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Autore: Frulli_    16/09/2017    2 recensioni
Inghilterra, 1805. Cathleen ed Emma non potrebbero essere più diverse: la prima è razionale e posata, la seconda entusiasta e romantica. Ma quando le due sorelle avranno a che fare con l'amore e i sentimenti, le reazioni saranno totalmente diverse.
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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5. Christmas Carol

 

20 Dicembre 1805

Dal giorno del pranzo a Barrington House fino alle vacanze natalizie non passò molto tempo, tempo che Cathleen trascorse senza vedere mai il Capitano. Avrebbe potuto pensare che fosse stato richiamato alle armi se suo padre non l'avesse informata che tutti e quattro i Barrington avrebbero trascorso Natale da loro, e così anche gli Herbert e gli Egerton. “Mrs e Miss Egerton sono malate, verrà solo Sir Egerton” precisò il padre. Oltre a loro, ovviamente, le maggiori famiglie principali. In totale, sarebbero stati circa venticinque presenti al pranzo di Natale, un numero considerevole.
I preparativi per Natale erano cominciati, e la tenuta si riempì di gioia, canti natalizi, addobbi e odore di vin santo e pudding. Alcuni invitati sarebbero rimasti pochi giorni, altri come sua sorella Fanny fino all'Epifania. E da quel giorno, avrebbe contato i giorni mancanti per l'inizio della Stagione, con la speranza che il Capitano non vi partecipasse. Voleva dimenticarlo. Lui la stava evitando, era chiaro: non amava forse la sua compagnia, o scoperta la sua indole non ne era rimasto interessato. Avrebbe trascorso con lui e la sua famiglia il Natale, evitandolo il più possibile, e poi non lo avrebbe rivisto più.
In quel momento doveva concentrarsi sulla sua famiglia, che aveva bisogno di lei. Ad Emma era passata la crisi emotiva: non piangeva più. Non era felice come un tempo e parlava a malapena con il padre, il chè era un male per tutti, ma almeno non strillavano. Cathleen le sarebbe stata vicina fino al suo matrimonio ed anche successivamente, durante il periodo della Stagione, dove avrebbe partecipato come Lady Egerton. Cathleen fu stupita di sentire che Sir Egerton sarebbe rimasto nella contea, ma d'altronde Mrs Herbert l'aveva previsto. Al loro prossimo incontro le avrebbe chiesto la sua teoria, dato che i suoi genitori non si sbilanciavano in proposito.
E poi, a Natale sarebbe tornato Edward. Era così felice, finalmente poteva rivederlo! Chissà com'era cambiato, poi.
«Cathleen?» Emma entrò nella sua stanza, distraendola da tutti quei pensieri.
Si volse di scatto: era la prima volta dopo settimane che la sorella le rivolgeva la parola. Aveva un pacco tra le braccia, abbastanza grande e piatto da contenere...un abito.
«Si, cara? Hai comprato l'abito per Natale?»
«E' l'abito per Natale, si, ma non l'ho comprato io...» ammise la sorella, cacciando un sorrisetto.
Cathleen si accigliò. Un dono? E di chi? A meno che...
«Emma...Sir Egerton ha...?»
«Già...»
Cathleen sgranò gli occhi, sconvolta. Sir Egerton era abile nel provare gusto estetico e di regalare qualcosa ad una persona?
«Oh santo cielo!» esclamò alla fine Cathleen, abbracciando la sorella. Prese quindi il pacco e lesse il biglietto che vi era posato sopra.

Se siamo costretti a ballare insieme durante il giorno di Natale, che almeno possiate essere la più bella tra le invitate. E di mio gusto.
Sir Egerton.

