattaccato, finché Kate non entrò nello studio chiedendogli subito ‘Che è successo?’

Lui la guardò. ‘Dove sono le bambine?’

‘Papà le ha portate in un negozio di animali; io sono tornata per andare in bagno. Che succede?’ ripeté dopo quella breve spiegazione.

Rick si allontanò dalla scrivania, scuotendo leggermente la testa. Non sapeva se parlare con la madre della bambina che era appena stata presa di mira dalla crudeltà e dai commenti insensibili di Meredith. Aveva provato a liquidare la questione con un ‘niente; solo una brutta discussione con Meredith.’

Lei si avvicinò e gli poggiò una mano sul braccio. ‘Rick, stai tremando; questo non è niente.’

Lui scosse la testa. ‘Io, ehm, l’ho chiamata per dirle cos’è successo—pensavo fosse giusto che glielo dicessi e, uhm, lei ha detto delle cose.’

‘Quali cose?’

‘Cose poco gentili. Solo per—‘

‘Rick.’ interruppe la sua protesta. ’Ti prego, dimmelo.’

Con un sospiro disse ‘Lei…le ho detto cos’è successo con Emily e che dovrebbe essere orgogliosa di Alexis per come ha affrontato la situazione e Meredith…la sua risposta è stata una cosa del tipo “Perciò mi stai dicendo che mia figlia è stata quasi ferita per colpa di quell’altra.”’ Rick smise di parlare nel momento in cui Kate voltò la testa. ‘L’ha chiamata così, Kate. E io ero…furioso. Le ho detto che Emily è la sorella di Alexis e che deve avere più rispetto, ma lei mi ha solo riso in faccia dicendo che sono sorellastre e…beh, non c’è bisogno che tu senta il resto.’

Era già abbastanza sconvolta. Non c’era bisogno che le dicesse che l’aveva definita “la ragazzina che aveva ingravidato” e che pensava che stesse approfittando della sua generosità. Alla fine della conversazione l’aveva maledetta, cosa di cui non andava fiero, ma nella sua mente, dopo aver insultato la donna che amava, Meredith aveva superato il limite.

‘Mi dispiace, Kate.’

‘Non esserlo; non hai detto tu quelle cose.’ precisò.

Lui fece spallucce. Era vero, ma si sentiva in parte responsabile, anche se non ne aveva motivo. ‘Comunque, ehm, ecco perché non volevo dirtelo.’

Kate lo sorprese avvolgendogli le braccia intorno alle spalle. Lui la circondò dal busto e la strinse a sé, poggiando il mento sulla sua spalla. ‘Sono felice che tu me l’abbia detto.’ disse. ‘Non avresti dovuto affrontarla da solo.’

La strinse un po’ più forte. ‘Grazie.’

Kate sciolse l’abbraccio e gli rivolse un piccolo sorriso. Prima che potessero dire qualcos’altro, udirono il rumore della porta aprirsi lasciando spazio a suo padre e alle bambine. Così uscirono dallo studio e si diressero in salotto dove videro Alexis togliersi il cappotto e il padre di Kate che cercava di fare lo stesso, anche se con una bambina di tre anni appesa al collo come sciarpa.

‘Che è successo?’ chiese Rick.

‘Oh, niente di terribile. Emily non voleva vedere i cuccioli; tutto qui.’ disse Jim, accarezzando la schiena della bambina.

‘Ha cominciato a piangere quando uno le ha leccato la mano e abbiamo dovuto andarcene.’ continuò Alexis senza giri di parole.

Rick scambiò uno sguardo con Kate. Okay, forse era un bene che avesse preso l’appuntamento con il terapista per il giorno dopo.

’Scusa papà.’ Kate li raggiunse, prese Emily dalle braccia del padre e la strinse forte.

L’uomo sorrise. ‘Niente di cui preoccuparsi; mi fa piacere che abbiamo mangiato il gelato.’

‘Grazie Jim.’ disse Rick prima di salutare l’uomo. Poi, si avvicinò a Kate e avvolse le braccia intorno a lei e alle loro figlie. Quando adocchiò il suo sguardo insicuro, provò a sorriderle per confortarla, ma non era sicuro di esserci riuscito. Come poteva convincerla che andava tutto bene quando lui stesso non ne era sicuro?


Kate diede un’occhiata all’orologio finché non vide Rick scendere dalle scale. Erano da poco passate le otto; era impressionante. ’Si è già addormentata?’

Lui fece un gesto con la mano. ‘Del tutto.’

