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Autore: esserre93    15/09/2017    1 recensioni
Amelia Shepherd decide di trasferirsi a Seattle e iniziare una nuova vita con la sua nuova famiglia
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Amelia Shepherd, Arizona Robbins, Callie Torres, Owen Hunt, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Il telefono di Amelia squillò; era nel suo studio intenta a leggere le cartelle cliniche dei vari pazienti che erano ricoverati nel suo reparto e posando lo sguardo sul display non riconobbe il numero.
- Amelia Shepherd
-Buongiorno dott.ssa, sono Robert, la disturbo? – un sorriso comparve sul viso di Amelia. Quell’uomo aveva sempre voglia di scherzare
- Nessun disturbo, sei arrivato in ospedale?
- Si sono proprio qui nell’atrio
- Perfetto, arrivo subito
La donna chiuse la chiamata e corse verso l’ascensore. Quando le porte si aprirono, all’interno trovò Arizona
- Dove vai con tutta questa fretta?
- E’ arrivato Robert, vieni con me?
- No, ho una marea di cose da fare
- Ci avrei scommesso
- Ho veramente da fare, non sai cosa darei per occuparmi di un paziente, invece devo correre a destra e a manca per firmare scartoffie
- Quindi non è bello il ruolo del capo?
- Per niente
- Vediamo se posso fare qualcosa per farti stare meglio – Amelia si sporse verso la tastiera sulla parete dell’ascensore e spinse il pulsante di stop
- Che stai facendo?
La mora si avvicinò ad Arizona, che si ritrovò presto con la schiena contro la parete e le labbra di Amelia sulle sue. Il bacio che nacque da quel contatto lasciò entrambe senza parole, tanto che quando Amelia fece ripartire l’ascensore e uscì al suo piano, Arizona era ancora contro la parete, incapace di dire qualcosa.
Amava sorprendere la sua compagna, per qualunque motivo, importante o futile. Amava lasciarla senza parole, ma soprattutto amava ricordarle ogni giorno che il suo pensiero era rivolto a lei, soprattutto quando non riuscivano a sentirsi per ore.
- Ciao Robert!
- Amelia, che bello rivederti
- Lo è anche per me, andiamo subito nella tua stanza?
- Spero tu mi abbia riservato una suite
- Non ti allargare
- Arizona aveva da fare?
- Non immagini quanto
- Oppure non aveva voglia di vedermi
- Dai, non è vero, era di corsa, verrà a salutarti più tardi, tanto abbiamo molte cose da fare. Prima di tutto ti faccio le carte di ricovero, poi ti farò fare le analisi del sangue. Ho richiesto già una TAC, quindi tra un’ora ti porterò giù
- Caspita, sei sempre così premurosa?
- Si, amo il mio lavoro
- L’ho notato. A proposito, non ti ho detto una cosa
- Cioè?
- Stai benissimo con il camice, ti dona
- Grazie Robert. Ora che non c’è Arizona puoi smetterla di fingere di flirtare con me
- E chi finge?
Nel frattempo i due erano arrivati nella stanza e dopo aver lasciato detto ad un’infermiera di tutti gli esami da svolgere, Amelia lasciò Robert per dirigersi verso l’ufficio di Arizona.
Non appena arrivò, dal ballatoio potette vedere il viso distrutto della sua compagna.
In quel momento avrebbe tanto voluto andare lì ed abbracciarla forte. Avrebbe voluto spazzarle via tutte le preoccupazioni che la attanagliavano la mente, ma sapeva che probabilmente non sarebbe servito a molto. Si fece coraggio e bussò alla porta.
- Vieni Amelia
- Cosa succede?
- Nulla, solite cose. Come mai qui? Finito con Robert?
- Si gli ho assegnato la stanza e tra poco lo porto a fare la TAC. Dimmi la verità, cosa succede?
- Sono distrutta e sono solo le prime settimane
- Posso aiutarti in qualcosa?