«Però...che romantico» ammise Cathleen ironica, prima di aprire il pacco. Rimase senza fiato: estrasse dalla scatola l'abito, fissandolo e guardando poi la sorella. Se il biglietto allegato era insolente e appena sufficiente, l'abito era magnifico oltre ogni dire.
Era stoffa francese, quello lo si vedeva a occhio nudo, e della miglior qualità e fattura. Era già di per sé un miracolo, con i legami bellici tra Francia e Inghilterra; mussola bianca, con un prezioso ricamo che dallo scollo tondo scendeva fino all'orlo, perfettamente simmetrico e verticale, per poi ricoprire tutto il bordo dello strascico a coda, che poteva essere prontamente legato al polso per le danze; maniche corte a sbuffo, un ricamo a corda sotto al seno e guanti di preziosa seta rossa chiudevano in bellezza quella meraviglia.
«Emma, è...»
«Assolutamente splendido» ammise la sorella, sincera. Cathleen osservò la sorella, sorridendo.
«Forse non è così male...» commentò mesta Emma. «Forse mi sbaglio»
«Forse ci sbagliamo tutti, cara. Non sarebbe la prima volta» sorrise Cathleen, sincera. Nel bene e nel male, si era spesso sbagliata.
«Non mi illudo, comunque sia. Potrebbe essere stata mera gentilezza, la sua. Non mi illudo assolutamente circa il nostro futuro rapporto»
«Ti ricordi cosa ci diceva sempre Eloise? Lei ha assistito alle nozze tra i nostri genitori: mamma piangeva e papà era nel panico. Si conobbero all'altare. Hanno litigato, pianto, si sono morsi la lingua più volte, ed ora guardali! Tu sei ancora più fortunata, hai modo di conoscere il tuo sposo prima di maritarti, così sai già cosa ti aspetta, nel bene e nel male. Credo tu sia davvero fortunata» Cathleen sorrise, ed era sincera nel dirlo.
Emma le sorrise a sua volta, abbracciandola forte. «Potrò contare su di te, se ne ho bisogno?»
«Certo, mia dolce Emma» precisò la sorella, ridacchiando.