‘Wow. La terapia ha aiutato così tanto in una sola seduta?’ chiese Kate.

Rick sollevò le spalle. ‘Non lo so. Ne dubito, ma se si è svegliata due volte ieri e l’altro ieri forse adesso è solo esausta.’

‘Abbastanza esausta da dormire tutta la notte?’ chiese Kate speranzosa.

Rick sollevò la mano e incrociò le dita. ‘Lo spero.’ Subito dopo, si sedette sul divano accanto a lei. Kate gli si avvicinò e poggiò la testa sulla sua spalla. Da quando si svegliava ogni notte insieme a Emily non era più estranea alla stanchezza. Almeno quel pomeriggio era andata meglio del previsto.

Nonostante l’iniziale preoccupazione, Kate era grata che Rick avesse prese un appuntamento con il terapista, soprattutto dopo la seconda notte di sonno interrotto. Aveva concluso il turno in tempo per raggiungerli allo studio in centro. Il terapista e l’assistente sociale avevano portato Emily in una stanza e le avevano dato qualche giocattolo per intrattenerla mentre parlavano; i genitori avrebbero guardato dallo specchio unidirezionale.

La prima domanda del terapista era stata se Emily avesse capito cos’era successo. Lei aveva detto ’Sì. Un uomo ha cercato di portarmi via da mamma e papà.’ Kate aveva sentito le lacrime farsi strada negli occhi, così si era portata una mano alla bocca. Per fortuna, Rick l’aveva abbracciata poco dopo.

Mentre la conversazione continuava, era diventato chiaro che Emily non avesse capito subito che l’uomo stava cercando di portarla via dai suoi genitori; l’aveva capito solo dopo. In quel momento, lui le aveva promesso di mostrarle i fratelli e le sorelle del cucciolo e lei aveva accettato di andare con lui perché amava i cuccioli. Ma era stata l’esclamazione ‘Ma non mi piaceranno più; lo prometto!’ a portare Kate ad affondare il viso nel petto di Rick e a realizzare la tragedia nell’affermazione di sua figlia.

Alla fine, era stato permesso a entrambi di raggiungere Emily dove avrebbero potuto parlare un altro po’ con il terapista. L’assistente sociale, poi, aveva raccomandato almeno due sessioni a settimana per almeno un mese, così avrebbero rivalutato la situazione. A causa del continuo stress, il terapista aveva rassicurato Kate sul fatto che quel regime non era fuori dall’ordinario e che non si aspettava che Emily avesse delle ripercussioni a lungo termine dopo il tentato rapimento. Ma da madre Kate continuava comunque a preoccuparsi. Avrebbe fatto di tutto per Emily, ma la situazione era fuori dal suo controllo. Emily aveva solo bisogno di tempo.

Come se avesse letto i suoi pensieri, Rick disse ‘Starà bene, lo sai.’

Kate posò una mano sul suo ginocchio. ‘Lo spero. È che mi rende triste—il modo in cui ha detto di aver paura di amare i cuccioli.’

‘Le prenderemo un cane.’

Kate sollevò la testa e gli rivolse uno sguardo scettico. ‘Non credo sia una buona idea al momento.’

‘Magari tra qualche mese?’ suggerì.

Kate fece spallucce. ‘Vedremo.’

‘D’accordo.’

Gli rivolse un mezzo sorriso e gli accarezzò il ginocchio prima di alzarsi dal divano, finché Rick non la fermò afferrandola per il gomito.

‘Aspetta, solo un secondo—noi, uhm, non abbiamo parlato di quello che è successo due notti fa.’

Leggermente confusa, Kate aggrottò la fronte, ma dal suo sguardo fisso capì che si stava riferendo alle loro attività in camera da letto. Con un leggero rossore sulle guance, spostò alcune ciocche di capelli dietro le orecchie. ‘Oh. No, è vero.’ Non che l’avessero mai fatto, in realtà. Andavano a letto insieme, si scambiavano alcuni sguardi per qualche giorno e poi tornavano alla loro situazione di co-genitori e coinquilini asessuati come erano prima dell’incidente.

‘È stato, uhm, bello.’

Gli occhi si spalancarono; bello non era esattamente la descrizione che preferiva riguardo al sesso—e certamente non era come avrebbe descritto il loro rapporto. ‘Bello, Rick?’

Lui scosse la testa e si corresse con un ‘Fantastico; davvero fantastico.’