- Grazie, ma purtroppo no. Sono tante, troppe scartoffie a cui stare dietro. Non credevo potessero esserci tutte queste cose di cui occuparsi
- Mi dispiace, piccola – Amelia si avvicinò ad Arizona e la strinse forte a sé. Quell’abbraccio che aveva immaginato fino a pochi secondi prima andava sicuramente oltre le sue aspettative. Arizona tremava, era impaurita
- Non credo di essere all’altezza di questo compito
- Posso solo immaginare quanto possa essere difficile, ma le persone che ti hanno voluta qui si fidano di te, delle tue capacità, ma soprattutto ci sono io che credo in te, credo in ciò vuole il tuo cuore e credo in ciò che vuole la tua mente. È solo un ostacolo, siamo brave a superare ostacoli, vero?
Amelia riuscì a sentire il corpo di Arizona rilassarsi e il suo cuore si alleggerì. Forse era riuscita a far stare meglio la sua compagna.
- Grazie Amore. Spero tanto tu possa avere ragione
- Io ne sono certa
- Ma come mai sei qui?
- Nulla, volevo vederti
- Ci siamo incontrate in ascensore mezz’ora fa
- Lo so, ma quel bacio mi ha fatto venire voglia di dartene un altro e un altro ancora
Amelia si avvicinò verso le labbra di Arizona, ma questa si allontanò
- Con me la ruffianeria non funziona, lo sai, quindi dimmi la verità
- Robert mi ha appena fatto un complimento e a quanto pare avevi ragione tu, non stava scherzando quando ci stava provando con me
- Ecco, ci mancava solo questo
- Sono venuta a dirtelo proprio per farti capire che a me non importa. E’ solo un paziente
- Amelia, non ho nessuna intenzione di preoccuparmi anche di lui. L’idea di voi due insieme mi fa ribollire il sangue, ma mi fido di te, quindi non farmene pentire
- Non dirlo neanche per scherzo
- Mm, va bene. Ora vai, altrimenti nessuna delle due combinerà niente
- Ci vediamo alla fine del turno?
- Non so a che ora finirò
- Allora verrò qui a farti compagnia
- Amy, per quanto possa farmi piacere, perché non trascorri un po’ di tempo con Meredith?
- Forse hai ragione, siamo tornate ieri e abbiamo avuto poco tempo per parlare
- Però mi mancherai
- Anche tu -  prima di uscire dalla stanza, Amelia lasciò un bacio sulle labbra di Arizona e si diresse verso la sala tac dove avrebbe trovato Robert. Quella situazione la rendeva tesa, nonostante lei non provasse nulla per quell’uomo.
Non appena le immagini furono pronte, Amelia si ritirò nel suo studio per visionarle. Le sue mani tremavano e non ne capiva il motivo. Era sicuramente preoccupata per ciò che avrebbe visto di lì a poco, ma ciò che probabilmente la intimoriva di più era il fatto di rientrare in sala operatoria. Da quando aveva deciso di operare suo fratello non era più entrata in quella sala e tanto meno nelle altre. Sapeva di essere brava nel suo lavoro, ma non si fidava delle sue emozioni spesso troppo contrastanti.
Le immagini che apparvero davanti ai suoi occhi andarono oltre ogni aspettativa. Robert le aveva detto a ciò che sarebbe andata incontro, ma non credeva fino a quel punto.
Amelia si gettò sulla sedia e con la testa tra le mani cercò un modo per intervenire su ciò che aveva appena visto. Il tumore c’era, ed era molto grande.
 
-Posso? – Amelia, qualche minuto dopo, si ritrovò fuori la stanza di Robert. Aveva deciso di affrontare il discorso con l’uomo e informarlo sulle ultime novità
- Certo, entra pure. Suppongo tu abbia cattive notizie
- I chirurghi che hai incontrato avevano ragione: il tumore è inoperabile, non pensavo fosse così esteso, però voglio provarci lo stesso, se tu mi darai il consenso
- Se non dovessi accettare quanto mi rimarrebbe?
- Sei mesi, forse qualcosa di più
- E se dovessi operarmi?
- Se l’operazione dovesse riuscire guariresti quasi del tutto, ma è molto rischiosa. Il tumore è pericolosamente vicino al nervo ottico e anche un minimo passo sbagliato potrebbe renderti cieco; per non parlare dei deficit mentali che potresti riportare
- Stai cercando di impaurirmi?