Il pranzo di Natale arrivò in fretta, secondo le speranze di Cathleen. Era il suo periodo preferito dell'anno. Le decorazioni, il vischio e gli addobbi, i canti, il ceppo acceso nel camino. E poi ancora il cibo, l'intimo tepore che si creava in casa contro la neve che scende copiosa, e le chiacchiere e i balli con amici e parenti...era tutto magico a Natale.
Attendevano i loro ospiti nel salotto antecedente la Sala pranzo. Lei e le sorelle avevano abbellito il salotto con addobbi dorati e rossi, inframezzati con edera e vischio, e rami di pino e abete. Il ceppo bruciava fiero nel grande camino, illuminando e riscaldando l'atmosfera. Vino caldo era già pronto per essere servito e bevuto. Erano già presenti tutti loro, la famiglia di Fanny e Zio Jack. Cathleen lanciò un'occhiata a Emma: era bellissima. Aveva ovviamente indossato l'abito regalatole dal suo promesso, oltre che un delicato girocollo d'oro, ed i capelli erano arricciati e tenuti dietro la nuca con nastri bianchi a richiamare l'abito. Aveva un sorriso trasognato e nervoso, mentre guardava il proprio riflesso sulla finestra davanti a lei.
Cathleen fece altrettanto: come suo solito aveva sistemato i capelli da sola, privandosi degli odiosi tirabaci che tanto andavano di moda. I ricci naturali che aveva erano stati pettinati morbidamente dietro la nuca ed una fascia di seta gialla avvolgeva il capo due volte, a mò di corona greca. L'abito che indossava era di mussola e seta, d'oro scuro, con uno scollo ampio sulle schiena, a V, e tondo sul davanti. La gonna dritta e semplice, le maniche a sbuffo ed una fascia sotto al seno. Non indossava i guanti, come la maggior parte delle donne presenti, ma aveva in mano solo un ventaglio bianco. Era agitata, per svariati motivi: per Edward, per il Capitano, per Mr Egerton ed Emma, per le possibili imbarazzanti attenzioni di Mr Barrington...
«Eccolo, è arrivato!» annunciò felice Charlotte, osservando fuori dalla finestra. Una carrozza si stava fermando davanti all'ingresso, ed i servitori stavano già scaricando i bauli e aprendo la portiera. Cathleen non stava più nella pelle e si precipitò fuori, al freddo e sotto la neve, correndo verso il ragazzo ben vestito che era appena sceso dalla carrozza.
«Cathleen!»
«Edward!» gridò la giovane, ridendo ed abbracciandolo. Il fratello rise, ricambiando l'abbraccio e sollevandola da terra. Si abbracciarono a lungo finchè non arrivò anche Emma e Charlotte, fuori, ad abbracciare il loro caro fratello maggiore.
«Oh le mie bellissime sorelle! Guardate come siete cresciute!» esclamò felice, prendendole per mano mentre rientravano dentro. Salutò con cortesia suo padre e baciò la mano alla madre.
«Bentornato a casa, Edward»
«Vi ringrazio, padre. Madre, siete raggiante. Fanny, sorella mia, come stai? Mr Appleby è un piacere rivedervi, e questo giovanotto deve essere il piccolo Daniel, guarda come sei cresciuto!»
Il clima di festa aumentò con la presenza di Edward, l'unico figlio maschio e primogenito dei Colborne, che era stato via per studi nella lontana Vienna. Era da lui che, tramite corrispondenza, Cathleen aveva imparato un po' di tedesco, oltre a sapere già l'italiano per i suoi studi musicali. Superati i convenevoli, Edward e Cathleen si sedettero in un angolo per parlare: avevano un legame forte e indissolubile, e spesso per strada venivano scambiati per amanti.
«Allora, com'è andata in Austria?»
«Oh bene, molto bene. E tu come sei stata qui a casa?»
«Annoiata, anche se non troppo. Lo sai che Emma si è fidanzata, vero?»
«Sì, nostro padre mi ha accennato qualcosa per lettera. Il figlio di Sir Egerton, vero? Che tipo è?»
