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Autore: __roje    15/09/2017    1 recensioni
-- QUESTA STORIA CONTIENE SCENE DI SESSO ESPLICITE! --
Aki Nomura è solo un ragazzo di 16 anni che ha sempre sognato di poter condurre una vita scolastica del tutto normale, fatta di amicizia e nuovi amori. Tuttavia la realtà in cui si trova non è affatto così; a causa di diversi eventi il suo carattere è diventato molto più rude e introverso e i primi due anni di scuola non sono stati esattamente ciò che credeva ed una delle ragione è la continua presenza nella sua vita di quello che una volta era il suo migliore amico: Hayato Maeda. Un ragazzo di straordinaria bellezza che viene definito da tutti "Principe" per i suoi tratti e i suoi modi, ma la realtà è ben altra infatti Aki scoprirà presto i nuovi gusti sessuali della persona che credeva di conoscere bene e da quel momento tutta una serie di strani eventi cominceranno a susseguirsi nella vita di questo giovane ragazzo.
IKIGAI: è l'equivalente giapponese di espressioni italiane quali "qualcosa per cui vivere" o "una ragione per esistere" o "il motivo per cui ti svegli ogni mattina".
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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CAPITOLO 8


“Dove te lo porti se non ha ancora finito di lavorare. Eh Kuro?”
Hayato nella sua domanda apparentemente innocua riservò un tono molto cupo, accompagnato da un occhiataccia rivolta verso l’altro ragazzo davanti a me. Allora Kuro mi lasciò andare e rise. Quel ragazzo aveva un problema o semplicemente amava prendersi gioco di chiunque?
“Sono sorpreso. Hanno trasformato anche te in uno zombie hahaha, ma come ti hanno convinto.”
Hayato si morse un labbro, “Non sono affari tuoi!” C’era una strana atmosfera lì. Quei due sembravano conoscersi, e anche bene, ma non in senso positivo e già dalla festa di beneficenza avevo letto dell’astio tra i due. Mi domandai il perché. “Muoviti idiota, Iku sta cercando entrambi” e mi tirò via.
E mentre ci allontanavamo gettai un ultima occhiata verso Kuro che mi salutò con un cenno di mano, e lo stesso sorriso di sempre stampato in viso. Gli amici di Yoshida erano davvero strani, pensai.
Hayato mi lasciò andare, ma non mi portò davanti all’aula horror, bensì nella piccina accanto adibita da spogliatoio dove poche ore prima aveva distrutto il mio costume e, ricordandomene, mi salì nuova rabbia. “Quindi? Dov’è Iku?” chiesi bieco immaginando una sua ennesima bugia.
Il principe chiuse la porta “Devo farti i miei complimenti, sebbene io ti abbia conciato male sei riuscito comunque ad elaborare qualcosa per uscire da qui.” E cominciò a battere le mani in segno di scherno.
“Verme.. che cazzo ti ho fatto! Non avevi alcun motivo per distruggerlo, non ti apparteneva!”
“Il vestito non di sicuro.”
Non ne potevo davvero più. Volevo pestarlo, volevo rovinare quel viso che tanto amavano tutti e rovinare quel suo ego mostruoso.
“Ci hai provato Nomura, ma contro di me non puoi vincere. Che tu sia vestito da Dracula, o da chiunque altro non ti si noterebbe mai..” e non gli diedi più modo di dire altro. La rabbia era esplosa, mi scagliai contro di lui dandogli un pugno in pieno viso, e lo colpii, il mio desiderio fu esaudito.
Hayato barcollò a terra confuso, si tastò la guancia e con uno sguardo feroce rispose al mio attacco, si scagliò su di me e dimostrò una forza tale da sopraffarmi tant'è che fui colpito anch’io in viso e schiacciato sotto di lui. Lo odiavo così tanto che continuai a difendermi con graffi e spintoni cercando di rovesciare la situazione ma fu inutile, Hayato mi bloccò entrambe le mani a terra facendomi male.
“Seriamente?” commentò la mia debolezza, “Non puoi battermi idiota, non puoi farlo” e sogghignò nel dirlo dimostrando di esserci riuscito ancora una volta. Ora mi aveva ferito anche fisicamente.
“Io.. non ho bisogno di batterti! Per me non sei nulla, mi fai ASSOLUTAMENTE SCHIFO!”