- No, ti sto dicendo come stanno realmente le cose. L’intervento è davvero rischioso e dovrò lavorare sodo per trovare il miglior approccio
- Tu cosa faresti?
- E’ la tua vita, non posso dirti io cosa fare
- Sono qui perché mi fido di te, nonostante io ti conosca da poco. Sei stata la prima a farmi tornare la speranza ed ho intenzione di crederci ancora. Trova un modo per guarirmi
- Va bene, allora iniziamo subito con cicli di chemio e radio terapia. Voglio ridurlo il più possibile prima di intervenire. Non abbiamo molto tempo, ma ridurlo anche di solo un millimetro sarebbe tanto per me.
- Devo rimanere rinchiuso qui dentro?
- Ti sconsiglio di sottoporti a cicli di chemio e nel contempo viaggiare, sarebbe troppo stancante, sia fisicamente che mentalmente. Voglio tenerti sotto controllo
- Va bene, allora. Sarà un po’ come stare in un hotel: servito e riverito
- Tra qualche giorno mi odierai sicuramente
- Ne dubito, mi stai salvando la vita
- Senti Robert, a proposito di quello che mi hai detto prima: io amo davvero Arizona e per quanto possano farmi piacere i tuoi complimenti, vorrei che non mi dicessi più determinate cose; cerchiamo di avere un rapporto per quanto possibile tra medico e paziente. È fondamentale per me che tu lo capisca
- Certo dott.ssa, capisco perfettamente
Amelia, nonostante avesse percepito il rammarico nella voce di Robert, decise di non rispondere ed uscire dalla stanza. Arizona, prima di lei, aveva capito le intenzioni dell’uomo, dimostrandosi anche fin troppo gelosa ai suoi occhi, ma non aveva ancora capito che la sua compagna avesse perfettamente ragione.
 
La giornata di lavoro stava volgendo al termine e per Amelia arrivò il momento di tornare a casa.
Anche quel giorno non aveva messo piede in sala operatoria. Arizona non le aveva detto nulla, ma sapeva che prima o poi avrebbe dovuto farlo e questo prima di eseguire un’operazione complessa come quella di Robert.
Amelia parcheggiò la sua auto nel solito posto, accanto a quella di Meredith e si preparò ad entrare. Dall’interno potette distinguere le voci di Zola e Bailey. Durante il weekend le erano mancati moltissimo. Non c’era giorno che non pensasse a loro. Il loro papà non c’era più e poteva capire benissimo come ci si potesse sentire.
- Sono a casa! – Amelia entrò in casa e mostrò alla sua famiglia uno dei suoi migliori sorrisi
- Ciao zia! – Zola e Bailey le corsero incontro gettandole le braccia al collo
- Ciao Amelia, non ti aspettavo
- Lo so, ma avevo bisogno di trascorrere del tempo con la mia famiglia
- Zia, vieni a giocare con noi?
- Certo, prima parlo un attimo con la mamma, voi iniziate ad andare
Una volta che le due donne rimasero sole in salotto, Amelia si avvicinò a sua cognata
- Come è andata la giornata? Non ci siamo viste
- Un delirio, non ho fatto altro che operare. Il tuo tumore, invece?
- Robert ha deciso di farsi operare, ma sarà più complesso del previsto. E’ enorme
- Ce la farai?
- Dovrò lavorarci molto, ma si, ce la farò. Devo prima trovare il coraggio di entrare in sala operatoria. Tu come hai fatto?
- A fare cosa?
- A rientrare nella sala in cui ho operato Derek
- Non ho fatto nulla, non ho più operato in quella sala, la sto evitando
- Davvero?
- Si, è più forte di me. Sono tornata subito a lavorare, ma ancora mi porto dietro gli strascichi
- Pensi che riusciremo mai ad entrare in quella sala?
- Non lo so, ma fino a quando riuscirò ad evitarla, non mi porrò il problema
- Tu sei più riandata in terapia intensiva?
- Continuamente, ma non in quella stanza. Non appena passo davanti quella porta un macigno si posa sul mio petto e mi aspetto ancora di vederlo lì, attaccato alle macchine
- Lo sai che prima o poi dovremmo superare tutto questo?
- Lo so, Amelia, lo so
   
 
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