«Proprio lui. Beh direi...enigmatico. Ha offeso Emma dicendo che è una discreta artista, ma poi qualche giorno fa le ha fatto recapitare un abito costoso e pregiato, solo per indossarlo stasera...»
«Che vuoi farci, gli uomini sono complicati. Ed a proposito, credo proprio sia arrivato» annunciò Edward, osservando un uomo all'ingresso del salotto salutare con rispetto Mr e Mrs Colborne, e poi baciare la mano ad Emma.
«Buonasera a tutti, e Buon Natale»
«Buon Natale a voi, Sir Egerton. Avete visto quanto è bella Emma questa sera?» chiese Mrs Colborne, raggiante.
Sir Egerton non sorrise, limitandosi a guardare la sua fidanzata. «Incantevole» disse solo, come se costretto a dire quelle parole da una lama puntata alla schiena.
Poco dopo arrivarono anche gli Herbert ed infine fu il turno dei Barrington e delle restanti famiglie.
«Scusa l'attesa, Robert, e Buon Natale» annunciò Sir Barrington, abbracciando l'amico.
«Nessun problema, Buon Natale anche a te» rispose Mr Colborne, prima di salutare i suoi figli e presentarsi a Miss Elizabeth.
«Voi dovete essere Miss Barrington, incantato. Cathleen mi ha parlato molto di voi»
«E spero con parole solo positive, Mr Colborne» precisò lei, sorridendo gentile. Era semplicemente magnifica, di una bellezza perfetta e rara. Cathleen si sentì improvvisamente brutta e insignificante, ma quando sollevò gli occhi sul Capitano Barrington le sembrò quasi di cambiare idea: le stava sorridendo. Non con dolcezza o intima attenzione, ma almeno non faceva finta che non esistesse.
«Miss Cathleen, Buon Natale. Siete incantevole, se posso permettermi» annunciò Mr Barrington, superando il fratello minore ed avanzando verso di lei, per il baciamano. Cathleen si limitò a sorridere, cercando Charles con lo sguardo: era già altrove, che chiacchierava con Edward.
«Vi ringrazio, Mr Barrington, e Buon Natale anche a voi»
La governante annunciò che il pranzo era pronto, e così gli invitati e i padroni di casa si spostarono nella Sala da pranzo. La lunga tavola era sistemata con una tovaglia bianca, stoviglie dorate, candelabri accesi e decorati con vischio ed edera. Le sorelle Colborne e le domestiche avevano fatto un lavoro eccellente, nella sala si respirava un ambiente intimo e festoso. Mr Colborne invitò tutti i domestici nella sala per il brindisi usuale. Si scambiarono poi tutti gli auguri ed infine si accomodarono, cominciando a mangiare. Cathleen capitò tra Edward e Fanny, mentre davanti a lei c'erano Mr Barrington e Mr Appleby, proprio di fronte a sua moglie. Mr Barrington era un paio di sedie alla sua destra, fra Miss Elizabeth e Sir Egerton. Cercava di evitare lo sguardo del Capitano, e così fece anche lui. Non era astio, il suo, ma imbarazzo: ancora ricordava quegli sguardi tristi e freddi del giovane, quando la vide a casa sua per il pranzo con Miss Elizabeth. In quei giorni si era arrovellata su dove avesse sbagliato e, alla fine, si decise che lei non aveva colpe. Forse Mr Barrington aveva ragione: forse suo fratello minore era davvero così freddo e falso. Il solo pensiero le faceva sanguinare il cuore, ma i fatti d'altronde quasi confermavano quella tesi.
«Vostro padre mi diceva che avete studiato a Vienna, Mr Colborne. Come vi siete trovato?» chiese Mr Barrington a Edward.
«Molto bene, a dirla tutta. Due anni sono volati, ed è stata un'esperienza magnifica. Vienna è una città piena di cultura, di vitalità e iniziative»
«E ditemi, le donne sono belle così come si dice?»
«Oh si, le signorine sono raffinate e belle oltre ogni dire, ma se fossi tornato con una viennese mio padre mi avrebbe diseredato» precisò Edward, facendo ridere gli invitati. Il presto del pranzo proseguì senza intoppi, tra svariati pasti, brindisi e chiacchiere. Poi, dopo la torta, si trasferirono tutti nella Music Room, per danze e canzoni.