E in quel momento l’espressione di Hayato da cagnesca si trasformò, il sorriso divertito di poco fa era svanito lasciando posto ad un espressione colpita di chi non si aspettava simili parole. Mi fece più paura di prima non capendo che diamine fosse successo, e poi come se nulla fosse successo o come se si fosse dimenticato di avercela con me mi lasciò andare.
Restai molto colpito che bastasse dirgli una cosa del genere per placarlo, mi misi a sedere e lo fissai cercando di capire e non ne ebbi il tempo perché Hayato, inginocchiato davanti a me mi afferrò per il mento, avvicinò il suo viso a me nascondendo gli occhi sotto la folta frangia. Non sta per farlo, non può!, continuavo a dirmi in quel momento ma ero talmente sopraffatto dalla sorpresa che ogni muscolo del corpo non reagiva e lo lasciai fare. Lasciai che mi desse quel bacio inaspettato. Come se solo il gesto non bastasse a stupirmi di più fu che infilò la sua lurida lingua nella mia bocca, costringendomi a ricambiare ma cercai a quel punto di cacciarlo via, lo spinsi ancora e ancora ma afferrò entrambe le mie mani stringendole e tenendole ferme. Chiusi gli occhi, non potevo credere che stese succedendo, non poteva essere reale.
Poi però un lampo di genio! Misi tutte le forze che avevo, mi concentrai bene e gli morsi la lingua per fermarlo e Hayato sussultò staccandosi da me.
“Che cazzo fai?” esclamò dolorante davanti a me.
Mi pulii la bocca, ma a poco sarebbe servito, sentivo ancora il suo sapore dentro di me. “Questo dovrei chiederlo io a te, brutto idiota!”
Hayato non parve arrabbiato per quel morso, piuttosto molto imbarazzato e teneva la testa incassata nelle spalle. Non lo avevo mai visto così. “Era un bacio, niente di che.”
“Te lo avevo detto che non voglio sottostare ai tuoi hobby!!”
Ignorò completamente le mie parole, sembrò rimuginare su qualcosa roteando gli occhi verso l’alto. “Devi fare pratica di baci fattelo dire, ma il morso è stato un tocco di classe” esordì così con ironia.
Non riuscivo proprio a capirci più nulla, prima era furioso con me, poi serio e ora di nuovo divertito. Fino a poco fa ce le stavamo dando, e stavo persino subendo ma era bastato un non nulla e si era fermato facendo una cosa completamente a caso.
Hayato si passò una mano sulla guancia “Anche il tuo pugno non era male. Volevi rovinarmi il viso?”
“C’ho provato.”
Ridacchiò, “Devi impegnarti di più.” Si alzò in piedi ripulendosi i pantaloni sebbene questi fossero già logori per tutto il trucco da zombie. Andò davanti allo specchio, controllò i danni al viso così come diede un occhiata anche alla lingua. Ero così stordito che non seppi più che fare, volevo solo andare via di li così mi rimisi in piedi anch’io con tutte le intenzioni di lasciarlo da solo.
“Non capisco... perché mi odi così tanto. Che ti ho fatto?” gli rivolsi ancora una volta quella domanda.
Anni fa mi ero chiesto la stesa cosa ed ero stato trattato come adesso, senza un apparente motivo. Volevo davvero sapere cosa gli avessi fatto per suscitargli certi comportamenti.
Hayato si fece nuovamente buio. “Smettila di chiedere sempre la stessa cosa.”
Mi chiusi nelle spalle sentendomi dire di nuovo la stessa risposta. Dovevo rinunciarvi, dovevo smetterla e lasciare semplicemente che sfogasse tutta la rabbia che provava nei miei confronti. Strinsi i pugni nel pensare una cosa del genere, io ero sempre stato corretto con lui.
“Se hai dei problemi non sfogarli sugli altri, sono stufo di questo tuo fare lunatico.” Dissi semplicemente e me ne andai di li sbattendo la porta alle mie spalle.
Ero così frastornato che ripensando al bacio sentii tanto caldo, il cuore a mille. Che situazione di disagio! Ed era tutta colpa sua, di quel dannatissimo ragazzo.
 
//
 
La nostra aula fu quella che più aveva successo in tutto il festival scolastico, e quando ci fu comunicato tutti quanti esultarono orgogliosi di un simile risultato. Addirittura la presidentessa si commosse e Ueda – il suo fidato assistente – fu costretto a porgerle un tovagliolino.
Tutto mi sembrò esagerato ma nel profondo ero anch’io molto felice che tutto fosse andato alla grande, e che tutti quanti fossero contenti e uniti come lo erano in quel momento. Per la prima volta in due anni ebbi come l’impressione di vivere quel sogno scolastico che ormai avevo accantonato da tempo.