Quello sembrava più accurato. Rivolgendogli un sorriso, gli disse ‘È, uh, così che di solito va con noi, no?’

Lui le si avvicinò. ‘Esatto! Perciò pensavo che magari potremmo…vedere come va. Nessuno dei due sta vedendo qualcuno, vero? Perciò…vediamo e basta.’

Aveva ragione sul fatto che lei fosse single (certo—perché quando aveva il tempo di uscire con qualcuno tra un lavoro di sessanta ore alla settimana e badare alle bambine o occuparsi delle faccende di casa?), ma dal modo in cui l’aveva proposto era sembrato così…occasionale, e non era sicura che fosse quello che desiderava. Voleva che stessero insieme, ma come una famiglia—il che aveva poco di occasionale.

’Non ne sono sicura. Voglio dire, non voglio che le cose diventino troppo strane—per le bambine.’ Per le bambine o per loro stessi. Non voleva andarsene di nuovo e se lei e Rick si fossero imbarcati in qualcosa di non troppo serio magari non avrebbero potuto funzionare per molte ragioni, incluso il disinteresse o la semplice mancanza di comunicazione. Se la loro relazione intima sarebbe implosa, aveva paura che non sarebbe mai riuscita a superarlo e così—probabilmente sia lei che Emily—avrebbero dovuto cambiare casa.

Lo sguardo di Rick rimase serio. ‘Non permetteremo che questo accada. Saremo del tutto aperti e onesti l’uno con l’altro e se qualcosa dovesse cambiare possiamo riferircelo. Pensavo solo che…tutto considerato, possiamo usarlo come divertimento o come anti-stress.’

Kate per poco non scoppiò a ridere. Anti-stress? Sì, avrebbe potuto usare un po’ di anti-stress—ogni tanto. Ma quella non era una situazione da prendere alla leggera. Posò lo sguardo su Rick mentre lui la guardava speranzoso e con un sorriso eccitato che non vedeva da giorni. Forse non intendeva davvero trattare la loro relazione con sufficienza, ma più come un periodo di prova per essere sicuro che sarebbero riusciti a gestire di qualcosa di duraturo. Era esattamente ciò che voleva (per non parlare dell’anti-stress che sarebbe arrivato come conseguenza), così decise di accettare.

‘Okay.’

‘Okay.’ ripeté Rick prima di inclinarsi e baciarla.

Lei rispose al bacio prima di strofinare il naso contro il suo, dandogli un colpo sul braccio e alzandosi dal divano. Quando gli girò intorno, lui si alzò subito dopo e la seguì finché non si diresse verso le scale e le chiese ‘Dove stai andando?’

Lei si voltò. ‘Uhm…a dormire?’

‘Ma…non abbiamo…noi…pensavo…’ balbettò, indicando prima il divano e poi la camera da letto.

Kate emise un sospiro. ‘Oh, volevi fare sesso adesso?’

‘Era l’idea generale, sì.’

Lei scosse la testa. ‘Scusa, ma adesso ho solo bisogno di un’intera notte di sonno. E ho il turno domani mattina presto. Ma poi,’ disse, avanzando leggermente e accarezzandogli il petto con le dita ‘avrò due giorni di riposo.’

Lui grugnì. ‘Fantastico.’

‘Ma,’ lo mise in guardia ‘abbiamo sempre due bambine, quindi questa casa non diventerà una sorta di…non so, covo del sesso.’

Rick scoppiò a ridere. ‘Covo del sesso? Che pensieri perversi mi stai nascondendo, Kate Beckett?’

Alla sua allusione, sentì il corpo andare in fiamme. ’Nessuno…’

‘Hmm, lo vedremo.’ Poi la baciò. Nel frattempo, le posò le mani sulle spalle e la fece ruotare in modo da invertire le posizioni, così che lui si ritrovasse vicino alle scale.

Lei lo guardò confusa. ‘Che stai facendo?’

‘Devi alzarti presto domani, perciò scambieremo le camere; terrò io a bada la piccola stanotte.’

La ragazza sollevò le spalle. ‘Non dev—‘

Lui la interruppe con un bacio. ‘Buonanotte, Kate; dormi bene.’











Angolo:
Buonasera a tutti!
Vi ringrazio moltissimo per continuare a leggere e commentare. Godiamoci questi ultimi capitoli perchè siamo quasi alla fine.
Ci vediamo presto e scusatemi (di nuovo) se non riesco a rispondervi.
Link originale: https://www.fanfiction.net/s/12209667/1/The-Life-We-Built

   
 
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