«Miss Elizabeth, Cathleen mi ha detto che suonate divinamente il piano. Sarebbe un onore per noi aprire le danze con una vostra melodia» annunciò Mrs Colborne, mentre si accomodava ad un divano.
Elizabeth chinò il capo. «Con estremo piacere, Mrs Colborne» rispose, accomodandosi al piano. Altri due giovani, fratello e sorella, l'accompagnarono con arpa e violino rendendo la musica veloce e l'aria nella sala festosa. Cathleen si ritrovò a battere le mani, felice, e quando si guardò attorno si accorse che il Capitano era proprio lì al suo fianco. Le coppie si stavano formando già per il secondo ballo, ma non ci fu richiesta alcuna dall'uomo, in piedi e impettito al suo fianco. Cathleen deglutì appena, non sapendo cosa fare, ma si fece coraggio.
«Non ballate stasera, Capitano?»
«No, Miss Cathleen.»
«Sarebbe scortese non farlo la sera di Natale, non trovate?»
«Non sono abituato a fare ciò che non voglio»
La sua risposta fu tanto sincera quanto crudele. Mentre cercava di sorridere, sentiva il labbro tremare ed il cuore sanguinare, di nuovo. Si allontanò, senza tradire una certa fretta, e si andò quasi a scontrare con Edward che la fissò, con dolcezza.
«Ti va di ballare, sorellina?» chiese, baciandole la mano.
Cathleen sbuffò appena una risata, senza il coraggio di guardare il Capitano, di nuovo, e quel suo secco diniego.
«Con molto piacere» mormorò lei, posizionandosi davanti al fratello. Il reel cominciò e si costrinse a ridere e sorridere, fingere di divertirsi e di non guardare verso il Capitano. Che cosa aveva fatto di così male per meritarsi tanta indifferenza?
Gli applausi annunciarono la fine della danza e lei si unì all'allegria generale.
«Miss Cathleen, vi prego, suonate voi!» annunciò Mr Barrington, conducendola sottobraccio al pianoforte. La fece accomodare con un baciamano, sorridendo garbato. Le attenzioni di Adam erano esattamente l'opposto di Charles, che sembrava allontanarsi da lei come la peste. Non ci fece caso, cercò di fingere che andasse tutto bene: era Natale, e niente avrebbe rovinato quella festa.
Cominciò a suonare un reel allegro e festoso, e sorrise nel vedere Edward ballare con la piccola Charlotte, e persino suo padre e sua madre. Rise, divertita, e rimase a lungo con gli occhi sui tasti, seppur non ne avesse bisogno. Sentì qualcuno avvicinarsi e sollevò gli occhi sul Capitano. Sorrise appena, con garbo. Le mani tremarono appena e la melodia ne risentì per un secondo appena, prima di riprendere con sicurezza
«State cercando di distrarmi, Capitano?» chiese, cercando di ironizzare e fingere che stesse bene.
«Sono venuto solo a chiedervi un ballo con me, una volta finito di suonare, Miss Cathleen»
«Non sono una bambina da accontentare, Capitano. Se non avete voglia di ballare non posso certo costringervi, né voglio» la sua voce uscì più gelida di quel che avrebbe voluto.
«Insisto...» precisò il Capitano. Cathleen si sentiva il suo sguardo addosso.
Sollevò gli occhi su di lui, mentre continuava a suonare. «Molto bene...» si limitò a dire. Soddisfatto, senza dire nulla il Capitano si allontanò.
Cathleen suonò altri due reel, di seguito, ed alla fine la gente era stremata e gridava un lento. Stava mettendo il Capitano alla prova, voleva vedere se era davvero così deciso a ballare con lei, se era paziente ad aspettare. Lo ritrovò in piedi vicino ad una colonna, davanti a lei, che attendeva, rigido. Così Cathleen si alzò dal piano, lasciando posto a qualcun altro, e si avvicinò al Capitano.
Fece un inchino, e lui fece altrettanto, quindi si portarono al centro della sala. La danza cominciò, e le coppie presero a volteggiare nella sala. Cathleen notò con la coda dell'occhio Egerton ed Emma ballare con loro, scambiandosi vaghi sguardi e sorrisi. Il Capitano sfiorava ora la sua vita ora le sue mani, come il ballo imponeva, e la fissava senza dire nulla.
«Come mai questo cambiamento di idea, Capitano?»
«Sono stato molto scortese nei vostri confronti»
«Lo siete stato, infatti» le parole uscirono senza filtri dalla bocca di Cathleen, ed il Capitano sorrise appena, divertito.
«Siete senza pietà, Miss Cathleen»
«Lo sono solo quando mi viene fatto un torto»
«Spero che possiate perdonate la mia crudele sincerità. Sono sedici anni che vivo per mare, l'ultima volta che ho danzato con una giovane donna è stato dieci anni fa, ed era mia cugina» ammise il Capitano, sincero, tra una giravolta e l'altra «posso sembrarvi marziale, rigido, a disagio...e lo sono, infatti. E sgarbato oltre ogni limite. Ma non posso farvi un torto, e spero quindi che possiate perdonarmi. Miss Cathleen...» il Capitano prese la mano della giovane, fermando la danza mentre gli altri ballerini continuavano. Rimasero fermi al centro, loro due, con il Capitano che stringeva tra le proprie la mano altrui «...vi prego di perdonarmi per queste malinteso che ho creato, e che possiate cambiare la vostra opinione su di me»
Cathleen non aveva mai visto tanta sincerità. Evidentemente il Capitano era un uomo da sentimenti privi di filtri sociali, o quasi. Il ballo terminò ed il Capitano le offrì il braccio, scortandola verso il bordo della pista.
«Siete perdonato, Capitano Barrington»
«Vi ringrazio, Miss.»
«A proposito, Capitano, ancora non vi ho ringraziato per la magnifica stola indiana»
Il Capitano era in evidente imbarazzo.
«Dunque vostro zio vi ha detto...»
«Per l'appunto. E dovete avere un gusto sopraffino, avendo scelto per me ed Emma qualcosa che ci sta a pennello, e senza averci mai viste o conosciute. Posso chiedervi come avete fatto?»
«Per vostra sorella è stato semplice: il Commodoro l'ha descritta come un'assidua lettrice di romanzi, eterna sognatrice romantica. Voi siete stata più difficile, lo ammetto»
Cathleen sorrise divertita. «Non oso immaginare cosa abbia detto di me zio Jack»
«In verità ha tessuto lodi a non finire. Ma non riuscivo a inquadrarvi, a capire il vostro reale carattere, a immaginarvi. Così ho scelto il blu, il colore dell'oceano profondo e misterioso»
«E le vostre aspettative sono crollate quando mi avete conosciuta?» chiese Cathleen, schietta. Il Capitano si fermò, chinando il capo.
«Nient'affatto, Miss. Ora scusate, con permesso...» e senza dire altro se ne andò. Il suo tono non era certo di quel che diceva, Cathleen se ne accorse, ma ormai si stava abituando all'enigmaticità del Capitano, alla sua lunaticità.