“Favolosoo! Tutti mi hanno fatto i complimenti per quanto sono stato bravo” disse Yoshida poggiandosi al mio banco, e ricambiai quella sua felicità con un sorriso. Com’è che improvvisamente riuscivo ad esternare così facilmente un mio stato d’animo? Di solito ero sempre così burbero.
“Il merito è stato di tutti” aggiunse Iku radioso. Già era di tutti quanti per davvero e avremmo tutti avuto crediti extra per gli esami dell’ultimo anno. Ovviamente ad esserne particolarmente happy fu Oija che non smetteva di saltellare ovunque come un folletto, ma la sua gioia era giustificata in fondo.
“Sono davvero rimasto stupito che alla fine il principe abbia partecipato” osservò Yoshida mettendo quel discorso in mezzo. Non avevo proprio voglia di sentirne parlare, il sorriso sparì dal mio volto.
“Sono d’accordo” commentò Iku “inizialmente si era rifiutato di fare lo zombie, se ne era andato ma poi il pomeriggio prima si è presentato nell’aula dei costumi, non ha chiesto esplicitamente di voler partecipare, mi ha solo mostrato il suo costume già pronto da zombie.”
Quella era una novità. Sentire che era stato Hayato stesso a ripensarci mi stupì molto, cosa lo avesse spinto a decidere di partecipare era un mistero, in fondo a lui i crediti non servivano e non aveva bisogno di farsi vedere in giro. Che avesse partecipato per noia o solamente per prendermi in giro?
Yoshida rise “Beh secondo me lo zombie migliore era sicuramente Aki, non c’è dubbio!”
Lo guardai stranito, “Ma che dici...”
“No, davvero! Eri molto più realistico e non ce lo vedo molto uno zombie col le fattezze di principe. E sono convinto che se fossi uscito di li nelle vesti di dracula, avresti attirato tu le ragazze, non certo lui.”
“Sono d’accordissimo! E’ stato un vero peccato.”
L’osservazione di Yoshida fu davvero strana, secondo lui io come zombie avevo funzionato meglio quando poi a stare al centro dell’attenzione era stato sempre e solo Hayato, mettendo tutti noi in secondo piano. Tuttavia, secondo Yoshida forse da dracula sarebbe andata diversamente? “...avresti attirato tu le ragazze, non certo lui.”, aveva detto, eppure lo trovavo così poco credibile.
“Aspetta idiota, non crederai che mi faccia fare concorrenza da te..”, le parole di Hayato quel giorno. Forse aveva distrutto tutto per paura di perdere il suo primato, ma non era da lui non credere in ciò che era, e non potevo immaginare che mi vedesse seriamente come una minaccia. C’era una sola spiegazione logica quindi. A tutto non c’era altra spiegazione.


Quel giorno di pieno autunno cominciò a piovere pesantemente, ma poco mi importò, non sarei tornato a casa tanto presto, se non prima di aver fatto una cosa importante. E mentre mi recavo come al solito nella piccola biblioteca abbandonata sperai con tutto me stesso che Hayato fosse li, così come l’avevo sempre beccato negli ultimi tempi.
Aprii quella porta con il cuore in gola, e l’ansia mista a paura che ci fosse davvero cosicché dovessi davvero affrontarlo. Ne ero davvero convinto?
Come avevo immaginato lo trovai li, seduto al solito tavolo, immerso nella lettura di un libro scelto probabilmente a caso dagli scaffali. Era davvero bello quando se ne stava buono immerso in una cosa che amava, non aveva l’aria del solito principe bensì del bambino che era sempre stato mio amico e che non era molto simpatico agli altri, ma a me era sempre piaciuto così com’era.
Hayato si accorse della mia presenza e mutò il suo sguardo sereno nella solita maschera imbronciata che ormai aveva perennemente addosso, ogni singolo giorno. Chiuse il libro e si alzò. “Complimenti, hai rovinato la mia lettura” disse e raccolse le sue cose in fretta.
“Sai mi hanno detto che come zombie non ero male” attirai la sua attenzione e si fermò, mi fissò molto confuso che stessi tirando in ballo quella conversazione, “e che come dracula avrei sicuramente attirato più ragazze di te, tu che ne pensi?”
“Che vuoi me ne importi” fece per andarsene.