Si guardò attorno e sorrise nel vedere Elizabeth, che le veniva incontro e le strinse poi le mani.
«Oh cara Miss Cathleen, siete l'unica che è riuscita a far smuovere mio cugino Charles! Dite, siete una maga per caso?»
Cathy rise appena. «Affatto, Miss Elizabeth. Vi state divertendo?»
«Assolutamente si, è una festa magnifica! Spero che questa nostra amicizia e intimità non finisca mai, Miss Cathleen. Spero che dopo queste vacanze non vi dimentichiate di me»
«E come potrei, Miss? Mi siete così cara» rispose Cathleen con sincero slancio.
«E' quello che speravo! Vi disturberò per una passeggiata allora, anche dopo l'Epifania, se il tempo sarà clemente»
«Accetto volentieri, adoro passeggiare. Spero solo non piova proprio quel giorno»
«Lo spero anche io, Miss Cathleen! Ma ditemi...che ne pensate di mio cugino?» chiese Elizabeth, prendendola sottobraccio mentre camminavano per la sala affollata. Cathleen sorrise appena, senza pensarci, e sollevò gli occhi avanti a lei per cercarlo: era in piedi che chiacchierava con Edward, ed entrambi la guardarono e sorrisero, chi più chi meno.
«E' un brav'uomo»
«Si, questo lo avete già detto. Ma davvero, dico. Vi piace la sua compagnia?»
«Difficile dirlo, mia cara Elizabeth, ho speso ben poco tempo con lui, troppo poco per poterlo definire di buona compagnia...ma sono sicura sia così»
«Oh io non ne sarei certa» ammise l'altra, ridacchiando. «D'altronde povero Charles, ha lasciato la società a dieci anni ed è tornato raramente nel giro dei successivi vent'anni, a malapena due volte. Come possiamo pretendere da lui maniere e modi da dandy? In quanto ad Adam, beh...forse lo è troppo»
Cathleen cominciava ad adorare Elizabeth: era schietta e sincera come lei, il suo affetto era reale quanto i suoi pensieri.
«In quanto a vostro fratello, devo ammettere che è proprio un bel giovine. E' fidanzato?»
«No, Miss Elizabeth, non ancora. Deve ancora trovare la donna che ama»
«Davvero?»
«Oh si. E' una clausola, diciamo, tra lui e mio padre, e cioè che avrebbe ereditato e gestito tutta la tenuta secondo il desiderio di mio padre, anche dopo la sua morte, e in cambio lui avrebbe sposato chiunque volesse, ovviamente con il giusto senno. Mio fratello e le mie sorelle sono tentati a credere che un matrimonio d'amore sia la miglior cosa»
«E voi non siete di questo parere?»
Cathy sollevò appena le spalle. «Non saprei davvero, Miss. Non generalmente: un matrimonio è un contratto, no? E non tutti si amano in principio, ma il sentimento matura col passare del tempo. I matrimoni d'amore portano solo danni, delusioni. Mia sorella Emma desiderava un matrimonio d'amore, ma è rimasta...diciamo delusa» mormorò, fissando Emma che riposava seduta mentre Egerton era dall'altro lato della sala «mai avere ampie aspettative quando si nasce donne, lo dice sempre mia madre»
«E nel caso fortuito in cui il promesso è quello di cui siamo innamorate? O che la persona di cui siamo innamorate è anche il perfetto partito per noi?» chiese Elizabeth, sorridendo.
Cathy sorrise: «In tal caso, mia cara Miss, dovremmo ritenerci solo che benedette da Dio» precisò, divertita.

 

Per finire: bentornat* di nuovo a questo capitolo! C'è aria di festa natalizia, ed io come Cathleen adoro il Natale, mi sono divertita tantissimo a cercare informazioni sul Natale regency ed a scrivere questo capitolo! Spero sia piaciuto anche a voi, fatemelo sapere con una recensione! Al prossimo capitolo!

  
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