Non ero mai stato particolarmente sveglio su certe cose, anzi ero addirittura lento a capire ma ormai mi ero convinto di una cosa. “Hayato sei innamorato di me?”
Il ragazzo si bloccò di colpo, sbiancò di fronte alle mie parole e improvvisamente tutto ebbe senso. Ero però un pò incredulo che la ragione di tutto fosse davvero quella, sembrava surreale ma tutto divenne improvvisamente vero dato che sul viso di Hayato comparvero due bozze rosse, e la faccia imbarazzata di chi era stato beccato. Vederlo così, in un espressione mai vista prima mi fece pensare quanto fosse carino.
“Sono proprio uno stupido. E da quando? Non credo sia una cosa recente..”
Mi zittì piazzando una mano davanti alla mia bocca. “Taci!”
Irritato che ancora nascondesse la cosa spostai via la sua mano, “Dimmi la cazzo di verità!” lo vidi indietreggiare preso alla sprovvista. Fece una lunga pausa, roteò gli occhi e poi finalmente cominciò a parlare.
“S-seconda elementare.” Balbetto a stento nell’imbarazzo generale.
Stavolta sbiancai io, “BASTARDO IO CON TE DIVIDEVO LETTO E BAGNO AI TEMPI!” gridai furioso che quella storia andasse avanti da allora.
Hayato con una faccia da poker mai vista commentò: “Si lo so, ed è stato fantastico” sogghignò felice. Ero veramente senza parole. Non riuscivo a credere che stesse succedendo. Non solo ero io quello che aveva scoperto quella assurda verità ma dovevo anche essere preso in giro.
“Quindi sei gay per colpa mia?”
“Colpa tua? Che intendi... io non sono gay.”
Come poteva dirlo! “Ti piace un ragazzo, qualche dubbio me lo farei...”
“Ho provato ultimamente a farmi piacere qualche altro ragazzo “ sospirò nel dirlo “e negli anni diverse ragazze, ma nessuno di loro mi piaceva davvero, non mi suscitavano niente.” Wow, ero così speciale? “A quanto pare sei l’unico” finì così e quell’ultima parola fece capitolare il mio cuore. Me ne spaventai, non potevo emozionarmi per una cosa del genere.
“D’accordo allora...” iniziai a dire attirando la sua attenzione, “se lo vuoi davvero uscirò con te.” Hayato inarcò un sopracciglio sentendo le mie parole per nulla convinto della cosa, e la cosa mi preoccupò facendomi anche un pò irritare. “Che problema c’è adesso?!” lo esortai.
“Nulla. Vuoi uscire con me, e per quale motivo, tu mi odi.”
“...Per me non sei nulla, mi fai ASSOLUTAMENTE SCHIFO!” avevo detto così quel pomeriggio, preso dalla rabbia e la frustrazione. Io lo odiavo davvero però? Cercai dentro di me quale sentimento provassi nel trovarmelo sempre davanti, e si c’era irritazione ma anche il forte desiderio che un giorno potesse tutto ritornare come prima, ed ecco il motivo per cui ero li adesso.
“Io non ti odio affatto. Vorrei farlo ma non ci riesco mai per davvero.”
Sul volto di Hayato comparve un sorriso di compiacimento “Sei un idiota, ti stai gettando in una cosa più grande di te e sono convinto che scapperai in meno di un giorno.”
“Eh? Per chi mi hai preso!”
La mano di Hayato circondò il mio collo in una carezza leggera e avvicinò il suo volto al mio, sempre più vicino all’orecchio “A me non importa però, fin tanto che posso averti” sussurrò con tono sensuale, e una brivido cominciò a scorrere lungo tutto il mio corpo. Ebbi di nuovo quella strana sensazione di caldo. E detto ciò mi baciò nuovamente, come era già successo il giorno prima, e stavolta sebbene ne fossi nuovamente stupito, e un pò a disagio lo lasciai fare permettendogli anche di infilarci la lingua. Assaporai quel dolce sapore che aveva. Quel profumo inconfondibile. Era assurdo tutto ciò, avevo seriamente accettato di uscire con un ragazzo e questo era il principe. Che cosa avrei fatto?



SPAZIO AUTRICE:
Sì, ho deciso di pubblicarne uno al giorno finchè posso visto che oggi ho finito di scrivere il capitolo numero 28 e qui siamo parecchio indietro.
Spero che la storia stia piacendo anche se cresce un po' lentamente ma da qui in poi avremo una svolta importante tra i due personaggi e vedremo un po' come Aki gestirà questa decisione.
  
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